LA SIGNORA Archivio Nazionale ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
T H E Z O O K E E P E R ' S WI F E LA SIGNORA DELLO ZOO DI VARSAVIA U S A 2017 Durata:127' Colore: C REGIA NIKI CARO SCHEDA DIDATTICA a cura di Adriana Toppazzini Giovedì 30 Gennaio | ore 10 Polo del '900, Sala Conferenze, Torino
IL FILM Soggetto: Diane Ackerman – (romanzo) Sceneggiatura: Angela Workman, Fotografia: Andrij Parekh, Musiche: Harry Gregson-Williams, Montaggio: David Coulson Scenografia: Suzie Davies Arredamento:Charlotte Watts, Costumi: Sabine Daigeler (Bina Daigeler) Effetti: Robert Grasmere Interpreti: Jessica Chastain- Antonina Żabiński, Johan Heldenbergh- Jan Żabiński, Daniel Brühl- Lutz Heck, Timothy Radford-Ryszard Żabiński giovane, Efrat Dor- Magda Gross, Iddo Goldberg- Maurycy Fraenkel, Shira Haas- Urszula,Michael McElhatton- Jerzyk, Val Maloku- Ryszard Zabinskianziano, Martha Issová- Regina Kenigswein, Daniel Ratimorský- Samuel Kenigswein, Frederick Preston- Miecio Kenigswein, Theodore Preston- Stefcio Kenigswein, Viktoria Zakharyanová- Stefania Keningswein, Goran Kostic- Sig. Kinszerbaum, Arnost Goldflam- Dott. Janusz Korczak, Marián Mitas- Stefan, Martin Hofmann- Szymon Tenenbaum, Jitka Smutná- Pietrasia, Waldermar Kobus- Sinossi Dott. Ziegler,Slavko Sobin- Sig. Keller, Alena Mihulová- Marysia Aszer, Natasa Burger- Roza Anzelowna, Hana Frejková- Madre di La vicenda ha inizio nell’estate del 1939 nella capitale della Roza, Magdalena Lamparska- Wanda Englert, Vilma Frantová- Polonia, dove Yan e Antonina dirigono lo zoo in cui si trova la Zofia Kossak, Magdaléna Sidonová- Janina Rabbe, Ester loro casa e dove vivono felicemente con gli animali e il figlio. Kocicková- Eugenia Wasowska, Petra Bucková- Wanda Filipowa Il 1° settembre la città viene bombardata e invasa dai nazisti. Lo zoo viene quasi completamente distrutto e Produzione: SCION FILMS, ELECTRIC CITY ENTERTAINMENT, molti animali muoiono. Yan e Antonina, per salvare lo zoo, TOLLIN PRODUCTIONS, ROWE/MILLER PRODUCTIONS chiedono al generale nazista Lutz di utilizzarlo per allevare Distribuzione: M2 PICTURES maiali e bisonti, la cui carne sarebbe servita a sfamare i nazisti. Per trovare il cibo per gli animali, Yan chiede il Data uscita 16 Novembre 2017 permesso di raccogliere gli scarti di cibo dal ghetto ebreo e, riuscendo a entrarci, decide di portare fuori alcuni ebrei per poi nasconderli in casa e cercare di farli fuggire. Antonina fa di tutto per non destare sospetti e far sì che le persone nascoste nel seminterrato non vengano scoperte dalle truppe che arrivano allo zoo all’alba e se ne vanno a mezzanotte. Nonostante le grandi difficoltà e il rischio di essere scoperti (soprattutto da Lutz che si reca spesso allo zoo per passare del tempo con Antonina), la famiglia riuscirà a salvare quasi 300 ebrei. Anastasia Bologna, IIIA - Il Resto del Carlino, Cronisti in classe 2019
LA CRITICA Niki Caro, da sempre interessata, con la parentesi di "McFarland, USA", a sposare lo sguardo di donne capaci di un’incredibile forza interiore (sono della regista neozelandese "La ragazza delle balene" e "North Country – Storia di Josey"), sceglie un’andatura classica e composta, diammetralmente opposta alle aggressioni sensoriali de "Il figlio di Saul", per portare sullo schermo il romanzo in cui Diane Ackerman racconta la vicenda realmente accaduta dei coniugi Żabiński e del loro zoo. La sceneggiatura di Angela Workman, però, più che inseguire l’unicità della storia e dei suoi protagonisti – a parte Antonina, la profondità dei personaggi che popolano "La signora dello zoo di Varsavia" è un terreno quasi del tutto inesplorato – rimane ben presto prigioniera della doppia metafora su cui poggia tutta la struttura del film, ovvero quella dello zoo umano, Foto dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l. metafora reiterata fino allo svuotamento nelle sue varie declinazioni che aprono al parallelismo tra l’innocenza La signora dello zoo di Varsavia può essere anche un film gradevole, degli animali e quella di un popolo perseguitato, e la un film d’intrattenimento molto tradizionale, in cui i cattivi (cui dà follia della purezza della razza