DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE 2020-2022
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Predisposto dal Consiglio di Amministrazione il 28.10.2019 Approvato dal Consiglio di Indirizzo il 30.10.2019 3
INDICE 1 | RELAZIONE DEL PRESIDENTE ...................................................................................................................5 2 | IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE .........................................................................................................13 3 | LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO DI RIFERIMENTO .........................................................................14 4 | LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2020-2022 ..............................................................................................15 4.1 | INDIVIDUAZIONE DEI SETTORI DI INTERVENTO .........................................................................15 4.1.1 | Premessa.......................................................................................................................................15 4.1.2 | Analisi di contesto.........................................................................................................................16 4.1.3 | 5 Settori Rilevanti .........................................................................................................................21 4.2 | INDIRIZZI GENERALI E MODALITÀ OPERATIVE PER IL TRIENNIO .............................................22 4.3 | LINEE GUIDA PER L’IMPIEGO DEL PATRIMONIO ........................................................................24 5 | OBIETTIVI GENERALI PER IL TRIENNIO 2020-2022.............................................................................27 5.1 | OBIETTIVI GENERALI ........................................................................................................................27 5.2 | FORMAZIONE DEL CAPITALE UMANO .........................................................................................28 5.3 | BENESSERE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE .........................................................................................30 5.4 | SVILUPPO DEL TERRITORIO IN CHIAVE INTEGRATA E SOSTENIBILE .......................................32 4
1 | RELAZIONE DEL PRESIDENTE “ Ciò che caratterizza l’eterno ripetersi della storia è l’assenza di lungimiranza, la riluttanza ad agire quando invece l’azione sarebbe semplice ed efficace, la mancanza di lucidità, la confusione nei consigli proferiti, fino al momento in cui non si verifica un’emergenza e non veniamo scossi dallo spirito di autoconservazione. (Winston Churchill) ” Redigere il Documento Programmatico Previsionale triennale è per la Fondazione, e quindi per tutti noi che in essa abbiamo un ruolo di governance, un momento di grande importanza e responsabilità. Di grande importanza perché è certamente il documento principale di un mandato, è il documento che dice dove vogliamo andare, in che modo e quali sono gli strumenti e le risorse che si mettono in campo. Di grande responsabilità perché dice il tipo di Fondazione che vogliamo essere e quale è la nostra lettura del mondo che ci circonda. È, però, soprattutto un’occasione per sollevare lo sguardo dalle incombenze quotidiane, per riflettere sull’esperienza fatta nella speranza che le lezioni apprese da noi possano essere utili per altri in un continuum di visione ed azione che garantisca “la durata illimitata”1 della Fondazione. Il fatto che la stesura del documento triennale arrivi come scadenza alla metà del mandato di questo Consiglio ci dà l’enorme vantaggio di aver già potuto testare alcune modalità di intervento, aver visto e valutato tante iniziative e progettualità ma soprattutto aver interiorizzato il nostro modo di “fare” ed “essere Fondazione”. 1 Art. 1.2 dello Statuto della Fondazione 5
È indubbio che l’anno cruciale per le Fondazioni di origine bancaria sia stato il 2015. La sottoscrizione del protocollo Acri-MEF, al quale la nostra Fondazione ha prontamente aderito, ha posto le basi per cambiamenti e innovazioni radicali nel modo di “essere Fondazione”, sotto tutti gli aspetti: nella gestione finanziaria, nei rapporti con il sistema politico-istituzionale e nelle relazioni con la comunità territoriale di riferimento. Se volessimo sintetizzare i cambiamenti intervenuti, potremmo parlare di definitiva maturazione di un’identità delle Fondazioni, che sempre meno fanno riferimento all’origine bancaria e sempre più divengono soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali, in un quadro di valori pluralistici che non attribuisce esclusivamente all’amministrazione pubblica la responsabilità di perseguire il benessere comune, ma che riconosce che soggetti diversi, regolati pubblicamente, ma autonomi, possano contribuire a fornire risposte a istanze di interesse collettivo. Ma il 2015 è anche l’anno dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata con risoluzione dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015, programma d’azione per le Persone, il Pianeta e la Prosperità e dei suoi 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, interconnessi e indivisibili2. Tale riferimento, sin dal 2017 base concettuale della programmazione della nostra Fondazione, può sembrare alto e troppo astratto per il nostro agire quotidiano. Può sembrare, ma così non è. Per trasformarsi da semplici erogatori di risorse a sperimentatori di processi condivisi e complessi, le Fondazioni, ma non solo esse, devono poter avere dei riferimenti programmatici alti, che permettano loro di poter compiere scelte forti di campo, concentrare volontà, azioni e risorse sui nodi strategici per lo sviluppo delle proprie comunità e territori, e così concorrere alla diffusione del benessere sociale dei territori in modo integrato e sostenibile. Ciò a partire dai due valori che ritengo essere i due pilastri fondamentali dell’azione della Fondazione: l’ascolto e l’autonomia. 2 Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 - Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. 6
