Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...

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Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Gaetano Donizetti

Il furioso all’isola
di San Domingo
Teatro Dante Alighieri
Stagione d’Opera
2013-2014
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Fondazione Ravenna Manifestazioni
                          Comune di Ravenna
                Ministero per i Beni e le Attività Culturali
                       Regione Emilia Romagna

            Teatro di Tradizione Dante Alighieri

          Stagione d’Opera e Danza
                              2013-2014

                    Teatro Alighieri
            sabato 15, domenica 16 febbraio

   Il furioso all’isola
    di San Domingo
                     Melodramma in due atti
                    Libretto di Iacopo Ferretti
     Revisione sull’autografo a cura di Maria Chiara Bertieri
                Fondazione Donizetti, Bergamo

                                Musica di

                Gaetano Donizetti

con il contributo di         partner
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Sommario
                                               La locandina................................................................. pag.           5

                                               Il libretto ........................................................................ pag.   6
Coordinamento editoriale
Cristina Ghirardini
Grafica Ufficio Edizioni
                                               Struttura e argomento dell’opera ............. pag.                                         33
Fondazione Ravenna Manifestazioni
                                               La furia e il perdono
Il testo del libretto è tratto dal libretto
della prima rappresentazione dell’opera,
                                               Sul “Furioso” di Donizetti
stampato a Roma dalla Tipografia Michele       di Stefano Castelvecchi ...................................... pag.                         37
Puccinelli nel 1833.

Si ringraziano gli autori e la Fondazione
                                               “Fu l’orror dei tradimenti”?
Donizetti di Bergamo per la gentile            Il Furioso da Cervantes a Ferretti
concessione del materiale editoriale, ideato   di Maria Chiara Bertieri ....................................... pag.                       47
e commissionato per il volume 37 (2013)
dei Quaderni della Fondazione Donizetti.
                                               Pazzie maschili donizettiane
In copertina e alle pp. 33, 37, 47, 55, 63,    di Fulvio Stefano Lo Presti . ............................... pag.                          55
65, 67, 75, 76, 77: Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe scelte per i fanciulli e la famiglia,
illustrate da Emanuele Luzzati, Ivrea,         Note di regia
Olivetti, 1988.                                di Francesco Esposito .......................................... pag.                       63
Si ringrazia il Museo Luzzati di Genova
per la gentile concessione delle immagini      Note sulla scena
qui pubblicate (© Nugae/Museo Luzzati).        di Michele Olcese ..................................................... pag.                65

                                               Note sui costumi
                                               di Santuzza Calì ........................................................ pag.              67
Foto di scena © Gianfranco Rota.

L’editore si rende disponibile                 I protagonisti .............................................................. pag.          69
per gli eventuali aventi diritto
sul materiale utilizzato.
                                               Il Museo Luzzati a Porta Siberia ................ pag.                                      75
Stampa Edizioni Moderna, Ravenna
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Il furioso all’isola
di San Domingo
melodramma in due atti
libretto di Iacopo Ferretti
revisione sull’autografo a cura di Maria Chiara Bertieri
Fondazione Donizetti, Bergamo
musica di Gaetano Donizetti

personaggi e interpreti
Cardenio Simone Alberghini
Eleonora Cinzia Forte, Paola Cigna
Fernando Francesco Marsiglia, Lu Yuan
Bartolomeo Leonardo Galeazzi
Marcella Marianna Vinci
Kaidamà Filippo Morace, Federico Longhi

direttore Giovanni Di Stefano
regia Francesco Esposito
coreografie e assistente alla regia Maria Cerveira
scene Michele Olcese da un progetto inedito di Emanuele Luzzati
costumi Santuzza Calì
assistente ai costumi Paola Tosti
light designer Bruno Ciulli
tempesta animata Luigi Berio

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
figuranti Antonio Buccoliero, Alessandra Di Pilato, Maria Teresa Galati, Beatrice Nava, Marco Premoli, Alessio Turco

direttore di palcoscenico Luigi Barilone maestro di sala e palcoscenico Samuele Pala maestro collaboratore Lorenzo Giossi
maestro alle luci Marco Creti maestro al fortepiano Patrizia Bernelich
scene Atelier di Elio Sanzogni, Fresonara costumi Sartoria Farani, Roma calzature Centro Telecinematografico Culturale
di Milano baffi Mario Audello, Torino attrezzeria Atelier di Elio Sanzogni, Fresonara e Fondazione Donizetti, Bergamo
fornitore fortepiano Francesco Zanotto sopratitoli Alberto Sonzogni, Bergamo
macchinisti Marcello Cavagna, Carlo Micheletti, Pietro Patteri
elettricisti Alberto Bonometti, Renato Lecchi, Cristian Tasca sarte Caterina Airoldi, Debora Baudoni
stagiste sartoria Alessia Baldassari, Selene Cudia, Wendi Rossi attrezzisti Walter Magnoni, Alberto Mostosi
truccatori Laura Busetti, Barbara Galeotti, Maria Paola Toledo, Chiara Cividini parrucchieri Adriana Giudici, Franca Rossi

