INDICATORI e INDICI Ulteriori esempi di - Unisalento
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Temporal scales high-frequency disturbances: NDVI time trajectories of major land-cover types 0.8 0.7 Mean NDVI 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 Jan-00 Jan-01 Jan-02 Jan-03 Jan-04 Jan-05 Jan-06 Jan-07 Arable lands Pinewood forests Grasslands Braod-leaved forests Olive groves Mean NDVI time trajectories are computed by analyzing 148 16-days NDVI maximum value composite images acquired by the two MODIS platform TERRA and AQUA. Each 16-days NDVI maximum value composite image has a spatial resolution of 250 meters (MOD13Q1 v.005 and MYD13Q1 v.005) (NASA Web site: http://modis.gsfc.nasa.gov/)
Cosa sono i Servizi Ecosistemici? Sono i benefici che l’umanità ottiene dagli ecosistemi (Millennium Ecosystem Assessment, 2005) Sono alla base della indicazione per poter saggiare gli impatti Servizi di produzione di beni Produzione dei beni fondamentali come cibo, foraggio, acqua potabile e irrigua, legna e fibre come il cotone e la Servizi di supporto lana, combustibili, risorse genetiche e biochimiche. Necessari alla produzione di tutti gli altri. Servizi di regolazione Benefici ottenuti dai processi ecosistemici che (es. produzione condizionano l‘ambiente come regolazione della qualità primaria di biomassa dell‘aria e dell‘acqua, decomposizione dei rifiuti, fertilità dei dalla fotosintesi, suoli, protezione dall‘inondazioni e frane, impollinazione, formazione del suolo, regolazione del clima (cattura e sequestro del carbonio). produzione dell‘ossigeno Servizi culturali atmosferico, ciclo dei Benefici immateriali che l‘uomo ottiene dagli ecosistemi nutrienti) come ricreazione, esperienza estetica, riflessione, arricchimento spirituale, valori educativi e religiosi.
Total welfare Indicator - indicatore di benessere - Sono indicatori che cercano di descrivere il benessere in modo sintetico. Esempi sono tutti gli indicatori «verdi» del Prodotto Interno Lordo come il “Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW)” o il “Genuine Progress Indicator (GPI)”. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite, viene spesso utilizzato in quanto misura il flusso di beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo. Tuttavia statistici ed economisti rifiutano il PIL perché molte importanti attività sociali ed economiche non sono considerate, come il lavoro volontario, la formazione di capitale sociale all'interno dei nuclei familiari, i costi della criminalità e di una popolazione carceraria in aumento, o l'esaurimento delle risorse naturali (Costanza et al., 2009).
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) • Il PIL tratta il deprezzamento del capitale naturale/ambientale e del capitale sociale come componente positiva e ciò rappresenta una violazione dei più elementari e sani principi contabili. • Esempio: se una proprietà agricola di pregio viene trasformata in un parcheggio, il PIL contabilizza l’ammontare del denaro coinvolto ma non considera il deprezzamento del capitale naturale per una siffatta trasformazione, da suolo fertile e produttivo a superficie asfaltata. • I tumori causati dall'inquinamento fanno aumentare il PIL, perché generano posti di lavoro e spese per le cure che vengono conteggiate in positivo, mentre non viene contabilizzato il danno sociale e umano della malattia; viene invece contabilizzata l'eventuale perdita di remunerazione nel caso in cui la persona colpita non possa lavorare.
Total welfare Indicator - indicatore di benessere - Sono indicatori di sostenibilità che descrivono in modo sintetico il “benessere” dei soggetti. Esempi sono tutti gli indicatori verdi del Prodotto Interno Lordo come il “Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW)” o il “Genuine Progress Indicator (GPI)”. Il valore del Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW) è grossolanamente definito come: consumo personale + spesa pubblica non legata alla difesa – spese private legate alla difesa + formazione del capitale + servizi da lavoro privato – costi del degrado ambientale – deprezzamento del capitale naturale Un aumento del PIL non sempre rappresenta una crescita desiderabile da parte di una nazione.
Total welfare Indicator - indicatore di benessere - Sono indicatori di sostenibilità che descrivono in modo sintetico il “benessere” dei soggetti. Esempi sono tutti gli indicatori verdi del Prodotto Interno Lordo come il “Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW)” o il “Genuine Progress Indicator (GPI)”. Il “Genuine Progress Indicator (GPI)” è un indicatore sviluppato nel contesto dell’Economia dell’Ambiente e del Benessere come sostituto del Prodotto Interno Lordo (PIL) per indicare la crescita di una nazione. Il GPI è un tentativo di valutare come e se una nazione cresce, non solo in termini di merci e servizi, ma anche in termini di benessere della popolazione. Il confronto tra il PIL e il GPI è analogo alla differenza che c’è tra il ricavo totale e l’utile netto per un’azienda: quest’ultimo determina le capacità dell’azienda di avere successo in futuro.
