LA COSTRUZIONE NEL NUOVO MILLENNIO - High Tech Storia dell'architettura Corso di Progettazione Costruzioni Impianti Classe V - prof. federica ...

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Corso di Progettazione Costruzioni Impianti
Classe V

                      Storia dell’architettura

                LA COSTRUZIONE
              NEL NUOVO MILLENNIO
                    High Tech

maggio 2020                                      prof. Federica Caldi
LA COSTRUZIONE NEL NUOVO MILLENNIO - High Tech Storia dell'architettura Corso di Progettazione Costruzioni Impianti Classe V - prof. federica ...
INQUADRAMENTO
                                                       -    Dissoluzione del blocco sovietico
Fenomeni mondiali che interessano la costruzione

                                                       -    Realizzazione dell’Unione Europea
                                                       -    Nuovi paesi emergenti: Cina, India, …
                                                       -    Spostamento attività manifatturiere
                                                       -    Fenomeni di immigrazione

                                                       Tipologie nuove costruzioni (Italia e Europa):
                                                       - Residenze private, multipiano nelle zone urbane, villini nelle fasce
                                                          extraurbane
                                                       - Edifici alti per uffici, nei grandi centri
                                                       - Centri commerciali, in prossimità dei nodi stradali
                                                       - Edifici pubblici rappresentativi, nelle città più ricche

                                                       Cambiamenti:
                                                       - Tecnologia                      Rapporto tra
                                                       - Immagine                        architettura e costruzione

                                                   prof. Federica Caldi                                                         2
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EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEL
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                                           - PREFABBRICAZIONE: scomparsa (o quasi) nell’edilizia civile, ancora
                                             significativa nelle infrastrutture e nell’edilizia industriale
                                           - DOMOTICA: applicazione ancora limitate nel campo dell’edilizia civile
Evoluzione tecnologica del costruire

                                           - RISPARMIO ENERGETICO: risultati significativi, anche grazie agli
                                             interventi legislativi
                                           - SERRAMENTI e RIVESTIMENTI: uso di componenti sempre più
                                             raffinati, diffusione delle facciate ventilate, aspetto delle facciate più
                                             vario
                                           - RECUPERO EDILIZIO: riuso delle strutture obsolete (es. loft…)

                                           EVOLUZIONE DELLA PROGETTAZIONE EDILIZIA
                                                    Piccoli interventi edilizia residenziale: piccoli studi
                                                             (architetti, ingegneri, geometri, …)
                                                      Opere pubbliche: grandi studi di progettazione

                                                                 Specializzazione delle mansioni
                                                               Problemi per i giovani professionisti
                                                                                ….

                                       prof. Federica Caldi                                                               3
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Evoluzione tecnologica del costruire

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Evoluzione tecnologica del costruire

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Evoluzione tecnologica del costruire

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Evoluzione tecnologica del costruire

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DUE FACCE DEL NUOVO HIGH-TECH
                         1. L’HIGH-TECH COSTOSO E RAFFINATO
                         -    La tecnologia non viene tanto esibita, quanto rappresentata da materiali
                              costosi, in forme impreviste con dettagli ricchi e curati
                         -    Predominano trasparenza e regolarità degli spazi
Il nuovo High Tech

                         OPERE
                         Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo
                         Piano

                     prof. Federica Caldi                                                                8
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Il nuovo High Tech

                         Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

                     prof. Federica Caldi                                                                   9
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Il nuovo High Tech

                         Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

                     prof. Federica Caldi                                                                   10
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                         Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

                     prof. Federica Caldi                                                                   11
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Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano

                          L'idea è maturata all'inizio degli anni '90, dopo l'assassinio di Jean-Marie Tjibaou, leader
                          del movimento per l'autonomia del Paese, colonia della Francia dal 1864. Proprio in
                          seguito a questo tragico evento, Mitterand ha voluto che si costruisse un centro per
                          proteggere la cultura indigena, quasi annientata all'inizio del secolo dai coloni. Il concorso
                          internazionale ad inviti, vinto da Renzo Piano, ha portato così alla realizzazione di una
                          sorta     di    villaggio,     sede     di    mostre,      convegni      e    attività   creative.
                          I gusci ricurvi, in tutto 10, realizzati in listelli di legno, sono disposti attorno ad un atrio
                          coperto, proprio come in un villaggio tradizionale. Il luogo, scelto insieme ai Kanaki (che
                          letteralmente significa "uomini") è una penisola che si spinge nell'oceano, ricca di
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                          vegetazione e in grado di garantire un diretto contatto con la natura.
                          Il complesso è completamente in iroko, il legno importato dal Ghana, molto resistente
                          all'umidità e agli insetti. I gusci hanno tutti altezze differenti, fino a raggiungere i 28 metri
                          del più alto. La loro organizzazione rispecchia quella dei tradizionali villaggi, fatti di case
                          riunite a più gruppi. Anche queste particolarissime capanne si articolano infatti in una
                          sequenza, precisamente in 3 agglomerati. Il primo, che fa anche da ingresso, ospita una
                          mostra permanente sulla civiltà Kanak, oltre ad un auditorium e ai servizi di ristorazione.
                          Una biblioteca, una sala conferenza e gli uffici si trovano invece nel secondo gruppo,
                          mentre il terzo è composto dalle sale per le attività creative, dalla musica alla pittura.
                          A collegare le 10 strutture è una passeggiata coperta, che guarda verso l'oceano, mentre
                          dalla parte opposta si trova la fitta vegetazione dell'isola. I gusci punteggiano il paesaggio
                          come le capanne dei Kanaki e come loro si lasciano attraversare dalla brezza,
                          nascondendo        inoltre      un    efficiente      sistema     di     ventilazione     passiva.
                          Il rispetto per la tradizione e per la cultura del luogo, la sensibilità verso la natura, la
                          capacità di dialogare con un popolo così diverso fanno di questo progetto un'opera
                          davvero esemplare di quell'architettura che cerca l'universalità nei valori autentici.

                     prof. Laura
                           FedericaDella
                                     Badia
                                    Caldi                                                                                      13
                          fonte: www.floornature.it
DUE FACCE DEL NUOVO HIGH-TECH
                         2. L’HIGH TECH STRUTTURALE
                         -    Perdono di importanza gli impianti, mentre predomina la struttura
                         -    La struttura viene enfatizzata fino a divenire essa stessa architettura

                         OPERE
Il nuovo High Tech

                         Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava
                         Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava
                         Stazione e Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago
                         Calatrava
                         Quarto Ponte sul Canal Grande a Venezia (2002-2008) - Santiago Calatrava

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                         Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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Il nuovo High Tech

                         Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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                         Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

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Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava

                         La stazione progettata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava e terminata
                         nel 1998, per poter essere usata come parte dell'Expo '98 nel Parque das
                         Nações. Sorge in una zona a 5 km dal centro, oggetto di un intervento
                         urbanistico tra i più vasti in Europa (era il 1998), in una zona un tempo occupata
                         da moli e magazzini del porto, e riqualificata per l'Expo '98 e sorge su tre livelli:
                         il primo, sotterraneo, destinato alla metropolitana; il secondo, a livello della
                         circolazione stradale, destinato agli autobus; il terzo, sopraelevato, destinato
                         alla circolazione dei treni. Con questa stazione l'architetto-ingegnere spagnolo
Il nuovo High Tech

                         porta avanti la sua esperienza, iniziata nella stazione TGV di Lione, di una
                         struttura solamente di acciaio e vetro; moderna e tecnologica ma che dialoga
                         con la tradizione ricordando, con le forme create dagli archi dei pilastri e dalla
                         struttura di acciaio, le strutture delle cattedrali di pietra. Un'ampia pensilina a
                         est si apre sulla piazza accogliendo i viaggiatori, mentre dal lato opposto della
                         struttura dove vi è la stazione degli autobus, si trovano lunghe e sottili pensiline
                         a forma di foglie di palma che partono da una parte centrale occupata da servizi
                         e esercizi commerciali. Al centro la tettoia sopraelevata della stazione dei treni
                         costituita da una complessa struttura a prismi sfaccettati di acciaio e vetro. Il
                         complesso include una stazione della metropolitana di Lisbona sui due primi
                         piani e uno spazio commerciale e una stazione ferroviaria negli altri due piani.
                         La struttura è coperta da un grande tetto di cristallo.

