Il Porto di Messina tra passato e presente: storia, paesaggio, cartografia e territorio The Harbor of Messina between past and present: history ...

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Il Porto di Messina tra passato e presente: storia, paesaggio, cartografia e territorio The Harbor of Messina between past and present: history ...
EUT EDIZIONI UNIVERSITÀ DI TRIESTE

Bollettino della ASSOCIAZIONE ITALIANA di CARTOGRAFIA                           2020 (170), 165-177

ISSN 2282-572X (online) ISSN 0044-9733 (print)                                  DOI: 10.13137/2282-572X/32249
http://www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/9933

Il Porto di Messina tra passato e presente: storia, paesaggio, cartografia e
territorio
The Harbor of Messina between past and present: history, landscape,
cartography and territory

Paolo Mazzeo, Stefano Paderni
Università di Messina; pmazzeo@unime.it, stefano.paderni@gmail.com

Riassunto                                                                     Abstract

La ricerca ha come principale obiettivo l’indagine storica, geografica        The aim of this work is the historical, geographical and cartographic
e cartografica su alcune caratteristiche e sulle principali funzioni del      investigation of some characteristics and the main functions of the
porto della città di Messina tra il XII ed il XVI secolo, messe a con-        harbor of the city of Messina between the 12th and 16th centuries,
fronto con il quadro attuale.                                                 compared with the current framework.
L’analisi cercherà di ricostruire aspetti della facies urbana della cit-      We will try to reconstruct aspects of the urban “facies” of the city and
tà e in particolare il ruolo svolto dal suo porto, tra l’epoca basso-         in particular the role played by its port, between the low-medieval age
medievale e la prima età rinascimentale. A causa della sostanziale            and the early renaissance period. Due to the deficiency and general-
carenza e di una certa genericità delle rappresentazioni del periodo          ity of the representations of the medieval period concerning the port
medievale riguardanti il porto di Messina, solo attraverso lo studio          of Messina; only through the study of historical and literary sources
delle fonti storiche e letterarie è possibile ricostruirne un’immagine        scholars can reconstruct a fairly reliable image of the city and its har-
abbastanza attendibile. Tra il XII ed il XVI secolo la città ed il suo por-   bor between the XII and XVI centuries. Messina and its port are the
to risultano essere scenario di vivaci scambi commerciali così come           scene of lively trade exchanges as well as war operations for the con-
di operazioni belliche per il controllo del territorio e, più in generale,    trol of the territory and, more generally, of the Mediterranean Sea.
del Mediterraneo.                                                             Later the investigation will focus on the analysis of the most popular
L’indagine successivamente verterà sullo studio delle rotte più diffu-        routes departing from the City of Strait. Messina is today the first har-
se con partenza dallo scalo della città dello Stretto. Messina è oggi il      bor in Italy for passengers’ movement and recently, with the change
primo porto d’Italia per movimenti passeggeri e recentemente, con             in the type of maritime transport, a cruise embarkation and disem-
il cambiamento della tipologia dei trasporti marittimi, punto di im-          barkation point for important shipping agencies. The docking, for its
barco e sbarco crocieristico di numerose ed importanti agenzie di             strategic position, is considered one of the safest natural ports in the
navigazione. L’approdo è ritenuto, per la sua posizione strategica,           Mediterranean Sea. For these reasons it is essential to understand the
uno dei porti naturali più sicuri del Mediterraneo e sarà importante          role of the territory surrounding the port area and the natural land-
studiare il ruolo del territorio che circonda la zona portuale, il pae-       scape, to grasp, between continuity and discontinuity, the “signs” of
saggio naturale e cogliere, tra continuità e discontinuità, i “segni”         exploitation of the area.
dello sfruttamento dell’area.

Parole chiave                                                                 Keywords

Messina, Porto, Storia, Cartografia e territorio                              Messina, Port, History, Cartography and territory

Mentre l’impostazione della ricerca e l’analisi delle fonti è comune ai due autori, a S. Paderni sono da attribuire i paragrafi 1 e 2
e a P. Mazzeo il paragrafo 3.

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P. MAZZEO, S. PADERNI                         Il Porto di Messina tra passato e presente: storia, paesaggio, cartografia e territorio

