IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
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Editoriale IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA Più che una previsione è una constatazione. L’emer- genza da coronavirus sta agendo come un violento fattore di polarizzazione sociale. Se durante la prima ondata - di fronte all’ignoto - è prevalsa una reazione civica che ci ha fatto sentire tutti coinvolti alla stessa maniera, su un’unica barca, oggi l’umore collettivo è di tutt’altro segno. Mentre abbiamo avuto il tempo di metabolizzare la paura per la minaccia sanitaria (anche se certo non è scomparsa), ha preso più forza il timore per le conseguenze che la pan- demia produce sull’economia, sul lavoro, sul benessere materiale di individui e famiglie. Ciò che rende differenti i destini individuali ha preso il sopravvento rispetto a quello che li unisce. La stessa azione del governo nella seconda ondata ha accentuato le distinzioni: tra regioni per fascia di ri- schio, tra attività economiche per esposizione ai danni, tra lavoratori protetti e non. Il senso di solidarietà dei primi mesi ha lasciato posto all’incertezza per il futuro indivi- duale, accresciuta dall’osservazione che non tutti sono stati colpiti allo stesso modo dalla crisi. Anzi, qualcuno non è stato colpito per nulla, mentre su altri l’impatto è stato devastante. Una frattura ha separato chi può conta- re sulle garanzie di un posto fisso da chi invece su quelle garanzie non può fare affidamento. Un solco ha diviso quanti si sono trovati in settori risparmiati, o addirittura favoriti, dalla crisi rispetto a tutti gli altri. Con l’aggravante che i meccanismi di solidarietà reciproca in questa fase sono stati ben pochi: i fortunati che hanno di più (e ma- gari nell’emergenza hanno visto aumentare ulteriormente Fondazione Italia Sociale 3
le risorse a propria disposizione, come indica la crescita record dei depositi) non si sono curati particolarmente di chi ha di meno e teme invece di veder peggiorare ancora di più la propria condizione. Cosa si può fare, quindi, per evitare che la polarizzazione aumenti ancora fino a diven- tare ingestibile? L’iniezione di risorse pubbliche che arriverà dall’Euro- pa ha il compito di frenare l’emorragia di posti di lavoro, di attività economiche, di opportunità di sviluppo, ponendo le premesse per la ripartenza. Ma è un’illusione sperare che possa sostenerne interamente l’onere. Gli interventi finanziati con Next Generation EU non possono andare solo in misure temporanee, di corto respiro. Servono inve- stimenti capaci di rigenerare una solida e duratura cresci- ta economica e sociale, invertendo il processo di divisione che minaccia la coesione del nostro Paese. Tra questi, un ruolo fondamentale può svolgerlo il potenziamento delle organizzazioni dell’economia sociale. Ovvero di quella parte di imprese e organizzazioni che perseguono obiettivi di sviluppo sociale attraverso lo svol- gimento di attività economiche, con motivazioni che pon- gono l’interesse generale come condizione della ricerca del profitto. Non si tratta di un nuovo settore economico: esiste da tempo, seppure con scarsi riconoscimenti e con la fama di essere destinato a cause disperate, connesse esclusivamente alla lotta alla povertà e alla marginalità. In realtà si tratta invece di un settore in pieno sviluppo, che genera occupazione di qualità, che soddisfa un numero crescente di domande rilevanti anche in ambiti diversi da quelli dell’assistenza sociale ed ha capacità autonoma di sostenibilità economica. Perciò, accogliendo l’indirizzo che viene anche dall’Europa, è necessario ed urgente un piano per lo svi- luppo dell’economia sociale. Un piano d’azione strategico, che sia concepito per favorire gli investimenti e la cre- scita. Un piano che oggi manca. Al quale - con questo numero di Civic - vogliamo contribuire. Enzo Manes Presidente Fondazione Italia Sociale 4 Civic
Editoriale Il piano di azione 3 che manca Enzo Manes 1. Scenario Per ricostruire 10 l’ethos l’asso nella manica è il non profit Gianluca Salvatori Lettera aperta al 16 Presidente del Consiglio Il coraggio di scegliere 18 politiche economiche che non lasciano indietro nessuno Stanislao Di Piazza Verso un piano 22 d’azione europeo per l’economia sociale Nicolas Schmit La necessità di promuovere una 26 normalità migliore Guy Ryder Data 1990-2020: trent’anni 30 cruciali per il processo di costruzione del sistema di economia sociale in Europa Intervista L’economia globale 34 deve uscire dalla sua comfort zone - Muhammad Yunus Teresa Bellemo L’economia è per 38 necessità sociale - Helen Alford Alessia Carli La forza di una società unita sta 40 nel legame - Tiziano Treu Matteo Muzio Scenario Dare un nome 44 alle realtà che mettono al centro le persone Carlo Borzaga 6 Civic
Case History Al centro del 50 “cambio di paradigma” Antonio Calabrò Intervista L’utopia concreta di Adriano Olivetti - 53 Beniamino de’ Liguori Carino Serena Scarpello Nuovi attori sul palco 56 dell’economia sociale Alfonso Fasano 2. Lavori in corso Collegio dei Sky Italia S.r.l. 60 partecipanti Invitalia S.p.A. 3. Saggio Accordi istituzionali 66 oltre i mercati e gli Stati Elinor Ostrom 4. Column Tra virgolette Salviamo il capitalismo 74 da sé stesso Joseph E. Stiglitz Cantiere Italia Siamo ancora 76 nell’età della pietra Camilla Baresani Parola Utilità 78 da salvare Federico Baccomo Fondazione Italia Sociale 7
Scenario Capitolo 1 Fondazione Italia Sociale 9
Di fronte alle asimmetrie e alle disuguaglianze che avvelenano la vita sociale, noi crediamo che l’economia sociale sia una potente idea di cambiamento. Perché non riguarda solo l’organizzazione della vita economica, ma è molto più comprensiva. 10 Civic