Ascolto delle voci di chi vive il lavoro sociale, culturale, formativo, scientifico e di ricerca nella quotidianità e può offrire una testimonianza privilegiata dei bisogni e un’immagine del futuro nei rispettivi ambiti di intervento. Autonomia nell’interpretazione delle letture acquisite, senza alcuna forma di subalternità istituzionale o culturale da parte della Fondazione e autonomia nella scelta di abbandonare un approccio che ipotizza che le Fondazioni intervengano indistintamente su tutto, che la gamma delle loro attività debba spaziare, senza limiti e illusoriamente, in risposta a tutti i bisogni, attuali e potenziali. Non è più tempo di deleghe o subalternità, ma è tempo di un gioco di squadra in cui ognuno, dai singoli cittadini alle istituzioni, porta il meglio di sé per trovare congiuntamente nuovi livelli di equilibrio. Nel rispetto reciproco. Lo sforzo principale ancora da compiere da parte nostra nel prossimo triennio è indubbiamente quello di far capire al territorio e alle istituzioni pubbliche che nel suo agire la Fondazione si pone come la “terza via”, tra pubblico e privato, a difesa e beneficio della società civile collettiva. La Fondazione, già a partire dal Documento Programmatico Previsionale annuale 2018, ha riformato, sulla base del protocollo Acri-MEF e dell’Agenda 2030, il proprio modo di operare, la propria organizzazione e il proprio rapporto con il contesto. È chiaro che questa trasformazione ha implicato: l’adozione di una visione della Fondazione quale regista di sviluppo sostenibile per la comunità di riferimento, coraggiosa nelle scelte e consapevole nel convogliare verso obiettivi condivisi le varie progettualità, disperse tra le diverse parti dell’Isontino, privilegiando un’azione di “ricucitura” del territorio; una modifica delle strategie di relazione con gli stakeholder, enti pubblici e privati; il necessario approfondimento riguardo alla stesura dei progetti e una valutazione ex post riguardo al livello di raggiungimento degli obiettivi e del loro impatto; 7
l’utilizzo di strumenti erogativi diversificati che sia tengano conto della necessità di far crescere le associazioni e i soggetti con cui la Fondazione si interfaccia, sia garantiscano le piccole realtà, fondamentali nella tenuta del tessuto sociale delle comunità; i necessari e imprescindibili cambiamenti nelle modalità operative e nelle organizzazioni interne delle strutture operative, necessariamente sempre più professionali e capaci di accompagnare le evoluzioni del tempo. Una delle note distintive del Documento Programmatico Previsionale triennale 2020-2022 e conseguentemente del Documento Programmatico Previsionale annuale 2020 è rappresentata dallo sforzo di fare sintesi, di redigere un documento che rappresenti con semplicità espositiva e senza alcun fraintendimento gli orientamenti forti di cui abbiamo parlato e che definisca con chiarezza cristallina il ruolo che la Fondazione intende esercitare per garantire il benessere sociale e la sostenibilità della propria comunità di riferimento. Tutto questo sulla base di un’analisi di contesto in cui i dati e la loro lettura sono inequivocabili. “La competenza fondata sulla conoscenza è essenziale per capire la complessità, nel nostro caso, delle dinamiche economiche e sociali, per quantificare i rischi associati a determinate situazioni e per valutare di conseguenza l’effettiva necessità di una certa azione (…)”3. Conoscere per capire su quali settori destinare le risorse è stato, quindi, il primo passo. Da qui la scelta di farsi guidare nell’analisi di contesto in particolare da due studi: il “Rapporto annuale 2019 – La situazione del Paese”, redatto da Istat, e l’ “Analisi dei principali indicatori socioeconomici della provincia di Gorizia” effettuata dalla Fondazione Nordest. A questa fase di studio ed analisi è seguito un accurato lavoro di riflessione e di messa a fuoco della visione e della strategia della Fondazione costruito e condiviso prima in sede di Commissione consiliare DPP, poi, in modo integrato e coerente, in sede di Consiglio di Amministrazione e di Consiglio di Indirizzo. 3 Mario Draghi, Università Cattolica di Milano. 8
Un lavoro impegnativo che, nel coinvolgere tutti gli organi della Fondazione, e con il fondamentale contributo della struttura operativa, è stato quanto mai costruttivo e armonico, nel rispetto dei diversi ruoli e competenze. Sono stati quindi individuati i tre obiettivi generali su cui la Fondazione impegnerà a fondo le sue energie e le sue risorse nel prossimo triennio: La formazione del capitale umano; Il benessere e la sostenibilità sociale; Lo sviluppo del territorio in chiave integrata e sostenibile. A ognuna di queste linee corrispondono priorità, strumenti ed azioni che sono descritti in modo più puntuale nel seguito del presente documento. Il documento riporta anche alcune importanti scelte relative al ruolo che la Fondazione intende giocare sul territorio e al modo con cui opererà e, tra queste, vorrei ricordarne principalmente due: a) la disponibilità e l’impegno a continuare, laddove richiesto, a lavorare in partenariato con le istituzioni pubbliche e private in particolare nella realizzazione di progetti strategici per il territorio; b) la volontà di stimolare una mobilitazione di energie e di risorse da parte dei cittadini e delle organizzazioni, in un circolo virtuoso che porti a una moltiplicazione delle possibilità di intervento, anche attraverso l’espressione di progettualità proprie. Oltre a questi principi di base, è stato essenziale assicurare la coerenza delle strategie in tutti i settori, coerenza le cui fondamenta sono la pianificazione, gli interventi basati su dati concreti, l’efficacia, il rispetto dei principi di sussidiarietà (non la sostituzione) e di proporzionalità dell’intervento, la misurazione, il monitoraggio e la valutazione dell’impatto degli interventi. Il Documento Programmatico Previsionale 2020-2022 rappresenta dunque una mappa, con delineate ben chiare le strade che la Fondazione percorrerà nel prossimo triennio. Questo non impedirà di dare risposte pronte alle emergenze e di rivedere il percorso, se il contesto dovesse presentare nuovi, importanti elementi, ma 9
