L'articolo 7, il Ponte e il voltafaccia del Pci - di Piero Calamandrei* - Fondazione Nenni

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L'articolo 7, il Ponte e il voltafaccia del Pci - di Piero Calamandrei* - Fondazione Nenni
D O C U M E N T I

L’articolo 7, il Ponte
e il voltafaccia del Pci
        di Piero Calamandrei*
La battaglia sul famoso articolo in cui Stato
        e Chiesa si riconoscono “indipendenti e sovrani”
            fu tra quelle che più di altre segnalarono
              il conflitto culturale tra l'anima laica
          della Costituente e quella cattolica. In quella
        occasione si consumò una sorta di “tradimento”
            da parte di Palmiro Togliatti: lo raccontò
         Piero Calamandrei in questo articolo apparso

L
             dopo il voto sulla rivista da lui fondata
         a materia regolata dall'articolo 7 (“Lo     modestamente, per capire quanto sia diffi-
        Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno   cile arrivare a capire dal di fuori questi veri
        nel proprio ordine indipendenti e sovrani.   motivi) non bisogna cercare la spiegazione
I loro rapporti sono regolati dai Patti Latera-      nella teatrale parata oratoria che nelle se-
nensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle   dute plenarie dell'assemblea costituente,
due parti, non richiedono procedimento di revi-      dal 4 al 25 marzo 1947, ha preceduto quel
sione costituzionale”) fu tra quelle che divisero    voto; ma bisogna risalire alle discussioni
maggiormente i Padri Costituenti. Tra cattolici      preparatorie, appartate e spoglie di pubbli-
(la Dc) e laici lo scontro fu durissimo: non man-    cità e di solennità (più che discussioni, con-
carono né le minacce più o meno velate, né i veri    versazioni e contrattazioni intercorse, "de
e propri voltafaccia. Un cronista d'eccezione rac-   plano et sine strepitu", tra brava gente se-
contò quel che era avvenuto, un cronista laico.      duta allo stesso tavolino), che hanno preso
Riproponiamo quel vecchio articolo e gli inter-      le mosse dalla prima sottocommissione (se-
venti di due significativi protagonisti: Alcide De   dute del 21 novembre e 18 dicembre 1946),
Gasperi e Palmiro Togliatti perché dopo quei di-     sono passate attraverso la commissione dei
scorsi si arrivò a un epilogo in larga misura im-    Settantacinque (seduta del 23 gennaio
previsto. Proprio come ricostruisce il nostro        1947) e solo alla fine sono sboccate, per il
“cronista”                                           solenne collaudo, all'assemblea plenaria.
                                                             E' noto, infatti, che gli articoli del
Per capire quali sono stati i veri motivi che        progetto di costituzione sottoposto all'ap-
hanno portato all'approvazione a grande              provazione della costituente non sono
maggioranza, coll'appoggio dei comunisti,            usciti tutti in un colpo da un'unica ispira-
dell'art. 7 della costituzione (o anche, più         zione e da un proposito concorde; ma sono
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      stati faticosamente aggiustati ad uno ad         insieme: i socialisti Amadei, Basso e Man-
      uno per graduali approssimazioni, attra-         cini; il repubblicano De Vita; il demolabu-
      verso una serie di contrasti, di adattamenti     rista Cevolotto; i liberali Grassi e Lucifero;
      e di ritocchi, fino a trovare il punto di in-    il qualunquista Mastroianni.
      contro e di equilibrio tra esigenze e ideolo-            E' facile intendere come in questo
      gie divergenti e spesso antitetiche.             frazionamento di tendenze eterogenee, il
              La discussione dalla quale è nata,       gruppo cattolico, col suo fervente zelo e la
      nella prima sottocommissione, la formula         sua raffinata abilità manovriera, fosse riu-
      dell'art. 5 (che è poi passata quasi immutata    scito a ottenere fino dalla partenza un netto
      nell'art. 7 della costituzione) porta nei re-    vantaggio sul gruppo che si può chiamare,
      soconti parlamentari questo titolo piutto-       per intenderci, «laicista» il quale, non po-
      sto scolorito e scolastico: "Discussione sullo   tendo contare sui due liberali e sul qualun-
      Stato come ordinamento giuridico, e i suoi       quista (che, sommandosi coi democristiani,
      rapporti con gli altri ordinamenti". Ma in       bastavano a formar la maggioranza: dieci su
      realtà il "punctum pruriens" che si nascon-      diciotto), si riduceva, anche se i comunisti
      deva dietro questa intitolazione anodina         avessero fatto blocco con esso, a otto su di-
      era quello delle relazioni tra Stato e Chiesa;   ciotto. In realtà i tre comunisti, fino dal-
      e proprio in vista di questa questione scot-     l'inizio dei lavori della sottocommissione,
      tante la democrazia cristiana aveva abil-        fecero parte a sé: e nel contrasto tra le due
      mente concentrato in questa prima sotto -        tendenze, quella confessionale, di cui fu re-
      commissione, composta in tutto di diciotto       latore il deputato Dossetti, e quella laicista,
      deputati, i suoi rappresentanti più qualifi-     di cui fu relatore il deputato Cevolotto, as-
      cati per destrezza parlamentare, come il pre-    sunsero, specialmente per bocca di To-
      sidente della stessa sotto-commissione           gliatti, una posizione, si direbbe, di centro.