Scenario Per ricostruire l’ethos l’asso nella manica è il non profit Gianluca Salvatori Per anni abbiamo delegato parte del senso di solidarietà alle organizzazioni private. Ma con la pandemia è diventato ancora più evidente quanto le disuguaglianze non solo siano argomento dello Stato, ma anche dell’economia, che deve diventare urgentemente più sociale, anche per proteggere il tessuto democratico Nelle situazioni di incertezza radica prietà privata e degli interessi individuali, né le tipiche dei momenti di crisi sono le idee al servizio di chi vorrebbe utilizzare lo Stato (più che le istituzioni o le organizzazioni) ad per imporre i propri valori e far prevalere i orientare il cambiamento. Di idee, appunto, propri interessi. L’economia ricusa il tutto c’è bisogno per affrontare lo scenario che mercato così come ricusa il tuttoStato. Perché si prospetta dinanzi a noi. Idee in grado di è al servizio del bene comune». misurarsi con trasformazioni economiche e L’economia sociale, oltretutto, non è sociali che la pandemia ha accelerato, ma cer un’idea teorica ancora tutta da collaudare. tamente non provocato dal nulla. Perché è da In Italia è un settore che impegna migliaia di tempo che sperimentiamo gli effetti corrosivi imprese ed organizzazioni, con centinaia di dell’aumento delle disuguaglianze, di una di migliaia di addetti, che operano con efficacia stanza crescente tra garantiti e non garantiti, in molti ambiti, producendo occupazione di della sfiducia nelle capacità di governare la qualità e rispondendo a bisogni diffusi. Non complessità del nostro tempo con le regole lo strumento congiunturale per interventi di del secolo scorso. La crisi generata dalla pan soccorso alla marginalità o la stampella del demia - oggi che, dopo il primo lockdown, si welfare pubblico, ma una scelta strutturale è consumato il senso di solidarietà che era di trasformazione, con una visione di lungo prevalso di fronte alla novità del male igno periodo. Un approccio che non opera in via to - sta solo rendendo più evidenti divisioni risarcitoria o compensativa con interventi profonde già all’opera nel corpo della società. di giustizia sociale, ma mira ad incentivare Di fronte alle asimmetrie e alle disugua lavoro e mobilità sociale attraverso attività glianze che avvelenano la vita sociale, noi cre economiche sostenibili. Quindi, proprio il diamo che l’economia sociale sia una potente tipo di idea che serve a superare questa crisi idea di cambiamento. Perché non riguarda prendendola sul serio e non minimizzandone solo l’organizzazione della vita economica, la portata. ma è molto più comprensiva, in quanto ri Tra i molti effetti che questa pandemia flette una concezione resa bene da Jean Ti sta provocando, infatti, va segnalata un’in role, economista premio Nobel, secondo cui versione di tendenza rispetto al dibattito «l’economia non è né al servizio della pro su Stato e mercato. L’emergenza economica Fondazione Italia Sociale 11
La pandemia ha avuto l’effetto di riportare in primo piano l’azione pubblica, ricordandoci che abbiamo affidato ai nostri governi l’autorità di spendere centinaia di miliardi per salvare aziende e posti di lavoro post-Covid sta minando l’aspirazione delle cura delle persone meglio (con più efficienza imprese a scopo di lucro di sostituire lo Stato ed efficacia) dello Stato. Convinzione che è nella cura del benessere delle persone. A par stata il paradigma prevalente nella cultura tire soprattutto dalla crisi del 2008, il mondo economica di questi ultimi decenni. La pan economico ha sviluppato una narrativa po demia ha avuto l’effetto di riportare in pri tente, centrata sulla responsabilità sociale mo piano l’azione pubblica, ricordandoci che delle imprese. Le imprese - si è sostenuto - abbiamo affidato ai nostri governi l’autorità possono affrontare i temi della sostenibili di spendere centinaia di miliardi per salvare tà ambientale e sociale in modo più efficace aziende e posti di lavoro, di fermare ogni at rispetto alle istituzioni pubbliche. La loro tività privata, di chiudere le scuole, di conge capacità di ottenere risultati può trovare so lare la vita sociale e rinchiuderci nelle nostre luzione alle più grandi sfide del nostro tempo, case. Tutti compiti per i quali il mercato e le coniugando le esigenze di profitto con quelle sue regole non sono adatti. di impatto sociale. Dal welfare all’istruzione, C’è però dell’altro. Se è vero infatti che in dall’inclusione di genere all’innovazione nei questa situazione le forze di mercato hanno servizi sociali, l’impegno delle aziende so mostrato i loro limiti, e lo Stato e le istituzio cialmente responsabili può fare la differenza ni pubbliche sono tornate a giocare un ruo su ogni argomento. Questo è il messaggio che lo fondamentale, abbiamo però anche visto i leader riuniti a Davos, gli amministratori quanto l’efficacia della loro azione dipenda delegati della Business Roundtable, i leader dal ruolo delle comunità e della società civi delle grandi corporation - impegnati a ride le. Guardando alla fase più critica dell’emer finire il purpose e l’impact delle loro aziende genza, non è difficile rendersi conto che le - hanno cercato di trasmettere negli ultimi misure prese dalle autorità pubbliche sono anni. state efficaci non tanto per il timore delle Improvvisamente però, con l’emergenza sanzioni minacciate (il più delle volte inap da Covid-19, è tornata in auge la consapevo plicabili), ma in generale per un diffuso senso lezza che ci sono situazioni in cui le imprese civico che, rispolverato per l’occasione, ci ha tradizionali, di capitale, non sono in grado fatto accettare limitazioni alla nostra libertà di tenere fede alla loro promessa di prendersi in nome di un bene comune. È prevalso un 12 Civic
comportamento che ha mediato spontanea “riserva di senso”, questo ethos. Non è la sola mente tra libertà individuale e responsabilità fonte di senso, naturalmente, ma può svolge collettiva. Individuando un punto di conver re una funzione critica. Perché, ad esempio, genza tra l’interesse dei singoli e quello della può far comprendere che l’impresa non è ne comunità, senza il quale l’autorità pubblica cessariamente uno strumento di estrazione non potrebbe affermarsi (a meno di ricorrere di valore a beneficio di pochi, ma può invece alla coercizione). agire come un meccanismo di cooperazione Del resto, conosciamo bene il paradosso per risolvere problemi collettivi. Perciò l’e della democrazia. Da sola non riesce a rige conomia sociale è importante. Non solo per nerare la cultura e i valori che la giustificano farsi carico di marginalità e povertà, ma per e sostengono. Serve un ethos condiviso, che ché il suo punto di forza è la riconciliazione definisca ciò che si ha in comune, che unisca di interesse pubblico e responsabilità privata. al di là delle divisioni. Occorre una “riserva Negli ultimi decenni nei nostri Paesi di senso” cui attingere. Questo è il tema fon europei abbiamo promosso con successo lo damentale che va affrontato per guardare sviluppo di un’economia di mercato competi avanti, perché questo ethos comune è fragile tiva, basata sui principi liberali della concor e sottoposto a una continua erosione. Al di là renza e del perseguimento del profitto. Oggi, dai momenti acuti dell’emergenza tendiamo anche alla luce della situazione evidenziata a trascurarlo. Anche perché non è mai acqui dall’emergenza Covid-19, è fondamentale che sito per sempre, ma richiede una costante un altrettanto forte impegno sia dedicato allo rielaborazione, e non è un impegno banale. sviluppo di una solida visione dell’economia Richiede un lavoro di incessante reinvenzione sociale come componente fondamentale per senza il quale non c’è alternativa all’aumento uno sviluppo equo e sostenibile. Favorendo delle divisioni sociali e dei conflitti, come la un maggior pluralismo delle forme econo tragedia dei forgotten people, politicamente miche e dei modelli organizzativi. È giunto devastante, sta lì a ricordarci. il momento per l’economia sociale di uscire Tornando a Tirole, quando l’economia dall’ombra e di essere riconosciuta come uno si mette al servizio del bene comune può dei pilastri per lo sviluppo delle nostre so contribuire a mantenere o ricostruire questa cietà future, come elemento strutturale del Fondazione Italia Sociale 13
