Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto: il noce
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209 V. Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto: il noce E. Bellini, F.P. Nicese, C. Bertagnini Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Università degli Studi di Firenze 1. Introduzione 2. Materiali e metodi In Italia il noce da frutto è largamente coltivato, La ricerca, avviata già da alcuni anni (Bertagnini, adattandosi alla variabilità ambientale e pedologica 1997; Nicese et al., 1998), si è inizialmente basata che caratterizza il nostro paese. Tuttavia la coltura è, sulla raccolta di informazioni (istituzioni pubbliche nel suo complesso, in costante e progressivo declino e privati cittadini) circa la presenza di piante di par- da molti anni: da 80.000 tonnellate circa nel triennio ticolare interesse (es.: età e fruttificazione); sono 1968-70 è passata a 10.000 t/anno secondo gli ulti- state quindi individuate alcune piante sulle quali è mi dati ISTAT (Lugli e Fanigliulo, 1998). L’evoluzione stata effettuata una serie di rilievi, basati sui descrit- e l’attuale situazione della coltura del noce in tori IPGRI (1994) e sulle schede UPOV (1995), come Toscana seguono, nel complesso, l’andamento nazio- segue: nale. Differenze sostanziali riguardano la distribu- zione altimetrica della coltura, più diffusa in collina • rilievi fenologici: epoche di germogliamento e di ed in montagna, la sua ridotta presenza come coltu- fioritura, tipo di fruttificazione, numero di fiori ra specializzata (Fig. 1) e l’assoluta prevalenza della femminili/gemma e di fiori maschili/amento, produzione da piante sparse. È quindi apparsa evi- epoca di maturazione; dente l’esigenza di reperire e caratterizzare genotipi • rilievi carpometrici: forma, altezza, larghezza, locali di pregio (soprattutto per ciò che riguarda il spessore della noce, colore e tessitura delle valve, frutto) in aree della Toscana tradizionalmente inte- tipo di sutura, peso totale e del solo gheriglio; ressate dalla presenza del noce, quali le province di • rilievi merceologici: tipo di apertura delle valve, Firenze ed Arezzo, per evitare la loro scomparsa. resistenza allo schiacciamento, resa in sgusciato. Fig. 1 - Noce: esempio di coltivazione consociata al noccio- Fig. 2 - Noce: esempi di forme diverse di frutti reperiti nel lo nel comune di Rignano sull’Arno corso della sperimentazione
Il germoplasma della Toscana 210 Fig. 3 - Noce: epoca di germogliamento suddivisa 20-30 aprile 7 in classi di frequenza 8-15 aprile 6 16-22 aprile 5 1-8 maggio 4 1-7 aprile 3 2 1 0 Molto precoce Precoce Media Tardiva Molto tardiva Fig. 4 - Noce: peso medio (g) 60 del gheriglio dei genotipi individuati 50 Sorrento 40 30 20 10 0 33 23 11 15 26 10 18 16 21 31 12 6 2 45 28 37 4 17 19 39 14 1 44 6 7 38 40 43 22 27 8 36 42 3. Risultati livello della “Sorrento” (4,6-5,1 g) dei quali 12 in una fascia di assoluta eccellenza (5 g o più) (Fig. 4). Le ricerche hanno portato, sinora, alla individua- zione di 33 ecotipi con caratteristiche morfologiche e biologiche alquanto diversificate (Fig. 2). L’epoca 4. Conclusioni di germogliamento, che negli ambienti dell’Italia centrale è bene sia alquanto ritardata per sfuggire a In definitiva, dalle ricerche sinora condotte, è pericolose gelate tardive, è risultata compresa tra la emerso un panorama genetico del noce in Toscana di prima settimana di aprile e la prima di maggio; ben notevole interesse (Fig. 5); questo materiale è attual- 11 ecotipi hanno evidenziato un germogliamento mente in osservazione in un campo di raccolta-com- dopo il 22 aprile, quindi tardivo o molto tardivo (Fig. parazione presso l’Azienda Montepaldi (San Ca- 3). Relativamente ai dati carpometrici, la maggior sciano Val di Pesa - FI) dell’Università di Firenze allo parte degli ecotipi si è collocata tra i 9 ed i 14 g di scopo di individuare i genotipi di maggior interesse peso medio del frutto, con punte sino ai 17 g, anche nella prospettiva di un loro possibile impiego com- se accompagnate da rese in sgusciato più modeste merciale. In questo campo, oltre agli ecotipi locali, (30-35%). sono state introdotte alcune delle più importanti Anche i rilievi sul gheriglio hanno evidenziato varietà, italiane ed estere (americane e francesi), da un livello del materiale individuato sostanzialmente utilizzare come “riferimento” nell’opera di cataloga- buono, con 18 ecotipi nell’ambito o al di sopra del zione del germoplasma locale.
211 Fig. 5 - Noce: ecotipo individuato nell’Alto Mugello (Pian Fig. 6 - Noce: ecotipo individuato nel Valdarno della Querce - Marradi) (Mandri III - Reggello) 5. Scheda descrittiva semplificata Bibliografia del noce Allo scopo di facilitare il lavoro di reperimento BERTAGNINI C. (1997) - Ricerche per la caratterizzazione di bio- delle “accessioni” di noce ancora presenti in tipi di noce da frutto reperiti nelle province di Firenze e di Arezzo. Tesi di laurea. Toscana, la commissione delle specie legnose da IPGRI (1994) - Descriptors for walnut (Juglans spp.). Inter- frutto (L.R. 50/97) ha redatto una “scheda descritti- national Plant Genetic Resources Institute, Roma. va semplificata”, riportata nelle pagine seguenti (in NICESE F.P., FERRINI F., BERTAGNINI C. (1998) - Ricerche per la fac-simile, richiedere l’originale all’ARSIA). caratterizzazione di ecotipi di noce da frutto reperiti nelle province di Firenze e Arezzo. Atti VI Giornate Scientifiche S.O.I., Sanremo, 1-3 aprile. LUGLI S., FANIGLIULO G. (1998) - Il noce in Italia: coltura in ripresa. Frutticoltura (1): 7-14. UPOV (1995) - Test guidelines for walnut. International Union for the protection of new varieties of plants, Geneva.
