In breve, la femmina si trovava in una situazione impossibile

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situazione impossibile»
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Venerdì scorso è morta Elaine Morgan (aveva 92 anni), studiosa dell’evoluzione
antropologica e divulgatrice della teoria delle scimmie acquatiche. Nel 1972
scrisse L’origine della donna, che divenne subito un best seller mondiale, tradotto in
venticinque paesi ma ignorato dalla comunità scientifica. Lo si capisce fin dal titolo: il libro
costituì una vera e propria sfida alle interpretazioni dell’evoluzione, tutte in chiave andro-
centrica, e al ruolo predominante che in quelle ipotesi ha il maschio cacciatore riportando al
centro dell’evoluzione della specie la donna, i bambini e l’acqua. È stata “accusata” di
femminismo, ma nessuno è mai riuscito a confutare seriamente le sue teorie. Nel 2003, sul
Guardian venne pubblicato un lungo articolo intitolato “Vieni dentro. L’acqua è bella.
Finalmente, Elaine Morgan, sostenitrice della teoria della scimmia acquatica e autrice del
best seller L’origine della donna, viene presa seriamente dalla comunità scientifica”.

Capitolo 1: Il mito creato dall’uomo.

     Stando al libro della Genesi, Dio creò per primo l’uomo. La donna fu non soltanto
     un ripensamento, ma un’amenità. Per quasi duemila anni si ritenne che questo
     sacro testo giustificasse la sua subordinazione e ne spiegasse l’inferiorità;
     poiché, anche in quanto copia, ella non era una copia molto ben riuscita.
     Esistevano differenze. La donna non costituiva una delle più belle opere di Dio.
     …

     … In quasi tutta la letteratura che si occupa delle differenza tra i sessi serpeggia
     sotto sotto, una tesi sottile secondo la quale la donna sarebbe un uomo “nato
     storto”; La donna cioè, sarebbe una versione distorta dello stampo originario. Gli
     uomini sarebbero la norma e noi donne saremmo la deviante.

     Ci si sarebbe potuti aspettare che quando Darwin si fece avanti e scrisse una
     versione completamente diversa dell’origine dell’uomo questa tesi venisse
     sradicata, poiché Darwin non riteneva che la donna fosse un ripensamento: egli
     pensava che l’origine di lei fosse come minimo contemporanea a quella
     dell’uomo. Ciò avrebbe dovuto portare a una sorta di sfondamento nei rapporti
     tra sessi. Invece non fu così.

     Quasi subito gli uomini si dedicarono al compito per essi congeniale e
     affascinante di elaborare tutta una serie completamente nuova di ragioni in
     seguito alle quali la donna era manifestamente un essere inferiore e
     irreversibilmente subordinato. Da allora hanno continuato a dedicarvisi
     allegramente. Anziché alla teologia, ricorrono alla biologia e all’etologia e allo
     studio dei primati, ma vi ricorrono per pervenire alle stesse conclusioni. ….

     … La leggenda del retaggio della giungla e dell’evoluzione dell’uomo in quanto
     carnivoro cacciatore ha affondato nella mente del maschio radici salde quanto
quelle della genesi….

…. Ho una considerevole ammirazione per gli scienziati in generale e per gli
studiosi dell’evoluzione e dell’etologia in particolare, e sebbene ritenga che
talora essi siano andati fuori strada, ciò non è accaduto esclusivamente in
seguito a pregiudizi. In parte la cosa è dovuta ad un puro incidente semantico, al
fatto che “uomo” è un termine ambiguo, significa la specie; e significa inoltre il
maschio della specie. Se si incomincia a scrivere un libro sull’uomo ….
incomincia a formarsi nel pensiero un’immagine mentale di questa creatura in
evoluzione. Sarà un’immagine maschile, e l’uomo diverrà l’eroe del racconto:
Ogni cosa e chiunque altro nel racconto si riferiranno a lui. …

