LA SEZIONE AUREA ANDREA TODISCO - CL. 3 SEZ. I - ESAME DI STATO - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO A.S. 2019/20

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 LA SEZIONE AUREA
 ANDREA TODISCO – CL. 3^ SEZ. I
ESAME DI STATO - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO A.S. 2019/20
LA SEZIONE AUREA ANDREA TODISCO - CL. 3 SEZ. I - ESAME DI STATO - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO A.S. 2019/20
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LA SEZIONE AUREA

                              INTRODUZIONE

      Che cos’hanno in comune la disposizione dei petali di una rosa o dei semi del
girasole, la “Gioconda” di Leonardo, la spirale di alcune conchiglie, i bracci della via
Lattea, la tessera sanitaria?
      Queste realtà, apparentemente così lontane tra loro, condividono un numero o
una proporzione geometrica: la sezione aurea.

      Il mio interesse per la sezione aurea è nato durante la partecipazione al concorso
“Se fossi Leonardo” al quale ha aderito la mia classe.
      Il concorso aveva lo scopo di stimolare la creatività di noi ragazzi applicando i
principi elementari dell’ingegneria meccanica.

      Durante la prima fase del concorso ci siamo cimentati con 15 domande a risposta
multipla su argomenti relativi alle STEAM (Science, Technology, Engineering, Art,
Mathematics – Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte, Matematica).

      C’è stata poi una “seconda fase” …ma di quella parlerò più avanti.
      Nell’approfondire gli argomenti che avrei trattato per partecipare al concorso,
mi sono imbattuto nella “sezione aurea” e ne sono rimasto affascinato. È stato proprio
scoprendo che Leonardo ha utilizzato il “rettangolo aureo” in opere come “L’Ultima
cena” o la “Gioconda” che mi sono appassionato alla sezione aurea e ho cercato di
capirne di più.

     Molti oggetti di vita quotidiana sono “rettangoli aurei”: carte di credito,
documenti di identità, biglietti da visita, tessere sanitarie, patenti di guida, …

        C’è un modo molto semplice per riconoscere se un rettangolo è aureo, senza
dover misurare i lati: prendiamo due rettangoli uguali e collochiamoli uno accanto
all’altro, il primo in orizzontale e il secondo in verticale, come nella figura qui sotto:
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B

                                   A
                                            Figura 1 – Le carte di credito sono rettangoli aurei

       Se, unendo i vertici A e B, la retta passa esattamente per il vertice opposto ad A,
allora si tratta di rettangoli aurei.

       Questa proprietà è stata applicata anche nella produzione dei fogli che si usano
oggi in uffici e scuole. I differenti formati partono da suddivisioni successive di un
foglio, chiamato A0, corrispondente da una superfice di 1 mq. Ciascuna delle
successive suddivisioni viene numerata in modo crescente (A1, A2, A3, A4….),
sempre secondo il formato dei rettangoli aurei.

                                               Figura 2 – Formati di fogli e rettangoli aurei
                                                                                                                                3

La sezione aurea – Andrea Todisco
classe 3^ sez. I – Scuola secondaria di primo grado “E. Medi”- IC Lombardo Radice Pappalardo- CASTELVETRANO (Tp) a.s. 2019/20
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Per iniziare questo mio viaggio attraverso la “sezione aurea”, come ho detto
prima, partirò proprio da Leonardo da Vinci, di cui l’anno scorso abbiamo celebrato i
500 anni dalla morte.

        Ma prima di parlare di Leonardo e di scoprire come la sezione aurea possa
rappresentare il “fil rouge” che attraversa tutte le discipline scolastiche e gli argomenti
trattati nel mio percorso di studio alla scuola media, è necessaria un po’ di...matematica
(che è una delle mie materie preferite).

                                            MATEMATICA

          IL RETTANGOLO AUREO

       Un rettangolo è aureo quando la relazione fra i suoi lati è pari al numero aureo,
ossia a 1,618…. Vediamo perché e cos’è il numero aureo.
       Nel rettangolo della figura seguente (3), ad esempio,

                                                       Figura 3 – Rettangolo aureo
                                                                                                                                4

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la proporzione tra la somma dei due lati (maggiore + minore) e il lato maggiore del
rettangolo è uguale a 1, 618:
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                                                               ab

       Graficamente, infatti, la proporzione aurea può essere rappresentata da un
segmento diviso in due parti a e b, tali che il rapporto tra l’intero segmento a+b e la
parte più lunga a sia uguale al rapporto tra la parte più lunga a e la parte più corta b.

             In altre parole, l’intera linea è 1,618034… volte più lunga del segmento
più lungo, e il segmento più lungo è 1,618034… più lungo del segmento più corto.

                                                    Figura 4 – La proporzione aurea

     Questo numero così speciale viene rappresentato con la lettera greca phi (Φ) e
non è possibile scrivere il suo esatto valore, perché è un numero irrazionale, poco
maggiore di 1, ma composto da un numero infinito di cifre

                                            Φ= 1,6180339887498…
       Il numero Φ e la sezione aurea si intrecciano con un altro concetto matematico:
la serie di Fibonacci.

          LA SEQUENZA DI FIBONACCI

       Nel 1223, a Pisa, Fibonacci partecipò ad una gara fra matematici indetta
dall’imperatore Federico II che propose un singolare quesito:
                                                                                                                                5

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Quante coppie di conigli si ottengono in un anno se cominciamo con una coppia
che genera un’altra coppia ogni mese, sapendo che le coppie più giovani sono in grado
di riprodursi dal secondo mese di vita?

       Per risolvere il quesito, Fibonacci realizzò una tavola in cui riportava l’aumento
della famiglia di conigli e tracciava un monitoraggio del numero delle coppie che
avrebbe avuto alla fine del mese.

                                                     Figura 5 – I conigli di Fibonacci
                        1^               2^               3^                4^              5^               6^             Totale
 1°                     1                                                                                                      1
 2°                     1                                                                                                      1
 3°                     1                 1                                                                                    2
 4°                     1                 2                                                                                    3
 5°                     1                 3                1                                                                   5
 6°                     1                 4                3                                                                   8
 7°                     1                 5                6                 1                                                13
 8°                     1                 6               10                 4                                                21
 9°                     1                 7               15                10               1                                34
 10°                    1                 8               21                20               5                                55
 11°                    1                 9               28                35              15                1               89
 12°                    1                10               36                56              35                6              144

       La colonna finale mostra il numero totale dei conigli e si vede subito una curiosa
ricorrenza: ogni numero è la somma dei due che precedono.

