La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico
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La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico Danilo Dongiovanni ENEA, FSN, C. R. Frascati, 00044 Frascati (Roma) Italia Lori Gabellieri ENEA, FSN, C. R. Frascati, 00044 Frascati (Roma) Italia Piero Martin Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università di Padova, Italia e Consorzio RFX Consorzio CREATE, Università degli Studi Federico II, Via Claudio 21, Angelo Antonio Tuccillo I-80125 Napoli, Italia Gregorio Vlad ENEA, FSN, C. R. Frascati, 00044 Frascati (Roma) Italia Fulvio Zonca ENEA, FSN, C. R. Frascati, 00044 Frascati (Roma) Italia L’ energia prodotta dalla fusione nu- Introduzione cleare nelle stelle ha reso possibile Da tempo gli scienziati ci hanno messo in allar- la vita così come oggi la conosciamo. me a proposito del clima: siamo prossimi ad un Probabilmente, sui tempi lunghi, la sopravvi- punto critico. Quel momento nel quale azioni venza delle condizioni ambientali che permet- che fino ad allora avevano causato cambiamen- tono la vita sul nostro pianeta potrà essere ti impercettibili originano invece una modifica garantita dalla realizzazione di una fonte di drammatica dello stato del nostro ecosistema. Re- energia basata sulla fusione. La sfida è mol- centemente la rivista Nature ha pubblicato uno to complessa e richiede uno sforzo interdisci- studio di Merritt Turestsky sul permafrost, il ter- reno perennemente ghiacciato che ricopre circa plinare al limite delle conoscenze attuali. Il un quarto delle zone emerse nell’emisfero nord nostro paese ha raccolto questa sfida fin dal- [1]. Esso ha cristallizzato al suo interno piante, la declassificazione della ricerca sulla fusione animali e microrganismi ed è quindi un enor- alla fine degli anni ’50 del secolo scorso. In me serbatoio di gas serra (basti pensare che ne questi decenni si è costruita una rete di eccel- contiene circa il doppio di quelli presenti in at- lenze che lega enti di ricerca, università ed mosfera) ed è rimasto per fortuna finora sigillato industrie ponendo il nostro paese in prima grazie alla sua bassa temperatura. L’artico si sta riscaldando a velocità quasi doppia rispetto al linea nella ricerca sulla fusione per capacità resto del pianeta, il permafrost già comincia a teoriche, sperimentali e realizzative. mostrare le prime perdite e Turestky afferma che siamo di fronte al risveglio di un pericoloso gi- gante. Un rapido rilascio dei gas serra contenuti Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 105
nel permafrost sconvolgerà il clima e renderà as- dopoguerra. Nei decenni passati c’è stato tal- sai difficile se non impossibile ottenere il risultato volta un eccesso di ottimismo che ha alimentato di stabilizzare l’aumento di temperatura del pia- nell’opinione pubblica una certa disillusione, ma neta entro un grado e mezzo rispetto ai livelli i ricercatori sono oggi più prudenti e hanno idee pre-industriali. Per invertire la rotta e fermarsi chiare sulla strada da seguire. prima del fatidico ultimo passo è necessaria una L’Europa è in prima linea e ha elaborato una vera e propria rivoluzione del nostro modo di strategia (Roadmap) per ottenere elettricità dal- produrre e consumare e cambiamenti radicali la fusione nella seconda metà di questo secolo. nel settore energetico. La nostra attuale dipen- Pilastro di questo piano è ITER (International denza dai combustibili fossili ci impedisce infatti Thermonuclear Experimental Reactor), un espe- una sostanziale riduzione delle emissioni di gas rimento in costruzione in Francia grazie ad una serra. Per affrancarci da questa dipendenza oc- collaborazione tra Unione Europea, principale corre una rapida inversione di rotta verso scenari partner, e Cina, Corea, India, Giappone, Russia e energetici decarbonizzati. Scenari che sul breve- USA. Con 500 MW di energia dalla fusione ITER medio termine includano quindi rinnovabili e dimostrerà la fattibilità del processo. Dopo un nucleare da fissione, ma che sul lungo termine inizio travagliato e alcuni ritardi la sua costru- puntino a soluzioni innovative come ad esempio zione oggi è in corso e le attività sperimentali riprodurre in laboratorio il processo di fusione, inizieranno alla fine di questo decennio, con l’ob- che alimenta il sole e le stelle. Un processo che biettivo di preparare il prossimo passo verso il libera energia senza emissioni di CO2 , senza le reattore dimostrativo DEMO, che sarà il reattore scorie radioattive di lunga durata della fissione a fusione prototipo connesso in rete. e in maniera sicura. Con la fusione nucleare controllata due nuclei leggeri – idrogeno o suoi isotopi – si uniscono per Energia da fusione nel Centro dare origine a un nucleo più pesante liberando Ricerche ENEA di Frascati così una notevole quantità di energia che può es- sere convertita in energia elettrica. Un processo Le attività di ricerca per lo sfruttamento pacifi- che ricercatori di tutto il mondo stanno cercando co dell’energia prodotta da reazioni di fusione di riprodurre in laboratorio. Il sole è letteral- nucleare hanno visto la comunità scientifica del mente un esempio lampante del funzionamento centro ENEA di Frascati impegnata fin dall’ini- della fusione in natura: esso brucia nell’insieme zio di questo percorso: la fine degli anni ’50. Le dei suoi processi di fusione nucleare circa 600 attività sono state svolte con il coordinamento milioni di tonnellate di idrogeno al secondo: ri- del Consorzio EUROfusion [2] nel contesto del- produrli sulla terra è però complicato. Sulla terra l’associazione EURATOM. In questo anno 2020 gli scienziati utilizzano esperimenti a forma di si celebrano 60 anni trascorsi dalla firma del con- ciambella (toroidi) al cui interno il plasma, cioè il tratto di associazione tra il consorzio europeo e gas di isotopi dell’idrogeno -combustibile della l’ENEA [3]. Il rilievo della ricorrenza sarà sottoli- fusione - viene riscaldato a temperature di deci- neato con una mostra commemorativa ed eventi ne di milioni di gradi e tenuto in posizione con scientifici. appositi campi magnetici. Gli interessi e le linee di lavoro si sono, nel Realizzare questi dispositivi è una sfida com- corso del tempo, differenziate con l’obiettivo di plessa anche perché non appena il plasma devia esplorare e dare un contributo nei settori che la di poco dalle condizioni ottimali il processo si comunità ha ritenuto più promettenti, sia di ca- spegne naturalmente. Questo limite è però an- rattere sperimentale, che teorico: di modellistica che un grande vantaggio essendo alla base della e simulazione numerica. sicurezza intrinseca di un futuro reattore a fu- Le collaborazioni in ambito internazionale so- sione, che proprio per leggi naturali non potrà no state sempre una componente importante e quindi mai scappare di mano come invece può linfa vitale per progredire e condividere il lavoro accadere per gli attuali reattori a fissione. svolto. Nei laboratori che ospitano altri progetti La ricerca sulla fusione è iniziata nel secondo di rilievo per la fusione in Europa e nel mondo Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 106