aiuterà a utilizzare al meglio le risorse della Fondazione, a beneficio dell’intera comunità. Nella redazione del Documento Programmatico Previsionale triennale non si è non potuto tenere conto del fatto che molte sfide sono diventate sempre più pressanti. Si tratta di sfide complesse e fortemente interconnesse e pertanto affrontandone una si potrebbero determinare implicazioni positive o negative per altre. Per questo si è declinato il rapporto tra settori rilevanti come un rapporto permeabile e fortemente interconnesso. Anche il riferimento ai 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile, non è un semplice riferimento nominalistico, ma è la declinazione di obiettivi comuni che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui. Nessuno deve esserne escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità. Sostenibilità per noi significa anzitutto promuovere i diritti sociali e il benessere per tutti, e allo stesso tempo contribuire alla coesione sociale. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile definisce la sostenibilità come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni.”4 La Fondazione nel proporre la sua visione del futuro mette, quindi, al centro della propria attenzione la risorsa più pregiata: le future generazioni. I dati Istat confermano che ci avviamo verso un mondo con sempre meno giovani e sempre più anziani. La questione prioritaria da risolvere è quanto questo Paese creda nel proprio futuro e quale ruolo voglia assegnare alle nuove generazioni per contribuire a costruirlo: quanto e cosa si vuole investire per consentire ai giovani di dare il meglio di sé in tale ruolo. 4 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile - Nazioni Unite. 10
Per noi la risposta è stata scontata: in questo nostro tempo la sfida educativa è la sfida più importante. L’azione di contrasto al fallimento formativo e alla povertà educativa, fortemente associata nel nostro Paese alla povertà economica, alla marginalità e vulnerabilità sociale, deve essere potenziata in via prioritaria. Per questo la Fondazione, nel Documento Programmatico Previsionale triennale 2020-2022, ha deciso di accendere un faro ancora maggiore di interesse e azione sul settore della Educazione Istruzione e Formazione, facendolo diventare il primo settore del proprio intervento. È necessario e quanto mai urgente stringere una alleanza tra le generazioni, valorizzando il potenziale di tutti i soggetti coinvolti, dall’infanzia all’età anziana, tenendo viva la tensione verso un futuro da costruire con fiducia. Il nodo decisivo di questo processo è la valorizzazione del potenziale delle giovani generazioni cui andrebbe passato il testimone, riconoscendo davvero, attraverso adeguati percorsi formativi, il protagonismo che spetta loro di diritto. “Nell’epoca delle grandi disuguaglianze, noi giovani solleviamo la nostra voce per contrastare questo fenomeno allarmante e profondamente nocivo per la nostra società. Gli ampi divari economici di cui anche noi siamo vittime, creano barriere sociali tra gli individui e alimentano un profondo senso di ingiustizia, indebolendo il grado di coesione sociale e il nostro senso di comunità. Questa disuguaglianza mina fortemente la mobilità sociale degli individui nell’arco di tutta la loro vita, pregiudicando la capacità di emancipazione economica e sociale di chi vive ai margini e versa in condizioni di vulnerabilità, povertà e deprivazione. Questo contesto inaccettabile compromette il futuro di noi giovani. Povertà ed esclusione sociale, insuccesso scolastico, inattività, precarietà e povertà lavorativa, sono realtà vissute già concretamente e in prima persona dalle nostre generazioni. Nondimeno, lo sviluppo e la realizzazione personale sono oggi per noi una strada in forte salita”.5 5 People Have The Power, Manifesto Dei Giovani Per Un Futuro Più Equo. 11
Come rispondere a questo accorato appello? L’unica risposta, che è al tempo stesso anche azione di contrasto alla crisi di credibilità delle Istituzioni pubbliche o private alla quale quotidianamente assistiamo, ritengo sia quella della fatica del lavoro quotidiano, della serietà dei comportamenti, della visione e dell'energia necessarie per dare un contenuto effettivo al cambiamento, al fine di conseguire risultati che si possono vedere e toccare con mano. In questi anni abbiamo concentrato i nostri sforzi in direzione di azioni concrete individuate sulla base di una visione lungimirante e complessiva delle esigenze del territorio. E questo è l’approccio che assumeremo anche nel triennio che ci attende. Non esistono alternative o scorciatoie a questo percorso, prima lo si comprende e si agisce di conseguenza, meglio è. «Non si vuol comprendere che bisogna preparare la svolta senza che il carro si rovesci»6: il cambiamento, anzitutto nei comportamenti, e poi del proprio agire bisogna innanzitutto volerlo, munendosi di “pazienza”, e, nell’accompagnare il territorio, evitare, appunto, che il “carro” si rovesci. Roberta Demartin 6 Alcide De Gasperi. 12
2 | IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE La Fondazione mette in atto la pianificazione dei propri interventi tramite la redazione di due documenti: Il Documento di Programmazione Pluriennale, che viene redatto con cadenza triennale e definisce le linee strategiche e gli obiettivi prioritari che la Fondazione intende perseguire nel periodo di riferimento, stabiliti sulla base delle risultanze che emergono dal percorso di conoscenza ed approfondimento delle effettive esigenze e dei bisogni prioritari del territorio. Il DPP Triennale può essere assoggettato a modifica, nel caso in cui dovessero emergere nuove priorità di intervento. L’articolo 4, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 153/99 assegna all’Organo di Indirizzo la competenza in ordine alla determinazione dei programmi, delle priorità e degli obiettivi della Fondazione; l’articolo 12, comma 2, lettera h) dello Statuto demanda al Consiglio di Indirizzo “la definizione delle linee generali della gestione patrimoniale e della politica degli investimenti”; l’articolo 12, comma 2, lettera k) demanda al Consiglio di Indirizzo “la determinazione dei programmi pluriennali di attività individuando i settori, tra quelli previsti dallo Statuto, ai quali destinare le risorse tempo per tempo disponibili. Nell’occasione definisce, in linea di massima, gli obiettivi, le linee di operatività e le priorità degli interventi”. Il Documento di Programmazione Previsionale Annuale, che indica programmi e indirizzi per le attività dell’esercizio successivo, individuati sulla base dell’analisi della situazione socio-economica del territorio e delle risorse finanziarie disponibili, cui viene demandato il compito di definire la suddivisione delle risorse all’interno dei singoli settori di intervento della Fondazione, tenendo conto delle linee guida formulate dal Consiglio di Indirizzo, sulla base delle risultanza emerse dall’analisi di contesto commissionata dalla Fondazione e dai bisogni individuati direttamente dall’ascolto del territorio. L’articolo 15, comma 3, lettera c) dello Statuto demanda al Consiglio di Amministrazione “la predisposizione del documento programmatico previsionale annuale, da sottoporre all’approvazione del Consiglio di Indirizzo”, ai sensi dell’art. 12, comma 2, lett. l). 13