specchiata nell’ossessione corpo, nel caso specifico, soprattutto Daniel Brühl) attentano con del Dr. Heck, il gerarca nazista di Daniel Brühl che vuole rapacità alle vite e alle virtù delle vittime, uomini o animali che siano, ricreare una specie ormai estinta, per farne il simbolo del e in cui lo zoo dismesso diventa rifugio per gli uomini, le donne e i Reich. Niki Caro dosa con grande maestria l’impatto bambini in fuga dalla follia nazista. In questo Niki Caro mostra di drammatico della storia prendendo come punto di avere la mano lieve e delicata, tratteggiando un bel rapporto tra la riferimento Schindler’s List, da cui cerca di mutuare la Chastain e le persone cui dà riparo, a partire dalla ragazzina semplicità perfetta nella realizzazione delle scene del violentata che, per la violenza subita ha perso la parola e si esprime ghetto, capaci di una vividezza priva di concessioni, o attraverso il disegno (disegni e graffiti dall’enorme valore simbolico di nella sequenza in cui Jan, dopo lo sgombero del ghetto, esistenza e di resistenza intorno ai quali si concentrerà una delle vede salire sul treno un gruppo di bambini. svolte finali del film. La cultura e la forma di espressione artistica, dunque, rappresentano Francesca Bea, SentieriSelvaggi.it, 1711/2017 così – sul piano narrativo e anche su quello dell’evocazione – l’ancora di salvezza per dimostrare a se stessi che si è ancora vivi e che si può – e si deve – sopravvivere all’orrore, senza per questo dimenticarlo. E, in tal senso, rientra nel discorso anche la musica che la Chastain suona al pianoforte usata come codice di allerta per le persone che dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l. sta aiutando. Poi, è ovvio che - dato il contesto programmaticamente fiabesco – "La signora dello zoo di Varsavia" evita di andare a fondo in non pochi tracciati che semina: da un lato il tentativo di sperimentazione genetica che solletica l’ego del personaggio interpretato da Brühl, dall’altro il rapporto predatorio che sempre Brühl vorrebbe imporre alla Chastain, dall’altro ancora tutta la parte finale risolta con soluzioni troppo grossolane. Ma, nonostante questo, qualcosa resta, e il dolore per la perdita di un mondo innocente e ingenuo lo si riesce a percepire con forza. Che poi non esistano mondi fioriti e splendenti, dove tutti si vogliono bene, è un altro paio di maniche, e non è questo che va cercato nel film, modesto ma dignitoso, della neozelandese Niki Caro. Alessandro Aniballi, Quinlan.it, 16/11/2017 Approfondimento https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/la-signora-dello-zoo-di-varsavia/57639/
NIKI CARO Wellington, 20 settembre 1966 REGISTA E SCENEGGIATRICE Nikola Jean Caro, nota come Niki Caro, è una regista e sceneggiatrice neozelandese. Dopo gli studi alla Elam School of Fine Arts a Auckland, in Nuova Zelanda e un diploma postlaurea in Cinema alla Swinburne in Australia, a Melbourne, Caro ha scritto e diretto numerosi cortometraggi che hanno riscosso notevole interesse come "Sure to Rise" presentato al Festival di Cannes nel 1994, e Footage, presentato al Festival di Venezia nel 1996. Il suo primo lungometraggio, "Memory & Desire", è stato selezionato nella “Semaine de la Critique” del Festival di Cannes nel 1998 e in seguito ha vinto quattro New Zealand Film and Television Award, fra cui quello come Miglior film. Il suo secondo lungometraggio, "La ragazza delle balene", che esplora la comunità Maori di Whangara sulla costa orientale della Nuova Zelanda, ha riscosso un successo internazionale, con milioni di spettatori e decine di premi in tutto il mondo, fra cui premi prestigiosi in festival come quello di Toronto (Premio del Pubblico), Sundance (Premio del Pubblico), Rotterdam, San Francisco, Maui e Seattle (Miglior film). La protagonista del film Keisha Castle- Hughes, candidata all’Oscar come Miglior attrice, all’epoca era per quella sezione la candidata più giovane mai nominata prima. Caro ha diretto in seguito "North Country - Storia di Josey", film drammatico ambientato in una miniera nel nord del Minnesota. Nel cast appaiono Charlize Theron, Frances McDormand, Sissy Spacek e Woody