IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC

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IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
I QUADERNI DI FONDAZIONE ITALIA SOCIALE
NUMERO 5 | GENNAIO 2021

IL PIANO DI AZIONE
CHE MANCA
IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
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IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
Editoriale

IL PIANO DI AZIONE
CHE MANCA

                                  Più che una previsione è una constatazione. L’emer-
                            genza da coronavirus sta agendo come un violento fattore
                            di polarizzazione sociale. Se durante la prima ondata - di
                            fronte all’ignoto - è prevalsa una reazione civica che ci ha
                            fatto sentire tutti coinvolti alla stessa maniera, su un’unica
                            barca, oggi l’umore collettivo è di tutt’altro segno. Mentre
                            abbiamo avuto il tempo di metabolizzare la paura per la
                            minaccia sanitaria (anche se certo non è scomparsa), ha
                            preso più forza il timore per le conseguenze che la pan-
                            demia produce sull’economia, sul lavoro, sul benessere
                            materiale di individui e famiglie. Ciò che rende differenti i
                            destini individuali ha preso il sopravvento rispetto a quello
                            che li unisce.
                                  La stessa azione del governo nella seconda ondata
                            ha accentuato le distinzioni: tra regioni per fascia di ri-
                            schio, tra attività economiche per esposizione ai danni,
                            tra lavoratori protetti e non. Il senso di solidarietà dei primi
                            mesi ha lasciato posto all’incertezza per il futuro indivi-
                            duale, accresciuta dall’osservazione che non tutti sono
                            stati colpiti allo stesso modo dalla crisi. Anzi, qualcuno
                            non è stato colpito per nulla, mentre su altri l’impatto è
                            stato devastante. Una frattura ha separato chi può conta-
                            re sulle garanzie di un posto fisso da chi invece su quelle
                            garanzie non può fare affidamento. Un solco ha diviso
                            quanti si sono trovati in settori risparmiati, o addirittura
                            favoriti, dalla crisi rispetto a tutti gli altri. Con l’aggravante
                            che i meccanismi di solidarietà reciproca in questa fase
                            sono stati ben pochi: i fortunati che hanno di più (e ma-
                            gari nell’emergenza hanno visto aumentare ulteriormente

Fondazione Italia Sociale                                                                   3
IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
le risorse a propria disposizione, come indica la crescita
record dei depositi) non si sono curati particolarmente di
chi ha di meno e teme invece di veder peggiorare ancora
di più la propria condizione. Cosa si può fare, quindi, per
evitare che la polarizzazione aumenti ancora fino a diven-
tare ingestibile?
      L’iniezione di risorse pubbliche che arriverà dall’Euro-
pa ha il compito di frenare l’emorragia di posti di lavoro, di
attività economiche, di opportunità di sviluppo, ponendo
le premesse per la ripartenza. Ma è un’illusione sperare
che possa sostenerne interamente l’onere. Gli interventi
finanziati con Next Generation EU non possono andare
solo in misure temporanee, di corto respiro. Servono inve-
stimenti capaci di rigenerare una solida e duratura cresci-
ta economica e sociale, invertendo il processo di divisione
che minaccia la coesione del nostro Paese.
      Tra questi, un ruolo fondamentale può svolgerlo il
potenziamento delle organizzazioni dell’economia sociale.
Ovvero di quella parte di imprese e organizzazioni che
perseguono obiettivi di sviluppo sociale attraverso lo svol-
gimento di attività economiche, con motivazioni che pon-
gono l’interesse generale come condizione della ricerca
del profitto. Non si tratta di un nuovo settore economico:
esiste da tempo, seppure con scarsi riconoscimenti e con
la fama di essere destinato a cause disperate, connesse
esclusivamente alla lotta alla povertà e alla marginalità. In
realtà si tratta invece di un settore in pieno sviluppo, che
genera occupazione di qualità, che soddisfa un numero
crescente di domande rilevanti anche in ambiti diversi da
quelli dell’assistenza sociale ed ha capacità autonoma di
sostenibilità economica.
      Perciò, accogliendo l’indirizzo che viene anche
dall’Europa, è necessario ed urgente un piano per lo svi-
luppo dell’economia sociale. Un piano d’azione strategico,
che sia concepito per favorire gli investimenti e la cre-
scita. Un piano che oggi manca. Al quale - con questo
numero di Civic - vogliamo contribuire.

Enzo Manes
Presidente Fondazione Italia Sociale

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IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
Editoriale    Il piano di azione                     3
              che manca
              Enzo Manes

1. Scenario   Per ricostruire                      10
              l’ethos l’asso nella
              manica è il non profit
              Gianluca Salvatori

              Lettera aperta al                    16
              Presidente del Consiglio

              Il coraggio di scegliere             18
              politiche economiche che
              non lasciano indietro nessuno
              Stanislao Di Piazza

              Verso un piano                       22
              d’azione europeo per
              l’economia sociale
              Nicolas Schmit

              La necessità di promuovere una       26
              normalità migliore
              Guy Ryder

Data          1990-2020: trent’anni                30
              cruciali per il processo di
              costruzione del sistema
              di economia
              sociale in Europa

Intervista    L’economia globale                   34
              deve uscire dalla sua comfort
              zone - Muhammad Yunus
              Teresa Bellemo

              L’economia è per                     38
              necessità sociale - Helen Alford
              Alessia Carli

              La forza di una società unita sta   40
              nel legame - Tiziano Treu
              Matteo Muzio

Scenario      Dare un nome                        44
              alle realtà che mettono
              al centro le persone
              Carlo Borzaga

6                                                 Civic
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Case History                Al centro del                             50
                            “cambio di paradigma”
                            Antonio Calabrò

Intervista                  L’utopia concreta di Adriano Olivetti -   53
                            Beniamino de’ Liguori Carino
                            Serena Scarpello

                            Nuovi attori sul palco                    56
                            dell’economia sociale
                            Alfonso Fasano

2. Lavori
in corso

Collegio dei                Sky Italia S.r.l.                         60
partecipanti                Invitalia S.p.A.

3. Saggio                   Accordi istituzionali                     66
                            oltre i mercati e gli Stati
                            Elinor Ostrom

4. Column

Tra virgolette              Salviamo il capitalismo                   74
                            da sé stesso
                            Joseph E. Stiglitz

Cantiere Italia             Siamo ancora                              76
                            nell’età della pietra
                            Camilla Baresani

Parola                      Utilità                                   78
da salvare                  Federico Baccomo

Fondazione Italia Sociale                                              7
IL PIANO DI AZIONE CHE MANCA - beCIVIC
8   Civic
Scenario
Capitolo 1

Fondazione Italia Sociale          9
Di fronte alle asimmetrie
e alle disuguaglianze
che avvelenano la vita
sociale, noi crediamo
che l’economia sociale
sia una potente idea di
cambiamento. Perché
non riguarda solo
l’organizzazione della vita
economica, ma è molto
più comprensiva.