      E il quoziente tra ciascun termine della successione e il suo precedente si
approssima a Φ sempre di più, a mano a mano che procediamo nella serie:
                                                                                                                                     6

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1/1     =1
2/1     =2
3/2     = 1,5
5/3     = 1,666
8/5     = 1,6
13/8    = 1,625
21/13 = 1,615348
34/21 = 1,61904
55/34 = 1,61764
89/55 = 1,61818
144/89 = 1,61798
233/144 = 1,6180555
377/233 = 1,6180257

……………………..

Φ              = 1,6180339887498……

          La sequenza dei numeri di Fibonacci gode anche di altre proprietà aritmetiche.

       Infatti, prendendo tre numeri consecutivi e moltiplicando il primo per il terzo e
il secondo per se stesso, si ottengono sempre due numeri interi tra di loro consecutivi.
       Ad esempio prendiamo i numeri 5, 8 e 13. Se moltiplichiamo 5 x 13 otteniamo
65, mentre 8 x 8 fa 64, e ovviamente 65 e 64 sono numeri consecutivi.

      Un’altra bizzarra proprietà: se sommiamo tra loro 10 termini consecutivi della
successione di Fibonacci, otteniamo sempre un multiplo di 11.

E ancora:

      il rapporto di un numero per il secondo che lo precede è sempre pari (tendente
       a) 2,618, che è il quadrato di 1,618;
      il quadrato di qualsiasi numero della serie è uguale al numero che lo precede,
       per il numero che lo segue, più o meno 1. Il più o meno si alterna lungo la
       sequenza;
      se dividiamo qualsiasi numero per il secondo che lo precede nella sequenza,
       otterremo sempre due come risultato, e come resto il numero immediatamente
       precedente il divisore; per esempio: 8934=2 con il resto di 21;
                                                                                                                                7

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 il quadrato di un numero di Fibonacci meno il quadrato del secondo numero
       precedente è sempre un numero della successione;
      il massimo comun divisore di due numeri di Fibonacci è ancora un numero di
       Fibonacci;
      escludendo 1 e 2, ogni numero della serie, moltiplicato per 4, fornisce un
       risultato, che aggiunto ad un numero di una nuova serie, dà un'altra serie di
       Fibonacci (ad esempio: 3x4=12+1=13; 5x4=20+1=21; 8x4=32+2=34;
       13x4=52+3=55; 21x4=84+5=89 )

                                                    Figura 6 – Fibonacci (1170-1250)

LA SPIRALE AUREA

      Con un rettangolo aureo si può costruire una spirale disegnando un arco di
circonferenza dentro ogni quadrato.

      La costruzione si effettua partendo dal rettangolo aureo e sottraendo da esso
un quadrato con i lati di uguale misura al lato corto del rettangolo.
      Si ottiene così un nuovo rettangolo aureo, di dimensione ovviamente
inferiore. Se si ripete il processo otteniamo la seguente figura:
                                                                                                                                8

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Figura 7 – Costruzione di rettangoli aurei

       Tracciamo ora diversi archi di circonferenza con un raggio uguale al lato di
ciascuno dei quadrati che abbiamo appena ottenuto e prendiamo come centro uno dei
vertici di ciascuno di essi.
       Il procedimento si continuerà nel rettangolo più piccolo, in questo caso a destra,
seguendo un senso orario. Dalla proprietà del rettangolo aureo di potersi "rigenerare"
infinite volte, deriva la possibilità di creare al suo interno una successione infinita di
quadrati e quindi una spirale.
      Più precisamente, essa viene costruita inscrivendo quarti di cerchi con raggi
uguali ai lati stessi del quadrato.

                                                Figura 8 – Costruzione della spirale aurea

Il disegno risultante ci apparirà come nella seguente figura.
                                                                                                                                9

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Figura 9 - Rettangolo aureo - Spirale aurea – Sequenza di Fibonacci

UN ALTRO NUMERO SPECIALE

      In matematica c’è un altro numero speciale oltre a Φ, forse ancora più
famoso: Л (pi greco), ossia 3.14.
      Anche questo è un numero decimale illimitato ed è il rapporto costante
tra la lunghezza di una circonferenza qualsiasi e la lunghezza del suo
diametro.
      La lunghezza di una circonferenza, infatti, si ottiene moltiplicando il
suo diametro per Л.

                                      Figura 10 - Pi greco e formule del cerchio e della circonferenza
                                                                                                                                10

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Adesso che ho parlato di rettangoli aurei, di Φ, della successione di Fibonacci e
della spirale aurea, vediamo come Leonardo da Vinci si occupò della sezione aurea e
come ritroviamo questi concetti matematici in molte sue opere.

                                                    ARTE

       Il vero trionfo della sezione aurea nell’arte si ebbe proprio nel Rinascimento
quando rappresentò, per tutti gli artisti di quel periodo, un canone di bellezza cui
ispirarsi per ogni composizione artistica, dall’architettura alla scultura e alla pittura.

       La sezione aurea, riconosciuta come un rapporto esteticamente piacevole, è stata
usata, così, come base per la composizione di quadri o di elementi architettonici.

       Gli artisti e i matematici del Rinascimento, tra cui Leonardo da Vinci, Piero della
Francesca e Sandro Botticelli, rimasero molto affascinati dalla sezione aurea.
       Allora essa era conosciuta come “divina proportione” e veniva considerata
quasi la chiave universale per penetrare i misteri della bellezza in natura, nelle arti e
nelle scienze.
       “De divina proportione” è anche il titolo del trattato redatto dal matematico
rinascimentale Luca Pacioli e illustrato da sessanta disegni di Leonardo da Vinci.

            Leonardo è uno dei più grandi esempi della storia, un vero genio. Egli
eccelse in vari campi del sapere umano: dalla matematica alla fisica e alla chimica,
dall’ingegneria alla tecnologia, alla pittura, all’architettura, …

             La sezione aurea, in quanto legge strutturale del corpo umano, ha
conosciuto in Leonardo da Vinci un geniale assertore, infatti in moltissime sue opere
si può ritrovare il rettangolo aureo.

      Utilizzando la sezione aurea nei suoi dipinti Leonardo, inoltre, scoprì che,
guardando le opere, si poteva creare un sentimento di ordine.

            In particolare Leonardo incorporò il rapporto aureo in due dei suoi
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capolavori: La Gioconda e L'Uomo Vitruviano.

La sezione aurea – Andrea Todisco
classe 3^ sez. I – Scuola secondaria di primo grado “E. Medi”- IC Lombardo Radice Pappalardo- CASTELVETRANO (Tp) a.s. 2019/20
LA GIOCONDA - Nota anche come Monna Lisa, la Gioconda è un dipinto a
olio fatto tra il 1503 e il 1506. Si chiama così perché ritrae, secondo molti studiosi, Lisa
Gherardini, moglie di un nobile mercante fiorentino: Francesco del Giocondo. È il
dipinto più celebre della storia dell’arte mondiale e il più visitato, nella sua
collocazione al Museo del Louvre di Parigi.

