Incompiuto Siciliano: 10 anni per il censimento del non finito

Pagina creata da Giorgia Di Mauro
 
CONTINUA A LEGGERE
Incompiuto Siciliano: 10 anni
per il censimento del non
finito
La fenomenologia dell’incompiuto ha Patria e radici in un
sistema socio-culturale, quello italiano, che dal secondo
dopoguerra ad oggi ha registrato un proliferare di opere che
si basano su di una promessa evasa, quella di una fisicità,
sospesa e disattesa nel tempo. Ancora da indagare con
accuratezza e profondità, è tuttavia “uno strumento per
interpretare la storia recente del nostro Paese”, come afferma
Andrea Masu, tra i soci       fondatori   dell’Associazione
“Incompiuto Siciliano”.

Formata da un collettivo artistico, Alterazioni Video,
quest’ultimo è composto da 5 membri complessivi, di cui due
residenti in Germania e uno a New York, i quali collaborano
insieme da 15 anni nel campo dell’arte contemporanea. Il
progetto culturale venne avviato nel 2007 insieme ad Enrico
Sgarbi e Claudia D’Aita, ai quali si sono affiancate, oggi,
altre 2 realtà, ossia lo studio di architettura Fosbury
Architecture e l’architetto Antonio Laruffa.

“E’ iniziato tutto contandole”, afferma, “cercando di capire
quante opere incompiute vi sono sul territorio italiano. E, a
distanza di 10 anni, ancora non lo sappiamo! Grazie a diverse
fonti quali archivi, dossier e segnalazioni, possediamo un
archivio online di circa 600 opere incompiute distribuite in
tutta Italia, di cui la maggior parte si trova in Sicilia. Sei
anni dopo la nostra iniziativa nacque il S.I.M.O.I. (Sistema
Informativo Monitoraggio Opere Incompiute) presso il Ministero
dei Lavori Pubblici, il quale riceve le segnalazioni dagli
Enti locali e compila un’anagrafe delle opere incompiute ogni
anno. Ad oggi ne conta oltre 800. Ebbene, sappiate che i
nostri 2 archivi ne condividono solo 24! Solo 24 opere sono
presenti in entrambe gli archivi!”

Leggi anche “Cantieri interrotti: l’incompiuto italiano ha la
sua prima ‘anagrafe’”

Un fenomeno esteso dunque, che origina nel secondo dopoguerra
italiano fino a giungere ai giorni nostri, con un periodo
intenso tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’90.
Immediatamente, quanto esposto apre ad alcune riflessioni, sia
nei numeri complessivi di ciò che si è riuscito a mappare che
nelle interpretazioni differenti su cosa può essere un’opera
incompiuta. Ad esempio, Andrea Masu ci riferisce che,
diversamente dal SIMOI, “Incompiuto Siciliano” non considera
come tali le opere di urbanizzazione primaria quali reti
stradali e fognarie propedeutiche ad un complesso edilizio,
così come la sua ristrutturazione o la variante progettuale.
“Noi, invece” riferisce lo stesso, “teniamo in considerazione
tutte quelle opere incompiute che si possano identificare
visivamente come tali. Per cui ancora nessuno sa, in Italia,
quante esse siano veramente.”

Viadotto, Milazzo (ME) © Incompiuto Siciliano

“Esiste una specificità italiana, legata alle opere pubbliche,
che non esiste in nessun altro territorio del mondo” ci fa
osservare Masu, con gravità. “Stiamo parlando di opere civili
e infrastrutture di ogni ordine e grado: ponti, stadi,
cavalcavia, autostrade, teatri, dighe, scuole, velodromi,
palasport, tanti ospedali e case di cura ecc.” Ma non è un
fenomeno solo italiano, che infatti trova similarità e
testimonianze anche oltre il confine nostrano. “Negli anni
’80, fino a metà dei ’90, a causa della bolla edilizia, in
Spagna è esploso il fenomeno dell’incompiuto, legato però
all’edilizia privata. Lì, appunto, abbiamo molti alberghi,
residence e centri commerciali. Basti dire che, proprio l’anno
scorso, il Padiglione Spagnolo alla Biennale di Venezia vinse
il Leone d’Oro con un progetto legato ad una riconversione di
un’opera incompiuta. Ma così accade anche in Ucraina, Grecia,
Albania e America Latina, ove però si hanno altre tipologie di
opere incomplete.”