10                      Civic
Scenario

Per ricostruire
l’ethos l’asso nella
manica è il non profit
Gianluca Salvatori

Per anni abbiamo delegato parte del senso di solidarietà
alle organizzazioni private. Ma con la pandemia è diventato
ancora più evidente quanto le disuguaglianze non solo siano
argomento dello Stato, ma anche dell’economia, che deve
diventare urgentemente più sociale, anche per proteggere il
tessuto democratico

     Nelle situazioni di incertezza radica­        prietà privata e degli interessi individuali, né
le tipiche dei momenti di crisi sono le idee       al servizio di chi vorrebbe utilizzare lo Stato
(più che le istituzioni o le organizzazioni) ad    per imporre i propri valori e far prevalere i
orientare il cambiamento. Di idee, appunto,        propri interessi. L’economia ricusa il tutto­
c’è bisogno per affrontare lo scenario che         mercato così come ricusa il tutto­Stato. Perché
si prospetta dinanzi a noi. Idee in grado di       è al servizio del bene comune».
misurarsi con trasformazioni economiche e               L’economia sociale, oltretutto, non è
sociali che la pandemia ha accelerato, ma cer­     un’idea teorica ancora tutta da collaudare.
tamente non provocato dal nulla. Perché è da       In Italia è un settore che impegna migliaia di
tempo che sperimentiamo gli effetti corrosivi      imprese ed organizzazioni, con centinaia di
dell’aumento delle disuguaglianze, di una di­      migliaia di addetti, che operano con efficacia
stanza crescente tra garantiti e non garantiti,    in molti ambiti, producendo occupazione di
della sfiducia nelle capacità di governare la      qualità e rispondendo a bisogni diffusi. Non
complessità del nostro tempo con le regole         lo strumento congiunturale per interventi di
del secolo scorso. La crisi generata dalla pan­    soccorso alla marginalità o la stampella del
demia - oggi che, dopo il primo lockdown, si       welfare pubblico, ma una scelta strutturale
è consumato il senso di solidarietà che era        di trasformazione, con una visione di lungo
prevalso di fronte alla novità del male igno­      periodo. Un approccio che non opera in via
to - sta solo rendendo più evidenti divisioni      risarcitoria o compensativa con interventi
profonde già all’opera nel corpo della società.    di giustizia sociale, ma mira ad incentivare
     Di fronte alle asimmetrie e alle disugua­     lavoro e mobilità sociale attraverso attività
glianze che avvelenano la vita sociale, noi cre­   economiche sostenibili. Quindi, proprio il
diamo che l’economia sociale sia una potente       tipo di idea che serve a superare questa crisi
idea di cambiamento. Perché non riguarda           prendendola sul serio e non minimizzandone
solo l’organizzazione della vita economica,        la portata.
ma è molto più comprensiva, in quanto ri­               Tra i molti effetti che questa pandemia
flette una concezione resa bene da Jean Ti­        sta provocando, infatti, va segnalata un’in­
role, economista premio Nobel, secondo cui         versione di tendenza rispetto al dibattito
«l’economia non è né al servizio della pro­        su Stato e mercato. L’emergenza economica

Fondazione Italia Sociale                                                                        11
La pandemia ha avuto l’effetto di
riportare in primo piano l’azione
pubblica, ricordandoci che abbiamo
affidato ai nostri governi l’autorità
di spendere centinaia di miliardi per
salvare aziende e posti di lavoro

post-Covid sta minando l’aspirazione delle        cura delle persone meglio (con più efficienza
imprese a scopo di lucro di sostituire lo Stato   ed efficacia) dello Stato. Convinzione che è
nella cura del benessere delle persone. A par­    stata il paradigma prevalente nella cultura
tire soprattutto dalla crisi del 2008, il mondo   economica di questi ultimi decenni. La pan­
economico ha sviluppato una narrativa po­         demia ha avuto l’effetto di riportare in pri­
tente, centrata sulla responsabilità sociale      mo piano l’azione pubblica, ricordandoci che
delle imprese. Le imprese - si è sostenuto -      abbiamo affidato ai nostri governi l’autorità
possono affrontare i temi della sostenibili­      di spendere centinaia di miliardi per salvare
tà ambientale e sociale in modo più efficace      aziende e posti di lavoro, di fermare ogni at­
rispetto alle istituzioni pubbliche. La loro      tività privata, di chiudere le scuole, di conge­
capacità di ottenere risultati può trovare so­    lare la vita sociale e rinchiuderci nelle nostre
luzione alle più grandi sfide del nostro tempo,   case. Tutti compiti per i quali il mercato e le
coniugando le esigenze di profitto con quelle     sue regole non sono adatti.
di impatto sociale. Dal welfare all’istruzione,        C’è però dell’altro. Se è vero infatti che in
dall’inclusione di genere all’innovazione nei     questa situazione le forze di mercato hanno
servizi sociali, l’impegno delle aziende so­      mostrato i loro limiti, e lo Stato e le istituzio­
cialmente responsabili può fare la differenza     ni pubbliche sono tornate a giocare un ruo­
su ogni argomento. Questo è il messaggio che      lo fondamentale, abbiamo però anche visto
i leader riuniti a Davos, gli amministratori      quanto l’efficacia della loro azione dipenda
delegati della Business Roundtable, i leader      dal ruolo delle comunità e della società civi­
delle grandi corporation - impegnati a ride­      le. Guardando alla fase più critica dell’emer­
finire il purpose e l’impact delle loro aziende   genza, non è difficile rendersi conto che le
- hanno cercato di trasmettere negli ultimi       misure prese dalle autorità pubbliche sono
anni.                                             state efficaci non tanto per il timore delle
     Improvvisamente però, con l’emergenza        sanzioni minacciate (il più delle volte inap­
da Covid-19, è tornata in auge la consapevo­      plicabili), ma in generale per un diffuso senso
lezza che ci sono situazioni in cui le imprese    civico che, rispolverato per l’occasione, ci ha
tradizionali, di capitale, non sono in grado      fatto accettare limitazioni alla nostra libertà
di tenere fede alla loro promessa di prendersi    in nome di un bene comune. È prevalso un

