IL PIANO SOCIALE E SANITARIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 2017-2019

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IL PIANO SOCIALE
      E SANITARIO
  DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
         2017-2019
Versione solo testo

Servizio Politiche sociali e socio educative, Regione Emilia-Romagna
Direzione generale cura della persona, salute e welfare
Viale A. Moro n. 21, Bologna, Tel. 051/5277206 Fax 051/5277080
Email: segrsvilsoc@regione.emilia-romagna.it
Email certificata: segrsvilsoc@postacert.regione.emilia-romagna.it
http://sociale.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/piano-sociale-e-sanitario-della-regione-emilia-romagna

Progetto editoriale e realizzazione: Alessandro Finelli e Barbara Domenicali

Stampa: Centro stampa Regione Emilia-Romagna, ottobre 2017

Testo non ufficiale. La versione ufficiale è consultabile nella banca dati Demetra dell’Assemblea legislativa
della Regione Emilia-Romagna: Deliberazione assembleare. n. 120 del 12 luglio 2017 Piano sociale e sani-
tario 2017-2019 (Proposta della Giunta regionale in data 15 maggio 2017, n. 643).
INDICE

INTRODUZIONE p.5                                    5. Nuovi indirizzi per la programmazione
                                                       territoriale p.47
Il nuovo Piano Sociale e Sanitario al centro
dell'azione politica regionale p.7                  6. Attuazione e valutazione del Piano p.49

1. I cambiamenti del contesto dal                   Appendice A I numeri del Servizio sanitario
		 2008 ad oggi e i nuovi scenari                   regionale e dei Servizi socio-sanitari, sociali
		 socio-demografici ed economici p.9               e socio-educativi p.51

2. Verso un welfare comunitario, 		                 Appendice B Schema contenuto nel Decreto
   dinamico e delle responsabilità p.13             del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
                                                    del 4 maggio 2015 “Ripartizione delle risorse
3. Gli attori istituzionali e sociali del sistema   finanziarie afferenti il Fondo nazionale per le
		 di welfare regionale. Lo stato dell’arte e le    politiche sociali, per l’anno 2015” p.57
   prospettive p.15
                                                    NOTE p.58
   3.1 Il contesto istituzionale di partenza p.15
   3.2 Finalità del piano riguardo ai livelli
       istituzionali di integrazione p.16
   3.3 Il rapporto tra i soggetti istituzionali
       e gli attori sociali pubblici e privati
       nella costruzione del welfare territoriale
       e comunitario p.22
   3.4 Il quadro dei servizi p.23

   3.5 Il quadro delle risorse finanziarie p.26

4. Le aree di intervento trasversali p.33
   4.1 Politiche per la prossimità
       e la domiciliarità p.33
   4.2 Politiche per la riduzione delle
       diseguaglianze e la promozione
       della salute p.35
   4.3 Politiche per promuovere l’autonomia
       delle persone p.37
   4.4 Politiche per la partecipazione e la
       responsabilizzazione dei cittadini p.39
   4.5 Politiche per la qualificazione e
       l’efficientamento dei servizi p.41

                                                                                                      3
INTRODUZIONE
Il nuovo Piano Sociale e Sanitario 2017-2019 è stato        Gli obiettivi strategici sono tre, trasversali alle diver-
approvato lo scorso 12 luglio dall’Assemblea legisla-       se fasce della popolazione e fasi della vita: inclusio-
tiva dell’Emilia-Romagna.                                   ne sociale e contrasto della povertà, distretto come
Il documento è frutto di un lungo e partecipato             polo della governance e dell’attuazione di politiche
percorso realizzato insieme ai territori e agli atto-       integrate, nuovi strumenti e servizi di prossimità e di
ri sociali e istituzionali di questa regione, raccoglie     integrazione sociosanitaria.
i numerosi contributi presentati negli incontri sia a       Ora ci attende un lavoro di attuazione sul territorio,
livello tecnico che a livello politico, e rappresenta lo    ciascuno secondo le proprie competenze e respon-
strumento di riferimento per sviluppare e innovare il       sabilità, attraverso la realizzazione e la sperimenta-
welfare dei prossimi anni.                                  zione di servizi e interventi che mirino a migliorare la
Abbiamo scelto di approvare un Piano snello, sinte-         qualità della vita dei nostri cittadini e cittadine, con
tico nella forma, di facile lettura con l’intento di ren-   un impegno condiviso ad ascoltare, coinvolgere, so-
derlo accessibile ai cittadini, e di rendere ben visibili   stenere la partecipazione delle nostre comunità.
le parole-chiave.

                                                                                               Elisabetta Gualmini
                                                                                                   Vicepresidente della
                                                                                               Regione Emilia-Romagna
                                                                                                 e Assessore al Welfare

                                                                                                     Sergio Venturi
                                                                                                          Assessore alle
                                                                                                  Politiche per la salute

                                                                                                                     5
PREMESSA
           IL NUOVO PIANO SOCIALE E SANITARIO
               AL CENTRO DELL’AZIONE POLITICA
                                   REGIONALE
Il nuovo Piano Sociale e Sanitario per il triennio          plici e immediate ciò che la propria Regione intende
2017-2019 è uno degli strumenti più rilevanti dell’a-       fare. Inoltre, si renderanno fruibili dei percorsi par-
zione politica della Giunta regionale. È la leva e nello    tecipativi, che concorreranno alla valutazione dei ri-
stesso tempo il motore di una nuova visione di wel-         sultati raggiunti dal Piano, consentendo ai cittadini,
fare che, a partire dalle tantissime cose buone del         alle famiglie, alle associazioni, ma anche agli ope-
passato, punta all’ammodernamento e al migliora-            ratori coinvolti, di formulare analisi, osservazioni e
mento dei nostri servizi rispetto a una società che         proposte migliorative, di cui si terrà conto nelle fasi
negli ultimi anni è profondamente cambiata e che fa         successive e nelle future attività di pianificazione.
emergere con straordinaria velocità nuovi bisogni e
nuove esigenze.                                             Si è poi deciso di non tenere separate le parti relati-
I precedenti PSSR hanno costruito l’architettura del-       ve alle politiche sanitarie da quelle sociali; sarebbe
la rete dei servizi sociali e sanitari integrati, deline-   infatti quasi un paradosso continuare a considerare
ando un sistema di welfare universale, equo, parteci-       in modo parcellizzato e frammentato gli sforzi e gli
pato, radicato nel territorio della regione.                interventi che quotidianamente la Regione fa per ri-
Il precedente Piano socio-sanitario, quello del trien-      spondere in maniera coordinata ai bisogni che ne-
nio 2008-2010, nasceva infatti quando ancora la più         cessitano di risposte socio-sanitarie. L’integrazione
grande crisi economica e sociale del nostro paese           socio-sanitaria smetterà di essere solo uno slogan
dal secondo dopoguerra ad oggi non aveva dispie-            o una enunciazione di principio se effettivamente
gato i suoi effetti e le sue conseguenze e quando           cominciamo a ragionare non più per compartimenti
ancora la ripresa dei primi anni 2000 portava con sé        stagni ma in maniera trasversale sia sul piano degli
dinamiche positive del mercato del lavoro e dell’e-         operatori pubblici che mettono in atto gli interventi,
conomia emiliano-romagnola.                                 sia sui bisogni che provengono dai nostri cittadini.

