Linea AV, approvato lotto "Ingresso ovest di Verona" - Messaggero ...

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10 Aprile 2020 -

Linea AV, approvato lotto “Ingresso
ovest di Verona”

VENEZIA – L’assessore regionale Elisa De Berti, ha partecipato oggi su delega
del Presidente Zaia, alla seduta del CIPE, il Comitato Interministeriale per
la Programmazione Economica, ove è stato approvato il progetto preliminare
dell’“Ingresso Ovest di Verona” della Alta Velocità ferroviaria Torino-
Venezia.

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La Regione è chiamata ad esprimersi in sede CIPE per sancire dal punto di
vista urbanistico ed edilizio l’intesa Stato-Regione sulla localizzazione
dell’opera, condivisa dalla Regione con i Comuni interessati di Verona e
Sona.

“Si tratta – dichiara l’assessore – dell’ultimo tassello del complesso
procedimento di approvazione del progetto finalizzato alla realizzazione di
questa importante infrastrutture fortemente voluta dal nostro territorio, il
cui iter era stato sospeso dopo la lunga pausa dovuta al completamento
dell’analisi costi-benefici”.

“La nostra perseverante e caparbia azione, che ha contribuito certamente a
sbloccare i progetti – prosegue l’assessore- ha consentito oggi al CIPE di
approvare il progetto e di vedere accolta la richiesta formulata dalla Giunta
Regionale di aumentare di altri 2,45 milioni di euro, le risorse da destinare
ad opere compensative per il territorio attraversato. Con l’aggiunta di tali
risorse, non previste nel progetto originario, il nuovo quadro economico del
progetto approvato porta le opere di ristoro socio ambientale da 4,92 a 7,37
milioni di euro”.

“Esprimo, anche a nome della Giunta, il mio più vivo ringraziamento al
ministro per le infrastrutture Paola De Micheli – aggiunge l’assessore – per
aver condiviso la necessità vitale di portare a termine il completamento del
tracciato dell’Alta velocità a Nordest, nel rispetto delle esigenze dei
singoli territori, e per aver accompagnato con le proprie strutture tecniche
gli step finali dell’iter di valutazione e approvazione dell’innesto
veronese”.

Il costo totale dell’ ingresso ovest di Verona – ricorda l’assessore De Berti
– è di 376 milioni di euro ed è interamente finanziato. La realizzazione
dell’Alta velocità renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel
territorio veneto, assicurando una riduzione dei tempi di percorrenza,
l’alleggerimento della rete ferroviaria ordinaria e l’incremento della
qualità e dell’affidabilità del servizio offerto, sia per le tratte a lunga
percorrenza sia per il traffico pendolare.

Il “Nodo AV/AC di Verona: Ingresso Ovest” è inserito nel progetto relativo
alla nuova linea che sarà realizzata prevalentemente in affiancamento
all’attuale storico tracciato della Milano-Venezia, fino alla stazione di
Verona Porta Nuova: l’opera interessa territorialmente i Comuni di Verona e

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di Sona e prevede:

    la realizzazione dell’infrastruttura di ingresso nel nodo scaligero
    della tratta Brescia-Verona, attraverso lo spostamento dei binari della
    linea storica per creare gli spazi necessari alla costruzione dei binari
    AV/AC;

    la realizzazione dei due nuovi binari AV/AC nel tratto compreso tra
    l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona Porta Nuova;

    la realizzazione di due nuovi binari concernenti l’interconnessione
    merci di Verona, nel tratto compreso tra la A22 e l’innesto sulla Linea
    “Brennero”;

    la razionalizzazione e il potenziamento della stazione di Verona Porta
    Nuova.

Sono inoltre previsti i seguenti interventi:

    realizzazione di una nuova sottostazione elettrica, con dismissione di
    quella attuale localizzata nel quartiere Santa Lucia;

    costruzione di nuovi tratti (elettrodotto) di linea primaria funzionali
    alla nuova Sottostazione;

    adeguamenti e potenziamenti tecnologici per la gestione delle modifiche
    agli impianti di segnalamento esistenti e per la gestione degli impianti
    di nuova realizzazione.

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Regione Veneto vara la manovra di
bilancio

VENEZIA – La Giunta Regionale del Veneto, presieduta da Luca Zaia, ha varato
oggi la manovra di bilancio per il prossimo triennio. La proposta di Legge di
Bilancio, Legge di Stabilità e relativo collegato 2020-2022 è stata
approvata, su proposta del vicepresidente e assessore al Bilancio Gianluca
Forcolin, con due mesi di anticipo rispetto a quanto generalmente accade
negli enti territoriali e appena un mese dopo la parifica totale del
Rendiconto 2018, approvato in parallelo all’Assestamento generale del
Bilancio 2019.

La manovra ha un valore complessivo per il 2020 di circa 16 miliardi di euro.

