L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti

Pagina creata da Emanuele De Rosa
 
CONTINUA A LEGGERE
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
L’abbigliamento
                   nella Magna Grecia
  L’abbigliamento dell’antica Grecia era generalmente di carattere molto semplice,
   spesso costituito da un unico rettangolo di stoffa, con stili pressoché identici sia
                      nell’abbigliamento maschile che femminile.
  L’unico capo a fare parte unicamente del guardaroba femminile era il peplo. Tale
moda rimase praticamente invariata nel corso degli anni. Cambiavano solo i tessuti,
a seconda del quale era possibile distinguere il diverso ceto sociale dell’indossatore.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
L’abbigliamento maschile
La clamide era un corto mantello di lana infeltrito di utilizzo militare veniva
  usato sulle spalle e rimase in uso anche per i romani era il simbolo tra i
                            generali dell’esercito.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
L’abbigliamento femminile
  Le aristocratiche greche usavano indossare una tunica lunga fino alla
    caviglia con spacco laterale e spesso con strascico. L’abito era un
 giacchetto senza maniche più lungo sui fianchi ed uno scialle chiamato
kredemnon. Un triangolo di tessuto leggero veniva appoggiato sulla testa
                          ricadente sulle spalle.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
Abito nazionale delle donne greche era il peplo, rettangolo di stoffa che
veniva drappeggiato intorno al corpo sino a formare una sorta di tunica, che
lasciava le braccia scoperte. L’abito veniva fermato in vita da un cordone o
  una cintura, e fissato sulle spalle. L’himation era un mantello comune ad
  entrambi i sessi, al punto che lo stesso mantello poteva essere indossato
                 indifferentemente dalla moglie o dal marito.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
Le calzature
Le costosissime baucides erano invece le
    tipiche calzature delle etere la cui
  caratteristica che contraddistingueva i
  coturni gli altissimi stivaletti indossati
 dagli attori tragici. i principali centri di
 produzione di calzature si trovavano in
   Sicilia, nel Mar Nero, la cirenaica e
     l’Asia Minore, in cui i calzolai si
 occupavano tanto della conciatura della
  pelli quanto della fabbricazione delle
  scarpe. a colorazione, avveniva con le
  stesse tecniche utilizzate per i tessuti,
   attraverso l’applicazione di cortecce
 vegetali, pigmenti di origini minerale o
          metallica e terra rossa.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
I copricapi
 Erano principalmente utilizzati per proteggere l’indossatore dai raggi del
   sole o dal freddo, come il alopekís, realizzato in pelle di volpe. Il pîlos
  invece era un copricapo in feltro ed utilizzato da marinai e pescatori. La
kausía era un lungo cappello di feltro piatto, di origine macedone, mentre il
 berretto frigio era un copricapo conico con la punta ripiegata in avanti, di
    origine anatolica. L’unico cappello destinato alle donne era invece il
    kendemnon, di forma simile al petaso maschile. Infine il pólos era un
 copricapo di forma cilindrica o quadrangolare impiegato nelle cerimonie.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
Pochissime notizie sono giunte relative all’utilizzo di biancheria intima
nella Grecia antica. Si sa per certo che le donne utilizzassero una fascia di
  tessuto a mo’ di reggiseno, molto probabilmente il nome dei reggiseni
                   cambiava a seconda della grandezza.
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
La cura del corpo
Riguardo al viso, difficilmente le signore greche andavano a dormire la sera
senza aver prima steso su di esso un generoso strato di maschera preparata
  con ingredienti naturali, che poi la mattina veniva asportata con del latte,
mentre al corpo erano riservati rituali piuttosto lunghi e sofisticati. Pulizia e
       cura si fondevano perfettamente in un peeling esfoliante eseguito
   cospargendo il corpo con olio d’oliva e successivamente strofinandolo
     energicamente con pietra pomice e soda naturale, questo serviva per
  insaponare il corpo. Dopo il peeling le donne si sciacquavano con acqua
      semplice o con acqua addizionata con oli profumati. L’olio d’oliva
     costituiva l’ingrediente d’elezione per confezionare gli unguenti da
    spalmare sulla pelle del corpo una volta detersa, mentre altri oli meno
 raffinati e costosi venivano impiegati per preparare i profumi: mirra, pino,
 giglio, zafferano e viola erano alcune tra le essenze più in voga, ma la più
       apprezzata era quella di rose, citata anche in un verso dell’iliade
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
L'abbigliamento nella Magna Grecia - Berardi-Nitti
Le acconciature femminili
      Le donne greche usavano acconciature molto elaborate. Le loro
acconciature erano delle trecce particolari ed erano legati a mo’ di chignons.
  La maggior parte delle donne aveva i capelli lunghi, per poterli legare e
                       fare acconciature particolari.
L'alimentazione
        nella Magna Grecia
                     Pane e cereali
I cereali costituivano l'alimento base per gli antichi greci.
Il pane aveva un ruolo fondamentale nella Magna Grecia.
      La dea del pane era Demetra, la Madre Terra.

