Il Grand Tour da Montaigne a Heine

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Il Grand Tour da Montaigne a Heine

     Grand Tour è locuzione francese codificatasi in ambito           Roma, o accanto alla Santa Casa di Loreto, si stagliano con
linguistico inglese; venne usata per la prima volta nel 1636 per      sempre maggior nitidezza altre mirabilia: l’arena di Verona, le
il viaggio in Francia di Lord Granborne. La si trova quindi           rovine di Roma antica, ma anche la Villa d’Este di Tivoli, gli
sotto la penna di Richard Lassels nel Voyage of Italy: or a Com-      edifici palladiani di Vicenza e di Venezia, i grandi palazzi fio-
pleat Journey Through Italy (1670), e da allora sino alla fine del    rentini e romani, le collezioni d’arte e le biblioteche che sin
Settecento designò il viaggio di formazione intrapreso dal fior       dal Cinquecento aprivano le loro porte a personalità di rango.
fiore dell’aristocrazia e dell’intellighenzia europea – segnata-      Per un’élite aristocratica di colti, se non per umili masse di
mente inglese, francese e tedesca – attraverso la Francia e, so-      pellegrini cattolici, il viaggio in Italia diventa laico ed erudi-
prattutto, l’Italia.                                                  to. Con alcune variazioni di percorso a seconda della prove-
     Il Grand Tour ha una sua precisa periodizzazione, una sua        nienza dei viaggiatori, dalla Germania o dalla Francia, si codi-
non meno precisa topografia e altrettanto codificate scansio-         fica una nuova mappa che contempla alcune tappe obbligate.
ni temporali. L’Italia era stata a lungo, su tutto l’arco del Me-          L’Italia del Grand Tour si configura come una piramide
dioevo, meta di ferventi pellegrinaggi. Cristiani di tutta Eu-        rovesciata che culmina a Napoli, e la cui spina dorsale è costi-
ropa (i «romei») confluivano a Roma per visitare i luoghi sa-         tuita dalla direttrice Firenze-Roma-Napoli. Arrivando da
cri. Schiere di scolari varcavano le Alpi per studiare negli ate-     ovest, i francesi e gli inglesi generalmente raggiungono Firen-
nei di Bologna, di Padova o Pavia. Una prima cesura è segna-          ze passando da Genova, Livorno e Pisa, oppure da Milano e
ta, nell’inverno 1510-11, dal viaggio di Martin Lutero, col qua-      Bologna, e si fermano a Venezia alla fine del periplo. I tede-
le Roma cambia improvvisamente segno, rivelandosi non già             schi invece, entrando in Italia più a est (dal Brennero), inizia-
culla della cristianità ma centro dell’apostasia. Con le sue No-      no l’itinerario con la visita di Verona, Padova e Venezia (e
vantacinque tesi rese pubbliche a Wittenberg il 31 ottobre 1517       spesso anche di Mantova). La via del ritorno conduce da Na-
– affisse sulla porta della chiesa del castello (Schloßkirche), se-   poli nuovamente a Roma, dove pertanto la stragrande maggio-
condo la tradizione – il monaco tedesco innescò una svolta            ranza dei viaggiatori soggiorna due volte. Da Roma si può ri-
epocale nella storia dell’Europa moderna che ebbe conse-              salire verso Firenze, oppure (con tappe a Terni, Spoleto e Foli-
guenze decisive anche per la storia del viaggio in Italia.            gno) biforcare verso Loreto e risalire lo stivale lungo la costa
     Ben presto, non saranno più motivazioni eminentemente            adriatica, fermandosi ad Ancona, Urbino, Rimini, San Ma-
religiose o accademiche a spingere gli europei a percorrere la        rino, Ferrara. Mancano – si sarà notato – località a sud di Na-
penisola. Di lì a qualche anno, nel 1559, il trattato di Cateau-      poli: fino alla seconda metà del Settecento l’Italia finisce con
Cambrésis concluso tra la Francia e la Spagna segnerà per qua-        l’antica Partenope, e «tutto il resto è Africa», come dirà anco-
si due secoli e mezzo la fine di una lunga e tormentata èra di        ra nel 1806 Augustin-François Creuzé de Lesser nel suo Voya-
spedizioni militari: i conflitti fra le grandi potenze europee si     ge en Italie et en Sicile en 1801 et 1802. Centro e fulcro è Ro-
dislocano a nord delle Alpi e l’Italia può diventare lo spazio        ma, «unica città comune e universale» (Montaigne), «capita-
privilegiato di viaggi di formazione, pur subendo ancora, spo-        le del mondo» (Goethe), ma anche città d’oltretomba (Cha-
radicamente, disastrosi saccheggi (come quello perpetrato dal-        teaubriand), e quindi scenario privilegiato di rêveries sia clas-
le truppe imperiali ai danni di Mantova, nel 1630, durante la         siche che romantiche.
guerra del Monferrato). Nello stesso torno d’anni, con lo svi-             Per quanto riguarda il calendario dei viaggi, si arriva in
luppo delle più importanti università europee – in particolare        Italia a settembre, a Firenze ad ottobre, a Roma a novembre;
nei paesi di religione riformata – l’Italia perde il monopolio        il primo soggiorno romano si protrae, con escursioni ai colli e
del sapere universitario. I santuari della cattolicità restano tap-   nell’Agro romano, fino a Pasqua; si prosegue poi per Napoli,
pe ineludibili del viaggio, ma vengono guardati con un altro          dove ci si sofferma fino a giugno (per ascendere il Vesuvio e
occhio, critico se non scientifico (proto-etnologico); e accan-       visitare, a partire da metà Settecento, Pompei ed Ercolano);
to alle basiliche di Sant’Antonio a Padova e di San Pietro a          dopo il secondo soggiorno romano, si risale la penisola durante
Il Grand Tour da Montaigne a Heine                                                           717

