Le scuole paritarie alle prese con il covid-19 - Filins
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Le scuole paritarie alle prese con il covid-19 Aggiornamenti/93 – 26 agosto 2021 “ora si alza, ora si alza, lo giuro, dovrebbe! ...” A cura del prof. Mauro Arena – già dirigente tecnico MIUR – consulente FILINS Per inciso…o analogia: Il comandante, dopo aver consultato un manuale, che teneva sotto il cruscotto, dal curioso titolo “Come si pilota un aereo”, fece un decollo terrificante, che si protrasse per quasi 13 chilometri. Tutti stavano muti mentre lui assicurava: “Ora si alza, ora si alza, lo giuro, dovrebbe! ...”. Quando al tredicesimo chilometro, in piena campagna, l’aereo si alzò, il pilota urlò: “Non l’avrei mai creduto!”. È questo un passo esilarante tratto dal volume Fantozzi, rag. Ugo, la tragica e definitiva trilogia, (Rizzoli, episodio Fantozzi a Parigi), che narra le avventure del protagonista, sempre vittima di organizzazioni approssimative e fatiscenti (in questo caso un aereo vetusto affidato ad un pilota del tutto inesperto). Se si vogliono cogliere delle analogie con lo scenario che si è andato sviluppando nel corso del mese di agosto (ma iniziato ben prima) sulle procedure in vista della riapertura della scuola e, soprattutto, della ripresa effettiva dell’attività didattica, lo si può fare: un aereo scassato (sistema scolastico) ed un pilota che ha bisogno di consultare il manuale di volo e che, dopo tanta agitazione, (non solo il Ministro, ma molti soggetti dell’apparato) si affida alla speranza che il decollo (lezioni in aula) avvenga. Può apparire a prima vista ingeneroso, ma le vicende agostane lo possono accreditare, come si è letto pure nelle pagine di autorevoli organi di informazione. Così l’inizio dell’anno è ingestibile (dalle dichiarazioni di Antonello Giannelli, presidente ANP, Corriere della Sera, 21 agosto). Walter Ricciardi, consulente del Ministro della salute, dichiara di essere molto preoccupato per il modo in cui si sta programmando la riapertura (discorso al Meeting di Rimini). Sono molto preoccupato per l’inizio della scuola. Non vedo quell’indirizzo chiaro, quelle indicazioni granitiche che servirebbero. Vedo invece si delegano al territorio, ai presidi o alle scuole, decisioni delicate che invece i ministri e il governo dovrebbero prendere in modo netto senza che possano essere interpretate o aggiustate, è il parere di Agostino Miozzo, esponente della Protezione civile e già componente del CTS e già consulente del Ministro Bianchi. E queste ultime dichiarazioni richiamano un testo già letto: siamo arrivati ad agosto e purtroppo i timori per il ritorno a scuola crescono. Sembra di guardare un film già visto l’anno scorso: decisioni fumose sui trasporti, misure annunciate ma non realizzate su affollamento delle aule, protocolli di sicurezza, vaccinazione degli insegnanti e dei ragazzi. Il ministro Bianchi mi appare molto concentrato sulla filosofia dell’istruzione piuttosto che impegnato nel produrre concretamente tuti i provvedimenti che servono (Luciano Fontana, direttore Corriere della Sera, 2 agosto). Il susseguirsi di incontri ha prodotto una serie di comunicati che hanno posto l’accento sui vari punti critici, evidenziando le posizioni di ciascun soggetto, senza che però l’autorità via via competente (Governo, Ministro della salute, Ministro dell’istruzione, Regioni) abbia sempre