                         Fonte: www.wikipedia.it

                     prof. Federica Caldi                                                                        18
Il nuovo High Tech

                         Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                               19
Il Museo delle scienze Principe Felipe
Il nuovo High Tech

                               Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                     20
L'Hemisfèric
Il nuovo High Tech

                         Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                               21
L'Hemisfèric
Il nuovo High Tech

                          Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava
                     prof. Federica Caldi                                                                22
Il Palau de les Arts Reina Sofía
Il nuovo High Tech

                           Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                 23
L'Umbracle
Il nuovo High Tech

                            Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                  24
L'Ágora
Il nuovo High Tech

                               Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                     25
Il Pont de l'Assut de l'Or
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                               Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                     26
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                           Gli edifici che costituiscono la Città delle Arti e della Scienza progettato dall’architetto
                           Santiago Calatrava, sono dunque disposti lungo un asse, ciascuno con la sua originale
                           forma avveniristica.
                           •L’ampia galleria di cristallo del Museo de las Ciencias Prìncipe Felipe, corpo principale
                           del complesso, con lo scopo di far apprendere i progressi della scienza e tecnologia in
                           forma completamente interattiva “vietato non toccare”. Caratterizzata da una facciata
                           trasparente in cristallo a nord e una facciata opaca a sud, studiata secondo le
                           caratteristiche ambientali del luogo. La sua struttura in cemento bianco e acciaio evoca un
                           gigantesco scheletro, che ingoia il visitatore e lo sommerge nei bellissimi spettacoli delle
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                           sue viscere. Contiene al suo interno diverse terrazze nelle quali si sviluppano le
                           esposizioni. Tutto è supportato da spettacolari archi di cemento armato che costituiscono
                           la struttura simile ad un albero ramificato. 42.000 mq di superfice costruita, di cui 26.000
                           espositivi, si sviluppa su tre livelli
                           •Unito ad esso, l’Hemisfèric, esteso su circa 13.000 mq, una struttura che evoca un
                           gigantesco occhio umano, che ospita spettacoli di Cine Imax Dome, un Planetario ed un
                           Laserium, con tecnologie audiovisive d’avanguardia. L’Hemisferìc nasce da una pianta
                           ellittica con all’interno un globo che ospita il planetario. Quest’ultimo è costituito da una
                           gigantesca semi-sfera in calcestruzzo, coperta da un involucro trasparente (lungo 110 m e
                           largo 55,5 m), che costituisce la “pupilla”. Questa sala proiezioni può ospitare un totale di
                           310 persone ed è stata concepita perché lo spettatore possa sperimentare le attraenti
                           sensazioni offerte dall’ultima tecnologia dell’immagine su uno schermo concavo di 900 mq,
                           e del suono mediante sei canali stereofonici. L’ingegnoso effetto ottico è amplificato da un
                           sottile specchio d’acqua, esteso su una superficie di 24.000 mq, che riflettendo raddoppia
                           l’immagine dell’edificio creando illusoriamente un occhio intero. La vasca ha il fondo in
                           vetro e costituisce la copertura per la biblioteca, l’auditorium e il ristorante, illuminati con
                           luce zenitale.
                     prof. Federica Caldi                                                                                     27
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                           •Il Palacio de las Artes Reina Sofìa (1996-2006), che evoca un elmo o la struttura di un
                           cranio, dove il teatro è raccolto tra due involucri di calcestruzzo limitatamente uniti tra
                           loro e coperto da una lingua che raggiunge i 70 metri di altezza. L’edificio è costituito da
                           quattro sale dotate di sistemi tecnologici per la diffusione musicale e l’insonorizzazione di
                           ciascun modulo. L’elemento principale, è l’auditorium collocato nel cuore dell’edificio, con
                           una capacità di 1.706 persone. Nella zona ovest del complesso, un secondo auditorium,
                           con capienza di 400 persone, è destinato alla musica da camera. La parte est, posta sotto
                           uno dei due involucri che compongono l’edificio, ospita invece una sala con capacità pari a
                           1.520 spettatori, dedicata agli spettacoli teatrali. Infine un auditorium con una capacità di
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                           400 posti, situato vicino al volume centrale, è destinato alla divulgazione del teatro e della
                           danza sperimentale e presenta una galleria per le esposizioni di mostre temporanee.
                           Con un palcoscenico di oltre 1.500 m2, è equipaggiato con la tecnologia più avanzata per
                           poter ospitare qualunque tipo di allestimento scenico, operistico, e musicale grazie alle
                           sue piattaforme mobili, agli scenari intercambiabili e al servizio di traduzione simultanea
                           mediante schermo collocato direttamente nella poltrona.
                           •L’Umbracle è un percorso lungo più di 300 m, coperto da una serie di 55 archi, che
                           consente i migliori scorci del complesso, progettato come un giardino d’inverno con
                           decine di specie floreali, connotato da un forte legame tra arte e natura. Realizzato con
                           granito, pavimento con legno Tek, acciaio e opere d’arte di scultori contemporanei. Al
                           piano inferiore è collocato un parcheggio, che può ospitare fino a 690 auto e 20 autobus.
                           •Agorà (2005-2009) è l’ultimo edificio realizzato nella cittadella, e svolge la funzione di
                           grande piazza polivalente coperta a pianta ellittica.