modello economico-sociale al quale guardare in generale dell’attività della Fondazione. In per uscire da questa faticosa transizione. altri interventi, documentati nelle nostre In Europa, nelle istituzioni comunitarie e pubblicazioni, abbiamo avanzato proposte in molti Paesi membri, attualmente è in corso concrete: dall’attivazione ed introduzione di una discussione per definire un piano d’azio meccanismi innovativi di fundraising su sca ne per l’economia sociale. La Commissione la nazionale per una maggiore mobilitazione von der Leyen è impegnata a pubblicare un della ricchezza privata (lotteria filantropica documento programmatico entro la secon e proposta di revisione della legge sulle suc da metà del 2021. Sarà un atto politico rile cessioni), al supporto alla pubblica ammi vante per l’utilizzo del bilancio europeo di nistrazione per migliorare l’utilizzo delle coesione. Ma, più ancora, sarà l’indicazione risorse pubbliche destinate al sociale, anche che la strategia di uscita della crisi, accanto valorizzando i nuovi istituti che il nuovo Co al green deal e alla digitalizzazione, vede un dice del Terzo settore mette a disposizione di terzo componente fondamentale: il pilastro una “amministrazione condivisa” (progetto dei diritti sociali. di un fondo unico nazionale per lo sviluppo Noi vorremmo che a questo piano di del Terzo settore e di un centro di competen azione europeo l’Italia partecipasse con un za per fornire consulenza ad enti pubblici e contributo all’altezza della vivacità e della non profit), dai progetti culturali per raffor varietà del mondo di imprese sociali ed or zare un sentire comune sui temi del civismo, ganizzazioni non profit del nostro Paese. Ma della responsabilità e dell’impegno sociale, in il tema oggi è assente dall’agenda politica. È quanto presupposto indispensabile alla co assente dalle politics ed è trascurato nelle po- esione sociale (piattaforma beCivic) al tema licies. È assente dai piani di ripresa. È assente, dell’accesso al credito e agli strumenti finan punto. Anche in parte per responsabilità di ziari secondo criteri in grado di tenere conto chi nel mondo delle organizzazioni sociali - della specificità di questo settore, sempre più a forza di essere costretto in una condizione underserved perché ignorato nel suo poten di minorità - ha finito per adattarsi, magari ziale economico ed occupazionale. trovando gratificante contendersi la prima Ma quello che soprattutto ci sembra ur zia di qualche nicchia. Ma soprattutto perché gente, ora, è insistere che un piano di azione nel nostro Paese non si è ancora compiuto il venga elaborato, ascoltando chi ha un con passaggio, in ambito politico, da una visione tributo da portare. Perché non si tratta della strumentale e minoritaria del non profit ad richiesta di una corporazione che si batte per un approccio strategico e lungimirante. difendere la propria posizione, ma è un pi La richiesta di far spazio a questo tema lastro essenziale di un progetto di ripresa e è al centro di questo numero di Civic, e più rilancio del Paese. 14 Civic
Scenario Lettera aperta al Presidente del Consiglio 15 giugno 2020 I cento giorni della pandemia hanno in economica si è tenuto conto di questo attore ferto al corpo della società italiana una ferita importante della vita nazionale. Proprio per che si rimarginerà solo con tempo, molte ri questo - come operatori, studiosi, cittadini sorse e nuove energie. Preso singolarmente, comuni - chiediamo un ulteriore passo, più nessuno di questi tre elementi è risolutivo. ambizioso. Serve uscire dalla logica dei sin Il tempo, di per sé, può essere sprecato sen goli interventi e tracciare una linea di azione za una visione lungimirante accompagnata ancorata a riferimenti chiari e dotata di ri dagli strumenti per realizzarla. Le risorse, sorse adeguate a progettare uno sviluppo di anche se copiose, senza idee per utilizzarle lunga durata. strategicamente finiscono disperse in rivoli. Abbiamo un’occasione, anzi due. In Eu E anche le energie rischiano di essere fru ropa sta prendendo forma un grande pro strate se mancano gli strumenti e il tempo gramma per dare forza al cosiddetto “pila per trasformarle in forza di cambiamento. stro sociale” dell’Unione, finora trascurato. A fronte di questo scenario, ci rivolgia Nei prossimi mesi la Commissione Europea, mo al Presidente del Consiglio dei Ministri dopo una consultazione ampia, darà luce a in quanto crediamo che tra le energie indi un Action plan per l’economia sociale, de spensabili nella fase del rilancio post Co terminante per la programmazione comu vid-19 quelle del Terzo settore e dell’econo nitaria 2021-2027. In quella cornice verran mia sociale debbano svolgere un ruolo fon no definiti obiettivi, strumenti e risorse per damentale, in una prospettiva non di breve rafforzare il contributo del non profit, delle termine. Non parliamo, solo, di riconoscere imprese sociali, dell’associazionismo, della il contributo del Terzo settore nella gestione filantropia allo sviluppo economico e sociale dell’emergenza, attraverso i volontari della europeo. L’Italia deve fare altrettanto: si doti Protezione civile, le associazioni che hanno di un Action plan nazionale per tracciare la curato la distribuzione di viveri e generi di strategia con cui rendere il Terzo settore e prima necessità, le cooperative sociali che l’economia sociale parte integrante del per hanno garantito i servizi negli ospedali e corso di rilancio del Paese. Definisca le linee molto altro ancora. Parliamo del futuro che verso cui indirizzare risorse ed energie per ci aspetta, dei posti di lavoro