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Il varo in pieno agosto dei documenti di bilancio, con tempi estremamente
rapidi, è frutto del percorso di rinnovamento avviato dalla Regione Veneto
nella programmazione e gestione finanziaria. Il bilancio, infatti, viene
gestito con l’efficacia e la flessibilità delle realtà aziendali più evolute
in materia di budget. Questo, con l’obbiettivo di rendere certe nel loro
ammontare e disponibili immediatamente all’inizio dell’anno le risorse per
gli enti regionali e le strutture che da esso dipendono consentendo di
programmare in modo razionale e approfondito strategie, priorità ed azioni.

La manovra è possibile grazie a scelte mirate e razionalizzazioni importanti
che permettono risparmi e incrementi di entrate da poter mettere a
disposizione dei settori più sensibili e strategici. Entrate importanti (già
realizzate negli scorsi esercizi finanziari, che ammontano a 25 milioni
nell’ultimo biennio) si sono avute grazie alle alienazioni degli immobili
regionali. In quest’ottica si prevedono ulteriori 3 milioni di euro di
entrate a seguito di procedure di vendita imminenti, a cui seguiranno
ulteriori importanti dismissioni e valorizzazioni.

In questo scenario, si conferma la linea tax free del Veneto, unica regione
che non ha provveduto ad alcuna addizionale Irpef.

Tra le principali voci del prossimo triennio, l’Amministrazione regionale è
pronta a pianificare finanziariamente la realizzazione dei giochi olimpici
invernali 2026. Dal 2020 e fino al 2026, infatti, sono previsti 112,5 milioni
di euro di investimenti e accantonamenti per le garanzie da fornire al CIO
per dimostrare subito la serietà del Veneto nel portare a buon fine l’evento
olimpico. Si tratta di tutte risorse che resteranno sul territorio e che al
termine dei giochi olimpici ritorneranno nella disponibilità della Regione
per nuovi investimenti.

Nella manovra, si ridefinisce la partita dei fondi regionali destinati allo
sviluppo del tessuto economico su tutti i vari fronti strategici: industria,
artigianato, commercio, turismo, agricoltura, lavori pubblici e
infrastrutture, ambiente. La nuova gestione dei fondi, che sarà operativa
dalla seconda metà del 2020, è volta a recepire non solo le più recenti
normative che regolano la materia, ma anche e soprattutto a tener conto dei
profondi cambiamenti che hanno interessato il tessuto economico ed
imprenditoriale veneto e, quindi, ad attualizzare gli strumenti finanziari ad
un più adeguato ed efficace sostegno da parte della Regione alle imprese e
all’economia del Veneto.

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De Stefano nuovo commissario per il
Mose?

ROMA – Gaetano De Stefano è stato indicato dal ministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in accordo con il presidente della Regione
Veneto, Luca Zaia, come nome da proporre a Palazzo Chigi per il commissario
straordinario al Mose.

L’ingegnere, che dovrà ricoprire il ruolo la cui figura è prevista dal
decreto Sblocca Cantieri, dovrà sovraintendere alle fasi di completamento,
collaudo e avviamento del Modulo sperimentale elettromeccanico noto come
Sistema Mose.
La nomina dovrà giungere con Dpcm e, come previsto dalla legge prevede il
nuovo commissario potrà assumere le funzioni di stazione appaltante e operare

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in raccordo con la struttura del Provveditorato interregionale alle opere
pubbliche per il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia
del Mit.

De Stefano, 44 anni, è ufficiale dei Carabinieri, dottore di ricerca in
Ingegneria e attualmente capo della Seconda sezione dell’Ufficio progetti-
Task Force per la valorizzazione e dismissione degli immobili non
residenziali del ministero della Difesa.

Attilio Fontana e Luca Zaia scrivono a
Conte

MILANO – Lettera aperta dei presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto,
Attilio Fontana e Luca Zaia, al presidente del Consiglio dei Ministri,
Giuseppe Conte.

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Egregio Presidente del Consiglio, come Lei ben sa in questi anni abbiamo
lavorato molto per cercare di tradurre in fatti concreti l’aspirazione a una
maggiore autonomia delle nostre Regioni. L’autonomia richiesta dai cittadini
lombardi, veneti, emiliano-romagnoli vuole cercare di rendere piu’ semplice
la vita di chi lavora, studia, vive nelle nostre regioni.

Chiunque abbia oggi a che fare con la Pubblica Amministrazione, la vede
spesso come un difficile ostacolo da superare e non come istituzione che
accompagna e supporta la realizzazione dei propri progetti o ci sostiene nei
momenti di difficolta’. La nostra vita quotidiana, Signor Presidente del
Consiglio, e’ fatta di salti a ostacoli contro la burocrazia che complica
ogni attivita’ e rende difficile sia fare l’imprenditore sia l’amministratore
pubblico. Ci sara’ sempre un comma, una norma, un combinato-disposto che
produrra’ un errore a danno del cittadino e una inchiesta contro burocrati
onesti. Ed ogni atto ministeriale che dovrebbe semplificare, in realta’
produce ulteriore burocrazia.