Harrelson; la Theron e la McDormand sono state candidate rispettivamente come Miglior attrice e come Migliore attrice non protagonista all’Oscar, Golden Globe, BAFTA, Critics’ commons.wikimedia.org Choice Movie Awards, Satellite Awards e Screen Actors Guild Awards, oltre ad aver ricevuto molti altri riconoscimenti. Nel tentativo di continuare a portare sotto i riflettori storie e comunità Gli ebrei di Varsavia, vere, ha diretto McFarland, USA con Kevin Costner. Il film, ambientato in California nella Central Valley, racconta la storia di di Daniel Akerman una squadra di cross-country composta in gran parte da latinoamericani che arriva a vincere il campionato. Jan e Antonina Zabinski, una coppia polacca di religine Ha realizzato la nuova serie di Netflix ispirata al personaggio di cristiana, erano il direttore dello zoo di Varsavia e sua Anne Shirley, interpretata da Amybeth McNul Anne, proponendo moglie. Sconvolti dall'orrore del razzismo nazista, si una visione nuova e audace di Anna dai capelli rossi. Nel 2017, la servirono dell'ossessione del regime per gli animali rari per Disney l’ha scelta per dirigere l’adattamento in live action del classico d’animazione “Mulan”. salvare la vita a più di trecento persone. La loro vicenda si è persa tra le pieghe della storia, come talvolta succede agli atti radicalmente compassionevoli. Ma nella Polonia del tempo di guerra, quando perfino offrire un bicchiere > Per raccontare la loro storia mi sono rifatta a molte fonti, che ho elencato nella biografia, ma soprattutto ai ricordi () di Antonina tratto dal Pressbook https://www.keaton.eu/images/films/la_signora_dello_zoo_di_varsavia/PB_la_sig Zabinski, che ben esprimono il sensuale incanto di quel nora_dello_zoo_di_varsavia.pdf luogo, ai suoi libri autobiografici per bambini, come "Vita allo zoo", ai libri e ai ricordi di suo marito Jan e alle interviste che la coppia ha rilasciato a giornali polacchi, ebraici e yiddish. Ogni volta che scrivo che Antonina o Jan "pensarono, sentirono, mandarono", sto citando dai loro scritti e dalle loro interviste tratto da Nota dell'autrice, "Gli ebrei di Varsavia" di Daniel Akerman, Sperling &Kupfer (2009)
Schede di approfondimento IL GHETTO DI VARSAVIA L'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, avvenuta il 1°settembre 1939, decretò l'inizio della Seconda Guerra Mondiale. L'intervento di Francia e Gran Bretagna non fu tempestivo e in meno di un mese la Polonia si arrese. Il suo territorio, smembrato, violato, spartito, fu scenario, tra il 1940 e il 1945, di gravissimi crimini contro l'umanità. Si pensi che su dieci campi di sterminio, creati dai nazisti, sette erano su suolo polacco, precisamente nelle zone più orientali e meno popolate, tra questi Auschwitz, Belzec, Chelmno, Sobibór, Treblinka. Una volta raggiunta Varsavia, l'esercito, affiancato anche dalle SS, trovò di fronte a sé la più grande comunità ebraica europea, seconda nel mondo solo a quella di New York. dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l. Nell'ottobre del 1939, ai 350.000 ebrei presenti in città se ne aggiunsero altri 150.000 deportati dalle province limitrofe. In JANUSZ KORCZAK poche settimane nel ghetto di Varsavia furono concentrati circa 500.000 ebrei. Uno spazio venti volte più piccolo Janusz Korczak (Varsavia, luglio 1878 - ucciso in una dell'intero suolo cittadino conteneva la metà degli abitanti di camera a gas del campo di sterminio di Treblinka, Varsavia. Gli ebrei del ghetto dovevano indossare un bracciale probabilmente il 6 agosto 1942). Pseudonimo di Henryk raffigurante la stella di David per essere ben identificati e Goldszmit, pedagogo, pubblicista, scrittore, medico, potevano uscire solo per motivi di lavoro. Successivamente, militante sociale polacco di origine ebraica, noto anche però, con la costruzione del muro di recinzione, le restrizioni come Il vecchio Dottore o Il signor Dottore. Fu un furono più aspre: non era più consentito uscire per nessuna precursore delle lotta a favore di una totale uguaglianza ragione, furono interrotte le comunicazioni telefoniche e dei diritti del bambino. Nelle istituzioni da lui fondate postali, ridotte le razioni di