LA MADONNA DEL SABATO SANTO - Lettera pastorale per l'anno 2000-2001

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LA MADONNA DEL SABATO SANTO
Lettera pastorale
per l’anno 2000-2001

Questa lettera pastorale viene pubblicata                   noi, in sosta silenziosa e contemplativa
mentre ancora siamo nell’anno del                           nel cammino del tempo, nello sforzo di
Grande Giubileo, che terminerà il 6                         capire il senso di quanto abbiamo vissuto
gennaio del 2001. Mi è stato quindi                         e sofferto, in ascolto di ciò che lo Spirito
suggerito da più parti di non scrivere una                  ci vuole dire all’inizio del nuovo millennio.
lettera programmatica. Non sarebbe
bene, infatti, sovrapporre nuove iniziative                 Ho riflettuto così al senso che può avere
a quelle già numerose previste dal                          questo “sabato del tempo” che è il
calendario del Giubileo, in particolare il                  Grande Giubileo. Il Giubileo – secondo il
pellegrinaggio diocesano a Roma del 4                       testo fondatore di Levitico 25,8-17 – è
novembre 2000.                                              infatti il “sabato dei sabati”, il “sabbatico
                                                            dei sabbatici”, l’anno che giunge dopo
Si desidera piuttosto una lettera che sia                   sette settimane di anni e partecipa perciò
come una sosta nel cammino: una pausa                       della sacralità del sabato, il giorno del
che ci aiuti a situarci nel contesto                        riposo di Dio e delle sue creature. E’
presente, ci sostenga nel ritrovare visione                 l’anno della proclamazione dell’assoluto
e respiro nel tempo che attraversiamo, un                   primato del Signore sulla vita e sulla
po’ nello stile della Lettera di                            storia, della restaurazione dell’ordine di
presentazione alla Diocesi del Sinodo                       giustizia e di pace fra gli uomini e nel
XLVII (1995) e della Lettera Ripartiamo                     creato, secondo il disegno dell’Eterno.
da Dio (1996).                                              Esso chiede il riequilibrio di tutte le
                                                            disarmonie accumulate nel tempo: chiede
Che cosa può voler dire “fare una sosta”?                   il riposo dei campi, la restituzione dei beni
Mi viene alla mente qualche momento                         ai loro primitivi proprietari, il condono dei
significativo del recente viaggio a                         debiti, la liberazione degli schiavi. E’ una
Gerusalemme di Giovanni Paolo II.                           sosta che esprime il senso religioso del
Abbiamo visto un Papa, curvo sotto il                       tempo, una pausa che richiama il dominio
peso degli anni e delle fatiche, sostare in                 di Dio sul cosmo e sulle vicende umane.
silenzio presso il Muro del pianto, in
atteggiamento di umiltà, con in mano il                     Nell’anno giubilare facciamo dunque
foglietto contenente la domanda di                          memoria del dono prezioso del “sabato”
perdono: lentamente ha introdotto il                        al popolo d’Israele, la cui fede è la santa
foglietto tra le fessure del muro, ripetendo                radice della Chiesa (Rom 11,16.18), e
un gesto familiare a milioni di Ebrei,                      riscopriamo la santità del tempo, avvolto
collegandosi idealmente alla tradizione di                  dalla benedizione di Dio. Questo ci fa
preghiera e di sofferenza di un intero                      gettare uno sguardo fiducioso sulle
popolo. Lo abbiamo rivisto, poco prima                      vicende della storia, perché ci ricorda che
della sua partenza, silenzioso e in                         il Dio dell’alleanza è fedele e non si
preghiera presso la roccia del Calvario:                    stanca di custodire il suo popolo in
leggevamo in lui un atteggiamento di tutti                  cammino verso la patria promessa.

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Per noi cristiani c’è però un altro “sabato”                nostalgie, le paure che caratterizzano la
che è al centro e al cuore della nostra                     nostra vita di credenti nello scenario della
fede: è il Sabato santo, incastonato nel                    fine del secolo e dell’inizio del millennio;
triduo pasquale della morte e                               nella Madonna del Sabato santo
resurrezione di Gesù come un tempo                          leggeremo la nostra attesa, le nostre
denso di sofferenza, di attesa e di                         speranze, la fede vissuta come continuo
speranza.                                                   passaggio verso il Mistero. Maria, vergine
                                                            fedele, ci farà riscoprire il primato
E’ un sabato di grande silenzio, vissuto                    dell’iniziativa di Dio e dell’ascolto
nel pianto dai primi discepoli che hanno                    credente della sua Parola; nella sposa
ancora nel cuore le immagini dolorose                       delle nozze messianiche potremo
della morte di Gesù, letta come la fine dei                 cogliere il valore della comunione che ci
loro sogni messianici. E’ anche il Sabato                   unisce come Chiesa mediante il patto
santo di Maria, vergine fedele, arca                        sancito dal sangue di Gesù e
dell’alleanza, madre dell’amore. Ella vive                  approfondiremo la speranza del Regno
il suo Sabato santo nelle lacrime ma                        che deve venire; Maria, madre del
insieme nella forza della fede,                             Crocifisso, ci condurrà a ripensare la
sostenendo la fragile speranza dei                          carità per la quale egli si è consegnato
discepoli. Mi è sembrato che una                            alla morte per noi, la carità che è il
riflessione sul “Sabato santo” così come è                  distintivo del discepolo e da cui nasce la
stato vissuto dagli apostoli e soprattutto                  Chiesa dell’amore.
da Maria, ci potesse aiutare a vivere
l’ultimo scorcio di anno giubilare ridandoci                I discepoli e Maria, nel loro Sabato santo,
visione e respiro, permettendoci di                         ci aiuteranno a leggere il nostro
riconoscerci pellegrini nel “sabato del                     passaggio di secolo e di millennio per
tempo” verso la domenica senza                              rispondere con verità, speranza e amore
tramonto.                                                   alla domanda che ci portiamo dentro:
                                                            dove va il cristianesimo? Dove va la
E’ in questo sabato – che sta tra il dolore                 Chiesa che amiamo? Vorrei comunicarvi
della Croce e la gioia di Pasqua – che i                    la risposta presente nel mio cuore: siamo
discepoli sperimentano il silenzio di Dio,                  nel “sabato del tempo”, nel tempo cioè
la pesantezza della sua apparente                           santificato dall’azione di Dio, tempo santo
sconfitta, la dispersione dovuta                            in cui si ricapitola il cammino compiuto e
all’assenza del Maestro, apparso agli                       si apre il futuro della promessa, allorché
uomini come il prigioniero della morte. E’                  verrà per tutti l’ “ottavo giorno” del ritorno
in questo Sabato santo che Maria veglia                     del Signore Gesù. E’ quanto siamo
nell’attesa, custodendo la certezza nella                   chiamati a vivere particolarmente in
promessa di Dio e la speranza nella                         questo anno di grazia del Giubileo, non
potenza che risuscita i morti.                              fuori, ma dentro le contraddizioni della
                                                            storia.
Vorrei che entrassimo nella grazia del
Giubileo passando attraverso la porta del                   Sul Sabato santo mediteremo partendo
Sabato santo: nei discepoli                                 anzitutto dalla prospettiva dei discepoli

