LA RINASCITA SCIITA NEL MEDIO ORIENTE - Le sociopolitiche dell'invasione americana dell'Iraq nel contesto mediorientale
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LA RINASCITA SCIITA NEL MEDIO ORIENTE. Le conseguenze sociopolitiche dell'invasione americana dell'Iraq nel contesto mediorientale
Lo sciismo • L’immaginario collettivo sciita e il martirio di Kerbala • Il paradigma sciita: difesa identitaria e dei principi religiosi, emancipazione, oscillazione tra insurrezione e quietismo • Lo sciismo come componente “sovversiva” della storia islamica incoerentemente accusato di fondamentalismo
La grande scissione • La successione del carisma: Ali indicato dal Profeta prende il potere solo dopo il terzo califfo ben guidato; viene ucciso da un tiranno usurpatore e i suoi figli vengono allontanati (Hassan) e uccisi (Hussein a Kerbala)
Le similarità sunniti - sciiti • Sui temi fondamentali non si registrano grosse differenze (monoteismo, ruolo di Maometto, giorno del giudizio, Corano e Sunna). • I 5 pilastri (+1): • La testimonianza di fede • Le preghiere rituali • L'elemosina canonica • Il digiuno durante il mese di Ramadan • Il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita (ma anche alle tombe degli Alidi) • Jihad (spirituale)
Le differenze sunniti – sciiti nella ortoprassi • Venerazione di Ali e della sua famiglia (Alidi: Fatima, Hussein e Hassan) • Ruolo dell’Imam come mediatore tra Dio e i credenti e guida spirituale/politica • L’occultamento dell’ultimo imam (Sadiq) e l’attesa del ritorno come Mahdi nel giorno del giudizio. Gli Ulama sono i dotti vicari dell’imam nell’attesa del Mahdi (clero sciita – indipendente economicamente dallo stato e sostenuto dai seguaci, ma sempre privo di un potere unificante e centralizzato) • Il matrimonio temporaneo o definitivo
La problematica del wuquf (fermarsi) legata all’imamato • Qual è l’ultimo Imam prima dell’occultamento? • Zaiditi si fermano al quinto Imam • Ismailiti al settimo • Duodecimani al dodicesimo • Drusi e Alauiti dopo il dodicesimo • Bohra e Khoja non si sono fermati e hanno un Imam vivente • Differenze anche sulla divinizzazione (ismailiti), mediazione (duodecimani) e umanizzazione (zaiditi) dell’Imam
La questione politica • Rifiuto del califfato (difensore terreno dell’Islam) e delle dinastie sunnite sul piano spirituale • Creazione del modello dell’Imamato come fonte alternativa di potere nel mondo islamico in grado di fondere spiritualità e politica • Il doppio paradigma sciita – rivolta e quietismo politico. Hussein, il martire, simboleggia l’esempio morale: i principi religiosi vanno salvaguardati a ogni costo – Hassan, il pio, si ritira nella meditazione e nella dissimulazione simboleggia la sopravvivenza dell’identità e la successione delle pratiche
La pluralità religiosa sciita • Zaiditi: cinquimani (Zayd) – area: Yemen • Ismailiti: seguaci del settimo Imam (Ismail) – area: Egitto; sottogruppi: Drusi (Libano, Siria, Israele) – Nizariti (Iran, Siria, India) – Khoja e Bohra (sciiti in India e Pakistan) • Duodecimani: comunità maggioritaria sciita (150 milioni) – Area: Iran, Bahrain, Azerbaijan, Iraq, Libano, Arabia Saudita, Yemen, Afghanistan, Pakistan e paesi del Golfo • Alauiti: origine alla morte del decimo Imam – Area: Siria – L’importanza della presa di potere di Assad • Altre comunità: Alevi in Turchia, babismo/bahaismo in Iran, Hazara in Afghanistan