             Nella Gioconda il rapporto aureo è stato individuato nella disposizione dei
lineamenti del viso, nell’area che va dal collo a sopra le mani e in quella che va dalla
scollatura dell’abito fino a sotto le mani.

      Infatti i lineamenti del volto della Gioconda, così come il resto del corpo, sono
disposti in modo da seguire l’andamento della spirale aurea, rendendo l’intera figura
armoniosa e semplicemente perfetta.

                                                        Figura 11 – La Gioconda

       Il dipinto ritrae a metà figura una giovane donna con lunghi capelli scuri. È
inquadrata di tre quarti, il busto è rivolto alla sua destra, il volto verso l’osservatore.
       Le mani sono incrociate in primo piano e con le braccia si appoggia a quello che
sembra il bracciolo di una sedia. Indossa un sottile abito scuro che si apre sul petto in
un’ampia scollatura. Il capo è coperto da un velo trasparente e delicatissimo che ricade
                                                                                                                                12

sulle spalle in un drappeggio. I capelli sono sciolti e pettinati con una scriminatura
centrale, i riccioli delicati ricadono sul collo e sulle spalle.

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Gli occhi grandi e profondi ricambiano lo sguardo dello spettatore con una
espressione dolce e serena. Le labbra accennano un sorriso.
      Non indossa alcun gioiello, sulle vesti non appare nessun ricamo prezioso. La
semplicità con cui si presenta esalta la sua bellezza naturale.

      L’UOMO VITRUVIANO – L’Uomo Vitruviano è un disegno che rappresenta
uno studio di proporzioni del corpo umano tramite la figura di un uomo inserito nel
cerchio e nel quadrato. Linee geometriche in relazione tra loro secondo il modello della
sezione aurea.
      L’opera prende il nome dalla traduzione in volgare del trattato latino “De
Architettura” di Vitruvio
      Il corpo umano rappresenta l’elemento attorno al quale tutto deve essere
dimensionato; il corpo è un vero e proprio “metro di misura”, in una sintesi di
proporzione e armonia.

      Nel quadrato l’altezza dell’Uomo è pari alla distanza tra le estremità delle mani
con le braccia distese. Il segmento passante per l’ombelico divide i lati esattamente in
rapporto aureo tra loro.

                                                     Figura 12 – L’Uomo vitruviano

        L’ARTE MODERNA E LA SEZIONE AUREA

     Anche alcuni artisti moderni utilizzano il rettangolo aureo nelle loro opere. In
questo quadro e ben visibile l'impostazione artistica del pittore olandese Piet Mondrian
                                                                                                                                13

(1872-1944) che basa l'intero dipinto sull'accostamento di quadrati e rettangoli aurei.

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Figura 13 - Composizione con grigio ed ocra, 1918, olio su tela di Piet Mondrian

      L'architetto svizzero Le Corbusier ha, inoltre, sviluppato una scala di proporzioni
che ha chiamato Le Modulor, basata sul corpo umano, la cui altezza è divisa in una
sezione aurea che ha il suo punto centrale nell'ombelico.
      Il Modulor è uno strumento di misura nato, quindi, dalla statura umana e dalla
matematica. Un uomo con il braccio alzato fornisce nei punti determinanti
dell'occupazione dello spazio, il piede, la testa, l'estremità delle dita, tre intervalli che
generano una serie di sezioni auree.

                                   Figura 14 - Le Modulor di Le Corbusier ( Charles Edouard Jenneret)
                                                                                                                                14

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L’idea di Le Corbusier è che lo spazio e gli oggetti devono accordarsi
armoniosamente alla figura umana. Il Modulor, infatti, implica anche un’architettura
replicabile in serie, estremamente funzionale. Le abitazioni vengono costruite allo
stesso modo di un oggetto riproducibile su scala industriale (macchine da abitare).

                                        Figura 15 - Unità di abitazione a Marsiglia (Le Corbusier)

     Da Leonardo a Le Corbusier, dunque è sempre stato chiaro che la perfetta armonia
del corpo umano consente il suo corretto funzionamento.

       Un esempio ne è tutto ciò che interessa il movimento del corpo e, in particolare,
il sistema muscolare.

                                      EDUCAZIONE FISICA

          Il corpo umano in posizione anatomica è diviso in tre linee immaginarie:

      linea longitudinale (o mediana) che va dal vertice del capo al piano di
       congiunzione dei talloni
      linea sagittale che attraversa il corpo dal petto al dorso
      linea trasversale che attraversa il corpo da una spalla all’altra.
                                                                                                                                15

     Queste tre linee, essendo perpendicolari a due a due tra di loro, generano tre
diversi piani su cui si sviluppano i movimenti: piano frontale, sagittale e trasverso.

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Queste intersezioni, in un corpo con specifiche proporzioni, si basano tutte su
rapporti aurei, come evidenziato nella seguente figura.

                                                Figura 16 – Rapporti aurei e corpo umano

       La perfezione del corpo umano la troviamo anche se calcoliamo la nostra altezza
e la rapportiamo con la distanza dall'ombelico fino a terra.
       Altri rapporti aurei si ritrovano calcolando i rapporti fra
                    - la lunghezza del braccio e la distanza dal gomito e la mano
                    - la distanza anca-gamba e distanza anca-ginocchio

                    - la distanza spalle-ombelico e distanza spalle–fronte

      Anche nelle mani possiamo individuare il rapporto aureo 1,618, esattamente nel
rapporto delle falangi dell’anulare e del medio della mano.

          Nella figura seguente (n. 17) ritroviamo tutte queste proporzioni:
                                                                                                                                16

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Figura 17 - Le proporzioni del corpo umano

     Chiaramente non restano esclusi dal gusto del bello la faccia, le orecchie, la fronte,
gli occhi.

                                              Figura 18- Il rapporto aureo e il volto umano

          L’APPARATO LOCOMOTORE – I MUSCOLI

     Adeguate proporzioni consentono al corpo umano lo sviluppo di armonici
movimenti.
       Il corpo umano, infatti è una macchina complessa dotata di numerose parti
mobili ciascuna delle quali, opportunamente avvicinata, allontanata o bilanciata rende
possibile:

       la locomozione
       la postura
                                                                                                                                17

       la mimica facciale

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I muscoli sono in grado di muovere sia le ossa unite dalle articolazioni sia la
pelle sia gli organi interni. I movimenti di contrazione ed estensione dei muscoli
coinvolgono quindi altre parti del corpo umano. I muscoli sono paragonabili a
macchine capaci di trasformare la statica e inattiva energia chimica in attivo e dinamico
lavoro meccanico.

