Elezioni e sistemi elettorali - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano

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Elezioni e sistemi elettorali - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano
Elezioni
                             e
                     sistemi elettorali

Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano
da: Clark – Golder – Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011
Elezioni e sistemi elettorali - Giovanni Carbone, Università degli Studi di Milano - Università degli studi di Milano
Praticamente ogni paese indipendente del mondo, a regime democratico o
autoritario, ha indetto elezioni in un qualche momento
        Al 2018, solo 4 paesi non avevano mai indetto elezioni legislative o
        presidenziali: Cina, Eritrea, Qatar e Arabia Saudita

   ci concentriamo sulle elezioni nei regimi democratici
   e in particolare sulle elezioni per le assemblee legislative
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I sistemi elettorali

Un sistema elettorale è un insieme di norme che regolano la
competizione elettorale tra candidati e partiti e la traduzione dei voti
in seggi
     •   i sistemi elettorali hanno diverse dimensioni di variazione
         (e.g. dimensione collegio, struttura scheda, formula elettorale,
         ecc.)
     •   il criterio di classificazione prevalente è la formula elettorale
         (i.e. come i voti sono tradotti in seggi): maggioritario versus
         proporzionale
     •   vantaggi e svantaggi
     •   “i sistemi elettorali sono lo strumento più manipolativo
         della politica” (Sartori 1995:9) [ES]
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Esempi.
100 elettori eleggono 10 rappresentanti

1 unico collegio di 100 elettori assegna 10 seggi
        (dimensione collegio M = 10)

                   Voti                Seggi

  Partito A        40                  4

  Partito B        32                  3

  Partito C        20                  2

  Partito D        8                   1
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2 collegi di 50 elettori assegnano 5 seggi ciascuno
            (dimensione collegi M = 5)

               Collegio 1           Collegio 2

               Voti         Seggi   Voti         Seggi   Totale seggi

Partito A       19           2       21           2                 4

Partito B       17           2       15           2                 4

Partito C       10           1       10           1                 2

Partito D       4            -       4            -                 0
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10 collegi di 10 elettori assegnano 1 seggio ciascuno
            (dimensione collegi M = 1)

                 C1     Seggi   C2   C3   C4   C5   C6   C7   C8   C9   C10   Totale
                 voti                                                         seggi

Partito A        4      1       5    3    3    6    4    3    4    3    4              6

Partito B        3      -       2    4    1    3    3    4    2    4    3              3

Partito C        1      -       3    3    2    1    1    2    3    3    2              -

Partito D        2      -       0    0    4    0    2    1    1    0    1              1
Sistemi         plurinominali     collegio elettorale/grandi elettori presidenza US
maggioritari                      voto di blocco/block vote (x voti = M)
                uninominali       maggioranza relativa (plurality [SMDP])/«a turno unico»

                                  non-plurality    doppio turno        maggioranza
                                                                       assoluta/relativa
                                                                       ballottaggio

                                                   voto alternativo
Sistemi         di lista          quozienti
proporzionali
                                  divisori

                voto singolo trasferibile

Semi-           voto limitato                      voto singolo non-trasferibile
proporzionali
                voto cumulativo
I sistemi maggioritari (1)

I sistemi maggioritari in collegi plurinominali sono molto rari.

Il caso del «Collegio elettorale» per le presidenziali negli Stati Uniti
(attenzione: non sono elezioni legislative!)

Elezioni presidenziali US 2016 (partecipazione: 55,4% degli aventi diritto)

                               Donald Trump            Hillary Clinton
                                  (Rep.)                   (Dem.)
 Voti popolari                    62.984.825              65.853.516
 Percentuale                         46,4%                  48,5%
 Stati vinti                           30                   20 + DC
 Grandi elettori (538)                306                     232

                                                                           Fonte: www.cnn.com
Fonte: Business Insider
→ Clinton vince tutti i 55
«grandi elettori» della California
→ Trump vince tutti i 38
«grandi elettori» del Texas
I sistemi maggioritari (2)

Elezioni 2017 in Gran Bretagna (plurality, è un tipo specifico di maggioritario!)

 winner-take-all politics: cruciale sottrarre voti all’avversario

 disproporzionalità
       divario tra la proporzione dei voti e la proporzione dei seggi ottenuti dai
        diversi partiti
       voti ‘persi’/‘non rappresentati’
       è importante non solo quanti voti si ottengono, ma anche dove li si
        ottiene
       minoranze sotto-rappresentate, salvo quando geograficamente
        concentrate
       + rilevanza candidato e suo legame con collegio

 gerrymandering (per collegi uninominali)
5       4
                     4         2
            1
                     5                  1               3

