La Trazione integrale - Corso: Operatore Meccanico 3 - sito personale di altieri adriano
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A.F. 2012/2013 ALLIEVO: LUCA STERZA INDICE Presentazione pag. 2 Definizione/ Componenti principali pag. 3 Il differenziale pag. 4 Il bloccaggio differenziale pag. 5 Differenziali autobloccanti più comuni pag. 5 Sistemi di trazione integrale pag. 7 2
Controllo della trazione integrale pag. 10 Bibliografia pag. 12 PRESENTAZIONE Mi chiamo Luca Sterza. Ho frequentato il corso di Operatore Meccanico al CFP Zanardelli di Brescia, nella sede di Rivoltella del Garda. Ho scelto la Trazione integrale, come argomento per la tesina d’esame, perché lo trovo interessante rispetto ad altri. 3
DEFINIZIONE L’espressione "Trazione integrale" in un veicolo di quattro ruote implica le quattro ruote motrici permanentemente agganciate o ad azionamento automatico, mentre con "quattro per quattro" si indica il loro aggancio manuale e temporaneo. Componenti principali 4
distributore di coppia: distribuisce la coppia proveniente dal cambio,per esempio il 50% alla trasmissione anteriore e il 50% a quella posteriore. differenziale centrale: compensa le differenze di regime, per esempio nelle curve. In tal modo si evitano deformazioni negli organi di trasmissione quando slittano le ruote motrici di un asse. Il differenziale centrale può essere bloccato mediante un dispositivo di bloccaggio centrale, in tal modo l’asse con una migliore aderenza, riceve la maggior parte della coppia. differenziali anteriore e posteriore : compensano le differenze di regime delle ruote e distribuiscono la coppia in parti uguali alle ruote motrici di un asse. Quando slitta una ruota, la compensazione può essere bloccata mediante un dispositivo di bloccaggio trasversale. Di conseguenza, la ruota con migliore aderenza riceve maggior parte della coppia. Per poter trasmettere in tutte le condizioni di funzionamento il massimo della coppia, un veicolo a trazione integrale ha bisogno di 3 dispositivi di bloccaggio del differenziale (2 trasversali e 1 longitudinale). VANTAGGI Un veicolo a trazione integrale a 4 ruote motrici è in grado di: trasmettere il doppio della forza motrice di un veicolo con 2 ruote motrici. Dotato degli opportuni accessori, riduce a ¼ la possibilità di rimanere impantanati o bloccati in situazioni di fuori strada, in quanto basta che una ruota su quattro abbia presa a terra per poter avanzare. Garantisce maggior sicurezza su strade bagnate, innevate e ghiacciate, oltre che una maggiore stabilità. SVANTAGGI Tra gli svantaggi sono da annotare: il maggior costo e il maggior consumo dell’auto. IL DIFFERENZIALE Un differenziale è un insieme meccanico di ingranaggi, che prende la coppia motrice da un albero conduttore e la divide tra i due assi di uscita, permettendogli di ruotare a velocità diverse. Un differenziale, in un' auto a trazione anteriore o posteriore, permette che entrambe le ruote scarichino potenza sulla strada, ma possano contemporaneamente ruotare a velocità differenti, in modo che l' automobile possa 5
girare senza resistenza. Un sistema a quattro ruote motrici permanente deve avere tre differenziali, per poter applicare potenza alle quattro ruote e girare senza resistenza: i differenziali della parte anteriore, della parte posteriore e del centro. Questo perché la distanza percorsa dalle ruote anteriori, che sterzano non è la stessa percorsa dalle ruote posteriori, che non hanno articolazione. La coppia in uscita dal cambio va per primo al differenziale centrale, che la divide e la trasferisce tramite gli alberi conduttori ai differenziali anteriore e posteriore. I sistemi quattro per quattro ad inserimento manuale, nella maggior parte dei casi, non hanno un differenziale centrale, cosicché non possono essere usati nell' asciutto. Quando sono inserite le quattro ruote motrici, in un tal sistema, la parte anteriore e gli assi posteriori sono bloccati insieme e ruoteranno esattamente alle stesse velocità. Tutte le ruote con trazione a terra con differenziale tradizionale IL BLOCCAGGIO DIFFERENZIALE È il fulcro della tecnologia della trazione integrale, perché ha un effetto profondo sul comportamento su strada delle automobili. Si prenda, ad esempio, il caso dell' automobile più semplice a trazione integrale con tre differenziali "liberi". L' automobile può essere immobilizzata, se una qualunque delle quattro ruote perde la trazione, perché i differenziali standard distribuiscono equamente la coppia 6