3 | LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO DI RIFERIMENTO Il territorio7 Provincia di Gorizia 139.403 abitanti (-0,03%) 25 comuni Comune di Gorizia Destra Isonzo Sinistra Isonzo 34.336 abitanti (-0,22%) 65.999 abitanti (-0,29%) 73.404 abitanti (+0,22%) Il patrimonio della fondazione PATRIMONIO NETTO PATRIMONIO FINANZIARIO A VALORI DI BILANCIO A VALORI DI BILANCIO al 31/12/2018 al 31/12/2018 179,7 milioni di euro 187,8 milioni di euro Attività erogativa del triennio 2017-20198 PREVISIONE EROGATIVA EROGAZIONI DELIBERATE PER IL TRIENNIO 2017 -2019 PER IL TRIENNIO 2017-2019 9 milioni di euro 9,7 milioni di euro 7 Fonte: Istat. I dati si riferiscono alla popolazione residente al 1° gennaio 2019. Tali dati sono diffusi da Istat come provvisori, in quanto il dato definitivo “sarà diffuso a completamento delle operazioni di riallineamento statistico con le risultanze del censimento permanente avviato l’8 ottobre 2019”. La variazione percentuale si riferisce alla variazione riscontrata nei dati al 1° gennaio 2019 rispetto a quelli al 1° gennaio 2018. 8 Le erogazioni deliberate nell’anno 2019 considerano le delibere prese al 28/10/2019, gli impegni di delibera già assunti a tale data e una stima delle erogazioni relative alla futura II sessione erogativa dell’anno 2019. 14
4 | LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2020-2022 4.1 | INDIVIDUAZIONE DEI SETTORI DI INTERVENTO 4.1.1 | Premessa Al fine di individuare obiettivi e linee strategiche di intervento per il triennio 2020-2022, la Fondazione ha ritenuto di sviluppare un percorso di studio e analisi del contesto di riferimento in cui opera, con particolare attenzione al quadro demografico e socio economico. L’acquisizione di un quadro di riferimento chiaro e puntuale - che evidenzi potenzialità e criticità, e quindi individui priorità e obiettivi, ambiti di intervento e modalità, oltre che i soggetti cui affiancarsi - è il risultato fondamentale al fine di redigere un documento di programmazione realistico ma allo stesso tempo prospettico. Con questo obiettivo la Fondazione ha ritenuto di condurre un’analisi, in parte da svolgersi direttamente, in parte affidandone lo svolgimento ad un soggetto terzo, dei principali indicatori demografici e socio economici che caratterizzano la provincia di Gorizia, attraverso l’analisi e lo studio delle risultanze del Rapporto ISTAT 2019 e lo studio di una serie di indicatori raccolti nell’ambito del rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes), redatto sempre da ISTAT, nonché quelli relativi agli obiettivi di sviluppo sostenibile SDGs, legati all’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Queste informazioni sono state integrate con dati che riguardano l’andamento demografico (Fonte ISTAT) e con i redditi a livello comunale (Fonte MEF). 15
4.1.2 | Analisi di contesto A | Istat: Rapporto annuale 2019 – La situazione del Paese L’analisi di contesto, condotta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, ha esaminato il Rapporto annuale 2019 pubblicato da Istat9. Essa ha evidenziato particolari criticità demografiche e socioeconomiche su base nazionale, di interesse anche del nostro territorio, e ha proposto delle soluzioni coerenti con le finalità istituzionali della Fondazione. Livelli di natalità contenuti Fecondità tardiva 1,44 figli/donna in media 45% delle donne tra 18 e 49 anni (generazione del 1977) non ha ancora figli (2016) Allungamento delle fasi della vita Allungamento della vita media 56,7% dei giovani tra 20 e 34 anni 172,9 persone ultra 64enni vive con i genitori ogni 100 giovani sotto i 15 anni (2016) (1° gennaio 2019) Giovani tra 20 e 34 anni Il protrarsi della fase di studio, la posticipazione dell’ingresso nel mondo del lavoro e la difficoltà nel raggiungere un’indipendenza economica, hanno provocato uno slittamento dell’età di uscita dalla famiglia di origine, della formazione di una famiglia propria e, conseguentemente, un aumento del fenomeno della fecondità bassa e tardiva. Ciò rappresenta un elemento di forte incertezza sulla futura evoluzione demografica del Paese. Le generazioni dei figli sono infatti sempre meno numerose rispetto a quelle dei genitori. Conclusione Inserimento nel Formazione di una degli studi mondo del lavoro nuova famiglia Tasso di occupazione Giovani tra 20 e 34 anni usciti dalla Giovani iscritti ad un corso di studi famiglia di origine dei giovani tra 20 e 34 anni 60,0% 70,0% 48,0% 46,3% ca.50,0% 50,0% 65,0% 62,8% 63,1% 45,0% 43,3% 39,8% 40,0% 60,0% 42,0% 55,7% 30,0% 55,0% 39,0% ca.20,0% 20,0% 14,1% 50,0% 36,0% 10,0% 45,0% 33,0% 0,0% 40,0% 30,0% 20-24 anni 25-29 anni 1998 2003 2016 2009 2016 2009 2016 9 Istat, 2019, Rapporto annuale 2019, la situazione del paese. 16
Tale permanenza dei figli nella famiglia di origine, non è solo conseguenza dell’allungamento del ciclo formativo, ma anche delle difficoltà che incontrano i giovani nei percorsi di autonomia e indipendenza economica (lavoro stabile e adeguatamente remunerato). Condizione professionale dei giovani Giovani occupati che vivono con la famiglia, che vivono nella famiglia di origine con un’OCCUPAZIONE INSTABILE (2016) 50,0% 47,0% 40,0% 37,4% 40,0% 30,0% 25,7% 30,9% 30,0% 20,0% 20,0% 14,8% 10,0% 10,0% 0,0% 0,0% occupati in cerca di studenti 2009 2016 occupazione Il problema inerente al mondo del lavoro, non Età media di uscita si limita perciò al tema della mera occupazione, anni dalla famiglia di origine ma anche all’innalzamento della condizione di instabilità occupazionale dei giovani. Ne sono conseguenza l’uscita tardiva dalla famiglia di Giovani tra 20 e 34 anni con almeno un figlio origine e il basso tasso di natalità tra i giovani. Popolazione «tardo adulta» Parallelamente al problema giovanile, corre il tema VITA MEDIA 80,8 anni < 85,2 anni dell’allungamento della vita media. Non solo si è espanso ANNI IN BUONA SALUTE 59,7 anni > 57,8 anni l’orizzonte di vita per gli anziani, ma sono anche SPERANZA DI VITA A 65 ANNI 19,3 anni < 22,4 anni aumentati gli anni vissuti senza di cui SENZA LIMITAZIONI 10 anni > 9,4 anni limitazione nelle attività. Considerando la speranza di vita a 65 anni, infatti, gli uomini possono contare in media su altri 19,3 anni di vita di cui 10 senza limitazioni (rispettivamente 22,4 e 9,4 per le donne): un anno in più senza limitazioni rispetto a dieci anni fa (6 mesi per le donne). Aumentano perciò gli anziani in buona salute nella fascia di età tra i 65 e i 75 anni. Sarà determinante, per il futuro del nostro Paese, saper valorizzare la componente della collettività compresa tra 65 e 75 anni ancora priva di limitazioni e tradurre in fattore produttivo l’esperienza di tale POPOLAZIONE «TARDO ADULTA», caratterizzata da redditività certa e ricca di capitale umano ed economico. 17
