L'articolo 7, il Ponte e il voltafaccia del Pci - di Piero Calamandrei* - Fondazione Nenni
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La battaglia sul famoso articolo in cui Stato e Chiesa si riconoscono “indipendenti e sovrani” fu tra quelle che più di altre segnalarono il conflitto culturale tra l'anima laica della Costituente e quella cattolica. In quella occasione si consumò una sorta di “tradimento” da parte di Palmiro Togliatti: lo raccontò Piero Calamandrei in questo articolo apparso L dopo il voto sulla rivista da lui fondata a materia regolata dall'articolo 7 (“Lo modestamente, per capire quanto sia diffi- Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno cile arrivare a capire dal di fuori questi veri nel proprio ordine indipendenti e sovrani. motivi) non bisogna cercare la spiegazione I loro rapporti sono regolati dai Patti Latera- nella teatrale parata oratoria che nelle se- nensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle dute plenarie dell'assemblea costituente, due parti, non richiedono procedimento di revi- dal 4 al 25 marzo 1947, ha preceduto quel sione costituzionale”) fu tra quelle che divisero voto; ma bisogna risalire alle discussioni maggiormente i Padri Costituenti. Tra cattolici preparatorie, appartate e spoglie di pubbli- (la Dc) e laici lo scontro fu durissimo: non man- cità e di solennità (più che discussioni, con- carono né le minacce più o meno velate, né i veri versazioni e contrattazioni intercorse, "de e propri voltafaccia. Un cronista d'eccezione rac- plano et sine strepitu", tra brava gente se- contò quel che era avvenuto, un cronista laico. duta allo stesso tavolino), che hanno preso Riproponiamo quel vecchio articolo e gli inter- le mosse dalla prima sottocommissione (se- venti di due significativi protagonisti: Alcide De dute del 21 novembre e 18 dicembre 1946), Gasperi e Palmiro Togliatti perché dopo quei di- sono passate attraverso la commissione dei scorsi si arrivò a un epilogo in larga misura im- Settantacinque (seduta del 23 gennaio previsto. Proprio come ricostruisce il nostro 1947) e solo alla fine sono sboccate, per il “cronista” solenne collaudo, all'assemblea plenaria. E' noto, infatti, che gli articoli del Per capire quali sono stati i veri motivi che progetto di costituzione sottoposto all'ap- hanno portato all'approvazione a grande provazione della costituente non sono maggioranza, coll'appoggio dei comunisti, usciti tutti in un colpo da un'unica ispira- dell'art. 7 della costituzione (o anche, più zione e da un proposito concorde; ma sono
234 D O C U M E N T I stati faticosamente aggiustati ad uno ad insieme: i socialisti Amadei, Basso e Man- uno per graduali approssimazioni, attra- cini; il repubblicano De Vita; il demolabu- verso una serie di contrasti, di adattamenti rista Cevolotto; i liberali Grassi e Lucifero; e di ritocchi, fino a trovare il punto di in- il qualunquista Mastroianni. contro e di equilibrio tra esigenze e ideolo- E' facile intendere come in questo gie divergenti e spesso antitetiche. frazionamento di tendenze eterogenee, il La discussione dalla quale è nata, gruppo cattolico, col suo fervente zelo e la nella prima sottocommissione, la formula sua raffinata abilità manovriera, fosse riu- dell'art. 5 (che è poi passata quasi immutata scito a ottenere fino dalla partenza un netto nell'art. 7 della costituzione) porta nei re- vantaggio sul gruppo che si può chiamare, soconti parlamentari questo titolo piutto- per intenderci, «laicista» il quale, non po- sto scolorito e scolastico: "Discussione sullo tendo contare sui due liberali e sul qualun- Stato come ordinamento giuridico, e i suoi quista (che, sommandosi coi democristiani, rapporti con gli altri ordinamenti". Ma in bastavano a formar la maggioranza: dieci su realtà il "punctum pruriens" che si nascon- diciotto), si riduceva, anche se i comunisti deva dietro questa intitolazione anodina avessero fatto blocco con esso, a otto su di- era quello delle relazioni tra Stato e Chiesa; ciotto. In realtà i tre comunisti, fino dal- e proprio in vista di questa questione scot- l'inizio dei lavori della sottocommissione, tante la democrazia cristiana aveva abil- fecero parte a sé: e nel contrasto tra le due mente concentrato in questa prima sotto - tendenze, quella confessionale, di cui fu re- commissione, composta in tutto di diciotto latore il deputato Dossetti, e quella laicista, deputati, i suoi rappresentanti più qualifi- di cui fu relatore il deputato Cevolotto, as- cati per destrezza parlamentare, come il pre- sunsero, specialmente per bocca di To- sidente della stessa sotto-commissione