L'adeguamento sismico dell'ex Ospedale San Paolo a Savona

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L'adeguamento sismico dell'ex Ospedale San Paolo a Savona
L’adeguamento sismico dell’ex
Ospedale San Paolo a Savona
Il recupero dei beni tutelati e storici è un aspetto
nevralgico, in particolar modo perché ne implica una
conoscenza approfondita, atta a predisporre misure di
consolidamento tali da non precluderne la stabilità e
l’accentuarsi di possibili meccanismi.

A Savona è attualmente in corso il recupero del complesso
immobiliare che ospitava l’Ospedale San Paolo: trattasi di
struttura risalente al 1847 la quale ha subito, nel corso
degli anni, modifiche strutturali e non, che hanno apportato
pesanti cambiamenti, sfociando talvolta in cedimenti fondali
ed in incipienti quadri fessurativi.
Al fine quindi di provvedere alla messa in sicurezza
dell’edificio esistente è fondamentale definirne la futura
destinazione d’uso (a cui fa seguito la definizione dei
carichi di esercizio) e, non meno importante, l’affinamento
della conoscenza del manufatto.

Il primo aspetto consiste nell’adattamento dell’edificio ad
ospitare al suo interno le attività civili che saranno così
distribuite:
– Piano terra: sarà destinato ad un unico spazio pubblico
commerciale. I vecchi cortili interni, che avevano funzione di
rappresentanza saranno trasformati in piazze aperte concepite
come naturale espansione del corso. Vi saranno luminose
gallerie pedonali che consentiranno il collegamento
trasversale tra le limitrofe Corso Italia e Via Giacchero, in
un rapporto biunivoco edificio-città. Interno ed esterno si
fonderanno consentendo una fruizione agevole anche del piano
superiore accessibile attraverso lo scalone monumentale
restaurato e comodi ascensori.
– Primo piano: sarà destinato ad uffici, per metà riservati
all’Azienda Sanitaria Ligure (ASL) e per la restante metà ai
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privati. Avranno accessi indipendenti e dedicati.
– Secondo piano e attico: saranno interamente destinati ad
ospitare 64 alloggi (classe energetica A).

La conoscenza del manufatto è un presupposto fondamentale sia
ai fini di un’attendibile valutazione della sicurezza sismica
attuale sia per la scelta di un efficace intervento di
consolidamento.
Nel caso dell’edificio San Paolo la conoscenza è stata
raggiunta attraverso diversi gradi di approfondimento,
funzione dell’accuratezza delle operazioni di rilievo, delle
ricerche storiche e delle indagini sperimentali.
L’attività si è quindi snodata attraverso questo percorso che
ha previsto:
(1) Analisi storico-critica del manufatto: individuazione
dell’evoluzione del corpo di fabbrica (sequenza delle fasi di
trasformazione   edilizia   rispetto   al   corpo   di   fabbrica
originario).
(2) Identificazione della costruzione, ovvero una completa
descrizione stereometrica, con l’individuazione di eventuali
elementi di pregio che possono condizionare il livello di
rischio (apparati decorativi e beni artistici mobili) e
rilievo del quadro fessurativo.
(3) Individuazione degli elementi costituenti l’organismo
resistente: tecnologia materica e costruttiva, con successiva
caratterizzazione meccanica dei materiali.
(4) Conoscenza del sottosuolo e delle strutture di fondazione,
nonché una contestualizzazione dell’area di intervento nel
tessuto urbano.

Occorre infine precisare che le attività conoscitive e di
progetto di recupero hanno corrisposto a due fasi distinte:

Fase I (precedente al 2008 – regime normativo transitorio, dal
2006 al 2008) in cui vigevano per le murature il D.M.
20 novembre 1987 mentre per le costruzioni in zona sismica il
D.M. 9 gennaio 1996.
Fase II (posteriore alle NTC08, dal 2010 ad oggi): è stata
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svolta un’attività integrativa alla precedente, poiché la
sensibilità del Committente era rivolta ad un estremo rispetto
dell’opera e alla migliore conservazione possibile. Ciò ha
indotto gli addetti ai lavori ad accedere al più alto livello
di conoscenza raggiungibile, ovvero LC3.

