LA SIGNORA Archivio Nazionale ...

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T H E Z O O K E E P E R ' S WI F E
LA SIGNORA

DELLO ZOO

DI VARSAVIA
U S A 2017
Durata:127' Colore: C

REGIA
NIKI CARO

 SCHEDA
 DIDATTICA
 a cura di Adriana Toppazzini

 Giovedì 30 Gennaio | ore 10
 Polo del '900, Sala Conferenze, Torino
LA SIGNORA Archivio Nazionale ...
IL FILM
Soggetto: Diane Ackerman – (romanzo)
Sceneggiatura: Angela Workman,
Fotografia: Andrij Parekh, Musiche: Harry Gregson-Williams,
Montaggio: David Coulson
Scenografia: Suzie Davies
Arredamento:Charlotte Watts,
Costumi: Sabine Daigeler (Bina Daigeler)
Effetti: Robert Grasmere
Interpreti: Jessica Chastain- Antonina Żabiński, Johan
Heldenbergh- Jan Żabiński, Daniel Brühl- Lutz Heck, Timothy
Radford-Ryszard Żabiński giovane, Efrat Dor- Magda Gross, Iddo
Goldberg- Maurycy Fraenkel, Shira Haas- Urszula,Michael
McElhatton- Jerzyk, Val Maloku- Ryszard Zabinskianziano, Martha
Issová- Regina Kenigswein, Daniel Ratimorský- Samuel
Kenigswein, Frederick Preston- Miecio Kenigswein, Theodore
Preston- Stefcio Kenigswein, Viktoria Zakharyanová- Stefania
Keningswein, Goran Kostic- Sig. Kinszerbaum, Arnost Goldflam-
Dott. Janusz Korczak, Marián Mitas- Stefan, Martin Hofmann-
Szymon Tenenbaum, Jitka Smutná- Pietrasia, Waldermar Kobus-
                                                                   Sinossi
Dott. Ziegler,Slavko Sobin- Sig. Keller, Alena Mihulová- Marysia
Aszer, Natasa Burger- Roza Anzelowna, Hana Frejková- Madre di      La vicenda ha inizio nell’estate del 1939 nella capitale della
Roza, Magdalena Lamparska- Wanda Englert, Vilma Frantová-          Polonia, dove Yan e Antonina dirigono lo zoo in cui si trova la
Zofia Kossak, Magdaléna Sidonová- Janina Rabbe, Ester              loro casa e dove vivono felicemente con gli animali e il figlio.
Kocicková- Eugenia Wasowska, Petra Bucková- Wanda Filipowa         Il 1° settembre la città viene bombardata e invasa dai nazisti.
                                                                   Lo zoo viene quasi completamente distrutto e
Produzione: SCION FILMS, ELECTRIC CITY ENTERTAINMENT,              molti animali muoiono. Yan e Antonina, per salvare lo zoo,
TOLLIN PRODUCTIONS, ROWE/MILLER PRODUCTIONS                        chiedono al generale nazista Lutz di utilizzarlo per allevare
Distribuzione: M2 PICTURES                                         maiali e bisonti, la cui carne sarebbe servita a sfamare i
                                                                   nazisti. Per trovare il cibo per gli animali, Yan chiede il
Data uscita 16 Novembre 2017                                       permesso di raccogliere gli scarti di cibo dal ghetto ebreo e,
                                                                   riuscendo a entrarci, decide di portare fuori alcuni ebrei per
                                                                   poi nasconderli in casa e cercare di farli fuggire. Antonina fa
                                                                   di tutto per non destare sospetti e far sì che le persone
                                                                   nascoste nel seminterrato non vengano scoperte dalle truppe
                                                                   che arrivano allo zoo all’alba e se ne vanno a mezzanotte.
                                                                   Nonostante le grandi difficoltà e il rischio di essere scoperti
                                                                   (soprattutto da Lutz che si reca spesso allo zoo per passare
                                                                   del tempo con Antonina), la famiglia riuscirà a salvare
                                                                   quasi 300 ebrei.

