L'IMPORTANZA DEL RAPPORTO ZOLFO-MAGNESIO NELLA PRODUZIONE DI GHISA VERMICULARE - JULIO ALVA SERVIZIO TECNICO TESI SPA
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L’IMPORTANZA DEL RAPPORTO ZOLFO-MAGNESIO NELLA PRODUZIONE DI GHISA VERMICULARE Julio Alva Servizio tecnico Tesi SpA
LA PRODUZIONE DI GHISA VERMICULARE (GV) Costituisce di per sé una sfida se la paragoniamo a quella della ghisa sferoidale (gs). Non a caso con la tecnica del sottotrattamento, per assicurare la costanza di produzione, vengono proposti dei metodi di controllo piuttosto elaborati oltreché costosi. Questi metodi prevedono di norma un pretrattamento iniziale e un aggiustamento finale con il filo animato. Ogni tentativo di produrre con il metodo del sottotrattamento senza questi accorgimenti appare un’impresa ardua, soggetta a delle variabilità per una serie di cause:
LA PRODUZIONE DI GHISA VERMICULARE (GV) 1.Incertezza nella calibratura degli elementi magnesio e zolfo. Contrasti fatti dall’autore delle stesse medaglie in diverse fonderie e in più occasioni danno regolarmente delle differenze troppo importanti per permettere di lavorare badando solo all’analisi spettrometrica. 2.Influenza di altri elementi come le terre rare, che spostano la fascia di esistenza delle gv. 3.Imprecisioni nella pesatura del metallo o variazioni nella temperatura di trattamento che portano ad avere delle oscillazioni nel magnesio residuale. 4.Effetti dell’inoculazione sulla struttura. L’inoculazione come il trattamento al magnesio influenza il livello di ossigeno e quindi questo fattore va tenuto in dovuta considerazione. 5.Il fading o evanescenza del Mg.
LA FORMAZIONE DI GRAFITE VERMICULARE (GV) E’ esperienza di fonderia e anche dell’autore (ultimamente alquanto dimenticata) che la ghisa vermiculare con la struttura ideale si presenta quando nella regolare produzione di gs avviene uno sbilanciamento fra magnesio e zolfo. Questo evento non era infrequente quando si operava con il cubilotto ed è attualmente possibile nel caso della fusione elettrica all’arrivo di qualche partita di ghisa in pani per gs con lo zolfo fuori specifica.
PRODUZIONE CASUALE DI GHISA VERMICULARE (GV) (a) (b) Strutture vermiculari ottenute involontariamente al (a) cubilotto (b) forno elettrico (S: 0,017%)
L’EQUILIBRIO ZOLFO - MAGNESIO Da studi sulla desolforazione della ghisa con utilizzo del magnesio si ricava il rapporto di equilibrio S-Mg per diverse temperature di trattamento. Trattasi di iperboli con andamenti dipendenti dalla temperatura di trattamento. Diagramma S-Mg e le linee di uguale concentrazione di Mg non legato allo zolfo
L’EQUILIBRIO ZOLFO - MAGNESIO Prendendo in considerazione la curva a 1450°C osserviamo in prima istanza che il magnesio procede ad abbattere lo zolfo (desolfora) e non entra come residuale nel bagno fin quando il contenuto di questo elemento non scende ca. sotto lo 0,030%. D’altro canto, come è noto - e anche dimostrato dai punti presenti nelle curve - l’esistenza della ghisa sferoidale ha inizio solo quando lo zolfo scende sotto lo 0,015% e per un eccesso di magnesio rispetto allo zolfo di poco più lo 0,020%. Stiamo parlando di un tenore complessivo minimo dello 0,035 % per il magnesio.
L’EQUILIBRIO ZOLFO - MAGNESIO Ad ogni modo, più basso è lo zolfo iniziale e minore è il tenore di magnesio richiesto per assicurare la formazione di noduli. Vale a dire che ciò che conta è la differenza magnesio-zolfo. Ciò trova regolare conferma nell’operazione con i forni di colata dove lo zolfo, piazzandosi sotto lo 0,005%, consente la produzione di gs con valori residuale anche dello 0,02% in presenza di un richiamo di inoculazione all’ultimo momento. Tutto ciò sta a suggerire che il campo di esistenza delle ghise vermiculari si trova per valori di zolfo > 0,015% e presumibilmente per quanto detto precedentemente per valori inferiori allo 0,030%.
ESPERIENZE CON IL METODO INMOLD In questo metodo di sferoidizzazione il trattamento avviene all’interno di una camera di reazione o vaschetta ricavata all’interno della forma. Vengono utilizzate leghe tradizionali al magnesio (5-6%) a basso calcio e granulometria controllata.
ESPERIENZE CON IL METODO INMOLD Le prove1 furono condotte in questo modo: Vennero adoperati parallelepipedi di dimensioni progressive per simulare condizioni di raffreddamento da veloci (3 mm) a relativamente lenti (50 mm). - Grappolo di prova (Fowler ed al.)