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smarriti (capitolo I), poi dalla prospettiva                C’è stato, a partire dalla Cena pasquale,
di Maria Madre di Gesù (capitolo II), per                   un succedersi vorticoso di fatti
illuminare con la visuale e la forza                        imprevedibili che li ha sorpresi e resi muti.
ispiratrice di Maria le domande dei                         Come i due discepoli che camminano
discepoli e quelle della nostra poca fede                   verso Emmaus nel primo giorno della
(capitolo III).                                             settimana, hanno il cuore triste (Lc
                                                            24,17); le anticipazioni che avevano
Per i credenti questo sguardo al Sabato                     avuto (le previsioni della Passione fatte
santo vorrebbe aiutare a rispondere alla                    più volte da Gesù), i gesti rassicuranti che
duplice domanda, presente in molti di noi                   li avevano sinora sostenuti (i miracoli del
all’inizio di questo millennio: dove siamo?                 Maestro, il suo amore mostrato nell’ultima
Dove andiamo?                                               Cena) sono svaniti dalla memoria. Si ha
                                                            l’impressione che Dio sia divenuto muto,
Per i non credenti pensosi – accomunati                     che non parli, che non suggerisca più
dalle stesse domande – potrebbe forse                       linee interpretative della storia. E’ la
essere l’occasione per ascoltare le                         sconfitta dei poveri, la prova che la
testimonianze della fede sul senso di                       giustizia non paga.
questo tempo e sul senso della storia non
come schema ideologico, ma come frutto                      A ciò si aggiunge la vergogna per essere
di sofferta riflessione e quindi come soffio                fuggiti e per aver rinnegato il Signore: si
purificatore, impulso a ricercare, a                        sentono traditori, incapaci di far fronte al
sperare, ad ascoltare la Voce che parla                     presente. Manca ogni prospettiva di
nel silenzio a chi cerca con onestà.                        futuro, non si vede come uscire da una
                                                            situazione di catastrofe e di crollo delle
I                                                           illusioni, sono assenti persino quei segni
Nel silenzio e nello smarrimento del                        che incominceranno a scuoterli a partire
Sabato santo                                                dal mattino della domenica (come le
Ci rappresentiamo anzitutto                                 donne al sepolcro vuoto, cf Lc 24,22-23).
l’atteggiamento prevalente nei discepoli il
giorno dopo la morte di Gesù, per poi                       B.     Ma perché fermarsi al Sabato
interpretare il nostro tempo alla luce di                   santo?
questa loro esperienza.                                     Ma qui si pone la domanda: perché
                                                            fermarsi al Sabato santo? Non siamo
A.      Lo sconcerto dei discepoli                          forse già nel tempo del Risorto? Perché
Mi sembra che il vissuto dei discepoli nel                  non lasciarci ispirare anzitutto dalla
sabato dopo la crocifissione del Maestro                    Domenica di Pasqua? Perché riflettere
sia quello di un grande smarrimento.                        sullo smarrimento dei discepoli dopo la
Perché sono tanto smarriti?                                 morte di Gesù e non invece sulla loro
                                                            gioia quando lo incontrano vivente (cf Gv
Perché il loro Signore e Maestro è stato                    20,20: “E i discepoli gioirono al vedere il
ucciso, il suo appello alla conversione                     Signore”)?
non è stato ascoltato, le autorità lo hanno
condannato e non si vede via di scampo                      E’ vero: siamo già nel tempo della
o senso positivo da dare a tale evento.                     risurrezione, il corpo glorioso del Signore

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riempie della sua forza l’universo e attrae                 trionfo permangono velati e vanno
a sé ogni creatura umana per rivestirla                     contemplati con lo sguardo della fede,
della sua incorruttibilità. Il nostro                       superando il trauma del Venerdì santo e
atteggiamento fondamentale deve essere                      lo smarrimento del Sabato, per accogliere
di letizia pasquale.                                        il disegno misterioso della salvezza
                                                            proprio a partire dalla croce (“Non
E tuttavia la luce del Risorto, percepita                   bisognava che il Cristo sopportasse
dagli occhi della fede, ancora si mescola                   queste sofferenze per entrare nella sua
con le ombre della morte. Siamo già                         gloria?”, Lc 24,26). Siamo quindi nel
salvati nella fede e nella speranza (Rom                    regime della fede e della speranza, in cui
8,24), già risorti con Gesù nel battesimo                   è necessaria l’apertura della mente per
quanto all’uomo interiore, ma la nostra                     accogliere la “buona notizia” (“allora aprì
condizione esteriore rimane legata alla                     loro la mente all’intelligenza delle
sofferenza, alla malattia e al declino. Il                  Scritture”, Lc 24,43) e l’allargamento degli
peccato è vinto nella sua forza                             orizzonti per sperare “contro ogni
inesorabile di distruzione e però continua                  speranza” (Rom 4,18) di fronte alle
a coinvolgere innumerevoli situazioni                       condizione di morte che regna
umane e a riempire la storia di orrori. I                   nell’umanità. Infatti “l’ultimo nemico ad
poveri sono oppressi, i prepotenti                          essere annientato sarà la morte” (1Cor
trionfano, i miti sono disprezzati.                         15,26).

Siamo in una situazione simile a quella                     Siamo in un tempo che viene definito “del
dei due discepoli di Emmaus nella                           già e del non ancora”: Gesù è già risorto
mattina di Pasqua. Gesù è risorto, le                       e glorioso, la sua grazia incomincia a
donne hanno trovato il sepolcro vuoto, gli                  trasformare i cuori e le culture, ma non si
angeli hanno detto di non cercarlo tra i                    tratta ancora della vittoria finale e
morti (Lc 24,2-6.22-23), ma il loro cuore è                 definitiva che si avrà solo col ritorno del
ancora appesantito: sono “stolti e tardi di                 Signore alla fine dei tempi. Perciò i
cuore nel credere alla parola dei                           sentimenti di smarrimento e di paura dei
profeti” (Lc 24,25). Siamo simili agli                      primi discepoli nel Sabato santo vanno
apostoli nel Cenacolo, che hanno già                        contrastati e vinti con la fede e la
sentito parlare della risurrezione e tuttavia               speranza di Maria. Cerchiamo allora di
sono ancora chiusi in casa per la paura                     renderci conto di quanto nel nostro tempo
(Gv 20,19).                                                 è segnato dalla diffidenza, per sottoporlo
                                                            alla grazia della letizia pasquale.
In altre parole, il tempo che viviamo è
quello in cui la “buona notizia” del Signore                C.     Il nostro modo di vivere questo
risorto è accolta da alcuni ed è respinta                   sabato della storia
da altri, e deve farsi strada fra la                        Nell’inquietudine dei discepoli mi sembra
diffidenza e il rifiuto. Gesù crocifisso è già              di poter riconoscere le inquietudini di tanti
nella gloria del Padre ed è Signore dei                     credenti oggi, soprattutto in Occidente, a
tempi (“Mi è stato dato ogni potere in                      volte smarrirti di fronte ai cosiddetti segni
cielo e in terra”, Mt 28,18), ma l’evidenza                 della “sconfitta di Dio”. In questo senso il
della sua risurrezione e la gloria del suo                  nostro tempo potrebbe essere visto come