…. Quanto più continuavo a leggere i libri scritti dall’uomo su se stesso, tanto più
anelavo a trovare un volume che cominciasse in questo modo: “Allorché la prima
antenata della stirpe umana discese dagli alberi, non si era ancora sviluppato in
lei quel cervello formidabile che doveva distinguerla così nettamente da tutte le
altre specie”.
Naturalmente la femmina non fu la prima antenata più di quanto lo fu il maschio,
ma non lo fu neppure meno di lui. Si trovava là, sempre, anch’essa, e contribuì
con una metà dei geni ad ogni successiva generazione. Quasi tutti i libri si
dimenticano di lei per la maggior parte del tempo. La trascinano in scena,
alquanto all’improvviso, per l’obbligatorio capitolo sul sesso e la riproduzione,
dopo di che dicono “Benissimo, amore, ora puoi andartene”, e riprendono a
dissertare sull’argomento davvero sostanzioso del Potente Cacciatore con le sue
belle armi nuove e le sue belle, nuove gambe diritte, intento a correre sulle
pianure del pleistocene. ….

… Si ritiene che quasi ogni nostra caratteristica sia derivata da ciò. Se la nostra
andatura è eretta, ciò è dovuto al fatto che il Potente Cacciatore dovette erigersi
allo scopo di scrutare l’orizzonte per cercare la preda. Se viviamo nelle caverne,
fu perché i cacciatori avevano bisogno di una base cui fare ritorno. Se
imparammo a parlare, fu perché i cacciatori dovevano progettare il safari
successivo e vantarsi dell’ultimo. Desmond Morris, cogitando sulla forma del
seno femminile dedusse all’istante che le mammelle si erano evolute in quanto il
compagno della donna era diventato un potente cacciatore, e difese questa tesi
assurda con la più grande ingegnosità. C’è un qualcosa nella figura di Tarzan che
li ha ipnotizzati tutti.
Il primo mistero è: che cosa accadde durante il pliocene? … … Che cosa accadde
agli australopitechi?
Secondo interrogativo: Perché camminavano eretti? Dovette esservi una ragione
davvero potente in seguito alla quale fummo costretti per un lungo periodo di
tempo a camminare sugli arti posteriori sebbene quell’andatura fosse più lenta.
Dobbiamo scoprire tale ragione. …

…Altro interrogativo: Perché la scimmia nuda divenne nuda?
Desmond Morris sostiene che, a differenza di carnivori più specializzati, come i
leoni e gli sciacalli, la scimmia ex vegetariana non era fisicamente attrezzata
“per lanciarsi fulmineamente verso la preda”. Avrebbe sofferto “un caldo
eccessivo durante la caccia, e la perdita del pelo sarebbe stata di grande
importanza nei momenti supremi della caccia stessa”. Ecco un esempio di
perfetto modo di pensare androcentrico. Esistevano due sessi anche allora ed io
non credo che sia mai stato così semplice privare una femmina della pelliccia,
soltanto per evitare al buon maschio di coprirsi di sudore durante i suoi momenti
supremi. …

… Questo problema sarebbe potuto essere risolto dal dimorfismo: la perdita del
pelo più accentuata in un sesso che in un altro. E fu così, naturalmente, ma
sfortunatamente per i tarzaniani, fu la femmina che restava in casa a diventare
più nuda, e fu il surriscaldato cacciatore a conservare i peli sul petto.
Domanda successiva: Perché la nostra vita sessuale è diventata così complessa
e sconcertante?

La risposta che si da, non ho quasi bisogno di dirlo è la seguente: tutto cominciò
quando l’uomo divenne un cacciatore. Egli doveva percorrere lunghi tragitti per
inseguire la preda e cominciò a preoccuparsi di quello che avrebbe potuto
combinare la sua piccola donna…. Divenne necessario, così si racconta, stabilire
un sistema di “legame di coppie”,… “il metodo più semplice e più diretto per
riuscirvi consisteva nel rendere più complicate e più ricche di compensi le
attività condivise dalla coppia. In altri termini nel rendere il sesso più sexy”.

