DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE 2020-2022

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DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE 2020-2022
DOCUMENTO DI
PROGRAMMAZIONE
PLURIENNALE
2020-2022

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DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE 2020-2022
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DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE 2020-2022
Predisposto dal Consiglio di Amministrazione il 28.10.2019

    Approvato dal Consiglio di Indirizzo il 30.10.2019

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INDICE

1 | RELAZIONE DEL PRESIDENTE ...................................................................................................................5

2 | IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE .........................................................................................................13

3 | LA FONDAZIONE E IL TERRITORIO DI RIFERIMENTO .........................................................................14

4 | LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE
PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2020-2022 ..............................................................................................15

   4.1 | INDIVIDUAZIONE DEI SETTORI DI INTERVENTO .........................................................................15
      4.1.1 | Premessa.......................................................................................................................................15
      4.1.2 | Analisi di contesto.........................................................................................................................16
      4.1.3 | 5 Settori Rilevanti .........................................................................................................................21
   4.2 | INDIRIZZI GENERALI E MODALITÀ OPERATIVE PER IL TRIENNIO .............................................22
   4.3 | LINEE GUIDA PER L’IMPIEGO DEL PATRIMONIO ........................................................................24

5 | OBIETTIVI GENERALI PER IL TRIENNIO 2020-2022.............................................................................27
   5.1 | OBIETTIVI GENERALI ........................................................................................................................27
   5.2 | FORMAZIONE DEL CAPITALE UMANO .........................................................................................28
   5.3 | BENESSERE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE .........................................................................................30
   5.4 | SVILUPPO DEL TERRITORIO IN CHIAVE INTEGRATA E SOSTENIBILE .......................................32

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1 | RELAZIONE DEL PRESIDENTE

          “   Ciò che caratterizza l’eterno ripetersi della storia è l’assenza di lungimiranza, la riluttanza ad
                 agire quando invece l’azione sarebbe semplice ed efficace, la mancanza di lucidità, la
              confusione nei consigli proferiti, fino al momento in cui non si verifica un’emergenza e non
                                    veniamo scossi dallo spirito di autoconservazione.

                                                      (Winston Churchill)
                                                                                        ”

                    Redigere il Documento Programmatico Previsionale triennale è per la Fondazione,
                    e quindi per tutti noi che in essa abbiamo un ruolo di governance, un momento di
                    grande importanza e responsabilità.

                    Di grande importanza perché è certamente il documento principale di un
                    mandato, è il documento che dice dove vogliamo andare, in che modo e quali
                    sono gli strumenti e le risorse che si mettono in campo.

                    Di grande responsabilità perché dice il tipo di Fondazione che vogliamo essere e
                    quale è la nostra lettura del mondo che ci circonda.

                    È, però, soprattutto un’occasione per sollevare lo sguardo dalle incombenze
                    quotidiane, per riflettere sull’esperienza fatta nella speranza che le lezioni
                    apprese da noi possano essere utili per altri in un continuum di visione ed azione
                    che garantisca “la durata illimitata”1 della Fondazione.

                    Il fatto che la stesura del documento triennale arrivi come scadenza alla metà del
                    mandato di questo Consiglio ci dà l’enorme vantaggio di aver già potuto testare
                    alcune modalità di intervento, aver visto e valutato tante iniziative e progettualità
                    ma soprattutto aver interiorizzato il nostro modo di “fare” ed “essere
                    Fondazione”.

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    Art. 1.2 dello Statuto della Fondazione
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È indubbio che l’anno cruciale per le Fondazioni di origine bancaria sia stato il
                   2015.

                   La sottoscrizione del protocollo Acri-MEF, al quale la nostra Fondazione ha
                   prontamente aderito, ha posto le basi per cambiamenti e innovazioni radicali nel
                   modo di “essere Fondazione”, sotto tutti gli aspetti: nella gestione finanziaria, nei
                   rapporti con il sistema politico-istituzionale e nelle relazioni con la comunità
                   territoriale di riferimento.

                   Se volessimo sintetizzare i cambiamenti intervenuti, potremmo parlare di
                   definitiva maturazione di un’identità delle Fondazioni, che sempre meno fanno
                   riferimento         all’origine       bancaria        e       sempre      più      divengono         soggetti
                   dell’organizzazione delle libertà sociali, in un quadro di valori pluralistici che non
                   attribuisce esclusivamente all’amministrazione pubblica la responsabilità di
                   perseguire il benessere comune, ma che riconosce che soggetti diversi, regolati
                   pubblicamente, ma autonomi, possano contribuire a fornire risposte a istanze di
                   interesse collettivo.

                   Ma il 2015 è anche l’anno dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata
                   con risoluzione dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015, programma
                   d’azione per le Persone, il Pianeta e la Prosperità e dei suoi 17 Obiettivi per lo
                   Sviluppo Sostenibile, interconnessi e indivisibili2.

                   Tale riferimento, sin dal 2017 base concettuale della programmazione della nostra
                   Fondazione, può sembrare alto e troppo astratto per il nostro agire quotidiano.
                   Può sembrare, ma così non è.

                   Per trasformarsi da semplici erogatori di risorse a sperimentatori di processi
                   condivisi e complessi, le Fondazioni, ma non solo esse, devono poter avere dei
                   riferimenti programmatici alti, che permettano loro di poter compiere scelte forti
                   di campo, concentrare volontà, azioni e risorse sui nodi strategici per lo sviluppo
                   delle proprie comunità e territori, e così concorrere alla diffusione del benessere
                   sociale dei territori in modo integrato e sostenibile.

                   Ciò a partire dai due valori che ritengo essere i due pilastri fondamentali
                   dell’azione della Fondazione: l’ascolto e l’autonomia.

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    Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 - Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
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Ascolto delle voci di chi vive il lavoro sociale, culturale, formativo, scientifico e di
ricerca nella quotidianità e può offrire una testimonianza privilegiata dei bisogni e
un’immagine del futuro nei rispettivi ambiti di intervento.

Autonomia nell’interpretazione delle letture acquisite, senza alcuna forma di
subalternità istituzionale o culturale da parte della Fondazione e autonomia nella
scelta di abbandonare un approccio che ipotizza che le Fondazioni intervengano
indistintamente su tutto, che la gamma delle loro attività debba spaziare, senza
limiti e illusoriamente, in risposta a tutti i bisogni, attuali e potenziali.

Non è più tempo di deleghe o subalternità, ma è tempo di un gioco di squadra in
cui ognuno, dai singoli cittadini alle istituzioni, porta il meglio di sé per trovare
congiuntamente nuovi livelli di equilibrio. Nel rispetto reciproco.

Lo sforzo principale ancora da compiere da parte nostra nel prossimo triennio è
indubbiamente quello di far capire al territorio e alle istituzioni pubbliche che nel
suo agire la Fondazione si pone come la “terza via”, tra pubblico e privato, a difesa
e beneficio della società civile collettiva.

La Fondazione, già a partire dal Documento Programmatico Previsionale annuale
2018, ha riformato, sulla base del protocollo Acri-MEF e dell’Agenda 2030, il
proprio modo di operare, la propria organizzazione e il proprio rapporto con il
contesto.

