LA COSTRUZIONE NEL NUOVO MILLENNIO - High Tech Storia dell'architettura Corso di Progettazione Costruzioni Impianti Classe V - prof. federica ...
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Corso di Progettazione Costruzioni Impianti Classe V Storia dell’architettura LA COSTRUZIONE NEL NUOVO MILLENNIO High Tech maggio 2020 prof. Federica Caldi
INQUADRAMENTO - Dissoluzione del blocco sovietico Fenomeni mondiali che interessano la costruzione - Realizzazione dell’Unione Europea - Nuovi paesi emergenti: Cina, India, … - Spostamento attività manifatturiere - Fenomeni di immigrazione Tipologie nuove costruzioni (Italia e Europa): - Residenze private, multipiano nelle zone urbane, villini nelle fasce extraurbane - Edifici alti per uffici, nei grandi centri - Centri commerciali, in prossimità dei nodi stradali - Edifici pubblici rappresentativi, nelle città più ricche Cambiamenti: - Tecnologia Rapporto tra - Immagine architettura e costruzione prof. Federica Caldi 2
EVOLUZIONE TECNOLOGICA DEL COSTRUIRE - PREFABBRICAZIONE: scomparsa (o quasi) nell’edilizia civile, ancora significativa nelle infrastrutture e nell’edilizia industriale - DOMOTICA: applicazione ancora limitate nel campo dell’edilizia civile Evoluzione tecnologica del costruire - RISPARMIO ENERGETICO: risultati significativi, anche grazie agli interventi legislativi - SERRAMENTI e RIVESTIMENTI: uso di componenti sempre più raffinati, diffusione delle facciate ventilate, aspetto delle facciate più vario - RECUPERO EDILIZIO: riuso delle strutture obsolete (es. loft…) EVOLUZIONE DELLA PROGETTAZIONE EDILIZIA Piccoli interventi edilizia residenziale: piccoli studi (architetti, ingegneri, geometri, …) Opere pubbliche: grandi studi di progettazione Specializzazione delle mansioni Problemi per i giovani professionisti …. prof. Federica Caldi 3
DUE FACCE DEL NUOVO HIGH-TECH 1. L’HIGH-TECH COSTOSO E RAFFINATO - La tecnologia non viene tanto esibita, quanto rappresentata da materiali costosi, in forme impreviste con dettagli ricchi e curati - Predominano trasparenza e regolarità degli spazi Il nuovo High Tech OPERE Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano prof. Federica Caldi 8
Il nuovo High Tech Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano prof. Federica Caldi 9
Il nuovo High Tech Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano prof. Federica Caldi 10
Il nuovo High Tech Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano prof. Federica Caldi 11
Il nuovo High Tech prof. Federica Caldi 12
Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou in Nuova Caledonia (1992-1998) – Renzo Piano L'idea è maturata all'inizio degli anni '90, dopo l'assassinio di Jean-Marie Tjibaou, leader del movimento per l'autonomia del Paese, colonia della Francia dal 1864. Proprio in seguito a questo tragico evento, Mitterand ha voluto che si costruisse un centro per proteggere la cultura indigena, quasi annientata all'inizio del secolo dai coloni. Il concorso internazionale ad inviti, vinto da Renzo Piano, ha portato così alla realizzazione di una sorta di villaggio, sede di mostre, convegni e attività creative. I gusci ricurvi, in tutto 10, realizzati in listelli di legno, sono disposti attorno ad un atrio coperto, proprio come in un villaggio tradizionale. Il luogo, scelto insieme ai Kanaki (che letteralmente significa "uomini") è una penisola che si spinge nell'oceano, ricca di Il nuovo High Tech vegetazione e in grado di garantire un diretto contatto con la natura. Il complesso è completamente in iroko, il legno importato dal Ghana, molto resistente all'umidità e agli insetti. I gusci hanno tutti altezze differenti, fino a raggiungere i 28 metri del più alto. La loro organizzazione rispecchia quella dei tradizionali villaggi, fatti di case riunite a più gruppi. Anche queste particolarissime capanne si articolano infatti in una sequenza, precisamente in 3 agglomerati. Il primo, che fa anche da ingresso, ospita una mostra permanente sulla civiltà Kanak, oltre ad un auditorium e ai servizi di ristorazione. Una biblioteca, una sala conferenza e gli uffici si trovano invece nel secondo gruppo, mentre il terzo è composto dalle sale per le attività creative, dalla musica alla pittura. A collegare le 10 strutture è una passeggiata coperta, che guarda verso l'oceano, mentre dalla parte opposta si trova la fitta vegetazione dell'isola. I gusci punteggiano il paesaggio come le capanne dei Kanaki e come loro si lasciano attraversare dalla brezza, nascondendo inoltre un efficiente sistema di ventilazione passiva. Il rispetto per la tradizione e per la cultura del luogo, la sensibilità verso la natura, la capacità di dialogare con un popolo così diverso fanno di questo progetto un'opera davvero esemplare di quell'architettura che cerca l'universalità nei valori autentici. prof. Laura FedericaDella Badia Caldi 13 fonte: www.floornature.it