      avvocato Tupini, o per dottrina giuridica e      L'intransigenza dei cattolici
      fervore religioso, come i professori Dossetti,           La discussione, fin da principio,
      La Pira, Moro e Caristia, e gli avvocati Cor-    mise in luce la rigida intransigenza dei cat-
      sanego e Merlin.                                 tolici e la moderazione, talora confinante
              Di fronte a questa compatta pattu-       colla remissività, dei loro oppositori.
      glia democristiana (sette su diciotto, col       Le richieste dei cattolici si concentrarono
      vantaggio del presidente) i comunisti erano      su due punti: primo, che la costituzione ri-
      soltanto tre: Marchesi, Togliatti e la depu-     conoscesse esplicitamente la sovranità della
      tatessa Iotti; buoni ma pochi. Gli altri otto    Chiesa e il carattere "originario" (cioè non
      appartenevano a tutti gli altri partiti messi    derivato e non dipendente dallo Stato) del
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suo ordinamento: secondo, che nella costi-       pravvento. Nella seduta del 18 dicembre
tuzione fosse espressamente confermato           1946 fu approvata, con dodici voti favore-
che le relazioni tra lo Stato e la Chiesa cat-   voli e tre contrari, la formula concordata
tolica avrebbero continuato ad essere rego-      tra i cattolici (Tupini e Dossetti) e i comu-
late dai Patti Lateranensi, i quali sarebbero    nisti (Togliatti), che è poi rimasta nella co-
venuti così ad acquistare in questo modo         stituzione: «"Lo Stato e la Chiesa cattolica
carattere di vere e proprie norme costituzio-    sono, ciascuno nel proprio ordine, indipen-
nali, incluse per riferimento nella costitu-     denti e sovrani"».
zione della repubblica. Intorno a questi due             Nelle discussioni che si sono poi
punti si aggirarono le discussioni dinanzi       svolte dinanzi all'assemblea plenaria, questa
alle commissioni.                                formula è stata energicamente attaccata da
        Sul primo punto la reazione dei lai-     oratori delle disparate tendenze (a comin-
cisti fu assai debole: e il dissenso fu più di   ciare da Croce e da Orlando), non soltanto
forma che di sostanza. In fondo i laicisti       perché questo riconoscimento bilaterale e
non si opponevano a che nella costituzione       reciproco, se sarebbe al suo posto in un trat-
fosse inclusa una norma che riconoscesse         tato internazionale stipulato tra due po-
la autonomia della Chiesa nel campo spiri-       tenze contraenti poste sullo stesso piano, è
tuale e la originarietà del suo ordinamento;     una stonatura in una costituzione nella
solo chiedevano che, per non dare l'impres-      quale dovrebbe parlare soltanto lo Stato, la
sione di una invasione nel potere politico       cui sovranità è implicita e non dipendente
riservato allo Stato, si parlasse di «indipen-   da riconoscimenti esterni (la costituzione,
denza» e non di «sovranità» della Chiesa, e      fu detto da un oratore, dev'essere un mo-
che questa indipendenza fosse riconosciuta       nologo e non un dialogo: e questa frase fu
con una formula che non stonasse con lo          ripetuta e fatta sua da Croce); ma anche
stile della costituzione, la quale deve conte-   perché si osservò che se veramente, se-
nere statuizioni unilaterali dello Stato so-     condo la tesi del prof. Dossetti, tanto lo
vrano e non accordi bilaterali tra potenze.      Stato quanto la Chiesa si debbono ritenere
A tali requisiti rispondeva l'emendamento        come ordinamenti giuridici "originari", il ri-
proposto in subordine dal deputato Cevo-         conoscimento reciproco nulla può aggiun-
lotto, in questi termini: «"Lo Stato ricono-     gere alla loro sovranità che sussiste separata
sce la indipendenza della Chiesa cattolica       e indipendente in ciascuno di essi: sicché
nei suoi ordinamenti interni"».                  la formula proposta sarebbe apparsa altret-
        Ma anche in questa questione di          tanto inutile e fuor di posto nella costitu-
forma i cattolici ebbero facilmente il so-       zione come quella che avesse proclamato,
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      ad esempio, che «l'Italia e la Francia sono,      siderio dei loro oppositori di trovare ad
      ciascuna nel proprio ordine, sovrane». In         ogni costo una formula transattiva.