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un “Sabato santo della storia”. Come lo
viviamo? Che cosa ci rende un po’                           2.    Se la memoria delle radici del
smarriti nel contesto odierno della nostra                  passato si fa debole, l’esperienza del
situazione? Una sorta di vuoto della                        presente diviene frammentaria e prevale
memoria, una frammentazione del                             il senso della solitudine. Ciascuno si
presente e una carenza di immagine del                      sente un po’ più solo.
futuro.
                                                            Tale solitudine si riscontra anzitutto al
1.     Anzitutto la memoria del passato si                  livello della famiglia: i rapporti all’interno
è fatta debole. In realtà non mancano                       della coppia e i rapporti genitori-figli
ricordi che ci potrebbero sostenere e dare                  entrano facilmente in crisi e ciascuno ha
fiato: esiste nel nostro contesto europeo e                 l’impressione di doversi aggiustare un po’
nazionale la memoria di un grande                           da sé.
cammino cristiano legato a prestigiosi
simboli e a luoghi di grande suggestione                    Diminuisce la capacità di aggregazione
– basta pensare alle grandi cattedrali, a                   delle grandi agenzie sociali e persino
luoghi come Roma, Assisi ecc. – . Molte                     della parrocchia, in particolare per quanto
sono le tracce che la tradizione ebraico-                   riguarda i giovani. Non pochi movimenti
cristiana ha lasciato nel modo di                           sembrano dare segni di invecchiamento o
concepire la vita, di onorare la dignità                    almeno di non sufficiente ricambio
della persona, di promuovere l’autentica                    generazionale.
libertà; la presenza del cristianesimo ha
segnato la nostra storia con vestigia                       Si frammentano le aggregazioni politiche
indelebili.                                                 e i vari tentativi di coalizione soffrono per
                                                            il riproporsi di individualismi di gruppo.
Ma tale memoria si è indebolita sul piano                   Anche là dove operano con successo e
del vissuto quotidiano. Molti non riescono                  dedizione realtà molteplici di volontariato,
più ad integrarla nella loro esperienza in                  si coglie una certa incapacità a lasciarsi
modo da ricavarne comprensione sicura                       coordinare per un’azione più efficace, a
del presente e fiducia per il futuro. Il                    entrare “in rete”.
procedere lento e però progressivo del
secolarismo (in forme differenti secondo i                  Ne consegue una autoreferenzialità che
diversi ambiti di vita) suscita la domanda:                 chiude su di sé singoli e gruppi. In questo
dove stiamo andando? Cresce la difficoltà                   contesto non stupisce il crescere di una
di vivere il cristianesimo in un contesto                   generale indifferenza etica e di una cura
sociale e culturale in cui l’identità cristiana             spasmodica per i propri interessi e
non è più protetta e garantita, bensì                       privilegi.
sfidata: in non pochi ambiti pubblici della
vita quotidiana è più facile dirsi non                      Siamo dentro a un grande movimento di
credenti che credenti; si ha l’impressione                  globalizzazione, che sembrerebbe
che il non credere vada da sé mentre il                     corrispondere alla tendenza verso la
credere abbia bisogno di giustificazione,                   manifestazione della fraternità e unità del
di una legittimazione sociale né ovvia né                   genere umano che nasce dalla
scontata.                                                   rivelazione biblica. Eppure tale processo

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di universalizzazione degli scambi di beni,                 Nel Venerdì santo, dopo la morte di
di valori e di persone avviene nel quadro                   Gesù, il discepolo Giovanni “prese Maria
di un neoliberismo e di un neocapitalismo                   con sé” (Gv 19,27), nel suo cuore e nella
che punisce ed emargina i più deboli e                      sua casa. Non è facile immaginare ciò
accresce il numero dei poveri e degli                       che questo vuol dire: si tratta di una casa
affamati della terra.                                       in Gerusalemme? O di un semplice luogo
                                                            di appoggio per i pellegrini della Galilea a
3.     La fatica di vivere e interpretare il                Gerusalemme in occasione della
presente si proietta sull’immagine di                       Pasqua?
futuro di ciascuno, che risulta sbiadita e
incerta. Del futuro si ha più paura che                     Cerco di introdurmi in questa casa dove
desiderio. Ne è segno la drammatica                         la Madre di Gesù vive il suo “Sabato
diminuzione della natalità, come pure il                    santo” e di iniziare, col permesso di
calo delle vocazioni al sacerdozio e alla                   Giovanni, un dialogo con lei. Un dialogo
vita consacrata. Una metafora di paura                      fatto anzitutto di contemplazione del suo
del futuro si ha probabilmente                              modo di vivere questo momento
nell’accresciuta inclinazione dei giovani a                 drammatico.
vivere e a divertirsi nella notte. Ci si
aggancia all’attimo fuggente                                Contemplo Maria: è rimasta in silenzio ai
dimenticando le incertezze e gli                            piedi della croce nell’immenso dolore
smarrimenti del giorno, evitando di                         della morte del Figlio e resta nel silenzio
confrontarsi con un oggi e un domani                        dell’attesa senza perdere la fede nel Dio
impegnativi (non ci sarà qui anche un                       della vita, mentre il corpo del Crocifisso
richiamo a leggere, nella tradizione                        giace nel sepolcro. In questo tempo che
cristiana della Veglia pasquale e delle                     sta tra l’oscurità più fitta – “si fece buio su
altre grandi veglie e adorazioni notturne,                  tutta la terra” (Mc 15,33) – e l’aurora del
una possibilità, finora poco esplorata, di                  giorno di Pasqua – “di buon mattino, il
offrire risposte di significato                             primo giorno dopo il sabato… al levar del
all’inquietudine che qui si esprime?).                      sole” (Mc 16,2) – Maria rivive le grandi
                                                            coordinate della sua vita, coordinate che
Anche quella grande visione di futuro che                   risplendono sin dalla scena
è espressa nel fenomeno della                               dell’Annunciazione e caratterizzano il suo
mondializzazione fa prevedere per il                        pellegrinaggio nella fede. Proprio così ella
domani del mondo piuttosto una unità di                     parla al nostro cuore, a noi, pellegrini nel
dominio dei più forti e dei più ricchi, una                 “Sabato santo” della storia.
unità della torre di Babele (cf Gen 11,1-9),
che non una unità di comunione di beni,                     1.   Tu nel sabato del silenzio di Dio sei
una unità della Pentecoste e della                          e rimani la “Virgo fidelis” e ci ottieni la
primitiva comunità di Gerusalemme (cf                       “consolazione della mente”.
Atti 2-4).
                                                            Che cosa ci dici, o Madre del Signore,
II                                                          dall’abisso della tua sofferenza? Che
Il Sabato santo di Maria                                    cosa suggerisci ai discepoli smarriti?