                                       11
La carne
La carne non era molto utilizzata dai comuni cittadini come pasto quotidiano.
Mangiavano molto raramente carne arrostita in particolare quelle di capretti,
                agnelli e manzo accompagnati con pagnotte.

                                              12
La frutta
Come frutta fresca mangiavano mele, pere, uva, melegrane e fichi. Come frutta
                  secca mangiavano mandorle, nocciole e noci.

                                              13
I vegetali
Mangiavano vegetali fra cui: cipolle, rape, cardi, asparagi e lattuga, anche i
        funghi (a volte) nonostante erano note specie tossiche.

                                                                                 14
Prodotti Ittici
  Per quanto riguarda i prodotti ittici mangiavano seppie, gamberi, polpi,
anguille e tonno. Vari tipi di crostacei come cozze, ostriche, aragoste e vari
                               tipi di conchiglie.

                                                                                 15
Vino
Il vino era considerato la bevanda di Dioniso. I vini greci erano classificati
    per il loro colore e si dividevano in bianchi, neri e mogano, per il loro
 profumo, per il quale erano utilizzati diversi tipi di fiori, come la rosa e la
viola, e per il sapore, per addolcire il quale si utilizzava anche il metodo del
  riposo su un letto di uva appassita che rendeva il nettare particolarmente
                               dolce (vino passito).