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comportamento che ha mediato spontanea­            “riserva di senso”, questo ethos. Non è la sola
mente tra libertà individuale e responsabilità     fonte di senso, naturalmente, ma può svolge­
collettiva. Individuando un punto di conver­       re una funzione critica. Perché, ad esempio,
genza tra l’interesse dei singoli e quello della   può far comprendere che l’impresa non è ne­
comunità, senza il quale l’autorità pubblica       cessariamente uno strumento di estrazione
non potrebbe affermarsi (a meno di ricorrere       di valore a beneficio di pochi, ma può invece
alla coercizione).                                 agire come un meccanismo di cooperazione
     Del resto, conosciamo bene il paradosso       per risolvere problemi collettivi. Perciò l’e­
della democrazia. Da sola non riesce a rige­       conomia sociale è importante. Non solo per
nerare la cultura e i valori che la giustificano   farsi carico di marginalità e povertà, ma per­
e sostengono. Serve un ethos condiviso, che        ché il suo punto di forza è la riconciliazione
definisca ciò che si ha in comune, che unisca      di interesse pubblico e responsabilità privata.
al di là delle divisioni. Occorre una “riserva          Negli ultimi decenni nei nostri Paesi
di senso” cui attingere. Questo è il tema fon­     europei abbiamo promosso con successo lo
damentale che va affrontato per guardare           sviluppo di un’economia di mercato competi­
avanti, perché questo ethos comune è fragile       tiva, basata sui principi liberali della concor­
e sottoposto a una continua erosione. Al di là     renza e del perseguimento del profitto. Oggi,
dai momenti acuti dell’emergenza tendiamo          anche alla luce della situazione evidenziata
a trascurarlo. Anche perché non è mai acqui­       dall’emergenza Covid-19, è fondamentale che
sito per sempre, ma richiede una costante          un altrettanto forte impegno sia dedicato allo
rielaborazione, e non è un impegno banale.         sviluppo di una solida visione dell’economia
Richiede un lavoro di incessante reinvenzione      sociale come componente fondamentale per
senza il quale non c’è alternativa all’aumento     uno sviluppo equo e sostenibile. Favorendo
delle divisioni sociali e dei conflitti, come la   un maggior pluralismo delle forme econo­
tragedia dei forgotten people, politicamente       miche e dei modelli organizzativi. È giunto
devastante, sta lì a ricordarci.                   il momento per l’economia sociale di uscire
     Tornando a Tirole, quando l’economia          dall’ombra e di essere riconosciuta come uno
si mette al servizio del bene comune può           dei pilastri per lo sviluppo delle nostre so­
contribuire a mantenere o ricostruire questa       cietà future, come elemento strutturale del

Fondazione Italia Sociale                                                                       13
modello economico-sociale al quale guardare          in generale dell’attività della Fondazione. In
per uscire da questa faticosa transizione.           altri interventi, documentati nelle nostre
     In Europa, nelle istituzioni comunitarie e      pubblicazioni, abbiamo avanzato proposte
in molti Paesi membri, attualmente è in corso        concrete: dall’attivazione ed introduzione di
una discussione per definire un piano d’azio­        meccanismi innovativi di fundraising su sca­
ne per l’economia sociale. La Commissione            la nazionale per una maggiore mobilitazione
von der Leyen è impegnata a pubblicare un            della ricchezza privata (lotteria filantropica
documento programmatico entro la secon­              e proposta di revisione della legge sulle suc­
da metà del 2021. Sarà un atto politico rile­        cessioni), al supporto alla pubblica ammi­
vante per l’utilizzo del bilancio europeo di         nistrazione per migliorare l’utilizzo delle
coesione. Ma, più ancora, sarà l’indicazione         risorse pubbliche destinate al sociale, anche
che la strategia di uscita della crisi, accanto      valorizzando i nuovi istituti che il nuovo Co­
al green deal e alla digitalizzazione, vede un       dice del Terzo settore mette a disposizione di
terzo componente fondamentale: il pilastro           una “amministrazione condivisa” (progetto
dei diritti sociali.                                 di un fondo unico nazionale per lo sviluppo
     Noi vorremmo che a questo piano di              del Terzo settore e di un centro di competen­
azione europeo l’Italia partecipasse con un          za per fornire consulenza ad enti pubblici e
contributo all’altezza della vivacità e della        non profit), dai progetti culturali per raffor­
varietà del mondo di imprese sociali ed or­          zare un sentire comune sui temi del civismo,
ganizzazioni non profit del nostro Paese. Ma         della responsabilità e dell’impegno sociale, in
il tema oggi è assente dall’agenda politica. È       quanto presupposto indispensabile alla co­
assente dalle politics ed è trascurato nelle po-     esione sociale (piattaforma beCivic) al tema
licies. È assente dai piani di ripresa. È assente,   dell’accesso al credito e agli strumenti finan­
punto. Anche in parte per responsabilità di          ziari secondo criteri in grado di tenere conto
chi nel mondo delle organizzazioni sociali -         della specificità di questo settore, sempre più
a forza di essere costretto in una condizione        underserved perché ignorato nel suo poten­
di minorità - ha finito per adattarsi, magari        ziale economico ed occupazionale.
trovando gratificante contendersi la prima­               Ma quello che soprattutto ci sembra ur­
zia di qualche nicchia. Ma soprattutto perché        gente, ora, è insistere che un piano di azione
nel nostro Paese non si è ancora compiuto il         venga elaborato, ascoltando chi ha un con­
passaggio, in ambito politico, da una visione        tributo da portare. Perché non si tratta della
strumentale e minoritaria del non profit ad          richiesta di una corporazione che si batte per
un approccio strategico e lungimirante.              difendere la propria posizione, ma è un pi­
     La richiesta di far spazio a questo tema        lastro essenziale di un progetto di ripresa e
è al centro di questo numero di Civic, e più         rilancio del Paese.

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Scenario

Lettera aperta al
Presidente del Consiglio
15 giugno 2020

     I cento giorni della pandemia hanno in­       economica si è tenuto conto di questo attore
ferto al corpo della società italiana una ferita   importante della vita nazionale. Proprio per
che si rimarginerà solo con tempo, molte ri­       questo - come operatori, studiosi, cittadini
sorse e nuove energie. Preso singolarmente,        comuni - chiediamo un ulteriore passo, più
nessuno di questi tre elementi è risolutivo.       ambizioso. Serve uscire dalla logica dei sin­
Il tempo, di per sé, può essere sprecato sen­      goli interventi e tracciare una linea di azione
za una visione lungimirante accompagnata           ancorata a riferimenti chiari e dotata di ri­
dagli strumenti per realizzarla. Le risorse,       sorse adeguate a progettare uno sviluppo di
anche se copiose, senza idee per utilizzarle       lunga durata.
strategicamente finiscono disperse in rivoli.           Abbiamo un’occasione, anzi due. In Eu­
E anche le energie rischiano di essere fru­        ropa sta prendendo forma un grande pro­
strate se mancano gli strumenti e il tempo         gramma per dare forza al cosiddetto “pila­
per trasformarle in forza di cambiamento.          stro sociale” dell’Unione, finora trascurato.
     A fronte di questo scenario, ci rivolgia­     Nei prossimi mesi la Commissione Europea,
mo al Presidente del Consiglio dei Ministri        dopo una consultazione ampia, darà luce a
in quanto crediamo che tra le energie indi­        un Action plan per l’economia sociale, de­
spensabili nella fase del rilancio post Co­        terminante per la programmazione comu­
vid-19 quelle del Terzo settore e dell’econo­      nitaria 2021-2027. In quella cornice verran­
mia sociale debbano svolgere un ruolo fon­         no definiti obiettivi, strumenti e risorse per
damentale, in una prospettiva non di breve         rafforzare il contributo del non profit, delle
termine. Non parliamo, solo, di riconoscere        imprese sociali, dell’associazionismo, della
il contributo del Terzo settore nella gestione     filantropia allo sviluppo economico e sociale
dell’emergenza, attraverso i volontari della       europeo. L’Italia deve fare altrettanto: si doti
Protezione civile, le associazioni che hanno       di un Action plan nazionale per tracciare la
curato la distribuzione di viveri e generi di      strategia con cui rendere il Terzo settore e
prima necessità, le cooperative sociali che        l’economia sociale parte integrante del per­
hanno garantito i servizi negli ospedali e         corso di rilancio del Paese. Definisca le linee
molto altro ancora. Parliamo del futuro che        verso cui indirizzare risorse ed energie per
ci aspetta, dei posti di lavoro che andranno a     sfruttare tutto il potenziale che le organizza­
sostituire quelli persi e che potranno essere      zioni non profit e dell’economia sociale pos­
creati nel settore della cura e dell’assistenza,   sono mettere a disposizione dell’interesse
nei servizi educativi e culturali, nella manu­     generale. Lo costruisca con una consultazio­
tenzione del territorio e nella rivitalizzazio­    ne ampia tra tutti coloro che possono por­
ne di centri minori e delle aree marginali,        tare un contributo, come ha deciso di fare la
nello sviluppo di un turismo locale sosteni­       Commissione Europea.
bile e in molti altri ambiti che oggi neppure           La seconda opportunità viene dal pro­
immaginiamo. Parliamo della necessità di           gramma straordinario Next Generation EU
uno sviluppo economico che non neghi i va­         e da tutti gli strumenti che la Commissione
lori sociali, ma, anzi, da questi tragga forza.    europea sta mettendo in campo per affron­
Perché dopo la crisi sanitaria e quella econo­     tare la crisi scatenata da Covid-19. L’indi­
mica, dovremo impegnarci per evitare una           cazione che viene dall’Europa è che queste
crisi sociale dalle conseguenze devastanti.        ingenti risorse servono non solo a far ripar­
     Il Governo non ha trascurato il Terzo         tire l’economia, ma anche ad irrobustire la
settore. Nei provvedimenti per la ripresa          coesione sociale. Ci sono specifiche azioni,