nuovo allestimento
coproduzione Fondazione Donizetti di Bergamo, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona,
Teatro Luciano Pavarotti di Modena, Teatro Sociale di Rovigo,
Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna

                                                             5
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Il furioso all’isola                                                        ATTO PRIMO

                                                                                                    Scena prima
                                                                                                                                                                 Mezzo pollo!...

                                                                                                                                                                 Marcella
                         di San Domingo                                                             Spiaggia di mare da un lato. Dall’altra parte folta
                                                                                                    boscaglia, e rupi erte, ed altissime. Scogli sul lido.
                                                                                                                                                                 				            Fu pietà.

                                  melodramma in due atti                                            Il cielo è oscuro, tuona sordamente, e lampeggia.            Bartolomeo
                                 libretto di Iacopo Ferretti                                        Vari cespugli, ed alberi; capanne sparse qua e là.              So per chi. Sempre pietose
                                musica di Gaetano Donizetti                                         Rozza panca innanzi ad una capanna.                          fûr le femmine pe’ i matti.
                                                                                                    Marcella dalla sua capanna con paniere; indi                 Non l’intendo; e a tutti i patti
             prima rappresentazione: Roma, Teatro Valle, 2 gennaio 1833                             dalla medesima Bartolomeo con frustino in                    questo imbroglio finirà.
                                                                                                    mano.                                                           Co’ i capelli dritti in fronte,
                                                                                                                                                                 mezzo scalzo, disperato
                                         PERSONAGGI                                                 Marcella                                                     si precipita dal monte
                                                                                                      Freme il mar, lontan lontano                               di baston, di sassi armato
                                                                                                    mormorar il tuon si sente.                                   e se incontra una persona
       Cardenio                                                               baritono              La tempesta, certamente,                                     la perseguita, l’abbranca,
       Eleonora                                                               soprano               a scoppiar non tarderà.                                      pesta, lapida, bastona,
       Fernando                                                                 tenore                Chi sa dove il delirante                                   sì la negra che la bianca;
       Bartolomeo                                                                basso              va sforzando il passo errante!                               ed io devo alimentarlo,
       Marcella                                                               soprano               Ah! Il furor dell’oragano                                    anzi quasi ringraziarlo!
                                                                                                    sulla rupe il coglierà!                                      Questa pillola, figliuola,
       Kaidamà                                                                   basso                Sventurato! Il cibo usato                                  nella gola non mi va.
                                                                                                    qui ritrovi al cespo in seno.
       Coro di contadini. Coro di marinai.                                                          Ah! Vorrei parlargli almeno!                                 Marcella
                                                                                                    Giovin! Bello!...                                              Voi leggete in quella fronte
                                Scena: l’isola di S. Domingo.                                                                                                    come il misero è straziato!
                                                                                                    Bartolomeo                                                   Ramingando al bosco, al monte
                                                                                                    				             Che fai là?                                 va da tutti abbandonato.
                                                                                                                                                                 Voi dovete ritrovarlo
                                                                                                    Marcella                                                     dal pericolo salvarlo:
                                                                                                     Guardo il tempo.                                            v’affrettate: il tempo vola:
                                                                                                                                                                 soccorretelo, papà.
                                                                                                    Bartolomeo
                                                                                                    				              No, signora                                Bartolomeo
                                                                                                    a cercar vien sempre fuora                                     Ma già l’ordine ha il padrone
                                                                                                    il furioso.                                                  perché venga imprigionato.