gliatti, una posizione, si direbbe, di centro. avvocato Tupini, o per dottrina giuridica e L'intransigenza dei cattolici fervore religioso, come i professori Dossetti, La discussione, fin da principio, La Pira, Moro e Caristia, e gli avvocati Cor- mise in luce la rigida intransigenza dei cat- sanego e Merlin. tolici e la moderazione, talora confinante Di fronte a questa compatta pattu- colla remissività, dei loro oppositori. glia democristiana (sette su diciotto, col Le richieste dei cattolici si concentrarono vantaggio del presidente) i comunisti erano su due punti: primo, che la costituzione ri- soltanto tre: Marchesi, Togliatti e la depu- conoscesse esplicitamente la sovranità della tatessa Iotti; buoni ma pochi. Gli altri otto Chiesa e il carattere "originario" (cioè non appartenevano a tutti gli altri partiti messi derivato e non dipendente dallo Stato) del
235 D O C U M E N T I suo ordinamento: secondo, che nella costi- pravvento. Nella seduta del 18 dicembre tuzione fosse espressamente confermato 1946 fu approvata, con dodici voti favore- che le relazioni tra lo Stato e la Chiesa cat- voli e tre contrari, la formula concordata tolica avrebbero continuato ad essere rego- tra i cattolici (Tupini e Dossetti) e i comu- late dai Patti Lateranensi, i quali sarebbero nisti (Togliatti), che è poi rimasta nella co- venuti così ad acquistare in questo modo stituzione: «"Lo Stato e la Chiesa cattolica carattere di vere e proprie norme costituzio- sono, ciascuno nel proprio ordine, indipen- nali, incluse per riferimento nella costitu- denti e sovrani"». zione della repubblica. Intorno a questi due Nelle discussioni che si sono poi punti si aggirarono le discussioni dinanzi svolte dinanzi all'assemblea plenaria, questa alle commissioni. formula è stata energicamente attaccata da Sul primo punto la reazione dei lai- oratori delle disparate tendenze (a comin- cisti fu assai debole: e il dissenso fu più di ciare da Croce e da Orlando), non soltanto forma che di sostanza. In fondo i laicisti perché questo riconoscimento bilaterale e non si opponevano a che nella costituzione reciproco, se sarebbe al suo posto in un trat- fosse inclusa una norma che riconoscesse tato internazionale stipulato tra due po- la autonomia della Chiesa nel campo spiri- tenze contraenti poste sullo stesso piano, è tuale e la originarietà del suo ordinamento; una stonatura in una costituzione nella solo chiedevano che, per non dare l'impres- quale dovrebbe parlare soltanto lo Stato, la sione di una invasione nel potere politico cui sovranità è implicita e non dipendente riservato allo Stato, si parlasse di «indipen- da riconoscimenti esterni (la costituzione, denza» e non di «sovranità» della Chiesa, e fu detto da un oratore, dev'essere un mo- che questa indipendenza fosse riconosciuta nologo e non un dialogo: e questa frase fu con una formula che non stonasse con lo ripetuta e fatta sua da Croce); ma anche stile della costituzione, la quale deve conte- perché si osservò che se veramente, se- nere statuizioni unilaterali dello Stato so- condo la tesi del prof. Dossetti, tanto lo vrano e non accordi bilaterali tra potenze. Stato quanto la Chiesa si debbono ritenere A tali requisiti rispondeva l'emendamento come ordinamenti giuridici "originari", il ri- proposto in subordine dal deputato Cevo- conoscimento reciproco nulla può aggiun- lotto, in questi termini: «"Lo Stato ricono- gere alla loro sovranità che sussiste separata sce la indipendenza della Chiesa cattolica e indipendente in ciascuno di essi: sicché nei suoi ordinamenti interni"». la formula proposta sarebbe apparsa altret- Ma anche in questa questione di tanto inutile e fuor di posto nella costitu- forma i cattolici ebbero facilmente il so- zione come quella che avesse proclamato,
236 D O C U M E N T I ad esempio, che «l'Italia e la Francia sono, siderio dei loro oppositori di trovare ad ciascuna nel proprio ordine, sovrane». In ogni costo una formula transattiva. un primo tempo dinanzi alla prima sotto- Di fronte ai cattolici, i quali per bocca del commissione anche l'on. Togliatti era stato relatore Dossetti, proposero fin da princi- di questa opinione, quando aveva ricono- pio la formula: «"Le relazioni tra lo Stato e sciuto che «un'affermazione di questo ge- la Chiesa cattolica restano regolate dagli nere sarebbe priva di contenuto concreto, Accordi Lateranensi"» (art. 7 della proposta sia politico che costituzionale, perché è Dossetti passata poi, con piccole modifica- come se si volesse riconoscere che tutti gli zioni di forma, nel testo definitivo: «"I loro Stati sono in sostanza degli Stati con parità