L'Unità di Crisi pubblica la relazione sull'andamento dei contagi in Campania
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L’Unità di Crisi pubblica la relazione sull’andamento dei contagi in Campania di Monica De Santis E’ stata presentata ieri mattina dall’Unità di Crisi della Regione Campania, la relazione in merito ai dati sull’andamento dei contagi nelle scuole e non solo. Facendo seguito ai dati analizzati è emerso, in Campania, un notevole aumento del numero dei contagiati nei 2 mesi antecedenti al mese di dicembre. In particolare nella metà di ottobre, si legge nella relazione, con un numero di contagi pari a 19.192 individui sono state eseguite ulteriori analisi di carattere predittivo che hanno fatto rilevare come l’incremento senza controllo in assenza di misure di contenimento/restrittive avrebbe comportato un numero esplosivo di contagi per la Regione Campania, in cui l’algoritmo previsionale ipotizzava un numero di contagi al 22 novembre pari a 236.836, con un incremento in poco più di 30 gg di più di 200.000 contagi su quelli all’epoca presenti. E L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi “Siamo certi che il piano predisposto dalla Montella
sia stato redatto in maniera super partes?” di Pina Ferro “Non sarebbe opportuno per l’Ente fare degli ulteriori approfondimenti ovvero far verificare da altre personalità se il piano predisposto dalla dottoressa Montella sia effettivamente confacente alle esigenze del territorio oppure sia stato, forse, amalgamato sulle esigenze di questa o quella associazione?”. A porsi il quesito è l’avvocato Giovanni Rago facendo riferimento al servizio di emergenza sanitaria territoriale 118 e le relative postazioni delle ambulanze. Piano che fino a qualche tempo fa era affidato alla dirigente Asl Montella, finita nell’inchiesta Crici del Silaro che ha portato in carcere l’imprenditore del settore del trasporto infermi e pompe funebri Roberto Squecco. L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi Antonio Ilardi e le sue idee: in campo a sostegno del sindaco di Erika Noschese Rivendica con forza il suo essere civico, da buon cattolico moderato. L’ingegnere Antonio Ilardi, imprenditore, è pronto a scendere in campo, candidato al prossimo consiglio comunale di Salerno a sostegno del Sindaco uscente Vincenzo Napoli. Ilardi
è stato presidente del gruppo Giovani Imprenditori dell’associazione Industriali di Salerno, presidente del comitato Piccola Industria di Confindustria Salerno, vicepresidente della Camera di Commercio di Salerno e presidente della società aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi spa e, tra le altre cose, è stato anche componente del consiglio direttivo nazionale della Compagnia delle opere e vicepresidente nazionale della Federazione edilizia”. L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi Coronavirus, 145 comuni campani ad alto rischio: c’è Salerno I comuni individuati in Campania, come ad alto rischio, per l’aumento dei contagi, sono 145. Sono indicati nella relazione diffusa dall’Unità di crisi regionale, in base ai dati raccolti tra l’1 e il 7 febbraio. Tra i 145 comuni, che superano la soglia di criticità sulla base del modello adottato dall’Unità di crisi, non è presente Napoli. Il modello tiene si basa sulla percentuale di positività media, su scala regionale (9,52%), ponendo il limite a 160 casi di contagio su 100mila abitanti, come soglia oltre la quale si suggerisce ai sindaci “di adottare le dovute contromisure”. Tra i comuni ad alto rischio c’è Giano Vetusto (Caserta), piccola cittadina di 651 abitanti, dove si contano 17 positivi su 48 tamponi, con una percentuale dei contagiati pari al 35,41% e un’incidenza del +1635% rispetto alla media regionale. Ci sono anche grandi comuni, come Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Pompei, Salerno e Torre del Greco.