DUE FACCE DEL NUOVO HIGH-TECH 2. L’HIGH TECH STRUTTURALE - Perdono di importanza gli impianti, mentre predomina la struttura - La struttura viene enfatizzata fino a divenire essa stessa architettura OPERE Il nuovo High Tech Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava Stazione e Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava Quarto Ponte sul Canal Grande a Venezia (2002-2008) - Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 14
Il nuovo High Tech Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 15
Il nuovo High Tech Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 16
Il nuovo High Tech Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 17
Stazione Oriente a Lisbona (1993-1999) – Santiago Calatrava La stazione progettata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava e terminata nel 1998, per poter essere usata come parte dell'Expo '98 nel Parque das Nações. Sorge in una zona a 5 km dal centro, oggetto di un intervento urbanistico tra i più vasti in Europa (era il 1998), in una zona un tempo occupata da moli e magazzini del porto, e riqualificata per l'Expo '98 e sorge su tre livelli: il primo, sotterraneo, destinato alla metropolitana; il secondo, a livello della circolazione stradale, destinato agli autobus; il terzo, sopraelevato, destinato alla circolazione dei treni. Con questa stazione l'architetto-ingegnere spagnolo Il nuovo High Tech porta avanti la sua esperienza, iniziata nella stazione TGV di Lione, di una struttura solamente di acciaio e vetro; moderna e tecnologica ma che dialoga con la tradizione ricordando, con le forme create dagli archi dei pilastri e dalla struttura di acciaio, le strutture delle cattedrali di pietra. Un'ampia pensilina a est si apre sulla piazza accogliendo i viaggiatori, mentre dal lato opposto della struttura dove vi è la stazione degli autobus, si trovano lunghe e sottili pensiline a forma di foglie di palma che partono da una parte centrale occupata da servizi e esercizi commerciali. Al centro la tettoia sopraelevata della stazione dei treni costituita da una complessa struttura a prismi sfaccettati di acciaio e vetro. Il complesso include una stazione della metropolitana di Lisbona sui due primi piani e uno spazio commerciale e una stazione ferroviaria negli altri due piani. La struttura è coperta da un grande tetto di cristallo. Fonte: www.wikipedia.it prof. Federica Caldi 18
Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 19
Il Museo delle scienze Principe Felipe Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 20
L'Hemisfèric Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 21
L'Hemisfèric Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 22
Il Palau de les Arts Reina Sofía Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 23
L'Umbracle Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 24
L'Ágora Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 25
Il Pont de l'Assut de l'Or Il nuovo High Tech Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 26
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava Gli edifici che costituiscono la Città delle Arti e della Scienza progettato dall’architetto Santiago Calatrava, sono dunque disposti lungo un asse, ciascuno con la sua originale forma avveniristica. •L’ampia galleria di cristallo del Museo de las Ciencias Prìncipe Felipe, corpo principale del complesso, con lo scopo di far apprendere i progressi della scienza e tecnologia in forma completamente interattiva “vietato non toccare”. Caratterizzata da una facciata trasparente in cristallo a nord e una facciata opaca a sud, studiata secondo le caratteristiche ambientali del luogo. La sua struttura in cemento bianco e acciaio evoca un gigantesco scheletro, che ingoia il visitatore e lo sommerge nei bellissimi spettacoli delle Il nuovo High Tech sue viscere. Contiene al suo interno diverse terrazze nelle quali si sviluppano le esposizioni. Tutto è supportato da spettacolari archi di cemento armato che costituiscono la struttura simile ad un albero ramificato. 