A seguire un breve rassegna delle sopracitate fasi che hanno
portato alla strategia di consolidamento descritta a chiusura
del presente articolo.

(1) Analisi storico-critica del manufatto

  Anno   Progettista   Tipo di progetto   Descrizione del progetto
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L’impianto planimetrico è
                                          quello che è giunto ai giorni
                                             nostri: costituito da un
                                              corpo centrale di spina
                                            (andamento nord-sud) e tre
                                          ali laterali (direzione est-
                                           ovest) simmetriche, al fine
                                          di costituire quattro cortili
                                          interni limitati all’esterno
                                            da corpi ad un solo piano,
                                            che garantivano la massima
                                          luce alle sale destinate alla
                                                     degenza.
                                            All’intersezione del corpo
                                             longitudinale con quello
                                          trasversale centrale è posta
 Aprile
                                                la Cappella (stile
 1847 e     Arch. C.      Originale
                                            neoclassico) con pianta a
Febbraio      Sada       (Figura 1a)
                                            croce greca, i cui bracci
  1852
                                           laterali sono sormontati da
                                          volte a cassettoni, mentre il
                                           vano centrale da una cupola
                                                   emisferica.
                                            L’ingresso dell’ospedale è
                                           parallelo all’attuale corso
                                          Italia e l’atrio conduce allo
                                               scalone monumentale.
                                             La struttura portante è
                                          concepita secondo uno schema
                                            costituito da pilastri ed
                                                archi in muratura.
                                          La copertura della struttura
                                           ottocentesca corrisponde ad
                                          un tetto ligneo (castagno) a
                                                     falde.
                                           Incremento dei posti letto
                                           (da 173 a 235) e cambio di
             Ufficio
                             Prima           destinazione d’uso dei
            tecnico –
1907-1908               sopraelevazione       porticati in uffici.
            Comune di
                          (Figura 1b)        I lavori eseguiti hanno
             Savona
                                             provocato squilibri di
                                          carattere estetico e statico.
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I prospetti esterni subiscono
                                                profondi cambiamenti:
                                              • eliminazione dei fregi
                                               architettonici e degli
                                                 elementi neoclassici
                                                risalenti al progetto
                                                      originale;
                                             • chiusura dei loggiati al
                                                     primo piano;
                                              • inserimento seriale di
                                             finestre binate al secondo
                                                       piano;
                                            • taglio delle catene atte a
                                             controbilanciare la spinta
                                            degli archi, che ingombravano
                            Seconda
                                               le nuove corsie, create
                       sopraelevazione –
                                            grazie alla sopraelevazione.
            Ing. G.    Razionalizzazione
1928-1930                                   • l’altezza del primo piano è
            Damonte      distribuzione
                                               ridotta da 7 m a 5,20 m
                            interna
                                             (demolizione degli archi e
                          (Figura 1c)
                                            realizzazione di una soletta
                                                       piena);
                                              • inserimento di travi in
                                            c.a. lunghe 12 m sorrette da
                                            pilastri in c.a., poggianti a
                                               loro volta su travi di
                                            ripartizione in calcestruzzo,
                                            sorrette da parti trasversali
                                               del corpo longitudinale
                                            (privo di funzione portante).
                                                 Quest’appesantimento
                                               strutturale provocò dei
                                            cedimenti fondali soprattutto
                                              nella parte rivolta verso
                                                        mare.
                                              Nel tempo e per necessità
                                            logistiche si è sopraelevato
                      Varianti successive    il corpo centrale, già sede
1940 ad -
              —         e stato attuale        di intervento nel 1905,
  oggi
                          (Figura 1d)       sostituendo il tetto a falde
                                            con una copertura piana e con
                                                 un lastrico solare.
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Evoluzione storica dell’ex Ospedale San Paolo (fonte: SanPaoloSpA)

(2) Identificazione della costruzione

L’ex-Ospedale San Paolo con pianta a doppia “H”,
caratterizzata da un corpo centrale e tre ali trasversali
(come in figura 1), è stato oggetto di adeguato rilievo plano-
altimetrico.