          I muscoli, in base all’azione generale che svolgono, si distinguono in:

           tonici e fasici: muscoli che servono a mantenere il tono muscolare
           flessori, estensori, adduttori, abduttori e rotatori: i muscoli posti anteriormente
           all’articolazione permettono, con la loro contrazione, la flessione (muscoli
           flessori, ad esempio il bicipite) e perciò l’avvicinamento delle parti interessate,
           quelli situati posteriormente hanno il compito di consentire l’estensione
           (muscoli estensori, ad esempio il tricipite), quelli che rendono possibile
           l’avvicinamento delle parti distanti dall’asse mediana del corpo (muscoli
           adduttori) o l’allottamento (muscoli abduttori) e quelli che permettono la
           rotazione interna o esterna (muscoli rotatori)
           agonisti, antagonisti e sinergici: un muscolo che produce, con la sua
           contrazione, un movimento si dice agonista di quel movimento; il muscolo che
           attiva il movimento opposto si dice antagonista; sinergici sono i muscoli che
           concorrono insieme ad esprimere un dato movimento.

          I muscoli, inoltre, sono suddivisi in tre grandi categorie:

           muscoli striati o scheletrici –sono deputati al movimento volontario e
            governati dal sistema nervoso centrale
           muscoli lisci – sono a contrazione lenta e il loro funzionamento non è
            volontario (perciò sono anche detti “involontari”) e rivestono le pareti degli
            organi interni
           muscolo cardiaco – è presente solo nel cuore ed è in grado di contrarsi
            continuamente, senza manifestare affaticamento.

LA CONTRAZIONE MUSCOLARE

      La contrazione muscolare è la proprietà del muscolo di accorciarsi e compiere le
proprie funzioni; quello che si verifica è un accoppiamento elettromeccanico dove
                                                                                                                                18

l’impulso nervoso viene propagato alla cellula muscolare e convertito in movimento.

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L’esempio più immediato che ci può venire in mente è quello del muscolo
scheletrico, la cui contrazione ci consente di sollevare un peso da terra ed è un tipo di
contrazione volontaria che però può rispondere anche a stimoli di riflesso; non
dimentichiamo che sicuramente il muscolo più importante è il cuore (le cui cellule si
contraggono circa 86400 volte al giorno!) che pur essendo un muscolo striato è
involontario.
      Il terzo tipo di contrazione muscolare è quella del muscolo liscio, così chiamato
perché non presenta le striature del muscolo scheletrico.

                                              Figura 19 - Contrazione dei tre tipi di muscolo

      Quella di interesse maggiore per gli sportivi è la contrazione del muscolo striato
o scheletrico.
      Il muscolo è costituito da tanti fasci di cellule: le fibre muscolari. La fibra
muscolare è costituita da una membrana esterna (sarcolemma) che racchiude fibre più
piccole dette miofibrille, immerse nel liquido citoplasmatico (sarcoplasma). Il
sarcoplasma contiene i mitocondri, elementi necessari per il lavoro delle fibre
muscolari e il reticolo sarcoplasmatico, molto importante per la trasmissione degli
impulsi nervosi alle fibre.

          Le miofibrille sono formate da due tipi di filamenti proteici:
                filamenti più voluminosi costituiti dalla proteina miosina
                filamenti più sottili costituiti dalla proteina actina

      I filamenti della miosina hanno propaggini laterali che, al momento della
contrazione, agganciano i filamenti di actina come denti di un ingranaggio (proprio
come la ruota dentata di Leonardo), incastrandosi profondamente nel senso della
lunghezza fra le fibre di miosina. L’unità contrattile delle miofibrille è detta sarcomero.
                                                                                                                                19

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Figura 20 – La contrazione muscolare

                    Il corpo umano, dunque, è una macchina complessa che consente il
movimento.
     Esattamente come le famose “macchine” di Leonardo.

                                             TECNOLOGIA

       Lo scorso anno ho avuto modo di visitare il “Museo della Scienza e della
Tecnologia” a Milano, la più grande esposizione permanente al mondo dedicata a
Leonardo da Vinci, dove in circa 1.300 mq è possibile ammirare modelli storici, opere
d’arte, volumi antichi e installazioni che fanno rivivere il genio di Leonardo in
un'esperienza coinvolgente nella dimensione emotiva, intellettuale e fisica.

       L'aspetto più innovativo del contributo tecnologico di Leonardo è lo studio
compiuto sugli organi delle macchine. Egli considera la macchina come il risultato
dell'assemblaggio di una serie di dispositivi elementari. Leonardo scompone le
macchine nei loro 'organi' fondamentali, studiandone le caratteristiche e il rendimento.

          Ecco alcuni esempi:
                                                                                                                                20

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 La vite e la ruota dentata. - Leonardo classifica accuratamente la vite,
       sforzandosi di misurarne la potenza e di precisarne le molteplici possibilità di
       impiego. Dedica, inoltre, particolare attenzione alla ruota dentata, fermando
       l'interesse sul profilo dei denti e classificando accuratamente i diversi tipi di
       movimento prodotti dalla variata combinazione di ruote dentate, ruote a pioli e
       rocchetti.

          La ruota dentata trasmette movimento a un’altra ruota o elemento dentato.
          Quando questo elemento è piccolo viene comunemente chiamato “pignone”,
          quando è grande viene chiamato “corona”. Gli ingranaggi sono disegnati per
          ridurre al minimo l’attrito e l’usura e possono essere di due tipi: ruote con denti
          o bastoncini tenuti assieme come una gabbia per uccelli.

                                                     Figura 21 – Vite e ruota dentata

      La carrucola - La carrucola è una ruota con un solco dentro la quale scorre una
       fune che viene utilizzata per sollevare o muovere pesi.

          Quando la fune viene tirata, l'attrito mette in moto la carrucola, la quale, girando
          sul suo asse, permette di sollevare pesi difficilmente spostabili direttamente con
          la sola forza dell'uomo.
                                                                                                                                21

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Figura 22 - Carrucola

      Il piano inclinato - È un metodo che sfrutta la forza di gravità: si tratta di una
       superficie inclinata che rende più facile tirare, spingere o far rotolare carichi
       pesanti. La pendenza dei piani inclinati può variare in base all'uso che se ne deve
       fare e alla forza d'attrito che il carico esercita sopra il piano stesso.