L’aggiornamento del Piano, deliberato dall’Assem-           Ma quali sono gli obiettivi strategici su cui si articola
blea legislativa nel corso del 2013 per il biennio 2013-    il nuovo Piano?
2014, aveva poi introdotto alcuni temi e problemati-        Sono almeno tre, quelli che hanno caratterizzato
che connessi all’impatto della crisi, come l’aumento        l’intero mandato della Giunta sul versante del wel-
della povertà e dell’emarginazione sociale e aveva          fare.
cercato di ricalibrare coerentemente gli interventi a
vantaggio dei più vulnerabili, in primo luogo minori        Il primo è quello della lotta all’esclusione, alla fra-
e adolescenti.                                              gilità e alla povertà. Parliamo qui di tre strumenti,
                                                            nuovi e sperimentati a partire da questo mandato,
Ma è con il documento che qui presentiamo che la            che insieme dovranno fronteggiare le esigenze e le
riflessione sugli effetti della crisi e sulle trasforma-    domande di chi rischia di rimanere completamente
zioni della società emiliano-romagnola diventa più          tagliato fuori dal mercato del lavoro e dalla società
ampia e composita. E che la scommessa dell’inte-            attiva. La legge regionale sull’inclusione socio-lavo-
grazione tra le politiche sociali e le politiche sanita-    rativa (L.R. 14/2015), la legge regionale sul Reddito
rie diventa ancora più forte e ancora più operativa.        di solidarietà (L.R. 24/2016) e l’attuazione del So-
                                                            stegno per l’inclusione attiva introdotto dal Gover-
Un documento che vede, nel suo stesso formato,              no costituiscono i tre pilastri di un nuovo modo di
cambiamenti importanti; abbiamo snellito e sempli-          concepire i servizi, di far lavorare il personale e di
ficato la parte descrittiva e di indirizzo e abbiamo        costruire relazioni con gli utenti. In tutti e tre i casi
poi elaborato una serie di schede operative che ri-         vi sono equipe multi-professionali (cioè composte
portano sia alcune sperimentazioni già avvenute e           da personale del settore sanitario, sociale e del la-
rilevatesi particolarmente efficaci, sia servizi e ini-     voro) chiamate a lavorare insieme, a prendere in ca-
ziative in corso d’opera su cui si intende puntare con      rico e a rispondere con servizi unificati e progetti
determinazione. In questo modo vogliamo rendere             condivisi. Gli operatori delle Ausl, dei Servizi sociali
il Piano più usufruibile e accessibile a tutti; non solo    e dei Centri per l’impiego dovranno essere in grado
agli addetti ai lavori, ma anche ai singoli cittadini       di farsi carico delle domande di servizio e, ancora
che devono comprendere e capire con parole sem-             più importante, di costruire percorsi di reinserimen-

                                                                                                                  7
IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | PREMESSA

to sociale o lavorativo a misura del cittadino-benefi-      servizi sanitari e sociali, senza che vengano meno,
ciario, il quale si impegna tramite un patto che vede       soprattutto nella fase transitoria, gli attuali strumen-
diritti e doveri reciproci ad accettare le proposte di      ti e le attuali dotazioni e collegando le innovazioni
formazione e inclusione proposte dai servizi. Parti-        alla costante valutazione dei risultati effettivamente
colare cura verrà posta nella personalizzazione delle       raggiunti. Questo obiettivo assume particolare rile-
proposte e nella fase di accompagnamento, al fine           vanza nell’area della assistenza territoriale sia sani-
di contrastare l’estrema disparità che spesso carat-        taria che sociale per l’utenza che si connota come
terizza le persone con fragilità.                           portatrice di bisogni sanitari e sociali inscindibil-
                                                            mente legati tra loro, per l’utenza che alle caratte-
Come secondo obiettivo viene confermato il Di-              ristiche socio-sanitarie associa la previsione di lun-
stretto quale snodo strategico e punto nevralgico           ga-assistenza e per la popolazione che ha bisogno
dell’integrazione sanitaria, sociale e socio-sanitaria.     di prestazioni socio sanitarie ad alta integrazione. Le
Il Distretto è l’ambito territoriale che orienta su un      Case della Salute in quanto fautrici di un modello
bacino specifico di popolazione la lettura dei bisogni      integrato e multidisciplinare di intervento rappre-
e delle risorse e la programmazione degli interventi,       sentano un driver fondamentale dell’integrazione
ed è al tempo stesso l’attore istituzionale “composi-       sociale e sanitaria, e possono essere sedi di speri-
to” e complesso costituito dagli Enti locali associati      mentazione di livelli di integrazione socio-sanitaria
nell’esercizio delle funzioni sociali e socio-sanitarie     negli ambiti previsti dalla D.G.R. 2128/2016, sulla
e dall’Azienda Usl nella sua articolazione territoriale.    base delle scelte della programmazione locale. Pro-
È la sede della regolazione, programmazione, ve-            muovono la medicina di iniziativa e la prevenzione
rifica e realizzazione del sistema dei servizi sociali,     sociale e sanitaria, valorizzano il ruolo dei MMG, dei
socio-sanitari e sanitari territoriali. Ha l’obiettivo di   PLS e delle professioni sanitarie e sociali, sollecitano
coniugare le specificità locali con un governo delle        un ruolo proattivo dell’utenza e della società civile.
politiche efficace e che ottimizzi le risorse. Tutti i      Le Case della Salute si pongono come un punto di
nodi della rete istituzionale e dei servizi devono fare     riferimento rivolto ai cittadini per l’accesso alle cure
perno sull’ambito distrettuale (il Servizio sociale ter-    primarie, un luogo in cui si concretizza l’accoglienza
ritoriale, l’Azienda pubblica di servizi alla persona,      e l’orientamento ai servizi, la continuità dell’assisten-
ecc.) proprio per realizzare adeguatezza gestionale,        za, la gestione delle patologie croniche, l’integrazio-
qualità ed integrazione dei servizi. Il quadro più am-      ne con i servizi sociali ed il completamento dei prin-
pio di riferimento è quello del territorio dell’Azienda     cipali percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali.
Sanitaria locale e del livello di coordinamento poli-       Il Piano persegue lo sviluppo delle Case della Sa-
tico della Conferenza territoriale sociale e sanitaria.     lute e\o dei modelli organizzativi e culturali che le
Circa la metà dei Distretti sono caratterizzati dal-        caratterizzano con l’obiettivo tendenziale di dare
la presenza di Unioni della stessa estensione, come         piena copertura a tutto il territorio regionale. Obiet-
forma privilegiata per l’esercizio associato delle          tivo fondamentale è quello di perseguire il metodo
funzioni sociali e socio-sanitarie degli Enti locali in     della co-costruzione di un progetto di cura e di vita
quel territorio: è questo un patrimonio peculiare –         personalizzato sia per gli adulti che per i bambini e i
nel panorama nazionale – della nostra regione, che          giovani, attraverso lo strumento dell’unità di valuta-
le incentiva con una legge specifica e strumenti di         zione multidimensionale tra servizi sociali e sanitari.
settore. L’obiettivo strategico di questo PSSR sarà la      Tale progetto dovrà nascere in condivisione con la
coincidenza fra distretti socio sanitari ed Unioni, an-     persona e con la sua famiglia rispetto agli obiettivi,
che attraverso la piena attuazione della L.R.12/2013.       alle azioni e agli impegni reciproci e sarà comunque
                                                            finalizzato al perseguimento del diritto costituzio-
Il terzo obiettivo è quello di far nascere e sviluppare     nale alla salute ed in generale dei diritti sociali.
strumenti nuovi di prossimità e di integrazione dei