(3) Individuazione degli elementi costituenti l’organismo
resistente

Al fine di caratterizzare la tecnologia costruttiva
orizzontale e verticale sono state svolte indagini di tipo
esplorativo, in situ ed in laboratorio volte a raggiungere il
massimo livello di conoscenza auspicato (LC3 – § C8A.1.A.3 –
Circolare n. 617/2009).

Le risultanze sono le seguenti:
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a) Muratura: si tratta di una muratura abbastanza omogenea di
pietra e calce, avente una tessitura irregolare caratterizzata
da conci in pietra semplicemente sbozzati. La muratura del
piano secondo, eseguita durante la sopraelevazione
novecentesca, è invece caratterizzata da corsi orizzontali in
mattoni, al fine di garantire il regolare dei piani di posa
dei corsi di pietra.
Le murature di buona fattura, seppur in epoche differenti, e
con buona “densità” materica possiedono una discreta
resistenza nei confronti delle azioni orizzontali quali il
vento e il sisma, come dimostrato dal valore medio della

resistenza caratteristica a taglio τ0 = 0.147 N/mm2 evidenziato
dalle prove di compressione diagonale eseguite in sito.
Inoltre, alla luce dei risultati di questa prova, anche la
resistenza media caratteristica a compressione della muratura,
                                         2
stimata pari a f m = 7.35 N/mm , risulta buona ed idonea a
sostenere gli attuali carichi verticali.

Esempi di prove a compressione diagonale condotte in situ su maschi murari (Studio
Botta Srl)

b) Le strutture orizzontali corrispondono a due tipologie di
impalcati:

       volte in mattoni, presenti al primo orizzontamento
       (pavimento piano ammezzato) e al secondo orizzontamento
       (pavimento 1°piano); in particolare alcune volte del 2°
       orizzontamento hanno luci superiori ai 9 m, risultano
       nervate all’estradosso con costolature in muratura e
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sono dotate di frenelli in muratura. Questi elementi,
        riscontrati in sede di indagine endoscopica, hanno
        giustificato la portanza delle volte, soggette a
        opportune prove di carico.

Ricerca dei dettagli costruttivi mediante saggi esplorativi (Studio Botta Srl)
Particolare estradosso volta consolidata con fibre di carbonio Figura 4a – Tipologie
di orizzontamenti rilevati e consolidati
Demolizione degli impalcati risalenti al 1928 e controventatura provvisoria della
parete perimetrale Figura 4 b – Tipologie di orizzontamenti rilevati e consolidati
solai in C.A. pieno e in latero-cemento presenti al
        terzo orizzontamento (pavimento del 2° piano) e al
        quarto orizzontamento (copertura).

c) Gli elementi in c.a. (travi e pilastri), appartenenti alla
sopraelevazione del 1928, presentano un pessimo stato di
conservazione e sono oggetto di demolizione. Lo stato di
degrado presente, peraltro, agevolerà le operazioni di
rimozione delle stesse riducendo sensibilmente le
perturbazioni alle strutture murarie circostanti.

Dal rilievo del quadro fessurativo sono state riscontrare
fessure verticali in corrispondenza delle facciate esterne e
su quelle prospicienti ai cortili interni, ascrivibili ad
assestamenti fondali avvenuti nel corso della sua articolata
vicenda costruttiva. Tale asserzione è confermata dalle
indagini geotecniche ovvero l’interazione terreno-struttura ha
giocato un ruolo importante nei cedimenti granulari.