È chiaro che questa trasformazione ha implicato:

 l’adozione di una visione della Fondazione quale regista di sviluppo sostenibile
per la comunità di riferimento, coraggiosa nelle scelte e consapevole nel
convogliare verso obiettivi condivisi le varie progettualità, disperse tra le diverse
parti dell’Isontino, privilegiando un’azione di “ricucitura” del territorio;

 una modifica delle strategie di relazione con gli stakeholder, enti pubblici e
privati;

 il necessario approfondimento riguardo alla stesura dei progetti e una
valutazione ex post riguardo al livello di raggiungimento degli obiettivi e del loro
impatto;

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 l’utilizzo di strumenti erogativi diversificati che sia tengano conto della
                    necessità di far crescere le associazioni e i soggetti con cui la Fondazione si
                    interfaccia, sia garantiscano le piccole realtà, fondamentali nella tenuta del
                    tessuto sociale delle comunità;

                     i necessari e imprescindibili cambiamenti nelle modalità operative e nelle
                    organizzazioni interne delle strutture operative, necessariamente sempre più
                    professionali e capaci di accompagnare le evoluzioni del tempo.

                    Una delle note distintive del Documento Programmatico Previsionale triennale
                    2020-2022 e conseguentemente del Documento Programmatico Previsionale
                    annuale 2020 è rappresentata dallo sforzo di fare sintesi, di redigere un
                    documento          che rappresenti con semplicità espositiva e             senza alcun
                    fraintendimento gli orientamenti forti di cui abbiamo parlato e che definisca con
                    chiarezza cristallina il ruolo che la Fondazione intende esercitare per garantire il
                    benessere sociale e la sostenibilità della propria comunità di riferimento.

                    Tutto questo sulla base di un’analisi di contesto in cui i dati e la loro lettura sono
                    inequivocabili.

                    “La competenza fondata sulla conoscenza è essenziale per capire la complessità,
                    nel nostro caso, delle dinamiche economiche e sociali, per quantificare i rischi
                    associati a determinate situazioni e per valutare di conseguenza l’effettiva
                    necessità di una certa azione (…)”3.

                    Conoscere per capire su quali settori destinare le risorse è stato, quindi, il primo
                    passo.

                    Da qui la scelta di farsi guidare nell’analisi di contesto in particolare da due studi: il
                    “Rapporto annuale 2019 – La situazione del Paese”, redatto da Istat, e l’ “Analisi
                    dei principali indicatori socioeconomici della provincia di Gorizia” effettuata dalla
                    Fondazione Nordest.

                    A questa fase di studio ed analisi è seguito un accurato lavoro di riflessione e di
                    messa a fuoco della visione e della strategia della Fondazione costruito e
                    condiviso prima in sede di Commissione consiliare DPP, poi, in modo integrato e
                    coerente, in sede di Consiglio di Amministrazione e di Consiglio di Indirizzo.

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    Mario Draghi, Università Cattolica di Milano.
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Un lavoro impegnativo che, nel coinvolgere tutti gli organi della Fondazione, e con
il fondamentale contributo della struttura operativa, è stato quanto mai
costruttivo e armonico, nel rispetto dei diversi ruoli e competenze.

Sono stati quindi individuati i tre obiettivi generali su cui la Fondazione impegnerà
a fondo le sue energie e le sue risorse nel prossimo triennio:

 La formazione del capitale umano;
 Il benessere e la sostenibilità sociale;
 Lo sviluppo del territorio in chiave integrata e sostenibile.

A ognuna di queste linee corrispondono priorità, strumenti ed azioni che sono
descritti in modo più puntuale nel seguito del presente documento.

Il documento riporta anche alcune importanti scelte relative al ruolo che la
Fondazione intende giocare sul territorio e al modo con cui opererà e, tra queste,
vorrei ricordarne principalmente due:

a) la disponibilità e l’impegno a continuare, laddove richiesto, a lavorare in
   partenariato con le istituzioni pubbliche e private in particolare nella
   realizzazione di progetti strategici per il territorio;
b) la volontà di stimolare una mobilitazione di energie e di risorse da parte dei
   cittadini e delle organizzazioni, in un circolo virtuoso che porti a una
   moltiplicazione delle possibilità di intervento, anche attraverso l’espressione di
   progettualità proprie.

Oltre a questi principi di base, è stato essenziale assicurare la coerenza delle
strategie in tutti i settori, coerenza le cui fondamenta sono la pianificazione, gli
interventi basati su dati concreti, l’efficacia, il rispetto dei principi di sussidiarietà
(non la sostituzione) e di proporzionalità dell’intervento, la misurazione, il
monitoraggio e la valutazione dell’impatto degli interventi.

Il Documento Programmatico Previsionale 2020-2022 rappresenta dunque una
mappa, con delineate ben chiare le strade che la Fondazione percorrerà nel
prossimo triennio.

Questo non impedirà di dare risposte pronte alle emergenze e di rivedere il
percorso, se il contesto dovesse presentare nuovi, importanti elementi, ma

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aiuterà a utilizzare al meglio le risorse della Fondazione, a beneficio dell’intera
                    comunità.

                    Nella redazione del Documento Programmatico Previsionale triennale non si è
                    non potuto tenere conto del fatto che molte sfide sono diventate sempre più
                    pressanti. Si tratta di sfide complesse e fortemente interconnesse e pertanto
                    affrontandone una si potrebbero determinare implicazioni positive o negative per
                    altre.

                    Per questo si è declinato il rapporto tra settori rilevanti come un rapporto
                    permeabile e fortemente interconnesso.

                    Anche il riferimento ai 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile, non è un semplice
                    riferimento nominalistico, ma è la declinazione di obiettivi comuni che riguardano
                    tutti i Paesi e tutti gli individui.

                    Nessuno deve esserne escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino
                    necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

                    Sostenibilità per noi significa anzitutto promuovere i diritti sociali e il benessere
                    per tutti, e allo stesso tempo contribuire alla coesione sociale.

                    L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile definisce la sostenibilità come “uno
                    sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle
                    future generazioni di soddisfare i propri bisogni.”4

                    La Fondazione nel proporre la sua visione del futuro mette, quindi, al centro della
                    propria attenzione la risorsa più pregiata: le future generazioni.

                    I dati Istat confermano che ci avviamo verso un mondo con sempre meno giovani
                    e sempre più anziani.

                    La questione prioritaria da risolvere è quanto questo Paese creda nel proprio
                    futuro e quale ruolo voglia assegnare alle nuove generazioni per contribuire a
                    costruirlo: quanto e cosa si vuole investire per consentire ai giovani di dare il
                    meglio di sé in tale ruolo.

4
    Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile - Nazioni Unite.
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Per noi la risposta è stata scontata: in questo nostro tempo la sfida educativa è la
                   sfida più importante.

                   L’azione di contrasto al fallimento formativo e alla povertà educativa, fortemente
                   associata nel nostro Paese alla povertà economica, alla marginalità e vulnerabilità
                   sociale, deve essere potenziata in via prioritaria.