che andranno a sfruttare tutto il potenziale che le organizza sostituire quelli persi e che potranno essere zioni non profit e dell’economia sociale pos creati nel settore della cura e dell’assistenza, sono mettere a disposizione dell’interesse nei servizi educativi e culturali, nella manu generale. Lo costruisca con una consultazio tenzione del territorio e nella rivitalizzazio ne ampia tra tutti coloro che possono por ne di centri minori e delle aree marginali, tare un contributo, come ha deciso di fare la nello sviluppo di un turismo locale sosteni Commissione Europea. bile e in molti altri ambiti che oggi neppure La seconda opportunità viene dal pro immaginiamo. Parliamo della necessità di gramma straordinario Next Generation EU uno sviluppo economico che non neghi i va e da tutti gli strumenti che la Commissione lori sociali, ma, anzi, da questi tragga forza. europea sta mettendo in campo per affron Perché dopo la crisi sanitaria e quella econo tare la crisi scatenata da Covid-19. L’indi mica, dovremo impegnarci per evitare una cazione che viene dall’Europa è che queste crisi sociale dalle conseguenze devastanti. ingenti risorse servono non solo a far ripar Il Governo non ha trascurato il Terzo tire l’economia, ma anche ad irrobustire la settore. Nei provvedimenti per la ripresa coesione sociale. Ci sono specifiche azioni, 16 Civic
come REACT-EU, pensate proprio a questo stioni che oggi siamo chiamati ad affrontare scopo. Quindi, al Presidente del Consiglio ha probabilità di essere risolta senza questa chiediamo che il Piano di azione per il Terzo prospettiva. Perciò il contributo del Terzo settore e l’economia sociale venga finanziato settore e dell’economia sociale allo svilup con una quota non marginale delle risorse po del Paese possono essere decisivi anche straordinarie ed ordinarie che nei prossimi nel futuro post Covid-19. È essenziale, però, mesi verranno destinate all’Italia. che non resti sotto il suo potenziale o vada Serve un allineamento tra tempo, risorse disperso in mille frammenti. Perciò servono ed energie. Serve un’azione di largo respiro e un Piano di azione nazionale e gli strumenti con uno sguardo lungo. Nessuna delle que per realizzarlo. FIRMATARI Amendola Adalgiso Università degli Studi di Salerno, Cattedra “Antonio Genovesi” di Economia Civile Arena Gregorio Presidente Labsus Argiolas Giuseppe Rettore Istituto Universitario Sophia (Firenze) Barbetta Gian Paolo Università Cattolica del Sacro Cuore Bianchi Donatella Presidente WWF Italia Bobba Luigi Presidente di Terzjus, ex sottosegretario al Ministero del Lavoro Bonacina Riccardo Fondatore e coordinatore editoriale VITA Borgomeo Carlo Presidente Fondazione Con il Sud Borzaga Carlo Presidente Euricse Bruni Luigino Università di Roma LUMSA Calderini Mario Politecnico di Milano Chiappero Martinetti Enrica Università degli Studi di Pavia Colombo Gherardo Ex magistrato, presidente Casa Editrice Garzanti Consiglio Stefano Università di Napoli Federico II Cotturri Giuseppe Università degli Studi di Bari De Bortoli Ferruccio Presidente Vidas De Luca Cristina Direttore IPRS Destefanis Sergio Pietro Università degli Studi di Salerno Fantozzi Pietro Università della Calabria Ferrera Maurizio Università degli Studi di Milano Fici Antonio Università del Molise Francesca Manolita Università del Salento Giugni Lilia Centre for Social Innovation, Cambridge Judge Business School Gori Cristiano Università degli Studi di Trento Grandori Anna Università Bocconi Gui Benedetto Istituto Universitario Sophia (Firenze) Guzzetti Giuseppe Già presidente Fondazione Cariplo, già presidente ACRI Maffettone Sebastiano Università Luiss Guido Carli Maino Franca Università degli Studi di Milano, Direttrice del Laboratorio Percorsi di secondo welfare Manes Vincenzo Presidente Fondazione Italia Sociale Marocchi Gianfranco Direttore rivista Impresa Sociale, vicedirettore Welforum Marzocchi Franco Presidente Aiccon Massari Monica Università degli Studi di Milano Miniaci Raffaele Università degli Studi di Brescia, presidente Centro Studi Socialis Morganti Marco Responsabile Impact Gruppo Intesa Sanpaolo Mosca Michele Università degli Studi di Napoli Federico II Musella Marco Presidente Iris Network, Università di Napoli Federico II Negri Zamagni Vera Università degli Studi di Bologna, vicepresidente CEFA Perali Federico Università degli Studi di Verona Porcari Serena Presidente Dynamo Academy Provasi Giancarlo Università degli Studi di Brescia Razzano Renzo CSV Lazio Reina Rocco Università della Magna Grecia di Catanzaro Sacconi Lorenzo Università degli Studi di Milano, direttore EconomEtica Salvatori Gianluca Segretario generale Euricse, segretario generale Fondazione Italia Sociale Scalvini Felice Presidente Assifero Schenkel Marina Università degli Studi di Udine Sepio Gabriele Segretario generale Terzjus Trotta Annarita Università della Magna Grecia di Catanzaro Luigi Vallet Presidente Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta Venturini Alessandra Università degli Studi di Torino, Ex-vicedirettore Migration Policy Centre Zamagni Stefano Presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, Università di Bologna Fondazione Italia Sociale 17
Le ingenti risorse destinate all’Italia, come nel caso del Recovery Fund, devono essere ripartite con un approccio di sistema che guardi all’economia sociale come unica possibilità di sviluppo etico e sostenibile. L’agire dell’economia sociale e del Terzo settore, per vocazione e storia, è caratterizzato da spirito di servizio, sobrietà e compostezza. 18 Civic
Scenario Il coraggio di scegliere politiche economiche che non lasciano indietro nessuno Stanislao Di Piazza La Presidenza italiana al G20, iniziata il primo dicembre, si rivelerà tanto più significativa quanto più riuscirà a guidare un processo virtuoso indirizzato al bene comune e al ridisegno di un’economia più inclusiva Dal 1999 il cammino percorso dal con fronto delle prime economie del mondo più l’UE è stato complesso e articolato. Abbiamo assistito a una prima significativa e proficua evoluzione del dialogo nella recessione del 2008, con l’obiettivo di creare risposte e pro cessi comuni per il superamento della crisi, che ha segnato l’inizio di una trasformazione di pensiero economico e sociale. Per primo si è dato evidenza di come i fondamentali ele menti dell’abitare la Terra come nostra casa comune debbano, imprescindibilmente, esse re condivisi da capi di Stato e di governo per l’elaborazione di azioni unitarie e non con trastanti. Linea possibile, questa, attraverso un nuovo paradigma basato sulla centralità della persona. In un pensiero circolare, così, la persona diviene punto di partenza e di ar rivo per politiche nuove che condividono il valore assoluto della sostenibilità. I temi sono diventati, negli anni, quelli dello sviluppo nel virtuoso obiettivo di tralasciare il Pil come unico indicatore che, di fatto, significava sem plicemente la crescita di una economia. Per Sottosegretario decenni si era dato spazio allo sfruttamento di Stato per il Lavoro di risorse infinite, per produzioni infinite, per e le Politiche Sociali del Governo Conte-II consumi indotti che non corrispondevano Fondazione Italia Sociale 19