8
1. I CAMBIAMENTI DEL CONTESTO
             DAL 2008 AD OGGI E I NUOVI SCENARI
              SOCIO-DEMOGRAFICI ED ECONOMICI

1.1                                                         costanti, sia per le donne italiane che straniere, rap-
Le dinamiche della popolazione,                             presentano forse il dato più critico con implicazioni
                                                            dirette sulla vitalità della Regione e sulle politiche
e gli indicatori della situazione                           pubbliche.
economica e sociale
                                                            La struttura della famiglia, che riveste una funzione
L’andamento demografico regionale dello scorso              centrale all’interno del sistema di welfare, è stata inte-
decennio è stato caratterizzato da una popolazio-           ressata da mutamenti importanti negli ultimi venti anni.
ne in continua e costante crescita, oltre il 7%. Tale       La dimensione media delle famiglie si riduce pro-
crescita è quasi interamente dovuta ai cittadini stra-      gressivamente, passando da 2,41 componenti nel
nieri, più che raddoppiati, a fronte di un +0,7% degli      2001 a 2,25 nel 2011, e si stima possa ridursi ulterior-
italiani. Nell’ultimo triennio il ritmo di crescita della   mente fino 2,14 componenti per famiglia al 20203.
popolazione è progressivamente rallentato.                  Aumentano le famiglie unipersonali, che rappre-
                                                            sentano oltre un terzo del totale, l’aumento riguarda
Nel corso dell’ultimo anno esaminato1, la popolazio-        sia gli italiani sia gli stranieri: per i primi si tratta prin-
ne residente nella nostra regione è pari a 4 milioni        cipalmente di persone anziane, per i secondi si trat-
454 mila ab., con una crescita zero e in controten-         ta soprattutto di giovani adulti. Complessivamen-
denza rispetto agli ultimi dieci anni (-0,06% rispet-       te le famiglie composte da uno o due componenti
to al 2015), di cui 534.614 persone con cittadinanza        rappresentano quasi i due terzi del totale, mentre
non italiana (pari al 12%).                                 si assiste ad una lenta e tendenziale riduzione delle
La causa prevalente del calo demografico è attribu-         coppie con figli che si accompagna alla diminuzione
ita alla concomitanza di un basso livello di natalità       prevista dei nati, soprattutto da coppie italiane.
con una mortalità quasi stabile, ed alla riduzione dei      La riduzione della dimensione delle famiglie unita-
flussi migratori, che riescono appena a compensare          mente agli effetti della crescente mobilità delle per-
il calo dovuto alla dinamica naturale.                      sone, che le porta a vivere più o meno lontano dai
                                                            luoghi di nascita e di discendenza, e delle mutazioni
I dati demografici ci presentano quindi una popo-           nella struttura per età e provenienza della popola-
lazione regionale che continua ad invecchiare (in-          zione regionale, convergono verso un accorciamen-
nalzamento dell’indice di vecchiaia, 175,5 nel 2016         to e uno sfilacciamento delle reti familiari in senso
contro 168 del 2012); in particolare la popolazione         più ampio. Oltre un quinto delle famiglie regionali
dei “grandi anziani”, rappresentata dalle persone           vede la presenza di una persona di 75 anni e oltre
con più di 75 anni (560.835 persone), incide per il         (1/4 tra le famiglie di italiani), anche se più della
12,6% sul totale dei residenti, ovvero oltre una per-       metà degli anziani vive solo. Meno dell’8% delle fa-
sona su dieci.                                              miglie italiane e il 22,6% delle famiglie straniere ve-
                                                            dono la presenza di minori in età prescolare.
Le conseguenze del processo di invecchiamento e             Per quanto riguarda il fenomeno della mono genito-
l’inerzia dei processi demografici, sostanzialmen-          rialità, dall’ultimo censimento emerge come in Emi-
te lenti e difficilmente modificabili nel breve e me-       lia-Romagna siano residenti oltre 82.100 nuclei fami-
dio periodo, consentono di prevedere alcuni dati di         liari monogenitore con almeno un figlio minorenne.
scenario2 fino al 2020. La popolazione regionale            Di questi, circa 70.550 sono composti da madri sole
crescerà a ritmi molto contenuti, e cambierà la sua         con bambini e ragazzi. Questo dato, pari al 5,7% del
composizione: già oggi in Emilia-Romagna quasi un           totale dei nuclei familiari, risulta in crescita rispetto
bambino su tre nasce da madre straniera. Si tratta          a quello del censimento del 2001, quando si attesta-
di una trasformazione molto rilevante e strutturale         va sul 3,7%.
della popolazione regionale, sempre più eteroge-            L’aumento dei nuclei familiari monogenitore avve-
nea e multiculturale, resa ancora più evidente dalla        nuto negli ultimi decenni è in parte spiegato dalla
presenza di oltre 140 gruppi nazionali.                     crescente instabilità coniugale, confermata dal trend
La diminuzione dei giovani (0-14 anni) sia in termini       in aumento delle separazioni registrate in Emilia-Ro-
assoluti che relativi, prevista nel breve periodo dopo      magna, passate da circa 405 separazioni nel 2007 a
un decennio di crescita, ed i tassi di fecondità quasi      oltre 515 nel 2014 ogni 1.000 matrimoni.

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IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | CAMBIAMENTI DEL CONTESTO