                     prof. Federica Caldi                                                                                   28
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava

                           Inserito nel complesso della Città delle Arti e delle Scienze, il Ponte L’Assut
                           d’Or rappresenta la terza grande opera progettata da Santiago Calatrava per la propria
                           città natale. Situato tra il Museo delle Scienze e l’Oceanografico (progettato da Félix
                           Candela), questo ponte a tiranti in acciaio e cemento bianco misura 180 metri in lunghezza
                           e 39 metri in larghezza. È dotato di tre corsie per entrambi i sensi di marcia e di un
                           enorme pilone curvo di 123 metri di altezza a cui è ancorata una serie di ventinove cavi
                           disposti a forma di arpa.

                           Ing. Maria Anna Nico
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                           Fonte: https://arclickdesign.com/

                     prof. Federica Caldi                                                                               29
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                                            Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava
                     prof. Federica Caldi                                                                         30
Il nuovo High Tech

                                            Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                         31
Il nuovo High Tech

                                            Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                         32
Il nuovo High Tech

                                            Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                         33
Il nuovo High Tech

                                            Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                         34
Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                           A Reggio Emilia la realizzazione della linea Alta Velocità ha offerto l'occasione per
                           riqualificare una parte strategica del sistema viario e della mobilità nella zona nord.

                           Qui, la presenza dello stadio, della fiera e di un grande distretto produttivo, richiedeva
                           infatti interventi volti a migliorare lo scorrimento del traffico. E' in questo programma di
                           lavori che si pone la realizzazione di uno spettacolare ponte, progettato dall'architetto e
                           ingegnere spagnolo Santiago Calatrava.
                           La struttura, un vero capolavoro in cui si fondono tecnologia costruttiva e un'estetica di
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                           elevatissima qualità, ha la funzione di scavalcare la rete viaria dell'autostrada e della
                           linea ferroviaria. La luce di 221 metri disegna una sagoma in cui non sono soltanto le
                           dimensioni a parlare, sebbene la larghezza sia di oltre 25 metri e l'altezza ne raggiunga
                           46. Le corsie veicolari sono 4, ciascuna larga 3,5 metri, ma ad esse si aggiungono le 2
                           corsie di emergenza laterali e 2 piste ciclopedonali.
                           Il tutto è avvolto da una struttura interamente in acciaio, ad eccezione delle spalle che
                           sostengono l'arco. Il disegno, essenziale ma dal forte accento, regala all'intera
                           composizione una forma aerodinamica ed elegante. Oltre al pilone ad arco, sono gli
                           stralli a dare personalità alla composizione, ma essi svolgono anche un'importante
                           funzione strutturale, visto che sostengono l'intero peso del ponte, superiore alle 4mila
                           tonnellate.
                           Colore e illuminazione sono stati scelti per mettere in risalto forma, struttura e
                           materiali, esaltando l'equilibrio della composizione studiata da Calatrava. Il bianco,
                           colore unico e incontrastato, è stato associato ad un'irradiazione artificiale che va
                           dall'alto verso il basso. Posizionati nei guard-rail, i corpi illuminanti danno visibilità alla
                           carreggiata, mentre quelli che si trovano nel margine interno del ponte fanno risaltare i
                           cavi e il pilone ad arco.

