LEZIONE 1 Introduzione all'analisi del testo poetico

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LEZIONE 1
Introduzione all’analisi del testo poetico
ANALISI DEL TESTO

1)   Parafrasi
2)   Analisi metrica
3)   Analisi linguistica, stilistica e retorica
4)   Commento contenutistico
1) Parafrasi

  a)   Lettura

  b) Divisione del testo in unità sintattiche

  c) Individuazione dell’ordine corretto degli elementi all’interno della proposizione e
       dell’ordine delle proposizioni all’interno del periodo

  d) Sostituzione delle parole desuete e scioglimento delle figure fonetiche e delle figure
       retoriche

  e) Resa in prosa
Figure fonetiche (o metaplasmi)
  • Apocope
     Caduta della vocale finale di una parola ed eventualmente anche della consonante
     che la precede
     Es.: amore > amor
  • Epitesi
     Aggiunta di una vocale o di una sillaba alla fine di una parola
     Es.: fu > fue
  • Aferesi
     Caduta di una vocale o di una sillaba all'inizio di parola
     Es.: inverno > verno
  • Protesi (o prostesi)
     Aggiunta di una vocale o di una sillaba all’inizio di parola
     Es.: sposa > isposa
Figure fonetiche (o metaplasmi)
 • Sincope
    Caduta di un suono all’interno di una parola
    Es.: opera > opra
 • Epentesi
    Aggiunta di un suono all’interno di una parola
    Es.: cetra > cetera
 • Metatesi
    Inversione dell’ordine di due fonemi all’interno di una parola
    Es.: aria > aira
2) Analisi metrica
a) Identificazione della tipologia di testo poetico:

- di quale tipologia si tratta?

- si tratta di un intero componimento o di uno stralcio?

a) Riconoscimento del tipo di strofa

b) Riconoscimento del tipo di verso

c) Identificazione dello schema rimico
La strofa
è un gruppo di versi, di numero e di tipo fisso o variabile che vengono organizzati
secondo uno schema, in genere ritmico, seguito da una pausa

•   distico
•   terzina
•   quartina
•   sestina
•   ottava
•   rare: strofa pentastica e strofa eptastica
Il verso
è l’unità metrica del testo poetico. Il verso è composto da un numero di sillabe
che, nella poesia italiana, varia da un minimo di una a un massimo di sedici.

•   monosillabo                                  • novenario
•   bisillabo (o binario)                        • decasillabo
•   trisillabo (o ternario)                      • endecasillabo
•   quaternario                                  • dodecasillabo (o doppio
•   quinario                                       senario)
•   senario                                      • doppio settenario
•   settenario                                   • doppio ottonario
•   ottonario
Come si riconosce il verso? Dall’accento metrico o ictus.

Es.:
- endecasillabo
accento fisso sulla decima sillaba

- settenario
accento fisso sulla sesta sillaba
• Endecasillabo piano
 Io | vo’ | trar |for| la| ci|te|ra| più e|let|ta
Boiardo, Orlando innamorato (III, IX, 1, 3)

• Endecasillabo sdrucciolo
La| fe|de è| fat|ta| co|me|fa il| sol|le|ti|co
Pulci, Morgante (XVIII, 117, 3)

• Endecasillabo tronco
Ciò|che’n| grem|bo a| Be|na|co| star| non|può
Dante, Inferno (XX, 74)
Settenario
Ei | fu.| Sic|co|me im|mo|bi|le
da|to il| mor|tal |so|spi|ro
stet|te| la| spo|glia im|me|mo|re
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la |ter|ra al| nun|zio| sta
Come si fa il conteggio delle sillabe?

Quando in un verso si conteggiano le sillabe è necessario tener conto che il
computo metrico non corrisponde sempre a quello grammaticale, poiché è
soggetto alle figure metriche.

Il verso si identifica a partire dal numero di sillabe metriche.
Figure metriche
•   sinalefe
•   dialefe
•   sineresi
•   dieresi
Figure metriche
• Sinalefe
è una figura metrica che consiste nella fusione di due vocali
contigue, appartenenti a parole diverse che vanno a formare
un’unica sillaba metrica.

Seguir sua stella e pur temenza il tiene
Poliziano, Stanze per la giostra, (I, 56, 2)
Figure metriche
• Sinalefe
è una figura metrica che consiste nella fusione di due vocali
contigue, appartenenti a parole diverse che vanno a formare
un’unica sillaba metrica.