raggiunto un livello certo – almeno accettabile – di istruzioni ragionevolmente applicative, sì che non si può che ricondurre tutta la problematica alle poche chiare disposizioni di legge vigenti. I punti: I trasporti. L’assembramento sui trasporti dovrebbe essere limitato attraverso l’applicazione del relativo protocollo (sottoscritto in data 14.03.2020), con il limite dell’80% dei posti occupati, e che viene confermato, salvo l’aggiornamento di cui si dirà dopo. Al momento, nelle linee guida si auspica un aumento delle corse, specie nelle ore di punta; è un auspicio serafico; i responsabili delle aziende di trasporto della Regione Lazio, nella riunione di coordinamento presso l’USR per il Lazio il giorno 24, hanno chiaramente dichiarato che non vi sono le risorse per incrementare il numero delle corse e si dovrà ricorrere ad almeno due ingressi scaglionati (dichiarazione di Daniele Peroni, dirigente Ambito Territoriale di Viterbo in Tusciaweb). Il mobility manager. È il soggetto che si dovrebbe occupare dell’organizzazione della mobilità del personale (per la scuola si intende anche per gli studenti) per raggiungere la sede di lavoro. Realisticamente, nelle scuole il vero mobility manager sarebbe il dirigente scolastico (o il gestore per le scuole paritarie), aggiungendo così altro adempimento al resto (il titolare deve ovviamente redigere un piano, che si traduce in un consistente pacco di pagine scritte). L’’ultima invenzione – annunciata dal ministro dei trasporti Enrico Giovannini, che l’ha descritta nell’aggiornamento alle linee guida sul trasporto inviate al CTS e che saranno discusse con le Regioni il giorno 26 - è costituita dal controllore, cioè colui che sull’autobus avrà il compito – compito antico: avanti c’è posto di Aldo Fabrizi, dalla sceneggiatura dei grandi Cesare Zavattini e Federico Fellini - di controllare il biglietto, ma anche il possesso del certificato verde, anzi anche della capienza all’80% dei posti e del corretto utilizzo della mascherina! È del tutto evidente che il Ministro non ha mai preso un bus di linea in una grande città (Roma?) per rendersi immediatamente conto della folle impraticabilità di questa proposta. In ogni caso si è subito manifestato il parere contrario della FILT-CGIL; la Regione Lazio lo ritiene invece possibile solo in un futuro imprecisato. Le distanze. Almeno un metro tra gli studenti e due metri tra studenti e cattedre; così recita il decreto legge n. 111/2021 (ma qui non si precisa la distanza tra banchi e cattedra, aspetto che è invece presente nel solo Protocollo sindacati-MI, commento in Nota FILINS Aggiornamento/92.2). La novità è rappresentata dal profilo possibilista della disposizione (è raccomandato il rispetto) che pertanto si limita ad una blanda raccomandazione, riconoscendo subito dopo l’eventuale impossibilità a rispettare questi parametri. Nessuno dubita che siano preferibili aule con spazi ampi o comunque adeguati (così come due adulti stanno più comodi se seduti sopra un divano costruito per tre posti!), ma qui ci troviamo in uno spazio di indeterminatezza che il MI (nota n. 1237 del 13.08.2021, commento in Nota FILINS Aggiornamenti/92.1) non riesce a chiarire, richiamando la vaga necessità di ricorrere a diverse misure di sicurezza. Gli orari. Come riportato al punto precedente sui trasporti in relazione a eventuali scaglionamenti, il tavolo prefettizio di coordinamento potrebbe/dovrebbe impostare una programmazione flessibile.