Noi invece vogliamo l’autonomia per cercare di semplificare la vita di tutti,
rendendo chiaro e semplice individuare chi fa che cosa, superando la
sovrapposizione di compiti e funzioni che oscurano le responsabilita’,
dilatano i tempi e fanno esplodere i costi.

L’autonomia e’ una sfida soprattutto per noi stessi e per le istituzioni che
siamo chiamati a governare, Signor Presidente. Non avremo scuse se non
riusciremo a realizzare i nostri progetti e i cittadini ci premieranno o
puniranno.

Per questo vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che
produrrebbe ulteriori guai. L’autonomia, come scrissero i padri costituenti e
i grandi maestri del diritto, e’ soprattutto responsabilita’: chi non la
vuole non ama rispondere davanti ai propri cittadini delle azioni politiche e
amministrative messe in campo.

Abbiamo lavorato non centinaia ma migliaia di ore, abbiamo organizzato
referendum popolari (quello veneto autorizzato addirittura dalla Corte
Costituzionale), abbiamo discusso su ogni tavolo ministeriale e tecnico, non
ci stiamo ad essere presi in giro con una discussione che sembra il gioco
dell’oca per cui si torna sempre alla casella di partenza.

La nostra autonomia si basa su quanto dice la Costituzione, siamo

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perfettamente in linea con la legge fondamentale dello Stato, la nostra
richiesta di avere competenza rispettivamente su 20 e su 23 materie, si basa
su quanto recita l’articolo 116, terzo comma. Chi afferma il contrario, o non
conosce la Carta, o vuole evidentemente modificarne il testo vigente: sarebbe
bene pertanto che presentasse un disegno di legge costituzionale per
modificare di nuovo il titolo quinto. Tertium non datur. Avremmo voluto che
il Presidente del Consiglio fosse davvero il garante della Costituzione
vigente, denunciando le false notizie diffuse con malizia e cattiva fede da
chi evidentemente la Carta l’ha letta soltanto sul Bignami. Favole come
quella dei cattivi del Nord, ricchi ed ingordi, che vogliono rubare ai poveri
del Sud. Nessuno vuole aggredire l’unita’ nazionale, nessuno vuole
secessioni. Lei sa bene quanti e quali Ministri si sono impegnati in questa
irresponsabile gara a spararla piu’ grossa. L’autonomia e’ una sfida per la
modernita’ e l’efficienza del Paese intero, il centralismo e’ conservazione
di sprechi contro chi ha bisogno, di un welfare ingiusto.

L’autonomia fa bene anche al Sud, a quella foresta di cittadini che cresce a
vista d’occhio, che vorrebbe responsabilita’ ed efficienza ma non ha voce.
Anzi, nella battaglia di chi combatte a suon di bugie contro l’autonomia c’e’
proprio l’evidente tentativo di mettere il coperchio a questa pentola di
cittadini onesti che ribolle di sdegno, stanchi come sono di dover emigrare
per curarsi, per studiare all’Universita’, per trovare un lavoro.

La lettera dei presidenti Attilio Fontana e Luca Zaia prosegue:

Per questo ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le Sue
esternazioni, Presidente Conte, soprattutto dopo colloqui diretti durante i
quali – ricordera’ benissimo – abbiamo piu’ volte sottolineato che non si
chiedono piu’ risorse, ma semplicemente la possibilita’ di spendere in
autonomia quelle che ci sono gia’ assegnate. E abbiamo spiegato come
l’essenza del percorso dell’autonomia preveda che i risparmi prodotti per
effetto della virtuosita’ dell’amministratore debbano restare sul territorio.

Se l’obiettivo non fosse questo, perche’ dovremmo impegnarci ad essere
efficienti? E’ ipotizzabile che chi e’ virtuoso finanzi sprechi altrui? Temi
che vengono annacquati quotidianamente con scuse assurde e tesi
fantasmagoriche per non portare avanti il negoziato. In questi giorni i
nostri cittadini sono preoccupati perche’ negli ospedali si registra una
carenza di medici che allunga le liste di attesa e rischia di mettere in
difficolta’ interi reparti. Le nostre Regioni sono in equilibrio finanziario

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nel comparto della sanita’, Lei lo sa bene Signor Presidente, e chiedono che
sia possibile assumere subito i medici che servono. E’ attentare ai pari
diritti dei cittadini? Se non si cambia, la verita’ e’ che questi diritti non
potranno essere garantiti. I nostri studenti ogni anno assistono alla
sarabanda degli insegnanti.

Con l’autonomia chiediamo di avere la possibilita’ vera di poter programmare
senza cambiare i programmi di insegnamento. Chiediamo di poter costruire un
sistema formativo che guardi ai licei come alla formazione professionale per
rispondere alle esigenze del giorno di oggi e non di quello di ieri. Anche
questo e’ attentare ai diritti costituzionali? Sull’ambiente e sul territorio
chiediamo di poter avere le competenze per rispondere alle pressanti
richieste di semplificare le procedure che oggi fanno si’ che non si risponda
per anni ad imprenditori e cittadini.