fondamentale svolto dall’esperimento Reversed Field Pinch del Consorzio RFX di Padova. Questa è una configurazione a confinamento magnetico alternativa al Tokamak e questo esperimento per dimensioni è il più grande al mondo di questo genere [6]. La costruzione e lo sfruttamento di esperimen- ti Tokamak a confinamento magnetico nel Cen- tro ENEA di Frascati hanno avuto un rilievo importante, così com’è avvenuto nel resto del mondo, e i due impianti realizzati (Frascati Toka- mak [7] e Frascati Tokamak Upgrade [8]) hanno dato risultati determinanti nel panorama mon- diale contribuendo alle scelte di indirizzo per il futuro. Le scelte che hanno guidato la progettazio- ne dei due impianti sperimentali per la fusio- ne nucleare a confinamento magnetico, Frascati Tokamak (FT) [7] e Frascati Tokamak Upgrade (FTU) [8], li hanno resi unici al mondo per l’am- pio spettro di parametri accessibile nella speri- mentazione. Per questo motivo il loro contributo al panorama scientifico mondiale ha potuto man- tenersi di rilievo e interesse durante tutto il corso della loro esistenza in attività. Nasce alla fine degli anni ’70 il progetto FT (Frascati Tokamak) [7]. In quegli anni la linea del confinamento magnetico nella configurazione Tokamak si era ormai affermata assumendo un Figura 1: Frascati Tokamak FT: inizia le operazioni nel 1977. ruolo di riferimento. La via verso il successo per la fusione nucleare si trovava comunque a un bivio di scelte per otte- (Francia, Germania, Inghilterra e Svizzera, oltre nere alte prestazioni fusionistiche: incrementare ad USA, Giappone, Cina e Corea), i ricercatori del le dimensioni oppure accrescere l’intensità del Centro di Frascati hanno collaborato e contribui- campo magnetico e, di conseguenza, la densità to con progetti e programmi scientifici. Attività di corrente. FT (figura 1) appartiene alla seconda di teoria e modellistica hanno fatto e continuano linea con la sua forma compatta (raggio maggio- a far parte di collaborazioni strutturate all’inter- re del toro di 0.8m e raggio minore circa 0.2m), no del Consorzio EUROfusion (Work Packages, un campo magnetico di 10 Tesla e corrente di Enabling Research Projects) e di partecipazioni plasma di 1MA. Le alte correnti necessarie per internazionali a gruppi nell’ambito della Inter- generare l’alto campo magnetico sono raggiunte national Tokamak Physics Activity (ITPA [4]) e grazie al raffreddamento in azoto liquido (circa di IAEA Technical Meeting [5], e collaborazioni -190 °C) dei magneti in rame. negli USA e in Cina, anche attraverso un’intensa La combinazione di un alto campo magnetico attività di formazione e specializzazione. Non- e delle piccole dimensioni permette di ottenere dimeno la sinergia di collaborazione con le isti- un’alta densità di corrente. La prima e impor- tuzioni nazionali che lavorano in questo stesso tante conseguenza di questo è la grande potenza settore di ricerca si è mantenuta costante e frut- ohmica a esso associata, in altre parole la possi- tuosa durante l’intero periodo storico di lavoro. bilità di raggiungere alte temperature con il solo Tra le varie attività, importante ricordare il ruolo riscaldamento indotto dalla corrente di plasma. Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 107
FT FTU Raggio maggiore (m) 0.2 0.3 Raggio minore (m) 0.83 0.935 Corrente di plasma (MA) 1.0 1.6 Campo magnetico toroidale (T) 10 8 Riscaldamento addizionale (MW) 0.5 4.5 Numero di ports 4 12 Durata della scarica (s) 1.2 1.6 full performance Durata della scarica (s) 4T 1.2 4.0 Tabella 1: Parametri dei Tokamaks FT e FTU Figura 2: Frascati Tokamak FTU: inizia le operazioni nel 1989 Inoltre la densità di corrente è proporzionale alla Figura 3: Immissione di riscaldamento EC: profilo di densità di particelle per unità di volume e, quin- temperatura elettronica misurata con il sistema di, questa scelta permette di ottenere alte densi- di misura Electron Cyclotron Emission tà di plasma, in altre parole di avvicinarsi a un buon rendimento del sistema. FT ha raggiunto una densità di particelle per unità di volume pari compatta (con un volume circa 2 volte e mez- a 7.5 × 1020 m−3 , mai ottenuta in altre macchine, zo quello di FT) e con un alto campo magnetico un valore record del prodotto della densità per il (8T e 1,6MA di corrente di plasma, con magne- tempo di confinamento dell’energia di 4 × 1019 s ti di rame raffreddati in azoto liquido), in cui i × m−3 [9]. I sistemi di riscaldamento addiziona- riscaldamenti sono di gran lunga potenziati in le di un Tokamak assumono un ruolo di rilievo tipologia e potenza per 4.6 MW totali. All’im- cruciale per arrivare al traguardo ambizioso del pianto di radiofrequenza Lower Hybrid, alla fre- bilancio di potenza positivo. Per questo la comu- quenza 8 GHz su FTU [11, 12, 13], si aggiunge nità scientifica di Frascati ha dotato FT di sistemi il riscaldamento alla frequenza ciclotronica elet- di riscaldamento che sfruttano l’assorbimento tronica ECRH a 140 GHz per 2 MW di potenza di onde elettromagnetiche da parte del plasma. totali (figura 3) a cura dell’Istituto del CNR ISTP Radiofrequenze nell’intervallo 1-10 GHz (2.45 di Milano [14]. Un lanciatore dotato di specchi GHz e 8 GHz in FT) possono trasferire energia e orientabili (figura 4) permette di modificare il momento alle particelle di plasma [10]. profilo di deposizione della potenza seguendo Agli inizi degli anni ’90 diventa operativo il le richieste dei programmi sperimentali. Frascati Tokamak Upgrade (FTU) [8] (figura 2) Le temperature raggiunte (12 keV, ovvero 100 (Tabella 1) che apre una seconda stagione del Milioni di gradi (figura 5) [15, 16] e le densità re- programma di ricerca della comunità scientifica cord ottenute (di ' 7 × 1020 m−3 ) (figura 6) con di Frascati in quest’ambito. Il nuovo Tokamak l’ausilio di una sistema di immissione di pellet so- segue la stessa linea di progetto, una macchina lidi di combustibile con velocità di 1.3 Km/s [17] Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 108