È chiaro che vi è molta differenza tra città metropolitane e centri minori; incerta pure la semplicistica estensione delle decisioni a tutte le scuole, senza tenere conto del volume degli alunni che si muove (autonomamente o con trasporto pubblico), così come non differenziare le scuole paritarie, per le quali si dovrebbe tenere conto della eventuale disponibilità propria di scuolabus. Le mascherine. Sicuramente obbligatorie per tutto il personale e gli altri soggetti che entrano nei locali scolastici, e agli studenti oltre ai sei anni di età, anche al banco (ma la CISL-scuola, come si vedrà poi, ha chiesto una possibile deroga a questo). Sarebbe però utile conoscere con precisione il tipo da usare: ritenuto superiore il tipo Ffp2 (come da intervista del sottosegretario Renato Sasso, commentata in Nota FILINS Aggiornamenti/80), per gli esami di Stato il MI, in ragione del parere del CTS, sconsigliava tale modello a favore di quelle chirurgiche (commento in Nota FILINS Aggiornamenti/84). Il Protocollo afferma che il dispositivo di protezione respiratoria previsto per gli studenti è la mascherina di tipo chirurgico, mentre, per il personale, è la mascherina chirurgica o altro dispositivo previsto eventualmente dal DVR. Il green pass. È un obbligo di legge (articolo 9/ter del decreto legge 111/2021) per il personale scolastico (docente e non docente), tenuto sia possederlo sia ad esibirlo. Un primo ricorso contro questa obbligatorietà è stato respinto dal TAR del Lazio in data 24 agosto, ma solo perché tale ricorso è inammissibile avverso un atto generale e può invece essere avanzato solo allo specifico atto amministrativo applicativo del decreto medesimo. La partita non è chiusa poiché l’ANIEF ha promesso di impegnarsi a questo secondo livello giudiziario. Le contestazioni invece sono derivate in merito alle procedure di verifica, in particolare da parte dell’ANP, che ne ha subito fatto una questione di controllo giornaliero per tutto il personale. In realtà poteva sembrare ovvio che, assunta la certificazione all’inizio dell’anno, ovvero all’inizio della supplenza non dovesse occorrere più altro controllo, così come del resto per ogni altro requisito all’atto della nomina (per esempio il titolo di studio). Ma lo stesso presidente Antonello Giannelli trova una soluzione possibile nell’uovo di Colombo, richiamando la procedura per il controllo del divieto del fumo: Nelle scuole è vietato fumare, il che non significa che debba mettersi il dirigente scolastico a verificare se c’è qualcuno che fuma ... può incaricare chi vuole, docenti, bidelli, che sono addirittura autorizzati dalla legge (non c’entrano le previsioni contrattuali) a formulare un verbale di contravvenzione che dà diritto a un obbligo di pagamento della sanzione amministrativa (Tecnica della scuola live, 28 agosto). Comunque l’operazione dovrebbe essere ancora più semplificata per il personale docente delle scuole paritarie, almeno quello assunto con contratto di collaborazione, poiché in questo caso il certificato verde costituisce vero e proprio requisito all’atto della assunzione. Ma questa spiegazione risulta però troppo semplicistica poiché il certificato non contiene il limite di validità, che potrebbe quindi terminare prima del 31 dicembre 2021, né se essa consegua a vaccinazione, guarigione o tampone, e di qui deriverebbe la necessità di controllo giornaliero, sì che Un lavoro che dura circa 5 minuti, ma fatto per centinaia di persone ci vorrà circa un’ora (così Paolino Marotta, presidente dell’ANDIS). Un primo problema che il “Santo” CTS, opportunamente pregato in merito, sembra di poter risolvere, proponendo l’estensione della validità fino ad un anno e consentendone così al Parlamento la variazione in sede di conversione in legge del decreto, quando però siamo già a metà del mese di settembre (ecco un vero approccio scientifico al problema!).