Gli ultimi anni hanno visto il diritto italiano protagonista di un profondo processo innovativo che ha portato alla stesura del Codice del Terzo settore alle reali esigenze della persona. Un sistema essere sostenuto e protetto da strumenti che che aveva come risultato scatole di indebita ne rafforzino e ne potenzino le energie. Ciò mento, aumento della povertà e del disagio avverrà a un’unica condizione: che le ingen sociale, disuguaglianze sociali. La ricchezza ti risorse destinate all’Italia, come nel caso detenuta nelle mani di pochi ed intere popo del Recovery Fund, vengano ripartite con un lazioni private dei diritti fondamentali della approccio di sistema che guardi all’economia persona, con veri e propri crimini perpetrati sociale come unica possibilità di sviluppo eti nei confronti delle fasce più fragili, l’infan co e sostenibile. L’agire dell’economia sociale zia e l’adolescenza. Le conseguenze, in que e del Terzo settore, per vocazione e storia, è sto tempo difficile e complesso, sono esplose caratterizzato da spirito di servizio, sobrietà senza lasciare più spazio a dubbi su nuove e compostezza. Valori che vanno messi a pa forme dell’agire. Le variabili in considera trimonio, alimentati con la coerenza di scelte zione hanno necessitato di indicatori inno e contenuti da parte del Governo italiano. L’I vativi. A questi, nell’anno appena trascorso, talia ha testimoniato come, silenziosamente, si sono aggiunti ragionamenti sulla pandemia il mondo del non profit si sia mobilitato in che ha portato il mondo in uno straordina questo tempo difficile e questo agire va ri rio scenario di sofferenza. Così si è delineato, conosciuto, tutelato e premiato. Gli ultimi in sintesi, il terreno in cui l’Italia muoverà i anni hanno visto il diritto italiano protago suoi passi e in cui ha posto, per il mandato di nista di un profondo processo innovativo che Presidenza, come punti essenziali un rinno ha portato alla stesura del Codice del Terzo vato approccio multilaterale, una leadership settore. Un impianto che ha colmato un vuoto globale e una concreta cooperazione. Per normativo e rivolto a realtà che, tra Stato e tali motivazioni è necessario e fondamenta privato, provvedono alla parte più nobile dei le dotarsi di strumenti efficaci al servizio di servizi dedicati alla persona. A prescindere politiche economiche e finanziarie che non dalle difficoltà dell’iter di questa riforma, lascino indietro nessuno. Va curato il sistema dei rallentamenti e delle accelerazioni, tale sanitario e il tessuto socioeconomico di tutto azione rappresenta un segno chiaro di uno il mondo. Sfida che deve passare attraverso un sguardo rivolto al futuro, declinato sui temi Action plan europeo dell’economia sociale, in dell’impatto sociale. La pandemia ha rivelato armonia con un pari strumento nazionale per i punti di debolezza di politiche di spending l’Italia. L’azione di Governo nel 2020 ha ri review che, se applicate in contrasto a obietti conosciuto il valore dell’economia sociale e vi di welfare society, generano nuove povertà. del Terzo settore che, mai come oggi, deve Indagare questi fenomeni economici oggi ci 20 Civic
Il piano d’azione per l’economia sociale riconoscerà ufficialmente la centralità dell’economia sociale e farà da guida negli investimenti permette un cambio di visione, di paradigmi tura degli scarti. I rischi di mancare a questo e di processi che, abbandonando le logiche appuntamento e alle sue sfide non sono po della massimizzazione del profitto, la finanza chi e per questo la Presidenza italiana al G20 speculativa, il ricatto dell’acqua, l’inquina si rivelerà tanto più significativa quanto più mento, la produzione di armi, proiettino l’I riuscirà a guidare un processo virtuoso indi talia, l’Europa e il mondo verso una definitiva rizzato al bene comune. Un rinnovato senso transizione ecologica e digitale. L’economia di responsabilità affinché gli effetti dolorosi italiana, costituita da Pmi organizzate in di della pandemia vengano curati e, per quanto stretti industriali, ha caratteristiche diverse sarà possibile, sanati. Le generazioni future, nelle singole regioni, così come accade fra gli già fortemente nel dolore e nello smarrimento Stati europei. L’economia sociale testimonia per la perdita delle persone più fragili di fronte un modello in grado di valorizzare tali diffe al virus, come gli anziani, solo se garantite nei renze e farle divenire elementi generativi di loro diritti imprescindibili potranno sostenere sviluppo sostenibile. Nel prossimo futuro ciò questa difficile eredità. Gli strumenti dovran significherà attivare investimenti e concen no essere il risultato di una coprogettazione trare energie in aree come salute, agricoltura, tra il Governo e tutti i portatori di interesse, pesca, servizi sociali e, più in generale, inno in considerazione che l’economia sociale non vazione, mettendo la tecnologia al servizio è, di certo, al suo debutto. È, al contrario, una del benessere della persona. Non si dovran realtà consolidata e trasversale che, meglio di no formare dei super esperti ma “capacita qualsiasi osservatore, ha la capacità di fotogra re” tutte le persone in maniera che ciascuno fare i bisogni di comunità e territori ed operare abbia pari opportunità. Il piano d’azione per tempestivamente ed efficacemente innescan l’economia sociale avrà più di una valenza. do processi. L’economia sociale letta ed inter Riconoscerà ufficialmente la centralità dell’e pretata come spazio di coesione ed inclusione conomia sociale e farà da guida negli inve nazionale ed internazionale, potrà concorrere stimenti dei fondi già stanziati perché non si al ruolo della presidenza dell’attuale G20 e per creino sacche di dispersione. Permetterà di gli obiettivi del Bilancio europeo 2021-2027. agire in sinergia con l’Action plan europeo in Attraverso la reciprocità si potranno coniugare un contesto internazionale da cui l’economia la dimensione economico-imprenditoriale con sociale potrà trarre vantaggi e benefici quali quella sociale. Questa sarà l’unica via possibile un ruolo da protagonista nelle politiche del per progettare una nuova economia giusta, so mercato comune, del lavoro, dei beni e servizi stenibile ed in armonia con la vita di ciascuna accessibili a ciascuna persona contro la cul persona. Fondazione Italia Sociale 21