1. La Città e il Porto in età Medievale                          poi l’“immensa profondità” dello Stretto e la pericolosi-
                                                                 tà, ben nota a tutti i naviganti, del suo attraversamento.
Dallo studio delle fonti arabe a nostra disposizione è                ‘Ibn al Atir fornisce alcune notizie su Messina, sul
possibile ricostruire il quadro di una Città che, a parti-       porto e sul sistema difensivo (Amari, 1880-1881, I,
re dalla conquista araba dell’843, ha rivestito un ruolo         pp. 353-357). Nell’842 ‘Al Fadl, “… sbarcò con un’arma-
di grande importanza come base militare, porto-rifugio           ta nel porto di Messina; sparse intorno le gualdane, le
e avamposto strategico fortificato nel Mediterraneo;             quali fecero gran preda” (Amari, 1880-1881, I, p. 374);
in particolare, gli studiosi insistono sulla funzio-             nel 901 una potente armata fu allestita da un altro
ne della Città quale “porta” della Sicilia, “ponte” ver-         condottiero, ‘Abu ‘al ‘Abbas, e condotta da Messina a
so la Penisola italiana, il Nord-Africa ed i territori del       Reggio, occupata tra il mese di giugno ed il luglio di
Mediterraneo orientale (Braudel, 1966, p. 177; Giarrizzo,        quello stesso anno. Depredata la città calabrese, ‘Abu
1978, pp. 406-414; Maurici, 1995, pp. 49-54; Houben,             ‘al ‘Abbas avrebbe fatto ritorno a Messina, attaccandola
1996, pp. 159-160; Tramontana, 2000, pp. 101-187;                con successo: “… nel cui porto avendo trovate delle navi
Bresc, 2002, pp. 97-127).                                        che venivano da Costantinopoli, ne prese ben trenta e
    Il Geografo arabo Idrisi, nel suo Libro del Re               fece ritorno alla capitale” (Amari, 1880-1881, I, p. 374).
Ruggero, sottolinea la felice ubicazione geografica              Come si evince con chiarezza dall’analisi appena con-
di Messina “... adagiata su una delle punte orientali            dotta, l’importanza fondamentale di Messina derivava
dell’isola e cinta ad ovest dai monti” (Rizzitano, 1996,         dalla sua privilegiata posizione di porta della Sicilia,
p. 36). Alle annotazioni sulla particolare ricchezza del         strategico “ponte” militare e commerciale verso la pe-
territorio, che nel corso dei secoli aveva attirato l’in-        nisola italiana e l’Oriente. Costituiva, infatti, una base
teresse di molti popoli, il Geografo ne aggiunge altre           logistica d’eccellenza ed una piattaforma operativa per
sulla straordinaria importanza strategica e commer-              intraprendere spedizioni verso la terraferma.
ciale del suo porto: “Messina è da comprendere fra i                  Anche attraverso l’esame degli storici di età normanna
paesi più illustri e prosperi anche per il continuo an-          è possibile valutare compiutamente l’importanza strate-
dirivieni di viaggiatori. (...) Essa ospita un arsenale,         gica della Città, significativamente definita nella cronaca
quindi è qui che ormeggiano e da qui salpano le im-              malaterriana “clavis Siciliae”. Tra le fonti a nostra dispo-
barcazioni provenienti da tutti i paesi costieri dei Rum         sizione possiamo annoverare l’Historia Normannorum di
[Bizantini]” (Rizzitano, 1996, p. 36).                           Amato di Montecassino. Risulta di sicuro interesse la no-
    Altre interessanti informazioni provengono dagli             tizia sulla costruzione di una “grant forteresce” (grande
storici arabi ‘Ibn Gubayr ed ‘Ibn al Atir i quali, nell’a-       fortezza), subito dopo la presa di Messina, nel 1061, da
nalizzare le vicende della conquista musulmana della             parte del duca normanno Roberto il Guiscardo. Più in
Sicilia (Amari, 1933), trattano di operazioni militari           generale, dalla fonte ricaviamo un quadro, spesso niti-
svoltesi a Messina e menzionano fasi di assedio con ri-          do anche se indiretto, della centralità strategica del sito
ferimento al porto ed alle fortificazioni. Testimone di-         messinese ed in particolare del suo porto nella politica
retto di molti dei fatti che narra, ‘Ibn Gubayr descrive         peninsulare e mediterranea dei Normanni (Tramontana,
dettagliatamente Messina; in particolare, l’attenzione si        2000, pp. 97-127; Bresc, 2002, p. 105). Messina è, infat-
incentra sul porto, di cui viene sottolineata la rilevanza       ti, spesso citata nel contesto di operazioni belliche con-
economica e strategica: esso era “la meta dei legni che          tro gli Arabi, sia come oggetto di aspre contese per il
solcano il mare venendo da tutte le regioni: comodissi-          suo controllo, sia come punto di partenza per spedizio-
mo [soggiorno] pel buon mercato [delle cose]”; ed an-            ni in Sicilia, in Calabria e Puglia. Il porto di Messina,
cora: “mirabilissimo poi il suo tra tutti i porti di mare;       come del resto prevedibile, si trova spesso al centro di
poiché non è sì grosso legno che non possa avvicinare            importanti azioni belliche. Interessanti sono, ad esempio,
da toccar quasi la terra: e vi si passa mettendo soltanto        le annotazioni di Amato sull’attacco normanno, guidato
un’asse, su la quale salgono i facchini co’ pesi in spalla”      dal conte Ruggero, contro Messina nel 1061 (Amato di
(Amari, 1880-1881, I, pp. 144-146). Non viene taciuta            Montecassino, 5, 10–5, 19, in part. 5, 13-15).