Grava oggi sulle famiglie, strutturalmente più fragi-          origine straniera, riguarda i non ammessi al secondo
li, un impegno sempre più elevato nei compiti di               anno di scuola superiore: il dato evidenzia un tasso
cura, che si riversa particolarmente sulle donne. No-          dei ragazzi stranieri quadruplo di quello degli italia-
nostante la crescente partecipazione delle donne al            ni. Si registra poi nel 2014 un tasso di disoccupa-
mercato del lavoro, permangono ancora forti divari             zione nella fascia 15-29 anni del 21,3% (26,3 % tra
nella distribuzione dei carichi di lavoro domestico            le ragazze) e un’incidenza dei Neet (senza scuola e
tra donne e uomini: le donne dedicano più tempo                senza lavoro) nella stessa fascia pari al 21,1% (22,8%
degli uomini al lavoro domestico e familiare, oltre 3          al femminile, nel 2011 era 17,0%).
volte superiore a quello degli uomini4. In Emilia-Ro-          Da segnalare anche il rilevante incremento della
magna le persone di età fra i 15 e i 64 anni che nel           percentuale di ragazzi con DSA presenti nelle istitu-
2010 dichiarano di prendersi regolarmente cura                 zioni scolastiche dell’Emilia-Romagna.
di qualcuno (figli coabitanti minori di 15 anni, altri         La crisi ha inoltre prodotto un crescente disagio
bambini, adulti disabili, malati o anziani) sono più di        abitativo: è aumentata sia l’incidenza sul reddito
un milione e 100mila, pari al 40,2% della popolazio-           delle spese per l’abitazione, sia il numero di famiglie
ne totale della fascia di età considerata.                     che incontrano difficoltà a pagare l’affitto (sfratti
                                                               emessi da circa 3.500 nel 2001 a 6.800 nel 2014, di
La crisi ha prodotto un’ulteriore fragilità nelle fa-          cui più del 30% emessi per morosità), sia il numero
miglie e ha aumentato le difficoltà principalmente             di pignoramenti di case abitate dai proprietari.
di quelle in cui il capofamiglia è di nazionalità stra-        Una componente del disagio abitativo è riscontra-
niera, o delle famiglie numerose, con presenza di              bile anche nelle liste di attesa per l’assegnazione
minori e/o anziani.                                            di una casa popolare. Da un’indagine condotta alla
In base alla spesa per consumi, le famiglie che vivo-          fine del 2014, il numero complessivo di domande in-
no in condizioni di povertà relativa nel 2015 rappre-          serite nelle graduatorie dell’ERP comunali ammonta
sentano il 4,8% del totale delle famiglie residenti in         a circa 35mila, a fronte di poco più di 51mila alloggi
regione, mentre in Italia il tasso di povertà relativa         di edilizia residenziale pubblica occupati.
supera il 10%. Sebbene l’Emilia-Romagna sia la Re-             I cambiamenti strutturali del mercato del lavoro, gli
gione italiana che, dopo il Trentino-Alto Adige e la           esiti della grave congiuntura che si traducono in di-
Lombardia, presenta il più basso livello di povertà            soccupazione, soprattutto giovanile, o nel ricorso
relativa (seguita da Veneto al 4,9% e da Toscana al            alla cassa integrazione per un certo numero di lavo-
5,0%), la caduta del reddito e le modificazioni inter-         ratori acuiscono le difficoltà di trovare alloggi a costi
venute nella sua distribuzione hanno avuto pesanti             sostenibili e non consentono alle famiglie e soprat-
riflessi sulla spesa per consumi e quindi sulla povertà        tutto ai giovani di accedere a mutui agevolati per
relativa, in particolare per le famiglie più vulnerabili.      l’acquisto della casa, la cui concessione è condizio-
La povertà materiale ed educativa nell’infanzia                nata dalla disponibilità di un reddito fisso a garanzia
determina elementi di fragilità che si manifestano             della solvibilità.
nell’intero arco della vita sia in termini di salute che       Si è creata così, e rischia di allargarsi, un’area “gri-
di opportunità lavorative, sociali, relazionali. Dai dati      gia” fatta di persone e famiglie che non possono
Istat del 2014 la percentuale di minori in Emilia-Ro-          contare sulla certezza di reddito nel tempo, formata
magna in condizione di povertà assoluta è del 9,5%,            soprattutto dalle fasce più deboli della forza lavoro,
pari a 65.000 minori, con un aumento del 4% dal                ma che interessa anche settori del lavoro autonomo
2012 al 20135.                                                 e delle professioni che, in passato, sarebbero stati
                                                               senz’altro classificati, quanto a status socioecono-
Il tasso di abbandono scolastico in Emilia-Roma-               mico, tra le classi medie. L’ampliarsi della platea di
gna è pari al 15,3%6, relativo ai ragazzi/e che hanno          persone in condizioni di debolezza e/o precarietà
abbandonato la scuola con la sola licenza media (i             economica, la crescita dei costi dei servizi abitativi
cosiddetti Early leavers), dato che è oltre l’obiettivo        e la fragilità dei legami familiari non potranno che
fissato da UE2020, evidenziando uno scenario sicu-             acuire il disagio abitativo, soprattutto in alcuni seg-
ramente inquietante, anche se meno negativo del                menti della popolazione quali le persone anziane e
dato nazionale. Un altro indicatore preoccupante, in           gli stranieri.
specifico rispetto ai bisogni formativi degli alunni di

10
IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | CAMBIAMENTI DEL CONTESTO

1.2                                                            magna presentino un basso consumo di frutta e ver-
Lo stato della salute                                          dura, 1 milione sia in sovrappeso e 300 mila obesi,
                                                               più di 800 mila siano fumatori, più di 600 mila siano
L’aspettativa di vita alla nascita, in crescita ne-            sedentari e altrettanti presentino un consumo ec-
gli anni scorsi, ha fatto registrare una flessione nel         cessivo di alcol.
2015, ma nel 2016 è tornata ai livelli del 20147, con un       La condizione di salute percepita dichiarata dalle
lieve aumento. Sia per gli uomini che per le donne,            persone prima e dopo la crisi (Istat)10 non mostra
l’aspettativa di vita nella nostra Regione è superio-          differenze sostanziali nella quota di popolazione
re alla media nazionale. Tra il 1990 e il 2013 gli anni        adulta che ha dichiarato un cattivo stato di salute,
di vita persi diminuiscono, in particolare quelli persi        né in Emilia-Romagna né nelle altre regioni italiane.
per gli incidenti stradali che erano la quinta causa di        Si evidenziano invece disuguaglianze socio-demo-
morte nel 1990 e diventano la quindicesima nel 2013            grafiche; la salute fisica e psicologica risulta peg-
(-60%)8. Sono invece aumentati molto gli anni di               giore per soggetti di genere femminile, che vivono
vita persi per l’Alzheimer e cardiopatia ipertensiva.          in famiglie con risorse economiche inadeguate, con
                                                               basso titolo di studio o cattive condizioni abitative.
Quanto all’impatto sulla salute di consumi e stili di
vita, i principali fattori di rischio modificabili e inter-    In Italia, per motivi economici, liste di attesa e ticket,
medi (ipertensione, fumo di tabacco, sedentarietà,             rinuncia alle cure sanitarie il 7,2% dei residenti, pari a
elevato consumo di alcol, ipercolesterolemia, obesi-           circa 4,3 milioni di persone11: il 5,1%, ovvero circa 2,7
tà e scarso consumo di frutta e verdura) determina-            milioni di persone, lo fa per motivi economici, la se-
no la maggior parte (86%) degli anni di vita vissuti           conda causa sono le liste d’attesa. Nelle regioni del
in condizioni di disabilità9. Si stima che negli anni          Sud si riscontra la maggior quota di rinunce (11,2%);
2010-2013 più di 2 milioni di abitanti in Emilia-Ro-           al Centro il 7,4% dei residenti e al Nord il 4,1%.