      un primo tempo dinanzi alla prima sotto-          Di fronte ai cattolici, i quali per bocca del
      commissione anche l'on. Togliatti era stato       relatore Dossetti, proposero fin da princi-
      di questa opinione, quando aveva ricono-          pio la formula: «"Le relazioni tra lo Stato e
      sciuto che «un'affermazione di questo ge-         la Chiesa cattolica restano regolate dagli
      nere sarebbe priva di contenuto concreto,         Accordi Lateranensi"» (art. 7 della proposta
      sia politico che costituzionale, perché è         Dossetti passata poi, con piccole modifica-
      come se si volesse riconoscere che tutti gli      zioni di forma, nel testo definitivo: «"I loro
      Stati sono in sostanza degli Stati con parità     rapporti sono regolati dai Patti Latera-
      di diritti» (seduta del 21 novembre 1946).        nensi"»), gli oppositori di tutte le tendenze,
      Ma poi, quando la stessa obiezione fu sol-        compresi questa volta i comunisti, concor-
      levata da un oppositore per criticare la for-     demente dichiaravano (sarebbe superfluo
      mula concordata dalla maggioranza (seduta         andare a ricercare nei vari oratori le espres-
      della commissione plenaria del 23 gennaio         sioni concordanti di questi comuni propo-
      1947), fu proprio Togliatti che si alzò a con-    siti) la loro volontà di non turbare la «pace
      futarla con argomenti, che per la loro orto-      religiosa» e di non rimettere in questione la
      dossia meritarono il pieno plauso della           soluzione della «questione romana» rag-
      «Civiltà Cattolica». E così, anche dinanzi ai     giunta coi Patti Lateranensi, il loro propo-
      Settantacinque, la formula bilaterale del ri-     sito di continuare a regolare mediante
      conoscimento reciproco passò facilmente           concordati le relazioni tra Stato e Chiesa ed
      con trentanove voti favorevoli (democri-          anche il loro impegno di non denunciare
      stiani, comunisti, liberali e qualunquisti)       in via unilaterale i Patti Lateranensi e di
      contro cinque contrari (azionisti, un demo-       non modificarli se non attraverso nuovi ac-
      laburista, un liberale e un socialista) ed otto   cordi con la Chiesa. Ma, pur essendo dispo-
      astenuti (in gran parte socialisti).              sti a tutte queste concessioni di sostanza,
      La costituzionalizzazione dei Patti Latera-       tutti gli oppositori, compresi questa volta i
      nensi                                             comunisti, si rifiutavano di accettare una
             Più grave fu, in sede di sotto-com-        formula, la quale, venendo a dare ai Patti
      missione, il contrasto sull'altro punto;          Lateranensi il carattere di vere e proprie
      quello relativo alla inclusione dei Patti La-     norme costituzionali, avrebbero accolto
      teranensi nella costituzione.                     nella costituzione repubblicana il principio
      Qui apparve subito da una parte la rigida         dello Stato confessionale e della religione
      intransigenza dei cattolici e dall'altra il de-   di Stato consacrato in quei Patti, in aperto
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contrasto coi principi della libertà di co-       il rispetto dei quali avrebbe potuto però
scienza e della uguaglianza di tutte le reli-     esser garantito, come egli per ulteriore con-
gioni di fronte alla legge, proclamati in altri   discendenza dichiarò, da «un atto dell'as-
articoli della stessa costituzione.               semblea, la quale, nel momento in cui
Su questo punto anche i comunisti assun-          voterà la costituzione, potrà votare anche
sero, in sede di sottocommissione, un atteg-      un ordine del giorno in cui nella forma più
giamento meno cauto. Mentre in un primo           solenne dichiari di ammettere che il con-
intervento nella seduta del 21 novembre           cordato ed il trattato del Laterano sono in
1946 l'on. Togliatti si espresse in modo non      vigore». Nella stessa seduta il deputato co-
del tutto chiaro («... Tutto considerato non      munista Marchesi dichiarò, da parte sua,
sarebbe contrario ad inserire nella costitu-      che la formula proposta dal Togliatti rap-
zione un articolo in cui si dica che la           presentava «il limite estremo di ogni con-
Chiesa Cattolica, che corrisponde alla fede       cessione che può essere fatta in materia dai
religiosa della maggioranza degli italiani, re-   commissari di parte comunista».
gola i suoi rapporti con lo Stato per mezzo              Si venne così, in quella stessa seduta,
dell'esistente concordato») successivamente,      alla votazione; la formula Togliatti fu re-
in quella del 18 dicembre, si dichiarò con-       spinta con dieci voti contrari e sette favore-
trario all'inserimento dei Patti Lateranensi      voli, quella Tupini-Dossetti fu approvata
nella costituzione ed egli stesso prese l'ini-    con dieci voti favorevoli e sette contrari. La
ziativa di proporre, in luogo della formula       questione si ripresentò, negli stessi termini
sostenuta dai cattolici, una formula transat-     , dinanzi alla commissione dei Settantacin-
tiva («"i rapporti tra Stato e Chiesa sono re-    que (seduta del 23 gennaio 1947), dove
golati in termini concordatari"») che evitava     l'opinione dei comunisti, contraria all'inse-
la esplicita menzione dei Patti Lateranensi,      rimento dei Patti Lateranensi nella costitu-
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      zione, fu nuovamente confermata dallo             rantanove contrari (socialisti, repubblicani,
      stesso Togliatti e, più recisamente, dall'on.     azionisti, demolaburisti e alcuni liberali).