A range Esigenza of goals for di incorporare national il valore deiaccounting and their nei servizi ecosistemici corresponding frameworks, metodi di contabilità nazionale measures, and valuation methods ___________ Economic ___________ Economic Welfare Human Goal Income Welfare Scopo Marketed Weak Strong Sustainability Sustainability Basic value of 1 + non- 2 + preserve value of the wefare assessment of Framework marketed goods marketed goods essential natural effects of income and the degree to and services and services capital other factors which human produced and consumption (including needs are consumed in an distribution, fulfilled economy household work, loss of natural capital etc.) Non- GNP MEW HDI Misure che non (Gross National (Measure of Economic (Human environmentally includono l’ambiente Product) Welfare) Development Index) adjusted measures GDP =PIL (Gross Domestic Product) NNP (Net National Product) NNP ’ Environmentally Misure che (Net National Product ISEW HNA adjusted measures including non- ENNP SNI (Index of Sustainable (Human Needs includono l’ambiente produced assetts) (Environmental Net (Sustainable National Economic Welfare) Assessment) National Product) Income) SEEA SEEA (System of (System of Environmental Environmental Economic Accounts) Economic Accounts) Market values 1 + Willingness 2 + Replacement 4+ Appropriate to Pay Based Costs,+ 3+ Valuation Values (see Constructed Consensus Production Building Methods Table 2) Values Preferences Dialogue From: Costanza, R., S. Farber, B. Castaneda and M. Grasso. 2001. Green national accounting: goals and methods. Pp. 262-282 in: Cleveland, from:and C. J., D. I. Stern Costanza, R., R. Costanza S. Farber, (eds.) B. Castaneda The economics and of nature and theM. Grasso. nature 2000.Green of economics. national Edward accounting: Elgar Publishing, goals and Cheltenham, England methods. Chapter in: Cleveland, C. J., D. I. Stern and R. Costanza (eds.) The nature of economics and the economics of nature. Edward Elgar Publishing, Cheltenham, England (in press)
Genuine Progress Indicator (ISEW) per colonne Colonna A: Spese di consumo personale Colonna B: Distribuzione del reddito Colonna C: Consumi personali secondo le differenze di reddito Positivi Colonna D: Valore lavoro casalingo Colonna E: Valore del lavoro di volontariato Colonna F: Servizi del capitale casalingo Colonna G: Servizi autostrade e strade Capitale Colonna H: Costo della criminalità Costruitot Colonna I: Costo delle separazioni Colonna J: Perdita di tempo libero Capitale Umano Colonna K: Costo della disoccupazione Capitale Sociale Colonna L: Costo di beni durevoli del consumatore Colonna M: Costo del pendolarismo Capitale Colonna N: Costo di abbattimento degli inquinanti casalinghi Naturale Colonna O: Costo degli incidenti stradali Negativi Colonna P: Costo dell'inquinamento idrico Colonna Q: Costo dell'inquinamento dell'aria Colonna R: Costo dell'inquinamento da rumore Colonna S: Perdita di aree umide Colonna T: Perdita di terreno coltivato Colonna U: Riduzione delle risorse non rinnovabili Colonna V: Danni ambientali a lungo termine Colonna W: Costo della riduzione dello strato di ozono Colonna X: Perdita di copertura forestale Colonna Y: Investimenti di capitale netto Colonna Z: Prestiti netti esteri
Total welfare Indicator - indicatore di benessere - Inghilterra Australia PIL PIL ISEW (http://www.gpionline.net/index.htm)
G. W. G. H. W. Clinton Bush Bush Carter Reagan Ford Nixon Johnson Kennedy Eisenhower Truman ISEW Gross Production vs. Index of Sustainable Economic Welfare for the US, 1950 to 2002 (source: Redefining Progress - http://www.rprogress.org)
Percentuale di soddisfazione di vita vs PNL (prodotto nazionale lordo) pro capite PNL pro capite PNL pro capite
I principi dello sviluppo sostenibile
L’azoto (N) La popolazione umana L’estinzione di specie La sfida: Gestione Sostenibile di un Pianeta in Continuo Cambiamento
La risoluzione pratica dei problemi (problem solving) come la pianificazione, richiede l’integrazione di: – Visione a) come funziona il mondo b) come vorremmo che il mondo funzionasse. – Strumenti e analisi appropriati alla visione – Implementazione appropriata alla visione
I principi di sviluppo sostenibile Implicano che nella pianificazione territoriale i fattori ecologici, sociali ed economici siano bilanciati nello spazio e nel tempo affinché possano permettere di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e possano essere anche disponibili per le necessità delle generazioni future
• Nel contesto di sviluppo sostenibile le decisioni devono essere prese considerando le tre dimensioni del concetto di paesaggio (Leitao e Ahern, 2002; Opdam et al., 2006): • eco-fisica, definita da pattern geografici e processi ecologici; • sociale, definita da parametri di percezione umana, salute fisica e mentale; • economica, definita dalla capacità che ha il paesaggio di produrre un valore economico.