La mezzaluna sciita • Il blocco geopolitico sciita – mito o realtà? • Singolo fattore di maggiore influenza sul revival sciita: ascesa degli sciiti in Iraq dopo il 2003 • Il fattore iraniano e la galassia sciita: dal mutuo sostegno nasce la propulsione del revival sciita • Cosa vuole Teheran a medio termine: a) mondo arabo più influenzato dallo sciismo, b) aumentare il potere degli sciiti iracheni, smantellamento apparato militare americano in Iraq • Il blocco sunnita (reale): timori geopolitici e interni (spinte sciite per la stabilità e la democratizzazione)
• Gli scettici: • Lo sciismo non è un attore unitario e ha, in alcuni contesti, ottimi rapporti con gli Usa (Jouejati) • Non banalizzare il mondo islamico in una contrapposizione sciiti-sunniti a discapito del panarabismo (Karmi) • Esistono linee strategiche perseguite da decenni per ragioni geopolitiche al di là di interessi interreligiosi – si è già verificata una dinamica simile dopo il 1979 ma non è nato nessun blocco sciita Conclusioni: non esiste una strategia pansciita, ma un coagulo di interessi comuni da parte di attori diversi. L’evoluzione della situazione irachena resta il fattore cruciale
Libano La stabilità interna oggi: - La popolazione sciita in Libano e la povertà - Gli attori interni: i rifugiati palestinesi, Hezbollah (Partito di Dio), Amal (Speranza – Milizie della Resistenza Libaese), forze cristiane - Gli attori esterni: Israele, Siria, Iran, Stati Uniti - La crisi politica contemporanea: il caso Hariri e le sue conseguenze, la guerra del 2006, le tensioni sul diritto di veto, il timore di una nuova guerra civile
Siria • il partito Baath e il dominio degli Assad • Le questioni di sicurezza interna prima della guerra civile: i Fratelli Musulmani (1982, la strage di Hama); le organizzazioni curde (alleanze e dissapori); la milizia jihadista (da utile pedina a presenza scomoda) • La rivoluzione siriana e l’arco eterogeneo delle forze ribelli • Il vero nodo della guerra civile: il governo post Assad: - Entità supersunnita sostenuto da sauditi e Qatar (allargamento del conflitto) - Governo di larghe intese sostenuto dai russi (stabilizzazione del paese)
Bahrain • Potere sunnita: Hamad al-Khalifa • 30% della popolazione straniera • La questione iraniana (calma apparente dal 1997) • Processi timidi di democratizzazione (elez del 2010 sciiti hanno ottenuto il 45% dei seggi), ma presa salda dellelite sul paese e sulle forze armate • Disordini causati da sciiti legati principalmente a mancanza di occupazione • La rivoluzione del 2011 a Piazza delle Perle e l’intervento del GCC: scontento politico o infiltrazioni iraniane?
Yemen • Stabilità interna complessa: guerra civile terminata nel 1994, forte presenza di immigrazione dal Corno d’Africa, forte attività di al-Qaeda • Presidenza: Saleh lascia dopo 21 anni a favore di Mansour Hadi • Forze radicali sciite (milizie Houthi), mosse da scontento sociale, combattute dal governo con truppe regolari e milizie fondamentaliste salafiste • 2009: operazione «Terra bruciata» nel nord dello Yemen e l’intervento saudita
Iraq • I primi movimenti sciiti moderati post 2003: Alleanza Irachena unificata: Supremo consiglio islamico per la rivoluzione in Iraq (SCIRI) e Al-Dawa (storico partito sciita di opposizione a Saddam) I movimenti radicali post 2003: i sadristi di Moqtada al Sadr. Braccio politico: Martiri di Al-Sadr; ala militare: milizia Jaish al-Mahdi (dal 2010 i sadristi entrano nel blocco ANI) Altri movimenti: - Fahdila (Virtù) radicato specialmente a Bassora (dal 2010 nel blocco ANI) – Congresso Nazionale Iracheno guidato da Chalabi (dal 2010 nel blocco ANI)
Evoluzione partiti sciiti iracheni SCIRI AL DAWA Iraq Nat movement National Iraqi Alliance State of Law Coalition CHALABI SADRIST MOV.