                                                                      [Monaco di Baviera]

                                                                    Innsbruck

                                                                     Bressanone
                                                                   Bolzano

                                                                 Trento

                                                                Vicenza
                                  Milano         Verona
                                                                             Venezia
                                                            Padova

                  Torino       Pavia       Piacenza
                                                          Ferrara

                                                       Bologna

                                                  Lucca
                                                                Firenze
                                                                                            Ancona
                                                Pisa
                                                                                Urbino       Loreto
                                                        Siena
                                                                      Foligno

                                                                                  Spoleto

                                                                                Narni

                                                                                 Tivoli
                                                                              Roma
                                                                              Ostia

Figura 1. Michel Eyquem de Montaigne (22 giugno 1580 - 30 novembre 1581).

l’autunno e si arriva a Venezia nel febbraio successivo, prima                     Italienische Reise di Goethe (1816-17), come a fissare nella me-
di tornare a nord. Sono ovviamente possibili tabelle di mar-                       moria europea un patrimonio perduto per sempre.
cia più serrate, in modo da ridurre il viaggio all’arco (minimo)                        Perché partire? Molti si mettono in viaggio per comple-
di un anno.                                                                        tare la propria formazione. Ma c’è chi parte per scappare. Il
     Se il terminus post quem coincide col trattato di Cateau-                     signore di Montaigne, Michel Eyquem, autore degli Essais, la-
Cambrésis, il terminus ad quem è costituito dalla campagna d’Ita-                  sciò il suo castello presso Bordeaux il 22 giugno 1580, seguen-
lia avviata da Napoleone nel 1796-97, che segna – come ben                         do un tortuoso itinerario che lo condusse a traversare la Fran-
intuirono Stendhal nella Chartreuse de Parme e Ippolito Nievo                      cia settentrionale e la Germania meridionale prima di scon-
nelle Confessioni d’un italiano – la fine dell’ancien régime nel-                  finare in Italia (fig. 1). La Francia era dilaniata dalle guerre
l’Italia centro-settentrionale: il Grand Tour finisce con il tra-                  di religione, e al desiderio di conoscere altri paesi si mischia-
monto improvviso della forma di vita aristocratica che ne ave-                     va, come annota il segretario redattore della prima parte del
va legittimato l’eccentrico ma pianificato svagamento, non-                        diario, «un po’ di passione del disprezzo del proprio paese,
ché con la dispersione di ciò che Goethe chiamò il «corpo ar-                      che aveva in odio e in uggia per altre considerazioni». Anche
tistico» (Kunstkörper) dell’Italia. Allo scadere della rapinosa                    Goethe scappa oltralpe, abbandonando segretamente, il 3 set-
epopea napoleonica, vennero alla luce alcune tra le maggiori                       tembre 1786, i bagni termali di Karlsbad, in Boemia: non per
testimonianze di quell’irripetibile stagione, prima fra tutte la                   fuggire da guerre civili, ma cercando un esito all’impasse nel-
718                                                                  L’età di Milano