Il germoplasma della Toscana 212 Commissione tecnico-scientifica delle Specie Legnose da Frutto - L.R. 50/97 - Scheda descrittiva semplificata NOCE (Scheda fac-simile, richiedere l’originale all’ARSIA) Nome e cognome del rilevatore: Periodo della rilevazione: dal al Luogo della rilevazione (nome, cognome, indirizzo): NOME CULTIVAR ETÀ DELLE PIANTE N. PIANTE INDIVIDUATE SINONIMI CARATTERI OBBLIGATORI 1) VIGORIA 2) PORTAMENTO 3) FIORITURA MASCHILE (data) ❏ scarsa ❏ assurgente inizio (10% fiori aperti) ❏ media ❏ semiassurgente piena (60% fiori aperti) ❏ elevata ❏ espanso fine (100% fiori aperti) 4) FIORITURA FEMMINILE (data) 5) NUMERO AMENTI 6) FIORI FEMMINILI inizio (10% fiori aperti) ❏ scarso PER GEMMA piena (60% fiori aperti) ❏ medio ❏ uno ❏ tre fine (100% fiori aperti) ❏ elevato ❏ due ❏ oltre tre 7) FRUTTIFICAZIONE 8) PRODUTTIVITÀ 9) RACCOLTA (data) ❏ costante ❏ scarsa inizio ❏ incostante ❏ media fine ❏ alternante ❏ elevata 10) DIMENSIONE FRUTTI 11) FORMA FRUTTI 12) FORMA FRUTTI ALLA RACCOLTA (noce) (sez. ventrale, lungo la sutura) (sez. trasversale) ❏ piccola: fino a 4 g ❏ arrotondata ❏ circolare ❏ media: da 5 a 7 g ❏ ovale ❏ ellittico-allargata ❏ grossa: da 7a13 g ❏ trapezoidale ❏ ellittico-stretta ❏ molto grossa: oltre 13 g ❏ ellittica ❏ cordiforme 13) SIMMETRIA FRUTTI 14) SUPERFICIE GUSCIO 15) SPESSORE GUSCIO ❏ simmetrica ❏ liscia ❏ sottile ❏ asimmetrica ❏ rugosa ❏ medio ❏ molto rugosa ❏ spesso
213 CARATTERI OBBLIGATORI 16) COLORE GUSCIO 17) DIMENSIONE GHERIGLIO 18) COLORE GHERIGLIO ❏ marrone chiaro ❏ piccolo ❏ molto chiaro ❏ marrone ❏ medio ❏ chiaro ❏ marrone scuro ❏ grosso ❏ ambrato 19) SAPORE GHERIGLIO 20) RIMOZIONE GHERIGLIO 21) GIUDIZIO QUALITATIVO ❏ mediocre ❏ facile GENERALE ❏ buono ❏ media ❏ senza interesse ❏ ottimo ❏ difficoltosa ❏ mediocre ❏ buono ❏ ottimo 22) GIUDIZIO QUALITATIVO 22) GIUDIZIO AGRONOMICO 24) SUSCETTIBILITÀ A OSSERVAZIONI COMPLESSIVO MALATTIE CARATTERI FACOLTATIVI 1) ENTITÀFIORITURA (F) 2) POSIZIONE GEMME A FRUTTO 3) ALLEGAGIONE ❏ scarsa ❏ apicale ❏ scarsa ❏ media ❏ mediana ❏ media ❏ elevata ❏ laterale ❏ elevata 4) NUMERO FRUTTI/NODO 5) SUTURA 6) APERTURA GUSCIO ❏ uno ❏ poco evidente ❏ facile ❏ più di uno ❏ evidente ❏ intermedia ❏ marcata ❏ difficile 7) SPESSORE MEMBRANE 8) PRODUZIONE 9) PESO MEDIO FRUTTI ❏ sottile (kg/albero) (g) ❏ medio ❏ spesso 10) RESA IN SGUSCIATO 11) OLI 12) FORMA DELLA FOGLIOLINA % (%) ❏ ellittico-stretta ❏ ellittica ❏ ellittico-allargata 13) SENSIBILITÀ A MACULATURA 14) SENSIBILITTÀ A OIDIO 15) SENSIBILITÀ A TICCHIOLATURA ❏ nulla ❏ media ❏ nulla ❏ media ❏ nulla ❏ media ❏ scarsa ❏ elevata ❏ scarsa ❏ elevata ❏ scarsa ❏ elevata 16) SENSIBILITÀ A CARPOCAPSA ❏ nulla ❏ media ❏ scarsa ❏ elevata arrotondata ovale trapezoidale ellittica cordiforme Frutto: forma in sezione ventrale, lungo la sutura
215 V. Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto: le pesche “Burrone fiorentine” E. Bellini, V. Nencetti, E. Picardi Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Università degli Studi di Firenze G. Giannelli - Istituto sulla Propagazione delle Specie Legnose - CNR, Firenze 1. Origine delle “Burrone fiorentine” buite in prevalenza nei tratti mediano e basale. Fiore: campanulaceo o rosaceo, fioritura general- Il termine “burrona” è scarsamente presente mente tardiva. nella letteratura pomologica; non esiste nei cartigli Entrata in fruttificazione: normale (2°- 3° anno). dei quadri del Bimbi, anche se sono rappresentate Produttività: medio-elevata e costante. pesche simili come Lucchese, Reale, Biancona Epoca di maturazione: da medio-tardiva a molto tar- (Bellini e Pisani, 1982). È invece presente nella diva. Pomona italiana del Gallesio (1817-1839) secondo il Suscettibilità ad alcune malattie: molte cultivar sono quale la Reale del Bimbi corrisponderebbe alla sensibili alla Cidia e alla Monilia. Spiccacciola bianca Settembrina, volgarmente chia- mata Burrona massima o Pesca di Parigi (Fig. 1). Frutto È nostra opinione che il termine “burrona” si sia Pezzatura: da media a grossa. generato nelle campagne di Rosano (FI). Tale voca- Forma: rotonda o tendenzialmente schiacciata ai bolo, nel linguaggio popolare fiorentino, sta a signi- poli in sezione longitudinale e rotonda in sezione ficare qualcosa di corposo e delizioso allo stesso trasversale. tempo. Il contado dell’epoca, non essendo uso a chia- Linea di sutura: mediamente profonda, talora con mare le pesche con nomi definiti, chiamava "burro- presenza di umbone. ne" quelle popolazioni di cultivar diffuse nella zona, Buccia: colore di fondo bianco-verdastro chiaro, a polpa bianca, fine, aromatica e profumata, spicca, marezzata o sfumata di rosso vivo nella parte a maturazione tardiva, talora riproducibile per seme. esposta al sole, semiaderente alla polpa, di medio spessore e medio tomento. Polpa: di colore bianco-crema, estesamente venata di 2. Caratterizzazione rosso vivo al nocciolo, soda, molto dolce, grade- delle “Burrone fiorentine” vole, aromatica e assai profumata, spicca. Nocciolo: medio grosso, di colore marrone scuro, Le “burrone” possono essere definite un sotto- slargato, asimmetrico, con piccolo mucrone. gruppo delle “pesche a polpa bianca”. Le differenze sostanziali riguardano: il tipo della polpa (meno liquescente nelle burrone); la pezzatura e la forma 3. Le principali cultivar (più omogenee nelle burrone); il colore della buccia di “Burrone fiorentine” (più chiaro nelle burrone); le epoche di fioritura e di maturazione (più tardive nelle burrone). Di seguito Da una indagine svolta negli anni Settanta si riportano le caratteristiche dell’albero e del frutto (Bellini e Bini, 1976), è emersa la presenza nelle tipiche delle burrone fiorentine. zone peschicole fiorentine di numerose cultivar (o presunte tali) di burrone. Il perpetuarsi della propa- Albero gazione per seme di poche cultivar ancestrali, ha Vigoria: da media a molto elevata. generato popolazioni alquanto omogenee, dalle quali Portamento: regolare. sono state selezionate e propagate, più recentemen- Ramo misto: piuttosto lungo, gemme a fiore distri- te per innesto, le migliori giunte fino ai giorni nostri.
Il germoplasma della Toscana 216 Fig. 1 - Rappresentazione schematica del gruppo pomologico delle “Burrone” all’interno delle tipologie di pesco conosciute da Gallesio (1817-1839) Tab. 1 - Cultivar di “Burrone fiorentine” di maggior interesse Cultivar Luogo di origine Epoca di maturazione Burrona di Terzano Rosano agosto-I decade Burrona di Rosano (Fig. 2) Rosano agosto-II decade Daniela (Fig. 3) Londa agosto-III decade Spicca Bianca Rosano settembre-I decade Vittorio Emanuele III (Fig. 4) Firenze settembre-I decade Tos-China Settembre Firenze settembre-II decade Poppa di Venere Settembrina (Fig. 5) Firenze settembre-I decade Regina di Londa Londa settembre-II decade Tondona Presidente Firenze settembre- II decade Lucchese Tardina Rosano settembre-III decade Burrona di Mezzano Greve in Chianti ottobre-I decade Regina di Ottobre (Fig. 6) Londa ottobre-I decade Tardiva di Firenze Firenze ottobre-I decade Tos-China-Ottobre Firenze ottobre-I decade Tra queste ne abbiamo individuate 14 che matu- 3.1. Descrizione della “Burrona di Rosano” rano nell’arco di 3 mesi: 3 si raccolgono in agosto, 7 Origine: ottenuta casualmente a Rosano (Firenze), in settembre e 4 in ottobre (tab. 1). da genealogia sconosciuta. Diffusa da tempo Tutte le cultivar individuate sono state valutate nella zona di origine. comparativamente per più anni, e per ciascuna è Rami misti: lunghi, con internodi di media lunghez- stata redatta una dettagliata scheda agro-bio-pomo- za; la corteccia è di colore rosso e verde interme- logica, sul tipo di quella della Burrona di Rosano, dio; le gemme a fiore sono distribuite uniforme- che di seguito si riporta. mente lungo il ramo, l’indice di fertilità è medio.