                                                                                                         ISSN 2282-572X (online)
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    Un’altra opera a cui fare riferimento è il De Rebus             Malaterra, ci consente di valutare compiutamente la
Gestis Rogerii Calabriae et Siciliae Comitis et Guiscardi           strategia del Gran Conte tesa a rafforzare Messina ed il
Ducis fratris eius di Goffredo Malaterra, nella quale               suo porto attraverso un sistematico programma di in-
vengono riportati alcuni passi su operazioni militari               terventi edilizi. Non a caso, verranno realizzati a partire
che hanno Messina ed il suo porto come obiettivo o                  dal 1086 l’arsenale militare ed un palatium, di fronte al
scenario (Malaterra, 1, 3-1, 10; 2, 6-2, 10; 2, 13; 2, 18).         porto, che può essere identificato con il Palazzo regio di
Nel capitolo 32 del libro terzo, troviamo un’importante             cui tesse le lodi ‘Ibn Gubayr.
indicazione circa la fortificazione dell’area portuale, nel             Nel volume 27 dei Monumenta Germaniae Historiae,
1082, da parte del conte Ruggero I, attraverso “funda-              Ex gestis Henrici II et Ricardi I, sono riportate notizie
menta castelli”, “turres” e “propugnacula”: “artificiosis           riguardanti la protezione dell’ingresso dell’area portua-
caementariis conductis, fundamenta castelli, turresque              le attraverso la presenza del Castello di Matagrifone
apud Messanam iacens, aedificare coepit” (Malaterra, 3,             e del Monastero bizantino munito del San Salvatore.
32). Circa l’esito finale dei lavori relativi alla torre ed al      A conferma del ruolo spiccatamente militare svolto
propugnacolo, lo Storico sottolinea che queste strutture            dal monastero a protezione del porto, l’autore indica
sarebbero state immensae altitudinis: ciò a testimonian-            che “Secunda die Octobris cepit rex anglie castellum
za dell’importanza straordinaria che Messina, clavem                munitissimum quod est in medio fluminis del Far in-
Siciliae (Malaterra 3, 32), rivestiva nei piani strategici          ter Calabria et Messanam, quod dicitur Monasterium
del Normanno.                                                       Griffonum [ovvero il San Salvatore]” (Ex gestis Henrici,
    Altre importanti fonti sono la Historia o Liber de              p. 117). Troviamo poi altri riferimenti al “Monasterium
Regno Siciliae e la Epistola ad Petrum attribuite allo              Griffonum” e ad una “turris lapidea iuxta fossatum re-
pseudo Ugo Falcando (Balzani 1909, pp. 231-232, nota                gis Angliae” (Ex gestis Henrici, p. 120). Allo stato at-
1). Il Liber de Regno Siciliae, descrivendo i fatti avvenuti        tuale delle ricerche risulta arduo identificare quest’ulti-
tra il 1154 ed il 1169, riporta la notizia della richiesta,         ma struttura (Castello di Matagrifone?). Interessante il
da parte del re, di alcune galee con equipaggio e dota-             seguente riferimento al Castello di Matagrifone, voluto
zione di armi (Liber, cap. 20). Evidentemente la Città ed           da re Riccardo Cuore di Leone: “Ricardus rex Anglie
il suo arsenale venivano ritenuti idonei a contrastare              firmavit sivi castellum forte in supercilio montis ar-
tempestivamente l’emergenza in cui si era venuto a tro-             dui extra muros civitatis Messane, quod Matagriffum
vare il sovrano.                                                    vocaverunt [il riferimento riguarda una struttura sul
    Ugo Falcando si sofferma lungamente sulle vicende               monte allora detto della Caperrina]” (Ex gestis Henrici,
legate a Odone Quarrello, fornendoci, anche se indiret-             pp. 121-122). Sebbene non si possa scartare l’ipote-
tamente, notizie sul porto. Nella descrizione viene citato          si dell’esistenza di una prima struttura databile al XII
un “castellum vetus [Castellammare?], quod in portu se-             secolo, dalla torre ancora in situ, dalle planimetrie,
cus ecclesiam novam situm est, iussit transferri” (Liber,           dai disegni e dalle stampe pervenuteci, il Castello di
cap. 54). Altri riferimenti alla protezione dell’area por-          Matagrifone, nonostante i numerosi interventi struttu-
tuale riguardano un “palacium” ed una “arcem munitis-               rali avvenuti nel corso dei secoli, sembrerebbe attribui-
simam” (Liber, cap. 55).                                            bile alla complessa opera di rinnovamento architettoni-
    In un passo significativo dell’Epistola ad Petrum               co, potenziamento militare e controllo delle principali
(Epistola, pp. 169-186; Tramontana, 1988), viene sot-               rotte commerciali voluti da Federico II (Chillemi, 1990;
tolineata la necessità di proibire il passaggio di nemi-            Di Stefano, Cadei, 1995). Tuttavia, in questa sede non
ci nell’area del Faro: “hostiles copias a Fari transitu             è possibile approfondire questo cruciale aspetto della
prohibere?” (Epistola, p. 174, rr. 15-28). A conferma               politica dell’imperatore che tuttavia ha coinvolto anche
dell’importanza attribuita a Messina nella politica degli           la Città di Messina ed il suo porto.
Altavilla, un’altra interessante notizia riguarda il “muro-             Altre due importanti fonti del XIII – XIV secolo sono
rum ambitum densis turribus circumseptum” (Epistola,                la Crònica de Ramon Muntaner e la Crònica de Bernat
p. 174, r. 15), che, se confrontata con l’indicazione di            D’Esclot (o Desclot) (Pujol, Viñe, Viña, 1885; Meloni,

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1999); a proposito dei preparativi di assedi da par-                  ferimenti ad una Torretta, al Palazzo (da identificare
te del duca Carlo d’Angiò, nella prima Cronaca viene                  con il sopramenzionato Palazzo Reale) ed alla dogana,
sottolineato che “Quando re Carlo […] corse ad asse-                  sembrerebbe quindi che, nell’arco di un secolo, Messina
diar Messina per terra e per mare” si impegnò con un                  risultasse poco munita e quindi esposta ad attacchi via
immenso “sforzo, contro una città che allora non avea                 mare. Successivamente, durante il corso del XV secolo,
mura; parea dunque dovesse cader subito, considerando                 la Città ed il suo porto sembrano avere rivestito una
com’ella era mal munita” (Cronache Catalane del secolo                funzione di un certo rilievo, anche se non di primaria
XIII e XIV, I, p. 134). Quest’ultima indicazione probabil-            importanza, da un punto di vista militare e commercia-
mente si riferisce più ad una inadeguatezza strutturale               le, ma queste dinamiche, ampiamente discusse in campo
delle Mura che ad una vera e propria assenza. Sebbene,                storiografico, non hanno comunque stravolto la facies e
nel proseguo dell’opera, siano presenti interessanti ri-              le caratteristiche monumentali del sito (Fig. 1).