                                                       Figura 23 - Piano inclinato

     La vite aerea - In questo studio di vite aerea (figura 24), Leonardo arriva a
      ipotizzare e formulare in anticipo di secoli l'efficacia dell'elica, concependo una
      struttura molto simile, ispirandosi alle forme della natura e dando corpo alle sue
      osservazioni sulle caratteristiche dell'aria. Nelle intenzioni dell'inventore, la leva
      avrebbe dovuto "avvitarsi" nell'aria sfruttandone la densità similmente a quanto
      fa una vite che penetra nel legno.

                La macchina, concepita come una “vite senza fine” era costituita da una
                                                                                                                                22

          base circolare fissa inscritta in una corona mobile, a sua volta collegata a

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un albero di trasmissione verticale. Sull'albero è montata una struttura elicoidale
          rastremata verso l'alto, collegata tramite tiranti alla corona rotante della base.

                  Comunemente riconosciuto come l’antenato dell'elicottero moderno,
          questo progetto è interessante non tanto per le soluzioni meccaniche, quanto per
          il fatto che Leonardo individuò nell'aria, come nell'acqua, un fluido dinamico
          meno denso, attraverso il quale poter avvitare una macchina così progettata: ecco
          perché è più corretta la denominazione di “vite aerea” piuttosto che quella di
          “elicottero”.

                                            Figura 24 - La vite aerea (disegno foglio 83v Manoscritto B)

                Doveva essere azionata dalla forza muscolare di quattro persone che
          avrebbero impugnato le quattro aste del timone di manovra, rimanendo ferme e
          spingendo con i piedi una struttura collegata saldamente all’elica.
                In questo modo l’elica avrebbe preso a girare e, raggiunta un’ipotetica
          “presa” sull’aria, sarebbe volata via, lasciando a terra le persone e il pilone
          centrale.

                                                                                                                                23

                                            Figura 25 - Funzionamento della vite aerea

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Ed è proprio prendendo spunto dalla vite aerea che, nel partecipare al
concorso “Io sono Leonardo”, insieme ai miei compagni mi sono cimentato nella
costruzione di una macchina leonardesca un po’ futuristica.

       Infatti, dopo aver partecipato alla prima fase del concorso, la mia classe si è
classificata tra le prime 100 scuole e così abbiamo ricevuto in premio una scatola del
Meccano, che ci sarebbe servita per creare una “macchina del futuro”.
       Utilizzando il set del meccano e vari materiali di riciclo (ad esempio, coperchi
di piccoli vasetti per conserve e martellatine), in classe abbiamo costruito una macchina
con in coda una spirale che, ricordando proprio la vite aerea, avrebbe dovuto
“avvitarsi” nell’aria e spingere in avanti la macchina.

       Ho anche provato a costruire la struttura elicoidale secondo il modello della
spirale aurea, utilizzando dei bastoncini di legno simili agli stecchi del gelato.

       Ma le proporzioni dell’elica così costruita non ne consentivano il montaggio in
verticale e così ho dovuto rinunciare.

                                         Figura 26 - La nostra macchina leonardesca futuristica

      Leonardo negli ultimi anni della sua vita si trasferì in Francia, dove passò il
periodo più sereno della sua esistenza e dove si spense a 67 anni presso il maniero
di Clos -Lucé ad Amboise.

      Ed è proprio in Francia che è possibile ammirare uno dei più famosi esempi di
sezione aurea applicata alla architettura: Notre Dame de Paris.
                                                                                                                                24

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FRANCESE

      La Cathédrale de Notre-Dame (XIIe - XIIIe siècle) est située dans la partie
orientale de l’Île de la Cité, qui se trouve sur la Seine, au centre de Paris.

       Cœur du culte catholique de la Capitale, la Cathédrale représente un chef
d’œuvre d’architecture gothique ; célèbre en France comme dans le monde entier,
théâtre des événements les plus importants de l’histoire de France, la Cathédrale
représente l’un des monuments les plus visités de Paris.
          Le soir du 15 avril 2019 un violent incendie l’a ravagée.

                                                  Figura 27 – Incendie du 15 avril 2019

     Partout dans le monde les cathédrales gothiques basent leur structure sur les
formes bien définies du carré, du cercle et du pentagone, dont les dimensions
combinées correspondent approximativement au rapport 1 : 1,61.

      Notre-Dame de Paris est un édifice d’importance majeure par rapport aux
figures géométriques dérivées du rectangle d’or ; sa spécificité consiste dans le fait que
chaque élément de la façade (le premier ordre, le deuxième ordre, les deux tours) dérive
                                                                                                                                25

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du nombre d’or (aussi appelé La divine Proportion, la section dorée ou la proportion
dorée).

      La façade de Notre-Dame s’inscrit entièrement dans un rectangle d’or et un autre
rectangle d’or contient la partie médiane avec ses deux grandes fenêtres géminées et
sa rosace, surmontées par un galerie d’étroits arcs croisés.

          La façade principale est entièrement réalisée selon la proportion dorée, donc:

           la hauteur de la Cathédrale divisée par sa largeur équivaut à 1,61
           la hauteur totale est d’environ 1,61 fois la hauteur des deux premiers niveaux
           la largeur totale est d’environ 1,61 la largeur d’une tour plus la partie centrale.

L’image met en évidence les tronçons établis sur la façade selon la section dorée.

                                             Figura 28 - Cathédrale de Notre Dame de Paris

       La largeur de la façade principale est de 42 mètres. En considérant cette largeur
comme le côté d’un carré et en la reconduisant sur la longueur du plan, on obtient encor
trois carrés, c’est-à-dire 126 mètres. Une analyse de la section transversale révèle
qu’elle aussi s’inscrit dans un carré et que les divisions principales sont déterminées
par le 63° et 26’, selon le célèbre triangle dont la mesure de la base est exactement la
                                                                                                                                26

même que celle de la hauteur, qu’on retrouve partout dans cet édifice.

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Si on coupe ensuite un carré à partir d’un rectangle d’or de la façade, on obtient
toujours encore un rectangle d’or. Ces rectangles d’or ont été utilisés pour
concevoir d’une manière harmonieuse la façade et ils se répètent ensuite dans le plan.

      Les dimensions du plan intérieur de la Cathédrale sont : largeur 36 mètres,
longueur 108 mètres, c’est-à-dire trois carrés de côté 36 mètres.

       Au-dessus des portails de la façade occidentale de Notre-Dame, une bande
horizontale présente la Galerie des Rois, une galerie de vingt-huit arcs reposants sur
une série de petites colonnes; chaque arc abrite une statue de 3,5 mètres de hauteur
représentant l’un des rois de Judée. Le quatorzième roi à partir de gauche, David, est
le seul roi qu’on peut identifier.

