LE AREE INTERNE E LA MOBILITÀ - Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI NELLE AREE-PROGETTO - Territori in rete
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Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti LE AREE INTERNE E LA MOBILITÀ LINEE GUIDA PER GLI INTERVENTI NELLE AREE-PROGETTO Febbraio 2016
INDICE Introduzione ............................................................................................................................... 3 1. La lettura dei fabbisogni ........................................................................................................ 4 2. Le azioni possibili nell’ambito della “Pianificazione e Programmazione dei sistemi di trasporto” ............................................................................................................... 6 3. Le azioni possibili nell’ambito del “Potenziamento e riqualificazione della dotazione trasportistica” ...................................................................................................... 11 4. Le azioni possibili nell’ambito dello “Sviluppo dei servizi di trasporto” ........................... 18 Pagina 2 di 24
Introduzione1 Il Documento di base “Strategia nazionale Aree interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance” (dicembre 2013) nel capitolo dedicato alla mobilità nelle e dalle Aree interne (AI) indica con chiarezza il ruolo da assegnare al settore nella strategia stessa: “Affinché la perifericità non si tramuti in marginalità è necessario accrescere l’accessibilità delle Aree interne ai servizi di base che qualificano la nozione stessa di cittadinanza, istruzione e salute in primis. Questo risultato può essere raggiunto attraverso due modalità di azione, fra loro mutualmente non esclusive: a) rafforzare e ripensare l’offerta di servizi di tali aree; b) migliorare la mobilità dalle e nelle aree, riducendo i tempi effettivi di spostamento per accedere ai servizi disponibili presso i poli”. È evidente quindi che il sistema di mobilità nell’Area interna svolge innanzitutto una funzione “a servizio” dei consumi pubblici di base o consumi di cittadinanza (scuola, sanità e lavoro). Più in generale tuttavia un’efficace organizzazione del trasporto nell’Area interna può rispondere ad obiettivi ulteriori, ma ugualmente coerenti con la strategia locale. Si pensa in particolare al rafforzamento delle reti di mobilità e di accessibilità per assicurare il pieno dispiegarsi dei progetti di sviluppo territoriale; tipicamente il turismo (come il potenziale turista raggiunge l’area e come al suo interno si muove per la fruizione dei luoghi è un problema molto serio per molti dei territori coinvolti dalla SNAI), ma il tema riguarda anche nuovi poli di attività manifatturiere, artigianali e su filiere terziarie, che domandano accessibilità e quindi un’adeguata offerta di trasporto. La “questione” della mobilità è quindi cruciale sia per definire i livelli di accesso ai servizi di cittadinanza indicati come pilastri della strategia di rilancio delle Aree interne, sia per la concreta realizzabilità di gran parte dei progetti di sviluppo locale. Nel corso delle missioni effettuate dal Comitato Nazionale Aree interne, che hanno interessato oltre 60 aree, sono emerse diverse criticità legate ai sistemi locali di trasporto e mobilità. Le presenti Linee guida sono state costruite a partire dai fabbisogni espressi nel settore della mobilità dalle Aree interne (Cap. 1) e descrivono in modo puntuale gli interventi di settore inseribili nelle future Strategie d’area (Cap. 2, 3 e 4), con l’indicazione (dove possibile) delle competenze di gestione e delle ipotetiche fonti pubbliche di finanziamento (Fondi statali, Fondi ordinari degli Enti locali, Fondi europei su programmi nazionali e regionali, ecc.). Va subito precisato in proposito che nei trasporti l’assegnazione delle competenze è molto più “dispersa” e decentrata rispetto ad altri settori ed è necessario verificare per ciascun ambito (es. servizi di trasporto pubblico, manutenzione strade, acquisto autobus, sostenibilità ambientale, ecc.) i livelli amministrativi di responsabilità (indirizzo e gestione) – con i quali evidentemente i territori devono attivare l’interlocuzione –, nonché i canali di finanziamento degli interventi. 1 Il presente documento è stato sviluppato con il contributo scientifico di ISFORT all'interno del progetto dedicato alla valutazione ex ante per l'inquadramento e l'esame delle proposte sulla la mobilità nelle aree interne. Il progetto di valutazione ex ante per le aree interne è attuato da ISFORT all'interno del 'Piano di valutazioni' promosso e coordinato dal NUVAP (ex UVAL) e realizzato con il supporto e il coordinamento amministrativo di Studiare Sviluppo srl nell'ambito del progetto “Supporto alla valutazione del Quadro Strategico Nazionale 2007/2013” - PON “Governance e Assistenza Tecnica” FESR 2007/2013 - CUP: G51H13000260007.. Pagina 3 di 24
1. La lettura dei fabbisogni Sulla scorta delle indicazioni emerse dalle missioni di campo si può abbozzare una elencazione di massima dei fabbisogni, classificabili in “macro-fabbisogni” e “fabbisogni specifici” (vedi Schema 1), nonché delle possibili azioni di risposta (vedi Cap. 2, 3 e 4). I macro-fabbisogni individuati sono stati suddivisi, per funzionalità logica e per comodità espositiva, in tre filoni portanti. Questi tre filoni non devono essere interpretati quali “compartimenti stagni” per i vari interventi che ne conseguono in coerenza, perché sarà compito delle singole strategie d’area prevedere azioni uniche facenti parte di una singola “linea” (ad es. la sola sostituzione del parco autobus per il trasporto scolastico), oppure una pluralità di interventi per rispondere a più fabbisogni (ad es., programmazione di un nuovo sistema di offerta di servizi di Trasporto Pubblico Locale – da qui in poi anche TPL – che comporti la realizzazione di un hub di interscambio, la razionalizzazione dei servizi esistenti e l’attivazione di servizi aggiuntivi). Schema 1 - La classificazione dei fabbisogni nel sistema della mobilità espressi dalle Aree interne Macro-fabbisogni Fabbisogni specifici