   [Ginevra]

                                                                  Vicenza

                                                         Verona              Venezia
                              Milano

                                                           Ferrara
                           Genova
                                                     Bologna

                                                 Lucca
         Nizza
                                                                  Firenze
                                             Pisa

                                       Livorno
                                                          Siena

                                                                            Roma

                                                                                                   Napoli

Figura 2. John Milton (maggio 1638 - agosto 1639).

la quale sentiva di essersi ingolfato con l’aver intrapreso, al                         Come viaggiare? Il poeta inglese John Milton, che intra-
servizio del duca di Sachsen-Weimar, una febbrile attività am-                     prende il Grand Tour fra il maggio del 1638 e l’agosto dell’an-
ministrativa che intralciava lo sviluppo della sua opera lette-                    no successivo (fig. 2), sottolinea con fierezza la peculiarità del-
raria. In questi due casi, altamente significativi, il viaggio in                  la sua iniziativa, esibendo la propria qualità e la propria fede:
Italia scaturisce da una forte sensazione di disagio, che si espri-                Milton infatti non era un nobile (costituisce quindi l’esempio,
me – letteralmente e metaforicamente – in patologie mediche:                       assai raro in quei tempi, di un viaggiatore borghese), né era
Montaigne è tormentato dal mal della pietra e si fermerà in                        cattolico bensí protestante (come Goethe, del resto). La bal-
svariati luoghi di cura, primi fra tutti i Bagni di Lucca, inven-                  danza con la quale manifestò le proprie convinzioni, anche in
tariandone meticolosamente le proprietà terapeutiche. Goethe                       ambienti ecclesiastici, non mancò di impensierire i suoi ami-
confessa di aver sofferto per anni di una strana malattia che                      ci italiani, tra i quali, a Firenze, Jacopo Gaddi, Carlo Dati e
gli impediva, pena orrendi dolori, di «guardare un qualsivo-                       Antonio Francini, e a Roma Giovan Battista Manso, già ami-
glia autore latino, di considerare qualsiasi cosa rinnovasse in                    co e poi biografo di Torquato Tasso. A Firenze, o meglio ad
[lui] l’immagine dell’Italia». Già gli inglesi di età elisabettia-                 Arcetri, nella tarda estate del 1638, Milton rende visita a Ga-
na consideravano il viaggio in Italia come una medicina per                        lileo, da anni agli arresti domiciliari, come ricorderà nel suo
guarire la malinconia: un viaggio, dunque, taumaturgico e te-                      Paradise Lost (I, 287-91) e soprattutto nell’Areopagitica: «È là
rapeutico.                                                                         che trovai e visitai il celebre Galileo, invecchiato, prigionie-
Il Grand Tour da Montaigne a Heine                                                            719

                                                                               [Monaco di Baviera]                       [Vienna]
                                                               Innsbruck
                                                                                                                  Graz

                                                                            Trento
                              Lago Maggiore                 Rovereto
                                                                            Vicenza
                                                            Verona
                          Novara
                                                                                          Venezia
                                        Milano                          Padova
               Torino
                                                                     Mantova
                                                    Parma
                        Alessandria
                                      Genova
                                                           Modena            Bologna
                       Savona             Portofino
                      Vado
                 Spotorno
                    Noli                                                            Rimini
                                      Portovenere           Lucca        Cesena
                         Finale                                    Firenze               Fano
                                                                           San Marino        Senigallia
                                                              Pisa
                                                                                                Ancona
                                                 Livorno                                        Loreto
                                                                                    Macerata
                                                                    Siena                Tolentino
                                                                                     Foligno

                                                                                               Spoleto

                                                                                        Roma

                                                                                                               Napoli

Figura 3. Charles-Louis de Montesquieu (agosto 1728 - luglio 1729). Dall’Italia si dirige verso l’Inghilterra, dove soggiorna tutto il 1730.