                                                                              Anastasia Bologna, IIIA - Il Resto del Carlino, Cronisti in classe 2019
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LA CRITICA

                                                                                   Niki Caro, da sempre interessata, con la parentesi di
                                                                                   "McFarland, USA", a sposare lo sguardo di donne capaci
                                                                                   di un’incredibile forza interiore (sono della regista
                                                                                   neozelandese "La ragazza delle balene" e "North Country
                                                                                   – Storia di Josey"), sceglie un’andatura classica e
                                                                                   composta, diammetralmente opposta alle aggressioni
                                                                                   sensoriali de "Il figlio di Saul", per portare sullo schermo il
                                                                                   romanzo in cui Diane Ackerman racconta la vicenda
                                                                                   realmente accaduta dei coniugi Żabiński e del loro zoo.
                                                                                   La sceneggiatura di Angela Workman, però, più che
                                                                                   inseguire l’unicità della storia e dei suoi protagonisti – a
                                                                                   parte   Antonina,     la   profondità   dei   personaggi   che
                                                                                   popolano "La signora dello zoo di Varsavia" è un terreno
                                                                                   quasi   del   tutto   inesplorato   –   rimane    ben   presto
                                                                                   prigioniera della doppia metafora su cui poggia tutta la
                                                                                   struttura del film, ovvero quella dello zoo umano,                Foto dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.

                                                                                   metafora reiterata fino allo svuotamento nelle sue varie
                                                                                   declinazioni che aprono al parallelismo tra l’innocenza           La signora dello zoo di Varsavia può essere anche un film gradevole,
                                                                                   degli animali e quella di un popolo perseguitato, e la            un film d’intrattenimento molto tradizionale, in cui i cattivi (cui dà
                                                                                   follia della purezza della razza specchiata nell’ossessione       corpo, nel caso specifico, soprattutto Daniel Brühl) attentano con
                                                                                   del Dr. Heck, il gerarca nazista di Daniel Brühl che vuole        rapacità alle vite e alle virtù delle vittime, uomini o animali che siano,
                                                                                   ricreare una specie ormai estinta, per farne il simbolo del       e in cui lo zoo dismesso diventa rifugio per gli uomini, le donne e i
                                                                                   Reich. Niki Caro dosa con grande maestria l’impatto               bambini in fuga dalla follia nazista. In questo Niki Caro mostra di
                                                                                   drammatico della storia prendendo come punto di                   avere la mano lieve e delicata, tratteggiando un bel rapporto tra la
                                                                                   riferimento Schindler’s List, da cui cerca di mutuare la          Chastain e le persone cui dà riparo, a partire dalla ragazzina
                                                                                   semplicità perfetta nella realizzazione delle scene del           violentata che, per la violenza subita ha perso la parola e si esprime
                                                                                   ghetto, capaci di una vividezza priva di concessioni, o           attraverso il disegno (disegni e graffiti dall’enorme valore simbolico di
                                                                                   nella sequenza in cui Jan, dopo lo sgombero del ghetto,           esistenza e di resistenza intorno ai quali si concentrerà una delle
                                                                                   vede salire sul treno un gruppo di bambini.                       svolte finali del film.
                                                                                                                                                      La cultura e la forma di espressione artistica, dunque, rappresentano
                                                                                                 Francesca Bea, SentieriSelvaggi.it, 1711/2017       così – sul piano narrativo e anche su quello dell’evocazione – l’ancora
                                                                                                                                                     di salvezza per dimostrare a se stessi che si è ancora vivi e che si può
                                                                                                                                                     – e si deve – sopravvivere all’orrore, senza per questo dimenticarlo.
                                                                                                                                                     E, in tal senso, rientra nel discorso anche la musica che la Chastain
                                                                                                                                                     suona al pianoforte usata come codice di allerta per le persone che
dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.

                                                                                                                                                     sta aiutando. Poi, è ovvio che - dato il contesto programmaticamente
                                                                                                                                                     fiabesco – "La signora dello zoo di Varsavia" evita di andare a fondo
                                                                                                                                                     in non pochi tracciati che semina: da un lato il tentativo di
                                                                                                                                                     sperimentazione genetica che solletica l’ego del personaggio
                                                                                                                                                     interpretato da Brühl, dall’altro il rapporto predatorio che sempre
                                                                                                                                                     Brühl vorrebbe imporre alla Chastain, dall’altro ancora tutta la parte
                                                                                                                                                     finale risolta con soluzioni troppo grossolane. Ma, nonostante questo,
                                                                                                                                                     qualcosa resta, e il dolore per la perdita di un mondo innocente e
                                                                                                                                                     ingenuo lo si riesce a percepire con forza. Che poi non esistano
                                                                                                                                                     mondi fioriti e splendenti, dove tutti si vogliono bene, è un altro paio
                                                                                                                                                     di maniche, e non è questo che va cercato nel film, modesto ma
                                                                                                                                                     dignitoso, della neozelandese Niki Caro.