Rilievo quadro fessurativo

(4) Conoscenza del sottosuolo e delle strutture di fondazione

Dal punto di vista morfologico, l’area è situata all’interno
della porzione terminale della depressione alluvionale del
torrente Letimbro, con deposizione di successioni granulari
grossolane e fini; l’assetto è pianeggiante e degrada
dolcemente in direzione sud est. Ad ovest e verso est, il
limite è rappresentato dai depositi pliocenici delle Argille
di Ortovero. A nord vi è il passaggio netto ai rilievi
impostati in litotipi cristallini con pendenze molto elevate.

I terreni intercettati nell’area in esame fino alla massima
profondità investigata (30 m) sono costituiti da depositi
alluvionali    recenti    non   terrazzati    (quaternario):
caratterizzati da sabbie, sabbie limose e sabbie ghiaiose con
subordinati livelletti organici. La facies predominante
nell’area è quella dei depositi granulari sabbiosi e ghiaiosi.
La falda idrica è contenuta nei depositi alluvionali ed è
alimentata direttamente dall’alveo del torrente Letimbro con
soggiacenza di 1.5-2.0 m dal piano di campagna.
Il sito di intervento, ai fini sismici, è inquadrabile come un
terreno di tipo C “Depositi di terreni a grana grossa
mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente
consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da
un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la
profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360
m/s” (§3.2.2 NTC08).

Infine , quanto alle fondazioni, sono state condotte indagini
resistografiche sui pali in legno di ontano: la testa dei pali
presenta un deciso stato di degrado, tale da rendere il
materiale inconsistente e non idoneo a costituire una
fondazione strutturale.

Sono state eseguite prove su 15 pali in legno portati alla
luce da 6 scavi effettuati sotto i muri dei cortili interni
dell’edificio. Per ciascun palo si sono effettuate tre prove
penetrometriche, ubicate in prossimità della testa del palo
stesso. Mediante un trapano strumentato (penetrometro da legno
RESI F-400) è stata misurata la resistenza alla penetrazione
di un ago di 3 mm di diametro. Sfruttando la relazione
esistente tra la resistenza che il legno oppone alla
penetrazione e la sua densità, la prova ha consentito di
ricavare informazioni utili alla qualità del materiale nella
sezione indagata.

Sezione geologica interpretativa
Indagini eseguite per accertare lo stato del sistema fondale esistente e progetto di
consolidamento mediante jet-grouting

Strategia di consolidamento strutturale

L’intervento di recupero rientra in quello che le attuali
NTC08 definiscono “adeguamento sismico” (§ 8.4.1 NTC08),
ovvero:
“a) sopraelevare la costruzione;
b) ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente
connesse alla costruzione;
c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso
che comportino incrementi dei carichi globali in fondazione
superiori al 10%. resta comunque fermo l’obbligo di procedere
alla verifica locale delle singole parti e/o elementi della
struttura, anche se interessano porzioni limitate della
costruzione;
d) effettuare interventi strutturali volti a trasformare la
costruzione mediante un insieme sistematico di opere che
portino ad un organismo edilizio diverso del precedente”.

Occorre precisare che al progetto di consolidamento si
affianca lo studio delle fasi di lavoro, che prevede
l’inserimento di strutture provvisorie, quali travi tirante-
puntone in acciaio in grado di controventare le pareti
garantendone la stabilità in fase transitoria e quindi la
verifica della sicurezza (come in figura 4).
Gli interventi di consolidamento fanno seguito ad analisi
sismiche globali e studio dei meccanismi locali (nel caso
degli elementi in muratura) e alcuni di questi sono qui di
seguito brevemente descritti.

a) Murature
I maschi murari saranno consolidati con tecniche diversificate
compatibili con il manufatto storico quali ad esempio: il
cuci-scuci, l’intonaco armato con reti in fibra di vetro
(GFRP) e la disposizione di fasce in fibra di carbonio, scelte
di volta in volta in funzione delle caratteristiche
morfologiche presenti. In particolare gli architravi fra i
maschi murari saranno rinforzati per garantire il
comportamento a telaio dell’edificio, che riduce le
sollecitazioni sulle strutture murarie e quindi minimizza gli
interventi sui maschi murari e in fondazione.