                   Per questo la Fondazione, nel Documento Programmatico Previsionale triennale
                   2020-2022, ha deciso di accendere un faro ancora maggiore di interesse e azione
                   sul settore della Educazione Istruzione e Formazione, facendolo diventare il primo
                   settore del proprio intervento.

                   È necessario e quanto mai urgente stringere una alleanza tra le generazioni,
                   valorizzando il potenziale di tutti i soggetti coinvolti, dall’infanzia all’età anziana,
                   tenendo viva la tensione verso un futuro da costruire con fiducia. Il nodo decisivo
                   di questo processo è la valorizzazione del potenziale delle giovani generazioni cui
                   andrebbe passato il testimone, riconoscendo davvero, attraverso adeguati
                   percorsi formativi, il protagonismo che spetta loro di diritto.

                   “Nell’epoca delle grandi disuguaglianze, noi giovani solleviamo la nostra voce per
                   contrastare questo fenomeno allarmante e profondamente nocivo per la nostra
                   società.

                   Gli ampi divari economici di cui anche noi siamo vittime, creano barriere sociali tra
                   gli individui e alimentano un profondo senso di ingiustizia, indebolendo il grado di
                   coesione sociale e il nostro senso di comunità. Questa disuguaglianza mina
                   fortemente la mobilità sociale degli individui nell’arco di tutta la loro vita,
                   pregiudicando la capacità di emancipazione economica e sociale di chi vive ai
                   margini e versa in condizioni di vulnerabilità, povertà e deprivazione.

                   Questo contesto inaccettabile compromette il futuro di noi giovani. Povertà ed
                   esclusione sociale, insuccesso scolastico, inattività, precarietà e povertà lavorativa,
                   sono realtà vissute già concretamente e in prima persona dalle nostre generazioni.

                   Nondimeno, lo sviluppo e la realizzazione personale sono oggi per noi una strada
                   in forte salita”.5

5
    People Have The Power, Manifesto Dei Giovani Per Un Futuro Più Equo.
                                                                       11
Come rispondere a questo accorato appello?

                   L’unica risposta, che è al tempo stesso anche azione di contrasto alla crisi di
                   credibilità delle Istituzioni pubbliche o private alla quale quotidianamente
                   assistiamo, ritengo sia quella della fatica del lavoro quotidiano, della serietà dei
                   comportamenti, della visione e dell'energia necessarie per dare un contenuto
                   effettivo al cambiamento, al fine di conseguire risultati che si possono vedere e
                   toccare con mano.

                   In questi anni abbiamo concentrato i nostri sforzi in direzione di azioni concrete
                   individuate sulla base di una visione lungimirante e complessiva delle esigenze del
                   territorio. E questo è l’approccio che assumeremo anche nel triennio che ci
                   attende.

                   Non esistono alternative o scorciatoie a questo percorso, prima lo si comprende e
                   si agisce di conseguenza, meglio è.

                   «Non si vuol comprendere che bisogna preparare la svolta senza che il carro si
                   rovesci»6: il cambiamento, anzitutto nei comportamenti, e poi del proprio agire
                   bisogna innanzitutto volerlo, munendosi di “pazienza”, e, nell’accompagnare il
                   territorio, evitare, appunto, che il “carro” si rovesci.

                                                                                   Roberta Demartin

6
    Alcide De Gasperi.
                                                              12
2 | IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
    La Fondazione mette in atto la pianificazione dei propri interventi tramite la
    redazione di due documenti:

      Il Documento di Programmazione Pluriennale, che viene redatto con cadenza
       triennale e definisce le linee strategiche e gli obiettivi prioritari che la
       Fondazione intende perseguire nel periodo di riferimento, stabiliti sulla base
       delle risultanze che emergono dal percorso di conoscenza ed approfondimento
       delle effettive esigenze e dei bisogni prioritari del territorio.

       Il DPP Triennale può essere assoggettato a modifica, nel caso in cui dovessero
       emergere nuove priorità di intervento.

       L’articolo 4, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 153/99 assegna all’Organo di
       Indirizzo la competenza in ordine alla determinazione dei programmi, delle
       priorità e degli obiettivi della Fondazione; l’articolo 12, comma 2, lettera h)
       dello Statuto demanda al Consiglio di Indirizzo “la definizione delle linee
       generali della gestione patrimoniale e della politica degli investimenti”;
       l’articolo 12, comma 2, lettera k) demanda al Consiglio di Indirizzo “la
       determinazione dei programmi pluriennali di attività individuando i settori, tra
       quelli previsti dallo Statuto, ai quali destinare le risorse tempo per tempo
       disponibili. Nell’occasione definisce, in linea di massima, gli obiettivi, le linee di
       operatività e le priorità degli interventi”.

      Il Documento di Programmazione Previsionale Annuale, che indica programmi
       e indirizzi per le attività dell’esercizio successivo, individuati sulla base
       dell’analisi della situazione socio-economica del territorio e delle risorse
       finanziarie disponibili, cui viene demandato il compito di definire la
       suddivisione delle risorse all’interno dei singoli settori di intervento della
       Fondazione, tenendo conto delle linee guida formulate dal Consiglio di
       Indirizzo, sulla base delle risultanza emerse dall’analisi di contesto
       commissionata dalla Fondazione e dai bisogni individuati direttamente
       dall’ascolto del territorio.

       L’articolo 15, comma 3, lettera c) dello Statuto demanda al Consiglio di
       Amministrazione “la predisposizione del documento programmatico
       previsionale annuale, da sottoporre all’approvazione del Consiglio di Indirizzo”,
       ai sensi dell’art. 12, comma 2, lett. l).

                                              13
3 | LA FONDAZIONE
                                                      E IL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

                                                                Il territorio7
           Provincia di Gorizia                         139.403 abitanti (-0,03%)                                25 comuni

                Comune di Gorizia                                   Destra Isonzo                                    Sinistra Isonzo

              34.336 abitanti (-0,22%)                          65.999 abitanti (-0,29%)                         73.404 abitanti (+0,22%)

                                               Il patrimonio della fondazione
                            PATRIMONIO NETTO                                                 PATRIMONIO FINANZIARIO
                            A VALORI DI BILANCIO                                                  A VALORI DI BILANCIO
                                   al 31/12/2018                                                         al 31/12/2018
                            179,7 milioni di euro                                                 187,8 milioni di euro

                                     Attività erogativa del triennio 2017-20198
                        PREVISIONE EROGATIVA                                                         EROGAZIONI DELIBERATE
                        PER IL TRIENNIO 2017 -2019                                                    PER IL TRIENNIO 2017-2019

                             9 milioni di euro                                                            9,7 milioni di euro

7
  Fonte: Istat. I dati si riferiscono alla popolazione residente al 1° gennaio 2019. Tali dati sono diffusi da Istat come provvisori, in quanto il dato
definitivo “sarà diffuso a completamento delle operazioni di riallineamento statistico con le risultanze del censimento permanente avviato l’8
ottobre 2019”. La variazione percentuale si riferisce alla variazione riscontrata nei dati al 1° gennaio 2019 rispetto a quelli al 1° gennaio 2018.
8
  Le erogazioni deliberate nell’anno 2019 considerano le delibere prese al 28/10/2019, gli impegni di delibera già assunti a tale data e una stima
delle erogazioni relative alla futura II sessione erogativa dell’anno 2019.
                                                                         14
4 | LINEE GUIDA PER LA PREDISPOSIZIONE DEL
   DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE
                                                    PER IL TRIENNIO 2020-2022

4.1 | INDIVIDUAZIONE DEI SETTORI DI INTERVENTO

         4.1.1 | Premessa

         Al fine di individuare obiettivi e linee strategiche di intervento per il triennio
         2020-2022, la Fondazione ha ritenuto di sviluppare un percorso di studio e analisi
         del contesto di riferimento in cui opera, con particolare attenzione al quadro
         demografico e socio economico.