                                                                                                                                                                                                       Alessandro Aniballi, Quinlan.it, 16/11/2017

                                                                                            Approfondimento
                                                                                            https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/la-signora-dello-zoo-di-varsavia/57639/
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NIKI CARO
Wellington, 20 settembre 1966

REGISTA E
SCENEGGIATRICE

Nikola Jean Caro, nota come Niki Caro, è una regista e
sceneggiatrice neozelandese.
 Dopo gli studi alla Elam School of Fine Arts a Auckland, in Nuova
Zelanda e un diploma postlaurea in Cinema alla Swinburne in
Australia, a Melbourne, Caro ha scritto e diretto numerosi
cortometraggi che hanno riscosso notevole interesse come "Sure
to Rise" presentato al Festival di Cannes nel 1994, e Footage,
presentato al Festival di Venezia nel 1996. Il suo primo
lungometraggio, "Memory & Desire", è stato selezionato nella
“Semaine de la Critique” del Festival di Cannes nel 1998 e in
seguito ha vinto quattro New Zealand Film and Television Award,
fra cui quello come Miglior film.
Il suo secondo lungometraggio, "La ragazza delle balene", che
esplora la comunità Maori di Whangara sulla costa orientale della
Nuova Zelanda, ha riscosso un successo internazionale, con milioni
di spettatori e decine di premi in tutto il mondo, fra cui premi
prestigiosi in festival come quello di Toronto (Premio del Pubblico),
Sundance (Premio del Pubblico), Rotterdam, San Francisco, Maui e
Seattle (Miglior film). La protagonista del film Keisha Castle-
Hughes, candidata all’Oscar come Miglior attrice, all’epoca era per
quella sezione la candidata più giovane mai nominata prima. Caro
ha diretto in seguito "North Country - Storia di Josey", film
drammatico ambientato in una miniera nel nord del Minnesota. Nel
cast appaiono Charlize Theron, Frances McDormand, Sissy Spacek
e Woody Harrelson; la Theron e la McDormand sono state
candidate rispettivamente come Miglior attrice e come Migliore
attrice non protagonista all’Oscar, Golden Globe, BAFTA, Critics’               commons.wikimedia.org

Choice Movie Awards, Satellite Awards e Screen Actors Guild
Awards, oltre ad aver ricevuto molti altri riconoscimenti. Nel
tentativo di continuare a portare sotto i riflettori storie e comunità
                                                                                      Gli ebrei di Varsavia,
vere, ha diretto McFarland, USA con Kevin Costner. Il film,
ambientato in California nella Central Valley, racconta la storia di
                                                                                      di Daniel Akerman
una squadra di cross-country composta in gran parte da
latinoamericani che arriva a vincere il campionato.                                   Jan e Antonina Zabinski, una coppia polacca di religine
Ha realizzato la nuova serie di Netflix ispirata al personaggio di                    cristiana, erano il direttore dello zoo di Varsavia e sua
Anne Shirley, interpretata da Amybeth McNul Anne, proponendo                          moglie. Sconvolti dall'orrore del razzismo nazista, si
una visione nuova e audace di Anna dai capelli rossi. Nel 2017, la
                                                                                      servirono dell'ossessione del regime per gli animali rari per
Disney l’ha scelta per dirigere l’adattamento in live action del
classico d’animazione “Mulan”.                                                        salvare la vita a più di trecento persone. La loro vicenda si
                                                                                      è persa tra le pieghe della storia, come talvolta succede
                                                                                      agli atti radicalmente compassionevoli. Ma nella Polonia
                                                                                      del tempo di guerra, quando perfino offrire un bicchiere
>                                  Per raccontare la loro storia mi sono rifatta a molte fonti,
                                                                                      che ho elencato nella biografia, ma soprattutto ai ricordi
                                                                                      () di Antonina
                                                         tratto dal Pressbook
https://www.keaton.eu/images/films/la_signora_dello_zoo_di_varsavia/PB_la_sig
                                                                                      Zabinski, che ben esprimono il sensuale incanto di quel
                                               nora_dello_zoo_di_varsavia.pdf         luogo, ai suoi libri autobiografici per bambini, come "Vita
                                                                                      allo zoo", ai libri e ai ricordi di suo marito Jan e alle
                                                                                      interviste che la coppia ha rilasciato a giornali polacchi,
                                                                                      ebraici e yiddish. Ogni volta che scrivo che Antonina o Jan
                                                                                      "pensarono, sentirono, mandarono", sto citando dai loro
                                                                                      scritti e dalle loro interviste