                                                                                                    Marcella                                                     Marcella
                                                                                                    			      Qual sospetto!                                      Infelice!
Ciarle del verseggiatore
                                                                                                    Bartolomeo                                                   Bartolomeo
Le sventure di Cardenio, che per amor venne in furore e matto, furono già narrate                   Me l’ha detto Kaidamà.                                       			 (Ha pur ragione!)
leggiadramente da Michele di Cervantes Saavedra nella parte prima capo xxvii e seguenti              Qui cos’hai?                                                Ed ai pazzi sia mandato.
della sublime ed immortale sua parodia de’ pazzi costumi paladineschi fra quali perdevano il
senno le teste spagnuole di quei dì. Da questo vivacissimo tratto dell’encomiato romanziere         Marcella                                                     Marcella
trasse un anonimo una fortunatissima, se non regolarissima azione teatrale in cinque                				            Nulla.                                       Cor di tigre!
atti col titolo Il furioso nell’isola di S. Domingo. Più da questa che dal romanzo ho desunto
l’intreccio e lo sviluppo di questo melodramma, il cui argomento mi viene presentato                Bartolomeo
coll’obbligo di trattarlo per prima opera del corrente carnevale. Il consiglio precettivo           					                   Davvero?                             Scena seconda
fu obbedito, il come tempo e fortuna lo sveleranno; solo dir voglio che ho risparmiato al           Contrabando qui v’è sotto.                                   Kaidamà dall’alto della rupe di dentro, indi in
Cardenio cantante parecchi furori atletici soliti vedersi nel Cardenio recitante; perché fatti si   Pane!... Datteri!... Biscotto!...                            scena. Escono alle sue grida molti contadini
sarebbero a spese del valore musicale; quod absit.                                                  (Osservando gli oggetti nel paniere.)                        dalle capanne.

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Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Kaidamà                                                   e vedo il matto stringere                       Cardenio                                             Cardenio
				        Aita, aita.                                   maiuscolo bastone,                                 Raggio d’amor parea                                Meglio è finirla.
                                                          e a lunghi passi correre                        nel primo april degli anni,
Marcella                                                  per ripiombar su me;                            ma quanto bella, rea                                 Marcella e Bartolomeo
Ciel!                                                        eroe mi fa il pericolo,                      maestra era d’inganni.                               					            Ah! Fermati.
                                                          mi raccomando al piè;                           Sul volto avea le rose,
Coro                                                         ma in dubbio ancor sto d’essere              le spine ascose in cor.                              Kaidamà
    Quai grida?                                           il quondam Kaidamà...                              Vieni: l’antico amore                             Lascialo far.
                                                             scannatelo, ammazzatelo,                     m’arde le fibre, ingrata!
Bartolomeo                                                o il matto me la fa.                            Vieni, e mi svena il core,                           Coro
(Andando verso le falde delle rupi.)                                                                      tiranna idolatrata.                                  				            Corriamo.
				           È Kaidamà.                                 Marcella
                                                            Quanto più in furia il misero,                Bartolomeo e Marcella                                Cardenio
Kaidamà                                                   più degno è di pietà.                           (Sottovoce.)                                         Donne qui ancor!... Fuggiamo.
(Scende precipitoso dall’alto guardandosi                                                                 Piango a quel pianto, e palpito.                     (Veduta Marcella è preso da una convulsione, e
sempre sospettoso alle spalle; e giunto                   Bartolomeo                                                                                           corre via per la rupe.)
sull’innanzi del teatro si gitta affannato a sedere         Ad esser più sollecito                        Coro                                                 Qui tutto è crudeltà.
in terra; ma alla vista del frustino sollevato in         così t’imparerà.                                (Fra loro.)
aria da Bartolomeo, salta in piedi.)                                                                      Eppur ci forza a piangere.                           Marcella, Bartolomeo e Coro