Per poter trarre tutti i benefici dell’economia sociale, è essenziale agire con convinzione a tutti i livelli, incluso quello europeo. Questo è ciò su cui la Commissione Europea sta lavorando attualmente, consultando tutte le parti interessate per sviluppare il piano d’azione per l’economia sociale la cui adozione è prevista per la fine del 2021. 22 Civic
Scenario Verso un piano d’azione europeo per l’economia sociale Nicolas Schmit La Commissione Europea sta preparando un piano d’azione per l’economia sociale, da avviare nel 2021. Il piano sarà destinato a sostenere le organizzazioni dell’economia sociale, a migliorare gli investimenti sociali, ad innovare e a creare posti di lavoro, con l’obiettivo di garantire che la trasformazione verde e digitale non lasci indietro nessuno Commissario europeo per Dobbiamo quindi lavorare per preservare i il Lavoro e i Diritti sociali posti di lavoro, per combattere la povertà e favorire l’inclusione sociale e per costruire sistemi di protezione sociale più inclusivi e resilienti. Oltre ad affrontare le conseguenze La comunicazione della Commissio immediate della crisi, è chiaro che è necessa ne Europea, “Un’Europa sociale forte per rio un profondo cambiamento delle nostre transizioni giuste”1, pubblicata poco prima società verso un modello più sostenibile, sia dell’inizio della pandemia di Covid-19, ha dal punto di vista ambientale che sociale. In richiamato l’attenzione sul fatto che stiamo questo senso, le organizzazioni dell’economia assistendo a un momento di grandi cambia sociale possono indicare la strada da seguire, menti. Il cambiamento climatico e il degrado grazie al loro impegno a mettere le persone ambientale richiedono adattamenti urgenti al primo posto. della nostra economia, industria e stile di Questo impegno per l’impatto sociale ed vita. Anche l’intelligenza artificiale, la robo ambientale, assieme a un modello organiz tica e le altre nuove tecnologie li cambieranno zativo caratterizzato dalla collaborazione e profondamente. La sfida non è solo econo partecipazione di tutti i soggetti interessati, mica, ma riguarda anche la difesa dei valori spiega perché l’economia sociale sia in grado dell’UE. Sebbene producano opportunità, i di riprendersi in tempi di crisi. Sebbene le mutamenti tecnologici e la transizione ener imprese sociali siano piccole e non contino getica non saranno sufficienti da soli a colma sempre su flussi di reddito costanti, duran re il divario tra ricchi e poveri e ad eliminare te la pandemia molte di loro hanno contri le disuguaglianze. In più occasioni, la presi buito direttamente ad affrontare la crisi, ad dente della Commissione Europea, Ursula esempio producendo attrezzature sanitarie, von der Leyen, ha ribadito che queste transi fornendo altri servizi essenziali alle perso zioni non devono «lasciare indietro nessuno». ne più vulnerabili. Tuttavia, molte altre or La pandemia di Covid-19, con le sue ganizzazioni hanno dovuto sospendere le significative ripercussioni economiche e loro attività. Ciò ha un costo sociale molto sociali, ha esacerbato le disuguaglianze. elevato, dato il ruolo che l’economia sociale Fondazione Italia Sociale 23
ha nel promuovere la coesione sociale e nel nomia sociale, è essenziale agire con convin colmare le lacune nell’erogazione di servizi zione a tutti i livelli, incluso quello europeo. di assistenza sociale e di interesse generale. Questo è ciò su cui la Commissione Europea Diverse iniziative recenti della Commis sta lavorando in questo momento, consultan sione, come il piano d’azione per l’economia do tutte le parti interessate per sviluppare il circolare2, l’agenda europea per le competen piano d’azione per l’economia sociale che la ze3 e la strategia “Ondata di ristrutturazio Presidente von der Leyen mi ha affidato. L’a ni”4, hanno fatto riferimento al potenziale dozione è prevista per la fine del 2021 e at dell’economia sociale. Infatti, molte imprese tualmente stiamo raccogliendo informazioni sociali sono attive nell’economia circolare, sulle esigenze e le sfide delle organizzazioni forniscono energia a prezzi accessibili ai più dell’economia sociale e delle imprese sociali. vulnerabili, contribuendo in questo modo ad Uno studio è in corso per valutare l’impatto attutire gli shock economici, aiutano le perso delle azioni messe in atto in seguito all’Ini ne a riqualificarsi e migliorano le prospettive ziativa per l’imprenditoria sociale, adottata di occupazione per chi è lontano dal mercato dalla Commissione nel 2011. I risultati pre del lavoro. Infine, non dobbiamo tralasciare il liminari mostrano che l’ecosistema delle im contributo che l’economia sociale può offrire prese sociali si è sviluppato molto nell’ultimo nella ripresa dalla crisi che stiamo attraver decennio. Tuttavia, lo studio indica la perma sando. La loro presenza a livello locale, i loro nenza di alcuni ostacoli. modelli organizzativi e la propensione verso Un ostacolo importante è legato alla l’innovazione consentono di identificare ra mancanza di consapevolezza e riconosci pidamente le esigenze della comunità e di of mento dei modelli di business dell’economia frire soluzioni adeguate. Inoltre, l’economia sociale. La Commissione ha recentemente sociale contribuisce ad attuare i principi del realizzato una mappatura delle imprese so pilastro europeo dei diritti sociali, che è la ciali e dei loro ecosistemi in Europa6. Questo nostra bussola per una ripresa equa, inclusi studio mostra che, pur essendo presenti in va e sostenibile. La Commissione Europea ha tutti i Paesi mappati, le imprese sociali go messo a disposizione un piano per la ripresa5 dono di diversi gradi di riconoscimento pub senza precedenti e sta incoraggiando gli Stati blico e privato, politico e giuridico. L’Italia, membri ad includere l’economia sociale nei la Francia e il Belgio hanno alcuni degli eco loro piani nazionali. sistemi più avanzati in Europa, grazie a una Per poter trarre tutti i benefici dell’eco lunga tradizione cooperativa o associativa e a 24 Civic
