La copertina d'artista - #ripartItalia 2021 - Smart Marketing
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La copertina d’artista - #ripartItalia 2021 Un velocista è sui blocchi di partenza, forse della gara regina delle Olimpiadi, i 100 metri; ma questo atleta ha qualcosa di più. La sua tuta tecnica è di un azzurro scintillante, striata in più punti da fasce tricolori che richiamano la bandiera italiana e, a ben vedere, la stessa tuta ha un qualcosa che richiama un’armatura, una versione nostrana della mitica armatura di Iron Man, quella progettata ed indossata da Tony Stark. E forse il riferimento all’uomo d’acciaio, questa la traduzione letterale del nome dell’eroe marveliano, non è affatto casuale, sono stati uomini e donne d’acciaio quelli che hanno tinto d’oro, argento e bronzo la lunga estate italiana, fra europei di calcio e campionati di pallavolo maschile e femminile, passando per le medaglie ed i primati delle Olimpiadi e Paralimpiadi, culminate con la vittoria dei 100 metri di Marcell Jacobs, primo italiano nella storia, alle Olimpiadi di Tokyo con il tempo di 9’ e 80”, lo scorso 1°agosto 2021.
L a C o p e r t i n a d ’ A r t i s t a d i S e t t e m b r e , r e a l i z z a t a da Domenico Velletri.
Le vittorie ed i successi sportivi del Paese hanno favorito la ritrovata voglia di patriottismo e desiderio di rivalsa degli Italiani, dopo un 2020 segnato da una pandemia che ha scompaginato i programmi e le agende dei singoli, così come delle istituzioni e delle nazioni. Le Olimpiadi di Tokyo, incerte fino all’ultimo, hanno rappresentato i migliori valori dello sport, e quel desiderio, mai sopito, di vittoria umana che si staglia contro un male globale che sembrava aver vinto definitivamente. Gli atleti, le vittorie e lo sport più in generale hanno rappresentato il miglior vaccino per le nostre coscienze infiacchite dalle restrizioni, il miglior farmaco contro quella strisciante ed ormai endogena depressione che aveva ghermito più o meno tutti noi. Le sfide, i sacrifici e le vittorie che lo sport regala a chi è disposto a misurarsi prima con se stesso e poi con gli altri sono la perfetta metafora di questa ripartenza post pandemica, di questa ripartenza post vacanze, di qualsiasi ripartenza esistenziale, lavorativa, o di relazione. D o m e n i c o V e l l e t r i s u l s e t t i m a n a l e Gente, per le sue ironiche mascherine disegnate, perfette per non perdere la “faccia”.
Nonostante siano più di 20 anni che scrivo, parlo ed organizzo eventi artistici, mi sorprendo ancora come un bambino quando vedo la capacità di sintesi di cui sono capaci gli artisti. Prendete Domenico Velletri (già autore della Copertina d’Artista del novembre 2019), il graphic designer di questa copertina di settembre: è riuscito a condensare in una singola immagine molteplici significati, tutti legati dal filo rosso che richiama la voglia di superare i propri limiti tipica degli esseri umani, quel fuoco che arde in ciascuno di noi e che ci spinge a provarci e riprovarci, ad allenarci fino allo stremo, finchè non riusciamo a sconfiggere i nostri avversari e soprattutto noi stessi, perché, alla fine, come disse Friedrich Nietzsche: “Nessun vincitore crede al caso”. Scopri il nuovo numero: “#ripartItalia” La ripartenza è un tema quanto mai attuale. Dopo due anni di pandemia sentiamo il bisogno di lasciarci alle spalle questo lungo periodo complesso (tenendo quello che di buono c’è stato) e di affacciarci con ottimismo al tempo che verrà. Insomma, l’eroe velocista della copertina di settembre che aspetta il colpo di pistola per scattare dai blocchi è la rappresentazione plastica, filosofica, ma soprattutto ideale della voglia di ripartenza di noi Italiani, che nella nostra scintillante armatura con i colori nazionali vogliamo tagliare i traguardi del nostro successo. Non dimenticando, però, che il successo individuale è poca cosa se non contempla, favorisce od almeno ispira il successo collettivo, perché, come ebbe a dire Don Carlo Gnocchi: La vittoria è sempre nel pugno di pochi. Provare a preparare questa pattuglia di eroi è il segreto di ogni vittoria. Quindi lasciamoci ispirare dalla bella Copertina d’Artista di Domenico Velletri e, più in generale, dagli articoli dei nostri contributor che compongono questo 89° numero del nostro magazine dal titolo #ripartItalia.