Si cercano altre possibili soluzioni, dopo che il Garante per la privacy (Pasquale Stanzione, intervista a La Repubblica) ha detto la sua alla proposta (reiterata da ANP del Lazio) di acquisire almeno le liste dei docenti “no vax”: non è consentita la verifica diretta delle scelte vaccinali e della condizione sanitaria da parte dei dirigenti scolastici: devono limitarsi a verificare il possesso di una certificazione valida. Questa soluzione solleva più d’una perplessità, non solo in termini di privacy ma anche di ragionevolezza della misura. In tal modo, ad esempio, non si potrebbe accertare se un vaccinato nel frattempo si è contagiato, vanificando il senso del Green Pass. E per quanto riguarda i certificati di esenzione, servono cautele per evitare la rivelazione di dati sanitari e patologie. Rilasciata la dichiarazione, la definitiva risposta arriverà dopo il giorno 26, data prevista per la riunione del Collegio del Garante. Ma l’attività è frenetica: tranquilli, sulla questione è annunciato che tra poco sarà avviato un help desk per iniziare ad ascoltare le richieste delle scuole e fornire le prime risposte; si attende anche una conferenza di servizio dei dirigenti scolastici con il capo dipartimento del Ministero (programmata il giorno 31), mentre sono in corso colloqui tra i rappresentanti del Ministero della salute, il Garante della privacy e il Ministro dell’istruzione; l’obiettivo è quello di consentire il controllo del documento acquisendolo una sola volta e non tutte le mattine. L’ultima notizia diffusa trionfalisticamente annuncia l’avvio di una piattaforma informatica gestita dalle segreterie delle scuole, evitando i controlli all’ingresso; anche su questa si attende il parere del Garante: l’accoglienza della notizia è stata universalmente positiva, immaginando forse nel potere e nell’efficienza universale dello strumento tecnologico; ma probabilmente l’innovazione richiede una modifica al decreto in sede di conversione insieme a tempi di attivazione incompatibili con l’inizio dell’anno scolastico. Anche Pino Turi (UIL-scuola) si mostra scettico: Ben venga, ma non è la soluzione ai problemi. Ogni tanto ne annunciano una. La sottosegretaria Floridia – conclude – aveva comunicato quella sulla mobilità e poi non se ne è saputo più niente (26 agosto). I tamponi. Altro terreno di scontro: nell’incontro sindacale del giorno 24 la UIL scuola ha opposto la propria posizione a quella del Ministro, il quale aveva prodotto una interpretazione del decreto legge n. 111/2021 attraverso la comunicazione n. 900 del 18.08.2021 (commento in Nota FILINS Aggiornamenti/92.2) secondo la quale i tamponi gratuiti vengono riservati ai soli lavoratori fragili o impossibilitati in ogni caso a sottoporsi alla vaccinazione. Tale linea era per altro sostenuta fortemente dall’ANP, che non ha sottoscritto il Protocollo e l’ha poi ribadita attraverso comunicati e in una intervista di Mario Rusconi, presidente ANP Roma e Lazio (Adnkronos, 24 agosto): ... una cosa è pagare il tampone ai fragili, altra ai no vax. In contrasto le altre organizzazioni sindacali di categoria, inclini invece alla totale gratuità. La rigidità delle rispettive posizioni, minacciato prima il ritiro della firma dal Protocollo, ha portato la UIL, in data 26 agosto, al ritiro della delegazione sindacale dal tavolo delle trattative; dopo aver sostenuto che la Condizione preliminare alla nostra sottoscrizione dell’accordo era il rilascio da parte del Ministero di numeri, dati certi sui vaccinati nel mondo della scuola che sono indispensabili in un protocollo serio. Ma ad oggi non li abbiamo perché probabilmente non li hanno e continuiamo a viaggiare al buio. La scelta definitiva è stata: Lasciamo la firma – perché il protocollo è politico – e ritiriamo la delegazione trattante al MI – perché la nota inviata alle scuole è atto amministrativo in contrasto con gli impegni assunti e noi non vogliamo essere complici delle brighe ministeriali.
L’indisponibilità di Pino Turi (UIL-scuola) era emersa già dall’inzio: il decreto per quanto riguarda la certificazione verde nelle scuole è inattuabile, discriminante e senza prospettive; che in sede di conversione va modificato e sostanzialmente reso costituzionale; che vanno rimesse le mani a livello legislativo perché le questioni in ballo non possono più essere risolte amministrativamente. Noi non chiediamo di allargare ma di rivedere tutto. L’aspetto più sorprendente è però offerto dalle dichiarazioni di CGIL e CISL, sindacati- scuola, dove si legge uno sconcertante atteggiamento di prorogazione, esiziale a questo punto del calendario. Francesco Sinopoli (CGIL) si affida ai tavoli di confronto annunciati dallo stesso Ministro Bianchi: “In quella sede potranno essere affrontate tutte le principali problematiche ancora aperte in vista della riapertura dell’anno scolastico come il tema del distanziamento nelle classi, l’organizzazione degli spazi e l’integrale applicazione del Protocollo. Tale confronto sarà fondamentale anche per la complessa definizione delle procedure di accesso al tampone gratuito da parte del personale scolastico. Maddalena