217 Fig. 2 - Burrone fiorentine: Burrona di Rosano, da tempo Fig. 3 - Burrone fiorentine: Daniela, ottenuta nella zona di diffusa nella zona di origine Londa, simile alla nota Michelini, ma più adatta ai nostri ambienti Fig. 4 - Burrone fiorentine: Vittorio Emanuele III, rilasciata Fig. 5 - Burrone fiorentine: Poppa di Venere Settembrina, dalla Scuola delle Cascine ai primi del Novecento ricorda la pesca Lucchese Fig. 6 - Burrone fiorentine: Regina di Ottobre, diffusa di Fig. 7 - Burrone fiorentine: Londa nel Mugello è il centro recente, prolunga la stagione di Regina di Londa della coltivazione delle Burrone; in settembre si tiene la sagra delle pesche, dove viene conferito il premio "Pesca d’argento" ai migliori campioni esposti della cultivar Regina di Londa
Il germoplasma della Toscana 218 Foglie: lunghe mm 142 e larghe mm 45, con rappor- lità medio, grado di fertilità elevato); la cascola to diametrico di 3,15; la larghezza massima è dei frutti è medio-scarsa; il grado di produttività prevalentemente centrale; il lembo è increspato è medio-elevato. Buona la resistenza alle malat- lungo la nervatura principale; l’angolo apicale e tie. I frutti sono molto ricercati e ben quotati sui quello basale sono medi; il margine è crenato; le mercati locali. glandole sono reni-formi. Maturazione: seconda decade di agosto. Fiori: rosacei, piccoli; i petali sono rotondi, di colore rosa intenso, attenuato al margine che è corruga- to; il pistillo è alto come gli stami; si riscontrano talvolta fiori con pistilli doppi; l’epoca di fioritu- ra è intermedia, tendente al tardivo. Frutti: medi (alti mm 59, larghi mm 64, spessi mm 65, con peso di g 160), di forma rotonda sia in Bibliografia sezione longitudinale che in sezione trasversale; BELLINI E. (1973) - Mostra pomologica 1972 a Firenze. la cavità peduncolare è mediamente profonda e Considerazioni su: Pesche e Nettarine, Prugne e Susine, mediamente larga; la linea di sutura è media- Diospiri o Kaki. Vol. Ed. L’Informatore Agrario, Verona. mente profonda; l’apice è incavato, con umbone BELLINI E. (1987) - Il pesco: favorevole alternativa per la frutti- piccolo o assente; la buccia è verdastra, soffusa coltura tardiva del Mugello. Atti Convegno “Il territorio del di rosso, aderente alla polpa, mediamente spes- Comune di Borgo San Lorenzo. Prospettive di sviluppo sa, con medio tomento; la polpa è bianco-verda- della frutticoltura nel Mugello”, Ronta (FI), 7 novembre. stra, mediamente soda, leggermente acidula, BELLINI E., BINI G. (1976) - Contributo allo studio delle cultivar spicca. I noccioli sono medi (alti mm 31, larghi di pesco toscane a maturazione tardiva. CNR, Firenze. mm 25, spessi mm 21, con peso di g 8), di colore BELLINI E., PISANI P.L. (1982) - Pesche in: Agrumi, frutta e uve nella Firenze di Bartolomeo Bimbi pittore mediceo. CNR, scuro, allungati, con profilo simmetrico; l’angolo Firenze. apicale è ampio; la superficie è molto corrugata, BELLINI E., SCARAMUZZI F. (1976) - Monografia delle principali con parte dei rilievi lisci e con cresta di media cultivar di pesco. Vol. II, CNR, Firenze. larghezza. GALLESIO G. (1817-1839) - Pomona italiana, ossia trattato degli Caratteri bio-agronomici: la pianta è di vigoria ele- alberi fruttiferi. N. Capurro, Pisa. vata, con portamento regolare; la cascola delle MORETTINI A., BALDINI E., SCARAMUZZI F., BARGIONI G., PISANI P.L. gemme è medio-scarsa; la fioritura è abbondante; (1962) - Monografia delle principali cultivar di pesco. CNR, l’allegagione è elevata (grado di autocompatibi- Firenze.
219 V. Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto: le pesche “Cotogne fiorentine” E. Bellini, V. Nencetti, E. Picardi Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Università degli Studi di Firenze G. Giannelli - Istituto sulla Propagazione delle Specie Legnose, CNR - Firenze 1. Origine delle “Cotogne fiorentine” Produttività: medio-elevata, talora alternante. Epoca di maturazione: da tardiva a molto tardiva. Le pesche cotogne sono state introdotte in Italia Suscettibilità ad alcune malattie: molte cultivar sono probabilmente dagli spagnoli durante la dominazio- sensibili a Monilia e Oidio. ne del Meridione, e giunte successivamente a Fi- renze grazie all’interesse mostrato dai Medici verso Frutto la frutticoltura. Tale ipotesi è avvalorata dal fatto che Pezzatura: da media a grossa. tra le cultivar-popolazioni spagnole, se ne riscontra- Forma: rotondo-oblunga od oblata in sezione longi- no tuttora alcune simili alle cotogne fiorentine. Nel tudinale e triangolare-solcata in quella trasversa- napoletano certe cultivar locali ancora diffuse ricor- le, asimmetrica. dano molto le cotogne fiorentine, per caratteri sia Linea di sutura: da poco a molto profonda, talora con pomologici che agronomici. valve alquanto divise e presenza di umbone. Lo stesso Gallesio (1817-1839) nella Pomona ita- Buccia: aderente alla polpa, molto tomentosa, fondo liana fa riferimento alle “cotogne”, quando scrive di colore giallo-verdastro, con sovraccolore rosso sulle pesche “duracine serotine” (pesche non spic- più o meno esteso. che tardive) (Fig. 1). Polpa: di colore giallo-arancio, rossa al nocciolo, tes- situra molto compatta e ricca di fibre, soda, sapo- re ottimo, aromatica, duracina (non spicca). 2. Caratterizzazione Nocciolo: grosso, allungato, asimmetrico, con mucro- delle “Cotogne fiorentine” ne pronunciato. Le “cotogne” si distinguono nettamente dalle “percoche”, come è chiaramente esposto nella Tab. 1. 3. Le principali cultivar Le prime si coltivano per produrre frutti da destina- di “Cotogne fiorentine” re esclusivamente al mercato fresco, mentre le seconde trovano destinazione prevalente nella tra- Assai numerose sono le cultivar (se così possia- sformazione industriale. Di seguito si riportano le mo definirle) di cotogne fiorentine tutt’ora presenti caratteristiche dell’albero e del frutto tipiche delle nelle aree peschicole della provincia. La propagazio- cotogne fiorentine. ne per seme che veniva praticata nel passato, ha generato nel tempo diverse cultivar-popolazioni, ma Albero anche genotipi ben distinti. Vigoria: in genere elevata. Tra questa biodiversità sono state individuate tre Portamento: per lo più assurgente. tipologie di frutto: a) tipo arrotondato, simmetrico, Ramo misto: piuttosto lungo, gemme a fiore distri- con sutura poco pronunciata e colore della polpa buite in prevalenza nei tratti mediano e distale. poco arrossato al nocciolo, a cui afferisce la Cotogna Fiore: campanulaceo, a fioritura tardiva. di Rosano; b) tipo arrotondato, asimmetrico, con Entrata in fruttificazione: in genere lenta (3°- 5° sutura molto pronunciata e colore della polpa molto anno). arrossato al nocciolo, a cui afferisce la Cotogna del