                     prof. Federica Caldi                                                                                    35
Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                           Il risultato è una figura pura ed elegante di giorno, mentre di notte il ponte appare quasi
                           sospeso nel paesaggio della pianura padana. Questo paesaggio, fra l'altro, è stato per
                           Calatrava un oggetto di continuo confronto, soprattutto perché la forma piatta del
                           terreno rende immediatamente visibile ogni intervento architettonico. Di qui la scelta di
                           una forma così snella che si è previsto anche di circondare con ampie zone verdi. Il
                           risultato è comunque in armonia con il paesaggio, a cui regala, anzi, una presenza forte
                           ma non invadente.
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                           Laura Della Badia
                           Fonte: www.floornature.it

                     prof. Federica Caldi                                                                                36
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                                            Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                           37
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                                            Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                           38
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                                            Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                           39
Il nuovo High Tech

                                            Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                           40
Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava

                            La stazione ferroviaria Mediopadana progettata dall'architetto Santiago
                            Calatrava è una struttura di copertura in acciaio bianco e vetro posta lungo
                            il tracciato dei binari della linea ferroviaria ad alta velocità. Scopriamo
                            quest'opera architettonica recentemente inaugurata attraverso il punto di
                            vista del fotografo Gianluca Giordano.
                            La stazione è lunga 483 metri e ha una larghezza media di 20 m, il suo
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                            andamento sinusoidale ad onda è ottenuto con una successione di portali a
                            sezione chiusa e geometricamente differenti.
                            Due sono i livelli interni, il pianoterra a diretto contatto con l'ingresso e la
                            strada è destinato alle funzioni di biglietteria e agli altri servizi di stazione.
                            Attraverso le scale mobili si accede al livello superiore dove sono i binari
                            del treno e le banchine, qui la dinamicità e il senso di movimento che la
                            struttura trasmette ai viaggiatori è percepibile attraverso le fotografie di
                            Gianluca Giordano, come la luminosità diffusa che pervade tutto lo spazio.

                            Agnese Bifulco
                            Fonte: www.floornature.it

                     prof. Federica Caldi                                                                        41
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                    42
Il nuovo High Tech

                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava
                     prof. Federica Caldi                                                                    43
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava
                     prof. Federica Caldi                                                                    44
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                    45
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                    46
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                    47
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                    48
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                                            Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                     prof. Federica Caldi                                                                    49
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                            La costruzione del Ponte della Costituzione sul Canal Grande è stata colta
                            come l’occasione per lanciare Venezia verso il futuro e la scelta di un
                            archistar come progettista rispetta pienamente tale logica. Calatrava
                            sicuramente era la scelta migliore, sia per la sua esperienza in tema di
                            ponti, per le sue forme antropomorfe, ma anche perché grazie al suo nome
                            è nata una campagna mediatica notevole.
                            L’unicità dell’opera sta soprattutto nelle sue forme e sul sistema strutturale
                            utilizzato. 74 conci di acciaio, a sezione ad H, compongono 5 archi portanti,
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                            uno grande centrale, due laterali e altri due inferiori. Il ponte costituisce un
                            arco ribassato che esercita sulle fondazioni degli sforzi con componente sia
                            verticale che orizzontale. La particolarità dell’opera ha minato la sicurezza
                            che ci fosse corrispondenza biunivoca tra schemi di calcolo e realtà,
                            neanche lo studio agli elementi finiti ha riportato dei risultati molto
                            attendibili. Per questo è stato necessario studiare la struttura e la sua
                            validità con sperimentazione diretta tramite prove di carico. Le prove sono
                            state tre: la prima con cinque carichi concentrati in mezzeria dell’arco
                            centrale, la seconda con cinque carichi concentrati in mezzeria dell’arco
                            superiore destro (deformazione torsionale), la terza con due carichi
                            concentrati ad un’estremità dell’arco centrale.