                     3                          2

Elbridge Gerry, governatore del
Massachusetts 1810-12, passò una
legge che ristrutturava i collegi
elettorali in modo favorevole al
Partito Repubblicano e sfavorevole ai
Federalisti, che dichiararono che uno
dei distretti somigliava ad una
salamandra, anzi una ‘gerrymander’,
un ‘mostro’ poi popolarizzato da una
vignetta del Boston Weekly
Messenger
a) il plurality

 uninominale a turno unico (detto anche first-past-the-post oppure
 single-member district plurality SMDP):
 collegi uninominali a maggioranza relativa

  Tendenziali effetti:
   bipartitismo
   maggioranze artificiali (assolute) di seggi parlamentari
   governi monopartitici stabili
   + rilevanza candidato e suo legame con collegio

 e.g. elezioni in Gran Bretagna (2017)

 anche in US, India, Canada, Nigeria, Zambia, ecc.

 [+ plurality in collegi plurinominali: vedi block vote]
b) il doppio turno

   uninominale (può essere anche plurinominale):
         chiuso (ballottaggio tra i primi due)
         aperto a chi passa una certa soglia (ad es. Francia: 12,5% voti validi
          nella circoscrizione), o ai primi N candidati, ecc.

      Tendenziali effetti:
       fattore tempo e valutazioni:
                1° voto ‘sincero’ e 2° voto ‘strategico’

       promuove aggregazioni bipolari e alleanze tramite negoziati per
        sostegno e ritiri

Elezioni in Francia (2017):
• risultati (Wikipedia)
• mappa (Ministero Interni francese)
c) il voto alternativo
   uninominale (può essere anche
    plurinominale)
   voto di preferenza
   l’elettore elenca i candidati in ordine di
    preferenza (1°, 2°, ecc.) e vengono inizialmente
    contate le prime preferenze su ciascuna scheda;
    se nessun candidato ottiene la maggioranza
    assoluta, il candidato con il minor numero di
    prime preferenze viene eliminato e le sue schede
    ridistribuite secondo le seconde preferenze: il
    processo viene ripetuto finché un candidato non
    ottiene la maggioranza assoluta.

      Effetti specifici:
       moderazione per scambi di preferenze?
          →proposto per Sudafrica post-apartheid

Esempi: Australia e Fiji
Voto in blocco e
voto di partito in blocco

 il voto in blocco (block vote) è un sistema incentrato su candidati
  utilizzato in collegi plurinominali in cui gli elettori hanno a
  disposizione tanti voti quanti sono i candidati da eleggere (x = M)
     i candidati con il maggior numero di voti vincono
     e.g. Kuwait, Libano, Siria

 il voto di partito in blocco è sistema incentrato sui partiti e usato in
  collegi plurinominali in cui gli elettori votano l’intera lista del
  partito preferito
     il partito che ottiene il maggior numero di voti vince tutti i seggi del
      collegio
     e.g. Gibuti, Singapore [+ collegio elettorale presidenziale US]
I sistemi proporzionali
a) proporzionale di lista:
    ogni partito presenta una lista di candidati in un collegio plurinominale, i
    partiti ottengono seggi in proporzione alla loro quota complessiva di voti, i
    seggi vengono poi distribuiti tra i candidati della lista secondo differenti
    criteri

Variano a seconda di:
           i. formula per l’allocazione dei seggi (divisori versus quozienti)
           ii. lista chiusa o aperta
           iii. dimensione collegio (M)
           iv. soglie elettorali

Effetti specifici:
         rappresentanza delle minoranze, pur con effetti di non-proporzionalità
         multipartitismo e governi di coalizione (meno stabili dei monopartitici)
         no gerrymandering (se collegi con M > 5), ma scarso legame candidato/collegio
         rafforza organizzazioni partitiche
Formule elettorali: quote e divisori

Ogni sistema proporzionale necessita di criteri per determinare il
numero di seggi da assegnare a ciascun partito.