         L’acquisizione di un quadro di riferimento chiaro e puntuale - che evidenzi
         potenzialità e criticità, e quindi individui priorità e obiettivi, ambiti di intervento e
         modalità, oltre che i soggetti cui affiancarsi - è il risultato fondamentale al fine di
         redigere un documento di programmazione realistico ma allo stesso tempo
         prospettico.

         Con questo obiettivo la Fondazione ha ritenuto di condurre un’analisi, in parte da
         svolgersi direttamente, in parte affidandone lo svolgimento ad un soggetto terzo,
         dei principali indicatori demografici e socio economici che caratterizzano la
         provincia di Gorizia, attraverso l’analisi e lo studio delle risultanze del Rapporto
         ISTAT 2019 e lo studio di una serie di indicatori raccolti nell’ambito del rapporto
         sul Benessere equo e sostenibile (Bes), redatto sempre da ISTAT, nonché quelli
         relativi agli obiettivi di sviluppo sostenibile SDGs, legati all’Agenda 2030, adottata
         dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

         Queste informazioni sono state integrate con dati che riguardano l’andamento
         demografico (Fonte ISTAT) e con i redditi a livello comunale (Fonte MEF).

                                                    15
4.1.2 | Analisi di contesto

                       A | Istat: Rapporto annuale 2019 – La situazione del Paese

                       L’analisi di contesto, condotta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, ha
                       esaminato il Rapporto annuale 2019 pubblicato da Istat9. Essa ha evidenziato
                       particolari criticità demografiche e socioeconomiche su base nazionale, di
                       interesse anche del nostro territorio, e ha proposto delle soluzioni coerenti con le
                       finalità istituzionali della Fondazione.

                 Livelli di natalità contenuti                                          Fecondità tardiva
                             1,44 figli/donna in media                                             45% delle donne tra 18 e 49 anni
                             (generazione del 1977)                                                non ha ancora figli
                                                                                                   (2016)

                  Allungamento delle fasi della vita                                   Allungamento della vita media
                              56,7% dei giovani tra 20 e 34 anni                                   172,9 persone ultra 64enni
                              vive con i genitori                                                  ogni 100 giovani sotto i 15 anni
                              (2016)                                                               (1° gennaio 2019)

                       Giovani tra 20 e 34 anni

                       Il protrarsi della fase di studio, la posticipazione dell’ingresso nel mondo del
                       lavoro e la difficoltà nel raggiungere un’indipendenza economica, hanno
                       provocato uno slittamento dell’età di uscita dalla famiglia di origine, della
                       formazione di una famiglia propria e, conseguentemente, un aumento del
                       fenomeno della fecondità bassa e tardiva. Ciò rappresenta un elemento di forte
                       incertezza sulla futura evoluzione demografica del Paese. Le generazioni dei figli
                       sono infatti sempre meno numerose rispetto a quelle dei genitori.

                    Conclusione                                            Inserimento nel                             Formazione di una
                    degli studi                                            mondo del lavoro                            nuova famiglia

                                                                  Tasso di occupazione                 Giovani tra 20 e 34 anni usciti dalla
        Giovani iscritti ad un corso di studi                                                                  famiglia di origine
                                                               dei giovani tra 20 e 34 anni
    60,0%                                              70,0%                                        48,0%        46,3%
                  ca.50,0%
    50,0%                                              65,0%       62,8%       63,1%                45,0%                          43,3%
               39,8%
    40,0%                                              60,0%                                        42,0%
                                                                                         55,7%
    30,0%                                              55,0%                                        39,0%
                                          ca.20,0%
    20,0%                              14,1%           50,0%                                        36,0%

    10,0%                                              45,0%                                        33,0%

     0,0%                                              40,0%                                        30,0%
              20-24 anni               25-29 anni                  1998        2003      2016                    2009              2016

                       2009      2016

9
    Istat, 2019, Rapporto annuale 2019, la situazione del paese.
                                                                              16
Tale permanenza dei figli nella famiglia di origine, non è solo conseguenza
   dell’allungamento del ciclo formativo, ma anche delle difficoltà che incontrano i
   giovani nei percorsi di autonomia e indipendenza economica (lavoro stabile e
   adeguatamente remunerato).

   Condizione professionale dei giovani                  Giovani occupati che vivono con la famiglia,
    che vivono nella famiglia di origine                      con un’OCCUPAZIONE INSTABILE
                   (2016)
50,0%    47,0%                                           40,0%                            37,4%

40,0%
                                                         30,0%         25,7%
                                   30,9%
30,0%
                                                         20,0%
20,0%                 14,8%

                                                         10,0%
10,0%

 0,0%                                                     0,0%
        occupati    in cerca di   studenti                             2009               2016
                   occupazione

   Il problema inerente al mondo del lavoro, non                          Età media di uscita
   si limita perciò al tema della mera occupazione,
                                                             anni         dalla famiglia di origine
   ma anche all’innalzamento della condizione di
   instabilità occupazionale dei giovani. Ne sono
   conseguenza l’uscita tardiva dalla famiglia di                         Giovani tra 20 e 34 anni
                                                                          con almeno un figlio
   origine e il basso tasso di natalità tra i giovani.

  Popolazione «tardo adulta»

   Parallelamente al problema
   giovanile, corre il tema                                 VITA MEDIA      80,8 anni <                 85,2 anni
   dell’allungamento della vita
   media. Non solo si è espanso                 ANNI IN BUONA SALUTE        59,7 anni >                 57,8 anni
   l’orizzonte di vita per gli
   anziani, ma sono anche                  SPERANZA DI VITA A 65 ANNI       19,3 anni <                 22,4 anni
   aumentati gli anni vissuti senza
                                              di cui SENZA LIMITAZIONI      10 anni   >                 9,4 anni
   limitazione nelle attività.
   Considerando la speranza di
   vita a 65 anni, infatti, gli uomini possono contare in media su altri 19,3 anni di vita
   di cui 10 senza limitazioni (rispettivamente 22,4 e 9,4 per le donne): un anno in
   più senza limitazioni rispetto a dieci anni fa (6 mesi per le donne). Aumentano
   perciò gli anziani in buona salute nella fascia di età tra i 65 e i 75 anni.
   Sarà determinante, per il futuro del nostro Paese, saper valorizzare la
   componente della collettività compresa tra 65 e 75 anni ancora priva di limitazioni
   e tradurre in fattore produttivo l’esperienza di tale POPOLAZIONE «TARDO
   ADULTA», caratterizzata da redditività certa e ricca di capitale umano ed
   economico.
                                             17
OBIETTIVI
       INVECCHIAMENTO ATTIVO                                          Mantenimento della dinamicità
“un processo di ottimizzazione delle opportunità relative
  alla salute, partecipazione e sicurezza, allo scopo di
                                                                      Partecipazione socio-culturale
 migliorare la qualità della vita delle persone anziane”
             (Organizzazione Mondiale della Sanità)                   Riscoprirsi in un ruolo strategico