   Per obbedirvi rapido...                                Coro                                                                                                    A quello squallido
ecco la storia mia...                                       I sassi ancor fai ridere                      Kaidamà                                              feral aspetto
scelsi la via brevissima                                  ah ah ah ah ah ah!                              Ohimè! Son paralitico.                               un gelo, un tremito
verso la fattoria.                                                                                                                                             mi scese in petto:
Correa per quello sdrucciolo                              Bartolomeo                                      Cardenio                                             il cor mi straziano
forte la gamba e lesta,                                   (A Kaidamà.)                                    Così morrei d’amor!                                  orror, pietà.
quando improvviso... punfete!                             Verso la fattoria                                                                                       Chi del fremente
mi casca un pugno in testa.                               tornar bisogna.                                 Bartolomeo                                           nembo crescente
Fermo; gridavo, e replica                                                                                  Ei viene...                                         nell’ira orribile
piff, paff il pugno a un tratto;                          Kaidamà                                                                                              fra l’ombre cupe
bombe parean che sparano.                                 				            E il matto?                     Kaidamà                                              su quella rupe
Mi volto...                                                                                               				        Ei viene? Io parto.                      salir potrà?
                                                          Bartolomeo
Coro e Bartolomeo                                         (Agitando il frustino.)                         Bartolomeo                                           Kaidamà
		       Ed era?                                          Mira il frustin.                                Resta.                                                  Tremano, tremano
                                                                                                                                                               piegansi entrambe
Kaidamà                                                   Kaidamà                                         Marcella                                             queste magrissime
				               Il matto.                              				           Vo via...                        		   Pietà non desta?                                povere gambe;
                                                                                                                                                               ma il piede immobile
Coro                                                                                                      Bartolomeo                                           s’inchioda qua.
Ah! Ah!                                                   Scena terza                                     Sì: ma vediamo.                                         Ma dove correre?
                                                          Mentre Kaidamà s’incammina verso la rupe                                                             Come salvarmi?
Kaidamà                                                   s’ode la voce di Cardenio; indi comparisce      Coro                                                 Sempre in pericolo
			 Non v’è da ridere.                                    lentamente scendendo in vesti lacere, capelli   				            È astratto.                          posso trovarmi.
Triplice fu la botta.                                     scomposti, pallido ecc.                                                                              Di qua sta il matto,
Traverso al corpo afferrami                                                                               Kaidamà                                              la frusta è là.
strillando: “l’hai sedotta?                               Cardenio                                        È matto.
Empio? Delle mie lagrime                                  Raggio d’amore...                                                                                    Bartolomeo
ti vieni a prender spasso?”                                                                               Bartolomeo, Kaidamà e Marcella                       Lascia al solito cespo il tuo paniere;
Dice: le braccia s’aprono,                                Kaidamà                                         			       Che farà?                                  la pietà non è colpa. Io sulla rupe
fa rotolarmi a basso.                                     (Retrocedendo impaurito.)                       (Cardenio gira qua e là gli occhi irresoluto,        m’azzarderò per ritrovarlo: al pianto
M’alzo ammaccato e livido,                                					           E là!                           finalmente dalla punta d’uno scoglio misura un       m’ha forzato il suo canto.
m’arrampico carpone,                                                                                      salto nel mare.)