Tali criteri possono essere di due tipi:
   a) quozienti: il quoziente indica il numero di voti che garantisce un seggio
      ad un partito in un particolare collegio elettorale

   b) divisori (o sistema delle medie più alte): divide il numero totale di voti
      ottenuti da ciascun partito in un collegio per una serie di numeri
      (divisori) al fine di ottenere dei quozienti; i seggi sono assegnati ai
      partiti che hanno i quozienti più elevati.
Quozienti (dalla più proporzionale alla meno proporzionale):

Hare                      1/M                (e.g. Italia 2006 e 2017, Benin, Brasile)
Droop                     1 / M+1            (e.g. Slovacchia, Lussemburgo)
Imperiali                 1 / M+2
Imperiali rafforzata      1 / M+3

Divisori (dalla più proporzionale alla meno proporzionale):
Sainte Laguë              1, 3, 5, 7 ...     (e.g. Lettonia)
Sainte Laguë modificata   1.4, 3, 5, 7 ...   (e.g. Norvegia 1953-88, Svezia 1952-69)
d’Hondt                   1, 2, 3, 4 ...     (e.g. Finlandia, Spagna, Bulgaria, Capo
                                             Verde, Paesi Bassi, Italia Senato 1948-
                                             92, Italia Camera 1994-2001)
Esempio con quoziente di Hare
100.000 elettori in un collegio che deve assegnare 10 seggi
  il quoziente di Hare è 100.000 / 10 = 10.000
  ogni partito vince un seggio ogni 10.000 voti ottenuti
Diverse modalità di attribuzione dei seggi residui:
       il metodo del resto più alto (Costa Rica, Colombia, Honduras)
       il metodo della media più alta (Brasile)
       il metodo della media modificata più alta (Lussemburgo)
Le diverse formule elettorali determinano quanto
  proporzionalmente i voti sono tradotti in seggi
Dimensione del collegio (M, da magnitudo)

 tutti i sistemi proporzionali utilizzano collegi plurinominali, ma
  la dimensione media di questi collegi può variare significativamente
      in Cile: 60 collegi in cui M = 2
      in Olanda e Slovacchia: collegio nazionale unico con M = 150

 la dimensione/ampiezza del collegio è la variabile chiave che
  determina la proporzionalità di un sistema elettorale: il numero di
  rappresentanti eletti in un collegio (indicati con la lettera “M”):

   tanto maggiore la dimensione del collegio,
   tanto maggiore è il grado di proporzionalità
Soglie elettorali
Tutti i sistemi proporzionali includono una soglia elettorale che stabilisce la
percentuale minima di voti che un partito deve ottenere per essere rappresentato.
Quando la soglia elettorale è alta, la proporzionalità del sistema
elettorale è bassa.

Soglia naturale: una proprietà matematica del sistema elettorale
       Olanda (collegio unico nazionale): soglia naturale 0,67% dei voti (i.e. 100 / 150 seggi)

Soglia formale o legale: stabilita dalla normativa elettorale
       in genere volte a ridurre frammentazione legislativa: e.g. per ovviare alla
       frammentazione partitica e conseguente instabilità governativa nella Repubblica di
       Weimar, nel dopoguerra la Germania adottò soglia 5% voti a livello nazionale (oppure
       3 seggi a livello di collegio) per partecipare all’assegnazione di seggi nel Bundestag
       Italia dal 2017: 3% partiti e 10% coalizioni

Effetti collaterali delle soglie
       Turchia 10%: nelle legislative del 2002, il 46% di tutti i voti espressi in queste elezioni
       furono «sprecati» perché andarono a partiti che non superarono la soglia
       Polonia 5% (8% per le coalizioni): nelle legislative del 1993, il 34% dei voti andò
       «sprecato», e furono cruciali nel consentire agli ex comunisti di tornare al potere
Tipi di lista di partito

   lista chiusa di partito: l'ordine dei candidati eletti è determinato dal partito
    stesso e gli elettori non possono esprimere una preferenza per un particolare
    candidato. I seggi sono assegnati secondo l'ordine della lista di partito

   lista aperta di partito: gli elettori possono indicare non solo il loro partito
    preferito, ma anche i loro candidati favoriti all'interno di quel partito. I seggi
    sono assegnati ai candidati del partito che ottengono il maggior numero di
    preferenze (e.g. se un partito ha vinto 10 seggi, allora i 10 candidati nella lista
    di partito che hanno ottenuto più voti sono eletti)

   lista libera di partito: gli elettori hanno più voti che possono allocare
    all'interno di una singola lista di partito o in liste di partito diverse
    (quest’ultimo caso è detto panachage). I seggi sono assegnati ai candidati del
    partito che ottengono il maggior numero di voti.