Se|guir |sua| stel|la e| pur |te|men|za il|tie|ne
Poliziano, Stanze per la giostra, (I, 56, 2)
Figure metriche
• Dialefe
è una figura metrica che consiste nel tenere distinte, nel computo
delle sillabe, due vocali, di cui una alla fine di una parola e una
all’inizio della successiva. La dialefe è dunque il contrario della
sinalefe.

Cominciò a crollarsi mormorando
Dante, Inferno (XXVI, 86)
Figure metriche
• Dialefe
è una figura metrica che consiste nel tenere distinte, nel computo
delle sillabe, due vocali, di cui una alla fine di una parola e una
all’inizio della successiva. La dialefe è dunque il contrario della
sinalefe.

Co|min|ciò| a| crol|lar|si| mor|mo|ran|do
Dante, Inferno (XXVI, 86)
Figure metriche
• Sineresi
è una figura metrica che consente di unire in una sola sillaba un
nesso vocalico interno di parola che normalmente ne costituisce
due, cioè due vocali che normalmente costituiscono uno iato
formano invece un dittongo.

E fuggiano e pareano un corteo nero
Carducci, Davanti San Guido (75)
Figure metriche
• Sineresi
è una figura metrica che consente di unire in una sola sillaba un
nesso vocalico interno di parola che normalmente ne costituisce
due, cioè due vocali che normalmente costituiscono uno iato
formano invece un dittongo.

E| fug|gia|no e| pa|rea|no un |cor|teo| ne|ro
Carducci, Davanti San Guido (75)
Figure metriche
• Dieresi
è una figura metrica che consente di dividere in due sillabe un nesso
vocalico interno di parola che normalmente ne costituisce una sola, cioè
due vocali che normalmente costituiscono dittongo formano invece uno
iato. La dieresi si indica graficamente con il segno diacritico dei due
puntini.

A te convien tenere altro vïaggio
Dante, Inferno (I,91)
Figure metriche
• Dieresi
è una figura metrica che consente di dividere in due sillabe un nesso
vocalico interno di parola che normalmente ne costituisce una sola, cioè
due vocali che normalmente costituiscono dittongo formano invece uno
iato. La dieresi si indica graficamente con il segno diacritico dei due
puntini.

A| te| con|vien| te|ne|re al|tro| vï|ag|gio
Dante, Inferno (I,91)
La rima
è il fenomeno che si produce nel caso di omofonia di due parole a partire dalla vocale
tonica inclusa.

 •   Alternata ABAB
 •   Baciata AABBCC
 •   Incrociata ABBA CDDC
 •   Incatenata ABA BCB
 •   Ripetuta (o replicata) ABC ABC
 •   Invertita (o simmetrica) ABC CBA
La rima
è il fenomeno che si produce nel caso di omofonia di due parole a partire dalla vocale tonica inclusa.

Quando si parla di rima in senso assoluto si intende la rima perfetta, ovvero il fenomeno di omofonia
perfetta dalla vocale tonica in poi fra due parole distinte.
E in genere, in questo caso, ci si riferisce alle parole in rima che si trovano a fine verso.

Es.: per adequar col riso i dolor’ tanti.
Et s’io potesse far ch’agli occhi santi .

Casi particolari di rima:
 •   Identica
 •   Imperfetta
 •   Etimologica
 •   Inclusiva
 •   Ricca
 •   Interna
 •   Composta
•   Rima identica
    si verifica quando una parola rima con se stessa

    Es.: Cristo : Cristo
    Dante, Par. XIX, 104-106-108

•   Rima imperfetta
    - assonanza: vocali uguali e consonanti diverse a partire dalla sillaba tonica
    Es.: collo : motto
    - consonanza: vocali diverse e consonanti uguali a partire dalla sillaba tonica
    Es.: pesto : casta

•   Rima etimologica (o derivativa)
    si verifica quando le due parole intrattengono un rapporto di derivazione etimologica
    Es.: scritti : descritti
    Ariosto, Orl. XXIII, 102, vv. 1;5.
•   Rima inclusiva
    si verifica quando una delle due parole è contenuta nell’altra, senza che però esista un rapporto etimologico

    Es.: sarte : arte

•   Rima ricca
    si verifica quando l’identità fonica si estende a ritroso prima della tonica, di uno o più suoni

    Es.: stagione : cagione

•   Rima interna
    si verifica quando la rima lega parole che si trovano a metà o all'interno del verso