Leggi anche: “Roma e le sue città invisibili: intervista al
fotografo Carmelo Battaglia”

Ma perché dare un preciso riferimento geografico nel nome a
tale progetto culturale, ossia quello della Sicilia? Quali
sono le motivazioni? “Siamo partiti dalla Sicilia perché lì il
fenomeno è tipico, nel senso che c’è un numero percentuale di
opere incompiute straordinario rispetto all’Italia”, ci
confida Masu. “Nell’analisi che abbiamo condotto, abbiamo
catalogato opere su tutto il territorio nazionale, ma in
Sicilia è successo qualcosa di differente. Lì, il fenomeno ha
fatto sistema. E’ il prodotto di un’economia specifica,
parassitaria, basata sui finanziamenti pubblici, che ha sì
distribuito ricchezza attraverso il lavoro, ma che non ha
creato valore.”

Approfondimenti

Abusi edilizi - eBook
Roberta Distinto
Obiettivo dell'eBook è quello di chiarire e illustrare le
tematiche dell’illecito edilizio, e il complesso comparto
sanzionatorio     penale    e   amministrativo      previsto
dall’ordinamento alla luce di quanto espresso dal Testo Unico
dell’edilizia.

Wolters Kluwer Italia Scarica un estratto
Dunque, è proprio dalla ricognizione delle opere incompiute
presenti sul territorio nazionale che ha dato loro modo di
individuare questo fenomeno e così di nominarlo, restituendo
un’immagine nella sua complessità e nell’articolazione
attraverso il tempo e lo spazio. “Proprio per questo noi
l’abbiamo definito ‘stile architettonico’” afferma
provocatoriamente Andrea Masu, “anche se creatosi
indipendentemente dalla volontà dei propri progettisti. Ad
oggi è possibile, a distanza di 40 anni, individuarne infatti
gli elementi ricorrenti, un’estensione territoriale, processi
nell’uso dei materiali così come veri e propri stilemi. Questo
tipo di operazione ci ha permesso, nel corso dell’ultimo
decennio, di scrivere un manifesto di questo stile: lo stile
dell’incompiuto.”

Clicca la gallery per vedere una selezione di foto di
Incompiuto Siciliano

Photogallery

Ascensore, Sutera (CL) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Asilo, Valguarnera Caropepe (EN) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

case popolari, Catenanuova © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Case popolari, Messina © Incompiuto Siciliano
Chiudi

Centro polifunzionale, Montalbano Elicona (ME) © Incompiuto
Siciliano

Chiudi

Centro polisportivo, Camporotondo Etneo (CT) © Incompiuto
Siciliano

Chiudi

Cimitero, Marsala (TP) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

consorzio ASI © Incompiuto Siciliano

Chiudi

densità opere incompiute © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Densita opere incompiute Italia © Incompiuto Siciliano

Chiudi

depuratore Scordia © Incompiuto Siciliano

Chiudi

depuratore, Naro (AG) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Diga Gibbesi © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Diga, Mineo (CT) © Incompiuto Siciliano
Chiudi

Duomo, Caprileone (ME) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

elipista Tortorici (ME) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

ex CISS © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Ospedale Croce Rossa, Siracusa © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Ospedale psichiatrico, Ragusa © Incompiuto Siciliano

Chiudi

palaroma Comiso © Incompiuto Siciliano

Chiudi

palasport, Camporotondo © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Palasport, Merí (ME) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

palazzo di cemento, Librino (CT) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

palestra Valguarnera © Incompiuto Siciliano

Chiudi
Palestra, Palagonia (CT) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

parcheggio Modica © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Parcheggio multipiano, Porto Empedocle (AG) © Incompiuto
Siciliano

Chiudi

Parco e centro giovanile, Camaro S.Paolo (ME) © Incompiuto
Siciliano

Chiudi

Pietraperzia © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Piscina Comunale, Naro (AG) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

piscina, Pachino © Incompiuto Siciliano

Chiudi

porcilaia © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Porto Empedocle © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Scale mobili, Messina © Incompiuto Siciliano

Chiudi
Scuola, Gela © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Stadio e pista d'atletica, Villaseta (AG) © Incompiuto
Siciliano