Marzo 2010 A seguito delle elezioni, si hanno i seguenti risultati: Iraqi National Movement (al-ʿIrāqiyya) (parte dello Sciri + parte di al Dawa e candidati sunniti) - ALLAWI 24.72% - 91 seggi State of Law Coalition (ex al Dawa) – AL MALIKI 24.22% - 89 seggi National Iraqi Alliance (ex SCIRI + sadristi + Fahdila + Chalabi) – Al JAFAARI 18.15% - 70 seggi Kurdistan Alliance (unione Kurd. Dem. Party e Patriotic Union of Kurd.) 14.59% - 43 seggi Movement for Change (Gorran) (partito curdo tendenzialmente laico) 4.13% - 8 seggi Unity Alliance of Iraq (sunnita con componenti sciite) 2.66% - 4 - seggi Iraqi Accord Front (al-Tawafuq) (sunnita con componenti curde) 2.59% - 6 - seggi Kurdistan Islamic Union (curdo sunnita vicino ai Fratelli musulmani) 2.12% - 4 - seggi Islamic Group of Kurdistan (curdo radicale indipendentista) 1.32% - 2 - seggi Altri – Minoranze 8 seggi Totale (votanti 62.4 %) - 11,526,412 di elettori - 325 seggi
Iran • Cause dell’ascesa di Ahmadinejad (2005) e suoi problemi politico-economici attuali; il ruolo dei pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione e custodi del sistema islamico statuale (IRGC) • Blocco riformista – Khatami, Rafsanjani, Mousavi - partito principale 2 di Khordad (vittoria di Khatami del 1997): democratizzazione delle istituzioni, decentralizzazione del sistema economico – L’Onda Verde del 2009 • I partiti conservatori – Alleanza dei fondatori dell’Iran islamico: - tradizionalisti (riforme economiche, ma aumento del potere dei pasdaran); - pragmatisti (meno restrizioni sociali e avvio deciso di politiche di mercato); - oltranzisti (severa applicazione delle leggi islamiche e permanenza della centralizzazione economica • Le elezioni farsa del 14 giugno: 6 candidati tutti conservatori
Iran/2 •La questione irachena: lo sfruttamento degli errori americani e la paura della frammentazione dello spazio iracheno •I legami complessi con lo SCIRI e con i sadristi: la teoria del “sostegno parallelo” •Le questioni etniche: i curdi e l’incubo dell’Arabistan sunnita (Kuhzestan) •Il confronto con l’Arabia saudita e lo scacco siriano
Azerbaijan • Gli Alyev: Heydar (1993-2003) e Ihlam (2003 – oggi) • Ultime elezioni presidenziali (2013): I. Alyev ottiene l’85% dei voti • I problemi per il governo: la transizione morbida presidenziale, la questione del Nagorno-Karabakh, aumento del radicalismo islamico nelle campagne • L’islamizzazione della politica: il partito islamico dell’Azerbaijan, Ibrahimoglu (DEVAMM, centro per la protezione libertà religiose)
Pakistan, Arabia Saudita, • La violenza sunnita in Pakistan contro il TJP (partito sciita): SSP e LEJ; creazione di forze di rappresaglia sciite (SMP). 4.000 morti dal 1988; il ruolo dell’ISI e di al Qaeda • Arabia Saudita: le conseguenze della rivoluzione iraniana e gli sforzi di re Fahd e re Abdullah; la questione sciita come problema sociale (oppressione sociale anti-sciita) e incubo geopolitico per i Saud (legami con Iraq e Iran)
Afghanistan • I massacri dei talebani a Mazar e Bamiyan: dura repressione dello sciismo (“non musulmani”) • Le vicende degli Hazara: -opposizione al regime filo-sovietico, -legami forti con l’Iran di Khomeini, -la guerra civile interna agli Hazara -creazione del partito dell’unità (Wahdat) -il coinvolgimento nella battaglia di Kabul contro i pashtun-sunniti; -l’arrivo dei talebani e l’ingresso nello United Front -la situazione oggi
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