Promuovere l’accessibilità dei luoghi, garantendo il diritto di mobilità delle persone e delle opportunità di scambio dei beni sul territorio, attraverso una visione integrata del sistema trasporto-territorio mediante l’adozione di strumenti Pianificazione e di pianificazione e programmazione dei trasporti di tipo “strategico” (scenario a Programmazione dei 10 anni) sistemi di trasporto Promuovere l’accessibilità ed il diritto di mobilità sul territorio dell’Area interna con strumenti di pianificazione e programmazione dei trasporti di tipo “tattico” (scenario a 3 anni) Incrementare l’accessibilità interna e esterna all’area attraverso l’adeguamento delle infrastrutture di trasporto Potenziamento e Promuovere l’accessibilità e l’attrattività del TPL con l’adeguamento dei nodi di riqualificazione della accesso, l’infomobilità ed il rinnovo della flotta dotazione Promuovere l’accessibilità degli attrattori turistici del territorio privilegiando le trasportistica opportunità di una “fruizione sostenibile” delle risorse ambientali e culturali Sostenere il diritto di mobilità delle persone a capacità motoria ridotta a causa di condizioni fisiche e/o socio-economiche svantaggiate Facilitare l’accessibilità ai poli funzionali (scuola, lavoro) della mobilità “sistematica” dei residenti Facilitare l’accessibilità ai poli funzionali (sanitari, culturali, sportivi, turistici ecc.) della mobilità “non sistematica” di residenti e non residenti (turisti, visitatori in genere) Sviluppo dei servizi Agevolare e sostenere il diritto di mobilità degli utenti a capacità motoria ridotta di trasporto Promuovere la coesione territoriale dell’Area interna e l’accessibilità da e verso i poli esterni attraverso lo sviluppo di servizi di trasporti, anche a favore dei turisti Favorire le opportunità di fruizione sostenibile delle Aree interne per i residenti e i turisti incentivando servizi di modalità “lenta o dolce” sulle reti pedonali e le greenways Pagina 4 di 24
La prima linea dei macro-fabbisogni espressi dal territorio, seppure in modo spesse volte implicito, è lo sviluppo integrato dei sistemi di trasporto a servizio del bacino dell’area. Si tratta di un fabbisogno che necessita di entrare nel merito del processo della “Pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto” per le Aree interne, ma la cui competenza è spesso della Regione o in alcuni casi delle Province. Sul punto, e con specifico riferimento al settore del TPL, occorre evidenziare che in applicazione dell’articolo 16 bis del D.L. 95/2012 dal dicembre 2013 le Regioni sono tenute riprogrammare i servizi di trasporto secondo criteri di efficientamento e razionalizzazione volti a ridurre quantitativamente e qualitativamente i servizi sovradimensionati in relazione alla domanda reale esistente. I risultati di tale riprogrammazione sono verificati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attraverso alcuni indicatori specifici quali il load factor (capacità di occupazione dei posti*km prodotti) e il rapporto ricavi da traffico/ricavi da traffico + corrispettivi dei contratti di servizio. Il mancato raggiungimento di obiettivi di efficientamento, predefiniti in modo uniforme per tutte le Regioni, implica una “riduzione”, nel limite massimo del 10%, delle risorse annuali attribuite alla singola Regione, a valere sul fondo nazionale per la contribuzione dello Stato agli oneri del TPL anche ferroviario sostenuti dalle Regioni a Statuto Ordinario. In generale, il processo descritto può senz’altro contribuire nel medio periodo a sostenere le traiettorie di cambiamento individuate dalle singole Strategie di area. Infatti, la corretta riprogrammazione dei servizi “storici” consente di liberare risorse finanziarie che possono essere destinate ad ampliare la rete di servizi esistenti (servendo aree attualmente non coperte), anche mediante la scelta delle modalità di trasporto tecnicamente più idonee (servizi a chiamata, autobus più piccoli ecc.). I processi di pianificazione e di programmazione dei servizi di trasporto nelle singole Aree interne consentono quindi di adeguare la quantità e la qualità dei servizi ai bisogni espressi dalla domanda, così come essa si configura nella prospettiva di cambiamento che la Strategia d’area disegna per il medio periodo. In tal modo si produce, tra l’altro, una “buona” spesa che consente di liberare parte delle risorse attualmente disponibili e destinarle agli obiettivi della Strategia stessa. Quanto al diritto alla mobilità, esso va garantito definendo inizialmente il perimetro minimo dei servizi essenziali, perimetro che dovrebbe gradualmente estendersi in relazione al progressivo sviluppo socio- economico del Paese. Si tratta di riprendere i c.d. “servizi minimi” o “livello adeguato di servizi uniforme sull’intero territorio nazionale”, già trattati con il D.Lgs n. 422/97 e con la Legge n. 42/2009. La seconda linea riguarda i fabbisogni di “Potenziamento e riqualificazione della dotazione materiale e immateriale trasportistica” nella quale trova spazio una molteplicità di azioni finalizzate ad accrescere sia l’accessibilità e la qualità dei sistemi locali di trasporto, come gli interventi di adeguamento strutturale (manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture, attrezzaggio di parcheggi e nodi di scambio, implementazione di piattaforme per l’infomobilità), sia la sostenibilità ambientale del territorio attraverso ad esempio l’acquisto di mezzi di trasporto pubblico più piccoli a minor impatto ambientale, o attraverso l’infrastrutturazione di greenway per la fruizione “dolce” del territorio. La terza e ultima linea qui individuata mira al miglioramento e alla sostenibilità della mobilità interna all’area (coesione interna), e della mobilità da verso e l’esterno (accessibilità esterna), potenziando i collegamenti e sostenendo le opportunità dei soggetti che esprimono una domanda di mobilità differenziata per frequenza, attraverso interventi rivolti in modo specifico allo “Sviluppo dei servizi di trasporto” convenzionali, ma anche innovativi. Il campo dei fabbisogni specifici riscontrati durate i vari Focus group è ampio poiché varia dalla Pagina 5 di 24