b) Strutture orizzontali

Il progetto prevede, inoltre, l’introduzione di nuovi solai
assialmente rigidi, che avverrà riducendo il più possibile la
perturbazione delle murature con innesti puntuali. Le volte,
invece, saranno rinforzate mediante fibre di carbonio disposte
all’estradosso (come in figura 4) e mediante la realizzazione
di nuove costolature rese solidali agli estradossi mediante
incollaggio di mattoni pieni con resine epossidiche.

c) Fondazioni

Le strutture di   fondazione rivestono un’estrema importanza per
la statica sia    globale che locale dell’edificio e il loro
rinforzo verrà    effettuato mediante tecnica di jet-grouting
(come in figura   7) esterno senza arrecare disturbo ai muri.
L’efficacia di questa tecnica è stata indagata mediante un
campo prova (che ha previsto l’impiego di due diametri, DN600
e DN 800) che ha evidenziato:
– la registrazione dei parametri di iniezione evidenziano una
regolarità sia nell’esecuzione sia nella risposta dei terreni;
– i trattamenti presentano una sezione pressoché circolare ed
un diametro sempre maggiore a quello nominale;
– ottima resa del trattamento ed efficiente contatto tra la
colonna e la fondazione esistente;
– le lavorazioni non hanno indotto spostamenti apprezzabili
sulle pre-esistenze.
La scelta progettuale si è quindi orientata sul diametro
maggiore poiché i risultati appaiono omogenei e anche la
disposizione risulta tale e più razionale al di sotto della
fondazione.

Link e Fonti
• //www.sanpaolospa.it/
• Progetto preliminare di variante – Ex Ospedale San Paolo
• Progetto architettonico – Ex Ospedale San Paolo

 Scheda del progetto: “Recupero del complesso immobiliare San
                            Paolo”
      Permesso di costruire n. 6462 del 5 febbraio 2015

Data di inizio lavori: 16 novembre 2011
Data di ultimazione dei lavori: 16 novembre 2016 (ci sarà una
proroga: i lavori finiranno a dicembre 2017)
Importo lavori: € 32.299.000,00

Titolare del Permesso di costruire in qualità di proprietaria
dell’edificio:
SAN PAOLO S.P.A. P.I. 01443460090, C.so Italia 27/2 – 17100
Savona Tel./Fax +39 019 8489495, info@sanpaolospa.it

Coordinamento generale: responsabili della gestione, n.
rappresentanza della Committenza (La Società San Paolo
S.p.A.), delle interazioni tra la Committenza stessa ed i
soggetti coinvolti nell’iniziativa:          Enti   pubblici,
Professionisti, Impresa Esecutrice

• arch. Paolo Di Donato
• arch. Martino Beltrame

Progetto architettonico definitivo
• arch. Ricardo Bofill – Taller de Arquitectura
Av. industria, 1408960 / Saint Just Desvern – Barcellona Tel.
+34 93 4999910 – Fax +34 93 4999950
• arch. Manuela Briano
Piazza Guido Rossa 8/1 – 17100 Savona Tel. +39 019800000
• arch. Giulia Ciamberlano
Palazzina ex Omsav box 8 – 17100 Savona Tel. +39 019 850085

Progetto architettonico esecutivo e coordinamento generale
delle attività di progettazione esecutiva
UNA2 architetti associati
Vico delle Mele 6/3 – 16123 Genova Tel. +39 010 2543210