• Il Rapporto Brundtland e la seguente Agenda 21, adottata nella United Nations Conference on Environment and Development (UNCED) avvenuta a Rio de Janeiro nel 1992, furono il fattore stimolante per iniziare ad adottare uno sviluppo sostenibile e capire meglio le implicazioni che questo nuovo concetto di sviluppo avesse nelle attività globali di tutti i livelli di governo e di organizzazioni non- governative, nel settore privato e nella comunità scientifica (UNCED, 1993).
• E’ in Agenda 21 (UN, 1993) che per la prima volta lo sviluppo sostenibile è definito come costituito dalle tre dimensioni (eco-fisica, sociale, economica). • Una quarta dimensione, istituzionale, fu introdotta dal United Nations Commission on Sustainable Development nel sistema di indicatori da essa elaborato. • La maggior parte delle attività umane include tutte e quattro le dimensioni e le loro complesse interazioni caratterizzano lo sviluppo sostenibile. (UNCSD, 1996).
• Nel 1994, ad Aalborg, l’International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI) ha lanciato la Campagna Città Europee Sostenibili e prodotto un documento chiamato Carta di Aalborg nel quale vengono delineati i principi di sviluppo sostenibile o criteri per le città ed i paesi europei (ICLEI, 1994).
• Nei dieci anni successivi più di 2000 paesi firmarono la Carta di Aalborg e attuarono l’Agenda 21 a livello locale, solo che raramente questo ha portato all'integrazione dei problemi ambientali e di sostenibilità nelle politiche di sviluppo urbano e ancor meno ha portato ad un aumento della sensibilità a queste problematiche. • Di conseguenza, non si sono riscontrati miglioramenti nella qualità e sostenibilità ambientale urbana (Zilans e Abolina, 2009).
• Nel 2004, fu lanciata l'iniziativa Aalborg Commitments per migliorare gli sforzi verso la sostenibilità urbana in Europa (ICLEI, 2004). • Gli Aalborg Commitments sono i criteri e le condizioni che le città ed i paesi possono seguire volontariamente allo scopo di tradurre una visione comune di sviluppo sostenibile in target ed azioni di sostenibilità tangibili a livello locale.
• La parte centrale degli Aalborg Commitments sono i 50 criteri di sostenibilità divisi in 10 gruppi ognuno contenente 5 criteri di sostenibilità che hanno lo scopo di guidare la pianificazione per la realizzazione e valutazione dello sviluppo sostenibile urbano.
• I criteri del 1 gruppo riguardano le forme di partecipazione, apertura, trasparenza e responsabilità di governo. • I criteri del 2 gruppo riguardano lo sviluppo di un approccio iterativo e sistematico verso la sostenibilità usando gli strumenti di gestione. • I criteri dal 3 al 10 gruppo definiscono il contenuto delle dimensioni economiche, sociali ed ambientali della sostenibilità.
GLI AALBORG COMMITMENTS
Gli indicatori come strumento per le politiche di sostenibilità: la scala locale e urbana Si promuove l’uso degli indicatori “per misurare i progressi verso la sostenibilità” e si sottolinea la necessità di concentrarsi non soltanto su indicatori di sostenibilità ambientale, ma anche su indicatori relativi alla sostenibilità dello stile di vita delle persone, in modo tale da mettere in connessione la sostenibilità ambientale con il benessere sociale.
L'impronta ecologica misura l'area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e ad assorbire i rifiuti prodotti. Utilizzando l'impronta ecologica è possibile stimare quanti "pianeta Terra" servirebbero per sostenere l'umanità, qualora tutti vivessero secondo un determinato stile di vita.
11. Impronta Ecologica Mettere in collegamento argomenti di carattere globale rappresentati anche dall’Indicatore 2 - Contributo Locale al Cambiamento Climatico Globale) con tematiche locali (rappresentate dagli altri 9 indicatori).