                                         Figura 29 - Roi David – Galerie des Rois - Notre Dame

       David, le deuxième roi d’Israël, utilisait comme signature une étoile à six
branches, un ‘hexagramme’ né à partir de l’union de deux triangles équilatéraux croisés
et renversés.
                                                                                                                                27

                                                      Figura 30 - La stella di David

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RELIGIONE

      La stella di David rappresenta la civiltà e la religione ebraica.
      La stella a sei punte è un chiaro esempio di sezione aurea. Nelle figure seguenti
si vede chiaramente l’esagramma formato dai due triangoli equilateri, secondo il
rapporto aureo e la costruzione delle spirali auree.

                                     Figura 31 – Esagramma - rapporto aureo – spirale aurea

      Il nome Davide in ebraico antico (al tempo di Re Davide) è formato da tre lettere,
"Dalet", "Vav" e "Dalet".
      La lettera Dalet in antico ebraico è un triangolo.
      La lettera di mezzo, "Vav", significa sei – ed ecco perché la stella ha sei punte.
      Re Davide ha usato questo simbolo sul campo di battaglia sul suo scudo.
      In conseguenza dell'emancipazione giudea dopo la Rivoluzione francese, le
comunità ebraiche scelsero la Stella di David per rappresentarsi, un po' come la croce
usata dalla maggioranza dei cristiani.

          ORIGINI DELL’EBRAISMO

      La storia dell’ebraismo inizia circa quattro millenni orsono allorché, secondo la
Bibbia, Dio strinse un’alleanza con Abramo, uno dei tre fondatori della religione
ebraica; gli altri sono Isacco, figlio di Abramo, e l’altro è Giacobbe, figlio di Isacco.
                                                                                                                                28

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L'Ebraismo è religione monoteistica basata sugli scritti della Torah.
      Dall'Ebraismo si fanno derivare numerose altre religioni, tra cui le due principali
sono il Cristianesimo e l'Islam.

      Il popolo ebraico si considera il popolo eletto, vale a dire il prescelto da Dio. La
volontà di Jahwèh è espressa nei dieci comandamenti dati a Mosè sul monte Sinai e
nella Bibbia.

      All’origine della storia del popolo d’Israele c’è un comando divino rivolto ad
Abramo: “Lascia il tuo paese, esci dalla tua terra, io ti darò una nuova terra e la tua
discendenza diventerà un popolo, il popolo della mia alleanza, e in te saranno
benedette tutte le nazioni della terra”. Ad Isacco, figlio della promessa e a Giacobbe
Dio rinnovò l’alleanza e tutte le promesse che essa conteneva.

      Intorno al 1700 a.C. i figli di Giacobbe migrarono in Egitto, si moltiplicarono,
divennero un vero popolo, fecero fortuna e uno di loro, Giuseppe, divenne persino
viceré. Ma, in seguito ad un rivolgimento politico, gli Ebrei vennero sottomessi come
schiavi dai faraoni e finirono sfruttati.

       Verso il 1250 a.C. apparve sulla scena Mosè: nel deserto di Madian, Dio lo
incaricò di liberare il popolo d’Israele: Mosè guidò così la fuga dall’ Egitto attraverso
il Mar Rosso.

       Accadde poi l’evento decisivo per Israele: ai piedi del monte Sinai ci fu la
rivelazione di Dio e la promulgazione della Torah, con cui Dio rinnovava a tutto il
popolo eletto, il patto di alleanza già stretto con Abramo.
      Ancora quarant’anni di peregrinazioni nel deserto e finalmente Israele, morto
Mosè, sotto la guida di Giosuè conquistò Canaan, la terra promessa ai padri e riuscì
finalmente a stabilirvisi.

       Stabilitisi nella terra di Canaan, gli israeliti sono governati dapprima da uomini
di forte personalità, cosiddetti giudici, poi da veri e propri re come Davide, sotto la cui
guida il regno d’Israele assume Gerusalemme come capitale.

     PRINCIPI FONDAMENTALI DELL’EBRAISMO E DIFFERENZE CON
IL CRISTIANESIMO

     Un principio di fondamentale importanza dell’ebraismo è l’alleanza fra Dio e il
                                                                                                                                29

popolo ebraico. Tramite l’accettazione del patto stipulato in origine con Abramo, il

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popolo ebraico si è impegnato a riconoscere Dio e a rispettare la sua Legge; il popolo
ebraico si riconosce come il popolo eletto, quello destinato a testimoniare agli altri
popoli, con l’esempio delle loro azioni, l’esistenza di Dio.
       Tra le feste religiose, la principale è quella settimanale del sabato, che ricorda il
riposo di Dio.
       Vediamo adesso quali sono le principali differenze tra Ebrei e Cristiani
       Centrale per comprendere la differenza tra Ebrei e Cristiani è la considerazione
della figura di Cristo.
     I Cristiani riconoscono in Gesù il Messia venuto tra gli uomini per annunciare il
Regno dei Cieli e morto in croce per salvare l’umanità intera dai propri peccati.
       Per gli Ebrei invece Gesù fu un semplice profeta, e attendono ancora l’arrivo del
vero Messia, che verrà sulla Terra per salvare il popolo Ebraico e inaugurare una nuova
era di pace, armonia e felicità, dove gli uomini giusti potranno prosperare per l’eternità.
Dal momento che non riconoscono l’importanza della passione della morte di Gesù,
per gli Ebrei il simbolo della croce non ha un particolare valore religioso.
       Anche i luoghi destinati alla preghiera e alla celebrazione delle cerimonie
religiose distinguono Ebrei e Cristiani.
      I Cristiani praticano il loro culto nella Chiesa, che è sì un luogo fisico, ma è
soprattutto una comunità di persone riunite nella fede in Cristo.
      Gli Ebrei invece si riuniscono nella Sinagoga, parola il cui significato è “casa di
riunione”.
       Ebrei e Cristiani si differenziano anche per il rapporto con le Sacre Scritture.
       Gli Ebrei fanno infatti riferimento soprattutto al Vecchio Testamento, e in
particolare alla Torah, i 5 libri che costituiscono la prima parte della Bibbia,
ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, e che raccontano la
fondazione del popolo ebraico e la storia dell’Alleanza con Dio. Non riconoscono il
Nuovo Testamento, in quanto incentrato su Gesù, che loro non accettano come Messia.
       Il testo sacro per i Cristiani invece è la Bibbia, composta da Antico Testamento e
soprattutto Nuovo Testamento.
       La dimensione della fede cristiana è più individuale rispetto a quella ebraica, in
quanto i Cristiani professano la redenzione personale attraverso Gesù Cristo, che salva
dal peccato ed eleva l’uomo al di sopra della sua natura fallace, nel nome di una Nuova
Alleanza con Dio, mentre gli Ebrei vedono la salvezza nel perpetrarsi della tradizione,
del dialogo tra Dio e il Popolo Eletto, dell’antica alleanza tra Dio e Abramo, e poi Dio
                                                                                                                                30

e Mosè.