Figura 1 – Veduta di Messina nel 1593

Fonte: Georg Braun e Franz Hogenberg, Civitates Orbis Terrarum, Colonia, 1572 – 1617)

                                                                                                              ISSN 2282-572X (online)
AIC 2020 (170) , 165-177                                        168                                           ISSN 0044-9733 (print)
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2. Il porto e la Città nel ‘500                                         Altra interessante fonte alla quale fare riferimen-
                                                                    to è il Sicanicarum Rerum Compendium di Francesco
Di grande rilievo per comprendere l’importante ruo-                 Maurolico, pubblicato nel 1562 (Macrì, 1901; Moscheo,
lo militare nuovamente assunto nel XVI secolo da                    1979, pp. 263-335; Moscheo, 1988). Anche l’Erudi-
Messina, dal porto e dai suoi Forti nello scacchiere stra-          to sottolinea l’importanza del porto: “Itaque propu-
tegico mediterraneo (Aricò, 1990), è la Relazione delle             gnaculum portus Messanensis fuit ante Palatium à
cose di Sicilia fatte da Ferrante Gonzaga all’imperato-             Mamertinis conditum, de quo Pausanias …” (Maurolico,
re Carlo V. Si tratta di un importante documento del                lib. 1, p. 49).
1546, nel quale il viceré Ferrante Gonzaga illustra al re               In “Messina città nobilissima” di Giuseppe Costanzo
Carlo V le caratteristiche geomorfologiche della Sicilia            Buonfiglio, pubblicata nel 1606, è possibile ritrovare
ed i provvedimenti presi, nel corso del suo mandato, per            una descrizione dettagliata ed autoptica degli edifici
munire l’isola di un adeguato apparato difensivo.                   militari alla fine del XVI secolo: Matagrifone, Gonzaga,
    Viene esplicitamente sottolineato lo stato di degrado           Castellaccio, Palazzo Reale, Mura, Castrum Maris. Ad
in cui si trovano le difese della Sicilia all’arrivo del vice-      esempio l’Autore sottolinea che “vicino all’Arsenal vec-
ré. I punti nevralgici dell’Isola erano giudicati sguarniti         chio è il Palazzo Reale, il quale hà la prima bandiera
e le tre città principali, Catania, Messina e Palermo, era-         tra le fortezze Regie del Regno” (Buonfiglio, 1606, p. 35;
no in stato di abbandono senza alcuna difesa.                       Natale, 1959, pp. 67-70).
    Il Gonzaga enfatizza il ruolo strategico di Messina e               Il sistema difensivo della Città e del porto venne ul-
della fertilissima costa orientale: “Delle tre coste predette       timato attraverso la pianificazione, da parte del viceré
nessuna è stata da me giudicata pericolosa più, ne più              Juan de la Cerda duca di Medinaceli (1547-1557), di un
commoda, et facile ai danni di quel Regno della prima               sistema basato su torri di avvistamento e successiva-
detta di levante” (Relazione delle cose di Sicilia, p. 6).          mente con la costruzione, ad opera degli Spagnoli, della
    Il viceré sottolinea la necessità di munire la Città ed         Real Cittadella (1680-1686) presso la penisola di San
il suo porto, ritenuti fondamentali negli equilibri poli-           Raineri. La Cittadella rappresenta uno dei più impor-
tico-militari del Regno, e ne spiega la centralità: “non            tanti esempi di architettura militare seicentesca con la
dimeno quella occupata [ovvero Messina], si può dire                sua forma stellare (pentagonale), caratterizzata da cin-
che fusse occupata la chiave di esso [il Regno di Sicilia],         que bastioni angolari, da rivellini e da altre numerose
et del regno di Napoli, per la vicinità di Calavria, et             opere esterne.
per la perfettione del porto che tiene (quando però si                  Come è emerso dall’analisi fin qui condotta, il por-
tratti della guerra contro levante)” (Relazione delle cose          to di Messina ha svolto un ruolo strategico di primaria
di Sicilia, p. 8). Definisce perciò “sicurissima” la Città,         importanza nel corso dei secoli, tanto da essere stato
sebbene esponga le difficoltà di avviare opere di fortifi-          munito da possenti strutture difensive. Dal punto di vi-
cazione, soprattutto per la configurazione oro-volume-              sta commerciale però Messina ha subito un progressivo
trica del territorio che, di per sé, rappresentava già una          ridimensionamento in particolare a causa degli sposta-
forma di difesa naturale.                                           menti degli equilibri economici verso le rotte atlantiche
    Il frate domenicano Tommaso Fazello, nella sua                  e delle rivolte interne (si pensi a quella antispagnola del
opera De rebus Siculis decades duae (Tramontana, 1962,              1674 o ai moti ottocenteschi).
pp. 227-255; Scopelliti, 1983, pp. 457-492), pubblicata                 Nonostante questi eventi l’aspetto monumenta-
nel 1558, cita una arx munitissima ed una turris vetu-              le del Porto (Aricò, 1988) non ha subito trasforma-
stissima presenti nell’area portuale: “Brachii convexum             zioni significative tra la fine dell’Ottocento e la pri-
[ubi turris ad nocturnum navigantibus lumen exhiben-                ma metà del Novecento quando per calamità naturali
dum anno fal. 1556. ex quadratis lapidibus, affabrè                 (Terremoto del 1908), cause belliche (Prima e Seconda
restaurata est]” (Fazello, Deca 1, lib. 2, p. 85). Questa           Guerra Mondiale) ed incontrollati ed abusivi interven-
struttura viene oggi identificata con la Torre-Lanterna             ti edilizi, l’area portuale ha mutato radicalmente la
di Giovanni Angelo Montorsoli (Aricò, 2005).                        sua facies (Fig. 2). Nella zona falcata erano presenti

