LA SCINTIGRAFIA OSSEA NEL CAVALLO SPORTIVO - Testo informativo e preliminare alle immagini sequenziali.
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LA SCINTIGRAFIA OSSEA NEL CAVALLO SPORTIVO. Testo informativo e preliminare alle immagini sequenziali. A cura del Cap. Vet. Dr. Stefano NARDI , Specialista in Radiologia Veterinaria, I.Q.P., Montelibretti (Roma) Premessa A partire della metà degli anni ‘70, anche la medicina veterinaria ha rivolto la propria attenzione alla scintigrafia , il che ha comportato sviluppo dello studio e della pratica nel settore. Attualmente la scintigrafia e in particolare quella ossea, rappresenta una delle tecniche più utili e ricche di nuove applicazioni nella diagnostica per immagini delle zoppie nel cavallo sportivo. Relativamente al tessuto osseo la radiologia, metodica tradizionale di imaging diagnostico, riconosce una patologia scheletrica attraverso i cambiamenti morfologici e strutturali che la malattia induce. A parte il caso delle fratture di rilievo, tali cambiamenti, segnatamente nelle osteodistrofie e osteodisplasie, nelle neoplasie, nelle malattie di tipo osteodegenerativo, rappresentano l’esito dei processi dinamici elaborati dal tessuto osseo in risposta alla patologia, e possono impiegare tempi relativamente lunghi prima di diventare radiologicamente evidenziabili La scintigrafia ossea è invece un metodo diagnostico che rileva questi processi sul nascere e ne localizza tempestivamente la sede anatomica. La differenza fondamentale tra queste metodiche è data dalla loro sensibilità: la radiologia elabora una informazione molto accurata ma tardiva della lesione e per questo risulta altamente specifica e scarsamente sensibile, mentre la scintigrafia ossea che elabora un’informazione più grossolana ma assai precoce della lesione, risulta altamente sensibile ma scarsamente specifica. La tecnica scintigrafica La scintigrafia si basa sulla somministrazione di un radiofarmaco e sul rilevamento e la registrazione della sua distribuzione nell’organismo. Il radiofarmaco è costituito da una molecola (farmaco) con tropismo selettivo per un organo o un tessuto e da un radionuclide o “tracciante rad.ioattivo” che permette di reperirlo all’interno dell’organismio. Il radiofarmaco di elezione nella scintigrafia ossea è il Tecnezio 99m Metilen-Difosfonato (99m MDP). Si tratta di una molecola fosforica che emette radiazioni gamma, che presenta i vantaggi di un buon tropismo per il tessuto osseo, di una rapida escrezione renale e soprattutto di una breve emivita (6 h) che lo rende particolarmente sicuro e maneggevole. Questo ultimo dato è significativo riguardo alla protezionistica ambientale, dei soggetti, degli operatori professionali. Dopo iniezione e.v., il radiofarmaco diffonde in tutto l’organismo attraverso il letto vascolare; giunto allo scheletro si lega ai cristalli di idrossisapatite che vi trova liberi nel liquido extracellulare. La quantità di questi ultimi è direttamente proporzionale al metabolismo osseo; il loro aumento è indice di attivo rimodellamento tissutale e ricambio minerale. L’intensità di questo rimodellamento regola la quantità di radiofarmaco fissata dallo scheletro. La radiazione emessa dal radiofarmaco viene rilevata mediante la gamma-camera. Questo strumento è costituito da un sistema di rilevamento ed uno di elaborazione. Il primo, la parte più delicata a preziosa del sistema, consta di un “cristallo” e di una serie di “fotomoltiplicatori”. Il cristallo registra le radiazioni gamma 1
sottoforma di “eventi”. Ciascun “evento” viene trasformato in segnale elettrico dai “fotomoltiplicatori” che ne registrano l’energia di emissione e ne localizzano la sorgente. Le informazioni contenute nel segnale vengono elaborate dal computer e presentate in forma di immagine o di grafici. L’immagine risultante dipende dalla distribuzione del radiofarmaco nell’organismo e dalla sua captazione nel tessuto in esame. Tra le condizioni che causano aumento del rimodellamento osseo, si considerano gli stati infiammatori correlati alle più comuni patologie ortopediche e caratterizzati da intensa attività osteoblastica e osteoclastica. A parte rare eccezioni, le lesioni del tessuto osseo di tipo infiammatorio determinano un aumento del rimodellamento tissutale che disegna nell’immagine scintigrafica zone di maggiore radioattività (“HOT SPOTS”). Dal momento dell’iniezione e.v. del radiofarmaco, la sua distribuzione nell’organismo segue tre fasi distinte: - la prima, detta “vascolare”, inizia immediatamente dopo l’iniezione e dura solo pochi minuti. Durante questa fase il radiofarmaco diffonde in tutto il torrente circolatorio e la sua dimostrazione con gammacamera può fornire informazioni