                                                                                                                       11
2. VERSO UN WELFARE COMUNITARIO,
               DINAMICO E DELLE RESPONSABILITÀ

Il territorio dell’Emilia-Romagna è il luogo di vita di      Nel nostro sistema regionale il welfare è sempre sta-
una comunità composta innanzitutto da persone,               to un tratto distintivo: un motore di sviluppo che nel
ma anche da amministrazioni pubbliche, associazio-           tempo ha creato buona occupazione e ha ridotto le
ni e organizzazioni di rappresentanza delle imprese          disuguaglianze redistribuendo risorse e favorendo
e dei lavoratori, che ha in sé un grande potenziale          l’inclusione sociale. Un sistema in cui occorre con-
di idee, di risorse materiali e immateriali, di volontà      solidare le innovazioni già prodotte e, nello stesso
e di creatività. Questo patrimonio ha consentito nel         tempo, avviare un costante adeguamento alle tra-
tempo di costruire servizi e opportunità, di accoglie-       sformazioni. L’obiettivo è dunque assicurare un wel-
re persone, di affrontare momenti di difficoltà eco-         fare inclusivo, aperto, abilitante, integrato e acces-
nomica e sociale. Tutto questo costituisce di fatto il       sibile, che mette al centro le persone, le famiglie e
sistema emiliano-romagnolo di welfare territoriale e         i loro diritti, riaffermando i principi fondamentali di
comunitario, la risorsa più preziosa di cui disponia-        universalismo ed equità per contrastare le ricadute
mo.                                                          sociali della crisi economica.
Negli ultimi tempi la crisi economica e i mutamenti
sociodemografici hanno messo alla prova la tenu-             Il Piano sociale e sanitario regionale è lo strumento
ta di questo sistema. È quindi importante oggi più           più adeguato per guidare l’innovazione e la ripro-
che mai ricucire il tessuto sociale e questo è possi-        gettazione. In particolare, si propone di rafforzare
bile considerando il welfare pubblico, territoriale e        il ruolo di governo pubblico nell’ambito del sistema
comunitario, come una costruzione collettiva in cui          partecipativo della comunità, come si accennava
ognuno è chiamato a fare la propria parte. Occorre           sopra, adeguare l’assetto programmatorio alle scel-
pertanto puntare a un sistema di welfare più coeso,          te del riordino istituzionale già compiute dalla Re-
dinamico e partecipato, che si pone l’obiettivo di ag-       gione, rilanciare la necessità dell’integrazione delle
gredire i problemi anche attraverso la ricostruzione         politiche sociali, sanitarie, abitative, del lavoro, del-
delle reti sociali, chiamando alla corresponsabilità         la mobilità e dell’istruzione, e affrontare le nuove
gli utenti stessi con politiche abilitanti e iniziative di   emergenze sociali con particolare riferimento alla
co-progettazione in grado di fare interagire tutte le        crescita della disuguaglianza, delle discriminazioni e
risorse economiche e umane territoriali e che punti          della povertà.
prioritariamente a prendersi cura, sostenere e pro-
teggere le persone più fragili e bisognose, anche va-        La buona salute dei singoli e della comunità costi-
lorizzandone le capacità e potenzialità.                     tuisce una risorsa significativa anche per lo sviluppo
                                                             sociale ed economico, e può essere a sua volta favo-
All’ente pubblico spetta un ruolo fondamentale e de-         rita o ostacolata da fattori politici, economici, socia-
licatissimo in questa costruzione: un forte ruolo di go-     li, culturali e ambientali. È necessario quindi che la
verno e di regolazione dei servizi e dei soggetti della      promozione della salute venga assunta come princi-
comunità, in modo da garantire l’equità nell’accesso         pio fondamentale anche da altri settori di intervento
ai servizi, con un’attenzione elevata al controllo dei li-   - limitando i fattori di rischio potenzialmente perico-
velli di qualità. Questo significa assegnare ai soggetti     losi per la salute dell’uomo presenti nell’aria, nell’ac-
pubblici compiti chiari d’indirizzo e governo in modo        qua, nel suolo, ossia nelle matrici ambientali - oltre
che i soggetti e le organizzazioni non pubbliche che         a quelli sociali e sanitari. È inoltre importante che la
a vario titolo partecipano alla gestione ed erogazione       promozione della salute venga perseguita attraver-
dei servizi si sentano sostenuti e tutelati e possano        so un concreto ed efficace coinvolgimento dei cit-
orientare la loro azione all’interno di regole chiare e      tadini nel definire le priorità, assumere le decisioni,
trasparenti, soprattutto dal punto di vista della qua-       pianificare e realizzare le strategie che consentano
lità delle prestazioni fornite. D’altra parte per poter      di raggiungere un migliore livello di salute collettiva
garantire l’equità nell’accesso ai servizi l’ente pubbli-    e individuale.
co non si limita a svolgere un ruolo di regolazione at-
traverso l’attività amministrativa e regolamentare, ma       La sempre più elevata presenza di una popolazione
garantisce la gestione pubblica nella fase della presa       eterogenea per provenienza, lingua, cultura, religio-
in carico delle problematiche dell’utenza e nella defi-      ne e condizione economica pone sfide complesse
nizione dei percorsi di attuazione degli interventi.         ma è anche motore di opportunità, e in tal senso

                                                                                                                  13
IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | VERSO UN WELFARE COMUNITARIO

dovrà essere riconosciuta, con l’obiettivo di raffor-          nisti competenti in grado di costruire teorie di inter-
zare la conoscenza reciproca, la coesione sociale e            vento ma anche adattività e flessibilità alle situazioni.
prevenire potenziali discriminazioni e conflittualità.         Se si riuscirà a costruire delle autentiche comunità
Per adattarsi in modo rapido ed efficiente alle mo-            di pratica, si potrà realizzare concretamente un pen-
difiche dei fenomeni sociali e dei bisogni sociali e           siero tecnico come strumento d’azione collettivo e non
sanitari, il sistema di welfare regionale deve rendersi        chiuso nelle singole esperienze, seppure molto qualifi-
più dinamico, orientandosi verso percorsi assisten-            cate.
ziali e reti cliniche e sociosanitarie piuttosto che ver-      I cittadini sempre più richiedono protagonismo nel-
so modelli organizzativi non integrati, semplificando          le decisioni che riguardano la loro salute o quella
procedure amministrative e avvalendosi compiuta-               dei loro familiari. La Regione fa propria la visione
mente delle risorse disponibili tra cui le nuove tec-          della OMS verso un mondo libero dal carico evita-
nologie, senza comunque trascurare il valore delle             bile delle malattie prevenibili, affinché tali malattie
risorse umane.                                                 non costituiscano più un ostacolo per il benessere
Un welfare comunitario, dinamico e delle responsa-             personale o lo sviluppo socioeconomico; la preven-
bilità presuppone un cambiamento di visione sia da             zione e la salute in tutte le politiche come principio
parte dei cittadini sia da parte di chi programma,             ispiratore generale deve declinarsi operativamente
gestisce e opera nei servizi. Un cambiamento cer-              in azioni multisettoriali, integrazione e trasversalità
tamente in atto, ma non del tutto conseguito. Nel              rispetto ai diversi gruppi di popolazione, empower-
proprio operare è necessario riconoscere e fare spa-           ment degli individui e delle comunità. Le Case della
zio a un sapere non solo professionale, incoraggiare           Salute, la medicina generale e distrettuale, in stretto
le esperienze aggregative, adottare nel proprio ba-            raccordo con la scuola, l’associazionismo locale, gli
gaglio professionale gli strumenti della proattività e         Enti locali contribuiscono in modo fondamentale al
della prossimità.                                              perseguimento di questi obiettivi, con adeguati im-
Allo stesso tempo è indispensabile sostenere atti-             pegni finanziari. È importante quindi stimolare for-
vamente la valorizzazione della comunità di profes-            me di cittadinanza attiva. Ascoltare e assecondare
sionisti competenti e in rete: le elevate e innovative         queste espressioni di autoaffermazione diventa un
competenze individuali e di servizio che sono matu-            obiettivo primario per i servizi sociali e sanitari. Nei
rate negli ultimi anni in molte realtà vanno messe in          servizi sanitari è necessaria una transizione da un
circolo, devono diventare il motore di un approccio            modello medico-centrico verso un modello che va-
sistematico in ciascun operatore, teso a fare ricer-           lorizzi tutte le professioni sanitarie per la costruzio-
ca e a sviluppare confronti nel contesto lavorativo            ne di relazioni negoziali in grado di favorire la messa
quotidiano. Le esperienze positive finora realizzate           in campo delle risorse e delle energie del cittadino
dovranno diventare strumenti di azione collettiva.             utente, attraverso la responsabilizzazione rispet-
L’integrazione professionale che si può realizzare             to alla condivisione degli obiettivi, ai propri stili di
attraverso l’équipe multiprofessionale, l’erogazione           vita, all’aderenza al trattamento. Per citare qualche
congiunta di attività assistenziali e la ricerca-azione        esempio, il cd. “chronic care model”, la promozione
dell’approccio comunitario garantiscono la massima             dell’autocura e dell’automutuoaiuto rappresentano
efficacia degli interventi e si realizzano attraverso          strumenti utili a questo fine.
la partecipazione delle figure professionali alla defi-        L’assunzione di responsabilità sociale e di una im-
nizione delle linee organizzative, la realizzazione di         pronta etica da parte del mondo della produzione
processi condivisi, la predisposizione di un sistema           non solo non profit, ma anche delle aziende e dei
informativo in rete e la realizzazione di moduli for-          soggetti for profit, diventa un elemento fondamen-
mativi comuni.                                                 tale del welfare regionale e della promozione del
Il coinvolgimento degli operatori pubblici e privati ac-       benessere comune. A questo scopo occorre inserire
creditati dei servizi nei processi decisionali, la riflessi-   dentro la programmazione strumenti per far conflu-
vità nella costruzione degli interventi, l’attenzione ai       ire nel sistema risorse aggiuntive dei soggetti di cui
processi e alle prestazioni costituiscono elementi de-         sopra, per consolidare e innovare la rete dei servizi.
cisivi per la creazione di una comunità di professio-