                                                                                                            ISSN 2282-572X (online)
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Figura 2 – Il porto di Messina nel 1903

Fonte: Collezione privata Autori

il Forte San Salvatore, la Lanterna del Montorsoli, la          di creare un’area industriale (zone cantieristiche, ince-
Real Cittadella e il Lazzaretto. Sul punto di contatto tra      neritore, impianti per il contenimento di oli combusti-
la falce e la terraferma si incontravano il Bastione Don        bili ecc.) ed una moderna stazione ferroviaria. Infine,
Blasco, le mura cinquecentesche ed il muro di fortifica-        l’area della Palazzata è stata completamente rimpiaz-
zione seicentesco. Nella parte interna del Porto invece         zata da edifici moderni.
si ergeva la splendida Palazzata, fronte scena teatrale
della Città, realizzata al posto delle mura cinquecen-
tesche. Dopo il Terremoto del 1908, ma in particolare           3. La nuova funzione del porto di Messina con
tra gli anni ’50 e ’70, sono iniziate le opere di abbatti-      l’avvento del turismo croceristico.
mento e trasformazione: è stato eliminato il muro sul
versante interno del Forte San Salvatore, per far spazio        Messina, importante città dell’Isola sia da un punto di
ad un’area di approdo militare, è stata costruita sulla         vista commerciale che culturale, ha un raggio gravi-
torre circolare del Forte la colonna con la statua della        tazionale molto ampio comprendente l’area peloritana
Madonna della Lettera e sono stati demoliti una consi-          fino a Milazzo, la regione Aspromontana tirrenica e in
derevole parte della Cittadella ed il Lazzaretto, al fine       parte anche quella ionica. Messina, dalla ricostruzio-

                                                                                                        ISSN 2282-572X (online)
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ne post terremoto fino agli anni ’60, era considerata                grazie ai detriti dei torrenti e alle correnti marine, il
“Capitale dello Stretto” per la sua posizione geografica             porto di Messina, definito anche porta della Sicilia. Qui
e per le vicende storiche, fulcro della vita siculo-calabra          la situazione attuale del litorale viene tenuta in osser-
per le particolari condizioni economiche e sociali (Ioli             vazione per l’erosione in alcuni punti (Privitera, 2011,
Gigante 1980, pp. 129-130).                                          p. 53). Particolarmente complesso ed unico per la sua
    Nel presente cerca di rialzarsi con fatica a riconqui-           bellezza, lo Stretto ha un microclima che interessa an-
stare le posizioni pre-terremoto ricominciando proprio               che tutto il territorio ed un traffico marittimo di note-
dalla funzione del suo porto (passeggeri, movimento                  vole intensità, oggi come nei secoli scorsi (D’Angelo,
merci, militare e croceristico), per ritornare così ad esse-         1997, p. 75; Giuffrè, 1997, pp. 199-200). L’area presa in
re la città marinara di sempre, fulcro del Mediterraneo,             esame possiede altresì un patrimonio di beni ambienta-
valorizzando anche il territorio circostante. Numerose               li, storico-culturali e paesaggistici che le consentono di
sono le novità a cominciare dall’Istituzione dell’Autori-            primeggiare nell’ambito del Mediterraneo. Occupando
tà di Sistema Portuale dello Stretto (Legge 17-12-2018               da sempre, nel grande bacino storico, un territorio pe-
che ha sostituito art. 6 della Legge 84/94) Ente che ha              riferico e nello stesso tempo centrale perché situata in
personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotato di             una posizione strategica, tale zona costituisce un ele-
autonomia di bilancio e finanziaria. Sono stati avvia-               mento geografico di confine e di transizione tra i due
ti dei programmi significativi di riqualificazione per               mari che la compongono. Lo Stretto con la falce rappre-
lo sviluppo delle infrastrutture portuali: allargamento              sentano degli elementi determinanti di comunicazione e
delle banchine esistenti, costruzione del terminal per               di relazione tra le due realtà separate della Sicilia e della
navi da crociera, avviamento di progetti di salvaguar-               Calabria. Nonostante l’evento sismico del 1908 abbia
dia e bonifica della zona falcata, del settore viario e              sconvolto il territorio modificandone l’ambiente costie-
dei trasporti. Importante sarà la strategia di pianifi-              ro, nonostante le distruzioni e le cancellazioni abbiano
cazione del territorio e turistica, puntando soprattutto             apportato danni molto ingenti il volto architettonico e
su una politica nel rispetto dell’ambiente, fondamen-                quello urbanistico e storico delle coste sicule e calabre,
tale per il rapporto uomo-territorio-mare. In questo                 ha continuato ad evolversi lungo il percorso del pro-
contesto sono coinvolti vari Enti pubblici ed autono-                gresso storico, configurandosi geograficamente come
mi come il Comune, la Regione Siciliana, il gruppo di                il baricentro del Mediterraneo (Brancato, 2000, pp. 26-
Rete Ferroviaria Italiana, l’Autorità di Sistema Portuale            27). La città peloritana importante centro marinaro sin
dello Stretto ed altri enti privati. In una città con una            dai tempi più antichi, fu dotata di torri di guardia ed
popolazione residente di circa 230 mila abitanti (dati               imponenti fortificazioni per controllare l’importante via
comunali al 31-12-2019), prettamente terziaria con cir-              di navigazione dello Stretto che mette in comunicazio-
ca 85,3% degli addetti che costituiscono questo settore              ne i mari Ionio e Tirreno (Caruso, 2010, pp. 134-135;
economico, rispetto al primario con il 2,7% e il secon-              Brancato, 2015, pp. 95-96).
dario 12% (Istat, 2011), rappresenterà un’alternativa per                 Il porto, la cui profondità media del bacino è di cir-
un migliore e dinamico sviluppo turistico di tutta l’area            ca 40 metri mentre i fondali in banchina variano dai
della Città Metropolitana.                                           6,5 a 11 metri, consente l’accesso e l’attracco anche a
    Messina presenta una particolare “personalità” ge-               navi di grosso tonnellaggio (Fig. 3). Per la sua posizio-
ografica definita da una parte dai monti Peloritani, la              ne strategica di controllo delle rotte militari, di snodo
cui forma allungata nella parte terminale della cuspi-               commerciale con i principali centri del Mediterraneo
de racchiude i due laghi costieri di Ganzirri e Faro e               (Di Blasi, Arangio, 2015, pp. 177-178) e di crocevia di
dove si trova Capo Peloro che divide le acque dei due                culture, potrebbe rappresentare un polo propulsivo per
mari Tirreno e Ionio; dall’altra si innesta ad occidente             le due regioni. Infatti, la sua funzione avrebbe dovu-
con le masse orografiche dei monti Nebrodi (Barilaro,                to costituire un impulso vitale per una qualificazione e
2011, p. 37). Nella costa ionica, a pochi chilometri da              potenzialità economica dell’area dello Stretto. Nei vari
Capo Faro si è formato naturalmente a forma di falce,                momenti storici (Battaglia, 1997, pp. 112-113) lo scalo