     È fondamentale per il benessere psico-fisico delle persone anziane, la
     partecipazione ad un sistema di relazioni ampio e stimolante, all’interno del quale
     riscoprirsi in un ruolo strategico. Saper valorizzare la popolazione “tardo adulta”,
     la aiuta ad invecchiare attivamente con benefici personali e collettivi. Il processo
     di invecchiamento della popolazione va perciò affrontato non come onere ma
     come opportunità.

     SOLUZIONE

     La finalità della Fondazione è quella di associare il tema giovanile con quello della
     popolazione “tardo adulta”, creando sinergie tra generazioni in grado di
     migliorare il benessere di entrambe le categorie.

     SI INTENDE VALUTARE INTERVENTI CHE FAVORISCANO L’ADOZIONE DI MODELLI DI
    SOSTENIBILITÀ SOCIALE, AMBIENTALE ED ECONOMICA, ATTRAVERSO IL RECUPERO
      DELLA SOCIALITÀ E DEL MUTUO AIUTO TRA GENERAZIONI, LA RIDUZIONE DELLA
     COMPLESSITÀ, DELLO STRESS E DEI COSTI DELLA VITA QUOTIDIANA, CREANDO UNO
                                     STILE DI VITA PIÙ “UMANO” E SOSTENIBILE.

                                                            18
B | Povertà educativa

                 I rapporti di Save the Children “Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che
                 punto siamo?”10 e “Nuotare contro corrente: povertà educativa e resilienza in
                 Italia”11 hanno evidenziato problematiche relative ai livelli di povertà educativa
                 tra i giovani in Italia.

                            bambini in povertà assoluta                                                alunni di 15 anni in
                            in Italia                                                                  povertà educativa “cognitiva”

                 Secondo l’indagine PISA12, il 23% degli alunni di 15 anni non raggiunge i livelli
                 minimi di competenze in matematica, mentre il 21% nella lettura (povertà
                 educativa “cognitiva”). I minori che vivono in famiglie con più basso livello socio-
                 culturale (25% delle famiglie più disagiate) hanno più del triplo di probabilità di
                 non raggiungere le competenze minime rispetto ai coetanei che provengono da
                 famiglie più benestanti (25% delle famiglie più agiate). C’è infatti una stretta
                 correlazione tra povertà materiale e povertà educativa.
                 Tuttavia, il circolo vizioso della povertà economica che alimenta la povertà
                 educativa, e viceversa, non è irreversibile.

                                            Ci sono bambini che avviano processi di RESILIENZA
                                            e riescono ad uscire dallo svantaggio educativo

                 Questi ragazzi, nonostante le condizioni avverse, riescono a superare i livelli
                 minimi di competenze, diventano in grado di applicare le nozioni apprese sia in
                 contesti scolastici sia extrascolastici, hanno una minor predisposizione ad
                 abbandonare gli studi e, di conseguenza, una maggior probabilità di proseguire il
                 percorso scolastico e ottenere posizioni lavorative stabili.

                                                      I fattori esterni possono
                                                      favorire o depotenziare la resilienza

                 Secondo Save the Children, infatti, “le relazioni sociali ed emotive intessute in
                 famiglia, a scuola, nella comunità educante, le opportunità formative, culturali,
                 economiche presenti nell’ambiente che circonda il bambino possono
                 rappresentare […] dei fattori di protezione o al contrario di rischio.”
                 È necessario, perciò, mettere in campo interventi per FAVORIRE LO SVILUPPO
                 DELLA CAPACITÀ DI RESILIENZA.13

10
   Save the Children, 2016, Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?
11
   Save the Children, 2018, Nuotare contro corrente: Povertà educativa e resilienza in Italia
12
   Fonte OCSE, PISA, 2015 – Dato riportato da: Save the Children, 2018, Nuotare contro corrente: Povertà educativa e resilienza in Italia
13
   Le osservazioni sui fattori protettivi della resilienza sono segnalate da Save the Children, 2018, Nuotare contro corrente: Povertà educativa e
resilienza in Italia, come risultato di uno studio condotto dall’Università di Roma Tor Vergata: Elaborazione dell’Università di Roma Tor Vergata per
Save the Children - Fonte OCSE, PISA, (2015).
                                                                        19
Abilità comunicative
                     Sviluppo delle LIFE SKILLS   Abilità relazionali
                                                  Abilità sociali

                     Offerta educativa            Capacità di “accogliere” il minore
                     di qualità a scuola          Capacità di stimolarlo alla conoscenza

Fattori protettivi                                Relazione con l’alunno
della resilienza     Insegnanti                   Relazione con i genitori

                     Infrastrutture scolastiche   Qualità delle infrastrutture scolastiche

                                                  Attività sportive, ricreative e culturali
                     Comunità                     Maggiori opportunità di lavoro per i giovani
                                                  Minore incidenza della criminalità e della povertà

SOLUZIONE

SI INTENDE POTENZIARE L’OFFERTA EDUCATIVA SCOLASTICA ED EXTRASCOLASTICA,
    FAVORENDO L’ACCESSO AI SERVIZI EDUCATIVI AI MINORI APPARTENENTI A
 FAMIGLIE SVANTAGGIATE DAL PUNTO DI VISTA SOCIO-ECONOMICO E CULTURALE.

                                           20
4.1.3 | 5 Settori Rilevanti

Tenuto conto delle esigenze manifestate dalla comunità locale e delle mutate
condizioni socio-economiche del territorio, la Fondazione ha ritenuto di
concentrare per il prossimo triennio 2020-2022, le risorse disponibili nei cinque
Settori Rilevanti di seguito indicati:

   educazione, istruzione e formazione,
   con particolare riguardo al benessere complessivo dei ragazzi, alla loro
   formazione e alle connessioni con il mondo del lavoro, nonché ribadendo il
   sostegno al polo universitario locale;

   volontariato, filantropia e beneficenza,
   con particolare attenzione ad enti ed associazioni che svolgono attività di
   tutela e assistenza alle categorie sociali più deboli o che operano nel campo
   umanitario;

   arte, attività e beni culturali,
   inclusa la conservazione e valorizzazione dei beni ambientali, paesaggistici,
   architettonici e archeologici;

   sviluppo locale ed edilizia popolare locale,
   con particolare attenzione alla realizzazione, nell’ambito delle attività
   istituzionali ed in collaborazione con altri enti, di iniziative e progetti
   integrati e innovativi, che aiutino a sviluppare una maggiore consapevolezza
   nei confronti delle tematiche ambientali in un’ottica di sostenibilità
   complessiva e di sviluppo socio-economico della comunità isontina;

   ricerca scientifica e tecnologica,
   con particolare attenzione alla realizzazione, nell’ambito delle attività
   istituzionali ed in collaborazione con altri enti, di iniziative e progetti, anche
   pluriennali, di ricerca innovativi che contribuiscano a generare sul territorio
   ricadute economiche e sociali positive e a favorire l’avanzamento della
   conoscenza scientifica;

    cui destinare il 100% delle risorse disponibili nel triennio.