Figura 6: Misura di un profilo della densità degli elettro- Figura 4: Sistema di lancio di onde Electron Cyclotron ni di FTU lungo il diametro della sezione poloi- di FTU: specchi per trasferire la potenza dalla dale del toro durante esperimenti di iniezione linea di trasmissione agli specchi di iniezione di pellet di combustibile. nel plasma, 4 specchi indipendenti per focaliz- zare 500 kW di potenza ciascuno. densità di potenza pari a 200 MilioniW/m2 Figura 7: Interno della camera da vuoto di FTU con fasci elettroni runaway Figura 5: Misura di un profilo della temperatura degli elettroni di FTU lungo il diametro della sezio- combustibile durante i fenomeni di improvvisa ne poloidale del toro durante esperimenti di ri- perdita di confinamento e disruzione, i grandi scaldamento con radiofrequenza Ciclotronica campi elettrici possono accelerare elettroni ve- Elettronica (ECRH). (IAEA Conference, Kyoto loci (generazione primaria) che un fenomeno a (Japan), 1998) valanga può trasformare in grandi correnti di par- ticelle con velocità relativistiche (figura 8), che, hanno dato a FTU un ruolo centrale nelle discus- come un pennello caldo, possono danneggiare sioni scientifiche della ricerca mondiale sulla fu- in maniera significativa le pareti della camera da sione termonucleare controllata nel corso della vuoto. FTU ha potuto studiare in maniera estesa sua esistenza in operazione. Grazie alla versati- i processi di formazione e i modi per mitigare la lità di quest’impianto è stato possibile dedicare dannosità di questi fenomeni generati dai fasci una cospicua parte delle attività delle campagne di elettroni runaway (RE) [18, 19]. In aggiunta sperimentali allo studio del possibile impatto dei alla principale linea di ricerca, la decisione di grandi flussi di potenza sulle pareti materiali del non trascurare esperimenti a confinamento ma- reattore; in particolar modo agli studi di tecniche gnetico di altra impostazione, come la macchina per impedire danneggiamenti delle parti che si PROTO-SPHERA [20, 21], si è rivelata importan- affacciano al plasma (figura 7). Infatti, nel fluido te per esplorare configurazioni diverse che pos- Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 109
in Europa con caratteristiche simili. La comuni- tà scientifica del Centro di Frascati ha segnato, con le proprie attività, passi importanti su questo cammino. La fisica teorica per la fusione nucleare Il tessuto sul quale si fondano le scelte e il coor- dinamento di queste attività è l’analisi interpre- tativa e predittiva dei fenomeni fisici che viene Figura 8: Segnali di una scarica di plasma di FTU: cor- fatta dalla fisica teorica del plasma. Gli studi e i rente di plasma, U235 camere a fissione e ten- risultati ottenuti nel Centro ENEA di Frascati in sione di giro, che mostrano la formazione di quest’ambito hanno accompagnato e indirizzato corrente di elettroni runaway provocata per mezzo di un iniezione di gas Neon nella sca- le attività e le scelte di questo laboratorio, ma rica di plasma. D.Carnevale et al., Runaway anche, in alcuni campi e con un ruolo di rilievo, electron beam control, ISSN:014036, PPCF, in ambito internazionale. 2018 Le attività di fisica teorica comprendono sia ricerche di natura prettamente analitico-formale che simulazioni numeriche; tra queste due linee sano permettere un miglior rendimento, sebbene di ricerca, si pone idealmente come ponte la con- ancora da verificare in termini di potenzialità e cezione e lo sviluppo di modelli teorico-numerici. fattibilità. Le stesse attività di simulazione hanno la mol- Il fenomeno che consente la formazione spon- teplice caratteristica di essere uno strumento di tanea, da una colonna centrale di plasma, di un ricerca teorica, potendo emulare un esperimento plasma toroidale magnetizzato capace di circon- in condizioni controllate a priori e a piacere, oltre darla è conosciuto in astrofisica come riconnes- che di interpretazione e predizione di quanto si è sione magnetica. Gli studi condotti sulla ricon- osservato o si realizzerà negli esperimenti. La ri- nessione magnetica in astrofisica conducono a cerca sulla fisica delle onde di Alfvén e della loro ipotizzare che questa configurazione di confina- mutua interazione con i diversi tipi di particel- mento di plasma realizzata in laboratorio possa le energetiche, presenti in un plasma vicino alle fornire una potenza considerevole di riscalda- condizioni d’ignizione, hanno rappresentato da mento, rendendo non necessario il riscaldamento diverso tempo un’eccellenza internazionalmen- aggiuntivo, come invece avviene nei Tokamak. te riconosciuta ai laboratori ENEA sulla fusione Il rendimento di un combustibile compresso termonucleare [24, 25]. ad alte densità è esplorato, con un diverso ap- Per raggiungere e mantenere le condizioni d’i- proccio, dalla fusione inerziale che utilizza l’e- gnizione è necessario che il campo magnetico sia nergia di un potente laser per innescare le reazio- sufficientemente intenso da poter confinare (cioè ni di fusione termonucleare. L’attività di ricerca mantenere al suo interno per un tempo sufficien- condotta dalla comunità scientifica di Frascati temente lungo) le particelle alfa (nuclei di atomi nella linea della fusione nucleare a confinamen- di Elio) prodotte nelle reazioni termonucleari tra to inerziale si fonda su un impegno consolidato, Deuterio e Trizio, in maniera da consentire loro che, agli inizi degli anni ’70, ha permesso di os- di cedere la propria energia cinetica al plasma servare i primi neutroni prodotti da reazioni di termico mantenendolo così sufficientemente cal- fusione con queste tecniche. Le ricerche sono do da favorire nuove reazioni di fusione. In tali proseguite con la costruzione del laser ABC [22]. condizioni la velocità di propagazione di un par- L’impianto laser ABC dei laboratori di Frascati è, ticolare tipo di onde Alfvéniche, le cosiddette ancora oggi, il laser con la più alta energia per im- onde di Shear Alfvén, si trova a essere dello stes- pulso presente in Italia, ma anche uno dei pochi so ordine di quella delle particelle alfa prodotte Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 110
Le onde di shear Alfvén nei plasmi termonucleari Le onde di Alfvén, scoperte da Hannes Alfvén [23] sono oscillazioni elettromagnetiche di bassa frequenza nei plasmi magnetizzati. Le onde di Alfvén si trovano in natura e nei plasmi di laboratorio. As esempio, le onde di Alfvén sono spesso eccitate dalle particelle cariche di alta energia prodotte da tempeste geomagnetiche e dal riscaldamento addizionale nei plasmi. Poiché le onde di Alfvén sono associate a perturbazioni elettromagnetiche, le particelle cariche possono scambiare energia e momento con le onde, producendo accelerazione, riscaldamento e trasporto in direzione trasversale al campo magnetico di equilibrio. Le onde di shear Alfvén, come onde trasversali e incomprimibili, sono caratterizzate da un debole smorzamento e risultano facili da eccitare. In particolare modo, la perdita rapida di particelle alfa e ioni di alta energia a causa delle onde di shear Alfvén è una questione rilevante per i plasmi termonucleari come ITER [25, 26]. Figura 9: Relazione di dispersione di un pacchetto d’onde shear Alfvén (sinistra) che illustra la frequenza in funzione della posizione radiale e del vettore d’onda. A destra, illustrando l’intensità in funzione del numero di riflessioni all’interno del plasma, si evidenzia la formazione di instabilità per frequenze chiaramente distinte. nella reazione di fusione, nonchè di particelle delle strutture materiali che si affacciano al pla- energetiche