                                                      8                                                                                                    9
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Marcella                                             Marcella                                             gonfio il flutto, e rimbalza sul lido;                Marcella
Oh! Come vi son grata!                               					                         Mio padre ha fretta.   e del vento il severo ruggito                         						                           Vedi?
                                                                                                          si confonde col mugghio del mar!                      Ti crede Satanasso.
Kaidamà                                              Kaidamà                                                 Ciel pietà! Già la nave è spezzata!
(Questo è il punto di far la ritirata!)              E se incontro per strada una saetta,                 Già sparisce dall’onde ingoiata!                      Kaidamà
(Marcella si ritira nella capanna; ma è preceduta    e mi ferma, e m’abbraccia, la risposta               Or che fino è perduta la speme                        					                Bell’incontro!
da Kaidamà, che spiava il momento di non             chi ve la porterà?                                   cielo e mar s’incomincia a placar!
essere osservato.)                                   (Agitata dalla burasca ricomparisce la nave                                                                Marcella
                                                     senz’alberi.)                                        Nel tempo di questo coro, la nave spezzasi; è         Fate cuor: siete viva.
Bartolomeo                                                                                                sommersa; ne passano i frammenti, e fra questi
Ai lavori. Obbedite.                                 Marcella                                             varie persone pericolanti. Eleonora viene gettata     Eleonora
E Kaidamà? Sparì?                                    				             Guarda... una nave...               fuori da un’onda; mentre tutti si sono allontanati    Io viva? Oh affanno?
Era pur qui! Chi sa? Forse galoppa                                                                        dalla sponda. La procella si calma.
verso la fattoria.                                   Kaidamà                                                                                                    Kaidamà
(I contadini rientrano nella capanna.)               Guardo.                                                                                                    E non ci avete gusto?
Del frustin la magia                                                                                      Scena quinta
fa svaporar talvolta la paura.                       Marcella                                             Eleonora svenuta, e detti.                            Eleonora
Ma fra quest’aria scura                              		     Se mai la spezza la tempesta.                                                                       (Guardando di nuovo Kaidamà, e gridando
come il posso cercar? Forse ai suoi gridi                                                                 Kaidamà                                               spaventata.)
ritrovarlo potrò; pietà mi guidi.                    Kaidamà                                              Era indigesto il mar. Guarda che imbrogli             Ah!
(Corre su per la rupe.)                              Allor sana non resta.                                teneva nello stomaco!... Cospetto!
                                                                                                          (Andando pian piano verso Eleonora.)                  Marcella
                                                     Marcella                                             È femina mi pare,                                       Tu le dai timor. Va’ via. Va’ via.
Scena quarta                                         					              Sventurati!                       o donna almen. Non le vuol manco il mare!
La tempesta va sempre crescendo; una nave            Se mai cadono in mar?                                                                                      Kaidamà
mercantile passa nel fondo del mare battuta                                                               Marcella                                              Che bell’effetto di fisonomia!
furiosamente dall’onde. I marinari cercano           Kaidamà                                              Oh! Come è cara!
d’ammainare le vele.                                 					                    Si azzupperanno,            (Marcella ed i contadini alzano Eleonora, e           Marcella
Kaidamà esce guardingo; indi Marcella, dopo i        e a viaggiar per terra impareranno.                  la conducono sovra un sasso. Kaidamà nel              Su, coraggio, signora.
contadini.                                           (Di dentro della nave si grida.)                     cavo della mano raccoglie dell’acqua, e glie la
                                                                                                          spruzza nel viso.)                                    Eleonora
Kaidamà                                              Voci                                                                                                       Oh! Eccesso di tormento! Io vivo ancora!
Che fo? Non so. Vado; ma il matto? Resto,            Soccorso... aiuto.                                   Kaidamà
                                                                                                                                                                  Ah! Lasciatemi, tiranni!
e se il frustin di botto...                                                                               				              Bell’animaletto!
                                                                                                                                                                Troppi affanni io sento insieme!
(Marcella esce in punta di piedi, e prendendo        Marcella
                                                                                                                                                                Morte voglio. A un cor che geme
inosservata Kaidamà per un orecchio.)                				                 Aiuto.                          Marcella
                                                                                                                                                                è crudele la pietà.
                                                                                                          Soccorriamola.
Marcella                                             Kaidamà
                                                                                                                                                                Marcella, Kaidamà e Coro
Birbante! Ti nascondi? Ora di trotto                 Vado io... farò io.                                  Kaidamà
                                                                                                                                                                  Là fra i vortici dell’onde
corri alla fattoria.                                 (Dalla nave si spara una cannonata, e Kaidamà        				             Sì: ci vuol dell’acqua.
                                                                                                                                                                s’è sconvolto il suo cervello
                                                     cade in terra.)                                      Lasciate fare a me. So quel che dico.
                                                                                                                                                                ogni idea le si confonde;
Kaidamà                                                                                                   In questi casi è il gran rimedio antico.
                                                                                                                                                                ragionar, parlar, non sa.
Povero orecchio!                                     Marcella
                                                     				             Sì.                                 Eleonora
                                                                                                                                                                Eleonora
Marcella                                                                                                  (Scuotendosi, aprendo gli occhi, e
                                                                                                                                                                  Vedea languir quel misero
				               Impara a far la spia.             Kaidamà                                              spaventandosi di Kaidamà.)
                                                                                                                                                                dell’età sua nel fiore;
Cammina.                                             					                  Son perduto.                  Misera! Dove son? Forse piombai
                                                                                                                                                                io l’ingannava, ahi perfida!
                                                                                                          già negli abissi?
                                                                                                                                                                E gli giuravo amore.
Kaidamà                                              Coro, Kaidamà e Marcella
                                                                                                                                                                Piangeva alle sue lagrime
			       E non vedete                               (Uscendo dalle capanne, e aggruppandosi i            Kaidamà
                                                                                                                                                                qual tortora fedele,
come è in collera il mar?                            contadini verso il mare.)                            				            Cosa ha detto?
                                                                                                                                                                e con la man crudele
                                                       Ahi sciagura! Spumante s’incalza
                                                                                                                                                                poi gli squarciavo il cor.