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Ancora, i Cristiani adorano Dio come Uno e Trino; gli Ebrei rivendicano l’unità
e unicità di Dio.
          Anche i Sacramenti sono diversi tra le due professioni di fede.
      I Cristiani cattolici celebrano l’Eucarestia e predicano l’importanza
della Confessione, che mancano completamente nella religione ebraica, mentre
condividono con essa il Sacramento del Battesimo.
       Ci sono ulteriori differenze anche in cosa credono gli Ebrei rispetto
ai Cristiani. Questi ultimi venerano i santi e la Vergine Maria, tanto da dedicare loro
santuari e celebrazioni, mentre gli Ebrei venerano solo Dio, Yahvé, il cui nome non può
essere pronunciato.

          I SIMBOLI DELL’EBRAISMO

La Menorah
       E’ una parola che deriva dalla stessa radice di or, cioè luce, e indica il candeliere
a sette braccia, altro simbolo dell’ebraismo.
       Esso si trovava nel santuario “nomade” costruito da Mosè per l’Arca del Patto;
era alimentato da olio d’oliva. Fece poi parte degli arredi sacri del Tempio di
Gerusalemme, tanto è vero che la prima raffigurazione della Menorah compare
sull’arco di Tito, a Roma, che celebra appunto la distruzione e il saccheggio del
Santuario ebraico.

                                                         Figura 32 -La Menorh

Il Tallet
       L'ordine di indossare delle frange agli angoli dei vestiti si trova scritto nella
Torah. Il suo scopo è quello di essere facilmente riconoscibili. Vi sono due tipi di
                                                                                                                                31

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Tallet: l'uno è più piccolo, "Tallet Katan", e va indossato tutto il giorno sotto i vestiti;
l'altro più grande e si indossa soltanto durante le Tefillot della mattina.

                                                           Figura 33 - Il Tallet

La Kippah
       La kippah è il copricapo usato dagli uomini per ogni benedizione o cerimonia
religiosa, alla sinagoga, al cimitero, in luoghi pubblici o anche in privato (durante i
pasti, ad esempio).
       Non c’è nessun comandamento legato a questo obbligo, è una tradizione che ha
preso forza di legge. Coprirsi la testa è un richiamo all’autorità divina.
       La kippah è un segno di umiltà e di riconoscenza della presenza divina nella vita
quotidiana.

                                                         Figura 34 - La Kippah

PERSECUZIONI DEGLI EBREI

      Nel XX sec. nella Germania nazista iniziò l’Olocausto (dal greco, “rogo
                                                                                                                                32

completo”) di tutte le etnie o gruppi di persone considerati indesiderabili (omosessuali,
Ebrei, zingari ecc.). L’Olocausto causò la morte di sei milioni di Ebrei.

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Fu una vera e propria “spirale d’odio” …. Una spirale che di “aureo”, però, non
aveva proprio nulla.

                                                          STORIA

       A partire dalla fine del XIX secolo presero piede in Europa le teorie razziali.
       L’umanità intera venne divisa in razze diverse tra loro sia per caratteristiche
fisiche che morali. Secondo alcuni pseudoscienziati, i tratti fisici di una persona erano
lo specchio del suo carattere quindi, studiando la fisionomia, era possibile capire se
una persona aveva tendenze criminali, era poco o molto intelligente, era onesta o no
ecc.
       Poiché i tratti fisici erano strettamente legati alle caratteristiche morali, come
conseguenza vi erano razze fisicamente e moralmente superiori ed altre inferiori.
       Gli Ebrei vennero considerati una razza inferiore e tutte le caratteristiche
negative con cui erano stati sempre rappresentati, l’avidità, l’avarizia, il materialismo,
la malevolenza, divennero un tratto immutabile della presunta “razza ebraica”.
       Il programma politico nazista, incentrato sull’odio verso gli Ebrei, fece proprie
queste idee.

          La persecuzione degli Ebrei può essere suddivisa in 4 fasi.

PERSECUZIONI DEGLI EBREI NELLA GERMANIA NAZISTA

I fase 1933–1938: l’esclusione

       Nel 1933 in Germania andò al potere il partito Nazista guidato da Adolf Hitler.
       Appena giunto al potere Hitler eliminò l’opposizione. Neppure un mese dopo il
suo insediamento aveva creato una polizia speciale, la Hilfpolizei che cominciò ad
operare immediatamente, arrestando 12.000 persone.
       Il Führer promulgò il Decreto per la Difesa del Popolo e dello Stato. Questo
decreto permetteva restrizioni alle libertà individuali, all’espressione, al diritto di
associazione e di riunione ecc. e permetteva la carcerazione preventiva degli individui
                                                                                                                                33

ritenuti pericolosi per il regime. Migliaia di persone finirono nei primi campi di
concentramento.

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Progressivamente con i vari provvedimenti che si sono poi succeduti:

          1. I giudici ebrei furono sospesi dall’incarico
          2. Si esclusero tutti gli ebrei dal pubblico impiego, dallo sport e dai club sportivi
          3.Gli ebrei furono banditi dai giornali tedeschi, espulsi dall’esercito e dichiarati
          inadatti al sevizio militare
          4. Venne negato l’esercizio della professione ai musicisti ebrei
          5. Gli ebrei furono privati della cittadinanza tedesca e si proibirono i matrimoni tra
          ebrei e non ebrei
          6. Gli ebrei furono obbligati a consegnare apparecchiature elettriche ed ottiche,
          biciclette e macchine per scrivere e dischi
          7. Furono confiscati i loro beni e venne loro proibito di possedere fattorie e lavorare
          nel settore agricolo
          8. Gli avvocati ebrei furono banditi dai tribunali
          9. I medici ebrei non poterono più curare i tedeschi ariani e tutti gli ebrei fu negata
          l’assistenza medica statale
          10. Si vietò agli ebrei di accedere alle scuole pubbliche, di andare a teatro o al cinema,
          di risiedere in alcune parti della città.
          11. A tutti gli ebrei venne tolta la cittadinanza.

     Nei libri per l’infanzia delle scuole della Germania nazista, si insegnava ai
bambini tedeschi a disprezzare e allontanare gli Ebrei.

