Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani

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Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Le porte urbane, paradigma
della tutela dei monumenti patri
       a Milano negli anni
          risorgimentali

       Maurizio Boriani
            14 aprile 2001
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Pianta schematica della città di
       Milano – sec. XVI

Al centro sono visibili le principali porte della cinta di Azzone (1171)
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Porte delle mura medievali di Milano
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Pianta di Milano attribuita a
G.B.Clarici – II metà del XVI sec.
  P.ta Nuova e P.ta Ticinese
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Pianta di Milano di Daniele
    Stoopendal - 1704
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Pianta di Milano di Daniele
Stoopendal – 1704 – dettaglio NE
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Pianta di Milano di Daniele
Stoopendal – 1704 – dettaglio Sud
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Porta Orientale: XVIII e inizi del XIX
               secolo
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Demolizione degli Archi di Porta
     Orientale – G.Migliara 1818

“Què due goffi e pesanti archi che ingombravano il bel corso di porta Orientale,
e ponevano in frequente pericolo i modesti passeggiatori per l’angustia del sito, sono
atterrati. Grazie sien rese al municipale magistrato che provvidamente ordinò quella
demolizione, e sia questo un felice presagio di nuovi abbellimenti a questa città che
ogni giorno più cresce in eleganza di fabbriche e di pubblici comodi” (1818).
Le porte urbane, paradigma della tutela dei monumenti patri a Milano negli anni risorgimentali - Maurizio Boriani
Porta Lodovica (da G.Giulini 1775)

Resti dell’arco di Porta Lodovica
(Musei Civici)

 “... l’Arco di Azzone, venne già distrutto a Porta Lodovica, e quindi da un Augusto
 amatore delle arti venne trasferito ad abbellire il Parco di Monza. Possibile che un
 edificio che meritò d’essere carreggiato a parecchie miglia di distanza per adornare
  un giardino, fosse una deformità così insopportabile in un quartiere poco frequentato
 della città nostra?” (Carlo Cattaneo 1839)
Archi di Porta Nuova 1775 e 1840

Molti avvisarono … che il loro abbattimento fosse reclamato da riguardi di comodità e
di pubblico ornato (ACM, 1860)
Archi di Porta Nuova - 1859

“... fu sulle soglie di questa porta che un Ambrogio da Trivulzio si parò dinnanzi al
potente vincitore Francesco Sforza, e non voleva cedergli il passo a entrare in città se
prima non fermava un accordo col popolo milanese….
Archi di Porta Nuova - 1827

… Ben pochi ormai ci restano di tali patrii monumenti; e perché dunque non vi porremmo
tanto maggiore amore e più cura di conservarli? Essi insegnano l'istoria con più efficace
linguaggio che non i libri …… Misera quella città che non serba nulla del suo passato, e
con tutta una monotona novità par quasi dire ai suoi abitanti essere anch' eglino una
gente nuova, senza eredità di patrii fasti e di gloriose memorie” (1845 Felice Bellotti)
Archi di Porta Nuova: caricatura
 contro il partito dei demolitori
Archi di Porta Nuova – vignette pro
      e contro la demolizione
Archi di Porta Nuova: progetti di
  Giacomo Della Tela (1845)
      e Carlo Caimi (1853)
Archi di Porta Nuova: progetto ing.
        Carlo Caimi (1853)
Archi di Porta Nuova: progetti Della
Tela (1845), Besia (1853) e Nazari
               (1860)
Archi di Porta Nuova: il restauro
dell’ing. Agostino Nazari (1863-4)
Porta Nuova: entrata ufficiale delle
 Loro Maestà a Milano 30 luglio
              1878
Porta Ticinese – Pompeo Calvi
     metà del XIX secolo

              “... Via queste ruine, inciampo
              Alla furia dè cocchi, e alla distesa
              Del guardo! Via questi archi, a cui dintorno
              Crescon cardi ed ortiche e son macerie
              Senza soffio di vita! Demolite,
              O messeri! ...”
Porta Ticinese nel 1775 e dopo i
       restauri di Camillo Boito del1863

“… l'apparenza severamente grandiosa dell'edificio e l'importanza sua varranno ad
appagare quella popolazione, la quale, mentre ora grida contro ad una rovina di cui non
capisce l'antico uso e la forma, comprenderà ed ammirerà invece il monumento
restituito al suo stato primiero ... ché il popolo intende ed ama naturalmente le antiche
memorie purché le sieno evidenti...”. (Camillo Boito 1861).
Porta Ticinese il restauro di Boito e
       una caricatura coeva
La Pusterla dei Fabbri nel 1775 e a
             fine ‘800
La Pusterla dei Fabbri e il tracciato
        della nuova via 1

                “quell’Arco ha un pregio finché rimane dov’è;
                trasportandolo altrove, perderebbe ogni valore”;
                [inoltre, pur non avendo forse la pusterIa un
                grande valore artistico, essa ne ha certamente
                uno storico, peraltro riconosciutole dagli stessi
                fautori della demolizione:] “se non lo avesse
                non vi sarebbe ragione di ricostruirla in Castello”
                (Gaetano Negri).
La Pusterla dei Fabbri e il tracciato
        della nuova via 2

                “non bisogna confondere eccessivamente
                 il valore storico col valore artistico, e come
                 molti ruderi abbiano una importanza ed un
                 interesse per il fatto di trovarsi nella loro
                disposizione originaria, mentre la semplice
                loro ricomposizione in altra località,menoma
                ed anche toglie loro ogni interesse: le colonne
                 di San Lorenzo, ad esempio hanno un valore
                ed un significato grandissimo finché si trovano
                dove sono ... il giorno in cui quelle colonne
                fossero scomposte, non rappresenterebbero
                altro che un cumulo di frammenti, senza
                alcuno significato o valore intrinseco"
                (Luca Beltrami)
La Pusterla dei Fabbri in demolizione e
      ricollocata nel Museo del Castello

“… demolizione della Pusterla ... conservandone la memoria storica nei modi e coi
mezzi consigliati dalla Commissione Provinciale per la Conservazione dei Monumenti
compreso il trasporto nel museo archeologico dei ruderi da conservare”
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