La Costituzione permette di poter realizzare una autonomia ‘differenziata’
proprio perche’ riconosce le diversita’ che ci sono fra zone del Paese. E noi
riconosciamo la necessita’ di avere fondi perequativi garantiti dallo Stato
per mantenere ovunque livelli essenziali delle diverse prestazioni. Chiediamo
soltanto di poter spendere in autonomia le risorse a noi assegnate. Peraltro,
da sempre ci facciamo carico delle esigenze dell’intero Paese e ora chiediamo
che il Paese si faccia carico delle nostre. Senza una autonomia vera non
riusciremo a rendere competitivi ed attrattivi i nostri territori e questo
sara’ grave, non soltanto per noi, bensi’ per l’intero Paese che rischia di
non avere risorse sufficienti a garantire uguali diritti in ogni zona.

Senza un Nord capace di reggere la competizione internazionale, l’intero
Paese ne paghera’ le conseguenze. Noi restiamo aperti al dialogo con Lei,
Presidente Conte, e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sara’
capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a
descrivere. Ma se si continua con una farsa, come accaduto finora, e’
evidente che non firmeremo nulla. Signor Presidente, arrivi al piu’ presto a
trovare una intesa coi ministri, formuli una bozza di intesa seria da
proporci, quindi con altrettanta velocita’ saremo in grado di replicare in
modo costruttivo.

Al Presidente del Consiglio deve essere pero’ chiaro che noi non firmeremo un
accordo senza qualita’ come quello per ora che si sta profilando. Lei si
assumera’ la responsabilita’ quindi di aver negato quanto e’ stato chiesto da
referendum, da milioni di elettori veneti e lombardi, da risoluzioni dei

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consigli regionali approvati all’unanimita’.

Per parte nostra vogliamo mantenere fede all’impegno assunto con i nostri
cittadini. Presidente Conte, Lei ha l’opportunita’ di scrivere una pagina di
storia di questa Repubblica. Se non la scrivera’ Lei, lo fara’ qualcun altro.
Perche’ la spinta verso l’autonomia e verso la responsabilita’ nei confronti
dei cittadini e’ ormai inarrestabile. Attilio Fontana e Luca Zaia

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‘Via della seta’ tra Venezia e Baku

VENEZIA – Il presidente del Veneto, Luca Zaia, a Baku per la 43esima sessione
del World Heritage Commitee dell’Unesco, ha reso visita al presidente della
Repubblica dell’Azerbaijan Ilham Aliyev.

“E’ stato un incontro cordiale, a testimonianza dell’amicizia e delle
storiche relazioni che legano la terra azera a Venezia” ha detto Zaia.

”La partecipazione dell’Azerbaijan alla Biennale di Venezia, con un proprio
padiglione, è solo l’epigono di una lunga tradizione di scambi culturali e
relazioni economiche che affondano le proprie radici nella ‘Via della seta’
aperta da Marco Polo. Una ‘Via della seta’ che il Veneto e l’ex repubblica
sovietica intendono mantenere viva e aperta, attualizzandola con nuovi
collegamenti, come il volo diretto tra Baku e Venezia, che mi auguro sia
presto realtà, nel comune interesse delle due aree” ha precisato il
governatore.

“La repubblica azera è una nazione giovane, dove la metà dei suoi dieci
milioni di abitanti ha meno di trent’anni e dove il Pil, pari a circa 40
miliardi di dollari, è circa un quarto di quello veneto, determinato
essenzialmente dall’estrazione di petrolio e idrocarburi – prosegue Zaia -.
Il Veneto e la sua imprenditoria sono estremamente interessati a coltivare
relazioni con un paese ‘amico’ dell’area caucasica, porta di accesso per
l’Asia centrale e anello di congiunzione tra Occidente e Oriente, fortemente
orientato a perseguire nuove vie di sviluppo e di crescita”.

Zaia, infine, si è detto ”certo che l’incontro si tradurrà in intensificate
relazioni di scambio e di sviluppo economico”.

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Ponte della Priula: Toninelli
all’inagurazione

SUSEGANA – Ponte della Priula: il ministro Toninelli all’inagurazione. “I
tantissimi cittadini presenti qui sono il più significativo riconoscimento
dell’impegno profuso da tutti i lavoratori per la realizzazione di
quest’opera. È un giorno di festa per celebrare un intervento che tutela il
passato guardando al futuro, in cui si restituisce al Veneto, ai veneti e in
particolare al territorio di Treviso, a un’area che vanta alcuni dei

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distretti industriali più importanti d’Europa, un’opera che conserva la sua
storicità, la sua valenza architettonica, culturale e identitaria, ma che nel
contempo si presenta rinnovata e rafforzata, grazie a un lavoro impegnativo
di restauro e consolidamento giunto oggi finalmente a conclusione”.

Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla cerimonia
di riapertura al traffico dello storico ponte della Priula che, attraversando
il fiume Piave, collega Susegana a Nervesa della Battaglia, in provincia di
Treviso, lungo la statale 13 “Pontebbana”.

“Durante la Prima Guerra Mondiale qui si costruiva un ponte: questi sono i
veneti e oggi confermiamo quella tenacia e concretezza – ha aggiunto Zaia –.
Purtroppo abbiamo impiegato tanti, troppi anni per portare a compimento
questa impresa, dal 2004 al 2019 e non certo per mancanza di volontà, ma per
la pesantezza e farraginosità delle norme e delle regole. Noi le leggi le
dobbiamo e le vogliamo rispettare, ma se queste sono sbagliate bisogna
cambiarle, modificarle in modo che, sempre nella assoluta legalità, sia
garantita la possibilità di fare, di realizzare le opere di cui le comunità
hanno bisogno”.

Al taglio del nastro del Ponte della Priula, di quella che si presenta oggi
come una infrastruttura completamente potenziata e riammodernata, erano
presenti, oltre a Zaia, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti,
Danilo Toninelli, l’amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini,
l’assessore regionale Elisa De Berti, il presidente della Provincia di
Treviso, Stefano Marcon, i sindaci di Susegana, Vincenza Scarpa, e di Nervesa
della Battaglia, Fabio Vettori.

La costruzione del Ponte della Priula risale ai primi del Novecento
(1914-1916) e per le sue caratteristiche storico-tipologiche gli è stato
riconosciuto l’interesse culturale con provvedimento della Direzione
Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Veneto. Da qui l’esigenza
di conciliare moderni standard di sicurezza, sia viabilistica che
strutturale, realizzando un generale consolidamento del manufatto che
presentava evidenti segnali di degrado, con il rispetto delle originali
peculiarità architettoniche.

“Progettisti, tecnici e maestranze hanno fatto un intervento strepitoso,
trovando il perfetto equilibrio tra la modernizzazione e la conservazione,
tra l’innovazione e la salvaguardia – ha sottolineato Zaia –. Con quest’Anas

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si dialoga, si lavora bene, si vedono i risultati e mi pare ci siano tutti i
presupposti per concretizzare una mia idea di sempre, cioè dotare l’intero
Nordest, non solo il Veneto, di una holding del sistema infrastrutturale”.

I cantieri sono stati aperti a maggio 2018 ed è stato necessario chiudere il
ponte e trasferire il traffico al percorso alternativo su una passerella
provvisorio costruita nell’alveo del Piave, che sarà rimossa nei prossimi
mesi.

Il ponte è lungo 430 metri ed è composto da 20 campate sostenute da 21 pile.
Le indagini condotte da Anas hanno evidenziato la necessità di intervenire
sulla struttura, interessata dall’erosione dell’alveo del fiume, prevedendo
la sistemazione delle pile, degli archi e dei parapetti laterali che
presentavano un naturale degrado. L’investimento per la realizzazione dei
lavori di restauro conservativo, di consolidamento fondazionale e di
adeguamento dimensionale del ponte ammonta complessivamente a circa 10
milioni di euro, di cui 1,7 per la realizzazione della viabilità alternativa.
La sede stradale è stata allargata di circa 3,20 metri, con uno sbalzo di
1,60 metri da entrambi i lati del ponte; la nuova sezione, quindi, è composta
da due carreggiate di 3,75 metri, da banchine e barriere laterali e da una
pista ciclabile laterale per ogni senso di marcia. Il parapetto originario,
costituito da elementi metallici intervallati da pilastrini in cemento
armato, è stato restaurato e riposizionato. Per quanto riguarda la sede
stradale, è stata realizzata una struttura mista in acciaio e calcestruzzo
finalizzata ad aumentare il livello di resistenza dell’intera struttura.

Per quanto riguarda il consolidamento, sono state rinforzate le pile mediante
la realizzazione di colonne armate con l’iniezione nel terreno di materiale
cementizio tramite la tecnologia jet grouting. Per quanto concerne il
rafforzamento delle fondazioni del ponte sono stati eseguiti interventi di
cerchiatura per mezzo del posizionamento di micropali alla base di n. 5 pile,
mentre per le restanti pile sono state posti in opera delle gabbionate
opportunamente dimensionate. L’installazione di nuovi isolatori oleodinamici
finalizzati ad assorbire e dissipare l’eventuale picco di energia generato da
una scossa tellurica ha inoltre consentito di migliorare il comportamento
sismico della struttura.