A tale scopo, alle nude scimmie spuntarono i lobi delle orecchie, narici carnose e
labbra che sporgevano in fuori, tutto ciò, si sostiene, affinché gli individui si
stimolassero vicendevolmente fino alla frenesia. I capezzoli della signora
scimmia divennero intensamente erogeni, essa inventò e brevettò l’orgasmo
femminile e imparò a reagire sessualmente in ogni momento…. Inoltre le
scimmie decisero di passare al sesso faccia a faccia, in luogo del maschio che
montava la femmina da tergo, come in precedenza, perché questo nuovo
metodo portava ad un “sesso personalizzato”. … Ciò mise alquanto in imbarazzo
la signora Scimmia Nuda. Fino a quel momento, la cosa elegante da esibire negli
approcci sessuali era consistita in “un paio di natiche carnose, emisferiche”. Ora,
di colpo, le natiche non la facevano approdare a niente. Si avvicinava al
compagno facendo a più non posso segnali di identità soltanto frontali con i suoi
bei nuovi lobi delle orecchie e con le narici, ma, per una ragione o per l’altra, il
maschio non voleva semplicemente saperne. Sentiva la mancanza degli emisferi
carnosi, capite. La situazione era critica, insiste il dottor Morris. “Se la femmina
della nostra specie voleva spostare con successo l’interessamento del maschio
verso la parte anteriore, l’evoluzione avrebbe dovuto fare qualcosa per rendere
più stimolante la regione frontale”. Indovinate che cosa? Di primo acchito la
femmina puntò su un secondo paio di emisferi carnosi nella regione toracica e
noi fummo salvati una volta di più per un pelo. Queste sono tutte ipotesi
appassionanti, ma non possono di certo essere prese sul serio. I branchi di lupi
riescono a collaborare senza tutto questo armamentario erotico. ….

…E soprattutto, da quando in qua una intensificata sessualità ha garantito
un’accresciuta fedeltà? Se il maschio della scimmia nuda poteva vedere tutto
questo aggiunto potenziale sessuale nella propria compagna, come avrebbe
potuto non accorgersi che la stessa cosa accadeva a tutte le altre femmine
intorno a lui? Quale effetto si ritiene che ciò avrebbe potuto avere su di esso,
specie più avanti nella vita, quando si fosse accorto che i quattro emisferi della
sua signora scimmia diventavano un po’ meno carnosi di un tempo?

Non abbiamo ancora incominciato con gli interrogativi non posti. Prima di
concludere il presente capitolo, accennerò soltanto a due di essi fra tanti. Primo:
se l’orgasmo femminile si determinò nella nostra specie per la prima volta allo
scopo di fornire alla femmina “una ricompensa di comportamento”
    dell’accresciuta attività sessuale, perché in nome di Darwin, la faccenda è stata
    così abbarrocciata che si sono avute intere tribù e intere generazioni di donne
    quasi inconsapevoli della sua esistenza? …

    Secondo: perché nella nostra specie il sesso è divenuto così strettamente legato
    all’aggressività?
    In quale modo il sesso e l’aggressività, i due inconciliabili del regno animale,
    divengono soltanto nella nostra specie così strettamente connessi che i termini
    relativi all’attività sessuale li si ringhia come insulti e imprecazioni? In quali
    termini evolutivi dobbiamo spiegare il marchese De Sade e gli echi sotterranei
    che il suo nome evoca in tante menti umane?
    Non, ritengo, nei termini di Tarzan. E’ tempo di affrontare nuovamente l’intero
    problema dall’inizio: questa volta dal lato femminile e seguendo una strada
    completamente nuova.

Capitolo 2: La via di scampo

    Tanto tempo fa, dunque, indietro nel tempo fino al mite miocene, esisteva una
    scimmia pelosa, generalizzata, vegetariana, preominide. In essa non si era
    ancora sviluppato il cervello efficientissimo che distingue oggi la donna da tutte
    le altre specie. ….

    …. Come i gorilla attuali, essa si procurava il cibo sugli alberi e dormiva tra i
    rami, ma trascorreva parte del proprio tempo al suolo. Tuttavia era più piccola e
    più leggera di un gorilla; e non era fiduciosamente persuasa come il gorilla che la
    sua specie potesse sconfiggere qualsiasi altra creature in quella parte delle
    foreste.