Gissi (CISL) approva la linea dei tavoli di confronto per intervenire sugli aspetti fondamentali del rientro in classe: la CISL Scuola ha rivendicato fin dal gennaio scorso una priorità di accesso alla vaccinazione per tutto il personale scolastico, con l’obiettivo di una completa copertura come presupposto per garantire lo svolgimento in sicurezza delle attività in presenza, obiettivo in parte compromesso per ragioni non certo riconducibili alla volontà degli addetti; quindi ritiene “importante l’attivazione da subito dei tavoli di confronto fra sindacati e Amministrazione previsti dal Protocollo, il primo dei quali è in programma il 26 agosto, allo scopo di valorizzare quanto già stabilito con l’accordo dello scorso 14 agosto. La sindacalista, il giorno 25, rende pubbliche ben 32 domande da rivolgere al Ministro dell’istruzione, in vista dell’incontro del giorno successivo, che, però, avverte, potrebbero diventare molte di più durante la discussione. I contenuti, ragionevolmente prevedibili già da molte settimane, sono concentrati soprattutto nell’ambito della gestione del personale, in specie per le verifiche e le sanzioni; tra le molte difficoltà, nelle ultime ore è emerso il problema della chiamata dei supplenti, che non può essere, a disposizioni vigenti, sottoposta ad alcun controllo preventivo del possesso della certificazione verde, poiché è la sola posizione nella graduatoria che concede il diritto alla chiamata; sarà poi da verificare la condizione per la successiva entrata a scuola. Alcuni dei quesiti hanno valore anche per le scuole paritarie: al banco gli studenti possono fare a meno delle mascherine? come si calcola il metro di distanza? ecc. Resta da attendere la risposta dell’Amministrazione. Va ad ogni buon conto ricordato che, nel caso del tampone, l’operazione va ripetuta ogni 48 ore e il relativo costo è, al momento, a carico del lavoratore. Il tavolo prefettizio. La continuazione di uno strumento, pensato forse per calibrare le scelte organizzative sul territorio provinciale, ma del quale non si è mai accertata, conclusa la fase delle discussioni e della redazione di corposi documenti a testimoniarne la consistenza quantitativa, la reale funzionalità. Tra tutti, sarebbe interessante conoscere il rispetto effettivo, in fase esecutiva, da parte delle scuole degli accordi territoriali relativi allo scaglionamento degli orari e della movimentazione dei relativi mezzi pubblici da parte degli enti locali.
La didattica. Rigorosamente in presenza (articolo 1, comma 1, decreto legge n. 111/2021). Dietro l’angolo le eccezioni: per specifiche aree territoriali, su disposizione delle autorità locali, esclusivamente in zona rossa o arancione, nonché a favore degli studenti (per gruppo classe o di singoli alunni) posti in quarantena dall’autorità sanitaria competente. Gli studenti. Un po’ trascurati, per la verità; ad esempio sono stati dimenticati almeno tutti quelli impegnati nelle attività di recupero dei debiti e negli esami di idoneità (tutte operazioni possibili entro l’inizio delle lezioni). C’è pure chi ha espresso stupore per non averli inclusi nel piano obbligatorio di vaccinazione per il possesso della certificazione verde: ... l’obbligo del green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco “ragionato”, esclusivamente sulla copertura vaccinale (Fondazione Gimbe). Ci aspettiamo un caloroso saluto ed augurio per l’avvio dell’anno scolastico. Il controllo e le sanzioni. Sono sempre dichiarati rigorosi e irreprensibili, ma evaporano via via tra l’impossibilità giuridica (le norme non sono affatto chiare, soprattutto quando si devono puntualmente contestare e poi c’è sempre la privacy ad interporsi) e quella effettiva (per il rapporto inconciliabile tra la quantità necessaria di controllori con i controllati), quando non si insinui il sospetto che la volontà stessa di controllare resta sì declamata, ma esercitata solo quando non se ne può proprio fare a meno. Aprite le finestre. I documenti riportano con enfasi, quale provvedimento significativo, il valore igienico- sanitario dell’apertura delle finestre: saggio consiglio (proviene però dalle nonne, non dal CTS che lo ha solo approvato). Poi c’è qualche scuola (quali? quante?) che ha provveduto con propri apparati filtranti: più efficiente, forse, ma meno romantico. Insomma: questo anno scolastico si avvierà, in presenza, per tutti: si avvia, si avvia, lo giuro! dovrebbe! ____________________
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