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come REACT-EU, pensate proprio a questo                                 stioni che oggi siamo chiamati ad affrontare
scopo. Quindi, al Presidente del Consiglio                              ha probabilità di essere risolta senza questa
chiediamo che il Piano di azione per il Terzo                           prospettiva. Perciò il contributo del Terzo
settore e l’economia sociale venga finanziato                           settore e dell’economia sociale allo svilup­
con una quota non marginale delle risorse                               po del Paese possono essere decisivi anche
straordinarie ed ordinarie che nei prossimi                             nel futuro post Covid-19. È essenziale, però,
mesi verranno destinate all’Italia.                                     che non resti sotto il suo potenziale o vada
    Serve un allineamento tra tempo, risorse                            disperso in mille frammenti. Perciò servono
ed energie. Serve un’azione di largo respiro e                          un Piano di azione nazionale e gli strumenti
con uno sguardo lungo. Nessuna delle que­                               per realizzarlo.

FIRMATARI
Amendola Adalgiso Università degli Studi di Salerno, Cattedra “Antonio Genovesi” di Economia Civile
Arena Gregorio Presidente Labsus
Argiolas Giuseppe Rettore Istituto Universitario Sophia (Firenze)
Barbetta Gian Paolo Università Cattolica del Sacro Cuore
Bianchi Donatella Presidente WWF Italia
Bobba Luigi Presidente di Terzjus, ex sottosegretario al Ministero del Lavoro
Bonacina Riccardo Fondatore e coordinatore editoriale VITA
Borgomeo Carlo Presidente Fondazione Con il Sud
Borzaga Carlo Presidente Euricse
Bruni Luigino Università di Roma LUMSA
Calderini Mario Politecnico di Milano
Chiappero Martinetti Enrica Università degli Studi di Pavia
Colombo Gherardo Ex magistrato, presidente Casa Editrice Garzanti
Consiglio Stefano Università di Napoli Federico II
Cotturri Giuseppe Università degli Studi di Bari
De Bortoli Ferruccio Presidente Vidas
De Luca Cristina Direttore IPRS
Destefanis Sergio Pietro Università degli Studi di Salerno
Fantozzi Pietro Università della Calabria
Ferrera Maurizio Università degli Studi di Milano
Fici Antonio Università del Molise
Francesca Manolita Università del Salento
Giugni Lilia Centre for Social Innovation, Cambridge Judge Business School
Gori Cristiano Università degli Studi di Trento
Grandori Anna Università Bocconi
Gui Benedetto Istituto Universitario Sophia (Firenze)
Guzzetti Giuseppe Già presidente Fondazione Cariplo, già presidente ACRI
Maffettone Sebastiano Università Luiss Guido Carli
Maino Franca Università degli Studi di Milano, Direttrice del Laboratorio Percorsi di secondo welfare
Manes Vincenzo Presidente Fondazione Italia Sociale
Marocchi Gianfranco Direttore rivista Impresa Sociale, vicedirettore Welforum
Marzocchi Franco Presidente Aiccon
Massari Monica Università degli Studi di Milano
Miniaci Raffaele Università degli Studi di Brescia, presidente Centro Studi Socialis
Morganti Marco Responsabile Impact Gruppo Intesa Sanpaolo
Mosca Michele Università degli Studi di Napoli Federico II
Musella Marco Presidente Iris Network, Università di Napoli Federico II
Negri Zamagni Vera Università degli Studi di Bologna, vicepresidente CEFA
Perali Federico Università degli Studi di Verona
Porcari Serena Presidente Dynamo Academy
Provasi Giancarlo Università degli Studi di Brescia
Razzano Renzo CSV Lazio
Reina Rocco Università della Magna Grecia di Catanzaro
Sacconi Lorenzo Università degli Studi di Milano, direttore EconomEtica
Salvatori Gianluca Segretario generale Euricse, segretario generale Fondazione Italia Sociale
Scalvini Felice Presidente Assifero
Schenkel Marina Università degli Studi di Udine
Sepio Gabriele Segretario generale Terzjus
Trotta Annarita Università della Magna Grecia di Catanzaro
Luigi Vallet Presidente Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta
Venturini Alessandra Università degli Studi di Torino, Ex-vicedirettore Migration Policy Centre
Zamagni Stefano Presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, Università di Bologna

Fondazione Italia Sociale                                                                                         17
Le ingenti risorse
destinate all’Italia,
come nel caso del
Recovery Fund, devono
essere ripartite con un
approccio di sistema
che guardi all’economia
sociale come unica
possibilità di sviluppo
etico e sostenibile. L’agire
dell’economia sociale e
del Terzo settore, per
vocazione e storia, è
caratterizzato da spirito
di servizio, sobrietà
e compostezza.
18                       Civic
Scenario

Il coraggio di
scegliere politiche
economiche che
non lasciano
indietro nessuno
Stanislao Di Piazza

La Presidenza italiana al G20, iniziata il primo dicembre,
si rivelerà tanto più significativa quanto più riuscirà a guidare
un processo virtuoso indirizzato al bene comune e al ridisegno
di un’economia più inclusiva