OBIETTIVI INVECCHIAMENTO ATTIVO Mantenimento della dinamicità “un processo di ottimizzazione delle opportunità relative alla salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di Partecipazione socio-culturale migliorare la qualità della vita delle persone anziane” (Organizzazione Mondiale della Sanità) Riscoprirsi in un ruolo strategico È fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone anziane, la partecipazione ad un sistema di relazioni ampio e stimolante, all’interno del quale riscoprirsi in un ruolo strategico. Saper valorizzare la popolazione “tardo adulta”, la aiuta ad invecchiare attivamente con benefici personali e collettivi. Il processo di invecchiamento della popolazione va perciò affrontato non come onere ma come opportunità. SOLUZIONE La finalità della Fondazione è quella di associare il tema giovanile con quello della popolazione “tardo adulta”, creando sinergie tra generazioni in grado di migliorare il benessere di entrambe le categorie. SI INTENDE VALUTARE INTERVENTI CHE FAVORISCANO L’ADOZIONE DI MODELLI DI SOSTENIBILITÀ SOCIALE, AMBIENTALE ED ECONOMICA, ATTRAVERSO IL RECUPERO DELLA SOCIALITÀ E DEL MUTUO AIUTO TRA GENERAZIONI, LA RIDUZIONE DELLA COMPLESSITÀ, DELLO STRESS E DEI COSTI DELLA VITA QUOTIDIANA, CREANDO UNO STILE DI VITA PIÙ “UMANO” E SOSTENIBILE. 18
B | Povertà educativa I rapporti di Save the Children “Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?”10 e “Nuotare contro corrente: povertà educativa e resilienza in Italia”11 hanno evidenziato problematiche relative ai livelli di povertà educativa tra i giovani in Italia. bambini in povertà assoluta alunni di 15 anni in in Italia povertà educativa “cognitiva” Secondo l’indagine PISA12, il 23% degli alunni di 15 anni non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica, mentre il 21% nella lettura (povertà educativa “cognitiva”). I minori che vivono in famiglie con più basso livello socio- culturale (25% delle famiglie più disagiate) hanno più del triplo di probabilità di non raggiungere le competenze minime rispetto ai coetanei che provengono da famiglie più benestanti (25% delle famiglie più agiate). C’è infatti una stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa. Tuttavia, il circolo vizioso della povertà economica che alimenta la povertà educativa, e viceversa, non è irreversibile. Ci sono bambini che avviano processi di RESILIENZA e riescono ad uscire dallo svantaggio educativo Questi ragazzi, nonostante le condizioni avverse, riescono a superare i livelli minimi di competenze, diventano in grado di applicare le nozioni apprese sia in contesti scolastici sia extrascolastici, hanno una minor predisposizione ad abbandonare gli studi e, di conseguenza, una maggior probabilità di proseguire il percorso scolastico e ottenere posizioni lavorative stabili. I fattori esterni possono favorire o depotenziare la resilienza Secondo Save the Children, infatti, “le relazioni sociali ed emotive intessute in famiglia, a scuola, nella comunità educante, le opportunità formative, culturali, economiche presenti nell’ambiente che circonda il bambino possono rappresentare […] dei fattori di protezione o al contrario di rischio.” È necessario, perciò, mettere in campo interventi per FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA CAPACITÀ DI RESILIENZA.13 10 Save the Children, 2016, Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo? 11 Save the Children, 2018, Nuotare contro corrente: Povertà educativa e resilienza in Italia 12 Fonte OCSE, PISA, 2015 – Dato riportato da: Save the Children, 2018, Nuotare contro corrente: Povertà educativa e resilienza in Italia 13 Le osservazioni sui fattori protettivi della resilienza sono segnalate da Save the Children, 2018, Nuotare contro corrente: Povertà educativa e resilienza in Italia, come risultato di uno studio condotto dall’Università di Roma Tor Vergata: Elaborazione dell’Università di Roma Tor Vergata per Save the Children - Fonte OCSE, PISA, (2015). 19
Abilità comunicative Sviluppo delle LIFE SKILLS Abilità relazionali Abilità sociali Offerta educativa Capacità di “accogliere” il minore di qualità a scuola Capacità di stimolarlo alla conoscenza Fattori protettivi Relazione con l’alunno della resilienza Insegnanti Relazione con i genitori Infrastrutture scolastiche Qualità delle infrastrutture scolastiche Attività sportive, ricreative e culturali Comunità Maggiori opportunità di lavoro per i giovani Minore incidenza della criminalità e della povertà SOLUZIONE SI INTENDE POTENZIARE L’OFFERTA EDUCATIVA SCOLASTICA ED EXTRASCOLASTICA, FAVORENDO L’ACCESSO AI SERVIZI EDUCATIVI AI MINORI APPARTENENTI A FAMIGLIE SVANTAGGIATE DAL PUNTO DI VISTA SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE. 20
4.1.3 | 5 Settori Rilevanti Tenuto conto delle esigenze manifestate dalla comunità locale e delle mutate condizioni socio-economiche del territorio, la Fondazione ha ritenuto di concentrare per il prossimo triennio 2020-2022, le risorse disponibili nei cinque Settori Rilevanti di seguito indicati: educazione, istruzione e formazione, con particolare riguardo al benessere complessivo dei ragazzi, alla loro formazione e alle connessioni con il mondo del lavoro, nonché ribadendo il sostegno al polo universitario locale; volontariato, filantropia e beneficenza, con particolare attenzione ad enti ed associazioni che svolgono attività di tutela e assistenza alle categorie sociali più deboli o che operano nel campo umanitario; arte, attività e beni culturali, inclusa la conservazione e valorizzazione dei beni ambientali, paesaggistici, architettonici e archeologici; sviluppo locale ed edilizia popolare locale, con particolare attenzione alla realizzazione, nell’ambito delle attività istituzionali ed in collaborazione con altri enti, di iniziative e progetti integrati e innovativi, che aiutino a sviluppare una maggiore consapevolezza nei confronti delle tematiche ambientali in un’ottica di sostenibilità complessiva e di sviluppo socio-economico della comunità isontina; ricerca scientifica e tecnologica, con particolare attenzione alla realizzazione, nell’ambito delle attività istituzionali ed in collaborazione con altri enti, di iniziative e progetti, anche pluriennali, di ricerca innovativi che contribuiscano a generare sul territorio ricadute economiche e sociali positive e a favorire l’avanzamento della conoscenza scientifica; cui destinare il 100% delle risorse disponibili nel triennio. 21