necessità di facilitare la mobilità degli utenti a ridotta mobilità al miglioramento dei collegamenti con le reti esterne (accessibilità da e verso l’esterno) anche a servizio del movimento turistico, dalla promozione dell’uso condiviso dei mezzi (politiche di sharing) alla promozione della mobilità “dolce” e così via. Lo schema relativo alle macro-linee qui proposto non è chiaramente da considerarsi chiuso ma può essere ulteriormente ampliato – lo stesso vale per la definizione degli interventi da realizzare - nella fase di costruzione delle strategie d’area e quindi nel momento in cui si avrà la piena consapevolezza degli obiettivi da raggiungere in relazione, soprattutto, ai fabbisogni scolastici e sanitari. La copertura dei fabbisogni espressi va sviluppata gradualmente, secondo priorità ed in relazione alla reale disponibilità delle risorse necessarie a garantire la copertura del relativo “fabbisogno finanziario”. Su punto occorre attribuire particolare rilevanza alla definizione di appositi “piani finanziari” che garantiscano la realizzazione degli investimenti programmati ma anche, e soprattutto, la copertura della spesa corrente da essi generata. 2. Le azioni possibili nell’ambito della “Pianificazione e Programmazione dei sistemi di trasporto” L’adozione di strumenti metodologici quantitativi, in cui siano chiaramente esplicitati obiettivi e vincoli condivisi, può garantire attraverso un’analisi integrata del sistema trasporti- territorio la selezione di interventi grazie alla valutazione degli impatti attesi sull’intero sistema dei trasporti per la verifica della relativa sostenibilità sociale-economica-ambientale degli interventi dei trasporti. Tale condizione è necessaria anche per accompagnare la concertazione istituzionale sulla fattibilità degli interventi da realizzare nel sistema territorio- trasporto per scenari di progettazione di lungo periodo 10 anni (pianificazione c.d. “strategica”) ma anche di breve periodo 3 anni (pianificazione c.d. “tattica”). La Pianificazione e Programmazione nel Trasporto Pubblico Locale per le Aree interne Le Aree interne sono servite, spesso “mal” servite, da una rete di offerta di trasporto pubblico – in prevalenza su gomma, a volta anche su ferro – quasi sempre disegnata sulla base di una rete “storica” che nel tempo ha accolto modifiche modeste, senza tuttavia una seria pianificazione in grado di riorganizzare il sistema dei trasporti alla luce dei nuovi bisogni che emergono, superando sovrapposizioni di offerta, integrando meglio in logica gerarchica le modalità esistenti (servizi automobilistici e servizi ferroviari un sistema di linee di connessione tra i diversi poli interni ed esterni), e così via. L’offerta “storica” su gomma, in molti casi è poco coordinata, anche tra i diversi gestori su gomma, e non è quasi mai orientata ad integrare le altre componenti del sistema (servizi ferroviari, servizi aeroportuali, nodi di interscambio, ecc.). Gli orientamenti normativi nazionali degli ultimi anni, inoltre, hanno spinto le Regioni verso una razionalizzazione dei servizi che nelle aree in cui non vengono raggiunti livelli minimi di tariffazione ha comportato drastiche riduzioni delle linee e delle corse, tanto che oggi in alcuni territori delle Aree interne viene garantito a malapena il servizio scolastico. Nella maggior parte dei casi i tagli sono stati effettuati senza un’adeguata programmazione, in presenza della quale anche le Aree interne potrebbero essere “meglio” servite grazie alle risorse liberate con il processo di razionalizzazione dei servizi (ovviamente l’offerta di servizio dovrà essere adeguata alla tipologia domanda: ad esempio servizio a chiamata anziché servizio ferroviario). Pagina 6 di 24
Ripartendo dalle due tipologie di fabbisogno rispetto alla scala temporale di programmazione con cui dare risposta (scenario di medio-lungo periodo o di breve periodo), le azioni possibili (distinte per fabbisogni specifici) sono le seguenti. a) Fabbisogno specifico: Promuovere l’accessibilità dei luoghi, garantendo il diritto di mobilità delle persone e delle opportunità di scambio dei beni sul territorio, attraverso una visione integrata del sistema trasporto-territorio mediante l’adozione di strumenti di pianificazione e programmazione dei trasporti di tipo “strategico” (scenario a 10 anni). Azioni possibili: - Definizione di un Piano dei Trasporti dell’Area interna. Strumento per la riorganizzazione del sistema di trasporto a supporto del diritto di mobilità di cittadini e turisti nella sua accezione più vasta, supportata da un’analisi spaziale e quantitativa dei bisogni di mobilità espressi dai poli generatori di domanda locale rispetto ai poli attrattori (interni all’area e in alcuni casi esterni) chiamati a soddisfare i bisogni di servizi essenziali quali sanità, scuola, ma anche lavoro. Possibili canali di finanziamento: Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie; Legge di stabilità “Aree interne”. - Analisi delle reti della “Mobilità Lenta” per la fruizione del paesaggio, dei beni culturali e delle risorse ambientali dell’Area interna. Si tratta di effettuare un’analisi e identificare le azioni necessarie per strutturare una rete articolata e gerarchizzata delle greenways, integrando la rete sentieristica, i rami ferroviari dismessi, le ippovie, le reti fluviali, ecc. con l’obiettivo generale di proporre una fruizione lenta delle risorse territoriali al fine di contribuire ad un uso ricreativo che contribuisca a proteggere, conservare e migliorare i patrimoni naturali, ambientali, storici e archeologici, gli insediamenti, e le aree rurali a sostegno dello sviluppo sostenibile di qualità dei territori delle Aree interne. Possibili canali di finanziamento: Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie; Legge di stabilità “Aree interne”. b) Fabbisogno specifico: Promuovere l’accessibilità ed il diritto di mobilità sul territorio dell’Area interna con strumenti di pianificazione e programmazione dei trasporti di tipo “tattico” (scenario a 3 anni). Azioni possibili: - Istituzione di un Mobility Manager di area in coordinamento con quelli