un sistema giuridico specifico per le imprese promuoverlo. Per esempio, la Banca Europea sociali. Un numero significativo di imprese per gli Investimenti fa spesso ricorso a titoli sociali operano e si sviluppano anche in Paesi a impatto sociale - i Social Impact Bond. Chi come l’Austria, l’Estonia, la Germania, i Paesi investe in questi titoli riceve dei profitti e, allo Bassi e la Svezia, nonostante questi non ab stesso tempo, genera impatto sociale. Dob biano introdotto una legislazione specifica. In biamo rafforzare l’economia di scala dell’eco molti Paesi dove manca un quadro politico o nomia sociale. Intendiamo perseguire questo giuridico, il concetto di impresa sociale non è obiettivo sia attraverso il nostro piano d’azio ben conosciuto e compreso. Questo compor ne, sia attraverso il fondo Invest-EU e la sua ta una serie di difficoltà per le imprese sociali, specifica finestra dedicata agli investimenti come ad esempio un accesso più difficile ai sociali. Gli Stati membri possono anche uti finanziamenti e agli appalti pubblici. Infine, lizzare le riforme e gli investimenti previsti resta ancora un buon margine per migliorare per i fondi della Recovery and Resilience Faci- l’appetito per l’imprenditorialità sociale tra lity per sostenere l’economia sociale. i giovani, fornendo loro giuste competenze Queste sono solo alcune delle sfide che ed istruzione. abbiamo raccolto finora. Nei prossimi mesi La difficoltà ad accedere a fonti di fi la Commissione lavorerà sulla definizione di nanziamento spesso costituisce un punto di azioni concrete per affrontare questi ostaco debolezza per l’economia sociale, e in par li e garantire che il potenziale dell’economia ticolare per le nuove imprese che faticano a sociale possa essere sfruttato pienamente. trovare i giusti canali di finanziamento. Dob Nel rispetto del principio di sussidiarietà, biamo rafforzare l’accesso ai finanziamenti per alcune di queste azioni conteremo sul so per i soggetti dell’economia sociale. Esiste un stegno di attori e autorità a livello nazionale, mercato per questo e le banche cominciano a regionale e locale. 1 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52020DC0014 2 https://ec.europa.eu/environment/circular-economy/pdf/new_circular_economy_action_plan.pdf 3 https://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=22832&langId=en 4 https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/eu_renovation_wave_strategy.pdf 5 https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/recovery-coronavirus/recovery-and-resilience-facility_en 6 https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=738&langId=en&pubId=8274 Fondazione Italia Sociale 25
Scenario La necessità di promuovere una normalità migliore Guy Ryder Il Piano d’azione europeo per l’economia sociale è una grande occasione per dimostrare che la ripresa economica e il sistema globale possono essere davvero non solo a misura d’uomo ma anche sostenibili per il pianeta Direttore Generale dell’ILO guadagnarsi da vivere. In questo contesto c’è – International Labour Organization, agenzia delle un forte rischio che le disuguaglianze preesi Nazioni Unite stenti vengano esacerbate e aggravino l’insta bilità sociale. Con il diffondersi della pande mia e della crisi occupazionale la necessità di proteggere i soggetti più vulnerabili diventa ancora più pressante. Perciò l’ILO ha chiesto misure urgenti, mirate e flessibili per sostenere In un mio recente articolo1, riflettevo su i lavoratori e le aziende, soprattutto le imprese come si possa definire la “normalità migliore” più piccole, i lavoratori informali e altri grup che dovrà costituire l’eredità duratura lascia pi vulnerabili2. Gli interventi politici devono taci dell’emergenza sanitaria globale del 2020. essere attuati su una scala corrispondente Con oltre 56 milioni di casi, circa 1,3 all’entità del dissesto del mercato del lavoro milioni di vittime del virus a livello globale e e volti a fornire il massimo sostegno possibi l’attesa perdita dell’equivalente di 495 milioni le ai gruppi maggiormente vulnerabili e più di posti di lavoro in tutto il mondo entro fine duramente colpiti, in particolare i migranti, anno, la posta in gioco non è mai stata così le donne, i giovani e i lavoratori informali. È alta. L’attuale crisi ha aumentato il grado di cruciale rilanciare il dialogo sociale come mec incertezza a livello economico e lavorativo. canismo per identificare le misure in grado di Le persone, donne e uomini, imprenditori e far fronte alla crisi. Proprio come all’epoca lavoratori, vedono la propria vita, famiglia, della fondazione dell’ILO, i difficili tempi at occupazione o impresa in pericolo. Non tutti tuali richiedono solidarietà per rispondere alla sono colpiti allo stesso modo. Dei 2 miliardi di crisi, rafforzare la capacità di reazione e rico persone che lavorano nell’economia informale struire in modo migliore. Anche se chiaramen in tutto il mondo (su una forza lavoro globale te è prioritario dare una risposta umanitaria di 3,3 miliardi), 1,6 miliardi hanno visto gra immediata, non possiamo perdere di vista le vemente pregiudicata la propria capacità di radici della crisi e la conseguente necessità di 26 Civic
ricostruire società più resistenti, rafforzando improntare tutte le politiche europee. Von der il nostro contratto sociale, fortemente basato Leyen ha commissionato un ambizioso Piano sulla partecipazione dei singoli cittadini alle d’azione per l’economia sociale, che sarà ap decisioni che incidono sulla loro vita. provato entro la fine del 2021. Tale piano è sta Oggi, come in tutti i tempi di crisi, questo to presentato dal commissario europeo per il appello alla partecipazione e alla democratiz lavoro, Nicolas Schmit, come un elemento cru zazione è più importante che mai. Dobbiamo ciale nella strategia di ripresa a lungo termine ripensare anche al modo in cui forgiamo la no dell’UE, al fine di integrare l’economia sociale stra economia e al ruolo del settore privato, nelle politiche socio-economiche dell’Unione, che è chiamato, insieme al settore pubblico, a oltre che per contribuire al raggiungimento partecipare alla transizione verso un modello degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il Pia di sviluppo più sostenibile ed inclusivo. È in no d’azione europeo per l’economia sociale dispensabile un profondo processo di trasfor (2021-2026) potrebbe essere l’esempio di una mazione sociale che ci consenta di rispondere strategia che si propone di uscire dalla crisi non solo ai bisogni attuali ma anche alla neces mettendo l’occupazione e l’economia a misu sità di cambiamenti in direzione di una