La strategia Europa 2020 • Tale strategia mira ad una crescita che sia: intelligente, grazie a investimenti più efficaci nell'istruzione, la ricerca e l'innovazione; sostenibile, grazie alla decisa scelta a favore di un'economia a basse emissioni di CO2 e della competitività dell'industria; e solidale, ossia focalizzata sulla creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà. La strategia mira a raggiungere cinque ambiziosi obiettivi riguardanti l'occupazione, la ricerca, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia.
La strategia Europa 2020 • 1. Occupazione – innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni) • 2. R&S – aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE • 3. Cambiamenti climatici /energia – riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990 – 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili – aumento del 20% dell'efficienza energetica • 4. Istruzione – riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10% – aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria • 5. Povertà / emarginazione – almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno
Azioni e buone pratiche finalizzate al mantenimento dei beni e servizi ecosistemici permettono il raggiungimento di uno: SVILUPPO SOSTENIBILE Assicurare il soddisfacimento dei bisogni essenziali delle generazioni attuali e garantire possibilità di sviluppo alle generazioni future Garantire uno sviluppo economico tenendo conto della disponibilità delle RISORSE AMBIENTALI
“Strategia di Lisbona” (Marzo 2000) Programma di azione che mira ad una crescita economica e basato su 5 OBIETTIVI: -OCCUPAZIONE -COESIONE SOCIALE -FORMAZIONE -INNOVAZIONE -AMBIENTE
Al 2010 gli obiettivi principali non sono stati raggiunti da tutti gli Stati membri: STRATEGIA “EUROPA 2020” (approvata dal Consiglio Europeo il 17 Giugno 2010) Tre importanti priorità: -Crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione; -Crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; -Crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. I progressi verso la loro realizzazione saranno valutati sulla base del raggiungimento dei 5
Minor numero di “Programmi Nazionali indicatori per ogni di Riforma” (PNR) con obiettivo cadenza annuale NOVITÀ DELLA STRATEGIA “EUROPA 2020” 7 iniziative “faro”: Monitoraggio dei Miniprogrammi di lavoro a progressi a livello supporto del raggiungimento degli obiettivi della strategia nazionale da Europa 2020. parte della Commissione
Obiettivi della Strategia Europa 2020 Target 1) OCCUPAZIONE: Innalzamento del tasso di occupazione +75% della popolazione tra i 24 e i 60 anni 2) RICERCA E SVILUPPO: Investimento del PIL in R&S +3% 3) CLIMA ED ENERGIA: -diminuzione emissioni gas serra (rispetto al 1990) -20% -energie rinnovabili su consumo finale lordo di energia +20% -incremento efficienza energetica (attraverso la riduzione +20% del consumo di energia primaria) 4) EDUCAZIONE: -10% -riduzione abbandono prematuro istruzione -aumento livello di istruzione terziaria +40% 5) POVERTA’ ED ESCLUSIONE SOCIALE: Riduzione della -20.000.000 popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale TRAGUARDI TARGET EUROPEI NAZIONALI
Ad agosto 2019 la stima degli occupati risulta sostanzialmente stabile rispetto a luglio; il tasso di occupazione si attesta al 59,2%.