     Cumulazione è la possibilità di dare più di un voto ad un singolo candidato

Effetti:
      lista chiusa: alti livelli di disciplina di partito
      lista aperta: livelli di disciplina di partito relativamente bassi
Danimarca:     Sudafrica:
lista aperta   lista chiusa

                              35
b) voto singolo trasferibile:

 voto di preferenza in collegi plurinominali
 ordinamento di preferenze, eliminazione e redistribuzione
  analoghe al “voto alternativo”, ma:
     i.   anziché la maggioranza assoluta è sufficiente ottenere una ‘quota’
          dei voti [ad es. quoziente di Droop = 1/(M+1) + 1]
     ii. redistribuzione di eventuali surplus dei candidati eletti
                                                                               Scheda elettorale

     E.g. Irlanda, Malta
                                                                               5    Peppe

     Effetti specifici:                                                        1    Salvo

         concilia rappresentanza minoranze e legame candidato-                2    Michele
          collegio (in genere collegi di dimensioni ridotte)                   4    Nino
         moderazione interpartitica per seconde preferenze                    3    Tonio
Es.
collegio con 3 seggi, 20 votanti, 5 candidati (Bruce, Shane, Sheila, Glen, Ella)

Quoziente di Droop = 20/(3+1) = 5
(se il quoziente di Droop è un numero intero, si aggiunge 1, pertanto in questo
collegio il quoziente di Droop è 6)
Sistemi misti: gli elettori eleggono i rappresentanti attraverso due sistemi diversi,
uno maggioritario e uno proporzionale

 molti sistemi misti hanno più livelli elettorali (i.e. l’ambito nel quale i voti sono tradotti in
  seggi: collegio, regionale, nazionale), con formule maggioritarie utilizzate ad un livello
  inferiore e formule proporzionali utilizzate ad un livello superiore

I sistemi misti si possono anche distinguere tra:

 indipendenti: l’applicazione di una formula elettorale non dipende dal risultato prodotto
  dall’altra

     Es.: Giappone (465 deputati = 289 plurality + 176 PR) e Russia (450 deputati = 225 plurality + 225 PR)

 dipendenti: l’applicazione della formula proporzionale dipende dalla distribuzione dei seggi
  o dei voti prodotta dalla formula maggioritaria (ed è volta a compensarne la
  disproporzionalità)

     Nei sistemi misti dipendenti l’elettore ha in genere due voti:
           • uno per il rappresentante di collegio (voto al candidato)
           • uno per la lista di partito ad un livello elettorale più alto (voto al partito)

     Es. Germania e Nuova Zelanda                                                                  39
Due questioni sono emerse con i sistemi misti dipendenti
      alcuni candidati concorrono per i seggi a livello di collegio, ma sono anche
      inclusi nella lista del partito
      alcuni partiti ottengono più seggi a livello di collegio di quanto è giustificato
      dai voti ottenuti dallo loro lista di partito. Questa situazione porta
      all’assegnazione di extra-seggi cosiddetti overhang (seggi fluttuanti)
Sistemi         plurinominali     collegio elettorale/grandi elettori presidenza US
maggioritari                      voto di blocco/block vote (x voti = M)
                uninominali       maggioranza relativa (plurality [SMDP])

                                  non-plurality    doppio turno        m. assoluta/relativa

                                                                       ballottaggio

                                                   voto alternativo
Sistemi         di lista          quozienti
proporzionali
                                  divisori

                voto singolo trasferibile

Semi-           voto limitato                      voto singolo non-
proporzionali                                      trasferibile
                voto cumulativo
I sistemi semi-proporzionali e misti

Sistemi misti: gli elettori eleggono i loro rappresentanti attraverso due sistemi
diversi, uno maggioritario e uno proporzionale

   voto singolo non trasferibile (es. Giappone fino 1993): collegi plurinominali in cui
    l’elettore esprime un unico voto (x = 1)
         cruciale per ciascun partito nominare un giusto numero di candidati
         competizione intra-partitica (e.g. LDP)
   voto limitato (es. Senato spagnolo): collegi plurinominali in cui “numero voti che
    l’elettore esprime = M – 1” (es. 2 voti in un collegio trinominale) da distribuire tra i
    candidati, i candidati con i maggior numeri di voti sono eletti
      Effetti:
       personalizzazione, relativa proporzionalità, moderazione interpartitica per i voti ‘di avanzo’
       cruciale per ciascun partito nominare un giusto numero di candidati
   voto cumulato (e.g. Svizzera): collegi plurinominali in cui ‘x = M’ da distribuire a
    candidati di liste diverse o cumulare su un solo candidato
   plurality-PR parallelo (Giappone dal 1996): 465 deputati = 289 plurality + 176 PR)
   PR personalizzato (Germania): metà dei seggi con plurality, metà con PR di lista (con
    scorporo per ottenere effetto complessivo proporzionale)
Il vecchio sistema elettorale italiano
(1994-2001) [‘Mattarellum’]