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Mi pare che tu ci sussurri una parola,                      con la luce della verità anche gli angoli
simile a quella detta un giorno dal tuo                     più tenebrosi della storia. E’ la grazia di
Figlio: “Se avrete fede pari a un granellino                percepire la gloria di Dio che si manifesta
di senapa…!” (Mt 17,20).                                    nell’insieme dei gesti con cui il Padre si
                                                            dona al mondo nella storia di salvezza e,
Che cosa vuoi comunicarci? Tu vorresti                      in particolare, nella vita, morte e
che noi, partecipi del tuo dolore,                          risurrezione di Gesù. E’ il dono di
partecipassimo anche della tua                              presagire dietro e sotto gli eventi della
consolazione. Tu sai, infatti, che Dio “ci                  fede le vestigia del mistero della Trinità.
consola in ogni nostra tribolazione perché
possiamo anche noi consolare quelli che                     Si ha la “consolazione della mente” (o
si trovano in qualsiasi genere di afflizione                “consolazione intellettuale”) quando i
con la consolazione con cui siamo                           gesti e le parole riportate nelle Scritture si
consolati noi stessi da Dio” (2 Cor 1,4).                   collegano con altri gesti e parole della
                                                            rivelazione: chi riceve tale grazia sente
E’ la consolazione che viene dalla fede.                    che ogni pietruzza del mosaico illumina
Tu, o Maria, nel Sabato santo sei e rimani                  quelle vicine e si compone con le più
la “Virgo fidelis”, la Vergine credente, tu                 lontane in un disegno convincente e
porti a compimento la spiritualità di                       sfolgorante. Allora non si rimane più
Israele, nutrita di ascolto e di fiducia.                   bloccati nella preghiera di fronte all’uno o
                                                            all’altro dei momenti singoli della storia di
Ma come opera la consolazione che                           salvezza, incapaci di vedere la relazione
viene dalla fede? Essa assume forme                         e il concatenamento di un singolo fatto o
diverse e una di queste – di cui c’è tanto                  parola con tutti gli altri; la mente avverte
bisogno oggi – può essere chiamata la                       di essere inondata di luce, il cuore si
“consolazione della mente”. Di che cosa                     dilata, la preghiera zampilla come da una
si tratta?                                                  fresca sorgente.

E’ un dono divino molto semplice, che                       E’ la grazia di visione sintetica e mistica
permette di intuire come in un unico                        del piano di Dio che a te, o Maria, è stata
sguardo la ricchezza, la coerenza,                          comunicata dalle parole dell’angelo
l’armonia, la coesione, la bellezza dei                     Gabriele quando riassumeva in tua
contenuti della fede. Un teologo                            presenza il destino del figlio di Davide
contemporaneo, Hans Urs von Balthasar,                      (“Sarà grande e chiamato Figlio
la chiamava “percezione della                               dell’Altissimo… il suo regno non avrà
forma” (“Schau der Gesalt”), intuizione                     fine”, Lc 1,32-33). E’ la grazia di
del legame che unisce tra loro tutte le                     contemplazione unitaria delle costanti
verità di salvezza e ne svela la                            dell’agire divino che tu hai cantato nel
proporzione e il fascino. Di fronte                         Magnificat (Lc 1,40-55). E’ l’esercizio del
all’evidenza della sofferenza e della                       ricordo meditativo dei fatti salvifici che tu,
morte, che tende a schiacciare il cuore,                    o Maria, hai praticato fin dall’inizio:
tale intuizione si pone come una grazia                     “Maria, da parte sua, serbava tutte queste
dello Spirito santo che fa risplendere                      cose meditandole nel suo cuore” (Lc
talmente la “gloria di Dio” da illuminare

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2,19); “Sua madre serbava tutte queste                      sostenuta nel tuo Sabato santo. Siamo
cose nel suo cuore” (Lc 2,51).                              certi però che Colui che ti ha gratificata di
                                                            tali doni in momenti decisivi della tua
Ciascuno di noi, quando riceve questa                       esistenza ti ha sostenuto anche in quel
grazia, anche soltanto qualche accenno                      giorno, in continuità con tutte le grazie
di essa, vive qualcosa di simile a ciò che                  precedenti. La forza dello Spirito,
vissero i tre discepoli sul monte della                     presente in te fin dall’inizio, ti ha sorretto
Trasfigurazione. Contemplando Gesù con                      nel momento del buio e dell’apparente
Mosé ed Elia e sentendoli parlare dell’                     sconfitta del tuo Gesù. Tu hai ricevuto il
“esodo” di Gesù a Gerusalemme (cf Lc                        dono di poterti fidare fino in fondo del
9,21) essi intuiscono i profondi legami                     disegno di Dio e ne hai riconosciuto nel
che intercorrono tra i mille episodi narrati                tuo intimo la potenza e la gloria. Tu ci
nelle Scritture e colgono la forza di unità                 insegni così a credere anche nelle notti
che li mette insieme e li porta a                           della fede, a celebrare la gloria
compimento nella Passione e                                 dell’Altissimo nell’esperienza
Risurrezione del Signore. E’ un’apertura                    dell’abbandono, a proclamare il primato di
degli occhi e del cuore, che dà un senso                    Dio e ad amarlo nei suoi silenzi e nelle
profondo di appagamento e di pace.                          apparenti sconfitte. Intercedi per noi, o
Allora anche le ombre e le tragedie di                      madre, perché non ci manchi mai quella
questo mondo si rivelano come                               consolazione della mente che sostiene la
attraversate dalla luce di amore, di                        nostra fede e fa sì che da un granello di
compassione e di perdono che viene dal                      senapa spunti un albero capace di offrire
cuore del Padre. Si percepisce qualcosa                     rifugio agli uccelli del cielo (cf Mt
della verità delle beatitudini, il cuore si                 13,31-32).
apre alla speranza di giustizia, alla
visione della vittoria dei poveri e degli                   2.   Tu nel sabato della delusione sei la
oppressi di questa terra.                                   Madre della speranza e ci ottieni la
                                                            “consolazione del cuore.
Un santo che ha goduto di questa grazia
in maniera straordinaria così la descrive:                  Che cosa ci dici ancora, o Maria, dal
“Il rimanere con l’intelletto illuminato in tal             silenzio che ti avvolge? Ti sento ripetere,
modo fu così intenso che gli pareva di                      come un sospiro, la parola del tuo Figlio:
essere un altro uomo, o che il suo                          “Con la vostra perseveranza salverete le
intelletto fosse diverso da quello di prima.                vostre anime” (Lc 21,19).
Tanto che se fa conto di tutte le cose
apprese e di tutte le grazie ricevute da                    La parola “perseveranza” può essere
Dio, e le mette insieme, non gli sembra di                  tradotta anche con “pazienza”. La
aver imparato tanto, lungo tutto il corso                   pazienza e la perseveranza sono le virtù
della sua vita, fino a sessantadue anni                     di chi attende, di chi ancora non vede
compiuti, come in quella volta sola” (S.                    eppure continua a sperare: le virtù che ci
Ignazio di Loyola, Autobiografia, n. 30).                   sostengono di fronte agli “schernitori
                                                            beffardi, i quali gridano: ‘Dov’è la
Noi non sappiamo, o Maria, da quale tipo                    promessa della sua venuta? Dal giorno in
di consolazione profonda sei stata                          cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto

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rimane come al principio della creazione’”                  sabato della storia, quando molti, anche
(2Pt 3,3-4).                                                cristiani, sono tentati di non sperare più
                                                            nella vita eterna e neppure nel ritorno del
Tu, o Maria, hai imparato ad attendere e                    Signore. L’impazienza e la fretta
a sperare. Hai atteso con fiducia la                        caratteristiche della nostra cultura
nascita del tuo Figlio proclamata                           tecnologica ci fanno sentire pesante ogni
dall’angelo, hai perseverato nel credere                    ritardo nella manifestazione svelata del
alla parola di Gabriele anche nei tempi                     disegno divino e della vittoria del Risorto.
lunghi in cui non capitava niente, hai                      La nostra poca fede nel leggere i segni
sperato contro ogni speranza sotto alla                     della presenza di Dio nella storia si
croce e fino al sepolcro, hai vissuto il                    traduce in impazienza e fuga, proprio
Sabato santo infondendo speranza ai                         come accadde ai due di Emmaus che,
discepoli smarriti e delusi. Tu ottieni per                 pur messi di fronte ad alcuni segnali del
loro e per noi la consolazione della                        Risorto, non ebbero la forza di aspettare
speranza, quella che si potrebbe                            lo sviluppo degli eventi e se ne andarono
chiamare “consolazione del cuore”.                          da Gerusalemme (cf Lc 24,13ss.).