aziendali e scolastici. In particolare si fa riferimento ad una figura in grado di migliorare la mobilità sul territorio di propria competenza attraverso la collaborazione e il coordinamento delle istituzioni locali (comunali, scolastiche, sanitarie), le imprese di trasporto locale e le associazioni di imprese/categoria presenti sul territorio. La figura del responsabile della mobilità d’area è stata introdotta dal Decreto sulla mobilità sostenibile nelle aree urbane emanato dal Ministero dell’Ambiente il 27/03/1998 (G.U. n. 179 del 3/8/1998). Possibili canali di finanziamento: Legge di stabilità “Aree interne”. - Armonizzazione dei servizi del TPL con gli orari scolastici/lavoro. Questa tipologia di intervento rappresenta una delle funzioni tipiche della figura del Mobility Manager d’area indicato nel punto precedente, ciò tuttavia non esclude l’ipotesi di realizzare un Piano senza la sua istituzione. Questo intervento, nello specifico, si può sostanziare nella realizzazione di un Piano degli spostamenti casa-lavoro e casa-studio il cui scopo è quello di razionalizzare e ottimizzare gli spostamenti sistematici dei lavoratori/studenti, soprattutto attraverso la promozione del trasporto collettivo, Pagina 7 di 24
nonché introducendo forme innovative di trasporto meno inquinanti in grado di ridurre l’uso individuale dell’auto privata e, nel caso delle scuole, consentire agli studenti una maggiore partecipazione alle attività didattiche e non solo (doposcuola, laboratori scientifici, ecc.). Possibili canali di finanziamento: Legge di stabilità “Aree interne”. - Coordinamento e condivisone dell’offerta di TPL con i Comuni limitrofi (ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei). Come già indicato, non di rado lo sviluppo dei servizi di TPL nel corso degli anni si è basato sulle singole necessità dei vari Comuni senza alcuna visione territoriale integrata; questo intervento è quindi finalizzatosi a valutare un possibile percorso di riorganizzazione dell’offerta di TPL nell’Area interna che tenga conto di bacini ottimale più ampi per l’offerta dei servizi. Possibili canali di finanziamento: Legge di stabilità “Aree interne”. - Miglioramento dei servizi di collegamento con gli entry point nazionali ferroviari, portuali e aeroportuali. L’eventuale presenza di servizi di collegamento delle Aree interne con il proprio polo o con il capoluogo provinciale più vicino non sempre si traduce nella possibilità di un utilizzo agevole dei principali entry point nazionali ferroviari, portuali e aeroportuali. Ciò può determinare la necessità di prevedere uno studio del sistema di offerta in grado, da un lato, di valutare le opportunità già esistenti (ad esempio piccole modifiche del tragitto di alcune linee di TPL per raggiungere un aeroporto), dall’altro lato, di individuare la necessità di attivare nuovi interventi per aprire il territorio dell’Area interna al sistema di trasporto nazionale (nuove linee di TPL, servizi di car sharing e così via). Possibili canali di finanziamento: Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie; Legge di stabilità “Aree interne”. Simulazione di un possibile intervento: armonizzazione e rafforzamento dei servizi del TPL in corrispondenza con gli orari scolastici Con questo esempio, e con i successivi, non si vuole definire nel dettaglio una vera e propria progettazione dell’intervento, bensì fornire un percorso generale, per quanto ritagliato su una singola azione, in grado di guidare gli stakeholder locali e i progettisti nella definizione della strategia d’area. Nell’ipotesi di un’Area interna che evidenzia una quota di utilizzo del trasporto pubblico per motivi di studio non particolarmente positiva o intenda avviare una strategia di potenziamento dell’offerta scolastica anche nelle fasce orarie pomeridiane attraverso una serie di attività extra-curricolari, può rispondere a questi fabbisogni attraverso la definizione di un Piano per la rimodulazione degli orari delle corse già in essere nell’Area (l’effettiva ridefinizione degli orari sarà tuttavia realizzata dai soggetti che hanno sottoscritto il contratto di servizio, ovvero l’Ente pubblico – Regione, Provincia o Agenzia – e il gestore dei servizi) in relazione agli orari scolastici, nonché per il potenziamento dei servizi di trasporto, ovvero prevedendo nuove corse destinate, in modo particolare ma non necessariamente in via esclusiva, al collegamento con gli istituti scolastici. Il Piano, tuttavia, dovrà essere la conseguenza di una approfondita analisi delle necessità espresse dagli studenti, nonché dal personale impiegato nelle scuole, da investigare attraverso indagini dirette utili a far emergere tutte le problematiche connesse al territorio e al posizionamento degli istituti scolastici rispetto ai contesti urbani di riferimento, nonché le dinamiche della mobilità verso gli istituti dell’AI. Pagina 8 di 24
Esempio di progettazione dell’intervento di armonizzazione dei servizi del TPL con gli orari scolastici: profili essenziali Miglioramento delle condizioni di fruibilità del trasporto pubblico per le attività Risultati generali scolastiche Crescita del numero di studenti che raggiungono la scuola con il TPL Risultati attesi Crescita del numero di studenti che frequentano attività extrascolastiche Definizione di un Piano degli spostamenti casa-studio rivolto, da un lato, alla armonizzazione degli orari dei servizi di TPL su gomma con quelli dei principali Azione istituti scolastici dell’Area Interna, dall’altro lato, all’individuazione di servizi aggiuntivi (vedi macro-fabbisogno “Sviluppo dei servizi di trasporto”) Aumento della percentuale di spostamenti effettuati con il TPL in 3 anni del 15% Target (ipotesi Aumento del numero di alunni delle scuole secondarie di II grado dell’Area esemplificativa) Interna del 5% Cod. 3.3 – Indicatore di quota modale dei diversi mezzi di trasporto Indicatore di risultato (auto/TPL/bici/piedi) Cod. 2.23 – Scuola secondaria di II grado. N. medio alunni per scuola (edificio) Localizzazione Area Interna Beneficiari Studenti, famiglie e scuole secondarie di II grado dell’Area Interna Fonte di finanziamento Legge di stabilità “Aree Interne” Pagina 9 di 24