sulla perfusione vasale individuando aree ischemiche o iperemiche; - la seconda fase, detta “dei tessuti molli”, inizia cinque – dieci minuti dopo l’iniezione. Il radiofarmaco diffonde nel liquido extracellulare, concentrandosi in modo aspecifico in ogni tessuto dove questo liquido risulta aumentato, ad esempio nei tessuti flogistici. - da due a tre ore dopo l’iniezione si verifica la terza fase, quella “ossea” propriamente detta, in cui il 60-70% del radiofarmaco si trova concentrato nello scheletro mentre la restante quantità è risulta quasi totalmente escreta per via renale. In questa fase non si riscontrano più tracce di radioattività nel sangue. Lla vescica è il massimo collettore della radioattività residua. A volte, nella seconda e terza fase si assiste alla concentrazione di radioattività nel del tessuto muscolare danneggiato; questo rilievo deve essere considerato, per il suo interesse diagnostico e soprattutto per evitare errori interpretativi. In questi casi si può ripetere l’esame ricorrendo al Tc99m Pertecnetato, che non avendo affinità per il tessuto osseo, consente di chiarire eventuali dubbi. Le immagini diagnostiche possono essere riprese in ciascuna delle fasi precedentemente descritte, ricavandone informazioni sia statiche sia dinamiche; nella scintigrafia ossea il contenuto informativo maggiore è senza dubbio prodotto dalla terza fase. In questa fase l’immagine scintigrafica rappresenta la localizzazione del Tc99m MDP nelle aree di maggiore rimodellamento del tessuto osseo. Poiché l’osso non è quel tessuto inerte che sembra, ma è sempre in costante turnover, tutto lo scheletro presenta un certo grado di accumulo di radiofarmaco e quindi di attività. Il rimodellamento osseo è condizionato non solo dalla presenza di stati patologici, ma anche da eventi del tutto fisiologici: Per questo motivo è normale rilevare un certo aumento di attività in corrispondenza delle fisi ossee di animali giovani o nei distretti sottoposti a maggiori carichi dinamici. Un altro fattore da tenere in considerazione è la perfusione vasale locale: un suo aumento o diminuzione può condizionare l’accumulo 2
del radiofarmaco, aumentando o riducendo la captazione fino a 2-3 volte i valori normali, come in caso di iperemia infiammatoria. Come in tutti i sistemi di imaging diagnostico, anche nella scintigrafia ossea il contenuto informativo è ampiamente condizionato dalla qualità dell’immagine. Essa dipende dal numero di “eventi” registrati, che si aggira mediamente tra 100mila e 300mila per le parti distali degli arti, ma deve essere innalzato fino anche ad un milione, nei distretti anatomici più grandi ed in presenza di maggiori masse di tessuti molli (es.: bacino). ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Strumenti e procedure nell’I.Q.P. (Testo esplicativo delle immagini che seguono) Presso la I.Q.P. di Montelibretti (Roma) viene impiegata una gammacamera mobile modello GENERAL ELECTRIC – STARCAM 300. Essa è dotata di un cristallo di 30 cm di diametro e della possibilità di movimento autonomo grazie ad un motore elettrico. 3
L’immagine fornita è di elevata qualità diagnostica in rapporto anche al tipo di collimatore impiegato. La mobilità dello strumento ha reso possibile il suo impiego senza ulteriori spese per la realizzazione di carrelli o mezzi di sospensione. Tale esigenza è comunque avvertita laddove la capacità di movimento globale del “cristallo” risulta spesso limitata. La gammacamera viene impiegata nella sala chirurgica dell’Infermeria, nella quale sono garantite tutte le condizioni necessarie: controllo della temperatura per evitare rapidi sbalzi termici pericolosi per il cristallo; pavimento e pareti in materiale lavabile per assicurare una veloce decontaminazione; spesse pareti per una efficace schermatura verso l’esterno; disponibilità degli strumenti anestesiologici necessari per gli esami condotti in narcosi. Le immagini elaborate vengono presentate su monitor a colori e all’occorrenza riprodotte su pellicola radiografica tramite stampante G.E.-STARIMAGER. Monitor 4
Collegati alla sala chirurgica esistono due piccoli ambienti con funzione di “Camera Calda” e di “Anticamera”. Nella “Camera Calda” avvengono tutte le manualità per la preparazione del radiofarmaco a partire dal generatore e può accedervi solo il personale preposto all’operazione, protetto da indumenti e schermi antiradiazioni: le pareti di questo ambiente sono rivestite di gomma facilmente lavabile e circondate da una intercapedine di piombo. 6
Nell’”anticamera” si procede al controllo della contaminazione personale tramite contatore Geiger-Muller ed alla eventuale decontaminazione. Eventuali residui contaminanti (siringhe e flaconi con tracce di radiofarmaco, indumenti contaminati, ecc.) vengono raccolti in apposito contenitore piombato nella “Camera Calda” dove restano fino al decadimento di ogni attività residua. 7