                                          21
4.2 | INDIRIZZI GENERALI
E MODALITÀ OPERATIVE PER IL TRIENNIO

          Il Consiglio di Indirizzo, nella seduta del 07 ottobre 2019, ha indicato gli indirizzi e
          le linee guida per la predisposizione da parte del Consiglio di Amministrazione sia
          del Documento di programmazione pluriennale per il triennio 2020-2022 sia del
          conseguente Documento programmatico previsionale annuale DPP 2020.

          Gli indirizzi generali formulati dal Consiglio di Indirizzo indicano in particolare di:

      1. consolidare il ruolo della Fondazione quale soggetto di riferimento per il
         benessere della comunità e la promozione dello sviluppo del territorio,
         attraverso l’impulso e il sostegno di interventi integrati e innovativi al fine di
         favorire l’evoluzione di un territorio connesso e sostenibile tramite l’adozione di
         un complesso di azioni che diano risposte concrete ai bisogni reali della comunità
         isontina, ma anche mediante un’adeguata rimodulazione della distribuzione delle
         risorse disponibili;

      2. promuovere la progettazione partecipata insieme a enti ed istituzioni pubbliche e
         private del territorio, in un’ottica di valore condiviso, tenendo conto anche dei
         mutamenti in atto nei diversi contesti in cui la Fondazione si trova a operare;

      3. favorire la creazione di reti tra le realtà del territorio, al fine di rafforzarne le
         capacità progettuali e di attrazione di risorse;

      4. potenziare la progettazione diretta, incrementando sia le iniziative proprie ideate
         autonomamente, sia i progetti proposti da terzi che la Fondazione ritiene di
         particolare valore tanto da farli propri, al fine di potenziare il ruolo della stessa
         Fondazione quale attore dello sviluppo del territorio;

      5. sostenere interventi di carattere innovativo, che sperimentino processi condivisi
         e complessi, favorendo l’adozione di strumenti e modalità di fruizione nuovi
         rispetto ai bisogni individuati;

      6. favorire progetti che assicurino la propria sostenibilità, fornendo benefici in un
         arco temporale più ampio possibile;

      7. promuovere progetti di ampio respiro, anche a carattere pluriennale, favorendo
         la collaborazione fra le realtà presenti sul territorio;

      8. mantenere un equilibrio territoriale, basato sulla lettura dei bisogni;
                                                 22
9. favorire la condivisione e la disseminazione di buone pratiche:
  sviluppando la conoscenza degli esiti dei progetti realizzati e sostenuti, con lo
   scopo di diffondere modelli di intervento efficaci nel rispondere alle esigenze del
   territorio, al fine di incoraggiarne la replicazione;
  collaborando con le altre Fondazioni di origine bancaria all’interno di Acri, allo
   scopo di condividere buone pratiche e avviare o aderire a progettualità comuni;

10. promuovere la realizzazione di progetti che favoriscano l’integrazione sociale,
    generazionale e culturale.

11. promuovere la coesione della comunità, sviluppando forme di sostegno che da un
    lato guardino a progettualità con elevato potenziale di auto-sostenibilità, dall’altro
    a iniziative che, seppur di portata e innovazione limitata, costituiscono momenti
    importanti di coesione per la comunità.

12. favorire la collaborazione e il dialogo tra gli Organi, nel rispetto dei ruoli;

13. proseguire nell’azione di miglioramento dei modelli di valutazione dell’azione
    della Fondazione per ottimizzare la suddivisione e la destinazione delle risorse,
    anche attraverso l’individuazione di indicatori condivisi, per gruppi omogeni di
    progetti e finalità, che evidenzino gli effetti prodotti sul territorio, ottemperando
    all’impegno assunto con l’Art.11, comma 5 del Protocollo Acri-MEF.

                                               23
4.3 | LINEE GUIDA PER L’IMPIEGO DEL PATRIMONIO

        1. Coniugare la gestione del patrimonio (asset) con le passività (liability) intese
           come erogazioni e costi di funzionamento, nell’ottica della tutela del
           patrimonio in termini reali.

        2. Partecipare a investimenti strategici collegati allo sviluppo economico e sociale
           del territorio, assumendo quote di partecipazioni di minoranza in imprese o in
           Fondi, che offrano una adeguata redditività e/o prospettive di rivalutazione
           dell’investimento, entro il limite complessivo – incluse le operazioni in essere -
           del 12% del patrimonio a valore di bilancio.
           Qualora nel corso del triennio si manifestassero nuove opportunità di
           investimenti, particolarmente favorevoli sul piano economico, da considerarsi
           validi e decisivi in fatto di sviluppo economico della nostra Provincia, si
           potranno anche esaminare proposte per ulteriori investimenti strategici che,
           sommati a quelli in corso, non dovranno comunque superare il limite massimo
           complessivo del 16% del patrimonio a valore di bilancio.

        3. Per la parte libera del patrimonio, affidare all’esterno a primari intermediari
           abilitati ai sensi del d.lgs n. 58/98, gli investimenti in una pluralità di strumenti
           finanziari, anche alternativi, tramite mandati in delega di gestione individuali
           (gestioni patrimoniali personalizzate), ovvero comparti di sicav/sif che
           investono tramite mandati di gestione o altri strumenti del risparmio gestito,
           assicurando la diversificazione anche in termini di stili di gestione.

        4. Proseguire nella diversificazione del portafoglio azionario in gestione diretta,
           con l’obiettivo di massimizzarne la redditività, anche tramite la gestione attiva
           della partecipazione nella Banca Conferitaria, Intesa Sanpaolo.

        5. Seguire, nella composizione (Asset Allocation) del portafoglio complessivo
           valorizzato a valori di mercato, una strategia dinamica di diversificazione del
           rischio, misurabile con un indicatore sintetico elaborato dall’Advisor (VAR =
           massima perdita annuale con intervallo di confidenza del 95%).

        6. Mantenere un continuativo presidio dei rischi finanziari del portafoglio
           complessivo e dei singoli investimenti finanziari, con l’obiettivo di monitorare
           che tali rischi siano coerenti con gli obiettivi di preservazione del patrimonio e
           di stabilità del livello erogativo.

        7. Stabilizzare nel medio termine l’attività erogativa con livelli coerenti con il
           massimo grado di salvaguardia patrimoniale, sulla base delle risultanze
           dell’analisi Asset Liability Management (ALM) prodotta dall’Advisor.