                                                10                                                                                                             11
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Fuggì. L’amai. Terribile                       Eleonora                                        Eleonora                                              Un pugno poi cos’è?... Che imbroglio è questo?
amor mi sorse in petto.                          					                      Il padre vostro      (Entra con Marcella.)                                 (Inciampando nel bastone; lo raccoglie; indi lo
Ardo d’un tardo affetto;                         irritar non dovete.                             				           Lo cangerà la morte.                   bacia, lo brandisce, e lo ruota in atto di menar
è mio supplizio amor.                                                                                                                                  colpi.)
                                                 Marcella                                        Bartolomeo                                            Bel bambucchetto! A tempo ti ritrovo.
Marcella                                         					              Il padre mio                 Sulle rupi il furioso non trovai.                     Sei piovuto dal cielo! Finalmente
 Chi può frenar le lagrime?                      è d’un ottimo cor.                              Ma per nuova fortuna, e inaspettata                   il matto non è un uomo? E un uom non sono?
                                                                                                 ritrovo in casa un’altra disperata!                   Se mi scarica un pugno io lo bastono.
Coro                                             Kaidamà                                         (Entra.)                                              (Accorgendosi di Cardenio, gitta il bastone, e
Quel pianto strazia il cor.                      					            Convengo anch’io;                                                                    cadendo in ginocchio.)
                                                 ma qualche volta poi pare...                                                                          Misericordia!
Kaidamà                                                                                          Scena settima
  Così per farci piangere                        Bartolomeo                                      Cardenio appoggiato ad un nodoso bastone              Cardenio
v’è un’altra matta ancor.                        						                         Che pare?        entrando in scena dalle falde della rupe; indi        				        Anima mia.
                                                                                                 Kaidamà dalla capanna.                                (Stendendo le braccia amorosamente.)
Eleonora                                         Kaidamà
   No, non piangete                              Una canna di zucchero,                          Cardenio                                              Kaidamà
ai miei lamenti:                                 un mazzolin di fiori...                         Tutto è velen per me! Per me sconvolto                					                     Stia fermo.
goder dovete                                     umilissimo servo a lor signori.                 è l’ordin di natura! Aprile istesso                   Giù, giù con quelle mani.
de’ miei tormenti:                               (Corre nella capanna.)                          sol fecondo è di spine! Amare l’erbe,                 Son scherzi da villani.
degli astri merito                                                                               (Gitta il bastone, ed intreccia desolato le mani.)
la crudeltà.                                     Bartolomeo                                      amarissimi pomi. Ardente vampa                        Cardenio
   E intanto il misero                           Chi è questa donna?                             l’aura spira per me. L’onda del rivo                  					                  Oh quanto! Oh quanto
nelle sue pene                                                                                   mi par liquido fuoco... e io vivo? Io vivo            io smaniavo per te! Sentiami attratto
pietosa lagrima                                  Marcella                                        per vendicarmi... sì... perfida! E come               da un arcano potere...
non troverà!                                     					               Un’infelice vittima         tanto bella, e perché? No quei begli occhi
                                                 del recente naufragio.                          sospettar non faceano un cor tiranno.                 Kaidamà
Marcella e Coro                                                                                  Fatal, tremendo inganno!                              					                  Io niente affatto.
   Consolatevi, sperate:                         Bartolomeo                                      Ma di’: perché tradirmi, Eleonora?
il destin si cangerà.                            					                E che tardate?             Va’, spietata, va’... no, no: t’amo ancora!           Cardenio
                                                 Sacro il misero è sempre. Entrate, entrate.     M’ami ancor tu?... Ti veggo... oh il bel sorriso.     Perché tremi?
Kaidamà                                                                                          Caro incanto d’amor, che fa beato
  Se voi sempre sospirate                        Eleonora                                        anche in mezzo al dolor!... Ma che? Spergiura?        Kaidamà
presto il fiato vi uscirà.                       Ah! Vacillo... non reggo                        Al mio rivale a lato!                                 				        È un’usanza
                                                 le stanche membra...                            No, non mi fuggirai...                                che non posso lasciar.
                                                                                                 il mio pugnal dov’è?... Morrai, morrai.
Scena sesta                                      Bartolomeo                                      (In atto di vibrar colpi. Poi rimanendo immobile.)    Cardenio
Bartolomeo scendendo dalla rupe, e detti.        					                  Fate cor.                                                                      					                   Mio ben!
                                                                                                 Kaidamà
Marcella                                         Marcella                                        (Di dentro uscendo, e si sente che gli chiudono       Kaidamà
Grondan le vostre vesti, o mia signora,          						                             Il braccio   la porta dietro a chiave.)                            						                           Mio male!
d’onda marina: nella mia capanna,                appoggiate sul mio.                             Vado, vado. Stia fermo col frustino.
se onorarla volete,                                                                              È un gran brutto destino                              Cardenio
sul momento potrete                              Bartolomeo                                      quel non commandar mai!                               Fior di vera beltà!
le mie vesti indossar da contadina.              					                 Coraggio.
                                                                                                 Cardenio                                              Kaidamà
Kaidamà                                          Marcella                                        (Da sé desolato.)                                     Ma io son Kaidamà.
Non andar per le poste, padroncina.              						                        Al fine           						                      Fuggì!
Senti prima il papà; sai che talora              l’aspetto suo crudel potrà la sorte                                                                   Cardenio
somiglia un temporale.                           per voi cangiar.                                Kaidamà                                               					                 Povero moro!
                                                                                                 						                              Coraggio.
                                                                                                 Cielo, allontana il matto... eh! Tocca a me.