Ricordando Sergio Vecchio Una gioia e una sofferenza e il suo ricordo rivive da solo L’esistenza di mio padre è come una parabola, che si identifica in un sentimento radicato in un luogo, non un luogo qualsiasi ma di coloro che l’hanno attraversato, arricchito di testimonianze e di storia, e lui aveva a cuore le generazioni future, sempre attento alla costruzione del presente sulle memorie del passato, con un’idea del gusto e della cultura di una coerenza che non accettava compromessi. Un sentimento del tempo, come il bellissimo titolo della raccolta di Ungaretti, poeta che insieme ad Alfonso Gatto lui amava tanto, di una bellezza che conteneva una sofferenza, come quando tu fai continuamente i conti con la vita, per portare avanti un’idea, struggendoti per anni, come ha fatto lui. Sono trascorsi quasi tre anni da quel giorno, sembrano molti, forse, per chi l’ha rinnegato, ma cosa sono in fondo? Non sono niente, ed è un atto nobile, di riconoscenza e rispetto ricordarlo, per chi ha conosciuto la sua generosità e i suoi propositi. Non era facile, di una complessità introversa sì ma per tanti che l’hanno conosciuto, Sergio Vecchio era quella frase, quel gesto con le mani, quel modo austero di stringere i denti, ed era soprattutto il pittore nel suo studio, nel suo mondo, casa Museo, Atelier di vetro in prossimità dei binari, là è la nostra casa, la sua. Non è un caso che da quando ha attraversato il varco della sua tela, diventando pura anima, respiro della sua stessa pittura, abbiamo ritrovato, sparsi o raccolti nel suo studio, fra i cassetti, i frammenti del suo vissuto, come resti della sua presenza con la quale ci stiamo ancora incontrando. Tra questi mi hanno commosso i disegni
conservati di noi bambini negli album di una volta, illustrati dalle fiabe di Fedro, che lui ci assegnava come compiti d’estate, e noi studiavamo insieme a lui che cos’erano le ombre, le foglie, i boschi, i rami, un cacciatore e la Morte, insomma la sua idea di natura e la nostra appartenenza. Ho ritrovato, come mare sommerso, fotografie che ripercorrono luoghi a lui cari ripresi a distanza di mesi, anni da varie prospettive, come un reportage nella solitudine del pensiero. L’ex Casello 21 è sempre presente, sempre più in disuso, di rosso consunto come i biglietti sciupati dei treni. Ed è per questo che io non ho mai conosciuto nessuna persona più legata a filo doppio, con la stessa coerenza che l’ha contraddistinto, come se l’avessi lasciato ieri, ripeto, “ieri”, alla memoria intima di un vissuto che si è sempre identificato con un vissuto collettivo. Rivedo spesso i video con mio padre, e lo ammetto, un po’ mi fanno male. Ci fa amarezza che non si sia potuto ancora realizzare il suo ultimo sogno, il suo ultimo progetto. Il video per esempio del Museo Narrante di Hera Argiva Beni e Mali Culturali, in cui lui parla della sua idea di futuro per Paestum con una coscienza molto chiara della geografia dei luoghi, di Paestum e delle sue varie contrade, contro i Mostri del Moderno e senza beceri localismi. Mio padre, attento a quello che dice, appare immerso nel suo studio, con gatti agili e saltellanti, come nei suoi disegni, fra le sue tele, e i grumosi colori, sembra che il tempo si sia fermato lì. E risponde alle domande in atteggiamento fermo, con coerenza, ribadendo l’idea di un progetto di cultura più decentrato, col recupero del Museo di Hera Argiva nel rispetto delle infinite risorse del territorio, della sensibilità dei viaggiatori e non solo, ma di chi resta, in un continuo colloquio, come avrebbe voluto lui, fra antico e moderno, in una continua sinergia fra la Sovraintendenza e il Comune. In quel modo di parlare, in quelle pause e di fermezza composta, lo rileggo come oracolo parlante, ecco, che mi appare la sua scrittura, incisa, franta come un graffito, quel misto di corsivo e stampatello che è al tempo stesso una caratteristica per cui si distingueva e a me
piaceva tanto: il contradditorio e cioè che non può esservi un’armonia, ma che dobbiamo imparare a convivere in una perenne scissione. Questa è un’altra cosa che mi ha insegnato. Al punto tale che mi piacerebbe rivederlo in sogno per chiedergli, a lui che aveva tanto intuito e percezione di un oltre, che cosa pensa di questo terribile momento buio che stiamo vivendo. Che cosa ne sarà dell’antico Buffet della stazione di Paestum, della sua nobile idea in fieri di rilancio culturale, dove poter raccogliere, custodire in un Archivio la sua eteroclita raccolta di arte, di stampe, dei più grandi fotografi del primo ‘900, nell’attesa della creazione di un laboratorio calcografico di ceramica, per colmare un’antica lacuna e ridare lustro e bellezza alla ceramica, considerata da sempre un’arte minore, come nella tradizione degli antichi ceramisti, che per primi inventarono il concetto di spazio e di contorno, come nella pittura greca? Ecco perché ricordare Sergio Vecchio, che incideva col pennello la sua firma indelebile, la sua cifra, il suo gusto e la sua poetica, nelle Stanze dell’Eremita. Ricordare la forza delle sue braccia che sollevavano pietre, distendevano fra l’erba come lenzuoli le carte di Acireale in frammenti d’archeologia, come un libro di storia all’aperto e in pieno sole. Era estate, allora. Nel mio ricordo papà è col suo cane di allora, Ulisse o Giotto, nella cucina di sua madre, mia nonna, una cucina piastrellata, con la stufa e un comignolo nero. Ripercorrendo la sua vita, mi sembra che in quel preciso momento io ho veramente capito che l’arte è sempre entrata nella sua, da una prospettiva angolare, come nei dipinti di Tintoretto, con una tavola apparecchiata e una confusione calorosa. Nonna che officia ai suoi riti in cucina, di schiena o che posa i piatti sulla tavola, e papà che fa il suo ingresso rumoroso con un cane accucciato sempre sotto il tavolo o che si alza con le zampe pronto ad afferrare un tozzo di pane, boccone prelibato per lui, dalle sue mani, al pomodoro. E se ripenso ai suoi quadri, rivedo negli occhi dei cani, delle volpi dallo sguardo furtivo, degli uccellini, delle bufale, i suoi occhi, gli occhi di mio padre, con quel