Il germoplasma della Toscana 220 Fig. 1 - Rappresentazione schematica del gruppo pomologico delle "cotogne" all’interno delle tipologie di pesco conosciute da Gallesio (1817-1839) Tab. 1 - Principali caratteri distintivi tra “cotogne” e “percoche” Caratteri Cotogna Percoca Forma del frutto asimmetrica, oblunga simmetrica, sferica Linea di sutura profonda superficiale Sovraccolore buccia rosso da 40 a 70% rosso da 0 a 20% Polpa compatta e fibrosa più liquescente Rosso al nocciolo intenso assente Aderenza al nocciolo duracina, con la torsione delle valve si divide assoluta Consumo solo fresco adatta alla trasformazione Poggio; c) tipo allungato, asimmetrico, sutura spesso molto incavata e polpa di colore alquanto arrossato al nocciolo, a cui afferisce la Cotogna del Berti (Fig. 2). Nella Tab. 2 si riportano le cultivar da noi indivi- duate, ritenute le più importanti tra quelle maggior- mente diffuse nella zona. Le indagini comparative condotte hanno consentito la stesura di dettagliate schede agro-bio-pomologiche per tutte le cultivar prescelte. A titolo di esempio si riporta la descrizione della cultivar Cotogna di Rosano. Fig. 2 - Cotogne fiorentine: frutti a confronto delle diverse tipologie: in alto tipo "Rosano"; al centro tipo "Berti"; in basso tipo "Poggio"
221 Fig. 3 - Cotogne fiorentine: Cotogna Ceccarelli, Fig. 4 - Cotogne fiorentine: Cotogna della Remola, diffusa è la più precoce nella zona di San Casciano Fig. 5 - Cotogne fiorentine: Cotogna Pandolfini, deve il suo Fig. 6 - Cotogne fiorentine: Regina di Montalcino, differisce nome ad una delle più importanti fattorie di Rosano dalle altre cotogne per la pianta di vigore contenuto Tab. 2 - Cultivar di “Cotogne fiorentine” di maggiore interesse Cultivar Luogo di origine Epoca di maturazione Cotogna Ceccarelli (Fig. 3) Rosano agosto III decade Cotogna di Rosano Rosano agosto III decade - settembre I decade Guglielmina Londa agosto III decade - settembre II decade Cotogna della Remola (Fig. 4) San Casciano agosto III decade - settembre II decade Cotogna di Villamagna Villamagna settembre II decade Ciani 1 Scandicci settembre II decade Cotogna del Berti Rosano settembre II decade Cotogna del Poggio Precoce San Casciano settembre II decade Cotogna del Poggio San Casciano settembre III decade Cotogna Cicalini Rosano settembre III decade - ottobre I decade Cotogna Pandolfini (Fig. 5) Rosano settembre III decade - ottobre I decade Gialla di San Polo San Polo ottobre I-II decade Regina di Montalcino (Fig. 6) Bagno a Ripoli ottobre I-II decade
Il germoplasma della Toscana 222 3.1. Descrizione della “Cotogna di Rosano” Caratteri bio-agronomici: la pianta è di vigoria ele- Origine: ottenuta casualmente a Rosano (FI), da vata, la resistenza delle gemme alle basse tem- genealogia sconosciuta. Talvolta è stata erronea- perature è buona; la fioritura è abbondante; l’al- mente identificata con la Cotogna del Berti. legagione è elevata; la produzione è elevata e Rami misti: medi, con internodi corti; le gemme a costante. La cultivar, un tempo assai diffusa sia fiore sono distribuite uniformemente od in pre- in agro di Rosano che nei comuni limitrofi, dopo valenza nel tratto mediano. un periodo di stasi è ora in fase di ripresa. I frut- Foglie: lunghe mm 150 e larghe mm 41, con rappor- ti sono molto richiesti e ben quotati sui mercati to diametrico di 3,67; la larghezza massima è locali. centrale; il lembo è ondulato e talora increspato Maturazione: tra la terza decade di agosto e la prima lungo la nervatura principale; l’angolo apicale e di settembre. quello basale sono medi; il margine è crenato; le glandole sono reniformi. Fiori: campanulacei, di grandezza media; i petali Bibliografia sono ellittico-allungati, di colore rosa più intenso ai margini; il pistillo è alto meno o come gli BELLINI E. (1973) - Mostra pomologica 1972 a Firenze. stami, che sono ripiegati varso l’interno del ricet- Considerazioni su: Pesche e Nettarine, Prugne e Susine, Diospiri o Kaki. Vol. Ed. L’Informatore Agrario, Verona. tacolo; l’epoca di fioritura è medio-precoce. BELLINI E. (1987) - Il Pesco: favorevole alternativa per la frutti- Frutti: grossi (alti mm 64, larghi mm 71, spessi mm coltura tardiva del Mugello. Atti Convegno “Il territorio del 75, con peso di g 200), di forma oblata in sezione Comune di Borgo San Lorenzo. Prosopettive di sviluppo trasversale e oblata a sutura depressa in sezione della frutticoltura del Mugello”, Ronta (FI), 7 novembre. trasversale, le valve talvolta sono ineguali; la BELLINI E., BINI G. (1976) - Contributo allo studio delle cultivar cavità peduncolare è mediamente profonda e di pesco toscane a maturazione tardiva. CNR, Firenze. mediamente larga; la linea di sutura è poco pro- BELLINI E., GIANNELLI G., GIORDANI E., NENCETTI V., PICARDI E. nunciata; l’apice è incavato, senza umbone; la (1992) - Individuazione, descrizione e conservazione buccia ha una colorazione di fondo giallo mac- delle “pesche cotogne fiorentine”. Atti del Congresso “Germoplasma frutticolo, salvaguardia e valorizzazione chiata estesamente di rosso nella parte esposta al delle risorse genetiche”, Alghero (SS), 21-25 settembre. sole, è aderente alla polpa, di spessore medio, BELLINI E., PISANI P.L. (1982) - Pesche. In: Agrumi, frutta e uve con medio tomento; la polpa è di colore giallo- nelle Firenze di Bartolomeo Bimbi pittore mediceo. CNR, aranciato, poco arrossata intorno al nocciolo, Firenze. molto soda, buona, aromatica e profumata, dura- BELLINI E., SCARAMUZZI F. (1976) - Monografia delle principali cina (non spicca). cultivar di pesco. Vol. II, CNR, Firenze. I noccioli sono medi (alti mm 31, larghi mm 27, GALLESIO G. (1817-1839) - Pomona italiana, ossia trattato degli spessi mm 23, con peso di g 6), di colore scuro, alberi fruttiferi. N. Capurro, Pisa. globosi, con profilo simmetrico; l’angolo apicale è MORETTINI A., BALDINI E., SCARAMUZZI F., BARGIONI G., PISANI P.L. molto ampio; la superficie è molto corrugata, con (1962) - Monografia delle principali cultivar di pesco. CNR, Firenze. rilievi lisci e con cresta stretta.
