LA CREAZIONE DI UNA FILIERA PRODUTTIVA FLOROVIVAISTICA DI PIANTE AUTOCTONE CERTIFICATE IN REGIONE LOMBARDIA.
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LA CREAZIONE DI UNA FILIERA PRODUTTIVA FLOROVIVAISTICA DI PIANTE AUTOCTONE CERTIFICATE IN REGIONE LOMBARDIA. S. PEDRINI1, M. VILLA1, B. CERABOLINI2, G. D’ANGELO3, P. SPOLETO3, G. ROSSI4, D. BERETTA5, A. VAVASSORI 6 1Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia, Parco del Monte Barro, Via Bertarelli, 23851 Galbiate (LC) 2Dip. di Biologia Strutturale e Funzionale, Università degli Studi dell’Insubria, Via J.H. Dunant 3, 21100 Varese 3Fondazione Minoprio, Via Raimondi 54, 22070 Vertemate con Minoprio (CO) 4Dip. di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia, Via S. Epifanio 14, 28100 Pavia 5 Studio Associato Vavassori e Beretta, Agronomi, Via Magenta, 8 22100 Como 6Assofloro Lombardia, Via Raimondi 54, 22070 Vertemate con Minoprio (CO)
Conservazione in-situ Rinaturazione di habitat degradati come cave, zone agricole dismesse… Cava in Prov. di Pavia Rivegetazione di aree spoglie come scarpate stradali e piste da sci. Rafforzamento di popolazioni di piante in difficoltà Pista da sci in Prov. di Sondrio Reintroduzioni di specie localmente estinte Molte normative a livello regionale prevedono l’uso di specie della flora autoctona per questi Stratiotes aloides, specie estinta in Lombardia interventi.
Conservazione in-situ Piano Cave della Provincia di Pavia prevede l’obbligo di uso di piante autoctone per i recuperi naturalistici. Direttiva Regionale per l’uso di materiali vivi negli interventi di ingegneria naturalistica in Lombardia L.R. 10/2008 “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione” La LR 10/2008 per la prima volta in Lombardia introduce il concetto che le piante protette vadano tutelate non solo con divieti di raccolta, ma anche con interventi di rafforzamento delle popolazioni esistenti o attraverso reintroduzioni nei siti dove le entità sono estinte.
Centro per la tutela della Flora Autoctona della Regione Lombardia Nasce nel 2000, per volere di Regione Lombardia e del Parco del Monte Barro Ha l’obbiettivo di garantire, la disponibilità di specie erbacee e arbustive geneticamente compatibili con le popolazioni naturali lombarde, da impiegare in interventi di recupero ambientale, ripopolamento e reintroduzione.
Centro per la tutela della Flora Autoctona della Regione Lombardia Sviluppato i protocolli di riproduzione e coltivazione di oltre 500 specie Fornite piante di 177 specie per numerosi interventi, soprattutto in aree protette Ha realizzata una banca del germoplasma in cui sono attualmente conservati oltre 2.600 campioni di circa 800 specie Attività del CFA sul Territorio lombardo
Centro per la tutela della Flora Autoctona della Regione Lombardia Previsione di aumento richieste materiale autoctono in relazione a: Rete Natura 2000 molto sviluppata Rete Ecologica Regionale inserita nel Piano Territoriale Regionale Realizzazione grandi infrastrutture
Progetto Pot Plant E’ stato avviato il progetto POT PLANT, il cui scopo ultimo è realizzazione una filiera produttiva di pinte autoctone certificate. Obbiettivi: Produrre 40.000 piante autoctone in vaso di almeno 10 specie erbacee. Sviluppare protocolli di coltivazione Predisporre un sistema di certificazione Finanziamento: Piano di Sviluppo Rurale Misura 124 Data inizio: 1 aprile 2011 Thymus oenipontanus H.Braun Durata: 18 mesi
Progetto Pot Plant Il progetto coinvolge: L’associazione di categoria florovivaistica ASSOFLORO Lombardia: 10 aziende vivaistiche per la coltivazione un agronomo per le consulenze alle aziende e il coordinamento del progetto Il CENTRO FLORA AUTOCTONA della Regione Lombardia; Parco Monte Barro per la supervisione L’Università di Pavia raccolta in campo del materiale vegetativo e dei semi e per la conservazione del germoplasma La Fondazione Minoprio per le prove di coltivazione e per la stesura dei protocolli di coltivazione