    Es.: E mi mette in manette ed in soppressa

•   Rima composta
    si verifica quando una parola rima con l'insieme di due o più parole

    Es.: oncia : non ci ha
3) Analisi linguistica, stilistica e retorica

    a) Lingua: riconoscimento dell’area di appartenenza del testo e individuazione degli
        elementi linguistici eterogenei

    b) Stile: riconoscimento dei vari elementi sintattici, lessicali e narratologici

    c) Figure retoriche: figure di suono, di posizione, logiche e di significato
Figure retoriche di suono

 • Assonanza

 • Consonanza

 • Allitterazione

 • Onomatopea

 • Paranomasia
Allitterazione
Ripetizione di un suono o di una serie di suoni, acusticamente uguali o simili, all'inizio (più raramente
all'interno) di due o più vocaboli successivi
Es: “col capo chino”
Grazie alle allitterazioni e al ripetersi e all’alternarsi di determinati suoni possono essere evocate diverse
sensazioni.
Tali sensazioni sono condizionate dalle lettere che realizzano l'allitterazione stessa, in base a quello che si
chiama fonosimbolismo (e che è in certo modo avvicinabile all’onomatopea). Alcune linee di tendenza
possono essere:
• le consonanti dal suono secco (g, c, r) evocano una sensazione di durezza;
• le consonanti dal suono dolce (v e l) evocano una sensazione di morbidezza, piacere;
• la vocale a evoca un senso di ampiezza;
• la vocale u evoca un senso di gravezza;
• la vocale i evoca un senso di chiarezza;
• la vocale e evoca un clima rasserenante.
Onomatopea
parola composta di suoni che imitano la realtà rappresentata
Es: gracidare o din don

Paranomasia
consiste nell'accostare due o più parole che abbiano suono molto simile ma significato diverso.
Le due parole in questione si chiamano paronimi
Es.: Talor mentre cammino solo al sole (Sbarbaro)
Figure retoriche di posizione (o sintattiche)
• Anastrofe           • Poliptoto            • Ellissi

• Iperbato            • Figura etimologica   • Zeugma

• Hysteron proteron   • Enumerazione         • Endiadi

• Anafora             • Chiasmo              • Dittologia
• Epifora             • Parallelismo         • Anacoluto
• Iterazione          • Climax               • Ipallage
Anastrofe
Consiste nell'inversione dell'ordine abituale di un gruppo di termini successivi.
Es.: Odono i monti e le valli e le selve (D’annunzio, L’oleandro)

Iperbato
Consiste nel separare due parole strettamente connesse dal punto di vista sintattico mediante
l’inserzione di una o più parole.
Es.: Tardo ai fiori ronzio (Montale, Le occasioni, II. XVII, vv. 5-6)

Hysteron proteron
Dal greco hysteron proteron, "l'ultimo come primo".
Consiste nell'inversione dell'ordine temporale degli avvenimenti, per cui viene posto prima ciò che
logicamente andrebbe posto dopo, per conseguire un particolare effetto espressivo.
Es.: Moriamur et in media arma ruamus (Virgilio)
«Moriamo e precipitiamoci nella mischia»
Anafora
consiste nella ripetizione delle stesse parole all’inizio di più frasi o versi
Es: per me si va nella città dolente
Per me si va nell’eterno dolore
Per me si va fra la perduta gente (Dante, Inferno, III, vv. 1-3)

Epifora
Figura retorica consistente nella ripetizione delle stesse parole alla fine di più frasi o versi.
Es.: Di Piazza Grande,
nel ciel più grande. (Saba, Sopra un mio antico tema, vv. 1-2)

Iterazione o ripetizione
Figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole a breve distanza per dare maggiore evidenza o
calore al discorso.
Es. Via, via di qui!
Poliptoto
consiste nel ripetere, in un giro di frasi relativamente breve, una parola, cambiandone le
funzioni morfo-sintattiche
Es.: E li 'nfiammati infiammar sì Augusto (Dante, Inferno, XIII, v. 68)

Figura etimologica
consiste nell'usare a scopi a espressivi, nell' ambito della stessa frase, due parole aventi in
comune l'etimologia.
Es.: selva selvaggia. (Dante, Inferno, I, v. 5)
Enumerazione
Dal latino enumerāre, «enumerare, contare».
È l’elencazione di parole unite per asindeto (cioè senza congiunzioni come e, ma, o, ecc.), o per polisindeto
(con due o più congiunzioni ripetute fra termini o frasi: e … e; o … o).
Es.: Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno,
e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto,
e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto
de’ due begli occhi che legato m’hanno.…"
(F. Petrarca, RVF, vv. 2-4)