223 V. Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto: il pero E. Bellini, S. Nin - Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Università degli Studi di Firenze G. Giannelli - Istituto sulla Propagazione delle Specie Legnose - CNR, Firenze 1. Introduzione cento il patrimonio varietale toscano aveva raggiun- to una notevole ampiezza, come dimostrano le opere La rapida evoluzione della nostra frutticoltura, le del Micheli, celebre botanico fiorentino vissuto a sempre crescenti esigenze agronomiche e commer- cavallo del XVII e del XVIII secolo, nelle quali sono ciali, legate al problema del contenimento dei costi, descritte, spesso con abbondanza e molteplicità di portano progressivamente alla riduzione delle culti- indicazioni pomologiche, oltre 230 varietà, e soprat- var di pero ed alla sostituzione delle preesistenti con tutto del Bimbi, nei cui dipinti sono illustrati 115 nuove cultivar più rispondenti alle immediate esi- soggetti di pere differenziati per epoca di maturazio- genze. Questa tendenza però provoca inesorabil- ne e di tipologie del frutto. È accertato che i Medici mente una grave erosione genetica che porta all’ab- ricercavano le novità vegetali anche da Paesi esteri, bandono di numerose cultivar di pero che in passa- soprattutto Francia e Germania. Le raccolte varietali to costituivano gran parte delle popolazioni locali. della Toscana erano famose ed apprezzate anche È ragionevole pensare che probabilmente le vec- all’estero e coprivano un periodo di maturazione chie cultivar di pero sono portatrici dei caratteri di pressoché uguale all’attuale calendario; notevolmen- spiccata resistenza e rusticità, in quanto selezionate te ampie erano le varietà di forme, pezzature e colo- prima della massiccia espansione dei prodotti chi- ri dei frutti. mici (fertilizzanti, antiparassitari, ecc.), i quali Ma come per altre specie da frutto, anche nel hanno contribuito a mascherare e a limitare nelle pero è andata perduta la maggior parte dell’ampio nuove cultivar la presenza di questi importanti ca- patrimonio varietale esistente all’epoca del Bimbi, ratteri. Avvalorano questa ipotesi le numerose culti- tanto che ad oggi si ritiene che solo 17 delle 115 var e biotipi che ancora oggi possono essere trovati varietà raffigurate nei dipinti sono sicuramente per- nelle campagne della nostra regione, benché le pian- venute fino a noi con il loro nomi originali o con te spesso siano prive di adeguate cure colturali. sinonimi (Bellini et al., 1982). Considerata l’importanza che riveste la precocità per la nostra produzione di pero si può altresì com- prendere l’interesse che può avere la conservazione 3. Il germoplasma di pero di alcuni individui a maturazione estiva anche per il ancora presente in Toscana lavoro di miglioramento genetico. È chiara pertanto la necessità di una azione Il germoplasma del pero toscano annovera 381 immediata e coordinata intesa a garantire la salva- accessioni raccolte e conservate da 3 istituzioni di guardia e la conservazione del germoplasma perico- ricerca, di cui 75 sono autoctone della Toscana (Tab. 1). lo nel nostro Paese. Tra queste meritano di essere ricordate le 20 riportate nella Tab. 2, che costituiscono il germopla- sma di pero di origine toscana più antico e diffuso 2. Il pero nella Toscana medicea fino agli inizi del Novecento. Quasi tutte sono anco- ra conservate nelle collezioni fiorentine e soltanto Il grande interesse rivolto al pero nella Toscana una parte riveste interesse colturale. è testimoniato già dall’epoca dei Medici. Nel Sette-
Il germoplasma della Toscana 224 Fig. 1 - Pero: San Giovanni, cultivar-popolazione, poco ser- Fig. 2 - Pero: Gentile, cultivar precocissima ma poco serbe- bevole, interessante per l’estrema precocità vole, conosciuta già al tempo dei Medici 3.1. Notizie storiche di tre cultivar di pero stata denominata Gentile Bianca di Firenze. La pera precoci di antica origine toscana Gentile deve la sua rinomanza alle note colture dei Nella nostra letteratura pomologica assai rare pomari granducali, attuate per iniziativa di Cosimo sono in genere le notizie sull’origine delle varietà di III, agli albori del XVIII secolo. Il suo frutto è stato pere italiane. Le descrizioni sono spesso di carattere pressoché regolarmente esportato all’estero a parti- morfologico e sul comportamento agronomico delle re dalla seconda metà del XVIII e per merito, soprat- singole piante. Tuttavia per la Coscia, la Gentile tutto dell’esportatore Becherucci, si è affermato sui Bianca di Firenze e la Coscia di Donna, considerate mercati dell’Austria e della Germania e più tardi le principali varietà antiche precoci diffuse in anche in altri Paesi. Toscana, si hanno notizie più specifiche. Coscia (Fig. 4): non esistono elementi sufficien- Gentile (Fig. 2): il buon nome e l’apprezzamento temente attendibili per identificarne in modo preci- di questa varietà sono stati in parte compromessi dai so l’origine. Il Racah (1927) desume, da notizie tra- contingenti di pere precoci provenienti dall’Italia mandate nel contado fiorentino, che la Coscia deri- meridionale denominate spesso pere Gentili. Per verebbe da una pianta da seme cresciuta a Bagno a questo motivo, ed anche a seguito delle continue Ripoli (Firenze), lungo le rive dell’Arno ai primi lagnanze degli esportatori fiorentini, tale varietà è dell’Ottocento. Tuttavia la descrizione della Coscia, Tab. 1 - Pero: accessioni conservate in Toscana Istituzioni Accessioni (numero) totale autoctone Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Univ. di Firenze (DO-UFI) 9 9 Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose, Univ. di Pisa (DCDSL-PI) 97 36 Istituto sulla Propagazione delle Specie Legnose, CNR di Scandicci - FI (IPSL-CNR-FI) 275 30 Totale 381 75
225 Tab. 2 - Pero: caratteristiche essenziali delle principali cultivar di origine toscana o di antica coltivazione nella regione (Bellini, 1978) Cultivar Origine genetica e sinonimi Epoca di consumo Caratteristiche generali Giugnolina nota fin dal 1554 metà giugno fra le cultivar extraprecoci tipo “Moscatelle” è la più conosciuta in Toscana San Giovanni taluni hanno ritenuto metà giugno cultivar-popolazione con frutti piriformi, di identificarla con il pero molto piccoli Hordaceus dei Romani Gentile Bianca citata e raffigurata fin dall’epoca fine giugno frutto piccolo, verde-giallastro, con polpa di Firenze medicea. Sin.: Gentile d’estate, liquescente, zuccherina, poco serbevole (Fig. 2) Pera zucchina, Zuccherina Gentilona diffusa in provincia di Pisa fine giugno simile alla Gentile, rispetto alla quale produce frutti più grossi, ma meno serbevoli Coscia Precoce costituita da Ragionieri nel 1910 inizio luglio frutto piccolo, piriforme, verde-giallastro, dall’incrocio di Precoce con polpa granulosa e zuccherina di Cassano x Coscia Lardaia diffusa in Toscana inizio luglio frutto medio, doliforme, verde-chiaro, con polpa biancastra, translucida, non serbevole Spadoncina di Firenze nome che indica cultivar talora metà luglio frutto piriforme, medio, verde-giallastro, con polpa (Fig. 3) differenti, ma che maturano fondente, zuccherina, aromatica, ma poco serbevole precocemente Coscia è accertato che il primo centro fine luglio frutto medio, verde-chiaro, con polpa bianca, (Fig. 4) di diffusione sia stata la pianura