Chiudi

strada, Cammarata (AG) © Incompiuto Siciliano

Chiudi

Viadotto, Siculiana (AG) © Incompiuto Siciliano

Chiudi
A celebrare questo “stile”, negli anni, vi sono state mostre,
incontri, conferenze, workshop, performance, un film e anche
un festival tenutosi all’interno di tali opere. A distanza di
10 anni, la ricerca complessiva svolta finora verrà condensata
e pubblicata, per la prima volta, in un libro. Proprio in
questi giorni è partita una campagna di crowdfunding a
supporto diretto dell’iniziativa. Ma quale sarà la prossima
fase? “Senza dubbio è quella dell’intervento diretto sulle
opere incompiute” secondo la voce diretta dell’intervistato.
“Da diverso tempo, abbiamo avviato una collaborazione con
architetti, ingegneri, urbanisti, ma anche antropologi,
musicisti e filosofi, al fine di capire come possiamo
intervenire su questa eredità che riceviamo dal passato.

Cosa puoi fare con le opere incompiute? Abbiamo individuato 4
possibilità:
1) le finisci, laddove è possibile ed è economico, ma solo se
questo completamento ha una ragione;
2) cambi destinazione d’uso, ossia quell’opera la fai
diventare qualcos’altro rispetto al progetto iniziale;
3) le demolisci, quando riesci ad affrontare questa opzione
nei costi di demolizione, di smaltimento dei detriti e di
bonifica dei terreni;
4) le lasci così come sono, cercando di intervenire ad un
grado zero, minimo, mettendole in sicurezza e aprendole di
nuovo agli scambi col resto del sociale. Le opere incompiute
sono, sostanzialmente, dei cantieri mai terminati,
inaccessibili a chiunque, e perciò delle vere e proprie
porzioni di territorio sottratte alla rete delle relazioni,
degli scambi. Questo è il primo passo rispetto a questi
luoghi, monitorando quelli che possono essere gli usi
informali che si sviluppano all’interno di tali spazi. Essi
possono dare delle indicazioni su una nuova vocazione di
queste strutture, tutta da scoprire e sulla quale tornare a
progettare, perché di fatto non sono mai state nulla.”

Si aprono, dunque, varie possibilità con le quali operare, ma
da valutare caso per caso. “Uno dei primi passaggi che abbiamo
cercato di definire in un protocollo d’intervento, da noi
elaborato, prevede, per esempio, una mappatura aggiornata dei
bisogni del territorio.” Continua Masu: “quell’ospedale, quel
palasport, quella piscina, iniziato a costruire 30 anni fa, è
ancor oggi necessario? E che cosa, invece, lo è? E se non lo
sono, che cosa invece lo sarebbe? Questo rompe un po’ una
sorta di tensione ideologica, se vogliamo anche populista e
demagogica, legata alle opere incompiute, scandita da slogan
come: ‘Le finiamo tutte!’”.

In conclusione, e parallelamente a questo filone, “in questo
momento stiamo cercando di fare una ricognizione attraverso un
incompiuto storico” ci rivela Andrea Masu, “come il complesso
della Chiesa di Venosa, di San Petronio a Bologna o la Chiesa
dei Benedettini a Catania. Queste opere, rimaste incompiute ma
appartenenti al tessuto sociale e di vita, tuttavia non
scandalizzano neanche più e tale segno è stato socialmente
assimilato.”

Per ulteriori informazioni, si consiglia di consultare la
pagina web e la pagina Facebook
Approfondimenti

I reati urbanistico-edilizi
Paolo Tanda
Il volume è dedicato ai reati urbanistico-edilizi ed offre
un’accurata ricostruzione delle elaborazioni dottrinali, degli
orientamenti giurisprudenziali più recenti (soprattutto della
Suprema Corte di Cassazione e della Corte europea dei diritti
dell’uomo) e degli interventi ‘’correttivi’’ della Corte
Costituzionale. L'opera si sofferma sul sistema sanzionatorio
predisposto dal Testo Unico in materia di edilizia,
analizzando i molteplici illeciti.

Cedam Acquista su shop.wki.it
Leggi anche: Opere incompiute in Italia: una panoramica sui
restauri mai terminati

Opere incompiute in Italia: strutture sportive, restauri e
riqualificazioni

Opere incompiute in Italia: dove non si fa che cosa
Puoi anche leggere