4.2 | INDIRIZZI GENERALI E MODALITÀ OPERATIVE PER IL TRIENNIO Il Consiglio di Indirizzo, nella seduta del 07 ottobre 2019, ha indicato gli indirizzi e le linee guida per la predisposizione da parte del Consiglio di Amministrazione sia del Documento di programmazione pluriennale per il triennio 2020-2022 sia del conseguente Documento programmatico previsionale annuale DPP 2020. Gli indirizzi generali formulati dal Consiglio di Indirizzo indicano in particolare di: 1. consolidare il ruolo della Fondazione quale soggetto di riferimento per il benessere della comunità e la promozione dello sviluppo del territorio, attraverso l’impulso e il sostegno di interventi integrati e innovativi al fine di favorire l’evoluzione di un territorio connesso e sostenibile tramite l’adozione di un complesso di azioni che diano risposte concrete ai bisogni reali della comunità isontina, ma anche mediante un’adeguata rimodulazione della distribuzione delle risorse disponibili; 2. promuovere la progettazione partecipata insieme a enti ed istituzioni pubbliche e private del territorio, in un’ottica di valore condiviso, tenendo conto anche dei mutamenti in atto nei diversi contesti in cui la Fondazione si trova a operare; 3. favorire la creazione di reti tra le realtà del territorio, al fine di rafforzarne le capacità progettuali e di attrazione di risorse; 4. potenziare la progettazione diretta, incrementando sia le iniziative proprie ideate autonomamente, sia i progetti proposti da terzi che la Fondazione ritiene di particolare valore tanto da farli propri, al fine di potenziare il ruolo della stessa Fondazione quale attore dello sviluppo del territorio; 5. sostenere interventi di carattere innovativo, che sperimentino processi condivisi e complessi, favorendo l’adozione di strumenti e modalità di fruizione nuovi rispetto ai bisogni individuati; 6. favorire progetti che assicurino la propria sostenibilità, fornendo benefici in un arco temporale più ampio possibile; 7. promuovere progetti di ampio respiro, anche a carattere pluriennale, favorendo la collaborazione fra le realtà presenti sul territorio; 8. mantenere un equilibrio territoriale, basato sulla lettura dei bisogni; 22
9. favorire la condivisione e la disseminazione di buone pratiche: sviluppando la conoscenza degli esiti dei progetti realizzati e sostenuti, con lo scopo di diffondere modelli di intervento efficaci nel rispondere alle esigenze del territorio, al fine di incoraggiarne la replicazione; collaborando con le altre Fondazioni di origine bancaria all’interno di Acri, allo scopo di condividere buone pratiche e avviare o aderire a progettualità comuni; 10. promuovere la realizzazione di progetti che favoriscano l’integrazione sociale, generazionale e culturale. 11. promuovere la coesione della comunità, sviluppando forme di sostegno che da un lato guardino a progettualità con elevato potenziale di auto-sostenibilità, dall’altro a iniziative che, seppur di portata e innovazione limitata, costituiscono momenti importanti di coesione per la comunità. 12. favorire la collaborazione e il dialogo tra gli Organi, nel rispetto dei ruoli; 13. proseguire nell’azione di miglioramento dei modelli di valutazione dell’azione della Fondazione per ottimizzare la suddivisione e la destinazione delle risorse, anche attraverso l’individuazione di indicatori condivisi, per gruppi omogeni di progetti e finalità, che evidenzino gli effetti prodotti sul territorio, ottemperando all’impegno assunto con l’Art.11, comma 5 del Protocollo Acri-MEF. 23
4.3 | LINEE GUIDA PER L’IMPIEGO DEL PATRIMONIO 1. Coniugare la gestione del patrimonio (asset) con le passività (liability) intese come erogazioni e costi di funzionamento, nell’ottica della tutela del patrimonio in termini reali. 2. Partecipare a investimenti strategici collegati allo sviluppo economico e sociale del territorio, assumendo quote di partecipazioni di minoranza in imprese o in Fondi, che offrano una adeguata redditività e/o prospettive di rivalutazione dell’investimento, entro il limite complessivo – incluse le operazioni in essere - del 12% del patrimonio a valore di bilancio. Qualora nel corso del triennio si manifestassero nuove opportunità di investimenti, particolarmente favorevoli sul piano economico, da considerarsi validi e decisivi in fatto di sviluppo economico della nostra Provincia, si potranno anche esaminare proposte per ulteriori investimenti strategici che, sommati a quelli in corso, non dovranno comunque superare il limite massimo complessivo del 16% del patrimonio a valore di bilancio. 3. Per la parte libera del patrimonio, affidare all’esterno a primari intermediari abilitati ai sensi del d.lgs n. 58/98, gli investimenti in una pluralità di strumenti finanziari, anche alternativi, tramite mandati in delega di gestione individuali (gestioni patrimoniali personalizzate), ovvero comparti di sicav/sif che investono tramite mandati di gestione o altri strumenti del risparmio gestito, assicurando la diversificazione anche in termini di stili di gestione. 4. Proseguire nella diversificazione del portafoglio azionario in gestione diretta, con l’obiettivo di massimizzarne la redditività, anche tramite la gestione attiva della partecipazione nella Banca Conferitaria, Intesa Sanpaolo. 5. Seguire, nella composizione (Asset Allocation) del portafoglio complessivo valorizzato a valori di mercato, una strategia dinamica di diversificazione del rischio, misurabile con un indicatore sintetico elaborato dall’Advisor (VAR = massima perdita annuale con intervallo di confidenza del 95%). 6. Mantenere un continuativo presidio dei rischi finanziari del portafoglio complessivo e dei singoli investimenti finanziari, con l’obiettivo di monitorare che tali rischi siano coerenti con gli obiettivi di preservazione del patrimonio e di stabilità del livello erogativo. 7. Stabilizzare nel medio termine l’attività erogativa con livelli coerenti con il massimo grado di salvaguardia patrimoniale, sulla base delle risultanze dell’analisi Asset Liability Management (ALM) prodotta dall’Advisor. 24
8. Mantenere lo scostamento del risultato prospettico per la fine anno (erogazione mediana), rilevato dall’Advisor trimestralmente attraverso l’analisi delle stime probabilistiche dei risultati contabili, non superiore al 50% del fondo di stabilizzazione delle erogazioni. 25