“Su questo ponte transitano ogni giorno migliaia di veicoli, molti dei quali
pesanti – ha rilevato l’assessore regionale Elisa De Berti –: dai primi anni
Duemila era emersa la necessità di effettuare un restauro strutturale del

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manufatto e, grazie alla collaborazione con Anas, la Sovrintendenza e gli
Enti locali, siamo riusciti a realizzare un intervento di notevole impatto
senza interrompere, se non brevemente e per cause di forza maggiore, il
traffico lungo la Pontebbana. Abbiamo dovuto fare i conti con la piena del
fiume dello scorso ottobre che ha spazzato via l’alternativa e provvisoria
viabilità, prontamente ricostruita, e con il ritrovamento di ordigni della
prima Guerra che hanno rallentato le lavorazioni. Superate le numerose
criticità, con pazienza, la stessa che abbiamo chiesto agli abitanti e agli
automobilisti, ma anche con tanta determinazione, oggi tagliamo un nuovo
importante traguardo nel percorso di potenziamento del sistema
infrastrutturale veneto”.

Pedemontana: inaugurato il casello di

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Breganze

VICENZA – Inaugurato il primo tratto della Superstrada Pedemontana Veneta,
sette chilometri tra l’autostrada A31 Valdastico e Breganze, in provincia di
Vicenza, aperto al traffico da questa mattina, lunedì 3 giugno.

Alla cerimonia dell’inaugurazione del casello di Valdastico della Pedemontana
Veneta, alla connessione con la A31, hanno partecipato il Vicepresidente del
Consiglio dei Ministri e Ministro dell’interno, Matteo Salvini, il Presidente
della Regione del Veneto, Luca Zaia. il Direttore della Struttura di Progetto
Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), Elisabetta Pellegrini, il Commissario
dell’Autorità Vigilante della SPV, Marco Corsini, il Presidente della SPV
Spa, concessionaria per la realizzazione dell’opera, Domenico Dogliani.

In Merito all’inaugurazione di oggi, ieri, la Struttura di Progetto della
Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) ha puntualizzato quanto segue:

1- La messa in esercizio della tratta tra A31 e Breganze di domani non era
prevista nel cronoprogramma contrattuale sottoscritto con il concessionario.
È invece il frutto di un accordo aggiuntivo tra Concedente e Concessionario,
a costo zero per la Regione, in quanto il concessionario si accolla in questa
fase provvisoria ogni costo senza certezza di entrata.
2- la realizzazione dell’opera ad oggi non registra ritardi, poiché la data
finale per la consegna, già stabilita dal Commissario delegato, è rimasta
invariata e fissata per la fine del 2020.
3- il costo dell’opera è stato stabilito definitivamente con l’approvazione
del progetto definitivo da parte del Commissario delegato, ed è rimasto il
medesimo anche nella rimodulazione del PEF.
4- L’ultima convenzione sottoscritta con il concessionario non risulta nel
“mirino della Corte dei Conti” come affermato, ma semmai piuttosto è da
evidenziare che, dopo accurato vaglio, ANAC, Corte dei Conti e da ultimo TAR
Veneto, nella sentenza della causa intentata da Impregilo-Salini, hanno
ritenuto positiva l’azione della Regione.

Sul fronte ambientale:
1- Le discariche o ritrovamenti di rifiuti scoperti durante gli scavi di
Pedemontana non sono un problema derivante da questa, non dipendono
dall’infrastruttura bensì dallo scarso rispetto di alcuni cittadini nei

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confronti del territorio. Problemi di smaltimento producono conseguenze di
tempi e costi ad esclusivo danno del concessionario. Non si ravvisano, da un
puntosi vista tecnico, problemi di “percolamento in falda acquifera”, come
riportato su alcuni media, semmai esclusivamente miglioramento della
situazione rispetto a quella iniziale, visto che si rimuovono almeno i
rifiuti rinvenuti lungo il tracciato.
2- La Valutazione di Impatto Ambientale è stata effettuata dal Ministero
dell’Ambiente e approvata dal CIPE con l’approvazione del progetto
preliminare; poi è stato nominato il Commissario delegato che ha provveduto
ad approvare in autonomia, come da incarico ricevuto, il progetto definitivo
ed esecutivo con tutte le modifiche necessarie. Ora, ritornati dal 1 gennaio
2017 in gestione ordinaria, si è ripresa la procedura senza deroghe, unica
opera in Italia tra quelle dichiarate strategiche che ha questa
caratteristica di garanzia, e la verifica di attuazione su quanto realizzato
è tornata ad essere condotta dal Ministero dell’Ambiente.
Sul fronte finanziario è da sottolineare che:
– il costo complessivo dell’operazione è di 12 miliardi circa al cui interno
sono ricomprese:
1-le spese di realizzazione dell’opera;
2- il costo del denaro per compiere l’operazione;
3-la gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria dell’opera per 39
anni.

La Regione non dovrà aggiungere altra somma. La copertura complessiva di
detto importo si ricaverà dall’introito dei pedaggi nei 39 anni. Queste
considerazioni non possono altro che essere frutto di una stima, visto che
sono tutti eventi preventivati per il futuro.