Progetto strutture
• ing. Giovanni Botta
Botta Progetti s.r.l. – Corso IV Novembre 29 – 12100 Cuneo
Tel. +39 0171 634448 – Fax +39 0171 697788
Socio, presidente del consiglio di amministrazione e direttore
tecnico di Botta Progetti s.r.l.
Nel progetto di recupero dell’Ex Ospedale San Paolo è co-
progettista strutturale insieme all’Ing. Donadio nonché
Direttore dei Lavori delle opere strutturali. Ha provveduto
all’impostazione delle prove condotte nella Fase I ed alla
redazione dei disegni esecutivi.
• ing. Arturo Donadio
SPS s.r.l. – Via Melchiorre Gioia 64 – 20125 Milano Tel. +39
02 6694887
Socio, presidente del consiglio di amministrazione,
amministratore delegato, direttore tecnico di S.P.S. – Studio
Progetti Strutturali Srl (www.spssrl-mi.it).
Nel progetto di recupero dell’Ex Ospedale San Paolo è co-
progettista strutturale insieme all’Ing. Botta. Ha provveduto
all’impostazione delle prove condotte nella Fase II,
gestendole ed introducendone i risultati nei calcoli
strutturali. Ha provveduto al controllo dei disegni esecutivi.

Progetto impianti
• ing. Giovanni Botta

Progetto di restauro delle facciate
• prof. arch. Cesare Renzo Romeo
PROGETTO&RESTAURO s.c.r.l. C.so Re Umberto, 56 10128 Torino
Tel. +39 3388560835

Progetto di restauro atrio, scalone e cappella
• arch. Giorgio Mor
Via Assarotti 48/6 – 16122 Genova Tel. +39 010 876528

Valutazione impatto acustico
• ing. Edoardo Caccia
• INGE.TER – C.so Mazzini 15/1 -17100 Savona Tel. +39
0194502483

Progetto acustico
• ing. Gabriele Angaramo
Via S.Martino 1 S.Albano stura (CN) 12040 Tel. +39 0172 659001
Fax +39 0172 294908

Verifiche idrauliche
• ing. Paolo Taramasso
Via Don G. Bosco 1/1 – 17100 Savona Tel. +39 019 854966 – Fax
+39 019 854782

Accertamenti geognostici e geotecnici
• geol. Giuseppe Galliano
RES GEOTEC Via Matteotti 2 – 12073 Ceva (CN) Tel. +39 0174
721733 – Fax +39 0174 708658
• geol. Diego Minuto
WESTGEO P.zza Leon Pancaldo 1/9 – 17100 Savona Tel. +39 019
813380 – Fax +39 019 813380
Direzione dei Lavori

• Direttore dei lavori: arch. Pierluigi Feltri
UNA2 architetti associati Vico delle Mele 6/3 – 16123 Genova
Tel. +39 010 2543210
• Assistente alla D.L.: arch. Enrico Werndorfer
• Direttore dei lavori opere strutturali ed impiantistiche:
ing. Giovanni Botta
• Direttore dei lavori opere di consolidamento del terreno di
fondazione: ing. Germano Guiducci
Studio tecnico associato SINTESI – Via Flaminia 300/4 – 47924
Rimini (RN) Tel. +39 0541 478625

Sicurezza
• Responsabile dei lavori e Coordinatore per la sicurezza in
fase di esecuzione: arch. Enrico Werndorfer
C.so Italia 27/2 – 17100 Savona Tel. +39 019 8489495 Fax +39
019 8489495

• Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione:
arch. Giulia Ciamberlano
Palazzina ex Omsav box 8 – 17100 Savona Tel. +39 019 850085

Impresa esecutrice:
• Unieco Società Cooperativa
SEDE LEGALE E DIREZIONE
Via Meuccio Ruini, 10
42124 Reggio Emilia (RE)
Tel. +39 0522 7951 – Fax +39 0522 232277
E-mail: unieco@unieco.it
Iscritta al Registro Imprese di RE / Codice Fiscale e Partita
IVA: 00301010351
Iscritta all’Albo Società Cooperative n.A107091
R.E.A. di RE n° 4108 – n° MEC/RE 000070
Attestata S.O.A.
• Direttore del cantiere: geom. Davide Versi
• Preposto alla sicurezza: geom. Davide Versi
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