ro dell’Inquisizione, perché in astronomia pensava diversa-                                    Sébond). Soprattutto, Montaigne vuole «provare del tutto la
mente dai suoi censori francescani e domenicani». Ricordo                                      diversità dei costumi e dei modi», adattandosi di volta in vol-
che suona come un monito ai compatrioti, affinché salva-                                       ta alla cucina del luogo e agli usi domestici.
guardino la libertà: di fatto, il viaggio in Italia consente a Mil-                                Così anche Goethe, che viaggia sotto il falso nome di Filip-
ton di definirsi come inglese e come esponente di una «nazio-                                  po Miller, spacciandosi per pittore e vivendo come un italia-
ne filosofica».                                                                                no. Durante la visita del santuario di Santa Rosalia sul mon-
    Montaigne, che viaggia a cavallo accompagnato da una                                       te Pellegrino, presso Palermo, un monaco lo prenderà per un
dozzina di persone (il fratello, il cognato, due amici e vari do-                              genovese. L’amico Johann Gottfried Herder si stizzirà di que-
mestici), cerca invece di conservare l’incognito in modo da                                    sto mimetismo, temendo che nascondesse un vero e proprio
non «rendersi rimarchevole per qualche atteggiamento nemi-                                     mutamento identitario. E infatti nel corso dei due anni vis-
co del gusto di coloro che lo vedevano». Vuole insomma pas-                                    suti in Italia Goethe rinacque italiano, malgrado avesse ini-
sare inosservato, ma per meglio osservare e agevolare il con-                                  zialmente sentenziato che gli abitanti della penisola «stanno
tatto con la gente: con artigiani, gentiluomini, eruditi italiani,                             troppo discosti da noi»: «uomini di natura che sotto lo splen-
polacchi, francesi, con medici e poeti (si sa che rese visita a                                dore e la dignità della religione e delle arti non sono affatto
Torquato Tasso prigioniero a Ferrara, ma non se ne trova men-                                  diversi da come sarebbero nelle caverne e nelle foreste». Giun-
zione nel Journal de voyage, bensì nell’Apologie de Raymond                                    to a Napoli, forse alludendo agli ozi trascorsi a Capua da An-
720                                                            L’età di Milano

   [Lione]                           Milano
                  Torino

                                                            Bologna

                                                            Firenze

                                                    Siena

                                                                      Roma

                                                                              Gaeta

                                                                                         Napoli

Figura 4. François-René de Chateaubriand (maggio 1803 - gennaio 1804).

nibale, confessa di essersi dimenticato di se stesso, e di ricono-       secoli: da un lato gli esponenti del viaggio scientifico, i quali
scersi a malapena: gli sembra «di essere un uomo completa-               palesano un’attenzione antropologica per la popolazione (at-
mente diverso». Nel giro di qualche mese, Goethe s’è comple-             teggiamento che si accentua durante l’illuminismo); dall’altro
tamente assimilato. A Roma non frequenta soltanto gli espo-              gli esponenti del viaggio di formazione culturale ed estetica,
nenti della colonia tedesca, ma anche scrittori e intellettuali          per i quali la penisola è prevalentemente un museo a cielo aper-
italiani, come Vincenzo Monti. Il 4 gennaio 1787 viene ammes-            to. Stendhal non assegna all’osservazione del paesaggio una
so nell’Accademia degli Arcadi col nome di Megalio Melpo-                valenza differenziale, e i testi gli danno ragione, benché la sen-
menio. A Napoli incontra il giurista Gaetano Filangieri, il qua-         sibilità per la natura si fosse acuita, estetizzandosi, nel corso
le gli consiglia di leggere gli scritti di Giambattista Vico.            del Settecento.
     Come e cosa guardare? Ne L’Italie en 1818, Stendhal                      Fra i primi Stendhal colloca soltanto Charles de Brosses,
propone di distinguere coloro che s’interessano ai costumi               ma avrebbe potuto aggiungere alla lista per lo meno Mon-
(mœurs), ovvero ai «pregiudizi» e alle «diverse maniere di cer-          taigne e Montesquieu. In effetti, pur ammirando la facciata
care la felicità di un popolo», da coloro che vedono soltanto i          della Certosa di Pavia, i parchi di Pratolino e della villa di Ca-
muri (murs). Acutamente il romanziere francese individua co-             stello, o i paesaggi dell’Umbria, Montaigne osserva con insa-
sì i due tipi fondamentali di viaggiatori in Italia, due tipi che        ziabile curiosità costumi e istituzioni politiche, considerando
sembrano coesistere piuttosto che avvicendarsi nel corso dei             l’Italia alla stregua di un libro di storia e di un laboratorio po-
Il Grand Tour da Montaigne a Heine                                                   721