La Pedemontana:

La Superstrada Pedemontana Veneta è una infrastruttura viaria che attraversa
la Regione nel territorio vicentino e trevigiano e si sviluppa nel contesto
del Corridoio Europeo Mediterraneo (ex Corridoio n. 5).
Il bisogno di realizzare un asse che congiungesse le città sorte ai piedi
delle Prealpi venete è emersa fin dagli anni ‘70 del secolo scorso, quando lo
sviluppo socio – economico – industriale dell’area pedemontana ha manifestato
una crescente richiesta di mobilità. Bisogno cresciuto progressivamente con
la graduale urbanizzazione della campagna veneta e con l’apertura delle

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10 Aprile 2020 -

frontiere verso l’est europeo, sino a rappresentare nei giorni nostri una
vera e propria emergenza.

L’intervento riguarda il decongestionamento della conurbazione territoriale
dell’area metropolitana del Veneto centrale, con la realizzazione di un by-
pass complessivo dell’area centrale veneta e la creazione di un itinerario
pedemontano in continuità, attraverso un raccordo autostradale che parte
dalla A4 (Montecchio Maggiore), si collega con la A31 (tra Dueville e Thiene)
e si chiude nell’A27 (all’altezza di Spresiano).

L’obiettivo primario della Pedemontana è superare il gap infrastrutturale
costituito dall’attuale assenza di assi stradali ed autostradali adeguati
nell’area pedemontana veneta, sia come servizio degli spostamenti locali di
una delle aree più industrializzate del territorio nazionale, sia creando una
alternativa ai traffici di attraversamento Est-Ovest. L’infrastruttura ha
perciò lo scopo ambizioso di riordinare e riorganizzare l’intero sistema
viario del territorio per migliorare i livelli complessivi di qualità e di
sicurezza della mobilità.

Per obiettivi e caratteristiche costruttive, può essere annoverata tra le
infrastrutture strategiche cioè, tra quelle che sono le 32 opere essenziali –
di rilevanza sia nazionale sia europea – necessarie alla “competitività del
Paese e alla mobilità intelligente nelle aree urbane che rappresentano quindi
le “priorità delle priorità””.

L’opera si inserisce nel sistema viario veneto come raccordo autostradale a
pedaggio, realizzato e gestito in regime di concessione. I pedaggi
rappresentano introito patrimoniale per la Regione.

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Zaia sull’incidente di ieri: ”Il
ministro decida subito”

VENEZIA – “L’incidente avrebbe potuto risolversi una tragedia”. Queste le
prime parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia dopo lo scontro di
ieri tra la Msc Opera e la nave fluviale River Countess.
Il Governatore si era messo subito in contatto con il direttore generale
della Ulss Serenissima Giuseppe Dal Ben e con il presidente Pino Musolino, ed
era stato contattato telefonicamente dall’amministratore delegato del gruppo

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MSC Pierfrancesco Vago.

“Questo incidente ci fa riflettere nuovamente sul tema del transito delle
grandi navi nel bacino di San Marco e lungo il canale della Giudecca e di
conseguenza sul loro auspicato allontanamento”.

“Stiamo ancora discutendo dell’applicazione di un decreto che porta i nomi
dei ministri Clini e Passera che non è né vano né superfluo ricordare che
furono titolari di dicastero nell’ormai lontano governo Monti. Stiamo
parlando del 2011 mentre le proposte della Regione del Veneto e del Comune di
Venezia per una viabilità delle grandi navi giacciono presso i ministeri
interessati da anni.

Il ministro dell’infrastrutture decida qualcosa -prosegue Zaia- non si può
più attendere. Gli incidenti sono assolutamente possibili nella marina
mercantile ma devono avvenir fuori da contesi storici e abitati senza mettere
repentaglio vite umane e in condizioni generali di sicurezza. Le proposte di
comune e regione sono sagge e fattibili, prevedono una viabilità alternativa
e la possibilità di per le navi di manovrare in condizioni di assoluta
sicurezza”.

“Ripeto: il ministro a questo punto decida subito – conclude il presidente-
ha anche l’opportunità e la fortuna di avere proposte realizzabili
immediatamente che vengono dal territorio e dagli enti maggiormente
coinvolti”.

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Zaia a Buxelles: ”Necessario fare
sistema”

VENEZIA – Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha introdotto ieri
pomeriggio la tavola rotonda dal titolo ”What role is pleyed by public
utilities in the european energy transition? Italy’s Nort East – a case
history’” svoltasi a Bruxelles. Un’occasione di confronto tra aziende e
istituzioni, in cui è stata presentata Tune. Queste le sue parole del
presidente Zaia: “Il Veneto brilla da tempo per la sua produttività, le sue
aziende e i suoi prodotti. Deve continuare a farlo rispondendo in maniera

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10 Aprile 2020 -

competitiva alla sfida su energia e ambiente. E’ necessario fare sistema come
territorio veneto, con le nostre intelligenze e le nostre indiscusse capacità
imprenditoriali, sfidando con lungimiranza il mercato”.