Schema 1 - Quadro di insieme dei possibili interventi per rispondere ai fabbisogni di “Pianificazione e Programmazione dei sistemi di trasporto” Scala Fabbisogni specifici Possibili interventi Competenza amministrativa Fonti di finanziamento dell’intervento Promuovere l’accessibilità dei - Regione - Fondi regionali / luoghi, garantendo il diritto di - Regionale - Provincia ministeriali su politiche Definizione di un Piano dei Trasporti mobilità delle persone e delle - Area vasta - Unione dei Comuni “Aree interne” ordinarie dell’Area interna opportunità di scambio dei beni sul Area interna attualmente la normativa sul TPL - Legge di stabilità “Aree territorio, attraverso una visione consentirebbe solo in deroga- interne” integrata del sistema trasporto- - Fondi regionali / territorio mediante l’adozione di ministeriali su politiche strumenti di pianificazione e Analisi delle reti di mobilità lenta - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” ordinarie programmazione dei trasporti di tipo dell’Area interna - Legge di stabilità “Aree “strategico” (scenario a 10 anni) interne” Istituzione di un Mobility Manager di - Legge di stabilità “Aree area in coordinamento con quelli - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” interne” aziendali e scolastici - Regione - Provincia Armonizzazione dei servizi del TPL - Legge di stabilità “Aree - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” con gli orari scolastici/lavoro interne” attualmente la normativa lo Promuovere l’accessibilità ed il consentirebbe solo in deroga diritto di mobilità sul territorio - Regione dell’Area interna con strumenti di Coordinamento e condivisone - Provincia pianificazione e programmazione dei dell’offerta di TPL con i Comuni - Area vasta - Legge di stabilità “Aree - Unione dei Comuni “Aree interne” trasporti di tipo “tattico” (scenario a limitrofi (ambiti o bacini territoriali - Area interna attualmente la normativa lo interne” 3 anni) ottimali e omogenei) consentirebbe solo in deroga - Regione - Fondi regionali / Miglioramento dei servizi di - Regionale - Provincia ministeriali su collegamento con gli entry point - Area vasta - Unione dei Comuni “Aree interne” politiche ordinarie nazionali ferroviari, portuali e aeroportuali - Area interna attualmente la normativa lo - Legge di stabilità “Aree consentirebbe solo in deroga interne
3. Le azioni possibili nell’ambito del “Potenziamento e riqualificazione della dotazione trasportistica” Dalla pianificazione e programmazione dei sistemi di trasporto, ma anche dalla semplice consapevolezza dei progettisti e degli stakeholder locali, possono emergere all’interno dell’Area interna fabbisogni relativi al potenziamento e/o riqualificazione della propria dotazione trasportistica, a cui è possibile rispondere, in termini generali, attraverso investimenti in conto capitale (interventi infrastrutturali ad esempio), ma a cui è fondamentale associare una corretta valutazione della gestione ordinaria dell’opera una volta realizzata (considerando ad esempio l’infrastruttura stradale si vuole fare riferimento alla manutenzione del manto, alla cura della segnaletica orizzontale e così via). La delicatezza della “questione infrastrutturale” applicata alle strategie delle AI richiede tuttavia alcune imprescindibili precisazioni di cui tener conto nel lavoro con i territori. In particolare, va sottolineato che gli interventi sulle reti infrastrutturali (stradali e ferroviarie) richiedono impegni finanziari normalmente di dimensione molto importante, “fuori scala” rispetto alle risorse previste in Legge di Stabilità da assegnare a ciascuna area. Per questa ragione tra le fonti di finanziamento possono essere previste le risorse della Legge di Stabilità solo per interventi limitati e particolarmente significativi nella costruzione dell’intera Strategia di quell’area. Resta ovviamente la possibilità, da verificare di volta in volta, che fondi ordinari della Regione, fondi previsti nei POR ed eventuali altri fondi nazionali (es. Piano Nazionale della Sicurezza Stradale), siano attivati a sostegno di interventi per la manutenzione e la sicurezza stradale che in molte realtà delle Aree interne rappresentano emergenze assolute2; Inoltre va tenuto presente che al di là del problema del reperimento delle risorse necessarie, l’eventuale scelta di un intervento sulle infrastrutture deve essere fatta nel rispetto del principio di idoneità rispetto alla domanda esistente (o potenziale in un contesto di cambiamento nel medio periodo come quello disegnato dalle Strategie d’area). Tale individuazione potrebbe implicare, tecnicamente, in alcune realtà, lo smantellamento di alcune infrastrutture non più economiche, efficaci ed efficienti per soddisfare la domanda di mobilità, con il conseguente “liberarsi” di risorse, in conto capitale (ed a regime di parte corrente), da destinare al potenziamento ed al rinnovo di infrastrutture più idonee. Fatte queste precisazioni, le azioni possibili relative al potenziamento e alla riqualificazione della dotazione trasportistica - ricordando che le risorse previste in Legge di stabilità per queste tipologie di misure possono essere destinate ad interventi molto limitati e ritenuti assolutamente prioritari nella Strategia d’area -, sono le seguenti (anche qui articolate per fabbisogni specifici): a) Fabbisogno specifico: Incrementare l’accessibilità interna e esterna all’area attraverso l’adeguamento delle infrastrutture di trasporto. 2 In generale, si deve tener presente che data la problematicità della finanza pubblica, prevedibilmente nei prossimi anni le politiche di adeguamento infrastrutturale saranno basate essenzialmente sull’apporto di capitali privati, che possono provenire dalla finanza (banche, assicurazioni…), da fondi sovrani esteri o dal partenariato economico di territorio (aziende, enti locali). Questi ulteriori canali di finanziamento possono essere tenuti in considerazione prospettando un accordo più ampio tra soggetti diversi (locali e sovralocali, di gestione e finanziari) che partecipano alla gestione o al finanziamento dell’opera.