rapporti sono regolati dai Patti Latera- di diritti» (seduta del 21 novembre 1946). nensi"»), gli oppositori di tutte le tendenze, Ma poi, quando la stessa obiezione fu sol- compresi questa volta i comunisti, concor- levata da un oppositore per criticare la for- demente dichiaravano (sarebbe superfluo mula concordata dalla maggioranza (seduta andare a ricercare nei vari oratori le espres- della commissione plenaria del 23 gennaio sioni concordanti di questi comuni propo- 1947), fu proprio Togliatti che si alzò a con- siti) la loro volontà di non turbare la «pace futarla con argomenti, che per la loro orto- religiosa» e di non rimettere in questione la dossia meritarono il pieno plauso della soluzione della «questione romana» rag- «Civiltà Cattolica». E così, anche dinanzi ai giunta coi Patti Lateranensi, il loro propo- Settantacinque, la formula bilaterale del ri- sito di continuare a regolare mediante conoscimento reciproco passò facilmente concordati le relazioni tra Stato e Chiesa ed con trentanove voti favorevoli (democri- anche il loro impegno di non denunciare stiani, comunisti, liberali e qualunquisti) in via unilaterale i Patti Lateranensi e di contro cinque contrari (azionisti, un demo- non modificarli se non attraverso nuovi ac- laburista, un liberale e un socialista) ed otto cordi con la Chiesa. Ma, pur essendo dispo- astenuti (in gran parte socialisti). sti a tutte queste concessioni di sostanza, La costituzionalizzazione dei Patti Latera- tutti gli oppositori, compresi questa volta i nensi comunisti, si rifiutavano di accettare una Più grave fu, in sede di sotto-com- formula, la quale, venendo a dare ai Patti missione, il contrasto sull'altro punto; Lateranensi il carattere di vere e proprie quello relativo alla inclusione dei Patti La- norme costituzionali, avrebbero accolto teranensi nella costituzione. nella costituzione repubblicana il principio Qui apparve subito da una parte la rigida dello Stato confessionale e della religione intransigenza dei cattolici e dall'altra il de- di Stato consacrato in quei Patti, in aperto
237 D O C U M E N T I contrasto coi principi della libertà di co- il rispetto dei quali avrebbe potuto però scienza e della uguaglianza di tutte le reli- esser garantito, come egli per ulteriore con- gioni di fronte alla legge, proclamati in altri discendenza dichiarò, da «un atto dell'as- articoli della stessa costituzione. semblea, la quale, nel momento in cui Su questo punto anche i comunisti assun- voterà la costituzione, potrà votare anche sero, in sede di sottocommissione, un atteg- un ordine del giorno in cui nella forma più giamento meno cauto. Mentre in un primo solenne dichiari di ammettere che il con- intervento nella seduta del 21 novembre cordato ed il trattato del Laterano sono in 1946 l'on. Togliatti si espresse in modo non vigore». Nella stessa seduta il deputato co- del tutto chiaro («... Tutto considerato non munista Marchesi dichiarò, da parte sua, sarebbe contrario ad inserire nella costitu- che la formula proposta dal Togliatti rap- zione un articolo in cui si dica che la presentava «il limite estremo di ogni con- Chiesa Cattolica, che corrisponde alla fede cessione che può essere fatta in materia dai religiosa della maggioranza degli italiani, re- commissari di parte comunista». gola i suoi rapporti con lo Stato per mezzo Si venne così, in quella stessa seduta, dell'esistente concordato») successivamente, alla votazione; la formula Togliatti fu re- in quella del 18 dicembre, si dichiarò con- spinta con dieci voti contrari e sette favore- trario all'inserimento dei Patti Lateranensi voli, quella Tupini-Dossetti fu approvata nella costituzione ed egli stesso prese l'ini- con dieci voti favorevoli e sette contrari. La ziativa di proporre, in luogo della formula questione si ripresentò, negli stessi termini sostenuta dai cattolici, una formula transat- , dinanzi alla commissione dei Settantacin- tiva («"i rapporti tra Stato e Chiesa sono re- que (seduta del 23 gennaio 1947), dove golati in termini concordatari"») che evitava l'opinione dei comunisti, contraria all'inse- la esplicita menzione dei Patti Lateranensi, rimento dei Patti Lateranensi nella costitu-