    Dopo un paio di milioni di anni di questa pacifica esistenza le prime ondate di
    calura torrida del pliocene cominciarono a inaridire il continente africano. Tutto
    intorno alla foresta gli alberi cominciarono a disseccarsi nella siccità e furono
    sostituiti da boscaglia e prateria. … … Si rese subito conto che là non si sarebbe
    trovata a suo agio. Disponeva di quattro mani più adatte ad afferrare che a
    camminare e al suolo non era molto veloce …. Nella foresta aveva variato
    spesso la propria dieta a base di frutta cibandosi di piccoli insetti e di bruchi, e
    per molto tempo questo fu il solo cibo che le riuscisse di trovare e che le
    sembrasse remotamente edibile. Non pensò mai di scavare in cerca di radici,
    non era molto intelligente. …. Divenne orrendamente magra e malconcia. …

    I suoi fratelli maschi erano probabilmente più forti e meglio equipaggiati … il
    proconsole ci si dice aveva “grossi canini fatti per battersi”. Ardrey li paragona ai
    “magnifici pugnali sfoggiati dalle scimmie antropomorfe e dai babbuini”. Ma non
    è esattamente vero che tutti i babbuini sfoggiano magnifici pugnali. Soltanto i
    babbuini maschi li hanno. …. Può darsi benissimo che sia stato così anche per le
    scimmie del pliocene, pertanto, mentre il fratello della nostra femmina, se
    raggiunto da qualche animale delle dimensioni, diciamo, di un gattopardo
    americano, poteva infliggere alcune lacerazioni assai dolorose, essa poteva fare
    poco più che rosicchiargli ostinatamente l’orecchio mentre il felino la squartava
    da cima a fondo. ….
In breve la femmina si trovava in una situazione impossibile. Il solo cibo
esistente in abbondanza era l’erba, che il suo stomaco non era in grado di
digerire. Tutto in quell’ambiente (tranne gli insetti) era o più grosso, o più feroce,
o più veloce di lei. Molti degli animali erano più grossi, più feroci e più veloci. ….
Tenuto conto delle circostanze, essa poteva diventare una cosa sola, e lo
divenne subito. Finì col diventare il pranzo del leopardo. ….

L’obiezione del lettore in genere è più sentita. Se questo primate disceso dagli
alberi si estinse, che ne fu del lieto fine? E noi?

Farò adesso una completa confessione e ammetterò che quella scimmia
femmina non fu effettivamente la nostra nonna, ma una pro-prozia dal lato
materno, così sfortunata da vivere al centro di un continente. Centinaia e
centinaia di chilometri più lontano, nei pressi della costa, viveva una sua cugina
della stessa specie…
… Essa constatò con gioia che ogni creatura sulle spiagge o nell’acqua era o più
piccola, o più lenta, o più pavida di quanto lo fosse lei.
Passò con disinvoltura, quasi senza rendersene conto, dall’abitudine di cibarsi di
piccoli insetti striscianti a quella di nutrirsi con piccoli striscianti gamberetti e
granchiolini. C’erano migliaia di uccelli marini che nidificavano sulle scogliere, e
poiché essa possedeva mani capaci di una salda presa e non soffriva di capogiri,
colmò un’altra nicchia ecologica vuota andando in cerca di uova. Oltre ai
gamberetti, esistevano grosse creature dai gusci più duri, che assomigliavano ai
mitili, ostriche e aragoste. Il suo compagno era solito stritolare i gusci o aprirli a
forza con i denti simili a pugnali; essa invidiava ciò perché, non possedendo
canini così lunghi, non sempre riusciva a sfamarsi. In un ozioso pomeriggio, dopo
parecchi tentativi ed errori prese un ciottolo – ciò non richiese assolutamente
una particolare fortuna perché la spiaggia era coperta da migliaia di ciottoli -,
colpì con esso uno dei gusci, e il guscio si spaccò. Provò ancora e ogni volta il
risultato fu lo stesso. Così la femmina cominciò a servirsi di strumenti e il
maschio la osservò e la imitò. ….