generate da diversi tipi di riscalda- sma, qualora le particelle energetiche siano espul- mento aggiuntivo [26, 27]. In questo contesto, se in grandi quantità o in maniera concentrata. fenomeni risonanti tra onde Alfvéniche e parti- L’attività di ricerca in tale ambito ha permesso di celle energetiche possono indurre, da una parte, formulare una teoria completa della dinamica sia la crescita esponenziale dei modi stessi (cioè una lineare che non lineare [26, 27]. Affiancata a que- sorta di vibrazioni delle linee di campo magne- st’attività di natura analitico-formale, si è svilup- tico e di diverse altre grandezze fisiche del pla- pata un’attività complementare di modellizzazio- sma stesso, quale velocità e pressione del fluido) ne e simulazione numerica di tale fenomenolo- (figura 9), e, una volta raggiunta un’ampiezza gia, che ha permesso di sviluppare strumenti nu- sufficientemente grande, generare fenomeni di merici all’avanguardia, che sfruttano le tecniche turbolenza che possono avere, come effetto, un più avanzate di High Performance Computing trasporto anomalo delle particelle energetiche (HPC) ad alto parallelismo di calcolo [28]. verso la zona periferica del plasma, con conse- guente perdita in energia (figura 10). In tal modo, l’auto-riscaldamento del plasma da parte delle particelle alfa in esso prodotte può diminuire e, in casi peggiori, si può avere il danneggiamento Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 111
Figura 10: Evoluzione temporale dei profili radiali della densità di energia delle particelle alfa e corrispondente struttura radiale del potenziale scalare fluttuante di un pacchetto d’onde shear Alfvén. La fase di instabilità (sinistra) in- nesca un effetto valanga (centro) seguito da una saturazione (destra). La normalizzazione della scala temporale è in unità della frequenza angolare di Alfvén inversa. Da Ref. [28]. Figura 11: Immagine costruttiva del progetto DTT Il progetto Divertor Tokamak progetto è stato concepito in ENEA e si avvale Test: verso la costruzione del della collaborazione delle Università e degli altri Enti di ricerca Italiani che, fondandosi sulla sto- prototipo di reattore rica collaborazione nazionale, stavolta si trovano uniti su questo comune obiettivo. DTT [29] (fi- La comunità scientifica fusionistica nazionale si gura 11) nasce per affrontare una delle missioni fonda su una storia di rilievo internazionale an- cruciali per la realizzazione del reattore a fusione che delle altre istituzioni che, in parallelo al Cen- e questo viene fatto con il supporto e il coordina- tro di Ricerche dell’ENEA di Frascati, hanno dato mento del consorzio EUROfusion che attribuisce contributi importanti, anche lavorando in siner- a DTT una missione importante a fianco di ITER gia tra di loro. In questi giorni inizia, nei labo- e di importanza strategica nel cammino verso la ratori ENEA di Frascati, la realizzazione di un realizzazione del prototipo di reattore DEMO. nuovo progetto: Il Divertor Tokamak Test [29]. Il Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 112
nella direzione di una ottimizzazione della topo- logia magnetica. Ovviamente si dovrà dimostra- re che la capacità di smaltimento del calore sarà raggiunta senza degrado significativo del con- finamento ottimale del plasma. DTT, unico tra gli esperimenti in funzione o attualmente pro- posti, potrà fare queste ricerche cruciali per il futuro in scenari nei quali non solo le prestazio- ni del bordo, ma anche della parte centrale del plasma, quella cioè dove in un futuro reattore si produrranno le reazioni di fusione (figura 13), sono confrontabili con quelle di ITER e DEMO. Figura 12: Immagine del divertore di DTT DTT ITER EU DEMO Nel futuro reattore l’80% dell’energia prodotta R(m) 2.14 6.2 9.1 dalle reazioni di fusione è trasportata fuori dal a(m) 0.65 2 2.93 plasma dai neutroni prodotti nelle reazioni di A (R/a) 3.3 3.1 3.1 fusione Deuterio-Trizio ed è convertita in ener- Ip (MA) 5.5 15 19.6 B(T) 6 5.3 5.7 gia elettrica. Una parte dell’energia prodotta è Heating PTOT (MW) 45 120 460 distribuita in maniera isotropa come radiazione PSEP /R (MW/m) 15 14 17 elettromagnetica ed è assorbita dalle pareti ma- Pulse Lenght (s) 95 400 7600 teriali del sistema senza picchi di carico. Invece occorrerà gestire il residuo, ma consistente, flus- Tabella 2: Confronto parametri DTT, ITER, DEMO so di calore che si riverserà sulle pareti esterne trasportato dalle particelle cariche sulle superfici A questo scopo, grazie alla disponibilità di si- periferiche in modo localizzato. Infatti, mentre il stemi di riscaldamento addizionale che accoppia- confinamento nel reattore sarà il risultato delle no al plasma 45 MWatt, DTT raggiungerà valori linee di campo magnetico che formano un in- di potenza specifica, definita come il rapporto tra sieme di superfici magnetiche chiuse e annidate la potenza uscente dalla superficie di plasma di- una dentro l’altra, alla periferia del plasma una visa per il raggio maggiore, paragonabili a quelli sottile regione (spessore dell’ordine del centime- di ITER e DEMO (Tabella 2). Il campo magnetico tro) avrà linee di campo magnetico aperte che di questo progetto è generato da un sistema di faranno confluire particelle e calore diritte su di magneti superconduttori (figura 14). La comu- un dispositivo creato per sopportarne il carico: nità scientifica Nazionale ha una posizione di il divertore (figura 12). Questo è un elemento rilievo mondiale nella ricerca in questo settore, importante che deve essere studiato per poter evidenziata dai contributi dati allo sviluppo de- sopportare questi grandi carichi termici e che po- gli elementi superconduttori per gli esperimenti trà essere sostituito se dovesse subire danneggia- ITER e JT-60SA [30]. Il progresso della tecnolo- menti. Il flusso di calore aspettato sul divertore gia della superconduttività sarà cruciale per il è superiore a 10 MWatt per metro quadrato, con- buon funzionamento del futuro reattore ed an- frontabile con quello medio della superficie del che in questo caso DTT costituisce una flessibile Sole. Le soluzioni offerte dalla attuale tecnologia palestra di ricerca e sviluppo (figura 15). Gli im- dei materiali non sono in grado di raggiungere pulsi di DTT saranno di durata fino a circa un questi livelli di flussi di potenza. minuto e mezzo, tempi sufficientemente lunghi DTT avrà la flessibilità necessaria per provare da garantire un completo ed efficiente utilizzo nuove e diverse configurazioni e materiali per di ogni singolo impulso. Nel progetto DTT si il divertore: si lavora per aumentare la parte di usano materiali superconduttori già usati per di- energia trasportata dalla radiazione, mentre lo spositivi esistenti, in particolare per ITER, come studio dei materiali costituisce uno dei settori il Niobio3-Stagno o il Niobio-Titanio. Anche in di ricerca di maggior rilievo. Inoltre si indaga quest’ambito DTT si propone come un esperi- Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 113