      Terracini. Ma anche qui la formula To-                    L'episodio saliente e sorprendente di
      gliatti fu respinta con ventisette voti favore-   quella votazione, il vero e proprio colpo di
      voli (socialisti, comunisti, repubblicani,        scena della giornata, è stato l'improvviso
      azionisti e demolaburisti) e trentadue con-       voltafaccia dei comunisti: i quali, interve-
      trari: e la formula Tupini fu viceversa ap-       nuti anche nella discussione dinanzi all'as-
      provata con trentun voti favorevoli e venti       semblea con un loro oratore, l'on. Paietta,
      contrari.                                         per confermare la loro recisa opposizione
              Con questi precedenti l'art. 5 del        alla formula cattolica, hanno dichiarato al-
      progetto arrivò alla discussione dell'assem-      l'ultim'ora, per bocca di Togliatti, di votare
      blea plenaria: e fu approvato, nella seduta       a favore di essa; e in questo modo, col peso
      del 25 marzo, come art. 7 della costitu-          di un centinaio di voti, ne hanno assicurata
      zione, in questa forma definitiva:                la approvazione a grande maggioranza. Se i
      «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, cia-        comunisti avessero votato contro, è assai
      scuno nel proprio ordine, indipendenti e          dubbio se l'articolo sarebbe stato appro-
      sovrani».                                         vato; tutt'al più sarebbe passato con una
      «I loro rapporti sono regolati dai Patti La-      maggioranza computabile sui diti di una
      teranensi. Qualsiasi modificazione dei            mano; ma non si può escludere che, se
      Patti, bilateralmente accettata, non richiede     tutte le sinistre si fossero trovate compatte
      procedimento di revisione costituzionale».        nel votar contro, avrebbero potuto trascinar
      Il volta faccia dei comunisti                     con sé qualche voto incerto e riuscire a met-
              Ricordare in qual modo si svolse di-      tere i democristiani in minoranza.
      nanzi all'assemblea costituente la discus-                Fino all'ultimo momento l'atteggia-
      sione nelle sedute tra il 5 e il 25 marzo,        mento dei comunisti è stato misterioso e
      sarebbe qui superfluo; attraverso la stampa       tutti i partiti hanno atteso ansiosamente la
      quotidiana il pubblico ha potuto seguirle         loro decisione. Negli ultimi giorni corre-
      fino alla seduta conclusiva, nella quale, col-    vano voci di trattative che avrebbero dovuto
      l'intervento di quattrocentonovantanove           portare a una soluzione conciliativa capace
      votanti, l'art. 7 è stato approvato con tre-      di raccogliere l'unanimità dell'assemblea: si
      centocinquanta voti favorevoli (democri-          diceva che l'impegno della Repubblica di
      stiani,       comunisti,       qualunquisti,      non denunciare senza nuovi accordi i Patti
      monarchici, gran parte dei liberali, tra essi     Lateranensi sarebbe stato consacrato in una
      Orlando, Nitti e Bonomi) contro centoqua-         disposizione transitoria; che i democristiani
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avrebbero votato la formula Togliatti, pur-      che i comunisti avrebbero votato a favore.
ché contemporaneamente l'assemblea espri-        La votazione per appello nominale, che si
messe in un ordine del giorno esplicativo il     concluse dopo la mezzanotte, si svolse in
proposito di rispettare i Patti Lateranensi;     un'atmosfera pesante e depressa: gravava
oppure viceversa: che i comunisti avrebbero      nell'aria, per i più opposti motivi, un senso
votato la formula cattolica, purché accom-       di delusione, di dispetto, di mortificazione;
pagnata da un ordine del giorno, che si di-      anche di disgusto...
ceva proposto da Bonomi, Nitti e Orlando,                 Quando fu proclamato il resultato,
col quale l'assemblea genuflessa avrebbe         nessuno applaudì, neanche i democristiani,
espresso il voto rispettoso che la Santa Sede    che parevano fortemente contrariati da una
fosse benevolmente disposta a modificare         vittoria raggiunta con quell'aiuto. Neppure
gli articoli dei patti Lateranensi inconcilia-   i comunisti parevano allegri; e qualcuno
bili coi principi della costituzione... Ma la    notò che, uscendo a tarda notte da quella
mattina del 25 si diffuse la notizia che i de-   seduta memoranda, camminavano a fronte
mocristiani avevano rifiutato ogni patteg-       bassa e senza parlare (ma forse questo ac-
giamento e che le trattative erano rotte.        cadde perché a quell'ora tutti, senza distin-
        Che avrebbero fatto i comunisti? Si      zione di partito, cascavano dal sonno).
