LE CELLULE STAMINALI: dalla ricerca di base alle applicazioni
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Perché ci troviamo oggi a parlare delle cellule staminali? • Driesch (fine ‘800) dimostra la totipotenza dei blastomeri dell’embrione precoce di riccio di mare 2 o 4 piccole larve Isolamento di blastomeri (stadio di 2 o 4 cellule)
Caratteristiche generali • Hanno Tutte queste grandecaratteristiche potenziale proliferativo e la possibilità di manipolarle • Sono capaci fisicamente e geneticamente rendono le di autorinnovamento cellule staminali • Possiedono ampie oggetto di estremo potenzialità interesse in differenziative: diversi campi di ricerca e di terapia clinica, grazie – Totipotenza alle attuali sofisticate tecnologie. – Pluripotenza Nel contempo, la trasposizione delle ricerche dagli – Multipotenza “animali” all’uomo, introduce implicazioni etiche che • Sono presenti pongono in tuttistessa la ricerca gli stadi di sviluppo: al centro dell’interesse di – Embrionale altre discipline(ESC) (anche non scientifiche). – Fetale (FSC) – Adulto (ASC) • Provvedono: – allo sviluppo embrionale e fetale – alla rigenerazione ed all’omeostasi di organi adulti
Stadi di sviluppo e potenziale differenziativo • L’uovo fecondato e gli stadi embrionali a 2 e 4 cellule sono totipotenti e possono dare origine ad ogni tipo di cellula. • Le cellule della massa cellulare interna della blastocisti sono pluripotenti perché possono dare origine a tutti i tipi cellulari dell’embrione, ma non ai tessuti extraembrionali
Cellule staminali embrionali (ESC) • Edwards (1967): da blastocisti di coniglio vengono ottenute cellule che, coltivate in vitro, formano aggregati (embryoid bodies) o monostrati che possono essere propagati per diverse generazioni e congelati.
Evans e Kaufman (1981): coltivano blastocisti di topo, ottenendo ESC pluripotenti. • Una cellula è pluripotente se: – È capace di formare “embryoid bodies” – È capace di formare teratocarcinomi se iniettata in un organismo ospite – È capace di formare chimere se iniettata in una blastocisti ospite
Science, Vol 282, Issue 5391, 1145-1147 , 6 November 1998 Embryonic Stem Cell Lines Derived from Human Blastocysts James A. Thomson, * Joseph Itskovitz-Eldor, Sander S. Shapiro, Michelle A. Waknitz, Jennifer J. Swiergiel, Vivienne S. Marshall, Jeffrey M. Jones “…These cell lines should be useful in human developmental biology, drug discovery, and transplantation medicine.”
Cellule staminali pluripotenti umane (ESC, EGC,ECC) EGC ECC ESC
Caratteristiche delle ESC • Le caratteristiche principali delle cellule staminali embrionali sono dunque la pluripotenza e la capacità di auto rinnovarsi • Tra i meccanismi molecolari dell’autorinnovamento e del mantenimento della pluripotenza sembrano svolgere un ruolo chiave le modificazioni alla struttura della cromatina.
Struttura della cromatina nelle ESC L’organizzazione strutturale della cromatina influisce sulla funzionalità del genoma modulando l’affinità dei regolatori trascrizionali con i loro bersagli. • Nelle ESC la cromatina è prevalentemente decondensata (eucromatina) e ricca di modificazioni istoniche attive • Con il differenziamento si accumulano regioni di eterocromatina, contenenti modificazioni istoniche repressive
Le proprietà delle cellule staminali di pluripotenza self-renewal sono legate anche alla capacità di effettuare divisioni cellulari simmetriche e asimmetriche
Applicazioni delle ESC alla ricerca biologica: studi in vivo • Produzione di animali chimerici Iniezione di DNA in un pronucleo femminile • Produzione di animali Studi in vivo che permettono di transgenici investigare: – La funzione di geni normali nello sviluppo (ad es., sovraespressione di geni) – La funzione di geni alterati nella patogenesi di malattie (ad es., espressione di geni umani mutati)
Applicazioni delle ESC alla ricerca biologica: studi in vitro Allestire linee di ESC, controllandone il differenziamento • Studiare i meccanismi alla base delle proprietà di self-renewal e di pluripotenza: – Isolare le ESC e farle proliferare – Variare il mezzo di coltura, eliminando od aggiungendo fattori che si suppongono implicati nel differenziamento e studiandone l’effetto – Alterare geneticamente le cellule, studiandone l’effetto • Studiare i meccanismi di malattie genetiche: – Isolare le ESC e farle proliferare – Transfettare le cellule staminali con un gene mutato – Studiare il comportamento delle cellule “dissezionando” i meccanismi patogenetici – Studiare la risposta a specifici trattamenti (farmaci, RNAi,etc.)
Applicazioni terapeutiche delle ESC
Applicazioni terapeutiche delle ESC
Applicazioni terapeutiche delle ESC Trapianto cellulare L’approccio terapeutico con ESC è promettente per il trattamento di patologie caratterizzate da un’estesa morte cellulare, soprattutto a carico di tessuti “perenni” o resi incapaci di rigenerare: – Malattie neurodegenerative (AD, PD, HD etc.) – Distrofie muscolari – Malattie cardiache (infarto, ischemia, malattie coronariche croniche, etc.) – Leucemie – AIDS – Malattie genetiche Ma quale fonte utilizzare per produrre hESC?