238 D O C U M E N T I zione, fu nuovamente confermata dallo rantanove contrari (socialisti, repubblicani, stesso Togliatti e, più recisamente, dall'on. azionisti, demolaburisti e alcuni liberali). Terracini. Ma anche qui la formula To- L'episodio saliente e sorprendente di gliatti fu respinta con ventisette voti favore- quella votazione, il vero e proprio colpo di voli (socialisti, comunisti, repubblicani, scena della giornata, è stato l'improvviso azionisti e demolaburisti) e trentadue con- voltafaccia dei comunisti: i quali, interve- trari: e la formula Tupini fu viceversa ap- nuti anche nella discussione dinanzi all'as- provata con trentun voti favorevoli e venti semblea con un loro oratore, l'on. Paietta, contrari. per confermare la loro recisa opposizione Con questi precedenti l'art. 5 del alla formula cattolica, hanno dichiarato al- progetto arrivò alla discussione dell'assem- l'ultim'ora, per bocca di Togliatti, di votare blea plenaria: e fu approvato, nella seduta a favore di essa; e in questo modo, col peso del 25 marzo, come art. 7 della costitu- di un centinaio di voti, ne hanno assicurata zione, in questa forma definitiva: la approvazione a grande maggioranza. Se i «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, cia- comunisti avessero votato contro, è assai scuno nel proprio ordine, indipendenti e dubbio se l'articolo sarebbe stato appro- sovrani». vato; tutt'al più sarebbe passato con una «I loro rapporti sono regolati dai Patti La- maggioranza computabile sui diti di una teranensi. Qualsiasi modificazione dei mano; ma non si può escludere che, se Patti, bilateralmente accettata, non richiede tutte le sinistre si fossero trovate compatte procedimento di revisione costituzionale». nel votar contro, avrebbero potuto trascinar Il volta faccia dei comunisti con sé qualche voto incerto e riuscire a met- Ricordare in qual modo si svolse di- tere i democristiani in minoranza. nanzi all'assemblea costituente la discus- Fino all'ultimo momento l'atteggia- sione nelle sedute tra il 5 e il 25 marzo, mento dei comunisti è stato misterioso e sarebbe qui superfluo; attraverso la stampa tutti i partiti hanno atteso ansiosamente la quotidiana il pubblico ha potuto seguirle loro decisione. Negli ultimi giorni corre- fino alla seduta conclusiva, nella quale, col- vano voci di trattative che avrebbero dovuto l'intervento di quattrocentonovantanove portare a una soluzione conciliativa capace votanti, l'art. 7 è stato approvato con tre- di raccogliere l'unanimità dell'assemblea: si centocinquanta voti favorevoli (democri- diceva che l'impegno della Repubblica di stiani, comunisti, qualunquisti, non denunciare senza nuovi accordi i Patti monarchici, gran parte dei liberali, tra essi Lateranensi sarebbe stato consacrato in una Orlando, Nitti e Bonomi) contro centoqua- disposizione transitoria; che i democristiani
239 D O C U M E N T I avrebbero votato la formula Togliatti, pur- che i comunisti avrebbero votato a favore. ché contemporaneamente l'assemblea espri- La votazione per appello nominale, che si messe in un ordine del giorno esplicativo il concluse dopo la mezzanotte, si svolse in proposito di rispettare i Patti Lateranensi; un'atmosfera pesante e depressa: gravava oppure viceversa: che i comunisti avrebbero nell'aria, per i più opposti motivi, un senso votato la formula cattolica, purché accom- di delusione, di dispetto, di mortificazione; pagnata da un ordine del giorno, che si di- anche di disgusto... ceva proposto da Bonomi, Nitti e Orlando, Quando fu proclamato il resultato, col quale l'assemblea genuflessa avrebbe nessuno applaudì, neanche i democristiani, espresso il voto rispettoso che la Santa Sede che parevano fortemente contrariati da una fosse benevolmente disposta a modificare vittoria raggiunta con quell'aiuto. Neppure gli articoli dei patti Lateranensi inconcilia- i comunisti parevano allegri; e qualcuno bili coi principi della costituzione... Ma la notò che, uscendo a tarda notte da quella mattina del 25 si diffuse la notizia che i de- seduta memoranda, camminavano a fronte mocristiani avevano rifiutato ogni patteg- bassa e senza parlare (ma forse questo ac- giamento e che le trattative erano rotte. cadde perché a quell'ora tutti, senza distin- Che avrebbero fatto i comunisti? Si zione di partito, cascavano dal sonno). iniziò la seduta pomeridiana; nessuno sa- Il gioco delle parti peva con precisione che cosa avessero de- La scontrosa intransigenza dei catto- ciso: neanche i compagni socialisti, lici, la subitanea capitolazione dei comuni- nonostante il patto di unità d'azione, erano sti: quali furono i veri motivi di questi riusciti a saperlo. Parlò De Gasperi accen- opposti atteggiamenti? tuando in tono perentorio, quasi minac- E' largamente diffusa nel pubblico l'opi- cioso, le esigenze del suo partito. Infine nione che il voto dei comunisti sia stato il parlò Togliatti: il suo flessuoso discorso, risultato di una contrattazione extraparla- che durò circa un'ora, lasciò per un bel mentare avvenuta tra le direzioni dei due