iniziò la seduta pomeridiana; nessuno sa-        Il gioco delle parti
peva con precisione che cosa avessero de-                 La scontrosa intransigenza dei catto-
ciso: neanche i compagni socialisti,             lici, la subitanea capitolazione dei comuni-
nonostante il patto di unità d'azione, erano     sti: quali furono i veri motivi di questi
riusciti a saperlo. Parlò De Gasperi accen-      opposti atteggiamenti?
tuando in tono perentorio, quasi minac-          E' largamente diffusa nel pubblico l'opi-
cioso, le esigenze del suo partito. Infine       nione che il voto dei comunisti sia stato il
parlò Togliatti: il suo flessuoso discorso,      risultato di una contrattazione extraparla-
che durò circa un'ora, lasciò per un bel         mentare avvenuta tra le direzioni dei due
pezzo perplessi gli ascoltatori, i quali quasi   partiti: un "do ut des", nel quale i comunisti
sino alla fine continuarono a credere che il     avrebbero avuto dai democristiani, in cam-
filo polemico contro i democristiani do-         bio del loro voto favorevole, non so bene
vesse metter capo ad un voto coerente, cioè      quali assicurazioni o vantaggi in altri campi.
ad un voto contrario. Invece il discorso,        Un giornalista francese, la sera stessa della
con un giuoco di acrobazia dialettica così       votazione, mi domandò se era vero che i co-
serrato da mozzare in più punti il respiro       munisti avessero comprato con quel loro
degli ascoltatori, concluse col dichiarare       voto il silenzio del governo sulla faccenda
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      del cosiddetto «tesoro di Dongo»... Fanta-        minciar dalle discussioni preparatorie, ad
      sticherie. Tutto può darsi in politica; ma se     ogni tentativo di soluzioni intermedie. E
      debbo giudicare dalle chiare apparenze,           nonostante questo, all'ultimo momento, i
      quali nel giorno della votazione poterono         comunisti hanno voluto a tutti i costi rega-
      esser valutate da tutti gli osservatori pre-      lare ai cattolici quel contributo di voti che
      senti nell'aula, ho l'impressione che la im-      questi avevano fatto di tutto per respingere,
      provvisa decisione dei comunisti di votare        ed hanno ottenuto così che i cattolici non
      a favore dell'art. 7 sia stata una sorpresa       possano più sventolare di fronte agli elet-
      anche per i democristiani: e non una gra-         tori il vanto di essere riusciti a salvare la re-
      dita sorpresa. Da diversi deputati cattolici,     ligione con le loro sole forze...
      che ho ragione di ritener sinceri, mi fu as-              Si è pensato che in questo reciproco
      sicurato che essi prima del discorso di To-       atteggiamento dei due partiti molto abbian
      gliatti erano convinti che l'art. 7 sarebbe       giuocato considerazioni di carattere eletto-
      passato con pochi voti, coi soli voti dei de-     rale.
      mocristiani e delle destre, e che i comunisti             Togliatti nel suo discorso volle met-
      avrebbero votato contro: e di tale opinione       ter su questo punto le mani avanti; e di-
      rimasero fino a quando quel discorso ar-          chiarò che nella decisione di votare a favore
      rivò alla inaspettata perorazione.                dell'art. 7 il calcolo elettorale non entrava
              No, il voto favorevole dato dai comu-     per nulla. Ma questa frase suscitò, nell'aula,
      nisti alla formula confessionale proposta         una di quelle reazioni clamorose di incre-
      dai cattolici è stato un dono senza contrat-      dulità che nello stile dei resoconti parla-
      tazione e talmente gratuito, che i cattolici      mentari possono essere qualificate,
      non solo non avevano fatto nulla per pro-         secondo i casi, come «mormorii», o come
      curarselo, ma avevano fatto tutto quanto          «rumori» o anche come «ilarità».
      era in loro per liberarsene. Essi speravano                In realtà tutta l'attività dell'assem-
      di poter riuscire a portare alla vittoria il      blea costituente è stata ed è inquinata da
      loro articolo colle sole loro schiere, colle      questi struggenti patemi d'animo, collettivi
      milizie della fede, senza ricorrere ad impure     ed individuali che si chiamano nel gergo
      alleanze contaminatrici (pensate alla umi-        politico le «preoccupazioni elettoralistiche».
      liazione che avrebbe provato Goffredo Bu-         E' stato detto, con una frase che ha fatto
      glione se per liberare il Santo Sepolcro          fortuna, che una costituzione per essere
      avesse dovuto farsi dare una mano da un           buona «dovrebbe essere presbite», cioè guar-
      esercito di saraceni...). In tale speranza essi   dar lontano, verso il remoto avvenire; ma
      avevano cercato di chiudere il varco, a co-       la nostra costituzione purtroppo, rischia di
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nascere miope, se non cieca addirittura,          zoso, del loro voltafaccia:
come le talpe. Gran parte di coloro che la        - Abbiamo voluto evitare che nella prossima
preparano non vedono molto al di là del           campagna elettorale i democristiani ci pos-
proprio naso: e la punta del naso è, per          sano rappresentare come anticlericali...
molti uomini politici, segnata dalla data         - Ma non temete che così qualcuno possa
delle prossime elezioni.                          combattervi come alleati dei clericali?