Figura 13: Flessibilità nella topologia magnetica: diversi scenari possibili per DTT terno del solenoide centrale, il cruciale insieme di bobine che in un tokamak induce la corrente di plasma e mantiene il campo magnetico poloida- le, viene infatti lasciato spazio per l’inserimento di un modulo fatto da superconduttori ad alta temperatura, materiali che oggi sono in fase di studio in sistemi di piccole dimensioni e il per- fezionamento dei quali rappresenterà una vera rivoluzione di innovazione tecnologica. DTT sarà il più completo e flessibile esperimen- to al mondo per affrontare e risolvere il problema Figura 14: Sistema di magneti superconduttori di DTT: dello smaltimento della potenza nel reattore a fu- 18 settori toroidali in colore viola, 6 avvolgi- sione del futuro. La progettazione, costruzione menti poloidali in colore giallo, all’interno i 6 e sfruttamento della struttura sperimentale DTT settori del solenoide centrale sono affidate al Consorzio a responsabilità limi- tata DTT S.c.a r.l., costituito il 10 settembre 2019 per l’adempimento della sua missione legale di realizzazione del progetto. I partner del Consor- zio sono: ENEA, ENI e CREATE (Consorzio di ricerca e sviluppo tra industrie e Università italia- ne). Altri potenziali partner del Consorzio DTT, che hanno già inviato lettere d’intenti o richieste formali sono: INFN e Consorzio RFX, Università degli Studi della Tuscia, Politecnico di Torino e Università degli Studi di Milano-Bicocca. DTT avrà il supporto della Regione Lazio, che lo ospi- ta, oltre al supporto Nazionale, della BEI (Banca Europea per gli Investimenti), di EUROfusion e della Cina. Questo sarà un progetto di eco e rilievo interna- zionale, ma, al tempo stesso, è un progetto tutto Italiano e lavorerà a fianco dell’industria italiana nei settori dell’innovazione tecnologica, in siner- Figura 15: I magneti superconduttori di DTT protet- ti dal thermal shield (verde) e chiusi nel gia con la ricerca italiana, in particolar modo nei criostato che li mantiene in vuoto settori delle tecnologie di supporto necessarie agli impianti di fusione nucleare. Inoltre DTT sa- rà una forza trainante per l’economia locale oltre mento che guarda al futuro, pronto ad essere un che per l’industria Nazionale. Il laboratorio DTT vero e proprio laboratorio di innovazione: all’in- accoglierà le generazioni dei giovani ricercatori Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 114
Italiani, che potranno formarsi insieme con la co- mento di temperatura globale ben al di sotto dei munità scientifica internazionale che collaborerà 2 °C, esso prevede un valore di stabilizzazione con e sarà parte integrante dei programmi di ri- dopo il 2100 del forzante radiativo a 2.6 W/m2 cerca del progetto. Il laboratorio sarà una fucina con concentrazioni CO2 eq. ∼490 ppm al picco di formazione dove cresceranno i giovani spe- prima del 2100 e successivo declino. Similmente cialisti e professionisti negli ambiti della fisica si sono definiti scenari meno restrittivi RCP4.5 e dell’ingegneria che proseguiranno le loro car- (CO2 eq. ∼650 ppm dopo il 2100), RCP6 (CO2 eq. riere, secondo le loro aspettative, nei numerosi ∼850 ppm dopo il 2100). ambiti correlati della ricerca o dell’industria. La principale fonte antropica di gas serra è la CO2 proveniente dall’uso di combustibili fossili per produzione di energia, trasporti e riscalda- Il cambiamento climatico e gli mento e [35] indica il settore energetico come il aspetti ambientali e maggior contributore ai gas serra (33.1 Gt CO2 socio-economici della fusione energy-related emissions nel 2018). Ne consegue che ogni realistica strategia di riduzione delle L’ Intergovernmental Panel on Climate Change emissioni di gas-serra non può prescindere da (IPCC) [31] definisce come inequivocabile il ri- una transizione del sistema energetico verso l’u- scaldamento del sistema climatico globale e af- tilizzo di tecnologie di produzione a basse emis- ferma che vi sia una chiara influenza umana su sioni di CO2 e/o il possibile contributo negativo di esso. In particolare, osserva come le emissioni al bilancio di emissioni dato dall’integrazione di gas serra di origine antropogenica (principal- di tecnologie di Carbon Capture and Sequestration mente CO2 ) abbiano raggiunto i valori più alti (CCS). Il piano europeo di implementazione di nella storia e come sia estremamente probabile una economia climate-neutral prevede inoltre co- che gli effetti di tali emissioni siano stata la causa me fattori strategici l’elettrificazione del sistema dominante del riscaldamento osservato a partire energetico su larga scala. Si richiede quindi una dalla metà del XX secolo. I rischi connessi ai cam- profonda trasformazione del sistema energetico biamenti climatici di origine antropogenica lega- resa ancor più complessa dall’inerzia del sistema ti ai predetti fattori sono stati riconosciuti dalla al cambiamento dovuta sia alla sua dimensio- comunità internazionale durante la conferenza ne e frammentazione che alla forte dipendenza sul clima tenutasi a Parigi nel 2015, COP21 [32] rispetto a scelte passate. In questo contesto di e, con l’obiettivo di ridurne l’occorrenza e/o mi- stringenti vincoli alle emissioni di gas serra e tigarne significativamente le conseguenze, 195 in un’ottica di pianificazione sostenibile a lungo paesi hanno adottato un accordo finalizzato a termine, è necessario quindi anche pianificare il limitare l’aumento della temperatura media glo- contributo di ogni fonte di energia disponibile bale ben al di sotto dei 2 °C sopra i livelli pre- anche in una prospettiva di possibile crescita del- industriali [32]. In una prospettiva di riduzione la domanda di energia elettrica da soddisfare. La rischi si sancisce inoltre l’importanza di adope- fusione nucleare è una fra le nuove possibili fonti rarsi al fine di limitare detto aumento a 1.5 °C, disponibili per l’umanità ed ha la potenzialità consapevoli del fatto che molte delle conseguen- di fornire grandi quantità di energia con ridotte ze fisiche di un cambiamento climatico scalino in quantità di combustibile ed assenza di emissioni modo non lineare rispetto all’aumento della tem- di gas serra durante l’operazione dell’impianto. peratura globale [33]. I Representative Concentra- L’uso commerciale della fusione con caratte- tion Pathways (RCPs) [34] sono scenari ambientali ristiche in grado di competere nel sistema ener- che, includendo anche l’evoluzione temporale di getico (ad esempio in termini di quantità netta emissioni e concentrazioni di gas serra fino al di energia prodotta, disponibilità, costo finale 2100, supportano la definizione di vincoli alle del kWh, ecc.) non è previsto prima del 2050 emissioni di CO2 compatibili con gli obiettivi di e la nostra attuale comprensione del potenzia- contenimento del riscaldamento globale. RCP2.6 le e dell’impatto socio-economico e ambientale è lo scenario di riduzione più drastico e unico della fusione come fonte di energia si basa sulle compatibile con l’obiettivo di contenere l’incre- conoscenze acquisite nelle campagne sperimen- Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 115