                                            12                                                                                                        13
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Kaidamà                                                    Cardenio                                 Kaidamà                                          Cardenio
Ma povero davvero!                                         No.                                      Sì, no, sì, no, no, sì, sì.                      Rendila.

Cardenio                                                   Kaidamà                                  Cardenio                                         Kaidamà
					                Hai fame?                                 Mangio io.                            Il rimorso la cangiò?                           			   Che ho da rendere? Si sa?
                                                                                                    Qualche volta piangerà.
Kaidamà                                                    Cardenio                                                                                  Cardenio
						                            E come!                  				           Taceva, e mi guardava.    Kaidamà                                             Era il sorriso de’ giorni miei.
                                                                                                    Sì, signore, la cangiò.                          Da lei diviso tutto perdei.
                                                              Dei begli occhi i lampi ardenti
Cardenio                                                                                            Se ne ha voglia, piangerà.                       Un’alma ardita me l’ha rapita;
                                                           rispondeano agli occhi miei,
Senti: un’alma pietosa entro quel cespo                                                             (Cardenio improvvisamente passa dallo sdegno     ma fin nell’Erebo la troverò.
                                                           rinnovando i giuramenti,
(Corre nel cespo, cava il paniere, e le provisioni,                                                 alla preghiera con le mani protese implorando       Rendimi, rendimi l’anima mia
                                                           che il bel labbro articolò.
e siedono l’uno contro l’altro a cavallo alla                                                       pietà da Kaidamà.)                               vedi che spasimo di gelosia.
                                                              La sua man la mia stringea
panca.)                                                                                                                                              Più di contento non ho un momento
                                                           qui su i palpiti del core...
mi provvede ogni dì. Mangiamo insieme.                                                              Cardenio                                         e in tanto strazio viver non so.
                                                           mano iniqua, ingiusta rea!
                                                                                                     Dunque mangiar non vuoi?
                                                           La mia morte poi segnò.
Kaidamà                                                                                             Cotanto ingrata sei!                             Kaidamà
                                                           (Improvvisamente scagliando la mano di
(Complimenti indigesti!)                                                                                                                               Ah! Ne vuol troppo la stella mia!
                                                           Kaidamà sulla panca.)
                                                                                                    Kaidamà                                          Lasciami in pace matto! Va’ via.
Cardenio                                                                                            Ma va pe’ i fatti tuoi;                          Non so se in testa ho più la testa.
                                                           Kaidamà
Ma dimmi: non sapesti                                                                               ch’io vo pe’ i fatti miei.                       Eh! Via finiscila che far non so.
                                                             Mano mia, che avevi fatto
mai, mai nuove di lei!                                                                                                                                 Son paralitico per lo spavento.
                                                           da soffrir sì gran dolore?
                                                                                                    Cardenio                                         Ma pure a correre farei col vento.
                                                           Ma del matto fu più matto
Kaidamà                                                                                             Ma un pezzo di biscotto;                         Ad eclissarmi vorrei provarmi.
                                                           chi la man gli consegnò.
					                   Matto mio caro...                                                           idolo mio!...                                    Trecento miglia scappando andrò.
                                                           Cardenio
Cardenio                                                                                            Kaidamà                                          Cardenio afferra una grossa pietra, e cerca
                                                            La conosci?
Non chiamarmi così.                                                                                 				        No, no.                              lanciarla contro Kaidamà, che qua e là fuggendo
                                                                                                      (Io tanto gonfio, e abbotto;                   cerca evitare il colpo.
                                                           Kaidamà
Kaidamà                                                                                             che or ora schiatterò.)
                                                           				           No.
					               Savio mio bello!
Davver nulla ne so.                                                                                 Cardenio                                         Scena ottava
                                                           Cardenio
                                                                                                    Barbara!... Io piango!                           Bartolomeo esce dalla capanna; alla sua vista
                                                           				                 Tu menti.
Cardenio                                                                                                                                             Cardenio gitta la pietra, e corre su per la rupe, e
					            Vedi: una volta                                                                    Kaidamà                                          Kaidamà profittando del momento con un salto
                                                           Kaidamà
noi pranzavamo insiem dentro un boschetto.                                                          					               Eh! Via.                     corre nella capanna.
                                                           Anzi sì: siamo amiconi.
                                                                                                    Non pianger più: mangiamo.
Kaidamà                                                                                                                                              Bartolomeo
                                                           Cardenio
Si mangia bene al fresco.                                                                           Cardenio                                         Quale strepito è questo? Intendo, intendo
                                                           Ecco il reo, che ai tradimenti
                                                                                                    Mangiar!... Chi!... Tu?                          or non mi fuggirai.
                                                           il mio bene trascinò.
Cardenio                                                                                                                                             Tornato è il ciel sereno;
Noi stavamo così: l’un contro l’altro.                                                              Kaidamà                                          ti rinverrò delle tue rupi in seno.
                                                           Kaidamà
                                                                                                    					                     Ci siamo!              (Corre per la via percorsa da Cardenio.)
                                                            Ma vi pare!
Kaidamà                                                                                             Il tempo si cangiò.
(Mangiando il pollo.)
                                                           Cardenio
Bellissimo tablò!                                                                                   Cardenio                                         Scena nona
                                                           				         Ed or dov’è?
                                                                                                     Deciditi: la voglio.                            A vele spiegate si avanza un vascello da cui
Cardenio                                                                                                                                             sbarcano molti marinai spagnuoli, e quindi
                                                           Kaidamà
				              Colei...                                                                          Kaidamà                                          Fernando, che si pone subito a percorrere la
                                                           Stava là; ma poi sparì.
                                                                                                    					                   E chi ce l’ha?           scena esaminando la rupe.
Kaidamà
                                                           Cardenio
					                        Mangiava...
                                                           Qualche volta pensa a me?