Il percorso compiuto da cavallo prima e dopo l’esame è interamente rivestito di gomma lavabile su pavimento e pareti. I due box destinati ad ospitare i cavalli non permettono l’allontanamento delle urine e vengono provvisto di un cartello di pericolo di radiazone dal momento dell’inoculazione del farmaco fino alle 48 ore successive. Durante questo periodo l’accesso del personale ai box è limitato al minimo e la lettiera non viene rinnovata fino al pieno decadimento del Tc 99m in essa contenuto, quando viene rimosso il cartello di pericolo la lettiera è trattata come un normale rifiuto di scuderia. La dose di radiofarmaco somministrata al paziente viene calcolata in base al principio della minima quantità necessaria. Essa varia con la sensibilità della gammacamera, con il tempo disponibile per l’acquisizione, e naturalmente con il peso del cavallo. Viene usata una dose media di 2,6 mCi / 10 kg p.c., pari a 96,2 MBq / 10 kg p.c. Ad eccezione della scintigrafia nella prima fase “vascolare”, l’iniezione e.v. del radiofarmaco avviene all’interno del box. Allo scopo di migliorare la perfusione vasale può essere utile far prima trottare il cavallo per 10 minuti. 8
Dopo la somministrazione si rivestono le parti distali degli arti con cellophane o altro materiale impermeabile, per impedirne il contatto con la lettiera contaminata dalle urine. Per l’acquisizione della scintigrafia nella terza fase (“ossea”), il cavallo viene sottoposto all’esame con gamma camera da 2 a 3 ore dopo l’iniezione e.v. L’esame può essere condotto con l’animale sedato (detomidina 1 mgr / q.le p.c., seguita da romifidina 5 mgr / q.le p.c.) oppure in anestesia generale. 9
Quest’ultima procedura assicura la massima “collaborazione” del paziente ma impone costi maggiori e tempi più lunghi. Tutto il personale coinvolto nelle operazioni è protetto da indumenti anti-X e guanti monouso in gomma. Guanti e rilevatori. 10
Camice piombato. Schermature. Durante l’esame è sempre disponibile un secchio con poca segatura per la collezione delle urine eventualmente emesse. Allo scopo di ridurre i rischi da movimenti del cavallo, il tempo necessario ad acquisire una immagine deve essere il più breve possibile, considerando accettabile una velocità di 100mila eventi / minuto. Dopo l’esame, il cavallo viene ricondotto nel box dove resta per 48 ore prima di essere dimesso. La scintigrafia ossea viene usata presso l’I.Q.P. di Montelibretti solo nei casi in cui la visita clinica e le tradizionali tecniche diagnostiche non siano pervenute all’esatta localizzazione della causa di zoppia. Attualmente il numero di esami condotti non è elevato ma può essere significativo in termini clinici (non statistici). Si è formulata la diagnosi di alcune patologie altrimenti nascoste, come in due casi 11
iniziali di lesione simil-cistica, una di un condilo distale laterale del metacarpeo III ed una della seconda falange; in un caso di infiammazione del legamento interosseo tra metatarsei III e IV; in un caso di di microfratture da avulsione del metatarseo principale in corrispondenza dell’origine del legamento sospensore del nodello. Insieme a riscontri palesemente positivi si sono verificati risultati di più complessa interpretazione, come in un caso di sospetta patologia della terza falange in corrispondenza dell’inserzione del Tendine Flessore Profondo delle falangi, sulla cresta semilunare. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Considerazioni conclusive Negli ultimi anni, centri specialistici in medicina nucleare veterinaria sono sorti in tutto il mondo e alcuni anche in Italia. La scintigrafia ossea sta dunque diventando un ausilio diagnostico sempre più importante nell’indagine della zoppia del cavallo. Ciononostante, essa ne rappresenta una parte e non deve mai sostituirsi ad un accurato esame clinico corredato di anestesie diagnostiche e dell’esame radiografico. Oggigiorno, è opportuno che tutti gli operatori del settore veterinario equino siano bene informati sull’esistenza di questa metodica e sulle sue applicazioni nella diagnosi delle affezioni muscolo-scheletriche del cavallo . ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ CASI CLINICO N°1 12
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CASO CLINICO N°2 16
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CASO CLINICO N°3 20
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CASO CLINICO N°4 25
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CASO CLINICO N°5 31
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