                                                                                                          ISSN 2282-572X (online)
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Figura 3 – Il porto di Messina nel 2019

Fonte: www.Messinaora.it

marittimo messinese ha cambiato funzione: da militare           partivano gli emigranti verso Stati Uniti e l’Australia,
a commerciale, da transito per passeggeri, e movimento          ma anche numerosi turisti diretti verso l’Europa deside-
merci, a rifugio di navi e sommergibili durante le due          rosi di conoscerla.
ultime guerre. Ricordiamo che gli U-Bot tedeschi duran-             L’imboccatura del porto è orientata a NW ed è larga
te la Grande Guerra, si nascondevano nel porto pelori-          circa 400 metri estendendosi tra il Forte San Salvatore
tano dove si rifornivano di viveri e carburante per poi         (stele della Madonnina della Lettera) e la sede del-
sorprendere, silurare e spesso affondare le navi in tran-       la Capitaneria di Porto (foce del torrente Boccetta).
sito tra le due sponde (Mazzeo, 2018, p. 298). La Prima         Collocata al centro dell’area portuale, la Stazione
guerra mondiale incominciò a suscitare un interesse che         Marittima contigua alla Centrale, per i servizi ferro-
si potrebbe definire “turistico” in molti cittadini ameri-      viari di attraversamento dello Stretto ha rappresentato
cani che non erano mai stati in Europa e avevano se-            fino agli anni ‘60 il cuore pulsante dei trasporti su ro-
guito le vicende belliche attraverso cinegiornali e quo-        taie (passeggeri e merci) e del territorio circostante. Il
tidiani, per poter visitare i luoghi di cui avevano solo        primo ferry-boat risale al 1894 (proprietaria la Società
sentito parlare (Sabato, 2018, pp. 11-12). Così andò af-        Sicula), poi con il varo delle due navi Scilla e Cariddi,
fermandosi un nuovo modello di turismo “croceristico”.          nel 1899 e nel 1901, furono traghettate le carrozze
Da Messina, anche dopo la Seconda guerra mondiale,              del treno direttissimo Roma-Siracusa (tratta Messina-