tali e sullo studio e la progettazione dei sistemi di tipo CANDU, il ciclo del combustibile preve- del reattore. Una parte di questi programmi di de la generazione del trizio con reazioni fra il studio (intorno agli anni 1995-2002) si è focalizza- litio presente in un mantello triziogeno insieme ta esclusivamente sulla valutazione degli aspet- con materiali che realizzano reazioni di molti- ti ambientali e di sicurezza [36] e aspetti socio- plicazione di neutroni (Pb e Be) per aumentare economici del Fusion Power Plant (FPP) [37]. Sulla l’efficienza risultante del processo di generazio- base delle informazioni di progetto disponibili ne di trizio e i neutroni generati nella reazione per i vari modelli di reattore, detti programmi di fusione. Quindi, generando il trizio come pro- hanno svolto analisi integrate tenendo in consi- dotto di reazioni nucleari del litio, il reattore rag- derazione l’intero ciclo di vita del reattore: dal giunge a regime l’autosufficienza in trizio con un consumo di risorse o i rilasci legati alla costru- ciclo interno. Per questo motivo la sostenibilità zione dell’impianto (inclusi gli effetti indiretti in in termini di risorse della fusione nucleare come termini di CO2 ad esempio legata al trasporto di fonte di energia è valutata considerando litio e materiali per la costruzione), all’impatto dell’o- deuterio come combustibile. perazione e manutenzione dell’impianto (inclusi Il fabbisogno annuale di combustibile di un ipotetici eventi incidentali), fino al suo decom- reattore a fusione in grado di produrre 1GWe missioning e smaltimento degli eventuali rifiuti (assumendo un’efficienza di conversione termica radioattivi. I risultati di questi programmi di stu- di circa il 33%) dipende da vari fattori tuttora dio sono stati poi aggiornati nell’ambito di altre soggetti a forte incertezza, quali: il concetto di analisi più generali sulla definizione concettuale mantello triziogeno considerato (ad esempio nel del progetto di FPP come i Power Plant Conceptual disegno concettuale del DEMO europeo la le- Studies [38] fino all’ultimo programma EUROfu- ga eutettica di LiPb, ovvero ortosilicati di litio sion per il design di un reattore dimostrativo [39] Li4 SiO4 e Berillio), la relativa percentuale in 6 Li in prospettiva FPP. Di seguito si propone una (40%-90%), l’assorbimento neutronico da parte sintesi dei principali risultati dei predetti pro- dei materiali nella camera di reazione ed il TBR grammi di studio e recenti sviluppi, valide per (tritium breeding ratio) risultante (obiettivo attuale il reattore di potenza FPP (e non applicabili alle intorno a 1.1 per compensare le perdite). In pri- facility di ricerca come DTT). ma approssimazione si stimano necessari meno di 100 kg di Deuterio e 300 kg – 500 kg di Litio. Sostenibilità ambientale in termini di risorse Considerando il fattore di arricchimento, l’effi- cienza di reazione del litio (variabile a seconda Per quanto concerne il ciclo del combustibile, la del concetto di mantello) e la necessità di sosti- reazione di fusione nucleare di riferimento per tuzione ogni 5 anni del mantello durante la vita lo sfruttamento energetico prevede l’uso di Deu- dell’impianto (circa 40 anni), si sale a qualche terio e Trizio in proporzione di 50% e 50%. La decina di tonnellate medie annue di litio natu- disponibilità naturale del deuterio sulla terra è rale. L’attuale stima di risorse naturali di litio praticamente illimitata costituendo circa lo 0.03% pari a circa 80 × 106 tonnellate [41], garantisce la in massa dell’idrogeno presente nell’acqua degli sostenibilità di approvvigionamento di litio per oceani. Il trizio è un elemento naturalmente poco uso fusionistico [42]. Alcune potenziali criticità abbondante poiché instabile (decade in 3 He con nel lungo termine potrebbero emergere dall’uso decadimento β ed emivita di circa 12 anni). Esso concorrente di litio (batterie) laddove restasse un è presente sulla terra per reazioni in alta atmo- elemento centrale anche per quelle tecnologie. sfera con raggi cosmici, ma può essere prodot- La valutazione dell’impatto del reattore a fu- to artificialmente con varie reazioni nucleari fra sione nucleare in termini di sicurezza della po- cui con deuterio (2 H(n,γ)3 H) e Litio (6 Li(n,α)3 H, 7 Li(n,nα)3 H)1 . polazione e dell’ambiente è storicamente stata improntata a linee guida, quadro normativo e A parte un iniziale [40] inventario di trizio ne- metodologico definito per i reattori nucleari a cessario per lo start-up del reattore inizialmente fissione. Le analisi di sicurezza si focalizzano fornito dagli impianti di fissione in operazione quindi sulla gestione e confinamento degli in- 1 Altre reazioni con azoto, boro o fissione ternaria di uranio ventari radioattivi al fine di quantificare i limiti Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 116
massimi in termini di rilascio e determinarne vengono mantenute in un ristretto dominio ope- l’accettabilità in termini di dose da esposizione a rativo grazie a un complesso insieme di sistemi radiazioni degli operatori e della popolazione in attivi (atti al confinamento magnetico, al pom- ogni possibile condizione operativa e incidentale paggio delle impurezze e gestione del vuoto in prevista durante l’intero ciclo di vita dell’impian- camera di reazione, al riscaldamento del plasma, to, incluso il suo decommissioning e smaltimento ecc.) al venir meno dei quali essa si esaurisce dei rifiuti radioattivi. in pochi ms-s. La reazione di fusione nucleare Per quanto concerne le emissioni durante l’o- non può quindi intrinsecamente dare luogo a perazione dell’impianto abbiamo già ribadito che deriva incontrollata e ciò caratterizza l’impianto essa non implica rilasci di CO2 o altri gas serra con un elemento di sicurezza passiva, cioè basata ed emissioni possibilmente risultanti in piogge su evoluzione naturale dei processi e non legata acide. Alcune emissioni serra, come per molti all’intervento di sistemi attivi. impianti, sono previste in fase di costruzione e Anche l’innalzamento di temperatura delle considerate come esternalità del sistema. strutture di contenimento della camera di rea- Il potenziale rilascio di materiale radioattivo zione dovuto al calore di decadimento (decay (in forma liquida o gassosa) in normale operazio- heat) è minore e più lento (10 W/kg dopo un ne e manutenzione è stato stimato negli studi [38] giorno) [43] che nella fissione e può potenzial- avere un impatto di massima dose al pubblico mente essere gestito senza l’immediato interven- di circa 1 µSv/ anno (inferiore alla dose corri- to di sistemi attivi per evitare di compromettere spondente ad una radiografia a un