Derivazione di linee di hESC POSSIBILI FONTI DI hESC PROBLEMATICHE ETICHE E • Utilizzo di embrioni SOCIALI “soprannumerari” derivanti • Consenso informato per chi dona gli da IVF oociti • Produzione di embrioni • La blastocisti è già un essere umano tramite trasferimento o solo un insieme di cellule? nucleare da cellule • La clonazione “terapeutica” è somatiche di paziente in veramente diversa da quella oociti di donatrici “riproduttiva”? (“clonazione terapeutica”) • Le cellule staminali “clonate” possono costituire una terapia realistica? Solo per pazienti ricchi? • Cellule staminali geneticamente modificate • L’utilizzo terapeutico può incidere sul giudizio etico? (ovvero: “Sopprimere una vita per salvarne un’altra?”)
Fonti “alternative” di staminali pluripotenti
Potenziali fonti di hESC Biopsia di singoli blastomeri
Potenziali fonti di hESC coltura di morule “morte”
Potenziali fonti di hESC Partenoti
La “riprogrammazione cellulare” Se le cellule differenziate originano da cellule staminali, è possibile ottenere cellule staminali da cellule differenziate? Il differenziamento è una “trasformazione reversibile”?
La “riprogrammazione cellulare” L’idea è: Prendere una cellula matura da un organo qualsiasi per trasformarla in cellula pluripotente
Riprogrammazione cellulare mediante trasferimento nucleare “…Mi sembrava chiaro che l'esperimento più importante, trapiantare nuclei da cellule differenziate, dovesse ancora essere fatto” (Gurdon, 1962)
La clonazione dei mammiferi: Dolly Wilmut et al, 1997
Geni della pluripotenza • Perché le cellule differenziate perdono la pluripotenza? • Pur contenendo lo stesso genoma delle cellule capostipiti, non lo “esprimono” nella stessa maniera – Un gene si “esprime” producendo mRNA e proteina • Nelle cellule differenziate alcuni geni sono “silenziati” o “spenti”
Riprogrammazione cellulare mediante trasferimento di geni Cellule staminali embrionali Yamanaka e Blau, 2010 Cellule • 4 geni importanti per la pluripotenza: staminali Oct4, Sox2, Nanog, Istone B4. pluripotenti • Trasferimento dei geni mediante virus indotte (iPS) in cellule differenziate • Ottenimento di cellule staminali pluripotenti indotte (cellule iPS) Fibroblasti Yamanaka, 2006
Le cellule ottenute da Yamanaka erano davvero pluripotenti? Neuroni Cellule del fegato Cellule muscolari Takahashi et al, 2007
Possibili applicazioni delle cellule iPS L’approccio terapeutico con ESC è promettente per il trattamento di patologie caratterizzate da un’estesa morte cellulare, soprattutto a carico di tessuti con scarsa capacità di rigenerazione: – Malattie neurodegenerative – Distrofie muscolari – Malattie cardiache – Leucemie – AIDS – Malattie genetiche
Cellule staminali mesenchimali per la cura della SLA
Ma allora Vannoni aveva ragione??? • Nel brevetto di Vannoni si parla di cellule mesenchimali che si trasformano in neuroni funzionanti in sole due ore, un tempo di differenziamento cellulare impossibile dal punto di vista biologico e mai documentato in letteratura. La stessa ricerca del gruppo della Schegelskaya, che aveva ispirato Vannoni nel 2007, parla di un differenziamento ottenuto incubando le cellule di partenza per diversi giorni e con una concentrazione di acido retinoico pari a un decimo di quella indicata nel brevetto. La conclusione dell’ufficio brevetti è che, nelle condizioni sperimentali descritte, la comparsa di cellule simil-nervose sarebbe probabilmente l’effetto di cambiamenti citotossici all’interno della coltura. • Nel 2013 la rivista Nature scopre che la richiesta di brevetto di Vannoni non contiene solo errori e omissioni. Una fotografia chiave, che dovrebbe documentare la presenza in coltura delle cellule nervose in seguito al differenziamento, non è originale. È la stessa pubblicata in una ricerca del 2003, proprio la ricerca del gruppo della Schegelskaya. Ecco le parole della ricercatrice russa: “Nel suo brevetto sono state utilizzate due figure pubblicate nei miei articoli (anni 2003-2006) con altri coautori prima di aver conosciuto Vannoni. Queste figure non possono essere usate in nessun brevetto senza il permesso mio e dei coautori.” Quell’immagine, dunque, non solo non può testimoniare l’efficacia del protocollo presentato da Vannoni e dalla sua biologa, poiché raffigura qualcosa che è avvenuto in condizioni sperimentali completamente diverse, ma costituisce anche una frode scientifica. • Il risalto è tale che lo studioso e medico giapponese Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012 e presidente della Società Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali, pubblica un comunicato in cui esprime preoccupazione per l'autorizzazione da parte delle autorità italiane di un metodo del quale non si conosce la sicurezza e privo di qualunque evidenza di efficacia.
…e se si utilizzassero cellule staminali “adulte” per la riprogrammazione? Alcune cellule staminali dei tessuti adulti sono particolarmente “plastiche” o “versatili”
Puoi anche leggere