Tune, acronimo di territory utilities network – Veneto, è una rete di imprese
tra utilities delle provincie di Treviso e Belluno nata nel febbraio 2018 che
si pone lo scopo di rispondere al quesito riguardo a quale sia il ruolo
rivestito dalle public utilities nella transizione energetica in Europa.
Domanda certamente non di facile risposta, viste le particolari e per ogni
luogo differenti caratteristiche del territorio italiano, sia dal punto di
vista meramente territoriale, sia per quanto riguarda l’innovazione urbana.

Tune è stata recentemente riconosciuta come membro partecipante alla rete
innovativa regionale ICT4SSL (ICT for smart and sustainable living)
nell’ambito delle reti innovative locali. I partner di ICT4SSL sono coinvolti
in progetti europei e nella definizione della partecipazione della rete a
cluster internazionali come previsto negli indirizzi della commissione sulle
smart specialisation regionali.

Durante la tavola rotonda è stato presentato l’approccio del nord-est
italiano e discusso il valore di queste aree per l’Europa. Tra i relatori,
oltre al presidente Zaia, Yolanda Garcia Mezquita, Dg Energy B4 International
Market/Security of Supply, Gergana Milandinove Team Leader ’Sustainable
Growth’, European Commission, Dg Regional and Urban Policy Unit,   Bianca
Maria Scalet, consigliere alla presidenza del consiglio dei ministri.
Ha moderato la tavola rotonda Enrico Tibuzzi, responsabile Ansa per la Sede
di Bruxelles.

Tune (Territory Utilities Network – Veneto), costituita il 28 febbraio 2018,
rappresenta un modello italiano pressoché unico, mettendo in rapporto diverse
utilities dello stesso territorio unite dalla volontà di “fare sistema” in
modo concreto ed efficiente, recependo e sviluppando i temi oggetto di
investimenti e promozione da parte dell’Unione Europea, ma anche a livello
nazionale e regionale.
Firmatarie del contratto di rete, otto realtà del territorio che, per la
prima volta, mettono insieme le proprie esperienze affiancate dalle
municipalità (Ipa – Paes).

Tune Veneto opera, in particolare, su tre filoni di azioni comuni per la
costruzione di un progetto sinergico a livello locale, nazionale ed europeo:

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Digital Platform – Big Data, Building Retrofit e Smart Mobility. Vengono
dunque affrontati temi come l’economia circolare, il “waste to energy”, la
digitalizzazione dei servizi, l’efficientamento energetico degli edifici
(retrofitting) e, infine, l’e-mobility, con particolare riferimento alla
creazione di quelle infrastrutture necessarie per lo sviluppo della mobilità
sostenibile.
Argomenti su cui ognuna delle aziende coinvolte porta la propria esperienza e
progettualità, allo scopo di dare risposte adeguate alle esigenze del
territorio e guardando con lungimiranza allo sviluppo di programmi comuni.

Le aziende firmatarie sono: , Ascotrade Ats Alto Trevigiano Servizi, Ater
Treviso, Contarina, Mom Mobilità di Marca, Piave Servizi, Savno, Valpe
Ambiente.

I partner: Ascotlc, Bim Piave Nuove Energie, Cna Treviso, Confartigianato
Marca Trevigiana, Fondazione Francesco Fabbri. Bim Gsp Gestione Servizi
Pubblici, Ipa Montello-Sile, Ipa Terre Alte della Marca Trevigiana, Ipa Terre
di Asolo e Monte Grappa, Israa Treviso.

Nella foto il Presidente Luca Zaia con il presidente di Aascotrade,   Stefano
Busolin.

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Autonomia, Zaia: “Parole Di Maio
musica per noi”

VENEZIA – “Le parole del vicepremier Di Maio sono musica per le orecchie di
noi veneti. E’ una questione di coerenza, e Di Maio dimostra di essere
coerente confermando l’impegno per l’autonomia e smentendo certi soloni che
tentano di contrastarla”.

Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta le

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10 Aprile 2020 -

dichiarazioni favorevoli sull’autonomia al Veneto e alle Regioni che la
chiedono, rilasciate da Di Maio, oggi in visita nel bellunese.

“Il contratto di Governo – ricorda Zaia – l’abbiamo firmato con Di Maio, e
per noi è lui l’unica voce ufficiale che oggi ha posto una pietra tombale su
tutti coloro che coltivano aspettative di bloccare questo processo”.

“Con questa conferma, e la posizione storica dell’altro Vicepremier Salvini
l’autonomia è ancora più vicina e va senz’altro realizzata. Del resto –
prosegue – un Governo coerente non può che riconoscere che l’autonomia è
un’assunzione di responsabilità dei territori e di chi li amministra, che
abbiamo costruito in maniera perfettamente legale e con il timbro di
costituzionalità della Consulta. Le lamentele e le proteste di chi non è
virtuoso e non vuole nemmeno provare ad esserlo non sono una bella cosa.
Sulla base di questi presupposti – conclude il governatore – il Veneto va
avanti e conferma il suo impegno sulle ventitrè materie previste dalla
Costituzione”.

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