arto). Que- la struttura di contenimento. ste stime sebbene soggette a revisione in linea Una estensiva e dettagliata serie di analisi in- con il dettaglio del progetto e la verifica di ul- cidentali effettuata per i PPCS [38] hanno dimo- teriori possibili percorsi di rilascio [43], hanno strato che la massima dose al pubblico derivante ampi margini di sicurezza in relazione ai limiti dall’occorrenza postulata delle più severe com- nazionali (1 mSv/anno al pubblico). binazioni di eventi incidentali concepibili risul- I rilasci in caso di incidente dipendono dagli terebbe comunque sotto il valore raccomandato inventari radioattivi presenti nell’impianto e dal- per l’evacuazione della popolazione. le modalità di loro mobilizzazione ad esempio Consideriamo infine l’impatto ambientale di in conseguenza della rottura di strutture di con- lungo termine a seguito del decommissioning del- tenimento. I principali inventari radioattivi mo- l’impianto. A differenza degli impianti a fissione bilizzabili sono costituiti da trizio, prodotti di attuali, la reazione di fusione DT non dà luo- corrosione attivati derivanti dai circuiti di raf- go intrinsecamente a produzione di elementi ra- freddamento (ad acqua o LiPb in alcuni concet- dioattivi, in particolare risultano assenti elementi ti) e polveri attivate derivanti da disruzioni del transuranici (ad eccezione di minime quantità de- plasma e fenomeni di erosione/sputtering sul- rivanti dalle impurezze nei materiali, es. berillio). le strutture che si affacciano alla camera di rea- Il flusso neutronico emergente dal plasma dà pe- zione. Per studiarne la mobilizzazione occorre rò luogo all’attivazione dei materiali di prima considerare tutte le possibili modalità di perdita parete. Inoltre, viste la quantità e l’alta energia del confinamento dovuta ad eventi catastrofici dei neutroni prodotti, sommata ad altri carichi di esterni (sisma, etc.) o interni, ad esempio cau- radiazione e particelle emergenti dal plasma, le sati dell’effetto sulle strutture delle varie forme grandi strutture che circondano il plasma hanno di energia associata a componenti dell’impian- una breve vita qualificata e richiedono diverse so- to (al plasma, ai magneti, etc.) attraverso vari stituzioni nel corso della vita dell’impianto. Ciò fenomeni (es. disruzioni). implica potenzialmente grossi volumi di materia- Esiste però una importante differenza fra un li contenenti radionuclidi di cui operare eventual- impianto nucleare a fusione ed uno a fissione mente lo smaltimento finale. La ricerca è quindi legata alla modalità intrinseca di evoluzione del- focalizzata sullo sviluppo di opportuni materiali la reazione in situazioni incidentali. Infatti, la per le strutture della camera di reazione, come reazione di fusione richiede precise condizioni gli acciai RAMS (Reduced-activation martensitic fisiche per il plasma nella camera di reazione che steels) che oltre ad offrire caratteristiche funzio- Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 117
nali di resistenza ai carichi fusionistici rispettino zata ad investigare il possibile ruolo della fusione anche stringenti limiti per alcune impurezze (es. come tecnologia generatrice di energia elettrica Nb, Mo, Ni). Alcuni radionuclidi a lunga emivi- nel futuro sistema energetico globale. Con que- ta (es. 94 Nb, 14 C) potrebbero infatti contribuire sto scopo è stato sviluppato a partire dal 2004 e a innalzare la classificazione da Low Level Waste sulla base del generatore di modelli TIMES (The (LLW) a Intermediate Level Waste (ILW) di ingenti Integrated MARKAL-EFOM System) [44], l’EU- quantità di materiali [51] secondo i criteri di rife- ROFusion TIMES Model (ETM) [45, 46], che inte- rimento esistenti per i depositi di smaltimenti dei gra la fusione fra le tecnologie generatrici di ener- rifiuti radioattivi provenienti dalla produzione gia elettrica (vedi riquadro Modello Tecnologia di energia da fissione nucleare. Fusione). La contaminazione delle strutture con trizio In accordo con il TIMES Framework, il sistema derivante dalle sue proprietà di permeazione e energetico è modellizzato in termini di una serie diffusione nei materiali è un’altra caratteristica di tecnologie agenti in vari settori (industria, agri- del reattore a fusione e sebbene non comporti coltura, residenziale, etc.) e commodities (materie alcun problema nel lungo periodo (>100 anni) prime, servizi energetici, emissioni) legati da una pone dei problemi di accettabilità da parte dei complessa catena di produzione e consumo. Ca- depositi di smaltimento orientando le strategie ratterizzate le tecnologie, le commodities e relative di gestione verso la massimizzazione del recu- interrelazioni (anche in modo regionalmente dif- pero (con benefici anche in termini economici) ferenziato (EUROPA, AFRICA etc.), il modello per riutilizzarlo nel ciclo del combustibile o lo fornisce proiezioni dell’evoluzione del sistema stoccaggio on-site per 50-100 anni [50]. globale sull’orizzonte temporale considerato, in La fusione ha quindi la potenzialità di non la- termini di una configurazione di equilibrio del si- sciare rifiuti radioattivi a lungo-termine (>100 di stema energetico tale da massimizzare il surplus anni) per le future generazioni e non richiederà economico netto risultante. il loro stoccaggio in depositi geologici profon- L’orizzonte temporale considerato per tale evo- di, ma la ricerca in corso sui materiali a bassa luzione parte dalla decade di iniziale disponibili- attivazione (per eliminare le impurezze non fun- tà commerciale della tecnologia (2050) e procede zionali) e lo sviluppo di procedure di trattamento fino al 2100. Su orizzonti così lunghi l’evoluzione per il riciclaggio ed il riutilizzo dei materiali fun- di un sistema energetico può essere fortemente zionali restano fondamentali in prospettiva del influenzata da svariati fattori socio-economici reattore a fusione. di contesto (accettazione pubblica di una data Come ultimo aspetto rilevante in termini di tecnologia, responsabilità ambientale, quadro accettabilità sociale è infine opportuno menzio- normativo, ecc.) che implichino dei vincoli ad nare l’assenza di materiali soggetti a trattato di esempio sulle emissioni e/o fattori agenti sull’e- non proliferazione in un reattore a fusione che voluzione della domanda di energia in relazione possano portare allo sviluppo di armi nucleari a driver quali la crescita della popolazione o del secondo le attuali conoscenze. prodotto interno lordo globale. Per esplorare l’impatto sull’evoluzione del si- Possibile contributo alla produzione di stema energetico di questi fattori si è quindi affer- energia carbon-free in scenari di lungo mato l’uso delle analisi di scenario, ovvero possi- periodo bili evoluzioni alternative del sistema energetico risultanti da un insieme di ipotesi internamente Abbiamo finora dato una breve panoramica del- coerenti riguardanti le variabili principali e lo- le caratteristiche della fusione in prospettiva di ro relazioni storicamente osservate. L’approccio impatto ambientale. Ci si può ora interrogare su ETM è stato quello di esplorare lo spazio delle quali condizioni di contesto socio-economico e possibili condizioni future socio-economiche di proprie della tecnologia ne favoriscano o meno la contesto, definendo una matrice di scenari ori- diffusione effettiva nel sistema energetico. Il pro- ginata da diverse storylines (descrizioni di futuri gramma di ricerca EUROfusion prevede una at- possibili) caratterizzati da differenti ipotesi circa tività di ricerca socio-economica appunto finaliz- l’evoluzione della domanda di energia, il livello Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 118