                                                                                                        ISSN 2282-572X (online)
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Reggio Calabria). Le FF.SS. iniziarono a percorre-              zione, riparazioni e pulizia delle navi. Nella zona fal-
re nel 1905 la tratta Messina-Villa San Giovanni, in            cata è installato uno dei più importanti cantieri navali,
quanto erano state incrementate le invasature a Villa           la SMEB, dotato di un ampio bacino di carenaggio che
San Giovanni per ridurre i tempi di transito rispetto a         consente l’attracco di navi di qualsiasi tonnellaggio.
Reggio Calabria. Le Ferrovie dello Stato, in ascesa fino        L’area ospita anche una zona militare e delle offici-
agli anni ‘60, incominciano ad avere un costante decli-         ne navali private e pubbliche (Arsenale di Messina,
no con il sopravvento, nel 1965, delle compagnie pri-           Agenzia Industriale, Marina Militare del Ministero
vate Caronte e Tourist (Trischitta, 1988, pp. 119-126),         della Difesa). Nel 1956 nei cantieri “Rodriquez”, fu co-
anche se queste ultime assorbono oggi esclusivamente            struito il primo aliscafo al mondo (Caltabiano Martelli,
il traffico gommato (circa 1 milione di mezzi pesanti           2000, pp. 72-73). Undici sono le banchine attrezzate
e circa 2,5 milioni di auto). Tale situazione di traffico       con gru, fisse e mobili, dotate di binari per i colle-
pesante dovrebbe essere affrontata con adeguate ope-            gamenti ferroviari (circa 1.800 metri). Il movimento
re infrastrutturali e con nuovi servizi telematici per          merci (in tonnellate) ha avuto sempre degli incrementi
consentire una moderna gestione dei flussi con un’ef-           (nel 1997 il 39,53%, nel 2016 il 6,15%, solo un leggero
ficace fluidificazione del traffico che avrebbe un mi-          calo nel 2007 (dati Autorità di Sistema Portuale dello
nore impatto negativo sulla viabilità cittadina. Questa         Stretto – Movimento merci, 2016).
gestione del trasporto marittimo deve essere collegata              Attualmente Messina è il primo porto d’Italia per
anche all’Autorità Portuale di Messina che è stretta-           movimento passeggeri (circa 8 milioni e mezzo) e l’otta-
mente correlata con il territorio (Tempostretto, 2019,          vo in ambito europeo (Dati Autorità di Sistema Portuale
p. 2). Ultimamente sono stati fatti dei passi avanti per        dello Stretto – Traffico passeggeri, 2016). Recentemente,
un maggiore rispetto dell’ambiente e delle emissioni            con il cambiamento della tipologia dei trasporti marit-
nocive delle navi che trasportano i mezzi pesanti tra           timi, è punto di imbarco e sbarco crocieristico e di ri-
le due sponde: nel dicembre 2018 è stata messa in ser-          ferimento per numerose ed importanti agenzie di na-
vizio la nuova nave bidirezionale Elio con strutture            vigazione. L’approdo è ritenuto uno dei porti naturali
moderne e scarichi meno inquinanti, mentre l’attuale            più sicuri del Mediterraneo e nel suo ambito portuale
Bluferries (ex FF.SS.) ha varato e messo in servizio la         sono compresi il molo Norimberga destinato alle navi
modernissima nave bidirezionale Trinacria.                      dell’autostrada del mare destinazione Salerno, la rada
    È noto che l’Italia ricopre una posizione di primo          San Francesco e Tremestieri che insieme smaltiscono
piano nell’industria croceristica nel mondo (seconda            il traffico gommato pari a circa un milione di veicoli
solamente alla regione caraibica) e soprattutto nell’a-         all’anno ed il porto turistico “Marina del Nettuno” con
rea del Mediterraneo. Importante anche il ruolo della           una buona capacità ricettiva di posti barca (Caltabiano
cantieristica, come il Gruppo Fincantieri, con un fat-          Martelli, 2000, pp. 79-85).
turato di 1,1 miliardi di euro nel primo semestre del               Il movimento crocieristico ha seguito dal 1987
2017 (Sabato, 2018, pp. 39-40). Naturalmente la rica-           (22,45%) al 1996 (31,52%) un andamento altalenante,
duta del turismo croceristico e dei suoi prodotti è mol-        mentre dal 1997-1998 (114,57%) si registra un boom del
to importante per l’economia del territorio messinese           turismo da crociera che continua ancora oggi. Infatti, il
e probabilmente in futuro per la sua provincia, come            numero degli approdi delle navi da crociera e passeggeri
si evince dagli accordi tra realtà portuali: risulta in         nel porto di Messina è sempre in aumento. Sono stati
crescita del 10% per dinamicità anche Milazzo, grazie           165 gli scali nel 2018 con 365 mila passeggeri e per il
principalmente al potenziamento e rinnovamento delle            2019 sono previsti 170 scali con 453 mila passeggeri
infrastrutture (Dati Autorità di Sistema Portuale dello         con un incremento del 24% . Ogni martedì sbarcano in
Stretto – Porto di Milazzo, 2016). La città peloritana è        città circa 5.700 croceristi grazie allo scalo dell’ultima
collocata fra i primi porti italiani per movimento pas-         ammiraglia della flotta MSC “Bellissima” (Dati Autorità
seggeri. L’area portuale potrebbe affermarsi sempre di          di Sistema Portuale dello Stretto – Traffico croceristico
più come importante scalo alle operazioni di costru-            2017 e approdi previsti 2019 -2020-2021).

                                                                                                        ISSN 2282-572X (online)
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FIGURA 4 – Nave da crociera nel porto di Messina 2019

Fonte: www.marinadelnettuno.it

La presenza delle navi da crociera e il turismo inter-              Private Caronte e Tourist, assicurando un efficace con-
nazionale, naturalmente, ha una ricaduta positiva sul               trollo del traffico marittimo, spesso molto intenso per
tessuto sociale, sull’assetto economico e politico del              la presenza a nord del porto di Gioia Tauro uno dei
territorio cittadino. Infatti, la città si sta organizzando         più importanti del Mediterraneo per movimento merci
sempre di più cercando di mettere a disposizione degli              in containers. Il Centro di controllo è strutturato con
armatori un’offerta variegata e interessante di attività e          sensori per la rilevazione dei dati (radar, AIS, radio, ra-
visite da effettuare sul territorio in modo da trasforma-           diogoniometri, centraline meteo, telecamere) apparati
re la presenza dei turisti in un’opportunità di sviluppo            di comunicazione, sistemi di elaborazione dati, relati-
economico. Inoltre, con la costruzione del nuovo termi-             vi per lo scenario operativo su cartografia elettronica,
nal crocieristico, si è avviato un programma con alcune             software per l’esecuzione automatica dei controlli sul
compagnie per potenziarne la presenza di navi durante               rispetto delle regole di navigazione e relativi sistemi di
la stagione invernale (Fig. 4).                                     allarmi per gli operatori, banche dati relative a navi,
    Lo Stretto dispone di un Centro Sistema Radar                   piani di navigazione e carichi a bordo (Mazzeo, 2010,
VTSL, molto innovativo, collocato sulle colline che                 pp. 342-343).
dominano la città, in corrispondenza della Rada San                     Grazie ad un protocollo d’intesa firmato nel 2018,
Francesco, dove sono collocati gli scali delle Società              l’Autorità Portuale, la Città Metropolitana, gli Assessorati