fondente, ottima dell’Arno, presso Bagno a Ripoli Coccitoia diffusa nel Livornese metà luglio frutto medio-piccolo, piriforme, verde-giallastro, di medie caratteristiche organolettiche Coscia di Donna diffusa nel Mugello intorno alla inizio agosto frutto medio-grosso, turbinato, verde-giallastro, (Fig. 5) metà dell’Ottocento. con polpa bianca, tenera e dolce Sin.: Maganza, Gamba di donna Coscia Tardiva costituita dal Ragionieri metà agosto frutto medio-piccolo, piriforme, giallastro, con ai primi del Novecento polpa fondente, zuccherina e profumata Bugiarda Sin.: Brutt’e buona, Mal vestita metà agosto la denominazione “Bugiarda” è dovuta alla non corrispondenza fra il brutto aspetto esteriore e la bontà del frutto Pera Mora di genealogia sconosciuta, diffusa nov./dic. frutto medio-grosso, maliforme, verde-bronzeo, (Fig. 6) da secoli nell’Appennino con polpa leggermente acidula, di buon sapore, Tosco-Romagnolo sensibile alla ticchiolatura Curato individuata nel 1760 in Francia. nov./genn. frutto medio, piriforme, verde-giallastro, percorso (Fig. 7) Sin.: Spada, Spadona d’inverno da una striscia rugginosa, con polpa croccante, zuccherina e granulosa al centro, resistente alla ticchiolatura Scipiona introdotta dall’Inghilterra alla fine nov. /febb. frutto medio, calebassiforme, verde-giallastro, dell’Ottocento. con polpa succosa, tenera e dolce Sin.: Fiasca, Spadona di Cesena Pera dell’Orto individuata a Firenze nel 1958 nov./genn. frutto medio, turbinato breve, verdastro da Morettini e rugginoso, di buon sapore Allora in Toscana era la più diffusa dic. /febb. frutto piccolo, oblungo, verdastro, succoso, tra le pere invernali ottimo soprattutto da cuocere in forno Cento Doppie molto antica. genn. /febb. frutto medio-piccolo, rotondo, verdastro, con polpa Sin.: Pera del Duca, Gelsomino consistente e di buon sapore, ottimo da cuocere Pera Volpina di genealogia sconosciuta, indigena genn. /febb. frutto piccolo, sferico schiacciato, verde-bronzato, dell’Appennino Tosco-Romagnolo con polpa di consistenza elevata e sapore discreto, ottimo da cuocere Spina Vera Sin.: Pira Spina, Pero Spina, genn. /marzo frutto medio, turbinato-appiattito, verdastro, Pero Spino, Spinoso con polpa aromatica e profumata
Il germoplasma della Toscana 226 Fig. 3 - Pero: Spadoncina, nome che indica una cultivar- Fig. 4 - Pero: Coscia, la più importante cultivar toscana, popolazione frequentemente riscontrabile nelle campagne diffusa a livello industriale e nota anche all’estero toscane Fig. 5 - Pero: Coscia di Donna, cultivar di buona qualità, Fig. 6 - Pero: Pera Mora, cultivar invernale, abbastanza diffusa nel Mugello diffusa nel Pre-Appennino toscano fornita dal Micheli non sembra corrispondere con l’o- monima cultivar attuale. Non è certo facile stabilire se la cultivar oggi diffusa provenga dalla pianta madre ritrovata nelle condizioni citate, ma non è da escludere che essa sia derivata dalla Coscia del Micheli attraverso miglioramenti successivi ed in seguito ad incroci ed a semine naturali. Rimane il fatto che la rapida diffusione di questa cultivar, assai conosciuta ed apprezzata anche all’estero (es. in Spagna sotto il nome Ercolini), va ricercata nella piana di Bagno a Ripoli (periodo Leopoldino), soprat- tutto per merito della famiglia colonica Goggioli. Una delle prime spedizioni di frutti fu fatta dal Becherucci di Firenze, che nell’estate del 1882 spedì Fig. 7 - Pero: Curato, cultivar invernale per cuocere, molto comune in Toscana dalla stazione ferroviaria di Firenze a Vienna una quantità modesta di pere Coscia. Coscia di Donna (Fig. 5): (nome attribuito dall’e- sportatore fiorentino Becherucci per distinguerla dalla tipica Coscia) o Maganza, altra varietà di una certa importanza nella tradizione colturale toscana,
227 Tab. 3 - Pero: cultivar ottenute a Firenze tra il 1951 e il 1999 Cultivar Costitutore Origine genetica Anno di Epoca* Osservazioni diffusione di raccolta Santa Maria Morettini William x Coscia 1951 = molto rustica, con eccellenti caratteristiche agronomiche e commerciali Butirra Precoce Morettini Coscia x William 1956 - 22 frutti di bell’aspetto e di squisito sapore Butirra Rosata Morettini Coscia x Butirra Clairgeau 1960 - 11 frutti attraenti, di ottimo sapore William Precoce Morettini William x Citron des Carmes 1960 - 19 frutti belli, di ottima pezzatura, ma spesso soggetti all’ammezzimento Morettini 64 Morettini William x Citron des Carmes 1961 - 33 frutti di ottimo sapore, ma non si conservano bene, ammezziscono facilmente Morettini 113 Morettini William x Citron des Carmes 1961 - 42 frutti di ottimo sapore, ma non si conservano bene, di facile ammezzimento Eletta Morettini Butirra Hardy x Passa Crassana 1963 + 45 frutti di aspetto attraente e di buona serbevolezza in frigo Leopardo Morettini Coscia x Decana d’Inverno 1967 + 35 la produzione non è sempre elevata, ma i frutti sono di eccellente qualità Fiorenza Breviglieri Dr. J. Guyot x William 1974 -5 abbastanza rustica, con frutti di buona serbevolezza Etrusca Bellini Coscia x Gentile 1991 - 37 molto produttiva, entra subito in fruttificazione; frutti medio-grossi, non soggetti ad ammezzimento Sabina Bellini Santa Maria M. 1999 -2 frutti simili per forma e pezzatura x Decana del Comizio a Decana del Comizio, ma con buccia più colorata di rosso Legenda: * in ± giorni da William. non è facilmente precisabile, ma dalle notizie rac- 3.3. La scheda descrittiva semplificata del pero colte, risulta che le prime colture risalgono ad un Allo scopo di rendere più agevole il lavoro di secolo fa (fine Ottocento) nel pre-Appennino reperimento delle “accessioni” di pero ancora pre- Toscano, nella zona centrale del Mugello e nel comu- senti in Toscana, la Commissione delle Specie ne di Borgo San Lorenzo, da cui poi si diffusero nei Legnose da Frutto (L.R. 50/97) ha elaborato una colli di tutta la Toscana. “scheda descrittiva semplificata”, riportata nelle pagine seguenti. 3.2. Le cultivar di pero ottenute a Firenze dal 1950 Il germoplasma del pero toscano non è costituito Bibliografia solo da antiche varietà di origine spesso ignota, ma anche da cultivar ottenute nell’ambito di programmi BELLINI E. (1978) - La coltura del pero in Italia. Edizioni L’Informatore Agrario, Verona. di miglioramento genetico finalizzati. Tra questi è doveroso ricordare i risultati conseguiti da Morettini BELLINI E. (1993) - La coltivazione del pero. Edizioni L’Informatore Agrario, Verona. che tra il 1951 ed il 1967 rendeva note ben 8 nuove BELLINI E., MARIOTTI P.L., PISANI P.L. (1982) - Pere. In: Agrumi, cultivar (Morettini, 1961; Morettini et al., 1967), due frutta e uve nella Firenze di Bartolomeo Bimbi pittore delle quali (Santa Maria e Butirra Precoce) oggi mediceo. CNR, Firenze. molto diffuse a livello nazionale. Al lavoro del MORETTINI A. (1961) - Le nuove cultivar Morettini. CNR, Morettini si è affiancato quello di Breviglieri con la Firenze. cultivar Fiorenza del 1974, e quello di Bellini con la MORETTINI A., BALDINI E., SCARAMUZZI F., MITTEMPERGHER L. costituzione delle due cultivar precoci Etrusca e (1967) - Monografia delle principali cultivar di pero. CNR, Sabina (Bellini, 1993), rese note rispettivamente nel Firenze. 1991 e 1999 (Tab. 3). RACAH V. (1927) - L’origine del pero Coscio e cenni sulla sua coltivazione. L’Italia Agricola, Piacenza.