cibo, soppresse le linee di introdusse l’autogestione, dando agli educandi il diritto di collegamento tramviarie, negata l'energia elettrica e gas. Le deferire i propri educatori a un tribunale unicamente condizioni di vita erano tali da determinare una mortalità media composto da ragazzi. Fondatore della prima rivista al mensile di 2.000 individui. Questa drammatica situazione mondo redatta da soli bambini, fu un pioniere nel campo prosegue fino al 1943 quando, per volontà di Himmler (capo della risocializzazione dei minori, della diagnosi in età delle SS), il ghetto fu smantellato e i residenti deportati nei pediatrica e della tutela del bambino difficile. vicini campi di sterminio. Non mancarono tentativi di resistenza da parte di un'organizzazione ebraica di combattimento creata nel ghetto da gruppi di giovani ma la tragica operazione Reinhard, che prevedeva l'eliminazione fisica degli ebrei polacchi, era iniziata con la tragica ferocia che conosciamo. Alla fine della Guerra nel popolo ebraico si conteranno circa sei milioni di vittime ebree, di ogni sesso ed età. Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa liberò il campo di sterminio di Auschwitz e in quella data, così significativa e importante, le Nazioni Unite hanno deciso di ricordare le vittime dell'Olocausto. (da agiscuola.it) Approfondimento "La distruzione dell’ebraismo polacco:documentare la vita e la morte nel ghetto di Varsavia (1940-1943)", a cura di Laura Fontana, Responsabile Italia Mémorial de la Shoah http://www.isco-ferrara.com/wp-content/uploads/2014/10/Dispensa-ghetto-varsavia.pdf https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/animated-map/the-warsaw-ghetto Sito dedicato alla figura di Korczak, grazie all’iniziativa della cattedra di polacco dell’Università di Genova : http://www.disclic.unige.it/lastradadikorczak/index.php,
Schede di approfondimento YAD VASHEM NeglI anni ’60 Yad Vashem iniziò un progetto mondiale per assegnare il titolo di “Giusti fra le Nazioni” ai non ebrei che rischiarono le loro vite per salvare gli ebrei durante la Shoah agendo disinteressatamente. A tale scopo Yad Vashem istituì una commissione guidata da un membro della Corte Suprema Israeliana, la cui responsabilità è di assegnare il titolo. Questo è l’unico progetto al mondo che , usando criteri stabiliti, onora le persone che salvarono ebrei durante la Shoah. L’assegnazione del titolo dei Giusti e gli alberi piantati nel Viale dei Giusti fra le Nazioni hanno ricevuto attenzione mondiale e lo stesso dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l. concetto di “Giusto fra le Nazioni” è diventato un simbolo importante ed universale. GIUSTI FRA LE NAZIONI Fino alla fine del 2007 erano stati riconosciuti 22.000 Giusti ; oltre a ciò Yad Vashem sta completando un’enciclopedia-“The Il coraggio di Antonina e Jan Żabiński è stato premiato in Lexicon of the Righteous Among the Nations” – che includerà diversi modi e non solo attraverso la pubblicazione del le storie dei Giusti riconosciuti. La versione italiana libro e la realizzazione del film, che certamente hanno dell’Enciclopedia, “I Giusti d’Italia”, è stata pubblicata fatto conoscere ai più l’operato dei due coniugi, ma anche nel Gennaio 2006. da diversi riconoscimenti da parte della comunità giudaica e non solo: il 30 ottobre del 1968, a Yad Vashem si tenne http://www.yadvashem.org/ una cerimonia per la semina degli alberi in onore dei Giusti tra le nazioni, di cui fanno parte anche Jan e Antonina Żabiński, premiati anche nel 2008 con la Croce di Comandante dal presidente polacco Lech Kaczyński. https://www.yadvashem.org/righteous/stories/zabinski.ht ml Approfondimento Diego Marras, #1 e #2 | Il tempo dei giusti, Tre soldi, Rai radio3 Il documentario racconta la storia di Ezio Giorgetti, albergatore di Bellaria, che nel 1943 salvò 38 ebrei con l'aiuto del maresciallo dei carabinieri Osmar Carugno. Nel 1964 Ezio Giorgetti viene riconosciuto “giusto tra le Nazioni", primo italiano a ricevere questa onorificenza. https://www.raiplayradio.it/audio/2020/01/TRE-SOLDI- 439570f8-62b9-4f69-9617-69e377f7c613.html dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l.