motrice in uscita. Ogni automobile a trazione integrale, oggi, sul mercato ha una forma di bloccaggio del differenziale. Ruota anteriore sinistra in assenza di trazione con differenziale tradizionale DIFFERENZIALI AUTOBLOCCANTI PIÚ COMUNI Giunto viscoso In questo differenziale, due serie di dischi, calettati alle estremità dei due alberi, sono poste a distanza ravvicinata in una scatola, che contiene un particolare liquido siliconico, che ha la caratteristica di aumentare notevolmente la sua viscosità con la temperatura. Quando le velocità dei due alberi sono diverse, il liquido, aumentando l'attrito con i dischi, limita lo slittamento relativo dei due, fino ad impedirlo (con tempi di intervento dell'ordine del secondo). Quando la tendenza ad avere velocità diverse diminuisce, il liquido si raffredda e torna a permettere piccole differenze di velocità di rotazione. Il giunto viscoso viene utilizzato principalmente come sistema di bloccaggio automatico del differenziale centrale (o, meno frequentemente, posteriore) degli autoveicoli a trazione integrale. 7
. Differenziale a giunto viscoso Il differenziale TorSen Il differenziale TorSen (contrazione delle parole "Torque Sensing", cioè "sensibile alla coppia") viene impiegato come differenziale centrale su autovetture solitamente dotate di trazione integrale, o sull'asse posteriore, su autovetture con trazione posteriore e consente di ripartire la coppia tra le due ruote, senza mai bloccare del tutto i due semiassi. Il suo funzionamento permette alle due ruote di un medesimo asse di variare la loro velocità relativa, purché una ruota aumenti la sua velocità, nella stessa percentuale in cui l'altra diminuisca la propria, come nei normali differenziali durante la percorrenza di una curva. Nel caso in cui una delle due ruote tenda ad accelerare, come quando sta per pattinare, e l'altra non tenda a ridurre la propria velocità, il sistema risulta quasi bloccato e di conseguenza la coppia si indirizza verso la ruota che fa presa, impedendo il pattinamento dell'altra. Questo tipo di differenziale autobloccante meccanico è molto utilizzato per la grande affidabilità e la scarsità di manutenzione nel corso della vita operativa, dovuta al fatto che non sono presenti al suo interno elementi di attrito; l'unico suo difetto evidente è dato dagli ingombri, che sono maggiori dei differenziali autobloccanti a lamelle. 8
Spaccato di un differenziale Torsen SISTEMI DI TRAZIONE INTEGRALE Integrale inseribile (P+A) Trazione posteriore con possibile inserimento sull’anteriore. Non è presente un differenziale centrale e, una volta inserito, si comporta come se ci fosse un differenziale bloccato. E’ presente un riduttore, che si innesta dopo il bloccaggio (es. Suzuki Jimny). Utilizzabile su sterrato e ogni tipo di fuoristrada. Integrale inseribile con differenziale bloccabile Sistema più flessibile; consente di viaggiare in tutte le modalità possibili: con due sole ruote motrici, integrale per uso stradale (differenziale centrale libero) o fuoristrada (differenziale centrale bloccato). Può essere presente un riduttore nelle diverse modalità di trasmissione. Esistono anche delle varianti “intelligenti”, assimilabili a tale tipo di trazione, utilizzabile nelle varie modalità per situazioni diverse. 9