Azioni possibili: - Interventi di manutenzione stradale, prevalentemente straordinaria. Il primo fondamentale aspetto da considerare nel caso di interventi sulla rete stradale è la definizione del soggetto competente del tratto di strada su cui verrà realizzato l’intervento SNAI. Ciò detto, gli interventi di manutenzione straordinaria possono essere molto vari (alcuni sono specificati nei punti che seguono) e di conseguenza di entità e complessità molto differenti. A titolo esemplificativo si fa riferimento ad opere di: rifacimento stradale (massicciata e finitura), ricostruzione di porzioni di carreggiate invase da frane o dissestate, ripristino dell’illuminazione pubblica, rifacimento delle barriere di sicurezza, interventi su scarpate interessate da fenomeni erosivi, da movimenti franosi o di degrado (posa di teli di reti metalliche semplici o armate, pannelli di rete in fune, chiodature, sistemi di barriere paramassi, ecc.), messa in quota di chiusini e pozzetti, realizzazione di caditoie/pozzetti, ecc.. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie. - Messa in sicurezza della rete viaria. Si tratta di una tipologia di interventi che rispetto a quello trattato al punto precedente può riguardare anche piste ciclabili e strade pedonali. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie. - Sistemazione segnaletica orizzontale e verticale. Si tratta di interventi rivolti alla sistemazione delle scritte, simboli o numeri che si trovino apposti sull’asfalto (segnaletica orizzontale), nonché dei cartelli stradali (segnaletica verticale) inerenti alla circolazione stradale di veicoli e persone. La norma di riferimento è rappresentata dal Codice della Strada (D.Lgs. n. 285/1992). Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie. b) Fabbisogno specifico: Promuovere l’accessibilità e l’attrattività del TPL con l’adeguamento dei nodi di accesso, l’infomobilità ed il rinnovo della flotta. Azioni possibili: - Creazione/adeguamento fermate del servizio su gomma. Fermate a bordo strada per l’accesso ai servizi di TPL extra-urbana su gomma da attrezzare con pensiline, paline informative, illuminazione per garantire una miglior sicurezza e confort durante i tempi di attesa del bus. Gli interventi puntuali dovranno essere definiti in stretta collaborazione con l’ente gestore del tratto stradale e del gestore del servizio di linea. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne” (da verificare). - Creazione di parcheggi di scambio “gomma-gomma” e “gomma-ferro”. Il Codice della Strada (art. 3, comma 1, punto 34-bis del D.Lgs. n. 285/1992) definisce un parcheggio scambiatore come un “parcheggio situato in prossimità di stazioni o fermate del trasporto pubblico locale o del trasporto ferroviario, per agevolare l’intermodalità”; esso rappresenta quindi uno strumento di promozione della mobilità sostenibile. Nella progettazione puntuale del parcheggio occorre valutare in primo luogo il contesto territoriale in cui si inserirà: nel caso di un parcheggio esterno ad un contesto urbano o suburbano, ad esempio in piena campagna, è fondamentale attrezzarlo in modo da garantire livelli sufficienti di confort nella fase di attesa (pensiline, infomobilità, ecc.) e, soprattutto, elevati standard di sicurezza (illuminazione, videosorveglianza, ecc.). Inoltre, nel caso di un parcheggio che
comprende anche tratti stradali, gli interventi puntuali dovranno essere definiti in stretta collaborazione con l’ente gestore del tratto stradale. I parcheggi di scambio, infine, possono rappresentare il luogo ideale per l’attivazione di ulteriori interventi di mobilità sostenibile “innovativi”, quali stalli per servizi di bike sharing, car sharing e così via. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. - Realizzazione di parcheggi attrezzati (anche custoditi) per biciclette. In relazione alle esigenze dell’Area interna è possibile prevedere due tipologie di sistemi di parcheggio, “semplici” (rastrelliere, supporti, ovvero strutture che sostengono una bicicletta mantenendola in piedi) “di deposito” (bikebox, ciclo stazioni, ovvero spazi protetti destinati al ricovero delle biciclette). La scelta di una o dell’altra tipologia di parcheggio dipende da vari fattori, tra cui la capillarità, la vicinanza alla destinazione finale dell’utente, la durata stimata del periodo di deposito delle biciclette e così via. Anche i costi variano, notevolmente, raggiungendo il massimo in corrispondenza di parcheggi a sistemi automatizzati e custoditi. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. - Realizzazione di sistemi di infomobilità. Realizzazione sistemi software in grado di fornire agli utenti tramite web, smartphone, monitor presenti sui mezzi, infoterminals e altri strumenti di comunicazione gli orari dei vari servizi di trasporto pubblico, le possibili coincidenze, i percorsi delle linee, eventuali avvisi, presenza di servizi aggiuntivi (car sharing, ecc.), ecc.. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie; Legge di stabilità “Aree interne”. c) Fabbisogno specifico: Promuovere l’accessibilità degli attrattori turistici del territorio privilegiando le opportunità di una “fruizione sostenibile” delle risorse ambientali e culturali. Azioni possibili: - Sviluppo di reti e percorsi ciclabili. Nella realizzazione delle piste ciclabili la norma di riferimento è il D.M. n. 557/1999 (Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili), inoltre particolare attenzione dovrà essere data agli aspetti legati alla sicurezza delle stesse piste. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. - Sviluppo di percorsi attrezzati e sentieristica. Il Codice della Strada (art. 3, comma 1, punto 48 del D.Lgs. n. 285/1992) definisce il sentiero (o mulattiera o tratturo) una “strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni o di animali”. Quale che sia la tipologia di sentiero che l’Area interna decide di realizzare, a cui chiaramente faranno riferimento diverse esigenze progettuali, occorre sempre partire dalla consapevolezza che una efficiente rete sentieristica deve essere ideata con una visione d’insieme del territorio e delle problematiche connesse alla gestione dei sentieri. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. - Riqualificazione di rami di ferrovie dismessi per la fruizione escursionistica. Questa tipologia di intervento può ripercorre quanto già indicato per lo sviluppo di percorsi ciclabili e della sentieristica (nella logica delle greenways), ma può consistere anche in processi più complessi; è il caso, ad esempio, della riqualificazione della rete ferrata per l’attivazione di servizi di interesse turistico. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”.