42.000 mq di superfice costruita, di cui 26.000 espositivi, si sviluppa su tre livelli •Unito ad esso, l’Hemisfèric, esteso su circa 13.000 mq, una struttura che evoca un gigantesco occhio umano, che ospita spettacoli di Cine Imax Dome, un Planetario ed un Laserium, con tecnologie audiovisive d’avanguardia. L’Hemisferìc nasce da una pianta ellittica con all’interno un globo che ospita il planetario. Quest’ultimo è costituito da una gigantesca semi-sfera in calcestruzzo, coperta da un involucro trasparente (lungo 110 m e largo 55,5 m), che costituisce la “pupilla”. Questa sala proiezioni può ospitare un totale di 310 persone ed è stata concepita perché lo spettatore possa sperimentare le attraenti sensazioni offerte dall’ultima tecnologia dell’immagine su uno schermo concavo di 900 mq, e del suono mediante sei canali stereofonici. L’ingegnoso effetto ottico è amplificato da un sottile specchio d’acqua, esteso su una superficie di 24.000 mq, che riflettendo raddoppia l’immagine dell’edificio creando illusoriamente un occhio intero. La vasca ha il fondo in vetro e costituisce la copertura per la biblioteca, l’auditorium e il ristorante, illuminati con luce zenitale. prof. Federica Caldi 27
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava •Il Palacio de las Artes Reina Sofìa (1996-2006), che evoca un elmo o la struttura di un cranio, dove il teatro è raccolto tra due involucri di calcestruzzo limitatamente uniti tra loro e coperto da una lingua che raggiunge i 70 metri di altezza. L’edificio è costituito da quattro sale dotate di sistemi tecnologici per la diffusione musicale e l’insonorizzazione di ciascun modulo. L’elemento principale, è l’auditorium collocato nel cuore dell’edificio, con una capacità di 1.706 persone. Nella zona ovest del complesso, un secondo auditorium, con capienza di 400 persone, è destinato alla musica da camera. La parte est, posta sotto uno dei due involucri che compongono l’edificio, ospita invece una sala con capacità pari a 1.520 spettatori, dedicata agli spettacoli teatrali. Infine un auditorium con una capacità di Il nuovo High Tech 400 posti, situato vicino al volume centrale, è destinato alla divulgazione del teatro e della danza sperimentale e presenta una galleria per le esposizioni di mostre temporanee. Con un palcoscenico di oltre 1.500 m2, è equipaggiato con la tecnologia più avanzata per poter ospitare qualunque tipo di allestimento scenico, operistico, e musicale grazie alle sue piattaforme mobili, agli scenari intercambiabili e al servizio di traduzione simultanea mediante schermo collocato direttamente nella poltrona. •L’Umbracle è un percorso lungo più di 300 m, coperto da una serie di 55 archi, che consente i migliori scorci del complesso, progettato come un giardino d’inverno con decine di specie floreali, connotato da un forte legame tra arte e natura. Realizzato con granito, pavimento con legno Tek, acciaio e opere d’arte di scultori contemporanei. Al piano inferiore è collocato un parcheggio, che può ospitare fino a 690 auto e 20 autobus. •Agorà (2005-2009) è l’ultimo edificio realizzato nella cittadella, e svolge la funzione di grande piazza polivalente coperta a pianta ellittica. prof. Federica Caldi 28
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia (1991-2006) – Santiago Calatrava Inserito nel complesso della Città delle Arti e delle Scienze, il Ponte L’Assut d’Or rappresenta la terza grande opera progettata da Santiago Calatrava per la propria città natale. Situato tra il Museo delle Scienze e l’Oceanografico (progettato da Félix Candela), questo ponte a tiranti in acciaio e cemento bianco misura 180 metri in lunghezza e 39 metri in larghezza. È dotato di tre corsie per entrambi i sensi di marcia e di un enorme pilone curvo di 123 metri di altezza a cui è ancorata una serie di ventinove cavi disposti a forma di arpa. Ing. Maria Anna Nico Il nuovo High Tech Fonte: https://arclickdesign.com/ prof. Federica Caldi 29
Il nuovo High Tech Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 30
Il nuovo High Tech Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 31
Il nuovo High Tech Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 32
Il nuovo High Tech Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 33
Il nuovo High Tech Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 34
Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava A Reggio Emilia la realizzazione della linea Alta Velocità ha offerto l'occasione per riqualificare una parte strategica del sistema viario e della mobilità nella zona nord. Qui, la presenza dello stadio, della fiera e di un grande distretto produttivo, richiedeva infatti interventi volti a migliorare lo scorrimento del traffico. E' in questo programma di lavori che si pone la realizzazione di uno spettacolare ponte, progettato dall'architetto e ingegnere spagnolo Santiago Calatrava. La struttura, un vero capolavoro in cui si fondono tecnologia costruttiva e un'estetica di Il nuovo High Tech elevatissima qualità, ha la funzione di scavalcare la rete viaria dell'autostrada e della linea ferroviaria. La luce di 221 metri disegna una sagoma in cui non sono soltanto le dimensioni a parlare, sebbene la larghezza sia di oltre 25 metri e l'altezza ne raggiunga 46. Le corsie veicolari sono 4, ciascuna larga 3,5 metri, ma ad esse si aggiungono le 2 corsie di emergenza laterali e 2 piste ciclopedonali. Il tutto è avvolto da una struttura interamente in acciaio, ad eccezione delle spalle che sostengono l'arco. Il disegno, essenziale ma dal forte accento, regala all'intera composizione una forma aerodinamica ed elegante. Oltre al pilone ad arco, sono gli stralli a dare personalità alla composizione, ma essi svolgono anche un'importante funzione strutturale, visto che sostengono l'intero peso del ponte, superiore alle 4mila tonnellate. Colore e illuminazione sono stati scelti per mettere in risalto forma, struttura e materiali, esaltando l'equilibrio della composizione studiata da Calatrava. Il bianco, colore unico e incontrastato, è stato associato ad un'irradiazione artificiale che va dall'alto verso il basso. Posizionati nei guard-rail, i corpi illuminanti danno visibilità alla carreggiata, mentre quelli che si trovano nel margine interno del ponte fanno risaltare i cavi e il pilone ad arco. prof. Federica Caldi 35
Ponte autostradale a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava Il risultato è una figura pura ed elegante di giorno, mentre di notte il ponte appare quasi sospeso nel paesaggio della pianura padana. Questo paesaggio, fra l'altro, è stato per Calatrava un oggetto di continuo confronto, soprattutto perché la forma piatta del terreno rende immediatamente visibile ogni intervento architettonico. Di qui la scelta di una forma così snella che si è previsto anche di circondare con ampie zone verdi. Il risultato è comunque in armonia con il paesaggio, a cui regala, anzi, una presenza forte ma non invadente. Il nuovo High Tech Laura Della Badia Fonte: www.floornature.it prof. Federica Caldi 36
Il nuovo High Tech Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 37
Il nuovo High Tech Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 38
Il nuovo High Tech Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 39
Il nuovo High Tech Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 40
Stazione ferroviaria a Reggio Emilia (2008-2013) – Santiago Calatrava La stazione ferroviaria Mediopadana progettata dall'architetto Santiago Calatrava è una struttura di copertura in acciaio bianco e vetro posta lungo il tracciato dei binari della linea ferroviaria ad alta velocità. Scopriamo quest'opera architettonica recentemente inaugurata attraverso il punto di vista del fotografo Gianluca Giordano. La stazione è lunga 483 metri e ha una larghezza media di 20 m, il suo Il nuovo High Tech andamento sinusoidale ad onda è ottenuto con una successione di portali a sezione chiusa e geometricamente differenti. Due sono i livelli interni, il pianoterra a diretto contatto con l'ingresso e la strada è destinato alle funzioni di biglietteria e agli altri servizi di stazione. Attraverso le scale mobili si accede al livello superiore dove sono i binari del treno e le banchine, qui la dinamicità e il senso di movimento che la struttura trasmette ai viaggiatori è percepibile attraverso le fotografie di Gianluca Giordano, come la luminosità diffusa che pervade tutto lo spazio. Agnese Bifulco Fonte: www.floornature.it prof. Federica Caldi 41
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 42
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 43
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 44
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 45
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 46
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 47
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 48
Il nuovo High Tech Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava prof. Federica Caldi 49