Domenico Velletri, artista eclettico, spazia dalla pittura alla scultura, dalle tecniche digitali all’illustrazione, dall’animazione alla realizzazione di cartoon e videoclip. Diverse le sue opere presenti in varie città italiane, come la scultura in pietra della Regina Elena del Montenegro a Roma o l’opera scultorea di S. Maria Clotilde di Borbone a Napoli. Autore, fra l’altro, di numerose opere nel territorio biscegliese, come l’altorilievo bronzeo in onore a Giuseppe Di Vittorio in piazza Vittorio Emanuele II, il bassorilievo bronzeo di Aldo Moro, in via Aldo Moro e il bassorilievo in terracotta, nel ricordo del centenario della storica apertura, del Rettifilo, sempre in via Aldo Moro. Diverse sculture sacre come il Crocifisso ligneo nella chiesa di S. M. di Costantinopoli, la scultura lignea della Madonna dell’Immacolata per la chiesa di S. Andrea e il dipinto absidale di Santa Caterina da Siena. Esordisce al cinema con la realizzazione della parte animata nel film “Cobra non è” (qui trovate la nostra recensione), di Mauro Russo, prodotto da Giallo Limone Movie e distribuito da 102 Distribution, in collaborazione con Rai Cinema. Fra le due ultime collaborazioni il suo lavoro per il cantante Fabio Rovazzi con la realizzazione dell’intro in motion comics per il videoclip “La mia felicità”. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email *
Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter #ripartItalia 2021 - L’editoriale Raffaello Castellano Scrivere l’editoriale di settembre, che, come sanno i nostri lettori, fin dalla nascita del nostro magazine si intitola #ripartItalia, diventa sempre più complesso. Di cosa parlare? Su quale argomento, fra i tanti possibili, concentrare l’attenzione? Per quale focus propendere? Capite che, dopo 8 anni ed altrettanti editoriali settembrini, il rischio di ripetersi è molto alto, sia perché a scrivere gli articoli è sempre la stessa persona, con le sue preferenze ed i suoi pregiudizi, sia perché, diciamocelo, i problemi, non solo digitali, del nostro Paese sono quasi sempre i medesimi: instabilità politica, eccessiva burocrazia, lavoro, formazione ed istruzione, ecologia ed ambiente, digital divide, alfabetizzazione informatica, inverno demografico, ricambio generazionale, etc., etc.. Certo la cronaca ci aiuta (o forse no), soprattutto qui in Italia, dove spesso, in tema di innovazione, si fa un passo in avanti e due-tre indietro o nella migliore delle ipotesi due di lato come i gamberi, come già ci aveva avvertito il grande e compianto Umberto Eco in un suo saggio di qualche anno fa. Probabilmente è di questo tipo la notizia, salutata con un generale ed entusiastico consenso (chissà perchè poi), che ha visto protagonista il Ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che ha parlato della “fine dello smart working” per tutti i 3,2 milioni di dipendenti delle 30 mila amministrazioni pubbliche a partire dal 15 ottobre, buttando, come spesso si fa in Italia,
l’acqua sporca con tutto il bambino. Scopri il nuovo numero: “#ripartItalia” La ripartenza è un tema quanto mai attuale. Dopo due anni di pandemia sentiamo il bisogno di lasciarci alle spalle questo lungo periodo complesso (tenendo quello che di buono c’è stato) e di affacciarci con ottimismo al tempo che verrà. Ancora più significativo e drammatico della marcia indietro sul lavoro agile, è il fenomeno delle morti bianche (eufemismo quanto mai fuorviante), che ha visto negli ultimi due giorni, 28 e 29 settembre, 11 vittime! Un vero bollettino di guerra, per un problema iscrivibile a diversi fattori, ma che vede nella mancanza di controlli e nella scarsa, se non assente, cultura aziendale quelli principali. Un bilancio da incubo: 3 morti ogni giorno sul lavoro, per un totale di 677 vittime nei primi sette mesi dell’anno, secondo gli ultimi dati sulle denunce presentate all’Inail. Forse anche questo dato è uno di quelli da cui dover ripartire per rendere davvero il nostro Paese moderno ed evoluto. F o t o d i S u k h W i n d e r d a P exels. Poi ci sarebbero le solite “beghe” politiche fomentate dalle imminenti elezioni amministrative, con tutto il loro variopinto corollario di “urgenti questioni da affrontare subito” ed il sorprendente (ma per chi poi?) risultato del Referendum per la liberalizzazione della Cannabis, che ha raggiunto (mentre scrivo questo editoriale 30 settembre) le 650.000 firme con tutto il mese di ottobre ancora valido per aderire. Un risultato ancora più importante in un paese dove il “consumatore” è profondamente colpevolizzato da un sistema legislativo e giudiziario che lo
equipara ai criminali. Insomma di cose da cui ripartire ce ne sarebbero, ma noi di Smart Marketing non saremmo noi se non prendessimo ispirazione dal meglio che accade nella nostra Italia. Su tutto il resto si staglia l’Italia sportiva, che da giugno non smette di sorprenderci con le vittorie ed i primati mondiali che gli atleti normodotati e paralimpici hanno portato a casa. Dagli Europei di calcio, ai Campionati europei di pallavolo maschile e femminile, passando per le medaglie ed i primati delle Olimpiadi e Paralimpiadi, con la vittoria dei 100 metri di Marcell Jacobs (primo italiano nella storia, alle Olimpiadi di Tokyo con il tempo di 9” e 80 centesimi lo scorso 1°agosto 2021), a rappresentare la ciliegina sulla torta. Un primato, quello dei 100 metri, che ha ispirato anche l’arista di questo numero, Domenico Velletri, che ha realizzato la bellissima copertina di questo “#ripartItalia 2021”.
L a C o p e r t i n a d ’ A r t i s t a d i S e t t e m b r e , r e a l i z z a t a da Domenico Velletri.
Una vittoria, quest’ultima, ma anche dello sport in generale, che deve essere sprone per tutti noi affinché, come i valori dello sport ci insegnano, dobbiamo perennemente superare i nostri limiti e alzare le asticelle dei primati raggiunti, perché solo superando le prove “difficili” capiamo di che pasta siamo fatti e miglioriamo noi stessi, come ebbe a dire il poeta Rainer Maria Rilke: Sappiamo poco, ma che il difficile è il nostro compito è una certezza che non ci deve abbandonare mai. Quindi non mi resta che augurarvi buona lettura e tante “prove difficili” e tanto coraggio nell’affrontarle, sicuri che dopo sarete atleti migliori, professionisti più preparati ed uomini più consapevoli, maturi ed evoluti: una versione 3.0 di voi stessi, cosa volere di più? Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter
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