                                                  24
8. Mantenere lo scostamento del risultato prospettico per la fine anno
   (erogazione mediana), rilevato dall’Advisor trimestralmente attraverso l’analisi
   delle stime probabilistiche dei risultati contabili, non superiore al 50% del
   fondo di stabilizzazione delle erogazioni.

                                        25
Sulla base delle risultanze dell’analisi ALM effettuata considerando lo scenario
economico e finanziario attuale e prospettico e la conseguente redditività,
nonché gli oneri complessivi stimati per il triennio,
                 la Fondazione stima di poter assumere un
     obiettivo erogativo per il triennio 2020-2022 di 9 milioni di euro.

Qualora non sia possibile realizzare un avanzo di esercizio sufficiente a
confermare l’obiettivo annuale, potrà essere valutato il ricorso al fondo di
stabilizzazione delle erogazioni, al fine di poter mantenere un livello erogativo
adeguato.

In ogni caso la Fondazione si riserva di rivedere i livelli erogativi in funzione
dell’andamento dei mercati finanziari e, di conseguenza, della redditività
dell’ente.

                                       26
5 | OBIETTIVI GENERALI
                                                 PER IL TRIENNIO 2020-2022

5.1 | OBIETTIVI GENERALI

         La Fondazione intende perseguire, per il triennio 2020-2022, tre obiettivi generali
         ritenuti di particolare interesse in relazione alle proprie finalità istituzionali. Tali
         obiettivi interessano trasversalmente i cinque settori, già sopra individuati, cui la
         Fondazione destina le proprie risorse.

                                     Obiettivi generali
                              per il triennio 2020-2022

                         FORMAZIONE
                                                           BENESSERE E
                                 DEL
                                                          SOSTENIBILITÀ
                             CAPITALE
                                                               SOCIALE
                             UMANO

                                             SVILUPPO
                                        DEL TERRITORIO
                                             IN CHIAVE
                                            INTEGRATA
                                          E SOSTENIBILE

                                                   27
5.2 | FORMAZIONE DEL CAPITALE UMANO

                      | CONTESTO |
                                                                        Obiettivi generali
                                                                    per il triennio 2020-2022
        La qualità e l’efficacia dei sistemi di
        educazione, istruzione e formazione
        riveste un’importanza cruciale per il futuro                FORMAZIONE
        del Paese, in quanto costituisce una base                         DEL
        essenziale per lo sviluppo personale,                          CAPITALE
        l’integrazione sociale e l’occupabilità delle                   UMANO
        persone. La formazione va intesa come un
        processo di apprendimento che prosegue
        lungo tutto l’arco della vita degli individui.

        Le Nazioni Unite hanno individuato, tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)
        da raggiungere entro il 2030 quello di “Assicurare un’istruzione di qualità, equa
        ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”
        (Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 4) e “Promuovere una crescita economica
        duratura, inclusiva e sostenibile, una piena e produttiva occupazione e un lavoro
        dignitoso per tutti” (Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 8).

        La ricerca effettuata da Fondazione Nordest, per conto della Fondazione,
        evidenzia come il territorio della Provincia di Gorizia si posizioni al 48esimo posto
        (su 111) in Italia per istruzione e formazione e al 18esimo (su 22) a livello
        nordestino. Sul posizionamento incidono la bassa quota di laureati, il tasso di
        passaggio all’Università (inferiori, di poco, alla media nazionale) ma soprattutto la
        percentuale di NEET, giovani che non lavorano e non studiano, indicatore che
        vede la provincia di Gorizia al 75^ posto tra le province italiane, ultima a Nord Est.

        Dall’“Atlante dell’infanzia a rischio” 2019, pubblicato da Save the Children
        nell’ottobre 2019, si evince come oggi in Italia 1,2 milioni di bambini vivano in
        condizioni di povertà assoluta. Negli ultimi dieci anni questo dato è salito a livello
        nazionale dal 3,7% del 2008, corrispondente a un minore su 25, al 12,5% del 2018,
        corrispondente a un minore su 8.
        I dati confermano inoltre la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà
        educativa.
        Tuttavia, si osservano bambini che avviano processi di resilienza e che riescono ad
        uscire dallo svantaggio educativo. Dunque capire la resilienza e i fattori che la
        inducono è il primo passo per sconfiggere la povertà educativa.

                                                  28
| PRIORITÀ |

 Favorire lo sviluppo di una comunità educante, fondata in primis su una
sinergia costante tra scuole e famiglie, che accompagni il processo di crescita e di
apprendimento dei minori, soprattutto di coloro che vivono in condizioni di
povertà educativa, così da permettere loro di sviluppare processi di resilienza tali
da superare lo svantaggio educativo.

 Potenziare il ruolo della scuola nella sua capacità di accogliere il minore e di
stimolarlo all’apprendimento, fin dalla prima infanzia.

 Favorire lo sviluppo delle capacità cognitive, relazionali ed emozionali di
bambini e ragazzi, aumentando la partecipazione scolastica, la qualità dei processi
educativi e offrendo servizi e occasioni formative nell’ambiente scolastico ed
extrascolastico.

 Valorizzare il legame tra istruzione di base e formazione professionale, in un
approccio di apprendimento lungo tutto il corso della vita degli individui, con
particolare attenzione ai giovani e alla popolazione adulta non occupata.

                            | STRUMENTI E AZIONI |

 Supporto alle scuole finalizzato a migliorare il benessere nell’ambiente
scolastico con il coinvolgimento di tutte le componenti che ne fanno parte, in
collaborazione con le istituzioni preposte.

 Supporto all’innovazione scolastica tramite progetti che arricchiscano l’offerta
didattica delle scuole isontine.

 Azioni di orientamento per le famiglie e i giovani sia nella scelta di percorsi di
istruzione superiore coerenti con le richieste del mercato del lavoro sia in uscita
dallo stesso per la ricerca di adeguati sbocchi professionali.

 Azioni di coinvolgimento e formazione specificatamente dedicate ai Neet.

 Attivazione di opportunità di apprendimento permanente per tutti, tramite
percorsi di formazione professionale volti a potenziare le possibilità di trovare una
collocazione nel mercato del lavoro.

                                         29
5.3 | BENESSERE E SOSTENIBILITÀ SOCIALE

                        | CONTESTO |
                                                                        Obiettivi generali
         La promozione del benessere nel mondo                      per il triennio 2020-2022
         contemporaneo non può limitarsi alla
         prevenzione, tradizionalmente intesa, ma                                BENESSERE
         deve perseguire una vera e propria azione di
                                                                                        E
         “promozione della salute” (Carta di
         Ottawa), incentrata sulla concezione di                               SOSTENIBILITÀ
         benessere quale concetto articolato e                                     SOCIALE
         trasversale, che copre diverse dimensioni
         del vivere individuale e collettivo, tra cui le
         componenti        ambientali      e     sociali
         rappresentano i pilastri fondamentali.

         La centralità di questo concetto è confermata dalla presenza, tra gli Obiettivi di
         Sviluppo Sostenibile (SDGs) da raggiungere entro il 2030, così come individuati
         dalle Nazioni Unite, dell’obiettivo n. 3: “Garantire una vita sana e promuovere il
         benessere per tutti a tutte le età”.