…. Ogni volta che accadeva qualcosa di allarmante dalla parte dell’entroterra – o
talora soltanto perché stava facendo così caldo – essa tornava ad addentrarsi
nell’acqua fino alla vita, o addirittura fino al collo. Ciò significava, naturalmente,
che era costretta a camminare eretta sugli arti posteriori. Si trattava di
un’andatura lenta e goffa, specie all’inizio, ma era assolutamente essenziale se
la scimmia voleva mantenere la testa sopra la superficie dell’acqua. …

…. La scimmia trascorreva tanto di quel tempo nell’acqua che la pelliccia finì con
il diventare per essa soltanto un fastidio. …. La pelliccia bagnata a terra non
serve a nessuno, e la pelliccia nell’acqua tende a rallentare il nuoto. Essa
cominciò a trasformarsi in una scimmia nuda per la stessa ragione in seguito alla
quale la focena si trasformò in un cetaceo nudo, l’ippopotamo in un nudo
ungulato, il tricheco in un nudo pinnipede, e il lamantino in un nudo sirenide. …

Questa teoria acquatica dell’evoluzione umana venne proposta per la prima
volta dal professore di biologia marina Sir Alister Hardy, in un articolo pubblicato
da “The New Scientist” nel 1960. …

… Ricapitoliamo alcune altre tesi di Sir Alister. Non era stata soltanto l’assenza di
peli degli uomini a indurlo a suggerire l’idea, …. Sul corpo umano i peli residui
seguono esattamente le linee che verrebbero seguite dallo scorrere dell’acqua
     su un corpo il quale notasse. Se i peli, a scopi idrodinamici, si fossero adattati
     alla direzione della corrente prima di venire in ultimo eliminati, questo è per
     l’appunto quanto dovremmo aspettarci di osservare. … Fece rilevare che il modo
     migliore di mantenersi caldi in acqua consiste nel disporre di uno strato di grasso
     sottocutaneo, analogo al grasso della balena, … e che nell’Homo sapiens, unico
     esempio tra i primati, si è effettivamente sviluppato tale strato, la cui esistenza
     non ha mai potuto essere spiegata altrimenti.

     … Tuttavia, si sarebbe trattato di un vantaggio formidabile per il piccolo se i
     capelli della madre fossero stati lunghi abbastanza per avvolgervi le dita; se i
     capelli avessero galleggiato intorno a lei per un metro circa alla superficie
     dell’acqua, il piccolo non sarebbe stato costretto a seguire una direzione tanto
     precisa nuotando verso la madre quando avesse voluto riposarsi. Ciò
     spiegherebbe inoltre l’esempio di dimorfismo che nessuno ha mai chiarito in
     modo plausibile … A junior non sarebbe importato che la testa di “papà” fosse
     stata liscia e scivolosa, perché nell’acqua, come in precedenza sugli alberi, la
     madre era quella a cui si avvinghiava. …

     Poiché stiamo parlando di piccoli, diamo ancora un’occhiata ai seni. La femmina
     di scimpanzé allatta perfettamente il piccolo mediante un paio di striminziti
     piccoli capezzoli situati su una superficie pettorale alquanto piatta, e non esiste
     nessuna ragione immediata e apparente per cui la scimmia nuda non avrebbe
     potuto fare altrettanto. Ma le donne sono diverse; e la teoria androcentrica
     decisamente prediletta vuole che la differenza costituisca un miglioramento
     estetico e che si sia evoluta come una sorta di stimolo sessuale.

     Questo è essenzialmente un ragionamento circolare: “trovo questo attributo
     sexy: per conseguenza deve essersi evoluto affinché io potessi trovarlo sexy”. E’
     come dire che la donna cammina ancheggiando perché ciò attrae il maschio. In
     effetti, essa cammina ancheggiando soltanto perché i suoi figli sono così
     intelligenti. La necessità di far passare la testa di un bambino dal cranio
     voluminoso attraverso l’apertura pelvica ha impedito al suo scheletro di adattarsi
     alla deambulazione bipede con la stessa grazia dei suoi fratelli; e i maschi
     trovano questo difetto attraente soltanto perché lo associano alla femminilità.

     …Pertanto vi occorrono in realtà due cose: avete bisogno che il capezzolo si
     abbassi parecchio di più, e vi serve una massa di qualcosa di meno ossuto,
     qualcosa di duttile che abbia le dimensioni giuste affinché, con le piccole mani,
     riusciate a mantenere la presa mentre le giacete in grembo e a guidare le labbra
     verso il punto giusto. O, se volete, a guidare il punto giusto verso le vostre
     labbra. E poiché siete il centro dell’evoluzione, quello che vi occorre in ultimo lo
     ottenete. Ottenete due bei seni penduli e soffici, facili a tenersi quanto un
     biberon e ridete.

Una bella intervista:

Twitter: @glsiviero
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