        Ora non si può escludere che pro-         - Certo questo accadrà. Ma saranno voti
prio questa miopia sia stata una delle cause      che andranno ai socialisti...
determinanti del voto sull'art. 7. I democri-     Pace religiosa e pace politica
stiani assaporavano già quale irresistibile ar-           Ma potrebbe anche darsi che le vere
gomento di propaganda avrebbe potuto              ragioni del voto sull'art. 7 siano state più
essere nella prossima campagna elettorale         profonde: e attinenti a considerazioni più
il vanto di essersi trovati soli a difendere la   serie che non siano i calcoli contingenti di
religione contro i nemici coalizzati di essa      politica elettorale.
e specialmente contro i comunisti. Tutti ri-              Intanto non sembra che si possa
cordano con quale abilità e con quale for-        spiegare soltanto con calcoli di ordine elet-
tuna nelle elezioni del 2 giugno i                torale l'intransigenza dei democristiani
democristiani si servirono a proprio vantag-      sulla formulazione dell'art. 7, la quale per
gio di questo argomento: è quindi verosi-         molti di essi più che come voluta dal di
mile che essi abbiano adottato sull'art. 7 un     dentro, può meglio spiegarsi quando si con-
atteggiamento intransigente proprio per co-       sideri come derivante da una imposizione
stringere le sinistre, e specialmente i comu-     esterna. Durante i lavori preparatori del-
nisti, a votar contro, e ad attirarsi così la     l'art. 7 ho avuto la sensazione, parlando
taccia compromettente di nemici della             confidenzialmente con qualcuno dei depu-
Chiesa.                                           tati democristiani (tra i quali sono nume-
        Ma i comunisti (questa potrebbe es-       rosi non solo i valentuomini, ma anche i
sere una spiegazione) hanno capito il gioco       repubblicani schietti), che essi si rendessero
e l'hanno sventato: votando a favore del-         perfettamente conto dell'irriducibile con-
l'art. 7 hanno spezzato in mano dei demo-         trasto che passa tra la confessionalità dello
cristiani l'arma più potente che questi           Stato, consacrata, auspice il fascismo, nei
stavano affilando contro di loro per la pros-     Patti Lateranensi, e il principio della Li-
sima lotta elettorale. Questa è stata del         bertà di coscienza, che non può non essere
resto la spiegazione che un deputato comu-        uno dei caposaldi della repubblica italiana,
nista mi ha dato, sia pure in tono scher-         se essa dev'essere una vera democrazia; e
242

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      che nel sostenere quella formula intransi-         zia, ebbe a dirmi queste parole: Forse avete
      gente dell'art. 7, che introduce di straforo       ragione. Ma è la Santa Sede che si è osti-
      nella costituzione repubblicana la religione       nata a voler così!
      di Stato, provassero un certo disagio e una                L'art. 7 non sarebbe dunque nato
      certa perplessità di coscienza.                    dall'interno dell'assemblea, ma dal suggeri-
              Nelle dichiarazioni degli oratori de-      mento irresistibile di una potenza esterna;
      mocristiani, quali sono registrate nei reso-       non dalla sovranità del popolo italiano, ma
      conti sommari si trova ripetuto che                da un'altra sovranità che lo stesso art. 7 ri-
      nessuno di loro è fautore dello Stato con-         conosce e proclama come contrapposta a
      fessionale; qualcuno si è dichiarato contra-       quella della Repubblica.
      rio all'idea di una religione di Stato (cfr. le            Questa fu in sostanza l'impressione
      dichiarazioni dell'on. Cappi nella seduta          che si ebbe dalla tagliente ed aspra dichia-
      del 23 gennaio 1947); e qua e là si è affac-       razione di voto fatta, nella seduta del 25
      ciata la loro, sia pur cautamente, la fiducia      marzo, dal presidente De Gasperi: il quale
      che la Santa Sede sarà disposta domani a           disse, o fece intendere, che in Italia dal
      riprendere in esame le disposizioni dei Patti      mantenimento della pace "religiosa" di-
      Lateranensi che sono in contrasto (anche i         pende il mantenimento della pace "poli-
      ciechi lo vedono) colla costituzione della         tica"; e che, se si vuole evitare alla
      Repubblica. Sarebbe bastato un passo di            Repubblica ancora debole il pericolo che
      più per arrivare ad un accordo che avrebbe         deriverebbe da una rottura della pace poli-
      salvato la pace religiosa e insieme la since-      tica, non c'è altro da fare che accettare
      rità democratica della costituzione. Ma            senza discutere la formula perentoria del-
      questo passo i democristiani non hanno vo-         l'art. 7, in mancanza di che la vita stessa
      luto farlo: non hanno voluto o "non hanno          della Repubblica non sarebbe più garan-
      potuto"? Non posso dimenticare che, dopo           tita...