potere che hanno soltanto gli animali, capaci di leggere lo sguardo di un uomo, nella loro tenerezza schiva. Ed è per questo, che mi viene in mente una frase di un film di Truffaut “L’Ultimo Metrò” (1980), perché per me mio padre è l’ultimo giorno che ha vissuto, l’ultimo tramonto che ha guardato e dipinto, la sua ultima dedica per me, l’ultima volta che mi ha aspettato, e questa frase mi ricorda la sua arte e dice pressappoco così: L’amore… “Come un grande avvoltoio plana sopra di noi…” “Sei bella, …così bella che guardarti è una sofferenza. Ieri dicevate che era una gioia. Ĕ una gioia e una sofferenza”. Ma poi ho la certezza che il suo ricordo rivive da solo. A papà da Viviana Gestione del sito di compostaggio avviso di conclusione indagine per Cariello e altre 5 persone di Pina Ferro Gestione dell’impianto di compostaggio di Eboli, avviso di conclusione indasgini per sei persone. L’atto è stato notificato all’allora sindaco Massimo Cariello, all’’ex dirigente comunale Rosario La Corte, oggi in pensione, e gli imprenditori Gianni Gallozzi ed Angelo De Gregorio, rispettivamente rappresentante con procura speciale e delegato ambientale della società “Ladurner srl” di Bolzano, affidataria della gestione dei rifiuti nell’impianto, a Simone Paoli procuratore speciale della società “Ladurner srl”,
Andrea Silvestri legale rappresentante e amministratore unico della società “Ladurner srl”. L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi “Avanti su sostenibilità e digitalizzazione” Sostenibilità e digitalizzazione sono i due temi, cui saranno destinate gran parte delle risorse del Recovery Plan, sui quali le Camere di commercio stanno svolgendo e intendono continuare a svolgere una importante azione di assistenza e accompagnamento delle imprese italiane. Lo ha sottolineato il Vice Presidente vicario di Unioncamere, Andrea Prete, nell’incontro con il Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, assicurando il sostegno del sistema camerale alle politiche del Governo. “Sei imprese su dieci sono ancora ai primi stadi dell’economia 4.0 – ha spiegato Prete – e in un caso su 3 fanno fatica a trovare lavoratori con competenze digitali”. L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi Addio, galantuomo dal cuore granata di Erika Noschese
Il Coronavirus ha strappato alla vita Federico Russo. Lutto nel mondo del Caf e della Salernitana dopo il decesso del responsabile del centro di assistenza fiscale e del Confasi, la Confederazione Autonomia Sindacati Italiani di Salerno. Russo, che a luglio avrebbe compiuto 66 anni, era molto conosciuto e apprezzato nel mondo sindacale, ma anche in quello politico e sportivo, sempre in prima linea per dare il suo contributo. Aveva rapporti personale e professionali con tutti, e, da sempre, era grande tifoso della Salernitana. Il decesso è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona dove era ricoverato dopo la positività al Covid. L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi Colpo di scena: D’Alessandro non conferma le accuse ad Aliberti di Pina Ferro “D’Alessandro ha rinnegato ogni sua accusa: il sindaco affida il polo scolastico agli stessi progettisti che avevano accusato di camorra per mandarmi in carcere” Un lugo sfogo quello che l’ex sindacodi Scafati Pasquale Aliberti affida alla sua pagina social nelle ore immediatamemte successive all’udienza del processo Sarastra. Un’ inchiesta che ha portato Aliberti in manette, lontano da casa per 18 lunghi mesi. “Sulla base di false dichiarazioni, di un collaboratore di giustizia e di miei avversari politici”. Sottolinea l’ex primo cittadino. Ieri in aula hanno testimoniato due grandi accusatori l’avvocato Vittorio D’Alessandro e Alberto Filetti.
L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi «Opere pubbliche con mutui che graveranno sui cittadini» di Pina Ferro Dopo il botta e risposta in consiglio comunale arriva la denuncia. Il consigliere comunale di minoranza Enzo Sica ha presentato una querela per diffamazione ai carabinieri di Capaccio. Sotto accusa sono finite le affermazioni dell’assessore all’Ambiente e Progetti Speciali, Ettore Bellelli. «Un atto dovuto per tutelare la mia onorabilità di medico, professionista e consigliere comunale” Ha sottolineato il consigliere comunale Enzo Sica, raggiunto telefonicamente. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale l’acceso dibattito in aula, Bellelli accusò Sica di aver sostanzialmente speculato sulle condizioni di salute del compianto ex sindaco Franco Palumbo, affermando testualmente: “E già… lei dottore Sica, in tempi non sospetti, non appena la buonanima del vecchio sindaco si è sentito male, lei già andava girando dicendo: ne ha per poco, ne ha per poco… prepariamoci!”. L’articolo completo sull’edizione digitale di oggi
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