Il germoplasma della Toscana 228 Commissione tecnico-scientifica delle Specie Legnose da Frutto - L.R. 50/97 - Scheda descrittiva semplificata PERO (Scheda fac-simile, richiedere l’originale all’ARSIA) Nome e cognome del rilevatore: Periodo della rilevazione: dal al Luogo della rilevazione (nome, cognome, indirizzo): NOME CULTIVAR ETÀ DELLE PIANTE N. PIANTE INDIVIDUATE SINONIMI CARATTERI OBBLIGATORI 1) VIGORIA 2) PORTAMENTO 3) FIORITURA (data) ❏ scarsa ❏ colonnare ❏ eretto inizio (10% fiori aperti) ❏ media ❏ intermedio ❏ aperto (espanso) piena (60% fiori aperti) ❏ elevata ❏ pendulo fine (100% fiori aperti) 4) CASCOLA PRE-RACCOLTA 5) PRODUTTIVITÀ 6) FRUTTIFICAZIONE ❏ scarsa ❏ scarsa ❏ costante ❏ media ❏ media ❏ incostante ❏ elevata ❏ elevata ❏ alternante 7) RACCOLTA (data) 8) N. RACCOLTE 9) DIMENSIONE FRUTTI inizio ❏ piccola: fino a100 g fine ❏ media: da 101 a 150 g ❏ grossa: da 151 a 300 g ❏ molto grossa: oltre 300 g 10) FORMA FRUTTI (secondo Chasset) 11) SIMMETRIA FRUTTI 12) PEDUNCOLO [vedi figura a destra] ❏ simmetrica ❏ corto: fino a20 mm ❏A ❏E ❏I ❏M ❏ asimmetrica ❏ medio: da 21 a 35 mm ❏B ❏F ❏J ❏N ❏ lungo: oltre 35 mm ❏C ❏G ❏K ❏O ❏D ❏H ❏L ❏P 13) EPIDERMIDE 14) RUGGINOSITÀ 15) COLORE DI FONDO ❏ liscia ❏ assente ❏ presente ❏ verde ❏ verde chiaro ❏ rugosa (%) ❏ giallo 16) SOVRACCOLORE EPIDERMIDE 17) TESSITURA POLPA 18) SCLEREIDI ❏ assente ❏ fine ❏ assenti ❏ rosso soffuso (%) ❏ grossolana ❏ presenti, al torsolo ❏ rosso striato (%) ❏ presenti, nella polpa
229 CARATTERI OBBLIGATORI 19) CONSISTENZA POLPA 20) SUCCOSITÀ POLPA 21) COLORE POLPA ❏ croccante ❏ croccante ❏ bianco ❏ fondente ❏ fondente ❏ bianco-giallo ❏ crema 22) SAPORE POLPA 23) PROFUMO (aroma) 24) SOVRAMMATURAZIONE ❏ scarso ❏ assente (ammezzimento) ❏ mediocre ❏ scarso ❏ assente ❏ buono ❏ medio ❏ presente ❏ ottimo ❏ elevato 25) SOVRAMMATURAZIONE 26) RESISTENZA 27) CONSERVABILITÀ ❏ scarsa ALLE MANIPOLAZIONI (in fruttaio) ❏ media ❏ scarsa ❏ scarsa ❏ elevata ❏ media ❏ media ❏ elevata ❏ elevata 28) GIUDIZIO QUALITATIVO 29) GIUDIZIO QUALITATIVO 30) GIUDIZIO AGRONOMICO GENERALE OSSERVAZIONI COMPLESSIVO ❏ senza interesse ❏ mediocre ❏ buono ❏ ottimo 31) SUSCETTIBILITÀ A MALATTIE A B C D E F G H I J K L Classificazione della forma dei frutti secondo lo schema proposto da Chasset: A) sferoidali; B) turbinati brevi; C) doliformi brevi; D) cidoniformi brevi; E) maliformi; F) turbinati appiattiti; G) doliformi; H) ovoidali; I) turbinati; J) turbinati troncati; M N O P K) piriformi; L) piriformi troncati; M) cidoniformi; N) piriformi allungati; O) calebassiformi; P) oblunghi.
Il germoplasma della Toscana 230 CARATTERI FACOLTATIVI 1) FORMA DELLA FOGLIA 2) CAVITÀ PEDUNCOLARE 3) CAVITÀ CALICINA ❏ lanceolata ❏ ovale ❏ superficiale ❏ assente ❏ obovata ❏ ovale allungata ❏ profonda ❏ mediamente pronunciata ❏ ellittica ❏ subrotonda ❏ stretta ❏ molto pronunciata ❏ ellittico-allargata ❏ cordiforme ❏ ampia 4) ENTITÀ FIORITURA 5) ALLEGAGIONE 6) PRODUZIONE ❏ scarsa ❏ scarsa (kg/albero) ❏ media ❏ media ❏ elevata ❏ elevata 7) PESO MEDIO FRUTTI 8) GRADO RIFRATTOMETRICO 9) SENSIBILITÀ A MACULATURA (g) (%) ❏ nulla ❏ media ❏ scarsa ❏ elevata 10) SENSIBILITÀ A OIDIO 11) SENSIBILITÀ A TICCHIOLATURA 12) SENSIBILITÀ A BRUSONE ❏ nulla ❏ media ❏ nulla ❏ media ❏ nulla ❏ media ❏ scarsa ❏ elevata ❏ scarsa ❏ elevata ❏ scarsa ❏ elevata 13) SENSIBILITÀ A PSILLA 14) FISIOPATIE ALLA RACCOLTA ❏ nulla ❏ media ❏ assenti ❏ scarsa ❏ elevata ❏ butteratura ❏ vitrescenza ❏ spaccature
231 V. Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto Il germoplasma toscano delle specie legnose da frutto: il susino E. Bellini, V. Nencetti, S. Nin Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Università degli Studi di Firenze 1. Il susino nella pomologia toscana 2. Il germoplasma di susino del passato ancora presente in Toscana La presenza in Toscana di una variegata quantità In epoca più moderna i primi tentativi di valoriz- di tipologie di frutta è dimostrata fino dal XVII seco- zare il germoplasma nazionale dei fruttiferi furono lo dall’opera del pittore naturalista Bartolomeo intrapresi nel 1940 per iniziativa dell’Ente Eco- Bimbi, vissuto alla corte di Cosimo III de’ Medici. nomico per l’Ortoflorofrutticoltura con il coordina- In due tele dell’autore vengono infatti raffigurate mento del Guzzini. Anche per il susino fu avviata rispettivamente 39 e 36 tipi di susine di varie forme un’indagine pomologica a carattere nazionale che e colori che testimoniano l’interesse dimostrato rimase però incompiuta a causa degli eventi bellici. all’epoca anche per questo tipo di frutta (Bellini e Tale inventario fu poi ripreso nell’immediato Pisani, 1982). dopoguerra ad opera del Centro Miglioramento Piante da Frutto e da Orto del CNR, sotto la direzione Numerose sono inoltre le descrizioni del Gallesio del Prof. Alessandro Morettini. Egli raccolse nella Pomona Italiana (1817-39) ove tra le altre spe- nell’Azienda Sperimentale di Firenze numerose cul- cie vengono raffigurate 10 tipologie di susine, che tivar italiane ed estere delle principali specie da frut- furono da lui raccolte e collezionate. to con lo scopo di valutarle e di utilizzarle nei pro- Tra queste ne ricorda alcune di origine toscana grammi di miglioramento genetico. Le cultivar di come: “Susino Catelano giallo” o “Buon Boccone”, susino presenti nella collezione vennero descritte da “Susina Catelana”, “Susino Catelano violaceo” o Baldini (1960); tra quelle di probabile origine tosca- “Susino Vecchietti”, “Susino Verdacchio”. na si ricordano: “Florentia”, “Porcina”, “San Piero”, “Vecchietti”, “Morettini 355” e “Morettini 243”. Il germoplasma del susino, oggi ancora presente in Toscana, annovera 401 accessioni raccolte e con- servate da 3 istituzioni di ricerca, di cui 44 sono rite- nute autoctone della nostra regione (Tab. 1). Per 21 di queste si ritiene utile riportare le essenziali caratteri- stiche (Tab. 2), che evidenziano alcune peculiarità. Tab. 1 - Susino: accessioni conservate in Toscana Istituzioni Accessioni (numero) totale autoctone Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura, Univ. di Firenze (DO-UFI) 38 9 Dipartimento di Coltivazioni e Difesa delle Specie Legnose, Univ. di Pisa (DCDSL-PI) 103 20 Istituto sulla Propagazione delle Specie Legnose, CNR di Scandicci - FI (IPSL-CNR-FI) 260 15 Totale 401 44