                                            Dal 1999 il cammino percorso dal con­
                                       fronto delle prime economie del mondo più
                                       l’UE è stato complesso e articolato. Abbiamo
                                       assistito a una prima significativa e proficua
                                       evoluzione del dialogo nella recessione del
                                       2008, con l’obiettivo di creare risposte e pro­
                                       cessi comuni per il superamento della crisi,
                                       che ha segnato l’inizio di una trasformazione
                                       di pensiero economico e sociale. Per primo si
                                       è dato evidenza di come i fondamentali ele­
                                       menti dell’abitare la Terra come nostra casa
                                       comune debbano, imprescindibilmente, esse­
                                       re condivisi da capi di Stato e di governo per
                                       l’elaborazione di azioni unitarie e non con­
                                       trastanti. Linea possibile, questa, attraverso
                                       un nuovo paradigma basato sulla centralità
                                       della persona. In un pensiero circolare, così,
                                       la persona diviene punto di partenza e di ar­
                                       rivo per politiche nuove che condividono il
                                       valore assoluto della sostenibilità. I temi sono
                                       diventati, negli anni, quelli dello sviluppo nel
                                       virtuoso obiettivo di tralasciare il Pil come
                                       unico indicatore che, di fatto, significava sem­
                                       plicemente la crescita di una economia. Per
Sottosegretario
                                       decenni si era dato spazio allo sfruttamento
di Stato per il Lavoro                 di risorse infinite, per produzioni infinite, per
e le Politiche Sociali
del Governo Conte-II                   consumi indotti che non corrispondevano

Fondazione Italia Sociale                                                            19
Gli ultimi anni hanno visto il diritto
italiano protagonista di un profondo
processo innovativo che ha portato alla
stesura del Codice del Terzo settore

alle reali esigenze della persona. Un sistema      essere sostenuto e protetto da strumenti che
che aveva come risultato scatole di indebita­      ne rafforzino e ne potenzino le energie. Ciò
mento, aumento della povertà e del disagio         avverrà a un’unica condizione: che le ingen­
sociale, disuguaglianze sociali. La ricchezza      ti risorse destinate all’Italia, come nel caso
detenuta nelle mani di pochi ed intere popo­       del Recovery Fund, vengano ripartite con un
lazioni private dei diritti fondamentali della     approccio di sistema che guardi all’economia
persona, con veri e propri crimini perpetrati      sociale come unica possibilità di sviluppo eti­
nei confronti delle fasce più fragili, l’infan­    co e sostenibile. L’agire dell’economia sociale
zia e l’adolescenza. Le conseguenze, in que­       e del Terzo settore, per vocazione e storia, è
sto tempo difficile e complesso, sono esplose      caratterizzato da spirito di servizio, sobrietà
senza lasciare più spazio a dubbi su nuove         e compostezza. Valori che vanno messi a pa­
forme dell’agire. Le variabili in considera­       trimonio, alimentati con la coerenza di scelte
zione hanno necessitato di indicatori inno­        e contenuti da parte del Governo italiano. L’I­
vativi. A questi, nell’anno appena trascorso,      talia ha testimoniato come, silenziosamente,
si sono aggiunti ragionamenti sulla pandemia       il mondo del non profit si sia mobilitato in
che ha portato il mondo in uno straordina­         questo tempo difficile e questo agire va ri­
rio scenario di sofferenza. Così si è delineato,   conosciuto, tutelato e premiato. Gli ultimi
in sintesi, il terreno in cui l’Italia muoverà i   anni hanno visto il diritto italiano protago­
suoi passi e in cui ha posto, per il mandato di    nista di un profondo processo innovativo che
Presidenza, come punti essenziali un rinno­        ha portato alla stesura del Codice del Terzo
vato approccio multilaterale, una leadership       settore. Un impianto che ha colmato un vuoto
globale e una concreta cooperazione. Per           normativo e rivolto a realtà che, tra Stato e
tali motivazioni è necessario e fondamenta­        privato, provvedono alla parte più nobile dei
le dotarsi di strumenti efficaci al servizio di    servizi dedicati alla persona. A prescindere
politiche economiche e finanziarie che non         dalle difficoltà dell’iter di questa riforma,
lascino indietro nessuno. Va curato il sistema     dei rallentamenti e delle accelerazioni, tale
sanitario e il tessuto socioeconomico di tutto     azione rappresenta un segno chiaro di uno
il mondo. Sfida che deve passare attraverso un     sguardo rivolto al futuro, declinato sui temi
Action plan europeo dell’economia sociale, in      dell’impatto sociale. La pandemia ha rivelato
armonia con un pari strumento nazionale per        i punti di debolezza di politiche di spending
l’Italia. L’azione di Governo nel 2020 ha ri­      review che, se applicate in contrasto a obietti­
conosciuto il valore dell’economia sociale e       vi di welfare society, generano nuove povertà.
del Terzo settore che, mai come oggi, deve         Indagare questi fenomeni economici oggi ci

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Il piano d’azione per l’economia
sociale riconoscerà ufficialmente
la centralità dell’economia sociale
e farà da guida negli investimenti

permette un cambio di visione, di paradigmi        tura degli scarti. I rischi di mancare a questo
e di processi che, abbandonando le logiche         appuntamento e alle sue sfide non sono po­
della massimizzazione del profitto, la finanza     chi e per questo la Presidenza italiana al G20
speculativa, il ricatto dell’acqua, l’inquina­     si rivelerà tanto più significativa quanto più
mento, la produzione di armi, proiettino l’I­      riuscirà a guidare un processo virtuoso indi­
talia, l’Europa e il mondo verso una definitiva    rizzato al bene comune. Un rinnovato senso
transizione ecologica e digitale. L’economia       di responsabilità affinché gli effetti dolorosi
italiana, costituita da Pmi organizzate in di­     della pandemia vengano curati e, per quanto
stretti industriali, ha caratteristiche diverse    sarà possibile, sanati. Le generazioni future,
nelle singole regioni, così come accade fra gli    già fortemente nel dolore e nello smarrimento
Stati europei. L’economia sociale testimonia       per la perdita delle persone più fragili di fronte
un modello in grado di valorizzare tali diffe­     al virus, come gli anziani, solo se garantite nei
renze e farle divenire elementi generativi di      loro diritti imprescindibili potranno sostenere
sviluppo sostenibile. Nel prossimo futuro ciò      questa difficile eredità. Gli strumenti dovran­
significherà attivare investimenti e concen­       no essere il risultato di una coprogettazione
trare energie in aree come salute, agricoltura,    tra il Governo e tutti i portatori di interesse,
pesca, servizi sociali e, più in generale, inno­   in considerazione che l’economia sociale non
vazione, mettendo la tecnologia al servizio        è, di certo, al suo debutto. È, al contrario, una
del benessere della persona. Non si dovran­        realtà consolidata e trasversale che, meglio di
no formare dei super esperti ma “capacita­         qualsiasi osservatore, ha la capacità di fotogra­
re” tutte le persone in maniera che ciascuno       fare i bisogni di comunità e territori ed operare
abbia pari opportunità. Il piano d’azione per      tempestivamente ed efficacemente innescan­
l’economia sociale avrà più di una valenza.        do processi. L’economia sociale letta ed inter­
Riconoscerà ufficialmente la centralità dell’e­    pretata come spazio di coesione ed inclusione
conomia sociale e farà da guida negli inve­        nazionale ed internazionale, potrà concorrere
stimenti dei fondi già stanziati perché non si     al ruolo della presidenza dell’attuale G20 e per
creino sacche di dispersione. Permetterà di        gli obiettivi del Bilancio europeo 2021-2027.
agire in sinergia con l’Action plan europeo in     Attraverso la reciprocità si potranno coniugare
un contesto internazionale da cui l’economia       la dimensione economico-imprenditoriale con
sociale potrà trarre vantaggi e benefici quali     quella sociale. Questa sarà l’unica via possibile
un ruolo da protagonista nelle politiche del       per progettare una nuova economia giusta, so­
mercato comune, del lavoro, dei beni e servizi     stenibile ed in armonia con la vita di ciascuna
accessibili a ciascuna persona contro la cul­      persona.