Ruote anteriori in assenza di trazione con differenziale centrale bloccato Ruota anteriore destra e posteriore sinistra in assenza di trazione con differenziale centrale bloccato Integrale semipermanente ad inserimento automatico Lavora in automatico, attraverso un giunto idraulico o un comando elettronico. In 10
condizioni normali, la trazione è concentrata in tutto o in buona parte su un asse e, in caso di necessità, viene inviata sull’altro, fino ad un parziale bloccaggio, gestito in automatico (con percentuali variabili da sistema a sistema, ad es. Chevrolet Captiva). Alcuni tipi di trazione hanno la possibilità del blocco manuale del giunto (es. Hyundai Tucson e Santa Fe, Kia Sportage) che, ove previsto, consente l’impiego di un riduttore (es. Kia Sorrento). Utilizzabile nelle varie modalità per situazioni diverse. Integrale permanente E’ presente un differenziale centrale, spesso accompagnato da un giunto viscoso, che garantisce una ripartizione iniziale, con prevalenza su un asse (orientativamente non superiore al 60%). Può essere presente un differenziale centrale bloccabile in abbinamento (es. Toyota Land Cruiser, Suzuki Gran Vitara) o meno (ad es. Daihatsu Terios) ad un riduttore. Utilizzabile sempre. Integrale continuamente variabile Trazione con un giunto centrale a controllo elettronico, che ripartisce la trazione a seconda delle necessità. Totalmente flessibile (0-100 , 50-50 , 100-0 e tutte le possibilità intermedie) è solitamente utilizzata in abbinamento al cambio automatico senza riduttore. (es. BMW X3 e X5, Lexus RX 350, Subaru Forester e Outback). Utilizzabile nelle varie modalità per situazioni diverse. 11
CONTROLLO DELLA TRAZIONE Sistemi che agiscono sui freni La maggior parte dei differenziali, montati sulle auto di serie, è caratterizzata da un grosso limite: quando una ruota motrice slitta, girando a vuoto, ad esempio su terreni sdrucciolevoli, dal momento che tutta la coppia erogata dal motore va a tale ruota, quella che avente un minimo di aderenza, non riceve potenza e di conseguenza il veicolo rimane fermo. Per ovviare a tale problema, la centralina del controllo di trazione, ricevendo ulteriori dati riguardanti la ruota, che ha perso aderenza, anche dalla centralina dell'ABS, frena lo pneumatico che pattina, ridistribuendo coppia alla ruota con più aderenza e permettendo, quindi, l'avanzamento del veicolo. Logicamente, la centralina interviene in questo modo solo per permettere ad un veicolo rimasto impantanato di recuperare trazione e quindi di avanzare. Infatti, se tale sistema fosse adottato per ridurre il pattinamento delle ruote motrici, quando il veicolo è in forte accelerazione, su una strada rettilinea o comunque quando il veicolo è già in movimento, si creerebbero delle forti differenze di velocità di rotazione degli pneumatici dei due assi, che determinerebbero un involontario cambiamento di traiettoria e la perdita di controllo del mezzo. 12
Sistemi che agiscono sull'alimentazione del motore Appena le ruote motrici slittano, la centralina del controllo di trazione interviene sull'alimentazione del motore, riducendone leggermente la potenza erogata. Pertanto, essendo sottratta alle ruote motrici solo la coppia in eccesso, che ne determinava il pattinamento, gli pneumatici riescono a sfruttare, senza slittare, tutta l'aderenza offerta, in quel momento, dal manto stradale, determinando di conseguenza la massima accelerazione del mezzo. Si ricorda, a tal proposito, un principio molto importante della fisica, il quale sostiene che ha più aderenza un oggetto che avanza su una superficie, piuttosto che un oggetto che viene trascinato. Questo tipo di controllo della trazione è particolarmente adatto ad automobili dotate di potenza e coppia elevate, che riescono a essere modulate soprattutto con un controllo del comando acceleratore tramite fili (guida tramite fili). 13
BIBLIOGRAFIA Fonti di ricerca: Vari siti 14
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