- Riqualificazione di percorsi pedonali. L’azione prevede la riqualificazione di tipologie di percorsi extra-urbani e urbani per una fruizione pedonale dello spostamento attraverso il rifacimento e la messa in sicurezza della pavimentazione di strade e piazze urbane. In termini generali nella definizione di un simile intervento particolare attenzione andrà dedicata alle scelte relative alla pavimentazione, al verde pubblico, alla segnaletica, all’impianto di pubblica illuminazione, nonché alla presenza di sottoservizi (fognatura, acquedotto, gas metano, telecomunicazioni, ecc.), il tutto in piena armonia con il contesto urbanistico e ambientale in cui l’opera si inserisce. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. - Acquisizione di mezzi di trasporto pubblico della dimensione appropriata alle caratteristiche della domanda (attuale e potenziale). Ragioni di opportunità economiche (finanziamenti pubblici spesso a fondo perduto, ad esempio) hanno determinato nel corso degli anni la formazione di parchi rotabili (autobus in particolare) di grandi dimensioni, ovvero in grado di ospitare oltre 50 passeggeri, utilizzati poi non solo nelle grandi aree urbane ma anche per offrire servizi in aree scarsamente abitate, quali le Aree interne, dove la domanda espressa non giustificava un simile utilizzo. L’ipotesi di prevedere un intervento di sostituzione/ampliamento del parco autobus deve quindi essere valutata in relazione alla domanda effettiva, sia attuale che potenziale, e in relazione alle caratteristiche delle strade e delle aree di parcheggio dell’Area interna. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”; Legge di stabilità “2015”. - Acquisizione di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale. Nell’implementazione di questo intervento particolare attenzione va riservata alle caratteristiche orografiche dell’Area interna e alla tecnologia degli autobus che si vuole acquistare, nonché alla presenza di impianti adatti al rifornimento dei mezzi. Infatti, a diverse tipologie di alimentazione degli autobus corrispondono diverse prestazioni, ad esempio nel caso di un’Area interna territorialmente vasta e prevalentemente montana l’acquisto di mezzi elettrici non può considerarsi la più valida data la limitata autonomia degli autobus. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”; Legge di stabilità “2015”. d) Fabbisogno specifico: Sostenere il diritto di mobilità delle persone a capacità motoria ridotta a causa di condizioni fisiche e/o socio-economiche svantaggiate. Azioni possibili: - Acquisto di veicoli per il trasporto pubblico dei disabili. Questo intervento può assumere due forme principali in relazione alla tipologia di mezzo: acquisto di mezzi destinati ai servizi di trasporto pubblico (minibus, ecc.), utile nel caso di Aree interne in cui l’azienda di trasporto pubblico o le stesse Amministrazioni non forniscano già questo servizio, acquisto di mezzi di minore dimensione per spostamenti di breve raggio (scooter elettrici, ecc.). Ovviamente l’attuazione di questo intervento deve tener conto di normative e aspetti gestionali che potrebbero configurare aggravi di costi per la piena operatività (ad es. eventuale personale specializzato per l’accompagnamento dei disabili ecc.). Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. - Abbattimento delle barriere architettoniche (nei sistemi di trasporto e viabilità). Eventuali interventi di rimozione di elementi costruttivi che limitano gli spostamenti o la fruizione di servizi (chiaramente inerenti ai sistemi di trasporto, ovvero stazioni, aree di parcheggio, ecc.), possono essere incluse all’interno di più generali Piani per
l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – vedi Leggi n. 41/1986 e n. 104/1992 –, oppure rappresentare delle opere puntuali e limitate a singoli edifici/aree. Possibili canali di finanziamento: POR FESR; Legge di stabilità “Aree interne”. Simulazione di un possibile intervento: manutenzione straordinaria di un tratto stradale L’intervento simulato riguarda il rifacimento dell’unico tratto stradale (di montagna e di competenza comunale) che collega il centro di un Paese dell’Area interna con una sua frazione, quest’ultima caratterizzata dalla presenza di un nucleo significativo di famiglie, di aziende agricole ma anche da fenomeni di spopolamento. La strada, si contraddistingue per la forte presenza di buche e irregolarità, ed è inoltre sprovvista di barriere di protezione. Ciò ha comportato la soppressione di una linea del trasporto pubblico locale (l’autobus di 54 posti in dotazione all’azienda non è in grado di percorrere il tratto), l’incremento del numero degli incidenti e, come detto, un progressivo spopolamento della frazione. I lavori, in particolare, consistono nella messa in sicurezza, nel rifacimento della massicciata e della finitura stradale. Progettazione dell’intervento di manutenzione straordinaria di un tratto stradale Risultati generali Crescita dei livelli di accessibilità della località raggiunta dal tratto stradale Diminuzione dei tempi di percorrenza con mezzi privati. Risultati attesi Diminuzione degli incidenti stradali. Riattivazione di un servizio di trasporto pubblico locale. Azione Lavori di messa in sicurezza, rifacimento della massicciata e della finitura stradale Diminuzione dei tempi di percorrenza con mezzi privati del 30%. Target Diminuzione degli incidenti stradali del 60%. Cod. 3.5 – Grado di soddisfazione dei passeggeri dell’area per tipologia di mezzo di trasporto. Indicatore di risultato Cod. 3.8 – Dinamica degli incidenti stradali e degli eventi traumatici ad essi collegati (morti e feriti) Localizzazione Area Interna Beneficiari Residenti e aziende della località raggiunta dal tratto stradale Fonte di finanziamento POR FESR* - Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie * In questa simulazione è considerato il PO FESR della Regione Puglia
Schema 2 - Quadro di insieme dei possibili interventi per rispondere ai fabbisogni di “Potenziamento e riqualificazione della dotazione trasportistica” Scala Fabbisogni specifici Possibili interventi Competenza amministrativa Fonti di finanziamento dell’intervento - Regione - POR FESR* Interventi di manutenzione stradale, - Area vasta - Provincia - Fondi regionali / ministeriali su prevalentemente straordinaria - Area interna Incrementare - Unione dei Comuni “Aree interne” politiche ordinarie l’accessibilità interna e - Regione - POR FESR* - Area vasta esterna all’area attraverso Messa in sicurezza della rete viaria - Provincia - Fondi regionali / ministeriali su - Area interna l’adeguamento delle - Unione dei Comuni “Aree interne” politiche ordinarie infrastrutture di trasporto - Regione - POR FESR* Sistemazione segnaletica orizzontale - Area vasta - Provincia - Fondi regionali / ministeriali su e verticale - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” politiche ordinarie - Regione - POR FESR* Creazione/adeguamento fermate - Area interna - Provincia - Legge di stabilità “Aree