Fondazione Italia Sociale                                                                         21
Per poter trarre tutti
i benefici dell’economia
sociale, è essenziale agire
con convinzione a tutti
i livelli, incluso quello
europeo. Questo è ciò
su cui la Commissione
Europea sta lavorando
attualmente, consultando
tutte le parti interessate
per sviluppare il piano
d’azione per l’economia
sociale la cui adozione
è prevista per la fine
del 2021.

22                      Civic
Scenario

Verso un piano
d’azione europeo per
l’economia sociale
Nicolas Schmit

La Commissione Europea sta preparando un piano d’azione
per l’economia sociale, da avviare nel 2021. Il piano sarà
destinato a sostenere le organizzazioni dell’economia sociale,
a migliorare gli investimenti sociali, ad innovare e a creare posti
di lavoro, con l’obiettivo di garantire che la trasformazione
verde e digitale non lasci indietro nessuno

Commissario europeo per                            Dobbiamo quindi lavorare per preservare i
il Lavoro e i Diritti sociali
                                                   posti di lavoro, per combattere la povertà e
                                                   favorire l’inclusione sociale e per costruire
                                                   sistemi di protezione sociale più inclusivi e
                                                   resilienti. Oltre ad affrontare le conseguenze
      La comunicazione della Commissio­            immediate della crisi, è chiaro che è necessa­
ne Europea, “Un’Europa sociale forte per           rio un profondo cambiamento delle nostre
transizioni giuste”1, pubblicata poco prima        società verso un modello più sostenibile, sia
dell’inizio della pandemia di Covid-19, ha         dal punto di vista ambientale che sociale. In
richiamato l’attenzione sul fatto che stiamo       questo senso, le organizzazioni dell’economia
assistendo a un momento di grandi cambia­          sociale possono indicare la strada da seguire,
menti. Il cambiamento climatico e il degrado       grazie al loro impegno a mettere le persone
ambientale richiedono adattamenti urgenti          al primo posto.
della nostra economia, industria e stile di             Questo impegno per l’impatto sociale ed
vita. Anche l’intelligenza artificiale, la robo­   ambientale, assieme a un modello organiz­
tica e le altre nuove tecnologie li cambieranno    zativo caratterizzato dalla collaborazione e
profondamente. La sfida non è solo econo­          partecipazione di tutti i soggetti interessati,
mica, ma riguarda anche la difesa dei valori       spiega perché l’economia sociale sia in grado
dell’UE. Sebbene producano opportunità, i          di riprendersi in tempi di crisi. Sebbene le
mutamenti tecnologici e la transizione ener­       imprese sociali siano piccole e non contino
getica non saranno sufficienti da soli a colma­    sempre su flussi di reddito costanti, duran­
re il divario tra ricchi e poveri e ad eliminare   te la pandemia molte di loro hanno contri­
le disuguaglianze. In più occasioni, la presi­     buito direttamente ad affrontare la crisi, ad
dente della Commissione Europea, Ursula            esempio producendo attrezzature sanitarie,
von der Leyen, ha ribadito che queste transi­      fornendo altri servizi essenziali alle perso­
zioni non devono «lasciare indietro nessuno».      ne più vulnerabili. Tuttavia, molte altre or­
      La pandemia di Covid-19, con le sue          ganizzazioni hanno dovuto sospendere le
significative ripercussioni economiche e           loro attività. Ciò ha un costo sociale molto
sociali, ha esacerbato le disuguaglianze.          elevato, dato il ruolo che l’economia sociale

Fondazione Italia Sociale                                                                      23
ha nel promuovere la coesione sociale e nel        nomia sociale, è essenziale agire con convin­
colmare le lacune nell’erogazione di servizi       zione a tutti i livelli, incluso quello europeo.
di assistenza sociale e di interesse generale.     Questo è ciò su cui la Commissione Europea
     Diverse iniziative recenti della Commis­      sta lavorando in questo momento, consultan­
sione, come il piano d’azione per l’economia       do tutte le parti interessate per sviluppare il
circolare2, l’agenda europea per le competen­      piano d’azione per l’economia sociale che la
ze3 e la strategia “Ondata di ristrutturazio­      Presidente von der Leyen mi ha affidato. L’a­
ni”4, hanno fatto riferimento al potenziale        dozione è prevista per la fine del 2021 e at­
dell’economia sociale. Infatti, molte imprese      tualmente stiamo raccogliendo informazioni
sociali sono attive nell’economia circolare,       sulle esigenze e le sfide delle organizzazioni
forniscono energia a prezzi accessibili ai più     dell’economia sociale e delle imprese sociali.
vulnerabili, contribuendo in questo modo ad        Uno studio è in corso per valutare l’impatto
attutire gli shock economici, aiutano le perso­    delle azioni messe in atto in seguito all’Ini­
ne a riqualificarsi e migliorano le prospettive    ziativa per l’imprenditoria sociale, adottata
di occupazione per chi è lontano dal mercato       dalla Commissione nel 2011. I risultati pre­
del lavoro. Infine, non dobbiamo tralasciare il    liminari mostrano che l’ecosistema delle im­
contributo che l’economia sociale può offrire      prese sociali si è sviluppato molto nell’ultimo
nella ripresa dalla crisi che stiamo attraver­     decennio. Tuttavia, lo studio indica la perma­
sando. La loro presenza a livello locale, i loro   nenza di alcuni ostacoli.
modelli organizzativi e la propensione verso            Un ostacolo importante è legato alla
l’innovazione consentono di identificare ra­       mancanza di consapevolezza e riconosci­
pidamente le esigenze della comunità e di of­      mento dei modelli di business dell’economia
frire soluzioni adeguate. Inoltre, l’economia      sociale. La Commissione ha recentemente
sociale contribuisce ad attuare i principi del     realizzato una mappatura delle imprese so­
pilastro europeo dei diritti sociali, che è la     ciali e dei loro ecosistemi in Europa6. Questo
nostra bussola per una ripresa equa, inclusi­      studio mostra che, pur essendo presenti in
va e sostenibile. La Commissione Europea ha        tutti i Paesi mappati, le imprese sociali go­
messo a disposizione un piano per la ripresa5      dono di diversi gradi di riconoscimento pub­
senza precedenti e sta incoraggiando gli Stati     blico e privato, politico e giuridico. L’Italia,
membri ad includere l’economia sociale nei         la Francia e il Belgio hanno alcuni degli eco­
loro piani nazionali.                              sistemi più avanzati in Europa, grazie a una
     Per poter trarre tutti i benefici dell’eco­   lunga tradizione cooperativa o associativa e a