Progetto Pot Plant Sono state selezionate 21 specie da far produrre dalle aziende vivaistiche. Specie Ripr. Uso Specie Ripr. Uso Brughiere / prati magri Fitodepurazione / Achillea millefolium L. Seme Lythrum salicaria L. Seme pianura valore estetico Riqualificazione Riqualificazione Anemone nemorosa L. Seme e Veg Osmunda regalis L. Spore e Veg boschi di pianura boschi di pianura Brughiere / prati magri Phragmites australis (Cav.) Trin. Veg Fitodepurazione Calluna vulgaris (L.) Hull Veg pianura Riqualificazione Brughiere / prati magri Convallaria majalis L. Seme e Veg Salvia pratensis L. Seme boschi di pianura pianura Brughiere / prati magri Dianthus carthusianorum L. Seme estetico/naturalistico Sedum maximum (L.) Suter Veg pianura Brughiere / prati magri Dianthus sylvestris Wulfen Seme estetico/naturalistico Sedum sexangulare L. Veg pianura Festuca stricta subsp. Brughiere / prati magri Riqualificazione Veg Thelypteris palustris Schott Veg trachyphylla (Hack.) Pils pianura boschi di pianura Fitodepurazione / Brughiere / prati magri Iris pseudacorus L. Seme e Veg Thymus oenipontanus H.Braun Veg estetico pianura Riqualificazione Typha latifolia L. Seme Fitodepurazione Iris sibirica L. Seme e Veg boschi di pianura Riqualificazione Riqualificazione Leucojum aestivum L. Seme e Veg Vinca minor L. Veg boschi di pianura boschi di pianura Brughiere / prati magri Luzula pilosa (L.) Willd. Veg pianura
Filiera produttiva di Piante Autoctone La filiera prende avvio dalla raccolta da popolazioni naturali dei semi o di materiale vegetativo. Ogni raccolta è georeferenziata. Per non incidere troppo sulla popolazione viene prelevata una piccola percentuale di individui. Raccolta semi Per provare a ottenere la massima diversità di alleli da una popolazione il prelievo viene effettuato, da più stazioni, uniformemente e casualmente sforzandosi a non selezionare Rizomi di Iris pseudacorus L. e determinati fenotipi Phragmites australis (Cav.) Trin.
Filiera produttiva di Piante Autoctone In caso di raccolta di semi, parte di questi viene trattata e conservata in banca del germoplasma, dove vengono puliti, essiccati e congelati in modo da poter essere conservati per lungo tempo e, qualora servisse, recuperati per avviare la produzione. Raccolta semi Pulizia Congelamento Parte dei semi e del materiale vegetativo viene fornito alla fondazione Minoprio che tramite test stabilisce le condizioni ottimali per la produzione e stila i protocolli di coltivazione
Filiera produttiva di Piante Autoctone I restanti semi e materiale vegetativo vengono forniti alle aziende vivaistiche, che seguendo i protocolli di coltivazione avviano la produzione. Il tecnico agronomico fornisce ai vivaisti il supporto necessario per effettuare le Iris pseudacorus L. Calluna vulgaris (L.) Hull coltivazione. Importantissimo il feed-back dei vivaisti
Filiera produttiva di Piante Autoctone La filiera si conclude con la re-immissione in natura delle piante coltivate, preferibilmente in prossimità alla località in cui è stata effettuata la raccolta. Piantumazione di Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. nel Parco Nord Milano
Certificazione di Autoctonia Per poter garantire l’effettiva autoctonia delle piante prodotte dalla filiera è necessario mantenere nel corso di tutto il processo produttivo la tracciabilità del materiale, da quando viene raccolta a quando viene poi venduto/impiegato. Raccolta materiale Produzione piante Impiego/vendita Attualmente stiamo predisponendo la filiera in modo da ottenere una certificazione ISO 22005 simile alle filiere agroalimentari.
Certificazione di Autoctonia La certificazione è resa possibile da un sistema di monitoraggio della filiera informatico, cioè il database funzionale del CFA (attualmente in fase di completamento), nel quale viene tenuta traccia di tutti i passaggi della filiera e tutti i protocolli.
Regolamento per l’uso delle autoctone Una volta creato la filiera esisterà il mercato? Cosa spingerà i parchi, i progettisti, gli architetti del paesaggio, i comuni e i privati ad usare flora autoctona? E attualmente in fase di valutazione in Regione Lombardia la bozza del “Regolamento per l’uso sostenibile e la conservazione della flora erbacea autoctona in Lombardia” Obbligatorio l’uso di flora autoctona all’interno di tutte le aree protette, per gli interventi di conservazione e per le azioni di compensazione/recupero delle grandi opere. Anemone nemorosa L.
GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE
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