ESPERIENZE CON IL METODO INMOLD - Lo zolfo base fu regolato in 3 scaglioni: 0,0086% (basso) 0,0183% (medio) e 0,0275% (alto). Per quanto riguarda il magnesio ed i valori bassi di zolfo (0,086%) vennero esclusi i residuali inferiori 0,011% per mancata formazione di ghisa vermiculare. - Residuali nell’intervallo 0,013-0,017% diedero i risultati migliori (oltre il 75% grafite vermiculare ) negli spessori superiori 25-50 mm e accettabili in quello di 12, 5 mm mentre valori superiori (0,018-0,023%) portarono alla formazione eccessiva di grafite sferoidale. - I bagni base con lo zolfo medio (0,018%) richiesero naturalmente residuali maggiori di magnesio (0,019-0,024%) . Qui la formazione di grafite vermiculare (> 75%) fu più uniforme e crescente negli spessori 12,5-50 mm. Una formazione crescente di grafite sferoidale si fece più evidente negli spessori inferiori. - Valori superiori di magnesio portarono alla formazione di strutture tipicamente miste grafite vermiculare/sferoidale in tutti gli spessori. - Nei bagni ad alto zolfo (0,0275%) non fu possibile produrre strutture altrettanto soddisfacenti di ghisa vermiculare in tutti gli spessori.
ESPERIENZE CON IL METODO INMOLD Tenore di grafite vermiculare in rapporto agli spessori a allo zolfo di base. Si noti la maggiore stabilità per i valori di zolfo medi.
ESPERIENZE CON IL FILO Alcuni autori2 in un lavoro più recente hanno pensato di utilizzare il principio del rapporto Mg/S nella messa a punto della produzione di ghisa vermiculare in una fonderia americana. Il bagno, inizialmente con tenori di zolfo (oscillanti da 0,015% fino a 0,022%), veniva trattato con il filo animato introducendo da 0,04 a 0,05% di magnesio. Successivamente veniva risolforato con la pirite sia a granelli che come bricchetti, questi ultimi per assicurare un assorbimento più costante dell’elemento zolfo. In questo modo il tenore di zolfo veniva aumentato artificialmente per contrastare il magnesio, favorendo così la struttura vermiculare.
ESPERIENZE CON IL FILO Nella limitazioni di una risolforazione così condotta che porta ad una maggiore dispersione di dati, qualche considerazione utile si può fare. Rielaborando i dati ottenuti in ordine crescente dello zolfo (x 100, curva continua in rosso) il grafico mostra in ordinate sia la percentuale di struttura vermiculare che il tenore di Mg.100 (curva azzurra), il Mg netto Δ (curva verde) pari a (% Mg-0,76.%S) (x100). Da questo grafico si può osservare che la struttura vermiculare aumenta tendenzialmente con l’aumento dello zolfo e con la riduzione del valore netto di Mg (Δ). La dispersione presente può essere addebitata all’affidabilità non buona della lettura degli elementi Mg e S a seguito della risolforazione. Tale dispersione può senz’altro essere migliorata partendo dal forno con un valore noto di zolfo.
ESPERIENZE CON IL FILO Percentuale di grafite vermiculare al variare dei diversi parametri
ESPERIENZE CON IL FILO Infatti in un'altra parte del lavoro sperimentale viene riscontrato che partendo da bagni per ghisa grigia (zolfo iniziale 0,057- 0,058%) si agevola il controllo della struttura a grafite vermiculare. Notare qui che quando la differenza Δ è più ridotta la percentuale di gv aumenta. Tale grafico sembra suggerire un differenziale Δ inferiore allo 0,015% in linea con quanto già riferito.
EQUILIBRIO ZOLFO-OSSIGENO E’ noto che la sferoidizzazione presuppone un processo sia di desolforazione che di disossidazione mentre l’inoculazione incide solo sulla disossidazione3. Ciò suggerisce un rapporto fra zolfo e ossigeno; i valori per quest’ultimo restano oggettivamente più alti nel caso in cui si parta da livelli di zolfo medi o anche alti (prima esperienza). Infatti, in queste condizioni, l’inoculazione non promuove la struttura sferoidale. Non avviene così quando tale livello è al di sotto del valore critico (0,015%).
L’EFFETTO DELL’INOCULAZIONE Ciò è dimostrato da lavori sull’inoculazione all’ultimo momento4. Nell’esempio di fig.6 tratto da un lavoro specifico sull’inoculazione delle gs in staffa con inserti Germalloy venne dimostrato che un richiamo all’ultimo momento non solo aumentava il numero di noduli ma anche era in grado di recuperare il tasso di sferoidizzazione nel caso di livelli di magnesio un po’ scarsi. Questo effetto è naturalmente ottenibile anche con l’inoculazione sul flusso.