litico. Fedele al compianto amico Étienne de La Boétie, per            me soltanto nel 1827, nell’ambito dell’edizione delle Œuvres
il quale i veneziani incarnavano «l’ideale delle libertà politi-       complètes: testi nei quali Chateaubriand, indulgendo a una
che», Montaigne vuole vedere a tutti i costi Venezia. E, al ri-        bozzettistica neoclassica di maniera, compone preziosi idilli e
torno, conferma l’ipotesi dell’amico: «aveva ragione». Simil-          landscapes che sembrano (per prendere a prestito un celebre
mente Montesquieu concepisce il suo iter come un viaggio di            motto di Cézanne) «rifare Poussin sulla natura».
studio sul campo: giunge a Venezia da Graz, nell’Impero asbur-              L’altro bersaglio era probabilmente Goethe, di cui Sten-
gico, il 14 settembre del 1728, e da lì deviando verso occiden-        dhal conosceva il Viaggio in Italia, ma di seconda mano: giu-
te attraversa l’Italia settentrionale fino a Torino, quindi si ri-     dizio che appare peraltro, alla luce di quanto sinora espo-
congiunge con la via maestra dei viaggiatori francesi transi-          sto, alquanto parziale. Coglie tuttavia l’altra dimensione del-
tando da Genova (da dove fa una puntata in feluca a Savona,            la Italienische Reise, quella per cui il libro goethiano divenne
Vado, Spotorno, Noli e Finale), per proseguire alla volta di           il breviario della Italiensehnsucht tedesca. Infatti, se Goethe
Livorno e Firenze (fig. 3).                                            dedica alle mœurs degli italiani (e segnatamente dei romani)
     Come ebbe a dire d’Alembert nell’Éloge de M. le Président         celebri pagine, è attraverso la rabdomantica lettura dei muri,
de Montesquieu pubblicato nell’Encyclopédie, l’autore dell’E-          ma anche delle pietre e della flora, che rieduca progressiva-
sprit des Lois intraprese i suoi viaggi con l’intenzione di nutri-     mente il proprio sguardo per affondarlo nell’essere, seguendo
re le proprie opere di storico e teorico delle istituzioni: «Il suo    un itinerario che dal fisico conduce al metafisico: dal singolo
obiettivo era di esaminare dappertutto il fisico e il morale, di       fenomeno alla legge, dal presente contingente all’origine. Ge-
studiare le Leggi e la costituzione di ogni paese, di visitare i       nio tutto occhi, e memore dell’insegnamento di Winckelmann,
Sapienti, gli Scrittori, gli Artisti celebri». E infatti gli appunti   Goethe concepisce il viaggio in Italia come un’«alta scuola»
italiani di Montesquieu pullulano di meticolose e penetranti           della vista: in Italia tutto è da vedere perché vi si vede il tut-
notazioni di sociologia, di topografia e di geografia, di geolo-       to, in una sorta di panopticum che minaccia di stordire il mal-
gia, di climatologia e di idrometria, di diritto costituzionale e      capitato viaggiatore. Di fronte al sovraccarico di stimoli ester-
di storia politica. A Venezia osserva che gli stranieri non so-        ni, bisogna disimparare tutto per poi riapprendere tutto, ope-
no ammessi nei «cazins» nei quali i veneziani incontrano le            rando una vera e propria conversione epistemologica. Solo a
loro dame; sempre a Venezia discetta sui modesti emolumen-             questo patto si può sostenere la luce che irradia dalle tele di
ti riservati al doge e sulla limitatezza dei suoi poteri. A Tori-      Tiziano, e la visione gigantesca di Michelangelo. Grazie alle
no si stupisce, viceversa, dell’ampiezza delle prerogative che         nuove potenzialità acquisite dalla vista, il poeta può puntare