pezzo perplessi gli ascoltatori, i quali quasi partiti: un "do ut des", nel quale i comunisti sino alla fine continuarono a credere che il avrebbero avuto dai democristiani, in cam- filo polemico contro i democristiani do- bio del loro voto favorevole, non so bene vesse metter capo ad un voto coerente, cioè quali assicurazioni o vantaggi in altri campi. ad un voto contrario. Invece il discorso, Un giornalista francese, la sera stessa della con un giuoco di acrobazia dialettica così votazione, mi domandò se era vero che i co- serrato da mozzare in più punti il respiro munisti avessero comprato con quel loro degli ascoltatori, concluse col dichiarare voto il silenzio del governo sulla faccenda
240 D O C U M E N T I del cosiddetto «tesoro di Dongo»... Fanta- minciar dalle discussioni preparatorie, ad sticherie. Tutto può darsi in politica; ma se ogni tentativo di soluzioni intermedie. E debbo giudicare dalle chiare apparenze, nonostante questo, all'ultimo momento, i quali nel giorno della votazione poterono comunisti hanno voluto a tutti i costi rega- esser valutate da tutti gli osservatori pre- lare ai cattolici quel contributo di voti che senti nell'aula, ho l'impressione che la im- questi avevano fatto di tutto per respingere, provvisa decisione dei comunisti di votare ed hanno ottenuto così che i cattolici non a favore dell'art. 7 sia stata una sorpresa possano più sventolare di fronte agli elet- anche per i democristiani: e non una gra- tori il vanto di essere riusciti a salvare la re- dita sorpresa. Da diversi deputati cattolici, ligione con le loro sole forze... che ho ragione di ritener sinceri, mi fu as- Si è pensato che in questo reciproco sicurato che essi prima del discorso di To- atteggiamento dei due partiti molto abbian gliatti erano convinti che l'art. 7 sarebbe giuocato considerazioni di carattere eletto- passato con pochi voti, coi soli voti dei de- rale. mocristiani e delle destre, e che i comunisti Togliatti nel suo discorso volle met- avrebbero votato contro: e di tale opinione ter su questo punto le mani avanti; e di- rimasero fino a quando quel discorso ar- chiarò che nella decisione di votare a favore rivò alla inaspettata perorazione. dell'art. 7 il calcolo elettorale non entrava No, il voto favorevole dato dai comu- per nulla. Ma questa frase suscitò, nell'aula, nisti alla formula confessionale proposta una di quelle reazioni clamorose di incre- dai cattolici è stato un dono senza contrat- dulità che nello stile dei resoconti parla- tazione e talmente gratuito, che i cattolici mentari possono essere qualificate, non solo non avevano fatto nulla per pro- secondo i casi, come «mormorii», o come curarselo, ma avevano fatto tutto quanto «rumori» o anche come «ilarità». era in loro per liberarsene. Essi speravano In realtà tutta l'attività dell'assem- di poter riuscire a portare alla vittoria il blea costituente è stata ed è inquinata da loro articolo colle sole loro schiere, colle questi struggenti patemi d'animo, collettivi milizie della fede, senza ricorrere ad impure ed individuali che si chiamano nel gergo alleanze contaminatrici (pensate alla umi- politico le «preoccupazioni elettoralistiche». liazione che avrebbe provato Goffredo Bu- E' stato detto, con una frase che ha fatto glione se per liberare il Santo Sepolcro fortuna, che una costituzione per essere avesse dovuto farsi dare una mano da un buona «dovrebbe essere presbite», cioè guar- esercito di saraceni...). In tale speranza essi dar lontano, verso il remoto avvenire; ma avevano cercato di chiudere il varco, a co- la nostra costituzione purtroppo, rischia di
241 D O C U M E N T I nascere miope, se non cieca addirittura, zoso, del loro voltafaccia: come le talpe. Gran parte di coloro che la - Abbiamo voluto evitare che nella prossima preparano non vedono molto al di là del campagna elettorale i democristiani ci pos- proprio naso: e la punta del naso è, per sano rappresentare come anticlericali... molti uomini politici, segnata dalla data - Ma non temete che così qualcuno possa delle prossime elezioni. combattervi come alleati dei clericali? Ora non si può escludere che pro- - Certo questo accadrà. Ma saranno voti prio questa miopia sia stata una delle cause che andranno ai socialisti... determinanti del voto sull'art. 7. I democri- Pace religiosa e pace politica stiani assaporavano già quale irresistibile ar- Ma potrebbe anche darsi che le vere gomento di propaganda avrebbe potuto ragioni del voto sull'art. 7 siano state più essere nella prossima campagna elettorale profonde: e attinenti a considerazioni più il vanto di essersi trovati soli a difendere