24                                                                                           Civic
un sistema giuridico specifico per le imprese                                   promuoverlo. Per esempio, la Banca Europea
sociali. Un numero significativo di imprese                                     per gli Investimenti fa spesso ricorso a titoli
sociali operano e si sviluppano anche in Paesi                                  a impatto sociale - i Social Impact Bond. Chi
come l’Austria, l’Estonia, la Germania, i Paesi                                 investe in questi titoli riceve dei profitti e, allo
Bassi e la Svezia, nonostante questi non ab­                                    stesso tempo, genera impatto sociale. Dob­
biano introdotto una legislazione specifica. In                                 biamo rafforzare l’economia di scala dell’eco­
molti Paesi dove manca un quadro politico o                                     nomia sociale. Intendiamo perseguire questo
giuridico, il concetto di impresa sociale non è                                 obiettivo sia attraverso il nostro piano d’azio­
ben conosciuto e compreso. Questo compor­                                       ne, sia attraverso il fondo Invest-EU e la sua
ta una serie di difficoltà per le imprese sociali,                              specifica finestra dedicata agli investimenti
come ad esempio un accesso più difficile ai                                     sociali. Gli Stati membri possono anche uti­
finanziamenti e agli appalti pubblici. Infine,                                  lizzare le riforme e gli investimenti previsti
resta ancora un buon margine per migliorare                                     per i fondi della Recovery and Resilience Faci-
l’appetito per l’imprenditorialità sociale tra                                  lity per sostenere l’economia sociale.
i giovani, fornendo loro giuste competenze                                           Queste sono solo alcune delle sfide che
ed istruzione.                                                                  abbiamo raccolto finora. Nei prossimi mesi
     La difficoltà ad accedere a fonti di fi­                                   la Commissione lavorerà sulla definizione di
nanziamento spesso costituisce un punto di                                      azioni concrete per affrontare questi ostaco­
debolezza per l’economia sociale, e in par­                                     li e garantire che il potenziale dell’economia
ticolare per le nuove imprese che faticano a                                    sociale possa essere sfruttato pienamente.
trovare i giusti canali di finanziamento. Dob­                                  Nel rispetto del principio di sussidiarietà,
biamo rafforzare l’accesso ai finanziamenti                                     per alcune di queste azioni conteremo sul so­
per i soggetti dell’economia sociale. Esiste un                                 stegno di attori e autorità a livello nazionale,
mercato per questo e le banche cominciano a                                     regionale e locale.

1
    https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52020DC0014
2
    https://ec.europa.eu/environment/circular-economy/pdf/new_circular_economy_action_plan.pdf
3
    https://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=22832&langId=en
4
    https://ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/eu_renovation_wave_strategy.pdf
5
    https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/recovery-coronavirus/recovery-and-resilience-facility_en
6
    https://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=738&langId=en&pubId=8274

Fondazione Italia Sociale                                                                                                       25
Scenario

La necessità di
promuovere una
normalità migliore
Guy Ryder

Il Piano d’azione europeo per l’economia sociale è una grande
occasione per dimostrare che la ripresa economica e il sistema
globale possono essere davvero non solo a misura d’uomo ma
anche sostenibili per il pianeta

Direttore Generale dell’ILO                        guadagnarsi da vivere. In questo contesto c’è
– International Labour
Organization, agenzia delle                        un forte rischio che le disuguaglianze preesi­
Nazioni Unite
                                                   stenti vengano esacerbate e aggravino l’insta­
                                                   bilità sociale. Con il diffondersi della pande­
                                                   mia e della crisi occupazionale la necessità di
                                                   proteggere i soggetti più vulnerabili diventa
                                                   ancora più pressante. Perciò l’ILO ha chiesto
                                                   misure urgenti, mirate e flessibili per sostenere
     In un mio recente articolo1, riflettevo su    i lavoratori e le aziende, soprattutto le imprese
come si possa definire la “normalità migliore”     più piccole, i lavoratori informali e altri grup­
che dovrà costituire l’eredità duratura lascia­    pi vulnerabili2. Gli interventi politici devono
taci dell’emergenza sanitaria globale del 2020.    essere attuati su una scala corrispondente
     Con oltre 56 milioni di casi, circa 1,3       all’entità del dissesto del mercato del lavoro
milioni di vittime del virus a livello globale e   e volti a fornire il massimo sostegno possibi­
l’attesa perdita dell’equivalente di 495 milioni   le ai gruppi maggiormente vulnerabili e più
di posti di lavoro in tutto il mondo entro fine    duramente colpiti, in particolare i migranti,
anno, la posta in gioco non è mai stata così       le donne, i giovani e i lavoratori informali. È
alta. L’attuale crisi ha aumentato il grado di     cruciale rilanciare il dialogo sociale come mec­
incertezza a livello economico e lavorativo.       canismo per identificare le misure in grado di
Le persone, donne e uomini, imprenditori e         far fronte alla crisi. Proprio come all’epoca
lavoratori, vedono la propria vita, famiglia,      della fondazione dell’ILO, i difficili tempi at­
occupazione o impresa in pericolo. Non tutti       tuali richiedono solidarietà per rispondere alla
sono colpiti allo stesso modo. Dei 2 miliardi di   crisi, rafforzare la capacità di reazione e rico­
persone che lavorano nell’economia informale       struire in modo migliore. Anche se chiaramen­
in tutto il mondo (su una forza lavoro globale     te è prioritario dare una risposta umanitaria
di 3,3 miliardi), 1,6 miliardi hanno visto gra­    immediata, non possiamo perdere di vista le
vemente pregiudicata la propria capacità di        radici della crisi e la conseguente necessità di

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ricostruire società più resistenti, rafforzando     improntare tutte le politiche europee. Von der
il nostro contratto sociale, fortemente basato      Leyen ha commissionato un ambizioso Piano
sulla partecipazione dei singoli cittadini alle     d’azione per l’economia sociale, che sarà ap­
decisioni che incidono sulla loro vita.             provato entro la fine del 2021. Tale piano è sta­
     Oggi, come in tutti i tempi di crisi, questo   to presentato dal commissario europeo per il
appello alla partecipazione e alla democratiz­      lavoro, Nicolas Schmit, come un elemento cru­
zazione è più importante che mai. Dobbiamo          ciale nella strategia di ripresa a lungo termine
ripensare anche al modo in cui forgiamo la no­      dell’UE, al fine di integrare l’economia sociale
stra economia e al ruolo del settore privato,       nelle politiche socio-economiche dell’Unione,
che è chiamato, insieme al settore pubblico, a      oltre che per contribuire al raggiungimento
partecipare alla transizione verso un modello       degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il Pia­
di sviluppo più sostenibile ed inclusivo. È in­     no d’azione europeo per l’economia sociale
dispensabile un profondo processo di trasfor­       (2021-2026) potrebbe essere l’esempio di una
mazione sociale che ci consenta di rispondere       strategia che si propone di uscire dalla crisi
non solo ai bisogni attuali ma anche alla neces­    mettendo l’occupazione e l’economia a misu­
sità di cambiamenti in direzione di una mag­        ra d’uomo al centro del programma di ripresa
giore attenzione agli esseri umani e al pianeta.    a lungo termine, adattando su base locale e
     L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sosteni­         rendendo operativa l’agenda di cambiamenti
bile sottolineava l’importanza di politiche di      verso uno sviluppo più inclusivo e sostenibile.
sviluppo integrate e della promozione di par­            In Europa, secondo le stime del Comitato
tenariati pubblico-privato, in cui il dialogo       economico e sociale europeo, oltre 2,8 milioni
sociale fosse un elemento chiave nella costru­      di imprese e organizzazioni rientrano nell’e­
zione e nella programmazione congiunte delle        conomia sociale, con una forza lavoro di oltre
strategie necessarie. Durante il suo discorso       19,1 milioni di persone occupate in imprese so­
inaugurale nel novembre 2019, la presidente         ciali. Corrispondono a più di 13,6 milioni di
della Commissione europea, Ursula von der           posti di lavoro retribuiti: circa il 6,3% della po­
Leyen, ha sottolineato che l’Agenda 2030 deve       polazione attiva dell’UE a 28. Queste imprese,