Se la “consolazione della mente”                            Noi ti preghiamo, o madre della speranza
comporta una illuminazione dell’intelletto                  e della pazienza: chiedi al tuo Figlio che
e una “apertura degli occhi” (cf Lc 24,31),                 abbia misericordia di noi e ci venga a
la “consolazione del cuore” (cf Lc 24,32)                   cercare sulla strada delle nostre fughe e
– o “consolazione affettiva” – consiste in                  impazienze, come ha fatto con i discepoli
una grazia che tocca la sensibilità e gli                   di Emmaus. Chiedi che ancora una volta
affetti profondi inclinandoli ad aderire alla               la sua parola riscaldi il nostro cuore (cf Lc
promessa di Dio, vincendo l’impazienza e                    24, 32).
la delusione. Quando il Signore sembra in
ritardo nell’adempimento delle sue                          Intercedi per noi affinché viviamo nel
promesse, questa grazia ci permette di                      tempo con la speranza dell’eternità, con
resistere nella speranza e di non venir                     la certezza che il disegno di Dio sul
meno nell’attesa. E’ la “speranza viva” di                  mondo si compirà a suo tempo e noi
cui parla Pietro (cf 1Pt 1,3), è la                         potremo contemplare con gioia la gloria
“speranza contro ogni speranza” di cui                      del Risorto, gloria che già è presente, pur
parla Paolo a proposito di Abramo (cf                       se in maniera velata, nel mistero della
Rom 4,18), il quale “per la promessa di                     storia.
Dio non esitò con incredulità, ma si
rafforzò nella fede e diede gloria a Dio,                   3.    Tu, nel sabato dell’assenza e della
pienamente convinto che quanto egli                         solitudine, sei e rimani la madre
aveva promesso era anche capace di                          dell’amore e ci ottieni la “consolazione
portarlo a compimento” (Rom 4,20-21).                       della vita”.

Tu, o Madre della speranza, hai                             A questo punto, o Maria, azzardo
pazientato con pace nel Sabato santo e ci                   un’ultima domanda: ma che senso ha
insegni a guardare con pazienza e                           tanto tuo soffrire? Come puoi rimanere
perseveranza a ciò che viviamo in questo                    salda mentre gli amici del tuo Figlio

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fuggono, si disperdono, si nascondono?                      eventi, ci accorgiamo che il Signore
Come fai a dare significato alla tragedia                   aveva continuato a camminare con noi,
che stai vivendo? Mi pare che tu risponda                   anzi a portarci sulle sue braccia. Ci
di nuovo con le parole del tuo Figlio: “Se il               succede un po’ come a Mosé sul monte
chicco di grano caduto in terra non                         Oreb: egli riuscì a vedere qualcosa della
muore, rimane solo; se invece muore,                        gloria di Dio, che desiderava tanto
produce molto frutto” (Gv 12,24).                           contemplare (“Mostrami la tua gloria!”, Es
                                                            33,18) solo quando era già passata (cf Es
Il senso del tuo soffrire, o Maria, è                       33,19-22).
dunque la generazione di un popolo di
credenti. Tu nel Sabato santo ci stai                       Una tale consolazione opera in noi e ci
davanti come madre amorosa che genera                       sostiene efficacemente, pur senza una
i suoi figli a partire dalla croce, intuendo                consapevole illuminazione della mente e
che né il tuo sacrificio né quello del Figlio               una percepita mozione degli affetti del
sono vani. Se lui ci ha amato e ha dato sé                  cuore; essa opera dandoci la forza di
stesso per noi (cf Gal 2,20), se il Padre                   resistere nella prova quando tutto intorno
non lo ha risparmiato, ma lo ha                             è oscurità. La chiamo “consolazione
consegnato per tutti noi (cf Rom 8,32), tu                  sostanziale” perché tocca il fondo e la
hai unito il tuo cuore materno all’infinita                 sostanza dell’anima, ben al di sotto di tutti
carità di Dio con la certezza della sua                     i moti superficiali e consci; oppure
fecondità. Ne è nato un popolo, “una                        “consolazione della vita” perché i suoi
moltitudine immensa… di ogni nazione,                       effetti si esprimono nella quotidianità
razza, popolo e lingua” (Ap 7,9); il                        permettendoci di stare in piedi nei
discepolo prediletto che ti è stato affidato                momenti più duri (“resistere nel giorno
ai piedi della croce (“Donna, ecco il tuo                   malvagio”, Ef 6,13), quando la mente
figlio”, Gv 19,26) è il simbolo di questa                   sembra avvolta dalla nebbia e il cuore
moltitudine.                                                appare stanco.

La consolazione con la quale Dio ti ha                      Tu conosci, o Maria, probabilmente per
sostenuto nel Sabato santo, nell’assenza                    esperienza personale, come il buio del
di Gesù e nella dispersione dei suoi                        Sabato santo possa talora penetrare fino
discepoli, è una forza interiore di cui non                 in fondo all’anima pur nella completa
è necessario essere coscienti, ma la cui                    dedizione della volontà al disegno di Dio.
presenza ed efficacia si misura dai frutti,                 Tu ci ottieni sempre, o Maria, questa
dalla fecondità spirituale. E noi, qui e ora,               consolazione che sostiene lo spirito
o Maria, siamo i figli della tua sofferenza.                senza che ne abbiamo coscienza, e ci
                                                            darai, a suo tempo, di vedere i frutti del
La percezione di una forza che ci ha                        nostro “tener duro”, intercedendo per la
accompagnato in momenti duri, anche                         nostra fecondità spirituale. Non ci si pente
quando non la sentivamo e ci sembrava                       mai di aver continuato a voler bene! Ci
di non possederla, è una esperienza                         accorgeremo allora di aver vissuto
vissuta da tutti noi. Ci pare a volte di                    un’esperienza simile a quella di Paolo
essere abbandonati da Dio e dagli                           che scriveva ai Corinti: “In noi opera la
uomini, e però, rileggendo in seguito gli                   morte, ma in voi la vita” (2 Cor 4,12).