Sulla base delle risultanze dell’analisi ALM effettuata considerando lo scenario economico e finanziario attuale e prospettico e la conseguente redditività, nonché gli oneri complessivi stimati per il triennio, la Fondazione stima di poter assumere un obiettivo erogativo per il triennio 2020-2022 di 9 milioni di euro. Qualora non sia possibile realizzare un avanzo di esercizio sufficiente a confermare l’obiettivo annuale, potrà essere valutato il ricorso al fondo di stabilizzazione delle erogazioni, al fine di poter mantenere un livello erogativo adeguato. In ogni caso la Fondazione si riserva di rivedere i livelli erogativi in funzione dell’andamento dei mercati finanziari e, di conseguenza, della redditività dell’ente. 26
5 | OBIETTIVI GENERALI PER IL TRIENNIO 2020-2022 5.1 | OBIETTIVI GENERALI La Fondazione intende perseguire, per il triennio 2020-2022, tre obiettivi generali ritenuti di particolare interesse in relazione alle proprie finalità istituzionali. Tali obiettivi interessano trasversalmente i cinque settori, già sopra individuati, cui la Fondazione destina le proprie risorse. Obiettivi generali per il triennio 2020-2022 FORMAZIONE BENESSERE E DEL SOSTENIBILITÀ CAPITALE SOCIALE UMANO SVILUPPO DEL TERRITORIO IN CHIAVE INTEGRATA E SOSTENIBILE 27
5.2 | FORMAZIONE DEL CAPITALE UMANO | CONTESTO | Obiettivi generali per il triennio 2020-2022 La qualità e l’efficacia dei sistemi di educazione, istruzione e formazione riveste un’importanza cruciale per il futuro FORMAZIONE del Paese, in quanto costituisce una base DEL essenziale per lo sviluppo personale, CAPITALE l’integrazione sociale e l’occupabilità delle UMANO persone. La formazione va intesa come un processo di apprendimento che prosegue lungo tutto l’arco della vita degli individui. Le Nazioni Unite hanno individuato, tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) da raggiungere entro il 2030 quello di “Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti” (Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 4) e “Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, una piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti” (Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 8). La ricerca effettuata da Fondazione Nordest, per conto della Fondazione, evidenzia come il territorio della Provincia di Gorizia si posizioni al 48esimo posto (su 111) in Italia per istruzione e formazione e al 18esimo (su 22) a livello nordestino. Sul posizionamento incidono la bassa quota di laureati, il tasso di passaggio all’Università (inferiori, di poco, alla media nazionale) ma soprattutto la percentuale di NEET, giovani che non lavorano e non studiano, indicatore che vede la provincia di Gorizia al 75^ posto tra le province italiane, ultima a Nord Est. Dall’“Atlante dell’infanzia a rischio” 2019, pubblicato da Save the Children nell’ottobre 2019, si evince come oggi in Italia 1,2 milioni di bambini vivano in condizioni di povertà assoluta. Negli ultimi dieci anni questo dato è salito a livello nazionale dal 3,7% del 2008, corrispondente a un minore su 25, al 12,5% del 2018, corrispondente a un minore su 8. I dati confermano inoltre la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa. Tuttavia, si osservano bambini che avviano processi di resilienza e che riescono ad uscire dallo svantaggio educativo. Dunque capire la resilienza e i fattori che la inducono è il primo passo per sconfiggere la povertà educativa. 28
| PRIORITÀ | Favorire lo sviluppo di una comunità educante, fondata in primis su una sinergia costante tra scuole e famiglie, che accompagni il processo di crescita e di apprendimento dei minori, soprattutto di coloro che vivono in condizioni di povertà educativa, così da permettere loro di sviluppare processi di resilienza tali da superare lo svantaggio educativo. Potenziare il ruolo della scuola nella sua capacità di accogliere il minore e di stimolarlo all’apprendimento, fin dalla prima infanzia. Favorire lo sviluppo delle capacità cognitive, relazionali ed emozionali di bambini e ragazzi, aumentando la partecipazione scolastica, la qualità dei processi educativi e offrendo servizi e occasioni formative nell’ambiente scolastico ed extrascolastico. Valorizzare il legame tra istruzione di base e formazione professionale, in un approccio di apprendimento lungo tutto il corso della vita degli individui, con particolare attenzione ai giovani e alla popolazione adulta non occupata. | STRUMENTI E AZIONI | Supporto alle scuole finalizzato a migliorare il benessere nell’ambiente scolastico con il coinvolgimento di tutte le componenti che ne fanno parte, in collaborazione con le istituzioni preposte. Supporto all’innovazione scolastica tramite progetti che arricchiscano l’offerta didattica delle scuole isontine. Azioni di orientamento per le famiglie e i giovani sia nella scelta di percorsi di istruzione superiore coerenti con le richieste del mercato del lavoro sia in uscita dallo stesso per la ricerca di adeguati sbocchi professionali. Azioni di coinvolgimento e formazione specificatamente dedicate ai Neet. Attivazione di opportunità di apprendimento permanente per tutti, tramite percorsi di formazione professionale volti a potenziare le possibilità di trovare una collocazione nel mercato del lavoro. 29
5.3 | BENESSERE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE | CONTESTO | Obiettivi generali La promozione del benessere nel mondo per il triennio 2020-2022 contemporaneo non può limitarsi alla prevenzione, tradizionalmente intesa, ma BENESSERE deve perseguire una vera e propria azione di E “promozione della salute” (Carta di Ottawa), incentrata sulla concezione di SOSTENIBILITÀ benessere quale concetto articolato e SOCIALE trasversale, che copre diverse dimensioni del vivere individuale e collettivo, tra cui le componenti ambientali e sociali rappresentano i pilastri fondamentali. La centralità di questo concetto è confermata dalla presenza, tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) da raggiungere entro il 2030, così come individuati dalle Nazioni Unite, dell’obiettivo n. 3: “Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età”. L’applicazione di questa concezione del benessere va tuttavia attuata tenendo conto del contesto nazionale e locale, che evidenzia l’emergenza di alcune fragilità che interessano in particolare la popolazione anziana e i giovani e al contempo di opportunità positive per la loro, almeno parziale, risoluzione. L’evoluzione demografica