      un discorso nel quale un oratore di sinistra               Proprio su questo piano l'on. To-
      ebbe ad affermare che in Italia la pace reli-      gliatti pose, nella stessa seduta, la sua re-
      giosa esiste ormai, più che per merito dei         plica: - Abbiamo capito, onorevole De
      Patti Lateranensi, in virtù della lotta clan-      Gasperi, abbiamo capito. - Il voto dei comu-
      destina in cui i cattolici si sono trovati uniti   nisti favorevole all'art. 7 poté così essere
      colle altre forze popolari a combattere per        abilmente presentato, più che come un
      la libertà, un deputato democristiano, com-        espediente di politica interna, come un sa-
      mosso da quella invocazione di una lotta           crificio imposto dalla necessità di salvare la
      combattuta in comune da tutta la democra-          Repubblica dalle minacce esterne.
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        Non so quanto di vero e quanto di         è affiorata questa umiliante situazione di
esagerato vi sia in questa alquanto dramma-       un'assemblea costituente che, mentre si il-
tica interpretazione del voto sull'art. 7.        lude di esser sovrana, deve in realtà piegarsi
Certo è che più volte, nell'imminenza di          alle intimazioni che le giungono dal-
quella votazione, si è sentito dire che se        l'esterno, può parere inesplicabile che in
l'art. 7 non fosse stato approvato nella          quest'assemblea non si sia udita neanche
forma voluta dai cattolici, essi, d'accordo       una voce di dignitosa ribellione contro que-
colle destre, avrebbero chiesto e ottenuto        sto asservimento (come avrebbe reagito,
che la costituzione fosse sottoposta a nuovo      contro una siffatta imposizione, il parla-
"referendum" finale e che fosse rimessa così      mento di cinquant'anni fa?) e che proprio i
in discussione anche la questione istituzio-      comunisti non abbiano saputo far altro che
nale; e si è sentito dire altresì che se la Re-   consacrare col loro voto la rassegnata ac-
pubblica italiana, nella gravissima crisi che     quiescenza a queste ingerenze estranee ed a
la travaglia, vuole ancora contare sull'ap-       queste imposizioni negatrici della nostra li-
poggio della finanza americana, bisogna           bertà e della nostra indipendenza. E non
che dia l'impressione di saper conservare         parliamo del disagio in cui devono essersi
quella stabilità politica che, come si è detto,   trovati (suppongo) i deputati della demo-
non è separabile dalla pace religiosa... L'ap-    crazia cristiana: i quali, eletti anch'essi a far
provazione dell'art. 7 sarebbe stata in-          parte dell'assemblea costituente come rap-
somma non solo la condizione per il               presentanti del popolo italiano e come cu-
mantenimento della Repubblica, ma anche           stodi della sua sovranità, si son trovati ad
il prezzo del pane che impedirà al popolo         essere, nell'interno di quell'assemblea, i
italiano di morir di fame...                      portavoce di una potenza esterna, i fidu-
L'asservimento a un'«altra» sovranità             ciari, vincolati da mandato imperativo, di
        Se in tutto questo c'è del vero, la vo-   un'altra sovranità.
tazione sull'art. 7 viene ad assumere un si-              Per risolvere il conflitto di interessi
gnificato che eccede di gran lunga i limiti       fra due potenze sovrane e per tracciare i
della politica interna. Dietro quel voto c'è      confini delle loro competenze la comune
il doloroso riconoscimento della servitù in-      pratica internazionale esige che ciascuna di
ternazionale e della miseria in cui, per me-      esse sia rappresentata nelle trattative da
rito del fascismo, l'Italia è caduta. Ma se più   propri delegati, i quali abbiano da servire
volte, nel corso della discussione dell'art. 7    un solo padrone; ma qui per tracciare col-
e specialmente nel duello oratorio svoltosi       l'art. 7 i limiti di competenza tra lo Stato e
l'ultimo giorno tra De Gasperi e Togliatti,       la Chiesa, i deputati democristiani si sono
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      trovati ad essere contemporaneamente rap-          der più appetibile la loro cucina elettorale).