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                                                            parte finale vorrei mettere insieme i due
Tu, o Maria, sei madre del dolore, tu sei                   momenti precedenti per farli interagire e
colei che non cessa di amare Dio                            cercare di comprendere come la luce
nonostante la sua apparente assenza, e                      della testimonianza di Maria e le
in Lui non si stanca di amare i suoi figli,                 consolazioni che ci ottiene dal suo Figlio
custodendoli nel silenzio dell’attesa. Nel                  illuminino le nostre insicurezze e orientino
tuo Sabato santo, o Maria, sei l’icona                      il nostro cammino.
della Chiesa dell’amore, sostenuta dalla
fede più forte della morte e viva nella                     Se l’incontro con i discepoli spaventati e
carità che supera ogni abbandono. O                         tristi ci ha permesso di riconoscere la
Maria, ottienici quella consolazione                        realtà delle nostre paure, delle resistenze
profonda che ci permette di amare anche                     che avvertiamo in noi e attorno a noi e
nella notte della fede e della speranza e                   delle nostre colpe, la fede, la speranza e
quando ci sembra di non vedere neppure                      la carità di Maria possono aiutarci a
più il volto del fratello!                                  comprendere che il tempo – anche il
                                                            nostro tempo – è come un unico, grande
Tu, o Maria, ci insegni che l’apostolato, la                “sabato”, in cui viviamo fra il “già” della
proclamazione del Vangelo, il servizio                      prima venuta del Signore e il “non
pastorale, l’impegno di educare alla fede,                  ancora” del suo ritorno, come pellegrini
di generare un popolo di credenti, ha un                    verso l’ “ottavo giorno”, la domenica
prezzo, si paga “a caro prezzo”: è così                     senza tramonto che lui stesso verrà a
che Gesù ci ha acquistati: “Voi sapete                      dischiudere alla fine dei tempi.
che non a prezzo di cose corruttibili,
come l’argento e l’oro, foste liberati dalla                1.         Lo sguardo di fede sul passato
vostra vuota condotta ereditata dai vostri
padri, ma con il sangue prezioso di                         I discepoli del Sabato santo portano in sé
Cristo” (1 Pt 1,18-19). Donaci quell’intima                 la memoria di quanto hanno vissuto col
consolazione della vita che accetta di                      Maestro. Ma si tratta di un ricordo carico
pagare volentieri, in unione col cuore di                   di nostalgia e fonte di tristezza perché
Cristo, questo prezzo della salvezza. Fa’                   quanto era stato sperato e atteso con lui
che il nostro piccolo seme accetti di                       e per lui appare irrimediabilmente
morire per portare molto frutto!                            perduto.

III                                                         Noi pure portiamo impresse le orme di
                                                            un’insopprimibile memoria cristiana:
Verso l’ottavo giorno, nel sabato del                       basta pensare alla nostra cultura segnata
tempo                                                       dai grandi valori della tradizione biblica, a
Nella prima parte della lettera vi ho                       cominciare dall’idea di “persona” e dal
proposto di riconoscerci nel                                senso del “tempo”, inteso quale storia
disorientamento vissuto dai discepoli il                    orientata verso un compimento promesso
giorno seguente la morte di Gesù. Nella                     e atteso. I nostri spazi vitali sono pieni
seconda ho voluto contemplare con voi la                    delle tracce di questa memoria: dalle
fede, la speranza e la carità della                         opere d’arte, tanto spesso a soggetto
Madonna del Sabato santo. In questa                         religioso, alle nostre chiese, al Duomo

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che è simbolo non solo della Chiesa                         Penso al patrimonio di arte delle nostre
locale, ma della stessa identità civile                     Chiese e mi interrogo su come potrebbe
ambrosiana.                                                 divenire mezzo di annuncio in un mondo
                                                            che tanto sente il bisogno della Bellezza
Come per i discepoli in cammino verso                       che salva.
Emmaus, ancora totalmente immersi nel
loro Sabato santo, la memoria di tali                       Penso – per limitarmi a un altro
radici potrebbe essere per noi semplice                     significativo esempio – alla ricchissima
oggetto di nostalgia e forse di un po’ di                   tradizione degli Oratori, giusto vanto della
tristezza: una memoria quindi inoperosa,                    nostra storia di fede, e mi domando in
incapace di suscitare slanci e nuove                        che modo potrebbero sempre più
imprese ricche di generosità e di                           corrispondere alle inquietudini e alle sfide
passione. La Madonna del Sabato santo                       delle giovani generazioni, in cerca di
vive invece la memoria quale luogo di                       alternative alla monotonia dei doveri del
profezia: ricorda per sperare, rivisita il                  giorno in notti dilatate, riempite dai suoni
passato per aprirsi al futuro, nella                        forti delle discoteche, con gesti e segni
certezza che Dio è fedele alle sue                          illusori e indecifrabili sovente agli adulti.
promesse e quanto ha operato in lei per
la nascita del Figlio eterno nel tempo, lo                  E penso in maniera del tutto speciale a
opererà analogamente per la rinascita di                    quel luogo privilegiato della memoria dei
lui e dei suoi fratelli dalla morte alla vita               mirabilia Dei, delle opere mirabili di Dio,
senza tramonto.                                             che è la Sacra Scrittura. La grazia di una
                                                            “consolazione della mente”, che aiuti a
Maria “serbava tutte queste cose                            leggere il senso globale degli eventi di
meditandole nel suo cuore” (Lc 2,51). Ella                  questo mondo è in stretta relazione con la
che ben merita la lode evangelica                           lettura orante della Bibbia, con la lectio
“Donna, davvero grande è la sua                             divina. Chi è fedele alla lettura delle
fede” (Mt 15,28), sa coniugare il passato                   Scritture in atteggiamento di fede riceve
delle meraviglie del Signore col futuro che                 dallo Spirito santo il dono di passare con
Lui solo sa suscitare. Il suo cantico di                    gioia e fiducia attraverso gli enigmi della
lode, il Magnificat, esprime al passato                     storia, cogliendo in tutto il manifestarsi del
(“ha spiegato la potenza del suo                            piano di Dio per la salvezza dell’uomo.
braccio…”, Lc 1,51ss) le sue certezze per
il futuro. La Madonna del Sabato santo ci                   2.         La speranza che apre al futuro
insegna a recuperare la memoria non
solo come elemento di tradizione, bensì                     Il Sabato santo è vissuto dai discepoli
anche, e fortemente, come stimolo al                        nella paura e nel timore del peggio.
progresso. Dovremmo chiederci alla                          Perché il futuro sembra riservare loro
scuola della sua fede ricca di speranza: in                 sconfitte e umiliazioni crescenti. Maria
che maniera valorizzare, aggiornandole al                   però vive un’attesa fiduciosa e paziente;
presente, le grandi tradizioni del passato                  ella sa che le promesse di Dio si
della Chiesa?                                               avvereranno.