Il germoplasma della Toscana 232 Tab. 2 - Susino: caratteristiche essenziali delle principali cultivar di origine toscana o di antica coltivazione nella regione Cultivar Gruppo Pomologico Origine genetica Epoca Maturaz. Caratteristiche generali Florentia cino-giapponese probabile l.i. di “Burbank” 1 luglio albero vigoroso e produttivo; frutto medio, buccia (Fig. 1) rossa, polpa poco consistente e buon sapore Morettini 355 cino-giapponese ottenuta da Morettini 7 luglio albo vigoroso e produttivo; frutto grosso, (Fig. 5) da Florentia x Beauty rosso-violaceo, media consistenza e sapore Shiro cino-giapponese probabile incrocio 10 luglio albero vigoroso e costantemente produttivo; frutto [P. munsoniana x (P. triflora medio-grosso, con polpa tenera, dolce x P. simoni)] x P. cerasifera e di buon sapore Morettini 243 cino-giapponese ottenuta da Morettini da 12 luglio albero vigoroso e produttivo; frutto medio, violaceo, Shiro x Santa Rosa polpa consistente e sapore aromatico Mirabelle cino-giapponese di origine sconosciuta, 14 luglio albero vigoroso e scarsamente produttivo; frutto de Metz molto antica piccolo, giallo, dolce e consistente Burbank cino-giapponese semenzale di P. triflora, 15 luglio albero vigoroso e costantemente produttivo; frutto di origine giapponese medio-grosso, a buccia rossa su fondo giallo, di buona consistenza e sapore Porcina europea antica cultivar toscana, 18 luglio albero vigoroso e di scarsa produttività; frutto di origine sconosciuta medio, violaceo, di scarsa consistenza e sapore Vecchietti europea antica cultivar toscana, 20 luglio albero di medio vigore e poco produttivo; frutto (Fig. 2) di origine sconosciuta grosso, rosso-violaceo, di scarsa consistenza e di ottimo sapore San Piero europea probabilmente toscana, 24 luglio albero vigoroso e con produttività incostante; frutto (Fig. 3) di origine sconosciuta medio, violaceo scuro, di scarsa consistenza e buon sapore Presidente europea di origine sconosciuta, 25 luglio albero vigoroso e di scarsa produttività; frutto probabilmente toscana medio, violaceo-verdastro, di media consistenza e buon sapore Claudia Nera europea di origine incerta, 28 luglio albero di medio vigore e produttività; frutto medio, probabilmente belga violaceo, di scarsa consistenza e medio sapore Claudia europea probabile l.i. 28 luglio albero vigoroso, assurgente e produttivo; frutto Mostruosa di Regina Claudia grosso, giallo a maturazione, di scarsa consistenza e buon sapore Firenze ’90 europea ottenuta da E. Bellini 30 luglio albero vigoroso, assurgente e produttivo; frutto a Firenze da Ruth grosso, blu a maturazione, di buona consistenza Gerstetter x President e sapore Claudia Verde europea di origine sconosciuta, 4 agosto albero di medio vigore e di elevata produttività; (Fig. 4) molto antica frutto piccolo, verde, polpa compatta, di ottimo sapore Regina Vittoria europea di origine sconosciuta, 13 agosto albero di media vigoria e produttività elevata; introdotta dall’Inghilterra frutto grosso, rosso-violaceo, polpa compatta e di medio sapore Santa Caterina europea di origine sconosciuta, 13 agosto albero vigoroso e produttivo; frutto piccolo, verde, introdotta dalla Francia con polpa dolce e succosa Claudia Diafana europea ottenuta da l.i. 16 agosto albero vigoroso e produttivo; frutto medio, giallo di Regina Claudia chiaro, polpa compatta, dolce e aromatica Prugna d’Italia europea antica cultivar italiana 22 agosto albero vigoroso e produttivo; frutto medio, violaceo, di origine sconosciuta polpa consistente, acidula e zuccherina Coscia europea di origine sconosciuta, 22 agosto albero mediamente vigoroso e produttivo; frutto di Monaca forse locale italiana medio, giallo chiaro, con polpa tenera, succosa e dolce Anna Spath europea di origine sconosciuta, 27 agosto albero mediamente vigoroso e produttivo; frutto ottenuta in Germania medio, rosso scuro, con polpa compatta nel 1870 da Spath e di buon sapore Zuccherina europea di origine sconosciuta, 15 settembre albero mediamente vigoroso e di elevata di Somma forse locale italiana produttività; frutto medio, giallo, con polpa compatta e di buon sapore Altre cultivar: AA Spinosa-Terrosi, BB Spinosa-Terrosi, Franceschini 1, Prugna d’Oro, Sant’Anna, Mascina di Montepulciano.
233 Fig. 1 - Susino: Florentia, cultivar fiorentina molto produtti- Fig. 2 - Susino: Vecchietti, cultivar molto antica individuata va, propagata intorno al 1920 nella provincia di Firenze Fig. 3 - Susino: San Piero, ancestralmente presente nella Fig. 4 - Susino: Regina Claudia Verde, sebbene di origine regione, la sua origine toscana è discutibile incerta, è presente in Toscana fin dall’antichità 2.1. Notizie storiche di tre antiche cultivar di susino toscane La letteratura pomologica del passato raramente riferisce sull’origine delle varietà di susino, mentre è generosa di caratteri morfologici ed agronomici. Tuttavia per Florentia, Vecchietti e Porcina, si dispongono notizie di una certa attendibilità. Florentia (Fig. 1): secondo Racah questa cultivar deriverebbe dalla propagazione di un albero nato, intorno al 1920, in prossimità di un susino Burbank coltivato nei pressi di Bagno a Ripoli (FI). Alla sua diffusione contribuì iniziamente l’occasionale sco- pritore a nome Picciolo. Porcina: antica cultivar italiana di probabile ori- gine toscana ricordata da P.A. Micheli in un mano- scritto dei primi del XVIII secolo. Vecchietti (Fig. 2): la cultivar avrebbe avuto ori- gine, secondo Racah da un albero allevato nel poma- rio della Parrocchia di Quintole, nei pressi di Com- Fig. 5 - Susino: Morettini 355, cultivar fiorentina che si è piobbi (FI). Essa è infatti localmente nota anche con diffusa un po’ ovunque anche all’estero
Il germoplasma della Toscana 234 il sinonimo Susina del Prete di Quintole. P.A. Bibliografia Micheli, peraltro, in un suo manoscritto dei primi del XVIII secolo, illustrante le frutta allora coltivate AUTORI VARI (1994) - Elenco delle cultivar autoctone italiane. in Toscana, ricorda una Susina del Vecchietto, Agabbio M. (Ed.) CNR, Carlo Delfino Editore, Sassari. descrivendola tuttavia come caratterizzata da frutto BALDINI E. (1960) - Le cultivar introdotte presso il Centro di miglioramento piante da frutto e da orto del CNR. Da “La bianco maturante in agosto. In ogni caso sembra coltura del susino”, Riv. di Ortoflorofrutticoltura Italiana, trattarsi di un’antica cultivar toscana. n.s. BELLINI E. (1990) - “Firenze ’90” a new european plum cultivar 2.2. La scheda descrittiva semplificata obtained by cross-breeding. Firenze, XXIII Internationale del susino Horticultural Congress, ISHS-SOI, 27 agosto-1° settembre. Al fine di facilitare il compito di rilevamento dei BELLINI E., PISANI P.L. (1982) - Susino. In: Agrumi, frutta e uve dati per le accessioni di susino presenti in Toscana, nella Firenze di Bartolomeo Bimbi pittore mediceo. CNR, non ancora consevate nelle collezioni di cui alla Tab. Firenze. 1, la Commissione delle Specie Legnose da frutto GALLESIO G. (1817-1839) - Pomona Italiana, ossia Trattato degli (L.R. 50/97) ha predisposto la “scheda descrittiva Alberi da Frutto. N. Capurro, Pisa. semplificata”, che si riporta nelle pagine seguenti. MORETTINI A. (1961) - Le nuove cultivar Morettini. CNR, Firenze. RACAH V. (1933) - La susina Florentia nel suo terzo anno di prova. Firenze Agricola.
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