14
3. GLI ATTORI ISTITUZIONALI E SOCIALI
            DEL SISTEMA DI WELFARE REGIONALE
                                                                      STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE

3.1                                                          blici in un’unica forma giuridica nell’ambito distret-
Il contesto istituzionale                                    tuale, anche se la sua attuazione non è ad oggi del
                                                             tutto compiuta.
di partenza                                                  Anche nel sistema sanitario le politiche regiona-
                                                             li hanno sostenuto la tendenza all’aggregazione e
Rispetto all’assetto istituzionale e di governance che
                                                             all’integrazione, non solo funzionale ma anche am-
ha caratterizzato gli anni di vigenza del precedente
                                                             ministrativa, con l’istituzione dell’Azienda USL della
Piano sociale e sanitario regionale, l’attuale scena-
                                                             Romagna (su un territorio coincidente con quello
rio è connotato da alcune importanti innovazioni
                                                             di Area Vasta) e l’individuazione di forme di coor-
sul piano istituzionale e nel rapporto tra istituzioni e
                                                             dinamento tra AUSL Bologna e AUSL Imola sempre
formazioni sociali.
                                                             più strutturate, anticipate e facilitate dall’istituzione
Il riordino del sistema delle autonomie locali, anco-
                                                             della Città metropolitana. Altro aspetto dell’integra-
ra in corso, ha prodotto un radicale ridimensiona-
                                                             zione, all’interno del medesimo bacino territoriale,
mento dell’ente Provincia, sostanzialmente non più
                                                             è costituito dalle sperimentazioni in atto di aggre-
titolare di competenze in ambito sociale e sociosa-
                                                             gazioni tra Aziende USL e Aziende Ospedaliere (es.
nitario. Un caso a sé stante è costituito dalla Città
                                                             Modena Policlinico - Ospedale Baggiovara; Azienda
metropolitana di Bologna, soggetto deputato allo
                                                             Ospedaliera di Reggio Emilia Arcispedale S. Maria
sviluppo strategico del territorio. Con l’intesa sot-
                                                             Nuova/IRCCS e Ausl Reggio Emilia). Emerge il dato
toscritta nel gennaio 2016, in attuazione dell’art. 5
                                                             sostanziale di un sistema teso verso una maggiore
della L.R. 13/201512, si è dato infatti avvio alla nascita
                                                             concentrazione di funzioni di governo generale per
di una nuova sede istituzionale di co-decisione tra
                                                             quanto attiene al riordino ospedaliero: gli obiettivi
Regione, Città metropolitana e gli altri soggetti del
                                                             sono la maggiore qualificazione dell’offerta sanitaria
governo territoriale, comprese le Unioni dei Comuni,
                                                             ospedaliera da un lato, l’efficientamento del sistema
realizzando - quanto alla governance sociale e sani-
                                                             dall’altro, efficientamento che deve contemperare
taria - un’unica Conferenza sociale e sanitaria me-
                                                             qualità e sostenibilità e tendenzialmente liberare ri-
tropolitana (regolamentata dalla D.G.R. 1442/2016),
                                                             sorse da investire sull’assistenza territoriale.
e programmando di integrare gli insediamenti ospe-
                                                             Potranno essere valutati nuovi assetti organizzativi,
dalieri per realizzare un’unica rete clinica metropo-
                                                             per l’eventuale riorganizzazione delle funzioni tecni-
litana.
                                                             co-amministrative.
                                                             I Comuni associati in ambito distrettuale restano i
L’approvazione della L.R. 21/2012 sul governo ter-
                                                             soggetti titolari del governo locale e della realizza-
ritoriale delle funzioni amministrative ha accelerato
                                                             zione del sistema integrato dei servizi sociali, so-
il processo di associazione da parte dei Comuni: le
                                                             cio-sanitari e sanitari in quanto livello più prossimo
Unioni che gestiscono funzioni sociali e sociosa-
                                                             ai cittadini.
nitarie e al tempo stesso coincidono con l’ambito
                                                             Considerato che la Regione ha di recente riassorbito
distrettuale (circa la metà dei 38 ambiti) sono au-
                                                             le funzioni provinciali sul sociale, in questo quadro
mentate significativamente, facilitando il governo
                                                             le funzioni di snodo e comunicazione tra Regione e
unitario dei Comuni, in integrazione con i distretti
                                                             territori, e di coordinamento sovradistrettuale, assi-
delle Aziende USL. Nel territorio regionale si regi-
                                                             curate dalle CTSS, diventano più determinanti che
stra una tendenza costante all’aumento delle Unioni
                                                             in passato.
e delle fusioni di Comuni; considerato il contesto na-
                                                             In un contesto dinamico e mutevole come quello at-
zionale, tale tendenza appare elemento connotante
                                                             tuale, il soggetto pubblico deve essere in grado di
della nostra cultura di governo locale, certamente
                                                             svolgere un ruolo di attivatore e facilitatore di pro-
incentivato dalla vigente legislazione regionale.
                                                             cessi capaci di innovazione sociale. A questo fine
La L.R. 12/2013 “Disposizioni ordinamentali e di rior-
                                                             le Pubbliche Amministrazioni devono interfacciarsi
dino delle forme pubbliche di gestione nel sistema
                                                             con gli altri attori della comunità in modo diverso
dei servizi sociali e socio-sanitari. Misure di sviluppo
                                                             dal passato: si tratta in sostanza di passare ad un
e norme di interpretazione autentica in materia di
                                                             approccio in cui il soggetto pubblico ricerca e svi-
Aziende pubbliche di servizi alla persona” ha inoltre
                                                             luppa nuove possibili sinergie.
previsto di concentrare la gestione dei servizi pub-