Fondazione Italia Sociale                                                                           27
Dobbiamo rafforzare il nostro
contratto sociale, fortemente basato
sulla partecipazione dei singoli cittadini
alle decisioni che incidono sulla
loro vita

aventi forme giuridiche diverse e operanti in        dall’ILO in diverse occasioni importanti. Nel
settori che spaziano, escludendo quello agri­        2019, anno del proprio centenario, l’organiz­
colo e bancario, dall’inclusione sociale al lavo­    zazione ha adottato all’unanimità la Dichia-
ro ai servizi alla persona, contano più di 82,8      razione per il futuro del lavoro3, affermando
milioni di volontari, equivalenti a 5 milioni e      la necessità di «sostenere il ruolo del settore
mezzo di lavoratori a tempo pieno.                   privato quale fonte primaria di crescita eco­
      L’economia sociale ha mostrato il suo ruo­     nomica e creazione di lavoro, promuovendo
lo trainante nella transizione verso un’econo­       un ambiente favorevole all’imprenditorialità e
mia verde e il suo contributo al benessere della     alle imprese sostenibili, con particolare riferi­
popolazione, confermando, come dimostrato            mento a micro, piccole e medie imprese, come
durante l’attuale crisi, di essere un anello fon­    pure alle cooperative e all’economia sociale e
damentale della rete di protezione europea.          solidale, al fine di generare lavoro dignitoso,
Inoltre, dopo la crisi del 2008, l’economia so­      occupazione produttiva e livelli di vita miglio­
ciale ha contribuito alla creazione di posti di      ri per tutti». Nel 2002, la raccomandazione
lavoro e al mantenimento di quelli esistenti.        dell’ILO numero 193 sulla promozione delle
Belgio, Francia, Italia e Spagna sono esempi         cooperative asseriva: «Una società equilibrata
di Paesi in cui l’economia sociale, nel periodo      necessita4 dell’esistenza di un settore pubblico
successivo alla grave crisi del 2008, ha svolto      e di un settore privato forti, come pure di un
un ruolo anticiclico, dando prova di notevole        forte settore cooperativo, mutualistico, e di
resilienza.                                          altre organizzazioni sociali e non governative».
      Restando nel quadro europeo, negli ultimi           Nel 2013 l’ILO, insieme ad altre istituzioni
anni diversi Paesi hanno focalizzato l’atten­        dell’Onu, ha fondato la Task Force inter-agen­
zione sull’economia sociale. In Spagna (2011),       zia delle Nazioni Unite sull’economia sociale e
Grecia (2011 e 2016), Portogallo (2013), Francia     solidale5 (Untfsse), che attualmente presiede.
(2014) e Romania (2016) sono state promulgate        Questo gruppo di lavoro, composto da oltre
leggi apposite. Inoltre Italia e Spagna hanno        30 organizzazioni, comprese agenzie dell’O­
varato nuove leggi per tipi specifici di imprese     nu e istituzioni della società civile, promuove
operanti nell’ambito dell’Ess (Economia socia­       attivamente l’economia sociale e solidale, co­
le e solidale: enti del Terzo settore, cooperative   ordinando azioni a livello globale per favorire
sociali ecc.). Tuttavia, resta ancora molto da       il suo riconoscimento e la sua visibilità. L’ILO
fare in termini di effettiva attuazione riguardo     svolge anche innumerevoli azioni a sostegno
tali leggi.                                          degli Stati membri, con l’ausilio di attori so­
      A livello globale, il concetto generale di     ciali, attraverso progetti di assistenza tecni­
“economia sociale e solidale” è stato sancito        ca, ricerca, formazione6 e supporto ad hoc.

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L’economia sociale ha mostrato il suo
ruolo trainante nella transizione verso
un’economia verde, confermando di
essere un anello fondamentale della
rete di protezione europea

Le azioni condotte dall’ILO negli ultimi anni                              dell’economia sociale e solidale.
hanno messo in luce la straordinaria diversità                                  Abbiamo bisogno di imprese innovati­
all’interno dell’economia sociale e solidale e                             ve per un nuovo paradigma di produzione e
la sua attitudine a rispondere a bisogni sociali                           consumo che, conciliando il bene comune e gli
insoddisfatti grazie al suo potenziale di inno­                            interessi privati, porti a un aumento della coe­
vazione. Le diverse tipologie di imprese sociali                           sione, base necessaria per un futuro connotato
mostrano, ad esempio, una notevole capacità                                da una maggiore giustizia sociale.
nella produzione di servizi di interesse genera­
le sia attraverso forme più flessibili di contrat­
tazione sia abbassando i costi di produzione
tramite il coinvolgimento di stakeholder e vo­
lontari. Se, come previsto, dovesse emergere
un’importante domanda di lavoro nei settori
dei servizi sociali, alla persona e di interesse
generale, servizi che finora sono stati forniti
in gran parte e in modo informale da famiglie,
organizzazioni di volontariato e (parzialmen­
te e in alcuni Paesi) dal settore pubblico, per
prevenire e risolvere le carenze del mercato si
renderanno necessari nuovi tipi di formazione
e training, oltre a nuove forme organizzative.
L’Unità cooperativa dell’ILO7, che quest’anno
ha celebrato il centenario, è impegnata nel­
la costruzione, insieme alle organizzazioni
aderenti, di un ecosistema globale che contri­
buisca a valorizzare e riconoscere le imprese

1
    https://moderndiplomacy.eu/2020/05/05/new-normal-better-normal/
2
    https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/publication/wcms_756017.pdf
3
    https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/publication/wcms_713897.pdf
4
    https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---europe/---ro-geneva/---ilo-rome/documents/normativeinstrument/wcms_153273.pdf
5
    https://unsse.org/
6
    http://ssecollectivebrain.net/
7
    https://www.ilo.org/global/topics/cooperatives/lang--en/index.htm

Fondazione Italia Sociale                                                                                                       29
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