      presentanti dello Stato e della Chiesa, cioè               D'altra parte, a guardar le apparenze,
      insieme di tutt'e due le potenze in conflitto.     ai comunisti è toccato peggio che la scon-
      Suppongo che molti di essi abbiano sen-            fitta: addirittura la resa a discrezione. Ma
      tito, nella loro coscienza di uomini probi,        poi è facile capire che sotto le apparenze c'è
      la singolare difficoltà di questa loro posi-       un'altra realtà: per loro quel che conta è ri-
      zione ambigua: e che al momento del voto           manere al governo, non provocare brusche
      si siano trovati turbati (ma forse anche qui       fratture, lasciare aperte le strade verso le
      le cose sarebbero andate diversamente se la        mete sociali. Per ottenere questo son pronti
      votazione fosse avvenuta a scrutinio segreto;      ad ogni transazione nel campo dei «princi-
      com'è poi avvenuto nella seduta del 23             pii»: le «questioni di principio» sono, per
      aprile, sull'indissolubilità del matrimonio).      loro, vecchi pregiudizi borghesi; è ingenuità
      Ma, insomma, in questa battaglia sull'art.         da giuristi prendere molto sul serio l'appro-
      7, chi è stato il vero vincitore?                  vazione di un articolo, del quale, anche
              Apparentemente il voto ha dato la          dopo averlo approvato, è sempre possibile
      vittoria ai cattolici; ma avranno essi in av-      rifiutare in sede politica le conseguenze (e
      venire la forza politica per sfruttarla? Se essi   l'hanno già dimostrato col votare contro
      avessero voluto veramente assicurare per           l'art. 24, che, secondo i cattolici, era una
      sempre all'Italia la pace religiosa, avrebbero     conseguenza dell'art. 7).
      dovuto ad ogni costo evitare che le discus-        Il realismo degli «ultimi mohicani»
      sioni della Costituente fossero turbate dal-               Difficile dunque dire quale parte sia
      l'ombra dello Stato confessionale; si sono         stata vittoriosa. Ma forse la vera sconfitta è
      messi invece a evocare con tutto il loro zelo      stata, insieme colla sovranità italiana, la de-
      questo fantasma. Hanno vinto coi voti, ma          mocrazia parlamentare.
      hanno introdotto nella costituzione una in-                Alla base della democrazia e del si-
      compatibilità insanabile, che non potrà            stema parlamentare sta un principio di le-
      non portare a scontri, tra il principio della      altà e di buona fede: le discussioni devono
      religione di Stato e il principio della libertà    servire a difendere le proprie opinioni e a
      di coscienza. Esser riusciti, com'essi hanno       farle prevalere con argomenti scoperti, e i
      fatto coll'art. 7, a dar nuova ragione di vita     voti devono essere espressione di convin-
      all'anticlericalismo, non si può dire che sia      zioni maturate attraverso i pubblici dibat-
      per loro un grande trionfo (ammenoché un           titi. Quando i voti si danno non più per
      certo pizzico di anticlericalismo non sia da       fedeltà alle proprie opinioni, ma per calcoli
      essi desiderato come condimento per ren-           di corridoio in contrasto colla propria co-
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scienza, il sistema parlamentare degenera          degli uomini migliori, come potrebb'essere
in parlamentarismo e la democrazia è in pe-        la lealtà, la fedeltà a certi principi, la coe-
ricolo.                                            renza, il rispetto della parola data e così via,
        Proprio per questo il voto sull'art. 7     siano «cose reali» di cui il politico deve tener
lasciò alla fine, in tutti i sinceri amici della   conto se non vuole, a lunga scadenza, ingan-
democrazia, un senso di disagio e di morti-        narsi nei suoi calcoli.Potrebbe darsi che i co-
ficazione. L'on. Togliatti, in un articolo de-     munisti, quando hanno compiuto con
dicato al partito di azione (sull'«Unità» del      estremo virtuosismo quell'abilissimo eserci-
2 aprile), ha espresso l'opinione che la fon-      zio di acrobazia parlamentare che è stato il
damentale debolezza di questi «ultimi mo-          voto sull'art. 7, non abbiano calcolato abba-
hicani» consista nella mancanza del «senso         stanza l'impressione di disorientamento e di
delle cose reali, che dovrebbe invece essere       delusione ch'esso avrebbe prodotto sulla co-
ed è la qualità prima di chi vuole impostare       scienza del popolo ingenuo, che continua a
e dirigere un'azione politica». Ma quali sono      credere nella democrazia. E non abbiano
le «cose reali?». Qualcuno pensa che anche         pensato che anche la delusione e il disgusto
certe forze sentimentali e morali, che hanno       sono stati d'animo idonei a produrre nel
sempre diretto e sempre dirigeranno gli atti       mondo certe conseguenze pratiche, dei
                                                                                     quali il poli-
                                                                                     tico, se non
                                                                                     vuole andare
                                                                                     incontro ad
                                                                                     acerbi disin-
                                                                                     ganni, deve
                                                                                     tener conto
                                                                                     come di «cose
                                                                                     reali».

                                                                                   *Articolo ap-
                                                                                   parso sulla rivi-
                                                                                   sta “Il Ponte”
                                                                                   nell'aprile del
                                                                                   1947 (anno
                                                                                   III, numero 4)
                     Alcide De Gasperi durante un comizio
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