la serie che non siano i calcoli contingenti di religione contro i nemici coalizzati di essa politica elettorale. e specialmente contro i comunisti. Tutti ri- Intanto non sembra che si possa cordano con quale abilità e con quale for- spiegare soltanto con calcoli di ordine elet- tuna nelle elezioni del 2 giugno i torale l'intransigenza dei democristiani democristiani si servirono a proprio vantag- sulla formulazione dell'art. 7, la quale per gio di questo argomento: è quindi verosi- molti di essi più che come voluta dal di mile che essi abbiano adottato sull'art. 7 un dentro, può meglio spiegarsi quando si con- atteggiamento intransigente proprio per co- sideri come derivante da una imposizione stringere le sinistre, e specialmente i comu- esterna. Durante i lavori preparatori del- nisti, a votar contro, e ad attirarsi così la l'art. 7 ho avuto la sensazione, parlando taccia compromettente di nemici della confidenzialmente con qualcuno dei depu- Chiesa. tati democristiani (tra i quali sono nume- Ma i comunisti (questa potrebbe es- rosi non solo i valentuomini, ma anche i sere una spiegazione) hanno capito il gioco repubblicani schietti), che essi si rendessero e l'hanno sventato: votando a favore del- perfettamente conto dell'irriducibile con- l'art. 7 hanno spezzato in mano dei demo- trasto che passa tra la confessionalità dello cristiani l'arma più potente che questi Stato, consacrata, auspice il fascismo, nei stavano affilando contro di loro per la pros- Patti Lateranensi, e il principio della Li- sima lotta elettorale. Questa è stata del bertà di coscienza, che non può non essere resto la spiegazione che un deputato comu- uno dei caposaldi della repubblica italiana, nista mi ha dato, sia pure in tono scher- se essa dev'essere una vera democrazia; e
242 D O C U M E N T I che nel sostenere quella formula intransi- zia, ebbe a dirmi queste parole: Forse avete gente dell'art. 7, che introduce di straforo ragione. Ma è la Santa Sede che si è osti- nella costituzione repubblicana la religione nata a voler così! di Stato, provassero un certo disagio e una L'art. 7 non sarebbe dunque nato certa perplessità di coscienza. dall'interno dell'assemblea, ma dal suggeri- Nelle dichiarazioni degli oratori de- mento irresistibile di una potenza esterna; mocristiani, quali sono registrate nei reso- non dalla sovranità del popolo italiano, ma conti sommari si trova ripetuto che da un'altra sovranità che lo stesso art. 7 ri- nessuno di loro è fautore dello Stato con- conosce e proclama come contrapposta a fessionale; qualcuno si è dichiarato contra- quella della Repubblica. rio all'idea di una religione di Stato (cfr. le Questa fu in sostanza l'impressione dichiarazioni dell'on. Cappi nella seduta che si ebbe dalla tagliente ed aspra dichia- del 23 gennaio 1947); e qua e là si è affac- razione di voto fatta, nella seduta del 25 ciata la loro, sia pur cautamente, la fiducia marzo, dal presidente De Gasperi: il quale che la Santa Sede sarà disposta domani a disse, o fece intendere, che in Italia dal riprendere in esame le disposizioni dei Patti mantenimento della pace "religiosa" di- Lateranensi che sono in contrasto (anche i pende il mantenimento della pace "poli- ciechi lo vedono) colla costituzione della tica"; e che, se si vuole evitare alla Repubblica. Sarebbe bastato un passo di Repubblica ancora debole il pericolo che più per arrivare ad un accordo che avrebbe deriverebbe da una rottura della pace poli- salvato la pace religiosa e insieme la since- tica, non c'è altro da fare che accettare rità democratica della costituzione. Ma senza discutere la formula perentoria del- questo passo i democristiani non hanno vo- l'art. 7, in mancanza di che la vita stessa luto farlo: non hanno voluto o "non hanno della Repubblica non sarebbe più garan- potuto"? Non posso dimenticare che, dopo tita... un discorso nel quale un oratore di sinistra Proprio su questo piano l'on. To- ebbe ad affermare che in Italia la pace reli- gliatti pose, nella stessa seduta, la sua re- giosa esiste ormai, più che per merito dei plica: - Abbiamo capito, onorevole De Patti Lateranensi, in virtù della lotta clan- Gasperi, abbiamo capito. - Il voto dei comu- destina in cui i cattolici si sono trovati uniti nisti favorevole all'art. 7 poté così essere colle altre forze popolari a combattere per abilmente presentato, più che come un la libertà, un deputato democristiano, com- espediente di politica interna, come un sa- mosso da quella invocazione di una lotta crificio imposto dalla necessità di salvare la combattuta in comune da tutta la democra- Repubblica dalle minacce esterne.