                                                                                                                                               tratto da Nota dell'autrice,
                                                                                                        "Gli ebrei di Varsavia" di Daniel Akerman, Sperling &Kupfer (2009)
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 approfondimento

 IL GHETTO DI VARSAVIA

 L'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche,
 avvenuta il 1°settembre 1939, decretò l'inizio della Seconda
 Guerra Mondiale. L'intervento di Francia e Gran Bretagna non
 fu tempestivo e in meno di un mese la Polonia si arrese. Il suo
 territorio, smembrato, violato, spartito, fu scenario, tra il 1940 e
 il 1945, di gravissimi crimini contro l'umanità. Si pensi che su
 dieci campi di sterminio, creati dai nazisti, sette erano su suolo
 polacco, precisamente nelle zone più orientali e meno
 popolate, tra questi Auschwitz, Belzec, Chelmno, Sobibór,
 Treblinka. Una volta raggiunta Varsavia, l'esercito, affiancato
 anche dalle SS, trovò di fronte a sé la più grande comunità
 ebraica europea, seconda nel mondo solo a quella di New
 York.                                                                      dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.

 Nell'ottobre del 1939, ai 350.000 ebrei presenti in città se ne
 aggiunsero altri 150.000 deportati dalle province limitrofe. In            JANUSZ KORCZAK
 poche settimane nel ghetto di Varsavia furono concentrati
 circa 500.000 ebrei. Uno spazio venti volte più piccolo                    Janusz Korczak (Varsavia, luglio 1878 - ucciso in una
 dell'intero suolo cittadino conteneva la metà degli abitanti di            camera a gas del campo di sterminio di Treblinka,
 Varsavia. Gli ebrei del ghetto dovevano indossare un bracciale             probabilmente il 6 agosto 1942). Pseudonimo di Henryk
 raffigurante la stella di David per essere ben identificati e              Goldszmit,          pedagogo,            pubblicista,           scrittore,         medico,
 potevano uscire solo per motivi di lavoro. Successivamente,                militante sociale             polacco di origine ebraica, noto anche
 però, con la costruzione del muro di recinzione, le restrizioni            come Il vecchio Dottore                        o Il signor Dottore. Fu un
 furono più aspre: non era più consentito uscire per nessuna                precursore delle lotta a favore di una totale uguaglianza
 ragione, furono interrotte le comunicazioni telefoniche e                  dei diritti del bambino. Nelle istituzioni da lui fondate
 postali, ridotte le razioni di cibo, soppresse le linee di                 introdusse l’autogestione, dando agli educandi il diritto di
 collegamento tramviarie, negata l'energia elettrica e gas. Le              deferire i propri educatori a un tribunale unicamente
 condizioni di vita erano tali da determinare una mortalità media           composto da ragazzi. Fondatore della prima rivista al
 mensile di 2.000 individui. Questa drammatica situazione                   mondo redatta da soli bambini, fu un pioniere nel campo
 prosegue fino al 1943 quando, per volontà di Himmler (capo                 della risocializzazione dei minori, della diagnosi in età
 delle SS), il ghetto fu smantellato e i residenti deportati nei            pediatrica e della tutela del bambino difficile.
 vicini campi di sterminio. Non mancarono tentativi di resistenza
 da parte di un'organizzazione ebraica di combattimento creata
 nel ghetto da gruppi di giovani        ma la tragica operazione
 Reinhard, che prevedeva l'eliminazione fisica degli ebrei
 polacchi, era iniziata con la tragica ferocia che conosciamo.
 Alla fine della Guerra nel popolo ebraico si conteranno circa sei
 milioni di vittime ebree, di ogni sesso ed età. Il 27 gennaio 1945
 l'Armata Rossa liberò il campo di sterminio di Auschwitz e in
 quella data, così significativa e importante, le Nazioni Unite
 hanno deciso di ricordare le vittime dell'Olocausto.