il sovrano s’è arrogate a danno della nobiltà, nonché dei suoi         uno sguardo ai raggi X sulla Città Eterna, per «sviscerare l’an-
interventi sul mercato agricolo, a profitto dei propri interes-        tica Roma dalla nuova»: «voglio vedere la Roma immutabile,
si economici e imprenditoriali. A Genova constata che «tutti           non la Roma che trapassa con ogni secolo».
i nobili sono dei veri mercadans» gelosi delle loro immense ric-            Ad aiutarlo saranno le letture dei classici latini e greci, rin-
chezze, tant’è vero che negli sfarzosi palazzi sovente alloggia        novate sul posto. Goethe sembra, in questo, reiterare un luo-
«una sola serva che fila». Come a Montaigne e a Milton, pre-           go comune della letteratura di viaggio in Italia, attestato da
me a Montesquieu incontrare studiosi e filosofi: Antonio Con-          Richard Lassels e Joseph Addison. Ma contrariamente ai suoi
ti a Venezia, Bernardo Lama a Torino, Ludovico Antonio Mu-             predecessori, il poeta tedesco non rilegge Tacito in loco per ca-
ratori a Modena, Scipione Maffei a Verona. Gli preme anche             pirlo, bensì per ri-conoscerlo, come attraverso un’anamnesi pla-
– ricorda ancora d’Alembert – studiare i capolavori della pit-         tonica: «inizia una nuova vita quando si vede con gli occhi il
tura italiana, allo stesso modo in cui studiava la natura. Am-         tutto che in parte si conosce nel più profondo intimo». Il con-
mira sì la «grande maniera» del Giudizio universale di Miche-          tenuto di verità, anzi l’intero patrimonio di senso della tradi-
langelo e la «fusione dei colori» nel Correggio, ma il pittore         zione classica, risulta così restaurato e presentificato. Grazie
che più gli è congeniale è Giulio Romano: negli affreschi del          a questa operazione gnoseologica, Goethe guarisce dalla «ma-
Palazzo Te a Mantova, «tutto è così ben ordinato che non c’è           lattia» di cui soffriva in Germania e riesce al contempo a sa-
nulla di confuso. L’occhio vede tutto e tutto d’un colpo». Esat-       nare – nella ricostruzione retrospettiva della scrittura – la frat-
tamente come nei libri di Montesquieu.                                 tura della civiltà europea diagnosticata da Friedrich Schiller
     Del secondo tipo di viaggiatori Stendhal si limita a trac-        nel saggio Über naive und sentimentalische Dichtung (Sulla poe-
ciare l’identikit, senza far nomi. Avrebbe potuto citare i gran-       sia ingenua e sentimentale, 1795). Un’operazione che culmina
di viaggiatori inglesi fra Sei e Settecento: John Evelyn, Ri-          in Sicilia, dove Goethe scopre la natura intatta dei poemi ome-
chard Lassels o Joseph Addison. Non c’è dubbio tuttavia che            rici, ovvero la Natura.
intendesse celiare Chateaubriand, il cui Itinéraire de Paris à Jé-          Esaminando campioni mineralogici presso il monte Pelle-
rusalem (1811) abbondava in descrizioni di rovine greche.              grino, e trascurando i ragguagli storici della guida che lo ac-
Stendhal aveva certo presenti anche le lettere scritte a Louis         compagna, il poeta tedesco riesce a «farsi un’idea delle vette
de Fontanes e a Joseph Joubert da Roma e Napoli durante la             eternamente classiche dell’antichità della terra». «Non esiste
missione diplomatica del 1803-804 (fig. 4), uscite sul «Mer-           miglior commento all’Odissea»: in presenza degli arcaici pae-
cure de France» nel 1806 e destinate a essere raccolte in volu-        saggi siciliani, e anzi avendone presente per sempre nell’ani-
[Monaco di Baviera]