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava La costruzione del Ponte della Costituzione sul Canal Grande è stata colta come l’occasione per lanciare Venezia verso il futuro e la scelta di un archistar come progettista rispetta pienamente tale logica. Calatrava sicuramente era la scelta migliore, sia per la sua esperienza in tema di ponti, per le sue forme antropomorfe, ma anche perché grazie al suo nome è nata una campagna mediatica notevole. L’unicità dell’opera sta soprattutto nelle sue forme e sul sistema strutturale utilizzato. 74 conci di acciaio, a sezione ad H, compongono 5 archi portanti, Il nuovo High Tech uno grande centrale, due laterali e altri due inferiori. Il ponte costituisce un arco ribassato che esercita sulle fondazioni degli sforzi con componente sia verticale che orizzontale. La particolarità dell’opera ha minato la sicurezza che ci fosse corrispondenza biunivoca tra schemi di calcolo e realtà, neanche lo studio agli elementi finiti ha riportato dei risultati molto attendibili. Per questo è stato necessario studiare la struttura e la sua validità con sperimentazione diretta tramite prove di carico. Le prove sono state tre: la prima con cinque carichi concentrati in mezzeria dell’arco centrale, la seconda con cinque carichi concentrati in mezzeria dell’arco superiore destro (deformazione torsionale), la terza con due carichi concentrati ad un’estremità dell’arco centrale. prof. Federica Caldi 50
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava Le prove, eseguite dall’università di Venezia, in particolare dal Prof. Siviero, ebbero subito un risultato positivo e la spinta laterale generata causava uno spostamento inferiore al limite prefissato di 20-30mm. La realizzazione ideata da Calatrava prevedeva dapprima la posa in opera delle due parti terminali dell’arco che direttamente poggiano sulla riva, poi un unico concio centrale, già assemblato in stabilimento, è stato trasportato durante la notte per il canale da una imbarcazione. Arrivata sul posto, l’arcata è stata girata in orizzontale poi sollevata e successivamente collegata alle restanti parti. Il nuovo High Tech Le fondazioni utilizzate sono costituite da una serie di diaframmi in calcestruzzo armato di 22 metri di profondità e spessi 1 metro. Sono stati disposti in pianta in modo tale da definire un rettangolo irrigidito, inoltre sono collegati in testa da un rigido plinto di spessore variabile. Sostanzialmente la modellazione è avvenuta con modello agli elementi finiti per valutare anche i conseguenti spostamenti laterali. Durante la fase di esecuzione sono stati installati dei tubi inclinometrici per il monitoraggio continuo della struttura. prof. Federica Caldi 51
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava Il ponte finito è caratterizzato da due rampe di scale con piccola alzata e lunga pedata e una passerella arcata centrale di collegamento. Le scale hanno come rivestimento: centralmente lastre di trachite, sulle due fasce laterali vetro temprato retroilluminato. Le balaustre sono in vetro e i corrimano in ottone. Fin da subito sono stati ben evidenti tutti gli errori progettuali e le mancanze del Ponte della Costituzione. I gradini non permettono il passaggio ai disabili, mentre rendono difficoltoso e rumoroso quello dei passanti con Il nuovo High Tech le valige, provocando anche la rottura del vetro. Durante i giorni in cui l’umidità è elevata, cosa che accade spesso a Venezia, si forma condensa sui gradini vetrati causando il superamento dei limiti di scivolamento consentiti con conseguenti infortuni di alcuni passanti. Proprio a causa della condensa che le luci nei gradini raramente sono state accese, rendendo il passaggio di sera pericoloso. Il passaggio dei disabili è stato permesso grazie all’istallazione di un’ovovia in acciaio e vetro costata ben 1,8 milioni di euro. Il mezzo non è stato quasi mai in funzione a causa del surriscaldamento interno durante i mesi estivi, e agli elevati costi di funzionamento. Si è per anni detto di voler smontare l’ovovia, ma non è stato fatto poiché in sindaco temeva l’accusa di danno erariale. Ad aprile La corte dei Conti ha archiviato il procedimento di presunto danno erariale permettendo lo smontaggio. prof. Federica Caldi 52
Quarto Ponte sul Canal Grande (2002-2008) – Santiago Calatrava Ad ottobre del 2018 è stata approvata anche la sostituzione di tutti i rivestimenti vetrati dei gradini con lastre di trachite. E’ stato potenziato l’uso di vaporetti per permettere il passaggio dei disabili del canale da piazzale Roma e in questi giorni di sta discutendo su come abbattere questa enorme barriera architettonica. In sostanza il costo finale di realizzazione del Ponte della Costituzione va aumentato dei costi dell’ovovia, della sostituzione dei rivestimenti e delle continue opere di manutenzione e di monitoraggio della struttura. Molti studi attendibili prevedono che tra qualche anno sarà Il nuovo High Tech necessario intervenire sugli spostamenti laterali causati dalla spinta laterale della struttura. Marcello Raiano Fonte: https://buildingcue.it/ prof. Federica Caldi 53
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