EFFETTO DELL’INOCULAZIONE Effetto del richiamo in staffa sulla struttura di un bagno con tenore un po’ scarso di magnesio (Mg: 0,025%, S: 0,011%) (a) con solo inoculazione in siviera (b) con inoculazione aggiuntiva in staffa
CONCLUSIONI 1.La produzione di ghisa vermiculare è agevolata da residui di zolfo in partenza superiori allo 0,015%. Nella produzione al forno elettrico è desiderabile un valore di partenza dello 0,015-0,025% max. attraverso l’aggiunta di pirite (S2Fe) in siviera. 2.Onde assicurare una costanza dell’aggiunta di magnesio e quindi un differenziale Δ costante bisogna eliminare o minimizzare l’influenza dei fattori che incidono sul rendimento della lega di magnesio tra cui la pesatura, la temperatura di trattamento e la modalità di copertura della lega medesima. 3.Il filo animato appare un metodo ottimale giacché la pesatura del metallo avviene prima del trattamento e perché a differenza delle leghe tradizionali, è in grado di desolforare in modo riproducibile e senza problemi. 4.La presenza di terre rare nella lega porta ad un’alterazione della lettura dello zolfo dopo l’operazione di desolforazione qualora si parta da valori di zolfo alti (>0,03%). Per questo motivo è bene limitare la loro presenza all’1%. La lega ASK (ex SKW) M 26413 di 13 mm di diametro risponde anche a queste esigenze. Per trattare volumi ridotti (< 500 kg) o per avere una regolazione più fine è possibile utilizzare un filo di 9 mm di diametro.
CONCLUSIONI 5.Data la criticità del rapporto Mg/S è condizione essenziale una calibratura regolare degli elementi magnesio e zolfo. E’ esperienza dell’autore che, al cambiare la marca dello spettrometro, sovente cambia la lettura di questi due elementi. Ciò dimostra che siamo davanti a letture relative e non assolute, che dipendono sia dal principio di funzionamento dell’apparecchio oltreché dagli standard adoperati. 6.La presenza dello zolfo oltre il livello dello 0,015% di magnesio rende meno critico l’effetto dell’inoculazione. A questo proposito si possono utilizzare prodotti a basso bario (SB5) o del tipo a basso alluminio (SRF 75) in percentuali dello 0,2%. 7.Si suggerisce di lavorare in prima istanza con un differenziale Δ attorno allo 0,010%. E’ consigliabile l’impiego di un software di gestione intelligente che consenta le correzioni automatiche delle aggiunte di filo con il variare del peso trattato. 8.La tecnica descritta non sembra adatta per getti a spessore ridotto (sotto i 10 mm) ove vengano richiesti contenuti di grafite vermiculare di almeno l’80% e dove l’impiego del titanio serve ad ampliare il campo di esistenza della grafite vermiculare. 9. La procedura non è oggettivamente applicabile nel caso di utilizzo di mezzi che, come i forni elettrici di colata, portano ad un abbattimento dell’elemento zolfo.
CONCLUSIONI 10. Un metodo alternativo con la tecnica del sottotrattamento (non disponendo di un impianto filo) consiste nell’adoperare una lega madre granulare creata dall’ASK appositamente per queste produzioni denominata Denodul 5 . Questa lega sfrutta l’effetto delle terre rare specie in presenza di cariche piuttosto pure (per es. contenente Sorelmetal) da adoperare con valori di zolfo non inferiori allo 0,012-0,015% max.5 e con gli accorgimenti enunciati al punto 2. Le aggiunte tipiche sono dell’ordine dello 0,6-0,8% per raggiungere valori residuali di Mg non eccedenti lo 0,010% di quelli dello zolfo. Questo metodo oggettivamente richiede una messa a punto più fine rispetto a quella precedente. Inoltre le condizioni del bagno base sono molto importanti. Un precondizionamento è di obbligo in questi casi. E’ naturalmente importante regolare la postinoculazione. 12.Non ultimo, dalle considerazioni fatte sulle ghise vermiculari, si possono trarre informazioni utili anche per la preparazione delle ghise sferoidali che hanno senz’altro un riflesso sia sulla qualità che sull’economia di produzione di queste ultime. Per es., a voler lavorare con valori contenuti di Mg (0,025-0,035%) appare indispensabile il richiamo di inoculazione all’ultimo momento.
BIBLIOGRAFIA 1.J.T.Fowler ed altri “The Influence of Section Size and Base Sulphur on the Structure of Compacted Vermicular Graphite Cast Iron Produced by the Inmold Process” Cast Metals Vol.2 N.3, 1989 2.Riposan ed altri “Magnesium-Sulphur Relationships in Ductile and Compacted Graphite Cast Iron as Influenced by Late Sulphur Additions” AFS Transactions 03-093 (2003) 3. R.Hummer “Oxygen Activity of Ductile Iron Melts” Advanced Materials Research 4-5 (1997) 269-276 – vedi anche “Le ghise sferoidali a basso magnesio” rivista Assofond Industria Fusoria 4/1993 a cura di J.Alva che tratta l’argomento 4.G.Hillner, K.H. Kleemann “Mould Inoculation of Gray and Ductile Cast Iron - The Economic Answer”, Foundry Trade Journal agosto 19, 1976 5. M.S. Soiński ed altri “Effectiveness of Cast Iron Vermicularization Including Conditioning of the Alloy”
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