                                                                      Innsbruck

                                    [Coira]          Brennero
                                                                      Vipiteno

                                                          Bolzano
                                 Spluga

                                                  Torbole       Trento
                             Como
                                              Malcesine      Rovereto
                                                               Vicenza
                             Milano                Verona
                                                                              Venezia
                                                              Padova

                                                 Parma
                                                            Ferrara
                                                Modena              Cento
                                                                    Bologna

                                                                Firenze

                                                                              Perugia
                                                                                   Assisi
                                                                         Foligno
                                                                                    Spoleto
                                                                                      Terni
                                                                                   Civita Castellana

                                                                         Roma
                                                                                      Velletri

                                                                                         Gaeta    Capua

                                                                                                     Napoli
                                                                                                               Salerno
                                                                                                               Paestum

                                                                                                                          Messina

                                                                                                 Palermo
                                                                                            Alcamo                 Taormina
                                                                            Segesta
                                                                                         Castelvetrano
                                                                                                                              Catania
                                                                                  Sciacca                     Caltanissetta

                                                                                            Agrigento

Figura 5. Johann Wolfgang Goethe (3 settembre 1786 - 18 giugno 1788).
[Vienna]
                                                                                                                    Graz
                          [Zurigo]

                                                                                                   Trieste

                             Milano                                           Venezia
                                                             Padova

                                     Piacenza   Parma       Ferrara

                                                Modena
                                                     Bologna

                                                                      Forlì       Rimini
                                                                                         Fano
                                                  Firenze
                                                                                Sinigallia      Ancona

                                                                                                 Loreto
                                                                                  Macerata
                                                        Siena
                                                                        Foligno
                                                                                     Spoleto

                                                                                      Terni

                                                                              Roma

                                                                                                              Napoli

                                                                                                                           Messina

                                                                                                Palermo

                                                                                                                             Catania

                                                                                       Agrigento             Gela
                                                                                                                                Siracusa
                                                                                                   Licata
                                                                                                                    Ragusa

Figura 6. Johann Gottfried Seume (6 dicembre 1801 - 24 agosto 1802).
724                                                                      L’età di Milano

                                                                                           [Vienna]

                                                              Bolzano

                                                                    Trento

                                             Brescia               Vicenza
                              Milano                   Verona                    Venezia
                                                                    Padova
              Torino
                                Pavia                Mantova
                                             Parma                         Ferrara
                               Genova            Modena                 Cento
                                                     Bologna

                                                                   Firenze

                                                       Pisa
                                           Livorno                                               Loreto

                                        Bastia

                             CORSICA

                                                                               Roma

                                                                                                          Napoli

Figura 7. Gotthold Ephraim Lessing (aprile-dicembre 1775).

ma ogni singolo rilievo, la parola di Omero gli diventa «una                          di fare letteratura di viaggio (non a caso resteranno a lungo
parola viva». Non sfuggirà il singolare paradosso della posi-                         inediti i diari di viaggio di Montaigne e di Montesquieu). Mon-
zione di Goethe nell’ambito della letteratura di viaggio in Ita-                      taigne scrive il suo Journal allo stesso modo in cui viaggia: mol-
lia: è tra i primi, dopo Johann Hermann von Riedesel (1766)                           tiplicando le digressioni, tornando sui propri passi e comple-
e Patrick Brydone (1770), ad avventurarsi oltre Paestum e lo                          tando o correggendo, a distanza di pagine, notazioni incom-
stretto di Messina, ma la sua Sicilia è quella di Ulisse (fig. 5).                    plete o rivelatesi errate. Ma forse era il viaggio stesso a rical-
Novello Ulisse, in un giardino nei pressi della rada di Paler-                        care il ritmo della scrittura saggistica già sperimentata nella
mo si sente trasportato sull’isola dei Feaci. Per assistere alla                      prima edizione degli Essais (1580): il segretario di Montaigne,
scoperta della Sicilia e dell’Italia reale bisogna aprire lo Spa-                     che redige la prima parte del diario, racconta che «quando ci
ziergang nach Syrakus im Jahre 1802 (1803) dell’illuminista ple-                      si lamentava con lui che guidasse la truppa per vie e contrade
beo Johann Gottfried Seume, primo viaggio risolutamente ri-                           diverse, ritornando spesso in prossimità del luogo da cui era
volto all’osservazione, spesso disincantata, della società civi-                      partito (ciò che faceva ora avendo notizia di qualche cosa de-
le e del territorio, e in questo senso – come ebbe a dire una                         gna d’esser vista, ora cambiando parere a seconda delle occa-
studiosa – vero e proprio «controviaggio» in Italia (fig. 6).                         sioni), rispondeva che, in quanto a lui, non andava in altro
     Come rendere testimonianza del Grand Tour? Scrivendo                             luogo se non in quello in cui si trovava, e che non poteva fal-
testi sperimentali, che segnano spesso una svolta nell’opera di                       lire né torcere il cammino, non avendo altro progetto se non
ciascun autore, perché elaborano un nuovo modo, intentato,                            quello di andare a zonzo attraverso luoghi sconosciuti». Si-
Il Grand Tour da Montaigne a Heine                                                               725