                     prof. Federica Caldi                                                                      50
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                            Le prove, eseguite dall’università di Venezia, in particolare dal Prof. Siviero,
                            ebbero subito un risultato positivo e la spinta laterale generata causava uno
                            spostamento inferiore al limite prefissato di 20-30mm. La realizzazione
                            ideata da Calatrava prevedeva dapprima la posa in opera delle due parti
                            terminali dell’arco che direttamente poggiano sulla riva, poi un unico concio
                            centrale, già assemblato in stabilimento, è stato trasportato durante la notte
                            per il canale da una imbarcazione. Arrivata sul posto, l’arcata è stata girata
                            in orizzontale poi sollevata e successivamente collegata alle restanti parti.
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                            Le fondazioni utilizzate sono costituite da una serie di diaframmi in
                            calcestruzzo armato di 22 metri di profondità e spessi 1 metro. Sono stati
                            disposti in pianta in modo tale da definire un rettangolo irrigidito, inoltre
                            sono collegati in testa da un rigido plinto di spessore variabile.
                            Sostanzialmente la modellazione è avvenuta con modello agli elementi
                            finiti per valutare anche i conseguenti spostamenti laterali. Durante la fase
                            di esecuzione sono stati installati dei tubi inclinometrici per il monitoraggio
                            continuo della struttura.

                     prof. Federica Caldi                                                                      51
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                            Il ponte finito è caratterizzato da due rampe di scale con piccola alzata e
                            lunga pedata e una passerella arcata centrale di collegamento. Le scale
                            hanno come rivestimento: centralmente lastre di trachite, sulle due fasce
                            laterali vetro temprato retroilluminato. Le balaustre sono in vetro e i
                            corrimano in ottone.
                            Fin da subito sono stati ben evidenti tutti gli errori progettuali e le
                            mancanze del Ponte della Costituzione. I gradini non permettono il passaggio
                            ai disabili, mentre rendono difficoltoso e rumoroso quello dei passanti con
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                            le valige, provocando anche la rottura del vetro. Durante i giorni in cui
                            l’umidità è elevata, cosa che accade spesso a Venezia, si forma condensa
                            sui gradini vetrati causando il superamento dei limiti di scivolamento
                            consentiti con conseguenti infortuni di alcuni passanti. Proprio a causa della
                            condensa che le luci nei gradini raramente sono state accese, rendendo il
                            passaggio di sera pericoloso.
                            Il passaggio dei disabili è stato permesso grazie all’istallazione di un’ovovia
                            in acciaio e vetro costata ben 1,8 milioni di euro. Il mezzo non è stato quasi
                            mai in funzione a causa del surriscaldamento interno durante i mesi estivi, e
                            agli elevati costi di funzionamento. Si è per anni detto di voler smontare
                            l’ovovia, ma non è stato fatto poiché in sindaco temeva l’accusa di danno
                            erariale. Ad aprile La corte dei Conti ha archiviato il procedimento di
                            presunto danno erariale permettendo lo smontaggio.

                     prof. Federica Caldi                                                                     52
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava

                            Ad ottobre del 2018 è stata approvata anche la sostituzione di tutti i
                            rivestimenti vetrati dei gradini con lastre di trachite. E’ stato potenziato l’uso
                            di vaporetti per permettere il passaggio dei disabili del canale da piazzale
                            Roma e in questi giorni di sta discutendo su come abbattere questa enorme
                            barriera architettonica. In sostanza il costo finale di realizzazione del Ponte
                            della Costituzione va aumentato dei costi dell’ovovia, della sostituzione dei
                            rivestimenti e delle continue opere di manutenzione e di monitoraggio della
                            struttura. Molti studi attendibili prevedono che tra qualche anno sarà
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                            necessario intervenire sugli spostamenti laterali causati dalla spinta laterale
                            della struttura.

                            Marcello Raiano
                            Fonte: https://buildingcue.it/

                     prof. Federica Caldi                                                                        53
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