                                    Dolci
I dolci che mangiavano gli Antichi Greci erano di solito dedicati agli Dei. I
   più comuni erano: la Popana Polvomphala, l'aidola, l'itria, le crepes, i
 Tetiromeni plakountes, i sisamithis, i gastrin, i pasteli, la moustalveria e i
                                tighanites.
I giochi Olimpici
                 nella Magna Grecia
    I primi giochi olimpici si svolsero nel 776 a.C. ad Olimpia, in Grecia.
 All'inizio era essenzialmente una manifestazione locale e veniva disputata
unicamente un'antica gara di corsa. Successivamente si aggiunsero altri sport
   e i Giochi arrivarono a comprendere corsa, pugilato, lotta e pentathlon.
  Da quel momento in poi, i Giochi divennero
  lentamente sempre più importanti in tutta la
Grecia antica, raggiungendo l'apice nel VI secolo
             a.C. e nel V secolo a.C.
Le Olimpiadi avevano anche un'importanza religiosa,
 in quanto si svolgevano in onore di Zeus, una statua
   del quale si trovava ad Olimpia. Il numero di gare
crebbe a venti, e le celebrazioni si estendevano su più
     giorni. I vincitori delle gare erano ammirati e
 immortalati. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e
 il periodo tra le due celebrazioni divenne noto come
    Olimpiade. Per tutta la durata dei giochi (cinque
 giorni) venivano sospese le guerre in tutta la Grecia:
  questa tregua era chiamata Tregua Olimpica. I greci
usavano le Olimpiadi anche come metodo per contare
     gli anni. Anche oggi si svolgono ogni 4 anni.
La partecipazione era riservata a greci liberi che potessero vantare antenati
 greci. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportava
      che solo i membri delle classi più facoltose potessero prendere in
  considerazione di partecipare. Venivano esclusi dalla partecipazione gli
   schiavi, i barbari, gli assassini, i sacrileghi e le donne. I Giochi persero
  gradualmente importanza con l'aumentare del potere Romano in Grecia.
Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'Impero Romano,
 i Giochi Olimpici vennero visti come una festa pagana, e il loro prestigio
diminuiva in modo inversamente proporzionale alla corruzione degli atleti,
                           con gare sempre più falsate.
Nel 393 d.C., sulla scia della strage di Tessalonica (avvenuta tre anni prima)
 e con l'influenza del vescovo di Milano Ambrogio, l'imperatore Teodosio li
 vietò, ponendo fine a una storia durata più di 1000 anni. I Giochi olimpici
  antichi furono delle celebrazioni atletiche e religiose, svolte ogni quattro
anni nella città dell'antica Grecia, Olimpia, storicamente dal 776 a.C. al 393
   d.C. Nell'antichità, si tennero in tutto 292 edizioni dei Giochi olimpici.
   Durante queste olimpiadi le guerre erano sospese da una tregua e inoltre
       erano usate come riferimento cronologico per datare gli eventi.
             Le competizioni in cui si affrontavano gli atleti erano:
• Dal 776 a.C. - Stadion, gara di corsa su rettilineo di 192,28 metri.
• 724 - Diaulos (doppio stadion) gara di corsa circa 380 metri.
• 720 - Dolichos (corsa di resistenza all'incirca di 4800 metri)
• 708 - Lotta libera e il Pentathlon (salto in lungo, lancio del giavellotto,
    lancio del disco, corsa, lotta)
• 688 - Pugilato
• 680 - Gare equestri (corsa dei carri e dei cavalli)
• 648 - Pancrazio
• 520 - Hoplitodromos (corsa con le armi) e il Salto con l'asta
Oltre ai Giochi di Olimpia si disputavano altre competizioni religiose: i
Giochi pitici in onore di Apollo a Delfi; quelli Nemei a Nemea in onore di
   Zeus; quelli Istmici in onore di Poseidone e dell'eroe Palemone presso
l'Istmo di Corinto; quelli tolemaici ad Alessandria in onore di Tolomeo I e
              Berenice I; infine i Giochi panatenaici ad Atene.
Dopo quasi 15 secoli di interruzione, nel 1896 il barone francese Pierre de
Coubertin ristabilì i giochi olimpici modernizzando molte delle loro regole
    (possono partecipare atleti di tutto il mondo è si svolge in una città e
nazione diversa dalla precedente e, dal 1900, possono partecipare anche le
                                    donne).
Le colonie inviavano atleti di tutte le discipline ai giochi che si tenevano
periodicamente ad Olimpia e Delfi in Grecia. Inoltre i coloni delle Magna
Grecia tenevano molto ai giochi ellenici dove potevano dare prova ai greci
della loro appartenenza allo stesso luogo d'origine, della loro forza fisica e
 delle capacità nei giochi praticati anche dai loro avi decine di generazioni
prima. E per questo i più grandi sovrani esigevano che venissero addestrate
        squadre da inviare in Grecia. Lo sport era dunque un canale di
 comunicazione con la penisola ellenica, un mezzo con il quale le colonie
    della Magna Grecia facevano sentire la propria voce. Spesso era un
   movimento gestito più dalla politica che dalla dedizione per la lotta, il
lancio del disco e per tutte le altre attività che si praticavano durante quelle
    importanti prove agonistiche. Gli italioti ed i sicelioti ebbero grandi
 successi nelle competizione sportive in madrepatria. Basti pensare che gli
  atleti di Crotone vinsero 20 titoli in 26 Olimpiadi tra il 588 a.C. e il 488
         a.C., tanto da essere secondi solo a Sparta, davanti ad Atene.
Puoi anche leggere