                                                                       [Monaco di Baviera]

                                                                             Innsbruck

                                                                            Bolzano
                                                           Trento
                                          Bergamo
                                                       Brescia
                                                                           Padova
                                Milano
                                                             Verona                 Venezia
                                         Pavia
                      Marengo                                     Ferrara

                                                                 Bologna
                           Genova

                                                 Pietrasanta
                                                         Lucca
                                                                      Firenze

                                             Livorno

Figura 8. Heinrich Heine (luglio-dicembre 1828).

milmente, nel diario di Montesquieu frequenti sono i ripen-                                   (aprile-dicembre 1775; fig. 7), nel quale costante è l’andiri-
samenti e le aggiunte inserite fuori contesto: nel capitolo su                                vieni fra il tedesco e un italiano impiegato per lo più per l’in-
Pisa, lo scrittore – certo giocando sull’iperetimologia – riferi-                             nesto di citazioni e di frammenti di parlato.
sce di aver assistito in quel di Savona alla fabbricazione del                                     La fine del Settecento registra dunque il momento di mas-
sapone (savon); un appunto stravagante su Genova è interca-                                   sima simbiosi tra l’intellighenzia europea d’Antico Regime e
lato nel capitolo su Roma.                                                                    l’Italia intesa e presa nella sua complessa realtà politica, so-
     Ma l’adeguazione della scrittura all’esperienza del viaggio                              ciale, economica, culturale, linguistica. Nell’Ottocento – do-
investe la lingua stessa. Goethe osserva che di fronte alla stra-                             po Napoleone e dopo il Congresso di Vienna – l’Italia non sarà
ripante ricchezza delle impressioni bisognerebbe scrivere «con                                più il locus amoenus nel cui alveo un ceto vario ma ristretto di
mille stili» (ossia con mille penne). Ad altri non basta una so-                              nobili e di ricchi borghesi percorreva le tappe di un itinerario
la lingua. Montaigne, che dal soggiorno romano in poi si fa ca-                               iniziatico, obbedendo a una spinta interiore: al richiamo del-
rico in prima persona della stesura del diario, adotta improv-                                l’arte, dell’archeologia, della musica, della natura. Il viaggio
visamente l’italiano durante il primo soggiorno ai Bagni di Vil-                              moderno, organizzato o meno, si qualifica ormai come viag-
la presso Lucca, nel maggio del 1581; tornerà al francese solo                                gio d’evasione, di vacanza, orientato verso mete circoscritte
nel novembre dello stesso anno, varcando il Moncenisio. Lo                                    e avulse da un più ampio contesto culturale.
stesso metodo che orienta il viaggio – il saggiare e il saggiar-                                   Nell’estate del 1828 Heinrich Heine si fermerà come
si – regge l’uso della lingua straniera: «Assaggiamo di parlar                                Montaigne ai Bagni di Lucca, dopo avere attraversato la pia-
un poco questa altra lingua massime essendo in queste con-                                    nura padana in una diligenza «accuratamente chiusa da ogni
trade dove mi pare sentire il più perfetto favellare della To-                                parte» per riparare i viaggiatori dal polverone delle strade lom-
scana». Anche Montesquieu, in misura minore e saltuaria,                                      barde, negando così al poeta la vista del paesaggio italiano evo-
oscilla tra il francese e l’italiano, ad esempio nelle pagine de-                             cato dall’incantatorio Lied di Mignon nel Wilhelm Meister di
dicate alla gestione della spesa pubblica a Lucca, citando le                                 Goethe: «Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni…?» Il
sue fonti direttamente in italiano, senza tradurle, e usando poi                              “Giro” di Heine toccherà quindi Firenze, Bologna, Ferrara, Pa-
l’italiano al posto del francese: «Habbiamo visto due gallerie                                dova e Venezia, ma di queste tappe il diario nulla dice (fig. 8).
di quadri. La [sic] del signor Alessandro Bonvisi, nobile fami-                               Finisce così, sardonicamente, la tradizione del Grand Tour,
glia di questa città». Un altro esempio viene dal diario di                                   prima di essere volgarizzata e commercializzata, ormai nel No-
viaggio di Gotthold Ephraim Lessing da Vienna a Napoli                                        vecento, dai tour operator di mezzo pianeta.
                                                                                                                                         edoardo costadura
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