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Anche nel sabato del tempo in cui ci                        Cristo. Sono tali scelt, sempre più
troviamo è necessario riscoprire                            ampiamente condivise, che imprimono
l’importanza dell’attesa; l’assenza di                      alla tendenza generale verso la
speranza è forse la malattia mortale delle                  globalizzazione i correttivi necessari per
coscienze nell’epoca segnata dalla fine                     fare di tali processi non una radice
dei sogni ideologici e delle aspirazioni a                  mortifera di esclusione e di
essi connesse.                                              emarginazione dei sempre più poveri, ma
                                                            una sorgente di inclusione progressiva di
All’indifferenza e alla frustrazione, alla                  tutti nella partecipazione solidale allo
concentrazione sul puro godimento                           scambio dei beni prodotti. Anche qui ci è
dell’attimo presente, senza attese di                       modello e aiuto la “donna forte” (cf Prov
futuro, può opporsi come antidoto                           31,10) del Sabato santo, che ha
soltanto la speranza. Non quella fondata                    dimostrato di sapere sperare contro ogni
su calcoli, previsioni e statistiche, ma la                 speranza e di credere nell’impossibile
speranza che ha il suo unico fondamento                     possibilità di Dio al di là di ogni evidenza
nella promessa di Dio. Di nuovo la                          della sua sconfitta.
Madonna del Sabato santo getta luce sul
compito che ci aspetta e che ci è reso                      3.         La carità che ricompatta il presente
possibile dal dono dello Spirito del
Risorto, il quale ci tocca interiormente con                Il Sabato santo è per i discepoli
la “consolazione del cuore”. Si tratta di                   l’esperienza di un presente gravido di
irradiare attorno a noi, con gli atti semplici              tensioni ed essi lo vivono avvertendo
della vita quotidiana – senza forzature –,                  soprattutto la grande solitudine in cui li ha
la gioia interiore e la pace, frutti della                  lasciati la morte di Gesù, di colui che era
consolazione dello Spirito.                                 la roccia della loro comunione.

Credere in Cristo, morto e risorto per noi,                 Non è difficile riconoscere che tale
significa essere testimoni di speranza con                  esperienza di solitudine serpeggia fra i
la parola e con la vita.                                    cristiani odierni. Può essere colta
                                                            anzitutto a livello personale, là dove si
Con la parola: non dobbiamo temere di                       sperimentano le lacerazioni del cuore di
toccare i grandi temi oggetto della                         fronte all’assenza di futuro, alla
speranza ultima, troppo spesso rimossi                      mancanza di senso, all’incapacità di
dal nostro linguaggio: la vita eterna e                     dialogo. Penso poi ai processi di
l’insieme dei novissimi che ad essa si                      frammentazione che attraversano tante
connettono (morte, giudizio, inferno,                       volte la vita familiare, come pure alle
purgatorio e paradiso: cfr. in proposito la                 difficoltà di aggregazione vissute nelle
lettera pastorale “Sto alla porta”).                        comunità parrocchiali e negli stessi
                                                            movimenti e associazioni, fino alla
Con la vita: siamo chiamati a dare segni                    frantumazione della vita politica, segnata
credibili e inequivocabili della luce che i                 dallo scollamento fra rappresentanza e
valori ultimi gettano sui valori penultimi,                 rappresentatività (i rappresentanti eletti
facendo scelte di vita sobrie, povere,                      dal popolo non ne rappresentano spesso
caste, ispirate all’umiltà e alla pazienza di               i reali bisogni e interessi) e – all’interno

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del mondo cattolico – dalla diaspora                        essere fedele fino alla morte alla parola
seguita alla fine dell’unità politica dei                   data nel consacrarsi a Dio.
cattolici.
                                                            Riguardo alla comunione familiare mi
Maria riesce a custodire non solo la                        sembra che la luce della carità di Maria
memoria della comunione, ma la carità                       richieda di ritrovare e sempre più
per viverla nel presente. Sta con i                         evangelizzare – a tempo e fuori tempo –
discepoli, li conforta, li rimette insieme, li              la carità coniugale e in famiglia, quale
incoraggia facendo loro gustare i frutti                    soffio ispiratore capace di motivare sia la
della “consolazione della vita” che genera                  risposta alla vocazione matrimoniale sia
comunione; nel tempo del silenzio di Dio                    la fedeltà, ogni giorno nuova, all’alleanza
e dell’apparente sconfitta dell’Amore                       sancita nel sacramento nuziale. Senza un
crocifisso è elemento di coesione,                          amore di gratuità, nutrito alle sorgenti
testimone di compassionevole amore e di                     della grazia, è impossibile poter vivere in
prossimità operosa; nel Cenacolo si                         continuità il dono reciproco che la vita di
dispone, già piena di Spirito santo, a                      coppia esige e spendersi con sacrificio
ricevere con i discepoli il dono del nuovo                  personale perché la vita della famiglia
inizio reso possibile dalla risurrezione di                 venga vissuta come luogo di libertà, di
Gesù. Alla scuola di Maria non possiamo                     crescita, di verità. La sfida della crisi dei
non chiederci come vivere la nostra                         rapporti coniugali e parentali non può
condizione presente nella luce che il                       essere affrontata e superata che
Risorto getta sul sabato del tempo in cui                   mediante il ripetuto reciproco perdono e
ci troviamo. Infatti nel “cammino-                          la sollecitudine della carità ispirata dal
pellegrinaggio ecclesiale attraverso lo                     Vangelo.
spazio e il tempo, e ancor più attraverso
la storia delle anime, Maria è                              Analogamente, la comunione nella vita
presente” (Giovanni Paolo II,                               ecclesiale – a tutti i livelli, dalla parrocchia
Redemptoris Mater, n. 25).                                  alla diocesi, dai movimenti alle
                                                            associazioni – richiede il sussulto della
A livello di esistenza personale la scuola                  carità della Madonna del Sabato santo:
di Maria può aiutare a vincere la                           dobbiamo accoglierci e perdonarci tutti
tentazione dell’angoscia per giocare la                     sull’esempio del Signore. Il Papa ce ne
propria vita con slancio e fiducia davanti                  ha data una straordinaria testimonianza
all’Eterno: si tratta di riscoprire la vita                 con le richieste di perdono a nome di tutta
stessa come vocazione, cui                                  la Chiesa e con il perdono offerto
corrispondere nella fede in Dio e nella                     personalmente al suo attentatore.
fedeltà che la Sua fedeltà rende possibile.
E’ soltanto in questa prospettiva che il                    Occorre esercitare il dialogo fra noi e con
discernimento vocazionale, così                             tutti. Penso al bisogno di incessante
necessario ai singoli e alle urgenze della                  slancio propositivo e operativo nella vita
comunità, trova il suo ambiente adeguato.                   degli organismi collegiali parrocchiali e
E’ aprendosi nella preghiera, con la                        diocesani, dove la presenza di operatori
Madonna, alla grazia della “consolazione                    pastorali laici sempre meglio animati,
della vita” che è possibile perseverare ed                  sostenuti e formati sarà determinante.