         L’applicazione di questa concezione del benessere va tuttavia attuata tenendo
         conto del contesto nazionale e locale, che evidenzia l’emergenza di alcune
         fragilità che interessano in particolare la popolazione anziana e i giovani e al
         contempo di opportunità positive per la loro, almeno parziale, risoluzione.
         L’evoluzione demografica del Paese è oggi sempre più connotata da livelli di
         natalità estremamente contenuti, dall’allungamento della vita media e, a partire
         dal 2015, da una perdita di residenti, dinamica quest’ultima da considerarsi non
         occasionale. Il numero medio di figli per donna è passato nell’ultimo secolo da 2,5
         a 1,4 figli: le generazioni dei figli sono dunque sempre meno numerose di quelle
         dei genitori.
         La fecondità bassa e tradiva è l’indicatore più rappresentativo del malessere
         demografico del Paese ed è la risultante di una profonda trasformazione
         economica e sociale, che ha influito profondamente sullo stile di vita del Paese e
         sul suo sistema valoriale. Inoltre, l’aumento tra le donne più giovani della
         percentuale di quelle senza figli si qualifica come uno degli elementi di maggiore
         incertezza sulla futura evoluzione demografica del Paese. Sta crescendo inoltre il
         numero di coppie che per fattori economici e di gestione familiare sono costrette
         a rinviare o rinunciare alla realizzazione di progetti crescita familiare.
         Si osserva inoltre già da tempo un prolungamento dei tempi di permanenza dei
         giovani nella famiglia di origine (in media 30,1 anni), quale conseguenza sia
                                                   30
dell’allungamento del ciclo formativo sia quale risultato delle difficoltà che i
giovani stessi incontrano nei percorsi di autonomia e indipendenza economica.
L’allungamento della transizione allo stato adulto conseguentemente comprime i
tempi di realizzazione di progettualità di vita adulta ed indipendente.
Al contempo la presenza di una nutrita popolazione “tardo-adulta” (fascia di età
tra i 65 e i 75 anni), che vive in buone condizioni economiche e di salute, e che di
conseguenza è più frequentemente in grado di vivere in autonomia, rappresenta
un’importante opportunità per il futuro delle nostre comunità. Un ripensamento
del loro ruolo sociale può infatti aprire la strada a forme di collaborazione
intergenerazionale che possano contribuire allo sviluppo della società.

                                  | PRIORITÀ |

 Favorire l’adozione di modelli di sostenibilità sociale, ambientale ed
economica, attraverso il recupero della socialità e del mutuo aiuto tra
generazioni, a favore della diffusione di stili di vita più umani e sostenibili.

 Promuovere corretti stili di vita volti a ridurre comportamenti a rischio specie
tra le giovani generazioni.

                           | STRUMENTI E AZIONI |

 Iniziative incentrate sulla trasmissione delle conoscenze e competenze sia
dagli anziani verso i giovani, in relazione alle competenze legate a mestieri e
professioni oggi difficili da reperire ma utili o necessarie per le persone e per le
imprese, sia dai giovani verso gli anziani per migliorare, ad esempio, le
competenze digitali sia in favore di un accesso ai servizi quali sanità, banche,
pubblica amministrazione, sia all’economia digitale (acquisiti online, accesso
virtuale a musei o luoghi di interesse).

 Creazione di reti sociali di supporto a persone in condizioni di fragilità e alle
loro famiglie.

 Azioni di supporto all’imprenditorialità soprattutto giovanile.

 Potenziamento degli interventi di promozione della salute e del benessere
della popolazione giovanile, in sinergia con le istituzioni scolastiche e
sociosanitarie.

                                        31
5.4 | SVILUPPO DEL TERRITORIO IN CHIAVE INTEGRATA E SOSTENIBILE

                             | CONTESTO |
                                                                              Obiettivi generali
                                                                           per il triennio 2020-2022
         La cultura rappresenta un fattore strategico di
         sviluppo economico e di coesione sociale. Agire sulla
         valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale
         significa investire sull’arricchimento della vita dei
         cittadini e favorire lo sviluppo del territorio in chiave                SVILUPPO
         turistica e dunque economica e occupazionale.                        DEL TERRITORIO

         La valorizzazione e tutela dell’ambiente possono,                       IN CHIAVE

         infatti, non solo contribuire a migliorare le condizioni                INTEGRATA
         di vita e di salute delle persone, ma anche a                         E SOSTENIBILE
         preservare il territorio e a valorizzarlo nelle sue
         peculiarità.
         La tutela dell’ambiente riveste del resto un’importanza strategica nei sistemi
         economici e richiede il coinvolgimento e il concorso di ogni singolo individuo, e
         dunque un’azione costante e massiva di sensibilizzazione su questo tema.

         Il territorio isontino, per quanto dimensionalmente ridotto, presenta
         caratteristiche culturali e storiche peculiari e ancora poco valorizzate, e si
         distingue per la presenza di un paesaggio vario, con elementi naturali che
         rappresentano un valore non solo dal punto di vista ambientale ma anche
         economico, sia dal punto di vista produttivo sia per il suo potenziale di attrazione
         turistica, quest’ultimo oggi ancora non del tutto sviluppato, soprattutto in alcune
         aree.
         La valorizzazione del territorio isontino non può prescindere da un’attenzione al
         tema della sostenibilità e dunque orientarsi in direzione della valorizzazione e
         tutela del patrimonio culturale e ambientale esistente attraverso interventi
         innovativi e a basso impatto. Un simile approccio è fondamentale anche per far sì
         che lo sviluppo turistico del territorio avvenga in modo coerente e rispettoso
         delle caratteristiche del territorio stesso, quali la presenza di piccole comunità, di
         connessioni lente, di una buona qualità di vita sociale e di una buona qualità
         ambientale rispetto ad altre aree del territorio nazionale.

                                                   32
| PRIORITÀ |

   Promuovere modelli di gestione innovativa e sostenibile del patrimonio culturale
    e paesaggistico esistente e di fruizione sostenibile dei beni culturali e ambientali.

   Sviluppare un approccio innovativo e sostenibile negli interventi di recupero,
    conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, favorendo
    l’impiego di nuove tecnologie e altre metodologie a basso impatto.

                                 | STRUMENTI E AZIONI |

   Promuovere progettualità a carattere pluriennale volte allo sviluppo sostenibile
    del territorio, anche per mezzo di interventi modulari e replicabili in altri contesti,
    su modello di “Fondazione CariGO GREEN³”.

   Sostenere progettualità di enti terzi coerenti con i progetti pilota di “Fondazione
    CariGO GREEN³” con particolare attenzione alla capacità di creare opportunità
    occupazionali per le giovani generazioni.

   Concorrere a valorizzare, in sinergia con gli altri enti gestori, l’attività espositiva e
    didattica della Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo al fine di potenziarla come
    punto di riferimento per le manifestazioni espositive.

   Destinare principalmente la sala espositiva della Fondazione a eventi che
    abbiano finalità educative e didattiche, in cui l’arte sia strumento di lettura della
    realtà.

                                               33
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