Chiasmo
dal greco chiasmòs, derivato a sua volta dalla lettera dell’alfabeto greco χ - chi -, che illustra graficamente la
disposizione incrociata degli elementi del chiasmo.
È la figura retorica (di parola) che consiste nel disporre, in forma di incrocio, di X, gli elementi costitutivi di una
frase, in modo da rompere il normale parallelismo delle parole, creando un incrocio immaginario tra due coppie
di      parole,    in     versi     o    in     prosa,      secondo         il    modello    A,   B,      B1,      A1.
È quindi un parallelismo capovolto in cui i due elementi del discorso concettualmente paralleli sono disposti in
ordine inverso.
Es.: Le donne, i cavallier l’arme, gli amori. (Ariosto, Orlando furioso, I, v. 1)
Parallelismo
Figura retorica con la quale si sviluppa un'idea attraverso la successione simmetrica, in genere in
coppia, con schema A B, A B, di brevi concetti o elementi grammaticali.
Es.: Le donne, i cavallier,
gli amori, e l’arme.

Climax
Figura retorica (detta anche gradazione ascendente ) consistente in un graduale passaggio da un concetto
all'altro, via via più intenso
Es.: Quivi sospiri, pianti e alti guai (Dante, Inferno, III, v. 21)
O meno intenso: anticlimax
Vola, corri, vai!

Ellissi
Omissione nella frase di un elemento sintattico che si è obbligati a sottintendere.
Es: Bella giornata!
Zeugma
Dal greco zèugma, "aggiogamento".
Collegamento di un verbo a due o più termini della frase che invece richiederebbero ognuno
singolarmente un verbo specifico. Nella frase seguente "vedrai" regge anche "parlare" che dovrebbe,
invece, essere retto da un verbo come "udire" o "sentire".
Es.: parlare e lagrimar vedraimi insieme (Dante, Inferno, XXXIII, v. 9).

Endiadi
Un concetto espresso per mezzo di due sostantivi o due aggettivi
Es.: Libiamo in coppe e in oro (Virgilio)

Dittologia
un concetto espresso per mezzo di due sostantivi o due aggettivi che sono sinonimi
Es.: Movesi il vecchierel canuto e bianco (Petrarca, RVF, XVI)
Tanto gentile e tanto onesta pare (Dante, Vita nova, XXVI)
Anacoluto
Sgrammaticatura consistente nella rottura della normale concordanza sintattica.
Es.: Un religioso che, senza farvi torto, val più un pelo della sua barba che tutta la vostra.
(Manzoni)

Ipallage
consiste nel riferire grammaticalmente una parte della frase a una parte diversa da quella a cui
dovrebbe riferirsi semanticamente, cioè consiste nell’attribuire un aggettivo a un sostantivo diverso
da quello a cui il suo significato lo dovrebbe normalmente e logicamente legare
Es.: …sorgon così tue dive
membra dall’egro talamo… (Ugo Foscolo, All’amica risanata, vv. 7-8)
Figure retoriche logiche

 • Litote                  • Antifrasi (o ironia)

 • Eufemismo               • Antitesi

 • Reticenza               • Iperbole
Litote
consiste nell'affermare una cosa negando il contrario. Equivale ad una attenuazione del
pensiero per far intendere più di quanto non si dica.
Es.: L’esame non è facile

Eufemismo
si verifica quando si attenua o si addolcisce un'espressione troppo cruda.
Es.: è passato a miglior vita.

Reticenza
si verifica quando una frase è incompleta e lascia intendere ciò che non è espresso.
Es.: Quel giorno più non vi leggemmo avante (Dante, Inferno, V, v. 138).
Antifrasi
si verifica quando si vuol affermare esattamente l'opposto di ciò che si dice. (“Sei molto
simpatico” ma in realtà si vuole intendere: "non lo sei"). È evidente il valore ironico.

Antitesi
è la contrapposizione di concetti antitetici
Es.: non fronda verde ma di color fosco. (Dante, Inferno, XIII, vv. 4-6)

Iperbole
è l'esagerazione di una qualità spinta oltre i limiti della verosimiglianza, spesso sfocia in
un'ironia
Es.: Te l'ho detto un milione di volte.
Figure retoriche di significato (o semantiche)

    • Metafora                • Antonomasia

    • Similitudine            • Sinestesia

    • Sineddoche              • Ossimoro

    • Metonimia               • Apostrofe

    • Perifrasi               • Personificazione (o
                                 prosopopea)
Metafora
consiste nella sostituzione di un termine con una frase figurata legata a quel termine da un rapporto
di somiglianza.
Es.: «Stanno distruggendo i polmoni del mondo», in cui "i polmoni del mondo" sta per "boschi".