243 D O C U M E N T I Non so quanto di vero e quanto di è affiorata questa umiliante situazione di esagerato vi sia in questa alquanto dramma- un'assemblea costituente che, mentre si il- tica interpretazione del voto sull'art. 7. lude di esser sovrana, deve in realtà piegarsi Certo è che più volte, nell'imminenza di alle intimazioni che le giungono dal- quella votazione, si è sentito dire che se l'esterno, può parere inesplicabile che in l'art. 7 non fosse stato approvato nella quest'assemblea non si sia udita neanche forma voluta dai cattolici, essi, d'accordo una voce di dignitosa ribellione contro que- colle destre, avrebbero chiesto e ottenuto sto asservimento (come avrebbe reagito, che la costituzione fosse sottoposta a nuovo contro una siffatta imposizione, il parla- "referendum" finale e che fosse rimessa così mento di cinquant'anni fa?) e che proprio i in discussione anche la questione istituzio- comunisti non abbiano saputo far altro che nale; e si è sentito dire altresì che se la Re- consacrare col loro voto la rassegnata ac- pubblica italiana, nella gravissima crisi che quiescenza a queste ingerenze estranee ed a la travaglia, vuole ancora contare sull'ap- queste imposizioni negatrici della nostra li- poggio della finanza americana, bisogna bertà e della nostra indipendenza. E non che dia l'impressione di saper conservare parliamo del disagio in cui devono essersi quella stabilità politica che, come si è detto, trovati (suppongo) i deputati della demo- non è separabile dalla pace religiosa... L'ap- crazia cristiana: i quali, eletti anch'essi a far provazione dell'art. 7 sarebbe stata in- parte dell'assemblea costituente come rap- somma non solo la condizione per il presentanti del popolo italiano e come cu- mantenimento della Repubblica, ma anche stodi della sua sovranità, si son trovati ad il prezzo del pane che impedirà al popolo essere, nell'interno di quell'assemblea, i italiano di morir di fame... portavoce di una potenza esterna, i fidu- L'asservimento a un'«altra» sovranità ciari, vincolati da mandato imperativo, di Se in tutto questo c'è del vero, la vo- un'altra sovranità. tazione sull'art. 7 viene ad assumere un si- Per risolvere il conflitto di interessi gnificato che eccede di gran lunga i limiti fra due potenze sovrane e per tracciare i della politica interna. Dietro quel voto c'è confini delle loro competenze la comune il doloroso riconoscimento della servitù in- pratica internazionale esige che ciascuna di ternazionale e della miseria in cui, per me- esse sia rappresentata nelle trattative da rito del fascismo, l'Italia è caduta. Ma se più propri delegati, i quali abbiano da servire volte, nel corso della discussione dell'art. 7 un solo padrone; ma qui per tracciare col- e specialmente nel duello oratorio svoltosi l'art. 7 i limiti di competenza tra lo Stato e l'ultimo giorno tra De Gasperi e Togliatti, la Chiesa, i deputati democristiani si sono
244 D O C U M E N T I trovati ad essere contemporaneamente rap- der più appetibile la loro cucina elettorale). presentanti dello Stato e della Chiesa, cioè D'altra parte, a guardar le apparenze, insieme di tutt'e due le potenze in conflitto. ai comunisti è toccato peggio che la scon- Suppongo che molti di essi abbiano sen- fitta: addirittura la resa a discrezione. Ma tito, nella loro coscienza di uomini probi, poi è facile capire che sotto le apparenze c'è la singolare difficoltà di questa loro posi- un'altra realtà: per loro quel che conta è ri- zione ambigua: e che al momento del voto manere al governo, non provocare brusche si siano trovati turbati (ma forse anche qui fratture, lasciare aperte le strade verso le le cose sarebbero andate diversamente se la mete sociali. Per ottenere questo son pronti votazione fosse avvenuta a scrutinio segreto; ad ogni transazione nel campo dei «princi- com'è poi avvenuto nella seduta del 23 pii»: le «questioni di principio» sono, per aprile, sull'indissolubilità del matrimonio). loro, vecchi pregiudizi borghesi; è ingenuità Ma, insomma, in questa battaglia sull'art. da giuristi prendere molto sul serio l'appro- 7, chi è stato il vero vincitore? vazione di un articolo, del quale, anche Apparentemente il voto ha dato la dopo averlo approvato, è sempre possibile vittoria ai cattolici; ma avranno essi in av- rifiutare in sede politica le conseguenze (e venire la forza politica per sfruttarla? Se essi l'hanno già dimostrato col votare contro avessero voluto veramente assicurare per l'art. 24, che, secondo i cattolici, era una sempre all'Italia la pace religiosa, avrebbero conseguenza dell'art. 7). dovuto ad ogni costo evitare che le discus- Il realismo degli «ultimi mohicani» sioni della Costituente fossero turbate dal- Difficile dunque dire quale parte sia l'ombra dello Stato confessionale; si sono stata vittoriosa. Ma forse la vera sconfitta è messi invece a evocare con tutto il loro zelo stata, insieme colla sovranità italiana, la de- questo fantasma. Hanno vinto coi voti, ma mocrazia parlamentare. hanno introdotto nella costituzione una in- Alla base della democrazia e del si- compatibilità insanabile, che non potrà stema parlamentare sta un principio di le- non portare a scontri, tra il principio della altà e di buona fede: le discussioni devono religione di Stato e il principio della libertà servire a difendere le proprie opinioni e a di coscienza. Esser riusciti, com'essi hanno farle prevalere con argomenti scoperti, e i fatto coll'art. 7, a dar nuova ragione di vita voti devono essere espressione di convin- all'anticlericalismo, non si può dire che sia zioni maturate attraverso i pubblici dibat- per loro un grande trionfo (ammenoché un titi. Quando i voti si danno non più per certo pizzico di anticlericalismo non sia da fedeltà alle proprie opinioni, ma per calcoli essi desiderato come condimento per ren- di corridoio in contrasto colla propria co-
245 D O C U M E N T I scienza, il sistema parlamentare degenera degli uomini migliori, come potrebb'essere in parlamentarismo e la democrazia è in pe- la lealtà, la fedeltà a certi principi, la coe- ricolo. renza, il rispetto della parola data e così via, Proprio per questo il voto sull'art. 7 siano «cose reali» di cui il politico deve tener lasciò alla fine, in tutti i sinceri amici della conto se non vuole, a lunga scadenza, ingan- democrazia, un senso di disagio e di morti- narsi nei suoi calcoli.Potrebbe darsi che i co- ficazione. L'on. Togliatti, in un articolo de- munisti, quando hanno compiuto con dicato al partito di azione (sull'«Unità» del estremo virtuosismo quell'abilissimo eserci- 2 aprile), ha espresso l'opinione che la fon- zio di acrobazia parlamentare che è stato il damentale debolezza di questi «ultimi mo- voto sull'art. 7, non abbiano calcolato abba- hicani» consista nella mancanza del «senso stanza l'impressione di disorientamento e di delle cose reali, che dovrebbe invece essere delusione ch'esso avrebbe prodotto sulla co- ed è la qualità prima di chi vuole impostare scienza del popolo ingenuo, che continua a e dirigere un'azione politica». Ma quali sono credere nella democrazia. E non abbiano le «cose reali?». Qualcuno pensa che anche pensato che anche la delusione e il disgusto certe forze sentimentali e morali, che hanno sono stati d'animo idonei a produrre nel sempre diretto e sempre dirigeranno gli atti mondo certe conseguenze pratiche, dei quali il poli- tico, se non vuole andare incontro ad acerbi disin- ganni, deve tener conto come di «cose reali». *Articolo ap- parso sulla rivi- sta “Il Ponte” nell'aprile del 1947 (anno III, numero 4) Alcide De Gasperi durante un comizio
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