                                                    (da agiscuola.it)

Approfondimento
"La distruzione dell’ebraismo polacco:documentare la vita e la morte nel ghetto di Varsavia (1940-1943)", a cura di Laura Fontana,
Responsabile Italia Mémorial de la Shoah http://www.isco-ferrara.com/wp-content/uploads/2014/10/Dispensa-ghetto-varsavia.pdf

https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/animated-map/the-warsaw-ghetto

Sito dedicato alla figura di Korczak, grazie all’iniziativa della cattedra di polacco dell’Università di Genova :
http://www.disclic.unige.it/lastradadikorczak/index.php,
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Schede di
   approfondimento

   YAD VASHEM

   NeglI anni ’60 Yad Vashem iniziò un progetto mondiale per
   assegnare il titolo di “Giusti fra le Nazioni” ai non ebrei che
   rischiarono le loro vite per salvare gli ebrei durante la Shoah
   agendo disinteressatamente. A tale scopo Yad Vashem istituì
   una commissione guidata da un membro della Corte Suprema
   Israeliana, la cui responsabilità è di assegnare il titolo. Questo è
   l’unico progetto al mondo che , usando criteri stabiliti, onora le
   persone che salvarono ebrei durante la Shoah. L’assegnazione
   del titolo dei Giusti e gli alberi piantati nel Viale dei Giusti fra le
   Nazioni hanno ricevuto attenzione mondiale e lo stesso                          dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.

   concetto di “Giusto fra le Nazioni” è diventato un simbolo
   importante ed universale.                                                       GIUSTI FRA LE NAZIONI
   Fino alla fine del 2007 erano stati riconosciuti 22.000 Giusti ;
   oltre a ciò Yad Vashem sta completando un’enciclopedia-“The                     Il coraggio di Antonina e Jan Żabiński è stato premiato in
   Lexicon of the Righteous Among the Nations” – che includerà                     diversi modi e non solo attraverso la pubblicazione del
   le storie dei Giusti riconosciuti. La versione italiana                         libro e la realizzazione del                    film, che certamente hanno
   dell’Enciclopedia, “I Giusti d’Italia”, è stata pubblicata                      fatto conoscere ai più l’operato dei due coniugi, ma anche
   nel Gennaio 2006.                                                               da diversi riconoscimenti da parte della comunità giudaica
                                                                                   e non solo: il 30 ottobre del 1968, a Yad Vashem si tenne
   http://www.yadvashem.org/                                                       una cerimonia per la semina degli alberi in onore dei Giusti
                                                                                   tra le nazioni, di cui fanno parte anche Jan e Antonina
                                                                                   Żabiński, premiati anche nel 2008 con la Croce di
                                                                                   Comandante dal presidente polacco Lech Kaczyński.

                                                                                   https://www.yadvashem.org/righteous/stories/zabinski.ht
                                                                                   ml

                                                                                           Approfondimento
                                                                                           Diego Marras, #1 e #2 | Il tempo dei giusti, Tre soldi, Rai
                                                                                           radio3
                                                                                           Il documentario racconta la storia di Ezio Giorgetti,
                                                                                           albergatore di Bellaria, che nel 1943 salvò 38 ebrei con l'aiuto
                                                                                           del maresciallo dei carabinieri Osmar Carugno. Nel 1964 Ezio
                                                                                           Giorgetti viene riconosciuto “giusto tra le Nazioni", primo
                                                                                           italiano a ricevere questa onorificenza.