mag ra d’uomo al centro del programma di ripresa giore attenzione agli esseri umani e al pianeta. a lungo termine, adattando su base locale e L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sosteni rendendo operativa l’agenda di cambiamenti bile sottolineava l’importanza di politiche di verso uno sviluppo più inclusivo e sostenibile. sviluppo integrate e della promozione di par In Europa, secondo le stime del Comitato tenariati pubblico-privato, in cui il dialogo economico e sociale europeo, oltre 2,8 milioni sociale fosse un elemento chiave nella costru di imprese e organizzazioni rientrano nell’e zione e nella programmazione congiunte delle conomia sociale, con una forza lavoro di oltre strategie necessarie. Durante il suo discorso 19,1 milioni di persone occupate in imprese so inaugurale nel novembre 2019, la presidente ciali. Corrispondono a più di 13,6 milioni di della Commissione europea, Ursula von der posti di lavoro retribuiti: circa il 6,3% della po Leyen, ha sottolineato che l’Agenda 2030 deve polazione attiva dell’UE a 28. Queste imprese, Fondazione Italia Sociale 27
Dobbiamo rafforzare il nostro contratto sociale, fortemente basato sulla partecipazione dei singoli cittadini alle decisioni che incidono sulla loro vita aventi forme giuridiche diverse e operanti in dall’ILO in diverse occasioni importanti. Nel settori che spaziano, escludendo quello agri 2019, anno del proprio centenario, l’organiz colo e bancario, dall’inclusione sociale al lavo zazione ha adottato all’unanimità la Dichia- ro ai servizi alla persona, contano più di 82,8 razione per il futuro del lavoro3, affermando milioni di volontari, equivalenti a 5 milioni e la necessità di «sostenere il ruolo del settore mezzo di lavoratori a tempo pieno. privato quale fonte primaria di crescita eco L’economia sociale ha mostrato il suo ruo nomica e creazione di lavoro, promuovendo lo trainante nella transizione verso un’econo un ambiente favorevole all’imprenditorialità e mia verde e il suo contributo al benessere della alle imprese sostenibili, con particolare riferi popolazione, confermando, come dimostrato mento a micro, piccole e medie imprese, come durante l’attuale crisi, di essere un anello fon pure alle cooperative e all’economia sociale e damentale della rete di protezione europea. solidale, al fine di generare lavoro dignitoso, Inoltre, dopo la crisi del 2008, l’economia so occupazione produttiva e livelli di vita miglio ciale ha contribuito alla creazione di posti di ri per tutti». Nel 2002, la raccomandazione lavoro e al mantenimento di quelli esistenti. dell’ILO numero 193 sulla promozione delle Belgio, Francia, Italia e Spagna sono esempi cooperative asseriva: «Una società equilibrata di Paesi in cui l’economia sociale, nel periodo necessita4 dell’esistenza di un settore pubblico successivo alla grave crisi del 2008, ha svolto e di un settore privato forti, come pure di un un ruolo anticiclico, dando prova di notevole forte settore cooperativo, mutualistico, e di resilienza. altre organizzazioni sociali e non governative». Restando nel quadro europeo, negli ultimi Nel 2013 l’ILO, insieme ad altre istituzioni anni diversi Paesi hanno focalizzato l’atten dell’Onu, ha fondato la Task Force inter-agen zione sull’economia sociale. In Spagna (2011), zia delle Nazioni Unite sull’economia sociale e Grecia (2011 e 2016), Portogallo (2013), Francia solidale5 (Untfsse), che attualmente presiede. (2014) e Romania (2016) sono state promulgate Questo gruppo di lavoro, composto da oltre leggi apposite. Inoltre Italia e Spagna hanno 30 organizzazioni, comprese agenzie dell’O varato nuove leggi per tipi specifici di imprese nu e istituzioni della società civile, promuove operanti nell’ambito dell’Ess (Economia socia attivamente l’economia sociale e solidale, co le e solidale: enti del Terzo settore, cooperative ordinando azioni a livello globale per favorire sociali ecc.). Tuttavia, resta ancora molto da il suo riconoscimento e la sua visibilità. L’ILO fare in termini di effettiva attuazione riguardo svolge anche innumerevoli azioni a sostegno tali leggi. degli Stati membri, con l’ausilio di attori so A livello globale, il concetto generale di ciali, attraverso progetti di assistenza tecni “economia sociale e solidale” è stato sancito ca, ricerca, formazione6 e supporto ad hoc. 28 Civic
L’economia sociale ha mostrato il suo ruolo trainante nella transizione verso un’economia verde, confermando di essere un anello fondamentale della rete di protezione europea Le azioni condotte dall’ILO negli ultimi anni dell’economia sociale e solidale. hanno messo in luce la straordinaria diversità Abbiamo bisogno di imprese innovati all’interno dell’economia sociale e solidale e ve per un nuovo paradigma di produzione e la sua attitudine a rispondere a bisogni sociali consumo che, conciliando il bene comune e gli insoddisfatti grazie al suo potenziale di inno interessi privati, porti a un aumento della coe vazione. Le diverse tipologie di imprese sociali sione, base necessaria per un futuro connotato mostrano, ad esempio, una notevole capacità da una maggiore giustizia sociale. nella produzione di servizi di interesse genera le sia attraverso forme più flessibili di contrat tazione sia abbassando i costi di produzione tramite il coinvolgimento di stakeholder e vo lontari. Se, come previsto, dovesse emergere un’importante domanda di lavoro nei settori dei servizi sociali, alla persona e di interesse generale, servizi che finora sono stati forniti in gran parte e in modo informale da famiglie, organizzazioni di volontariato e (parzialmen te e in alcuni Paesi) dal settore pubblico, per prevenire e risolvere le carenze del mercato si renderanno necessari nuovi tipi di formazione e training, oltre a nuove forme organizzative. L’Unità cooperativa dell’ILO7, che quest’anno ha celebrato il centenario, è impegnata nel la costruzione, insieme alle organizzazioni aderenti, di un ecosistema globale che contri buisca a valorizzare e riconoscere le imprese 1 https://moderndiplomacy.eu/2020/05/05/new-normal-better-normal/ 2 https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/publication/wcms_756017.pdf 3 https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/publication/wcms_713897.pdf 4 https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/normativeinstrument/wcms_153273.pdf 5 https://unsse.org/ 6 http://ssecollectivebrain.net/ 7 https://www.ilo.org/global/topics/cooperatives/lang--en/index.htm Fondazione Italia Sociale 29
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