PRIMO OBIETTIVO: OCCUPAZIONE: Innalzamento del tasso di Target +75% occupazione della popolazione tra i 24 e i 60 anni SECONDO OBIETTIVO: RICERCA E SVILUPPO Target +3% Indicatore: % del PIL investito in R&S TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Target -20% emissioni gas serra Indicatore: emissioni di gas serra anno base 1990 (1990=100) Target +20% energie rinnovabili Indicatore: quota di energie rinnovabili su consumo finale lordo di energia Target +20% efficienza energetica Indicatore: riduzione del consumo di energia primaria (MToe)
PRIMO OBIETTIVO: OCCUPAZIONE. Innalzamento del tasso di occupazione della popolazione tra i 24 e i 60 anni. Target +75%
SECONDO OBIETTIVO: RICERCA E SVILUPPO Target +3% Indicatore: % del PIL investito in R&S
SECONDO OBIETTIVO: RICERCA E SVILUPPO Target +3% Indicatore: % del PIL investito in R&S UNIONE EUROPEA Indicatore 2020=+3% Indicatore 2014=+2,03 % ITALIA Indicatore 2020=+1,53% Indicatore 2014=+1,29 %
TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Target -20% emissioni gas serra Indicatore: emissioni di gas serra anno base 1990 (1990=100)
TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Target -20% emissioni gas serra Indicatore: emissioni di gas serra anno base 1990 (1990=100) UNIONE EUROPEA Indicatore 2020=80 (-20%) Indicatore 2013=80 (-20%) ITALIA Indicatore 2020=87 (-13%) Indicatore 2013=85 (-15%)
TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Target +20% energie rinnovabili Indicatore: quota di energie rinnovabili su consumo finale lordo di energia
TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Risultati Target +20% energie rinnovabili Indicatore: quota di energie rinnovabili su consumo finale lordo di energia UNIONE EUROPEA Indicatore 2020=+20% Indicatore 2014=+15% ITALIA Indicatore 2020=+17% Indicatore 2014=+17,1%
TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Target +20% efficienza energetica Indicatore: riduzione del consumo di energia primaria (MToe)
TERZO OBIETTIVO: CLIMA ED ENERGIA Risultati Target +20% efficienza energetica Indicatore: riduzione del consumo di energia primaria (MToe) UNIONE EUROPEA Indicatore 2020=1483 MToe Indicatore 2014=1507 MToe ITALIA Indicatore 2020=158 MToe Indicatore 2014=143,8 MToe
Italia
Italia
disomogeneità nel raggiungimento degli obiettivi: UNIONE EUROPEA Vicina: Lontana: obiettivi su obiettivi su istruzione occupazione clima ed energia ricerca e sviluppo riduzione della povertà ITALIA Obiettivi raggiunti o prossimi: clima ed energia istruzione
Cenni di Diritto Ambientale
Le principali leggi in materia ambientale sono le seguenti: Regio Decreto n.3267 del 1923 - “Riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani.” Legge n.394 del 1991 - "Legge-quadro sulle aree protette." Legge n.150 del 1992 - "Disciplina dei reati relativi all'applicazione in Italia della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione, firmata a Washington il 3 marzo 1973, di cui alla legge 19 dicembre 1975, n. 874, e del regolamento (CEE) n. 3626/82, e successive modificazioni, nonché norme per la commercializzazione e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possono costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubblica." D.P.R. n.357 del 1997 - "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche" che istituisce la rete europea Natura 2000. Legge n.353 del 2000 - "Legge-quadro sugli incendi boschivi." D.Lgs. n.227 del 2001 - "Orientamento e modernizzazione del settore forestale." D.Lgs. n.42 del 2004 - "Codice dei beni culturali e del paesaggio." D.Lgs. n.152 del 2006 - "Codice dell'ambiente o Testo Unico Ambientale." D.Lgs. n.155 del 2010 - "Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa." D.Lgs. n.121 del 2011 - "Attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni." Tale legge inserisce nuovi reati ambientali nel codice penale e introduce la responsabilità delle persone giuridiche per i reati ambientali. Codice dell'Ambiente - "Testo aggiornato e coordinato." Codice dei beni culturali e del paesaggio - "Testo aggiornato e coordinato."
Per “Testo Unico Ambientale” o “Codice dell'ambiente” si intende il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152, entrato in vigore nel suo testo storico il 29 aprile 2006 e che contiene le principali norme che regolano la disciplina ambientale. l decreto ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali. Disciplina le materie seguenti: Nella parte prima fornisce le Disposizioni generali. Nella parte seconda, le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC). IPPC è l’acronimo di Integrated Pollution Prevention and Control ovvero controllo e prevenzione integrata dell’inquinamento. Questo approccio è stato introdotto con la Direttiva 96/61/CE del 24 novembre 1996, chiamata anche "direttiva IPPC" .La direttiva IPPC prevede un nuovo approccio per la riduzione degli impatti ambientali delle emissioni industriali, attraverso la graduale applicazione di un insieme di soluzioni tecniche (impiantistiche, gestionali e di controllo) messe in atto per evitare o, qualora non sia possibile, ridurre, le emissioni di inquinanti nell'aria, nell'acqua e nel suolo, comprese misure relative ai rifiuti. Queste soluzioni tecniche sono le BAT (Best Available Technique) o MTD (Migliori Tecniche Disponibili). L’adozione delle BAT da parte delle aziende e la prescrizione di queste da parte degli enti competenti è guidata dalle BREFs, le linee guida europee, alcune sono già state recepite dall’Italia decreti ministeriali, altre sono in fase di recepimento. Questi documenti descrivono le tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo presenti sul mercato e le relative prestazioni confrontate con l’impatto ambientale. Nella parte terza, la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e la gestione delle risorse idriche; Nella parte quarta, la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati Nella parte quinta, la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera; e) nella parte sesta, la tutela risarcitoria contro i danni all'ambiente.
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