Schede di approfondimento ANTONINA ŻABIŃSKI Nata Antonina Erdman, 1908 – 1971) era un’insegnante amante dell’arte e della musica, educata secondo i valori della religione cattolica, che aveva perso i suoi genitori durante la rivoluzione russa e aveva conosciuto sulla sua pelle i costi della guerra. Il film la ritrae come effettivamente era: una persona piena di timori ma audace e nobile d’animo, grande amante degli animali e capace di sfiorare con eleganza le corde dell’animo umano, addentrandosi nella loro psicologia e lenendo con amore le brutalità subite. Antonina ha raccontato dalla pagina FB @LaSignoraDelloZooDiVarsavia, curata da Brad&K Production S.r.l. di aver agito in questo modo, mettendo a rischio la sua stessa vita, perché non avrebbe mai potuto restare inerme davanti a tanta disperazione e si vergognava nel non poter fare nulla, mentre i suoi concittadini venivano uccisi dalla furia hitleriana. JAN ŻABIŃSKI Al contrario del marito (ateo convinto nonostante avesse ricevuto una religione cattolica) Antonina era una fervente Jan Żabiński, zoologo e zootecnico, nonché direttore dello credente: i suoi figli (Ryszard and Teresa) erano entrambi zoo di Varsavia e, nel periodo compreso tra il 1939 e il battezzati e lei era solita portare attorno al collo un medaglione 1945, anche sovrintendente dei parchi cittadini, faceva con un’immagine sacra. parte della resistenza polacca e, trincerandosi dietro Costretti a sgomberare lo zoo, che tra l’altro era stato in parte l’insospettabile professionalità dovuta alla sua distrutto a causa dei bombardamenti (causando la morte o la occupazione, riuscì a far uscire diversi ebrei dal ghetto fuga della maggior parte degli animali) Jan e Antonina si della sua città, ma anche a contrabbandare armi, costruire celarono dietro la buona scusa di convertirlo in un allevamento bombe, deragliare treni e persino ad avvelenare la carne di bovini, usando le gabbie e i recinti prima destinati agli destinata ai nazisti. L’uomo (1897 – 1974) si è dichiarato animali per salvare vite umane. ateo e ha sempre sostenuto di aver intrapreso questo Il film di Niki Caro ci mostra infatti che l’allevamento era un eroico atto mosso solo ed esclusivamente da una spinta escamotage per accedere al ghetto: oltre a fare il carico degli umanitaria e da un’educazione ricevuta sia a casa che a scarti con i quali nutrire i maiali, Jan faceva anche carico di scuola, nulla che avesse a che fare con la fede religiosa o ebrei (nascosti in botole e sotto l’immondizia), ma li aiutava con la politica. Antonina, dal canto suo, non era a anche a uscire alla luce del sole, attraverso agganci interni e conoscenza delle azioni del marito. Nel film tutta la carica documentazione falsa. Una volta a casa, uomini, donne e positiva viene manifestata attraverso la sua personalità bambini si rifugiavano temporaneamente nei sotterranei per disponibile e cordiale e il suo coraggio sembra quasi poi a fuggire verso luoghi più sicuri. Alla loro impresa oscurare tutto il resto, ma è chiaro che questa impresa partecipò anche il figlio Ryszard che, nonostante la giovane raccontata anche dal cinema è di entrambi in egual misura età, si prodigò insieme alla madre e al padre per coprire e Jan Żabiński finì anche per essere preso dai tedeschi, accudire i rifugiati. durante la Rivolta di Varsavia del 1944, ma per fortuna riuscì a sopravvivere alla prigionia e a tornare dai suoi Teresa Monaco, La signora dello zoo di Varsavia: la storia vera di Jan e Antonina cari. In seguito divenne membro della Commissione statale Żabiński, 21/01/2019 cinematographe.it per la preservazione della natura, scrivendo circa 60 libri scientifici e ritornando a dirigere lo zoo fino al marzo del 1951. Anche la moglie Antonina si dedicò alla stesura di libri, ma si tratta di fiabe per bambini raccontate dal punto di vista degli animali.. Teresa Monaco, La signora dello zoo di Varsavia: la storia vera di Jan e Antonina Żabiński, 21/01/2019 cinematographe.it . Scheda a cura dell'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza info@ancr.to.it
Puoi anche leggere