Similitudine
dal latino similitudo, "somiglianza".
Figura retorica consistente in un paragone istituito tra immagini, cose, persone e situazioni,
attraverso la mediazione di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, simile a, a somiglianza
di). Es. È furbo come una volpe.
Da non confondere con le proposizioni comparative o modale
Es.: Fa caldo quasi fosse primavera
Ha urlato come fa la sirena della polizia
Mangiavano come se fossero digiuni da anni
Sineddoche
• La parte per il tutto
Es.: Avvistano vele (navi) all’orizzonte

• Un particolare per il generale
Es.: Il nostro pane (cibo) quotidiano

• Il genere per la specie
I mortali (gli uomini)

• Il singolare per il plurale
Aveva l’occhio (gli occhi) birbone
Metonimia
• L'autore con l'opera                        • L'astratto per il concreto
Es.: Ascolto Mozart                           Es.: Quella ragazza è una bellezza
Leggo Dante                                   La forza della gioventù

• Il prodotto col produttore                  • Il concreto per l'astratto
Es.: Corre in Ferrari                         Es.: Quel ragazzo ha del fegato

• La causa per l'effetto                      • Il luogo per i suoi prodotti
Es.: Vivere del proprio lavoro                Es.: Una bottiglia di Chianti

• L'effetto al posto della causa              • La sede per le persone
Es.: Quel bambino è una gioia                 Es.: Montecitorio, il Quirinale, la Casa Bianca
Guadagnarsi la vita col sudore della fronte
                                              • Le divise per chi le porta
• Il contenitore per il contenuto             Es.: I bianconeri
Es.: Abbiamo mangiato un piatto squisito
                                              • L'oggetto per l'inventore
• Lo strumento per chi lo usa                 Es.: cardigan, biro
Es.: Emilia è un primo violino
Perifrasi
dal greco periphrasis, "locuzione intorno") detta anche comunemente "giro di parole", consiste nell'
usare, invece del termine proprio, una sequenza di parole per indicare una persona o una cosa
Es.: La gloria di colui che tutto move (Dante Alighieri, Paradiso, I, v. 1)

Antonomasia
Traslato per cui si adopera, per designare una persona celebre, in luogo del nome proprio, il suo
attributo o la sua apposizione più nota (il Poeta, Dante), o, viceversa, si indicano, col nome di
persona o cosa famosa, persone o cose che ne posseggano o ne ricordino le qualità ( è un Ercole,
cioè ‘un uomo di grande forza’)

Sinestesia
Dal greco syn, "insieme" e aisthánestai, "percepire ".
Procedimento retorico che consiste nell'associare, all'interno di un'unica immagine, sostantivi e
aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno
origine a un'immagine vividamente inedita.
Es.: Urlo nero della madre (Quasimodo, Alle fronde dei salici, vv. 5-6)
Ossimoro
dal greco oksymoron, composto di oksys, "acuto" e morós, "sciocco" come modello di unione di concetti
discordanti.
Forma di antitesi di singole parole che vengono accostate con effetti paradossali.
Es.: paradiso infernale, ghiaccio bollente.

Apostrofe
consiste nell’interrompere l’ordine normale del discorso per rivolgersi ad una persona, o ad una cosa
personificata.
Es.: Ahi serva Italia, di dolore ostello. (Dante, Purgatorio VI, v. 76)

Prosopopea o personificazione
Dal greco prósopon, "volto" e poiéin, "fare".
Figura retorica, di gusto classico, consistente nell'introdurre a parlare un personaggio assente o defunto, o anche
cose astratte e inanimate, come se fossero persone reali. Famosa, per esempio, è la prosopopea usata da
Cicerone nelle Catilinarie, in cui la Patria, offesa dai crimini di Catilina, si rivolge in modo diretto a lui
4) Commento

   a) Esplicitazione del messaggio dell’autore

   b) Riconoscimento delle tecniche con cui l’autore comunica un determinato
      significato: individuazione dei campi semantici, fonosimbolismo, ecc.

   c) Contestualizzazione storico-letteraria
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