Modello Tecnologia Fusione Caratterizzazione dei costi del reattore di Fusione nel modello ETM [45, 46]. I costi dell’impian- to, in parte corrispondente al modelli di reattore PPCS AB [38], calano nel tempo evolvendo da un reattore base ad uno avanzato in ragione di una curva di apprendimento tecnologica. I Fixed Operating and Maintenance cost (FIXOM), includono anche i costi di decommissioning, mentre i Variable Operating and Maintenance cost (VAROM), includono i costi di smaltimento dei rifiuti. I costi esterni per la generazione di elettricità, relativamente bassi per la fusione e comparabili con le rinnovabili, quantificano e inglobano nel modello di costo anche fattori quali ad esempio l’impatto ambientale delle minime emissioni in operazione (Trizio), o le emissioni dei trasporti per la costruzione dell’impianto, o degli effetti di lunghissimo termine dei radionuclidi smaltiti (14 C, 94 Nb) [48]. Basic dal 2050 Advanced dal 2070 (dopo il 2060) (dopo il 2080) Specific Capital 5910 4220 ($2005 /kW) (4425) (3255) FIXOM (M$2005 /GWa) 65.8 65.3 (M$2005 /PJ) 2.16 2.14 (1.64) (1.64) Costi esterni (euro-cents/kWh) 0.11 0.09 EUROcent2017/kWh Efficienza 42 60 Combustibile Litio arricchito al 90% 0,0045 M$/PJ di responsabilità ambientale, la stringenza degli verso una forte elettrificazione del sistema. Il obiettivi di riduzione delle emissioni serra (in relativamente alto costo di investimento iniziale linea con diversi RCP) o la propensione ad ac- della fusione richiede anche un contesto econo- cettare ritorni di investimento sul breve o lungo mico che favorisca l’attitudine all’investimento periodo (hurdle rates). con ritorno a lungo periodo. Analisi parame- triche [49] attuate variando rispetto allo scena- È bene ribadire che, basandosi sulla consisten- rio base Harmony- RCP2.6, i costi della fusione za delle relazioni interne al modello del sistema (+30%) o includendo nel modello i costi relati- energetico definite in accordo con la conoscenza vi alle esternalità per le varie tecnologie, hanno attuale, questi strumenti sono utili a migliora- infatti evidenziato la rilevanza di questi fattori re la comprensione dei fattori più rilevanti per che portano ad una minor quota di generazione l’ingresso della fusione nel mix di tecnologie di elettrica da fusione risultante al 2100 del -31% e generazione elettrica, ma non forniscono previ- -22% rispettivamente. Scenari in cui si esclude la sioni validabili in termini assoluti. Ciò premesso, fusione dal sistema energetico e/o si riduce la ca- in figura 16 è mostrata la risultante quota di ge- pacità installabile di impianti a fissione vedono le nerazione elettrica per gruppi di tecnologie, in quote delle rinnovabili intermittenti raggiungere due scenari rappresentativi. La fusione acquisi- valori fino al 60% del mix, rendendo più com- sce una quota più significativa della generazio- plessa la gestione della rete. La fusione, anche in ne elettrica in scenari caratterizzati da vincoli chiave di graduale sostituzione della fissione, po- ambientali più stringenti (RCP2.6) che spingano Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 119
Figura 16: Generazione elettrica nel sistema energetico in due scenari relativi a contesti socio-economici molto diversi. La famiglia di scenari “Fragmentation” è caratterizzata da scarsa responsabilità ambientale, obiettivi meno stringenti di emissioni (RCP6) e con scarsa cooperazione fra le regioni in termini di possibile compensazione delle quote di emissione, un ottica di breve periodo negli investimenti. La “Harmony” è invece caratterizzata da un contesto di forte responsabilità ambientale, stringenti vincoli alle emissioni RCP2.6 con cooperazione fra le varie regioni e disponibilità all’investimento con un ottica di lungo termine. Ref. [49], EUROFUSION https: // collaborators. euro-fusion. org/ collaborators/ socio-economics/ . trebbe quindi utilmente contribuire a ridurre le divenendo accessibile a una frazione crescente quote di generazione da fonti non programmabi- della popolazione mondiale con un tenore di vi- li attenuando l’impatto di queste problematiche ta ecosostenibile sempre migliore. A seconda di gestione. degli scenari possibili e dell’importanza relativa dell’energia da fusione, di cui si è parlato am- piamente in precedenza, potranno cambiare le Uno sguardo al futuro nostre abitudini di vita e la geografia delle aree regionali di influenza nel mondo globalizzato Con l’Europa che si è prefissata l’obbiettivo di della seconda parte del XXI secolo. In questo diventare entro il 2050 un’economia a zero im- senso, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fu- missioni nette nell’ambiente (rilevanti per l’effet- sione potrà avere un importante impatto politico, to serra), è naturale chiedersi quale possa essere oltre che socio-economico e ambientale di cui il ruolo dell’energia da fusione termonucleare abbiamo detto. controllata nel prossimo futuro. L’ambizioso ob- biettivo dell’impatto ambientale netto zero passa L’energia da fusione si pone inoltre come ele- per la progressiva sostituzione con fonti rinnova- mento importante nella spinta verso lo sviluppo bili a basso impatto ambientale, e quindi soste- di nuove tecnologie. Dei superconduttori ad alta nibili, delle fonti di energia basate sull’utilizzo temperatura e dei nuovi materiali si è parlato in dei combustibili fossili. Ma chiaramente l’ener- breve per il ruolo che avranno in prospettiva di gia da fusione non sarà pronta per l’utilizzo su ITER e DEMO e perché sono aspetti importanti larga scala in tempo utile per contribuire a que- del programma di ricerca Italiano sulla fusione sta transizione virtuosa. Il ruolo dell’energia da con l’esperimento DTT in costruzione a Frasca- fusione è semmai quello di fornire un’opzione ti, a sessant’anni dalla prima Associazione dei ulteriore in uno scenario futuro in cui la doman- Laboratori di Frascati con l’EURATOM. Al di là da complessiva di energia andrà aumentando, dell’impatto diretto che queste nuove tecnologie Ithaca: Viaggio nella Scienza XV, 2020 • La fusione nucleare controllata e il cambiamento climatico 120
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