LA VARICELLA IN GRAVIDANZA: analisi retrospettiva e proposta di gestione dei casi ospedalizzati.
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN OSTETRICIA PRESIDENTE PROF. DIEGO MARCHESONI Tesi di Laurea LA VARICELLA IN GRAVIDANZA: analisi retrospettiva e proposta di gestione dei casi ospedalizzati. Laureanda: Relatore: Comuzzi Marina Dott.ssa Anna Beltrame Correlatore: Dott.ssa Paola Bonazzi Anno Accademico 2008-2009
1.1 La varicella La varicella è una malattia conseguente ad una infezione primaria con il virus varicella zoster (VZV), caratterizzata da un esantema vescicolare diffuso. Ha un andamento endemo-epidemico caratterizzato da manifestazioni annuali con prevalenza tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. L’eventuale riattivazione dello stato di latenza del virus stesso comporta l’emergenza dello zoster, eruzione vescicolare localizzata, prevalentemente unilaterale. 1.1.a Il virus varicella-zoster (VVZ) Il virus della varicella appartiene alla famiglia degli Herpesviridae. La famiglia Herpesviridae viene suddivisa in tre sottofamiglie in base al loro sito di latenza: 1. Alphaherpesvirinae (Herpes simplex virus, varicella-zoster virus); sede di latenza sono le terminazioni nervose del SNC (Sistema Nervoso Centrale); 2. Betaherpesvirinae (Cytomegalovirus); sede di latenza sono l’endotelio e epitelio di ghiandole salivari e tubuli renali; 3. Gammaherpesvirinae (Epstein-Barr virus); sede di latenza sono le cellule linfoidi. Il VZV è il più piccolo degli herpesvirus umani, costituito da un core contenente una singolo filamento di DNA a doppia elica ed un involucro lipoproteico. Nei virioni di 120-200 nm di diametro si distingue il core, contenente il DNA, il capside a simmetria icosaedrica, il tegumento di natura proteica e l'envelope. 3
La replicazione e i processi di sintesi proteica avvengono totalmente all'interno del nucleo della cellula ospite. La replicazione virale comporta la sintesi di 3 classi di geni virali (immediate early, early e late), trascritte in sequenza ordinata dall'enzima cellulare RNA polimerasi II. L'incapsidamento avviene all'interno del nucleo della cellula; il tegumento e l'envelope invece si formano a partire dalla membrana cellulare durante la fuoriuscita per gemmazione dei virioni. Tutti gli herpesvirus sono responsabili di infezioni produttive e litiche, che dopo una fase manifesta, più o meno lunga a seconda della reattività del soggetto infetto, si trasformano in infezioni latenti. Il sito di latenza è differente per ogni sottofamiglia di herpes virus, ma si tratta sempre di zone dell'organismo protette dalla costante aggressione del sistema immunitario, cosa che rende l'eradicazione di questi virus dal soggetto infetto praticamente impossibile. Tra gli stimoli che possono causare la riattivazione di un'infezione latente abbiamo la luce ultravioletta, l'immunodepressione e i traumi, trapianti, utilizzo di ciclosporina A e infezione da HIV. 1.1.b Epidemiologia La varicella ha una diffusione globale durante tutto il periodo dell’anno con una maggior distribuzione in zone con climi temperati e durante le stagioni primaverile e invernale. Predilige l’infanzia, infatti il 90% dei casi si verifica prima dei 9 anni d’età1. Ogni anno si stimano in Italia circa 500 mila casi di varicella, per la maggioranza dei casi nella fascia pediatrica2. In Italia, come altri paesi industrializzati, a partire dagli anni ’70 l’incidenza dei casi di varicella notificati in persone al di sopra dei 15 anni è aumentata da 6.6 a 17.3 nel periodo 1961-70 e 1991-2000, rispettivamente. Dai dati SPES si osserva 4
che nel 2002 l’incidenza di varicella è stata in assoluto la più elevata tra le malattie prevenibili con la vaccinazione: 5.46% nella fascia 0-14 anni3. Secondo uno studio italiano, la percentuale dei casi complicati di varicella era del 4.8% , in linea con i dati europei che riportano il 3-5%, nella fascia 0-14 anni. Di questi casi il 7% ha dovuto ricorrere ad ospedalizzazione4. Riportando questi dati ai 500 mila casi stimati di varicella è possibile dedurre che in Italia ci siano : - circa 1 caso di varicella ogni minuto, - circa 69 casi complicati al giorno, - circa 145 ospedalizzazioni al mese. Secondo una raccolta dati, in Australia l’incidenza è di 124.000 casi, 1.500 ospedalizzazioni, 7 decessi ogni anno per varicella. Il tasso di mortalità globale di 3 su 100.000 casi5-7. Lo sviluppo dell’herpes-zoster avviene in presenza di definiti fattori di rischio: anzianità (incidenza 3.4 casi/1000 soggetti con età > 45 anni; 10 casi/1000 soggetti con > 75 anni), immunodepressione, predisposizione genetica. 1.1.c Modalità di trasmissione La varicella è una malattia estremamente contagiosa. Si stima che il tasso di trasmissione di VZV tra un soggetto malato ed un famigliare convivente (contatti stretti) sia del 90%, che si riduce al 10-35% nel caso di contatti occasionali. La trasmissione del virus avviene per via aerea, attraverso l’inalazione di una cospicua quantità di “droplets nuclei” (diametro < 5 m) contenenti il virus (ad esempio quando una persona affetta tossisce o starnutisce), oppure mediante contatto con fluidi vescicolari. I tassi di 5
trasmissione familiare si attestano all’80-90%. Il contagio scolastico è associato a un tasso di trasmissione di circa il 40%. Anche le lesioni vescicolari dell’herpes zoster costituiscono una fonte di infezione nei soggetti suscettibili a seguito di contatti stretti, sebbene il rischio sia estremamente basso. Durante la gravidanza, il virus può essere trasmesso all’embrione o al feto attraverso la placenta (trasmissione transplacentare). 1.1.d Patogenesi Dopo essere penetrato attraverso la congiuntiva e le mucose delle vie respiratorie superiori, il virus inizia la replicazione nel tessuto linfatico del capo e del collo (adonoidi e tonsille), permettendo la sua disseminazione in diversi organi (viremia primaria) (Fig. 1). Nel fegato e nella milza avviene la seconda replicazione (viremia secondaria) con successivo interessamento della cute e delle mucose con lo sviluppo delle caratteristiche lesioni10 . 6
Figura 1: iter patogenetico dell’ infezione da VZV Vie aeree superiori linfonodi Congiuntiva [ 1^ replicazione virale] Sistema reticolo endoteliale (epatico, splenico..) [2^ replicazione] Liberazione particelle virali nel sangue [ viremia secondaria] Manifestazioni cutenee e mucose [ esantema] 7
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