                                                                                                                  15
IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | GLI ATTORI ISTITUZIONALI E SOCIALI

3.2                                                               muovere il Piano di zona, è quello al quale afferisce
Finalità del piano                                                l’Ufficio di Piano ed è destinatario delle risorse14 ri-
                                                                  partite annualmente dalla Regione sul Fondo socia-
riguardo ai livelli istituzionali                                 le locale.
di integrazione
                                                                  Finalità del Piano è altresì potenziare gli strumenti
L’integrazione istituzionale è individuata come prin-             istituzionali, professionali, organizzativi per l’inte-
cipio fondamentale di governance: Regione ed Enti                 grazione delle politiche sociali e sanitarie, le politi-
locali (Unioni e Comuni) devono assicurare in modo                che educative, della formazione e lavoro, abitative,
unitario e integrato la funzione di governo del siste-            anche in attuazione della L.R. 14/201515, e della Delibe-
ma.                                                               ra dell’Assemblea legislativa 16/201516; il quadro nor-
Pertanto, finalità del presente Piano - in continuità             mativo regionale degli ultimi anni fornisce strumen-
con quello precedente - è sostenere l’estensione a                ti innovativi per lavorare nel sociale in un’ottica di
livello regionale dell’esercizio associato delle funzio-          inclusione attiva e di capacitazione, in linea con le
ni sociali e sociosanitarie degli Enti locali in ambito           indicazioni europee della Strategia 2020.
distrettuale, da realizzarsi di norma tramite l’Unio-
ne: regolazione, programmazione, verifica e realiz-
zazione di servizi e interventi. Obiettivo è la piena
                                                                  L’integrazione istituzionale a livello regionale
attuazione dei principi e delle indicazioni delle leggi
                                                                  Gli organi politici e istituzionali con competenze di
regionali 21/2012 e 12/2013, per superare il residuo
                                                                  governo sull’area delle politiche sociali, sanitarie e
grado di frammentazione e dispersione delle fun-
                                                                  dell’integrazione socio-sanitaria sono l’Assemblea
zioni su più Enti.
                                                                  legislativa, la Giunta, il Consiglio delle Autonomie
                                                                  Locali (CAL) e la Cabina di regia per le politiche
In linea con la legislazione regionale in materia di
                                                                  sanitarie e sociali. Mentre i primi tre organi hanno
politiche sociali, nel primo triennio di vigenza del
                                                                  competenze trasversali rispettivamente di indirizzo
PSSR dovrà essere realizzata la gestione distrettua-
                                                                  politico, governo e concertazione su tutti i settori di
le in forma associata, preferibilmente attraverso le
                                                                  competenza regionale, la Cabina di regia costituisce
Unioni, delle funzioni di regolazione, programma-
                                                                  organo collegiale specificamente dedicato alle po-
zione, governo, verifica e realizzazione dei servizi
                                                                  litiche sociali e sanitarie ai sensi della L.R. 13/2015.
sociali e socio-sanitari.
                                                                  In particolare, la Cabina di regia opera quale sede
In particolare occorre individuare strumenti per de-
                                                                  di confronto, coordinamento e integrazione tra Re-
legare alle Unioni funzioni complete e organiche, e
                                                                  gione e sistema delle autonomie locali, nel rispetto
superare le situazioni in cui singoli Comuni restano
                                                                  delle competenze proprie delle sedi istituzionali di
fuori dalle Unioni costituite nel medesimo ambito
                                                                  concertazione e consultazione Regione-Enti locali.
distrettuale/ottimale. L’obiettivo entro il triennio è
                                                                  Esercita attività di impulso, di proposta, valutazione
far coincidere l’ambito del Distretto e l’ambito di
                                                                  e supporto all’istruttoria relativamente alla forma-
esercizio associato nell’Unione.
                                                                  zione delle decisioni della Giunta, con particolare
                                                                  riguardo per gli atti di programmazione regionale
Nel primo triennio di vigenza del Piano si dovrà al-
                                                                  e per ogni altro atto di indirizzo politico in mate-
tresì raggiungere l’obiettivo di assicurare che la fun-
                                                                  ria sociale, socio-sanitaria e sanitaria (cfr. D.G.R.
zione di Ente capofila distrettuale, ai sensi dell’art.
                                                                  1443/2016).
29 della L.R. 2/200313, sia svolta dall’Unione distret-
tuale oppure, nel caso di ambiti coincidenti con o
                                                                  In coerenza con le finalità del presente Piano, la Ca-
comprendenti il Comune capoluogo, dal Comune
                                                                  bina di regia allarga la partecipazione ad altri as-
capoluogo stesso. Nel caso di più Unioni nello stes-
                                                                  sessori regionali (alle politiche per il lavoro, alla for-
so ambito distrettuale, la funzione di ente capofila
                                                                  mazione e all’istruzione, allo sviluppo economico,
viene svolta in via transitoria dall’Unione prescel-
                                                                  alle pari opportunità, ecc.) qualora sia necessario
ta dal Comitato di Distretto, fino alla costituzione
                                                                  collaborare alla definizione di scelte e decisioni che
dell’Unione distrettuale. L’ente capofila, oltre a pro-
                                                                  hanno impatto diretto sulla coesione sociale e la sa-

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IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | GLI ATTORI ISTITUZIONALI E SOCIALI

                                                            ·
lute e/o per sviluppare azioni congiunte tra politiche      in particolare:
sociali o sanitarie e altre politiche.                         tra Regione e ambiti distrettuali: il compito è di
La Cabina di regia, anche tramite il suo Ufficio di            sintesi e raccordo sul piano dell’informazione,

                                                            ·
Presidenza, svolge funzioni di indirizzo realizzando           confronto, ascolto;
il coordinamento dell’attività delle Conferenze terri-         tra gli ambiti distrettuali: per produrre il più alto
toriali sociali e sanitarie nel rispetto dell’autonomia        livello, possibile e necessario, di armonizzazione,
delle medesime. Inoltre assicura la funzione di coor-          coerenza e equità, tenendo conto delle specificità
dinamento e la più ampia ed efficace diffusione, a             distrettuali; in questa ottica la Conferenza può ri-
livello territoriale e regionale, dell’informazione sugli      comporre un quadro condiviso e dare una cornice
indirizzi definiti e condivisi.                                di linee comuni alle programmazioni distrettuali