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Penso – nell’ottica della Chiesa                            qualche raggio della domenica di
universale di cui non possiamo non                          resurrezione. Bisognerà educare tanto
sentirci parte viva – all’urgenza di                        all’esercizio della carità politica, quanto al
affrontare e risolvere insieme a livello                    dialogo fra le aggregazioni – che formano
veramente cattolico le grandi sfide della                   il tessuto della società civile e sono
vita di oggi, tanto a livello mondiale,                     spesso espressioni della comunità
quanto più specificamente nella nostra                      ecclesiale – e coloro che si impegnano
società europea (in tale senso si                           nella mediazione politica o vengono
muoveva il terzo “sogno” di cui ho parlato                  chiamati al servizio del bene comune
nel mio intervento al Sinodo europeo                        nelle istituzioni.
dello scorso ottobre). Penso alla
promozione del dialogo ecumenico – la                       Infine, nel rapporto fra l’uomo e il creato
recente dichiarazione di Augsburg sulla                     occorre discernere e percorrere vie di
giustificazione fra cattolici e luterani ne è               riconciliazione: la lacerazione della
un frutto prezioso; penso al dialogo                        persona in se stessa e nei suoi rapporti si
interreligioso che sempre più appare                        riflette nello squilibrio con cui è spesso
come una urgenza ineludibile, non                           vissuta la relazione fra storia e natura. La
semplicemente a motivo della presenza                       crisi ecologica consiste esattamente nello
crescente fra noi di immigrati                              squilibrio indotto fra i ritmi dei tempi
appartenenti a mondi religiosi diversi dal                  biologici e i tempi imposti dall’uomo:
nostro, ma anche per la responsabilità                      questi – con i mezzi tecnologici e
che i credenti in Dio di tutte le fedi hanno                scientifici di cui oggi dispone – può
di rendere insieme testimonianza del Suo                    modificare, in maniera rapida e
primato sulla vita e sulla storia,                          irreversibile, ciò che la natura ha prodotto
contribuendo così a fondare un                              in millenni e spesso milioni di anni. Un
comportamento condiviso, eticamente                         uso sobrio delle possibilità della tecnica si
responsabile verso gli altri.                               rivela sempre più urgente e necessario
                                                            per tutti nel crescente processo di
Il dialogo e la carità che deve ispirarlo                   globalizzazione: anche qui la coscienza di
sono un’urgenza pure nel rapporto fra                       essere nel sabato del tempo e non nel
società civile e rappresentanti politici: ce                giorno del compimento deve indurci a
lo ha ricordato l’ultima Settimana Sociale                  scelte equilibrate, in cui il sapere e il
dei Cattolici Italiani, celebrata a Napoli nel              potere si rivelino capaci di
novembre scorso, che ha focalizzato il                      automoderazione in vista della crescita
rapporto necessario, nella dovuta                           della qualità della vita di tutti e per tutti.
distinzione, fra mediazione politica,
istituzioni e società civile nel paese. Se                  Confido, per questi cammini, nella
nel passato ha prevalso una logica                          capacità propositiva ed esemplare dei
passiva della delega, oggi assistiamo                       nostri giovani che sanno guardare
spesso a un preoccupante scollamento                        all’esempio di Maria e che vorrei come
fra politica e vita ecclesiale, fra etica e                 chiamare a raccolta perché si assumano
servizio pubblico, fra interessi personali e                in questo contesto le loro responsabilità
interessi collettivi. Anche nel “sabato della               per il futuro.
politica” è necessario far risplendere

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4.        Dove siamo? Dove andiamo?                         invito a celebrare il Triduo pasquale in
                                                            questo clima spirituale, preparandolo
Siamo dunque nel sabato del tempo,                          accuratamente, in continuità con i passi
incamminati verso l’ottavo giorno: fra “già”                con cui in questi anni lo stiamo
e “non ancora” dobbiamo evitare di                          riqualificando, per riguadagnarlo alla
assolutizzare l’oggi, con atteggiamenti di                  conoscenza delle nostre comunità.
trionfalismo o, al contrario, di disfattismo.
Non possiamo fermarci al buio del                           Il nostro celebrare, radicato dentro una
Venerdì santo, in una sorta di                              tradizione liturgica ricca come è la nostra
“cristianesimo senza redenzione”; non                       ambrosiana, diventa come un entrare nel
possiamo neanche affrettare la piena                        “sabato del tempo” ricapitolato nella
rivelazione della vittoria di Pasqua in noi,                Pasqua di Gesù, per attingere alla sua
che si compirà nel secondo avvento del                      ricchezza di senso, per vivere della grazia
Figlio dell’uomo.                                           che da esso si sprigiona. Incamminiamoci
                                                            sempre più convintamene a celebrare e a
Siamo invitati a vivere come pellegrini                     vivere con questa sensibilità tutti i tempi
nella notte rischiarata dalla speranza                      liturgici, a partire da quello domenicale. Vi
della fede e riscaldata dall’autenticità                    ritroveremo ogni volta un aiuto a superare
dell’amore: l’anno giubilare è, in questo                   lo smarrimento che ci assale e a vivere
senso, una nuova aurora che, fra la                         della grazia luminosa che ha rischiarato il
rinnovata memoria delle meraviglie di Dio                   Sabato santo di Maria.
e l’attesa del loro definitivo compimento,
nutre l’impegno, rinnova lo slancio, ci fa                  5.  Per tentare un bilancio: un
sentire custoditi nel seno del Padre,                       appuntamento, un invito
insieme con Cristo (cf Col 3,3), con
Maria, come Maria, nel Sabato santo                         Vorrei che, guardando indietro alle tre
della sua fede ricca di carità.                             settimane di anni del mio servizio a
                                                            Milano, emergesse in chiara luce ciò che
Allora, il sabato del tempo apparirà ai                     di tutti i nostri dialoghi e in tutte le nostre
nostri occhi come già segnato dai colori                    iniziative pastorali è stato veramente il
dell’alba promessa, e la pallida luce dei                   centro e il cuore; vorrei che quanto lo
giorni che passano si illuminerà dei primi                  Spirito ha detto alla nostra Chiesa
raggi del giorno che non passa, l’ottavo e                  durante il mio servizio di vescovo
l’ultimo, il primo della vita eterna di tutti i             risultasse semplice e chiaro per tutti.
risorti nel Risorto.
                                                            A tale scopo ho bisogno dell’aiuto di tutti
Ogni anno la celebrazione del Triduo                        voi e perciò chiudo la lettera – per tanti
pasquale ci accompagna e ci illumina in                     aspetti “sabbatica” – rivolgendovi un
questo percorso di memoria. Nella                           invito. Vi chiedo, cioè, di rispondere come
ricchezza delle parole e dei gesti, esso                    singoli e come comunità alla domanda
orienta ogni volta la Chiesa a leggere se                   seguente: che cosa soprattutto ci ha
stessa nel quadro dell’intero piano di                      aiutato in questi anni a camminare e
salvezza, a capire in quale direzione                       crescere nell’amore del Padre, nella
orientarsi, quale futuro prefigurare. Vi                    grazia del Cristo e nella comunione dello

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Spirito santo? Che cosa resta vivo e
vivificante di questi due decenni di strada
percorsa insieme? Che cosa lo Spirito ha
detto alla nostra Chiesa milanese?

Sarebbe bello che le risposte fossero
frutto di preghiera: potreste poi
comunicarmi per iscritto quanto il Signore
vi ha suggerito. Grazie ai vostri contributi
tenterò di fare un bilancio che vorrei
esprimere in una sorta di “Confessio
laudis, vitae et fidei”.

Ci aiuti nella verifica la Madonna, la cui
fede generosa vissuta nel Sabato santo è
stata al centro di questa lettera, e la cui
testimonianza e intercessione hanno
accompagnato il mio servizio di pastore.
A lei con voi nuovamente mi affido
nell’anno giubilare dell’incarnazione del
suo Figlio, il Salvatore nostro, il
Redentore dell’uomo.

Domenica 6 agosto 2000,festa della
Trasfigurazione del Signore e
ventiduesimo anniversario della morte di
Papa Paolo VI

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