interne” del servizio su gomma - Unione dei Comuni “Aree interne” - Aziende TPL (da verificare) - Regione Promuovere l’accessibilità Creazione di parcheggi di scambio - Area vasta - POR FESR* - Provincia e l’attrattività del TPL con “gomma-gomma” e “gomma-ferro” - Area interna - Legge di stabilità “Aree interne” - Unione dei Comuni “Aree interne” l’adeguamento dei nodi di Realizzazione di parcheggi attrezzati - Area vasta - Provincia - POR FESR* accesso, l’infomobilità ed (anche custoditi) per biciclette - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” - Legge di stabilità “Aree interne” il rinnovo della flotta - POR FESR* Realizzazione di sistemi di - Area vasta - Fondi regionali / ministeriali su - Unione dei Comuni “Aree interne” infomobilità - Area interna politiche ordinarie - Legge di stabilità “Aree interne” Promuovere l’accessibilità - Regione - Area vasta - POR FESR* degli attrattori turistici del Sviluppo di reti e percorsi ciclabili - Provincia - Area interna - Legge di stabilità “Aree interne” territorio privilegiando le - Unione dei Comuni “Aree interne” opportunità di una “fruizione - Regione sostenibile” delle risorse Sviluppo di percorsi attrezzati e - Area vasta - POR FESR* - Provincia ambientali e culturali sentieristica - Area interna - Legge di stabilità “Aree interne” - Unione dei Comuni “Aree interne” (segue)
(continua) Schema 2 - Quadro di insieme dei possibili interventi per rispondere ai fabbisogni di “Potenziamento e riqualificazione della dotazione trasportistica” Fabbisogni specifici Possibili interventi Scala intervento Competenza amministrativa Fonti di finanziamento Riqualificazione di rami di ferrovie - Regione - Area vasta - POR FESR* dismesse per fruizione - Provincia - Area interna - Legge di stabilità “Aree interne” escursionistica - Unione dei Comuni “Aree interne” - Regione - Area vasta - POR FESR* Riqualificazione di percorsi pedonali - Provincia Promuovere l’accessibilità - Area interna - Legge di stabilità “Aree interne” degli attrattori turistici del - Unione dei Comuni “Aree interne” territorio privilegiando le Realizzazione di piattaforme digitali - Area vasta - Provincia - POR FESR* opportunità di una “fruizione per l’informazione ai turisti - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” - Legge di stabilità “Aree interne” sostenibile” delle risorse Acquisizione di mezzi di dimensione - Regione - POR FESR* ambientali e culturali - Area vasta appropriata alle caratteristiche della - Provincia - Legge di stabilità “Aree interne” - Area interna domanda (attuale e potenziale) - Unione dei Comuni “Aree interne” - Legge di stabilità “2015”** - Regione - POR FESR* Acquisizione di mezzi a basso - Area vasta - Provincia - Legge di stabilità “Aree interne” impatto ambientale - Area interna - Unione dei Comuni “Aree interne” - Legge di stabilità “2015”** Sostenere il diritto di - Regione - Area vasta - POR FESR* mobilità delle persone a Acquisto di veicoli per disabili - Provincia - Area interna - Legge di stabilità “Aree interne” capacità motoria ridotta a - Unione dei Comuni “Aree interne” causa di condizioni fisiche Abbattimento delle barriere e/o socio-economiche - Provincia - POR FESR* architettoniche (nei sistemi di - Area interna svantaggiate - Unione dei Comuni “Aree interne” - Legge di stabilità “Aree interne” trasporto e viabilità) * Pur se è prevista la possibilità di effettuare investimenti in questo campo di intervento, non tutte le Regioni hanno deciso di inserirlo nel proprio PO FESR, o non tutte prevedono di destinare risorse per tipologie di territorio compatibili con le Aree interne. ** La Legge di Stabilità 2015 (L n. 190/2014) ai commi 223-227 individua risorse finalizzate a favorire il rinnovo dei parchi automobilistici destinati ai servizi di TPL.
4. Le azioni possibili nell’ambito dello “Sviluppo dei servizi di trasporto” Un ultimo macro-fabbisogno emerso dal confronto con i territori riguarda lo sviluppo di servizi di trasporto. Infatti se in alcuni casi le Aree interne non lamentano tanto la scarsità di servizi presenti bensì la loro programmazione, in altri casi si registrano dei gravi vuoti che possono essere riempiti solo con l’avvio di nuovi servizi di trasporto quali, ad esempio, linee di TPL, servizi a chiamata, car sharing, ecc.. Uno degli aspetto generali a cui stakeholder locali e progettisti devono porre la corretta attenzione riguarda lo strumento con cui governare i nuovi servizi che, ad esempio, in caso di trasporto pubblico locale può essere un nuovo Contratto di servizio tra l’Ente affidante (Regione o Ente locale) e il gestore (azienda del trasporto pubblico, gomma o ferro), la rimodulazione del programma di esercizio di un Contratto in essere con la previsione di un incremento del valore dello stesso Contratto o, in alcuni casi, addirittura senza variazione dei corrispettivi (entro i limiti previsti a secondo dei Contratti stessi, ad es. 3% del monte chilometrico complessivo). Questa tipologia di macro-fabbisogni racchiude diversi fabbisogni specifici a cui è possibile rispondere con vari interventi: a) Fabbisogno specifico: Facilitare l’accessibilità ai luoghi attrattori (scuola, lavoro) della mobilità “sistematica” dei residenti. Azioni possibili: - Potenziamento dei servizi di TPL dedicati per le attività scolastiche (nuove linee/fermate). Si tratta di avviare nuovi servizi di trasporto collettivo e/o prevedere fermate aggiuntive su linee già in essere in corrispondenza alle ordinarie attività scolastiche e, di conseguenza, caratterizzate da una frequenza giornaliera, feriale e costante nel corso del periodo scolastico. In questo caso la possibilità far utilizzare i servizi ad utenti diversi dagli studenti può diventare un valore aggiunto significativo. Possibili canali di finanziamento: Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie; Legge di stabilità “Aree interne”. - Potenziamento dei servizi di TPL (nuove linee/fermate) per i lavoratori. Intervento simile al precedente ma rivolto all’introduzione di collegamenti con i poli produttivi delle Aree interne, con orari compatibili alle turnazioni previste nelle diverse unità locali. Oltre ad interventi di potenziamento del TPL è possibile ipotizzare lo sviluppo di forme “innovative” di mobilità sostenibile tra cui, ad esempio, il car pooling. Possibili canali di finanziamento: Fondi regionali/ministeriali su politiche ordinarie; Legge di stabilità “Aree interne”. - Sperimentare/promuovere progetti di car pooling. Pur se esistono già oggi applicazioni web e per smartphone in grado di favorire la condivisione di automobili private tra un gruppo di persone, in alcune Aree interne può essere utile avviare servizi dedicati, in particolare in quelle aree dove è prevista l’istituzione del Mobility Manager. Possibili canali di finanziamento: Legge di stabilità “Aree interne”. b) Fabbisogno specifico: Facilitare l’accessibilità ai luoghi attrattori della mobilità “non sistematica”. Pagina 18 di 24
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