Camera dei Deputati (630 seggi)
  due schede separate
  475 seggi (75%) con maggioritario uninominale a turno unico
  155 seggi (25%) con PR (quoziente di Hare)
      liste chiuse
      soglia 4% nazionale
      scorporo parziale dei voti degli eletti con l’uninominale [→ “liste civetta”]

Senato (315 seggi)
  232 seggi (75%) con maggioritario uninominale a turno unico
  83 seggi (25%) con PR (metodo d'Hondt):
     senza liste/voto differenziato: eletti i migliori candidati perdenti
       all’uninominale per ciascun partito
     ripartizione proporzionale su base regionale: ‘cifra elettorale’ di un partito
       dalla somma voti all’uninominale nella regione
     scorporo completo dei voti degli eletti con l’uninominale
Il precedente sistema elettorale italiano
(2006-13) [‘Porcellum’]

Camera dei Deputati (630 seggi)
  PR con liste bloccate: “quoziente naturale” (Hare) e più alti resti
          617 seggi in 26 circoscrizioni plurinominali (3 < M < 44)
          1 seggio in Valle d’Aosta (M = 1)
          12 deputati eletti con liste aperte in una Circoscrizione Estero ripartita in:
           Europa (6 seggi), America meridionale (3), America settentrionale e centrale
           (2), Africa, Asia, Oceania e Antartide (1) [*proporzionale, ma di fatto
           maggioritario in AAOA]

  premio di maggioranza: 340 [54%] seggi (277 alle opposizioni)
          indicazione di programma e candidato premier (ferme restando prerogative
           capo dello stato)

  soglie di sbarramento per:
          coalizioni (10%), liste nelle coalizioni (2%, più “la migliore lista sotto soglia”) e
           liste non coalizzate (4%), salvo liste di minoranze linguistiche
Senato della Repubblica (315 seggi)
     base regionale per:
           circoscrizioni, soglie, premio di coalizione e attribuzione seggi
     PR con liste bloccate: “quoziente naturale” (Hare) e più alti resti
           302 seggi in 20 circoscrizioni plurinominali (2 Molise < M < 47 Lombardia)
           7 seggi in collegi uninominali (M=1: uno in Valle d’Aosta + sei in Trentino)
           6 senatori eletti con liste aperte in Circoscrizione Estero ripartita in: Europa
            (2 seggi), America meridionale (2), America settentrionale e centrale (1),
            Africa, Asia, Oceania e Antartide (1) [*proporzionale, di fatto maggioritario
            in ASC e AAOA]

     premio di maggioranza: 55% dei seggi in ciascuna regione
     soglie di sbarramento regionali per:
           coalizioni (20%), liste di coalizioni (3%) e liste non coalizzate (8%)
Risultati elezioni 2013
La nuova legge elettorale (legge 165, 3 nov. 2017):
    il ‘Rosatellum bis’
• sistema misto sia per la Camera che per il Senato
      37% dei seggi (232 CdD / 116 SdR): uninominale maggioritario a turno unico
      61% dei seggi (386 CdD / 193 SdR): proporzionale a liste bloccate (3≤M≤8)
      2% (12 CdD / 6 SdR) italiani all’estero con proporzionale (secondo legge 2001)

• soglie legali («sbarramento»):
       3% nazionale per liste singole (20% regionale per il Senato, in alternativa)
       10% nazionale per coalizioni (con almeno una lista >3%; contati solo voti liste >1%)
       coalizioni: i partiti devono presentare candidati unitari nei collegi uninominali

•    scheda unica (senza voto disgiunto) e pluricandidature (max 5)
•    ‘listino’ corto (2-4 nomi: per riconoscibilità) e chiuso (no preferenze)
•    quoziente di Hare (1/M) e resti più alti
•    quote: alternanza in lista e max 60% per genere in collegi uninominali e
     plurinominali
L’Italicum: approvato nel 2015 e mai utilizzato

• solo per la Camera dei Deputati (il Senato dopo la riforma
  costituzionale poi bocciata nel dic. 2016 non doveva essere più elettivo)
• sistema proporzionale (100 collegi plurinominali)…
• … ma «premio di maggioranza» di 340 seggi (54%) alla lista che
  ottiene:
            1° turno: 40% dei voti al primo turno
            2° turno di ballottaggio (se no 40% al 1°), senza apparentamenti
• soglia legale («sbarramento»): 3% su base nazionale nel distribuire i
  277 seggi residui (esclusi 1 Valle d’Aosta e 12 Circoscrizione estero)
• capilista «bloccati» in ogni collegio (candidabili in max 10 collegi)
• possibili due preferenze a candidati di «genere» diverso
• alternanza di genere tra capilista e nelle liste
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