                                                                                                            ISSN 2282-572X (online)
AIC 2020 (170) , 165-177                                      174                                           ISSN 0044-9733 (print)
P. MAZZEO, S. PADERNI                          Il Porto di Messina tra passato e presente: storia, paesaggio, cartografia e territorio

alle Politiche Sociali e Migrazioni e al Turismo, l’Istituto      Conclusioni
Tecnico Economico Statale “A.M. Jaci”, la Cooperativa
Sociale Onlus Medihospes, hanno creato un centro d’in-            Nel corso della nostra ricerca Messina si è rivelata, per
formazioni turistiche, all’interno dell’area portuale. I          usare una felice espressione di F. Braudel, “place ma-
croceristi sbarcati sono accolti da gruppi di canterini           ritime essentielle de l’Occident aux heures de peril”
e personale che forniscono indicazioni su Messina per             (Braudel, 1966, p. 177). La sua “essenzialità” era in larga
guidarli nelle strade e piazze del centro storico e nei           misura determinata dalla posizione della città e del suo
d’intorni della città. È in costruzione il nuovo “terminal        porto, a controllo dello Stretto e di collegamento con i
croceristico”, il design della struttura che modificherà          principali insediamenti militari del Mediterraneo.
lo skyline della città dello Stretto, ampia 1.800 mq., e              Come emerso, infatti, dalle fonti storiche analizzate,
sormontata da una copertura bianca che richiama il co-            il porto di Messina ha avuto un ruolo primario nell’am-
lore delle navi e come tetto linee morbide ondulate che           bito del Mediterraneo: scenario di scambi commerciali e
ricordano le onde del mare.                                       di operazioni militari per il controllo del territorio, base
    Oggi si aprono nuovi scenari per il porto di Messina,         militare ed avamposto strategico e fortificato per la dife-
attraverso un nuovo piano regolatore portuale. Esso               sa dell’area e porto franco sotto la dominazione spagnola
disegnerà una nuova costa della città nella zona cen-             con il riconoscimento di numerosi privilegi fiscali.
tro-nord, dalla Falce alla rada di San Francesco (im-                 Oggi si tende ad una riqualificazione funzionale del
barchi Caronte e Tourist), e nella zona sud al porto di           porto attraverso la programmazione, il controllo, il co-
Tremestieri. Avverranno importanti cambiamenti sia                ordinamento e la pianificazione territoriale sia turisti-
nel nascente porto a sud che in quello storico e all’im-          ca che economica, grazie anche all’istituzione dell’Au-
barcadero delle Società Private. Da poco è stata isti-            torità di Sistema Portuale dello Stretto che comprende
tuita la nuova Autorità di Sistema Portuale che com-              i porti di Messina, Tremestieri, Milazzo, Villa San
prende oltre i porti siciliani di Messina e Milazzo anche         Giovanni e Reggio Calabria. Parecchi sono i progetti in
quelli di Villa San Giovanni e Reggio Calabria sulla co-          stato di attuazione da parte della Città Metropolitana
sta calabrese. Probabilmente ci sarà un’Area Integrata            di Messina e della Regione Siciliana, non solo relativi
dello Stretto con gli accordi tra la Regione Calabria             alla zona falcata ma anche al sistema viario ferrovia-
e Regione Sicilia, e fra le due città Metropolitane di            rio (R.F.I.). Sono stati messi in funzione nuovi treni
Messina e Reggio Calabria (Gambino, Limonasi, 2015,               sulle tratte regionali, per offrire un servizio qualitati-
p. 202-203). Altra ricaduta del turismo croceristico si è         vamente migliore per l’utenza a tutela della sicurezza
avuta non solo nella città, ma anche nella provincia di           dei viaggiatori. Questo comporterà una riduzione dei
Messina come a Taormina e alle Isole Eolie dove si è re-          tempi di percorrenza tra le città, fatto molto importan-
gistrato un aumento di flussi turistici rispetto agli anni        te per i collegamenti sia all’interno dell’isola sia all’e-
precedenti in termini di arrivi e presenze, consolidando          sterno verso il Continente. E’ in fase di completamento
così una ripresa che si era già manifestata in parte ne-          la “via del mare”, che unirà la zona autostradale cen-
gli anni precedenti (Dati Autorità di Sistema Portuale            trale direttamente con il porto storico (è prevista una
dello Stretto – Traffico croceristico porto di Messina e          bonifica del territorio della penisola dove sorgevano
Milazzo, 2017-2020).                                              vecchi edifici industriali in disuso) e con l’approdo di
    Alla luce di queste note informative possiamo affer-          Tremestieri. Ultimamente si è raggiunto l’accordo tra il
mare che il porto avrà nuove funzioni che lo caratteriz-          Comune della Perla dello Ionio ed R.F.I per il raddop-
zano come importante via di comunicazione tra Sicilia             pio ferroviario Taormina- Giampilieri. Altri progetti
e Calabria, ma soprattutto come importante bacino di              sono in itinere tra i vari Enti per il futuro riassetto
carenaggio e porticciolo turistico, ma altresì come uno           del porto e del territorio circostante, anche se indub-
dei più importanti approdi turistici e croceristici d’Italia      biamente queste novità saranno legate alle dinamiche
e dell’area mediterranea coinvolgendo tutto il territorio         economiche, sociali e politiche degli organi governati-
messinese e la sua provincia.                                     vi regionali e nazionali.

                                                                                                          ISSN 2282-572X (online)
AIC 2020 (170) , 165-177                                    175                                           ISSN 0044-9733 (print)
P. MAZZEO, S. PADERNI           Il Porto di Messina tra passato e presente: storia, paesaggio, cartografia e territorio

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AIC 2020 (170) , 165-177                                        177                                           ISSN 0044-9733 (print)
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