                                        Figura 35 - Il cartello dice "Qui gli ebrei sono indesiderati"

      La stampa nazista cominciò a raffigurare l’ebreo come un topo o uno
scarafaggio, per denigrarlo.
                                                                                                                                34

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Figura 36 - Ebrei come topi

II fase marzo 1938– settembre 1939: l’emigrazione

       Con il marzo del 1938 la Germania iniziò la sua espansione territoriale: venne
annessa l’Austria e l’anno successivo Hitler occupò la Cecoslovacchia, la Boemia e la
Moravia.
       In poche settimane le disposizioni naziste antiebraiche vennero applicate nei
territori annessi. Per favorire l’emigrazione, nell’agosto del 1938 fu istituito un Ufficio
Centrale per l’Emigrazione Ebraica.
       Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 la situazione degli ebrei precipitò
drammaticamente. Il 6 novembre 1938, a Parigi, un giovane, figlio di Ebrei polacchi
espulsi dalla Germania, attentò alla vita di un segretario dell’ambasciata tedesca, che
morì due giorni dopo per le ferite riportate.
       Con il pretesto dell’attentato, le autorità naziste, che da tempo pensavano ad
un’azione violenta contro gli Ebrei, scatenarono un’ondata di violenze antisemite nota
come “la notte dei cristalli”.
       Vennero distrutte 195 sinagoghe e saccheggiati 7.500 negozi. Furono attaccate
anche case private: vi furono furti e distruzione di mobili e suppellettili.

                                 Figura 37 - Vetrine infrante di negozi Ebrei durante la Notte dei Cristalli
                                                                                                                                35

     Le vittime furono 91 e 26.000 Ebrei vennero deportati nei campi di
concentramento.

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Dopo la notte dei cristalli la situazione degli Ebrei in Germania e nelle zone
occupate diventò ancora più difficile.

III fase settembre 1939 – giugno 1941: l’espulsione e il raggruppamento

     Dopo l’occupazione della Polonia nel settembre 1939 (che diede avvio alla
seconda guerra mondiale), venne intrapreso un piano di riassetto del Reich.

      Il piano prevedeva che le zone occidentali della Polonia, dovessero essere
occupate da una popolazione tedesca pura. Per fare ciò dovevano essere espulsi i
polacchi, gli ebrei e gli zingari e vi dovevano essere reinsediati i gruppi etnici tedeschi
dell’Europa orientale.

      Il piano nazista prevedeva quindi tre fasce di popolazione, tedesca, polacca,
ebrea, in progressione da occidente verso oriente.
          Gli Ebrei sarebbero stati deportati nelle aree più lontane dai territori tedeschi.

IV fase 1941– 1945: lo sterminio

          Nel 1941 Hitler invase l’Unione Sovietica.

       Era evidente che non si potevano eliminare tutti gli Ebrei sovietici con la
fucilazione. Inizialmente vennero sperimentati furgoni a gas con i quali furono
comunque uccisi migliaia di ebrei. Poi si decise di passare ad impianti permanenti,
sfruttando anche l’esperienza del personale dell’Operazione T4 che si era occupato
dell’eliminazione dei malati di mente.

      Il primo esperimento avvenne il 3 settembre ad Auschiwitz: 850 persone, tra cui
600 prigionieri di guerra russi, vennero uccisi
          Ebbe così inizio la fase della soluzione finale.

CAMPI DI STERMINIO E DI CONCENTRAMENTO

      I campi costruiti dai nazisti avevano caratteristiche diverse a seconda dello scopo
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per cui erano stati costruiti.

La sezione aurea – Andrea Todisco
classe 3^ sez. I – Scuola secondaria di primo grado “E. Medi”- IC Lombardo Radice Pappalardo- CASTELVETRANO (Tp) a.s. 2019/20
Figura 38 - Mappa dei campi di concentramento e di sterminio

      I CAMPI DI STERMINIO erano destinati all’uccisione immediata degli ebrei.
      Erano dotati di camere a gas e forni crematori, ma non avevano strutture per
ospitare i prigionieri nemmeno per un giorno, né per distribuzione di cibo.
      Gli ebrei che vi arrivavano, dopo essere stati spogliati di ogni avere e denudati,
venivano immediatamente inviati nelle camere a gas.
      I campi di sterminio erano quattro: Bełzec, Chełmno, Sobibór, Treblinka e si
trovano in Polonia.

       I CAMPI DI CONCENTRAMENTO ospitavano non solo ebrei, ma anche
altre categorie come Testimoni di Geova, omosessuali, rom, detenuti comuni o politici
ecc.
       Le condizioni di vita degli ebrei erano comunque le peggiori.
       Gli ebrei erano costretti a lavorare fino allo sfinimento, ricevevano cibo
insufficiente poiché il fine ultimo era comunque la loro morte, ma se ne voleva sfruttare
la forza lavoro.
        Gli internati morivano per la fatica, le dure condizioni di lavoro, l’alimentazione
insufficiente, le malattie.
       I campi di concentramento erano strutturati in campi centrali e campi satellite
costruiti in vicinanza di fabbriche, cave o miniere. Il campo di Auschwitz ad esempio
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era collegato a 40 campi esterni, Buchenwald a più di 70. Questo portava a migliaia il
numero dei campi. Era un campo di concentramento anche Dachau.

       I CAMPI MISTI erano campi di concentramento che funzionavano anche
come campi di sterminio.
       Gli inabili al lavoro, i malati che non passavano la selezione, venivano infatti
inviati alla selezione ed uccisi nello stesso campo.
       Il più grande dei campi misti fu senz’altro Auschwitz–Birkenau.

                                          Figura 39 - Il campo di Auschwitz-Birkenau in Polonia

       Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche che insieme agli alleati avevano
combattuto Germania Nazista arrivarono nella città polacca di Oświecim – i tedeschi
la chiamavano Auschwitz – e scoprirono uno dei più famosi campi di concentramento
e sterminio.
       Per ricordare il genocidio nazista di sei milioni di individui, donne, uomini e
bambini, colpevoli di essere Ebrei e le altre vittime del nazismo, la Repubblica italiana
ha istituito il “Giorno della memoria” proprio in questo anniversario.

PERSECUZIONI DEGLI EBREI IN ITALIA

       Le prime leggi razziali in Italia, e quindi l’inizio della persecuzione degli ebrei,
risalgono al 1938.
       Nel settembre 1938, infatti, il Consiglio dei Ministri varò le prime norme
antiebraiche, fra cui i provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista
(Regio decreto–legge 5 settembre 1938, n. 1390) che vietava agli ebrei l’accesso alle
scuole statali e la sospensione dal servizio di insegnanti, presidi e direttori scolastici di
“razza ebraica”.
       Con il decreto legge del 17 novembre 1938-XVII, n.1728, gli ebrei in Italia non
possono più:
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