del Paese è oggi sempre più connotata da livelli di natalità estremamente contenuti, dall’allungamento della vita media e, a partire dal 2015, da una perdita di residenti, dinamica quest’ultima da considerarsi non occasionale. Il numero medio di figli per donna è passato nell’ultimo secolo da 2,5 a 1,4 figli: le generazioni dei figli sono dunque sempre meno numerose di quelle dei genitori. La fecondità bassa e tradiva è l’indicatore più rappresentativo del malessere demografico del Paese ed è la risultante di una profonda trasformazione economica e sociale, che ha influito profondamente sullo stile di vita del Paese e sul suo sistema valoriale. Inoltre, l’aumento tra le donne più giovani della percentuale di quelle senza figli si qualifica come uno degli elementi di maggiore incertezza sulla futura evoluzione demografica del Paese. Sta crescendo inoltre il numero di coppie che per fattori economici e di gestione familiare sono costrette a rinviare o rinunciare alla realizzazione di progetti crescita familiare. Si osserva inoltre già da tempo un prolungamento dei tempi di permanenza dei giovani nella famiglia di origine (in media 30,1 anni), quale conseguenza sia 30
dell’allungamento del ciclo formativo sia quale risultato delle difficoltà che i giovani stessi incontrano nei percorsi di autonomia e indipendenza economica. L’allungamento della transizione allo stato adulto conseguentemente comprime i tempi di realizzazione di progettualità di vita adulta ed indipendente. Al contempo la presenza di una nutrita popolazione “tardo-adulta” (fascia di età tra i 65 e i 75 anni), che vive in buone condizioni economiche e di salute, e che di conseguenza è più frequentemente in grado di vivere in autonomia, rappresenta un’importante opportunità per il futuro delle nostre comunità. Un ripensamento del loro ruolo sociale può infatti aprire la strada a forme di collaborazione intergenerazionale che possano contribuire allo sviluppo della società. | PRIORITÀ | Favorire l’adozione di modelli di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, attraverso il recupero della socialità e del mutuo aiuto tra generazioni, a favore della diffusione di stili di vita più umani e sostenibili. Promuovere corretti stili di vita volti a ridurre comportamenti a rischio specie tra le giovani generazioni. | STRUMENTI E AZIONI | Iniziative incentrate sulla trasmissione delle conoscenze e competenze sia dagli anziani verso i giovani, in relazione alle competenze legate a mestieri e professioni oggi difficili da reperire ma utili o necessarie per le persone e per le imprese, sia dai giovani verso gli anziani per migliorare, ad esempio, le competenze digitali sia in favore di un accesso ai servizi quali sanità, banche, pubblica amministrazione, sia all’economia digitale (acquisiti online, accesso virtuale a musei o luoghi di interesse). Creazione di reti sociali di supporto a persone in condizioni di fragilità e alle loro famiglie. Azioni di supporto all’imprenditorialità soprattutto giovanile. Potenziamento degli interventi di promozione della salute e del benessere della popolazione giovanile, in sinergia con le istituzioni scolastiche e sociosanitarie. 31
5.4 | SVILUPPO DEL TERRITORIO IN CHIAVE INTEGRATA E SOSTENIBILE | CONTESTO | Obiettivi generali per il triennio 2020-2022 La cultura rappresenta un fattore strategico di sviluppo economico e di coesione sociale. Agire sulla valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale significa investire sull’arricchimento della vita dei cittadini e favorire lo sviluppo del territorio in chiave SVILUPPO turistica e dunque economica e occupazionale. DEL TERRITORIO La valorizzazione e tutela dell’ambiente possono, IN CHIAVE infatti, non solo contribuire a migliorare le condizioni INTEGRATA di vita e di salute delle persone, ma anche a E SOSTENIBILE preservare il territorio e a valorizzarlo nelle sue peculiarità. La tutela dell’ambiente riveste del resto un’importanza strategica nei sistemi economici e richiede il coinvolgimento e il concorso di ogni singolo individuo, e dunque un’azione costante e massiva di sensibilizzazione su questo tema. Il territorio isontino, per quanto dimensionalmente ridotto, presenta caratteristiche culturali e storiche peculiari e ancora poco valorizzate, e si distingue per la presenza di un paesaggio vario, con elementi naturali che rappresentano un valore non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico, sia dal punto di vista produttivo sia per il suo potenziale di attrazione turistica, quest’ultimo oggi ancora non del tutto sviluppato, soprattutto in alcune aree. La valorizzazione del territorio isontino non può prescindere da un’attenzione al tema della sostenibilità e dunque orientarsi in direzione della valorizzazione e tutela del patrimonio culturale e ambientale esistente attraverso interventi innovativi e a basso impatto. Un simile approccio è fondamentale anche per far sì che lo sviluppo turistico del territorio avvenga in modo coerente e rispettoso delle caratteristiche del territorio stesso, quali la presenza di piccole comunità, di connessioni lente, di una buona qualità di vita sociale e di una buona qualità ambientale rispetto ad altre aree del territorio nazionale. 32
| PRIORITÀ | Promuovere modelli di gestione innovativa e sostenibile del patrimonio culturale e paesaggistico esistente e di fruizione sostenibile dei beni culturali e ambientali. Sviluppare un approccio innovativo e sostenibile negli interventi di recupero, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, favorendo l’impiego di nuove tecnologie e altre metodologie a basso impatto. | STRUMENTI E AZIONI | Promuovere progettualità a carattere pluriennale volte allo sviluppo sostenibile del territorio, anche per mezzo di interventi modulari e replicabili in altri contesti, su modello di “Fondazione CariGO GREEN³”. Sostenere progettualità di enti terzi coerenti con i progetti pilota di “Fondazione CariGO GREEN³” con particolare attenzione alla capacità di creare opportunità occupazionali per le giovani generazioni. Concorrere a valorizzare, in sinergia con gli altri enti gestori, l’attività espositiva e didattica della Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo al fine di potenziarla come punto di riferimento per le manifestazioni espositive. Destinare principalmente la sala espositiva della Fondazione a eventi che abbiano finalità educative e didattiche, in cui l’arte sia strumento di lettura della realtà. 33
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