                                                            ·
A supporto della Cabina di regia opera il Comita-              triennali (piani di zona);
to tecnico, che svolge una funzione consultiva, di             tra le politiche sociali e sanitarie nonché tra que-
approfondimento, proposta e supporto, predispo-                ste e le politiche che hanno impatto sulla salute
nendo istruttorie, documenti e relazioni su specifici          e sul benessere sociale della popolazione di rife-
temi trattati e attivando gruppi di lavoro previo pa-          rimento: educazione, formazione e lavoro, casa,
rere dell’Ufficio di Presidenza della Cabina.                  mobilità, ambiente, ecc.
La ricerca e i progetti innovativi costituiscono fat-
tori imprescindibili per il dinamismo e la capacità di      La CTSS attiva coordinamenti integrati a livello in-
cambiare del nostro sistema. La Regione e il siste-         termedio tra politiche e strumenti di ambito sociale
ma delle autonomie locali si avvalgono dell’Agen-           e sanitario su materie che richiedono una particola-
zia sanitaria e sociale regionale in qualità di ente di     re attenzione o per le quali la dimensione ottimale di
supporto tecnico-scientifico, che sviluppa progetti         gestione sia quella coerente con i confini della AUSL
di ricerca e di innovazione clinica, organizzativa, ge-     (ad esempio emergenza/urgenza, maltrattamento e
stionale in ambito sia sanitario che sociale, in stretta    abuso, marginalità estrema…).
relazione con le priorità dello stesso Piano.
                                                            Vista l’estensione territoriale sempre maggiore delle
L’integrazione istituzionale                                CTSS, e conseguentemente del numero di Sindaci
a livello intermedio                                        che ne fanno parte, è necessario attribuire maggiore
                                                            competenza all’Ufficio di Presidenza per assicurare
                                                            tempestività delle decisioni e snellimento delle pro-
Conferenza territoriale sanitaria
                                                            cedure.
e sociale (CTSS)
                                                            La Conferenza si dota di tale Ufficio individuandone
L’organo responsabile dell’integrazione a livello in-
                                                            i compiti e approvandone la composizione in base
termedio è la Conferenza territoriale sanitaria e so-
                                                            a criteri adottati dalla Conferenza stessa, che ga-
ciale (CTSS), con funzioni di indirizzo, consultive,
                                                            rantiscano la rappresentanza di tutti gli ambiti di-
propulsive, di verifica e controllo, in attuazione e in
                                                            strettuali. Vi partecipano comunque, senza diritto di
coerenza con gli atti nazionali e regionali, come me-
                                                            voto, i Direttori generali delle Aziende Sanitarie.
glio specificate di seguito.
                                                            L’Ufficio di Presidenza assicura la funzione di co-
Nella realtà regionale la tendenza all’estensione
                                                            ordinamento e la più ampia ed efficace diffusione,
dell’ambito territoriale di governo, anche a livello
                                                            a livello territoriale, dell’informazione sugli indirizzi
intermedio, è un dato innovativo, promosso dalla
                                                            definiti e condivisi.
cornice normativa di riferimento. Nel periodo di vi-
genza del Piano i bacini territoriali delle CTSS po-
                                                            Le funzioni della CTSS come si è detto sono di indi-
trebbero essere rivisti in coerenza con le dimensioni
                                                            rizzo, consultive, propulsive, di verifica e controllo,
delle Aziende Usl.
                                                            in particolare:
Ne consegue un naturale rafforzamento del ruolo
                                                            a) approva il Piano Attuativo Locale;
di coordinamento e integrazione delle Conferenze
                                                            b) assicura l’equa distribuzione delle risorse fra i di-
stesse, che si connotano come sedi di connessione
                                                               versi ambiti distrettuali in rapporto agli obiettivi di
e snodo tra le programmazioni e gli indirizzi, da un
                                                               programmazione e riequilibrio, alla distribuzione e
lato regionali, dall’altro distrettuali.
                                                               alla accessibilità dei servizi e ai risultati di salute;
Il ruolo di coordinamento e integrazione si esplica

                                                                                                                       17
IL PIANO SOCIALE E SANITARIO 2017 | GLI ATTORI ISTITUZIONALI E SOCIALI

c) approva i criteri di riparto del FRNA tra i Distretti              modifiche. (art. 3 bis, comma 7, Dlgs 502/1992
   con l’obiettivo di garantire il riequilibrio territo-              oltre che L.R. 29/2004 e L.R. 21/2003).
   riale sia a livello finanziario sia nell’organizzazio-
   ne delle reti dei servizi al fine di assicurare equità         Le funzioni di cui alle lettere b), c), d), e), f), g), i), j)
   di accesso;                                                    possono essere svolte dall’Ufficio di Presidenza.

                                                                  ·
d) partecipa alla definizione delle priorità degli in-            Inoltre la CTSS esprime parere obbligatorio:
   terventi in conto capitale finanziabili ai sensi                 sul bilancio economico preventivo e sul bilan-
   dell’art. 48 della L.R. 2/2003, con gli enti titolari            cio d’esercizio delle Aziende sanitarie presenti
   della programmazione distrettuale;                               nell’ambito territoriale di riferimento, trasmetten-
e) promuove e coordina la stipula degli accordi in                  do alla Regione eventuali osservazioni ai fini del
   materia di integrazione sociosanitaria previsti dai              controllo esercitato dalla Giunta regionale a nor-
   Piani di zona distrettuali per la salute e il benes-             ma dell’articolo 6 della L.R. 29/2004 e successive

                                                                  ·
   sere sociale, tenuto conto delle indicazioni del                 modificazioni ed integrazioni;
   Piano sociale e sanitario regionale e di altri stru-             sugli Accordi tra le Aziende sanitarie dell’ambito
   menti regionali di indirizzo, anche in attuazione                territoriale di riferimento e le Università, attuativi
   dell’art. 3-septies del D.Lgs. 502/92 e successive               dei Protocolli di intesa tra Regione e Università, su

                                                                  ·
   modificazioni e integrazioni;                                    proposta dell’Ufficio di Presidenza;
f) promuove, con il supporto delle Aziende sani-                    sulla nomina dei Direttori generali delle Aziende
   tarie, strategie, interventi e specifici accordi di              sanitarie presenti nell’ambito territoriale di riferi-
   programma volti alla promozione della salute ed                  mento e sulla verifica del loro operato ai 18 mesi

                                                                  ·
   alla prevenzione, anche in considerazione delle                  di mandato;
   criticità e delle priorità di salute individuate nelle           svolge il monitoraggio del processo di attuazione
   programmazioni distrettuali;                                     del riordino delle forme pubbliche di gestione di
g) promuove, in accordo con i Comitati di Distretto                 cui alla L.R. 12/2013.
   e le Aziende sanitarie, modalità e strumenti ope-
   rativi per garantire l’integrazione e il raccordo              Alla CTSS possono essere conferite dagli Enti locali
   delle attività in ambito sovradistrettuale, anche              ulteriori competenze rispetto a quelle previste dalla
   tramite specifiche indicazioni regolamentari;                  disciplina regionale, in conformità a quanto previsto
h) promuove, nel rispetto dell’autonomia statutaria               dalla normativa vigente.
   degli Enti territoriali, la partecipazione dei Consi-
   gli comunali alla definizione dei piani attuativi lo-          Ufficio di supporto alla CTSS
   cali, nonché la partecipazione dei cittadini e degli           La Conferenza si dota di un ufficio di supporto co-
   utenti alla valutazione dei servizi sanitari;                  stituito d’intesa tra Enti locali e Azienda USL, e ne
i) verifica periodicamente l’attività delle Aziende               nomina il coordinatore. Tale figura deve essere in
   sanitarie presenti nell’ambito territoriale di rife-           possesso di competenze in materia sociale e socio-
   rimento, anche formulando proprie valutazioni e                sanitaria.
   proposte e trasmettendole ai Direttori generali e              Le funzioni dell’ufficio sono:
   alla Regione. A tal fine le Aziende sanitarie met-             1. segreteria organizzativa, per predisporre le con-
   tono a disposizione gli strumenti informativi ed                  dizioni materiali del funzionamento della Confe-
   operativi idonei ad espletare tali compiti e fun-                 renza e dell’Ufficio di Presidenza: convocazioni,
   zioni;                                                            allestimento delle sedi e dei materiali per le riu-
j) richiede alla Regione di procedere alla verifica                  nioni, verbali delle stesse e gestione delle comu-
   dei Direttori generali, anche al fine della revoca                nicazioni strumentali all’attività della Conferenza
   dell’incarico, qualora la gestione presenti una si-               con i diversi enti interessati (Comitati di Distretto,
   tuazione di grave e persistente disavanzo, in caso                Giunte delle Unioni, Aziende sanitarie, Cabina di
   di violazione di legge o del principio di buon an-                regia regionale per le politiche sanitarie e sociali,
   damento e di imparzialità della amministrazione,                  uffici regionali, Anci, ecc.), conservazione dei ver-
   ovvero nel caso di manifesta inattuazione nella                   bali e degli atti quali pareri, nomine, intese;
   realizzazione del PAL, di cui all’articolo 17, com-            2. istruttoria tecnica per approfondimenti, consulen-
   ma 1, lettera f) della L.R. 19/1994 e successive                  ze e proposte in relazione alle decisioni della Con-

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