                                                                                           https://www.raiplayradio.it/audio/2020/01/TRE-SOLDI-
                                                                                           439570f8-62b9-4f69-9617-69e377f7c613.html

dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.
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approfondimento

ANTONINA ŻABIŃSKI

Nata Antonina Erdman, 1908 – 1971) era un’insegnante amante
dell’arte e della musica, educata secondo i valori                            della
religione cattolica, che aveva perso i suoi genitori durante la
rivoluzione russa e aveva conosciuto sulla sua pelle i costi
della   guerra. Il film la ritrae come effettivamente era: una
persona piena di timori ma audace e nobile d’animo, grande
amante degli animali e capace di sfiorare con eleganza le
corde dell’animo umano, addentrandosi nella loro psicologia e
lenendo con amore le brutalità subite. Antonina ha raccontato
                                                                                        dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.
di aver agito in questo modo, mettendo a rischio la sua stessa
vita, perché non avrebbe mai potuto restare inerme davanti a
tanta disperazione e si vergognava nel non poter fare nulla,
mentre i suoi concittadini venivano uccisi dalla furia hitleriana.
                                                                                              JAN ŻABIŃSKI
Al contrario del marito (ateo convinto nonostante avesse
ricevuto una       religione cattolica) Antonina era una fervente                             Jan Żabiński, zoologo e zootecnico, nonché direttore dello
credente: i suoi figli         (Ryszard and Teresa) erano entrambi                            zoo di Varsavia e, nel periodo compreso tra il 1939 e il
battezzati e lei era solita portare attorno al collo un medaglione                            1945, anche sovrintendente dei parchi cittadini, faceva
con un’immagine sacra.                                                                        parte della resistenza polacca e, trincerandosi dietro
Costretti a sgomberare lo zoo, che tra l’altro era stato in parte                              l’insospettabile professionalità dovuta alla sua
distrutto a causa dei bombardamenti (causando la morte o la                                   occupazione, riuscì a far uscire diversi ebrei dal ghetto
fuga della maggior parte degli animali) Jan e Antonina si                                     della sua città, ma anche a contrabbandare armi, costruire
celarono dietro la buona scusa di convertirlo in un allevamento                               bombe, deragliare treni e persino ad avvelenare la carne
di bovini, usando le gabbie e i                recinti prima destinati agli                   destinata ai nazisti. L’uomo (1897 – 1974) si è dichiarato
animali per salvare vite umane.                                                               ateo e ha sempre sostenuto di aver intrapreso questo
Il film di Niki Caro ci mostra infatti che l’allevamento era un                               eroico atto mosso solo ed esclusivamente da una spinta
escamotage per accedere al ghetto: oltre a fare il carico degli                                umanitaria e da un’educazione ricevuta sia a casa che a
scarti con i quali nutrire i maiali, Jan faceva anche carico di                               scuola, nulla che avesse a che fare con la fede religiosa o
ebrei (nascosti in botole e sotto l’immondizia), ma li aiutava                                con la politica. Antonina, dal canto suo, non era a
anche a uscire alla luce del sole, attraverso agganci interni e                               conoscenza delle azioni del marito. Nel film tutta la carica
documentazione falsa. Una volta a casa, uomini, donne e                                       positiva viene manifestata attraverso la sua personalità
bambini si rifugiavano temporaneamente nei sotterranei per                                    disponibile e cordiale e il suo coraggio sembra quasi
poi a fuggire verso luoghi più sicuri. Alla loro                          impresa             oscurare tutto il resto, ma è chiaro che questa impresa
partecipò anche il figlio Ryszard che, nonostante la giovane                                  raccontata anche dal cinema è di entrambi in egual misura
età, si prodigò insieme alla madre e al padre per coprire e                                   Jan Żabiński finì anche per essere preso dai tedeschi,
accudire i rifugiati.                                                                         durante la Rivolta di Varsavia del 1944, ma per fortuna
                                                                                              riuscì a sopravvivere alla prigionia e a tornare dai suoi
    Teresa Monaco, La signora dello zoo di Varsavia: la storia vera di Jan e Antonina         cari. In seguito divenne membro della Commissione statale
                                           Żabiński, 21/01/2019 cinematographe.it
                                                                                              per la preservazione della natura, scrivendo circa 60 libri
                                                                                              scientifici e ritornando a dirigere lo zoo fino al marzo del
                                                                                              1951. Anche la moglie Antonina si dedicò alla stesura di
                                                                                              libri, ma si tratta di fiabe per bambini raccontate dal punto
                                                                                              di vista degli animali..

                                                                                                         Teresa Monaco, La signora dello zoo di Varsavia: la storia vera di Jan e
                                                                                                                             Antonina Żabiński, 21/01/2019 cinematographe.it
                                                                                                                                                                                 .

                                                                                                                                                                  Scheda a cura
                                                                                                                        dell'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza
                                                                                                                                                                   info@ancr.to.it
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