                                                      14                                                                                            15
Il furioso all'isola di San Domingo - Gaetano Donizetti Stagione d'Opera - Teatro ...
Coro                                                 Scena decima                                    Kaidamà                                              Eleonora
   Ecco alfin l’onde tranquille                      Fernando, indi Kaidamà dalla capanna.           				          Non soffri i mali suoi?                Ma non sai che geme intanto
al soffiar d’aure seconde.                                                                           Or dunque è cosa certa                               una vittima per me?
Delle Antille sulle sponde                           Fernando                                        ch’hai dei pugni anche tu la zecca aperta.             Sappi.
fra i perigli si volò.                               Ma chi scorta mi fia fra queste rupi?
   Se verace corse il grido                          Mi sorride fortuna. Da quel moro                Fernando                                             Marcella
questo è il lido, il monte è quello                  saprò il miglior cammino.                       Eccoti un pugno d’oro.                               			     Narra.
dove il misero fratello                                                                              (Gli dà delle monete.)
da una perfida ingannato,                            Kaidamà                                                                                              Coro
delle selve fra l’orrore                             Maledetto frustino!                             Kaidamà                                              (Accorrendo dalla porta a destra.)
ramingando disperato                                 Quel tuo zig zag ora obbedir mi fa,             					                  Ah! Questi pugni              				            Via sgombrate:
il suo sdegno, il suo dolore,                        precisamente contro volontà.                    mi vanno proprio al core!                            affrettate altrove il piè.
le sue lagrime celò.                                                                                 Sono con voi, signore;                                  Il padron qua vien col matto;
                                                     Fernando                                        ma in caso difendetemi:                              (Sottovoce a Marcella tirandola in disparte.)
Fernando                                             Negro?                                          io vo alla fattoria,                                 lo scorgemmo da lontano
Sì, questo è il lido. O mio Cardenio! O mio                                                          e nell’andar v’insegnerò la via.                     ci fea cenno con la mano
sospirato germano,                                   Kaidamà                                         (Salgono uniti sulla rupe.)                          di venirvi ad avvisar.
io qui ti rivedrò? La mesta madre                    		    Bianco?                                                                                        (Partono.)
fra i caldi, impazïenti
palpiti del desir conta i momenti.                   Fernando                                        Scena undicesima                                     Marcella
Si sconvolse natura, e questa spiagge                				            Sai dirmi ove mai sia...        Interno d’una gran capanna abitata da                  Più secreta i casi tuoi
a me parea negar, ma in mezzo al nembo                                                               Bartolomeo, sulla destra degli attori porta da       vieni, o cara, a palesar.
la forza del mio cor cresceano intanto               Kaidamà                                         cui in lontananza si scorge il mare, e parte d’un
l’amor fraterno, e della madre il pianto.            Bartolomeo Nargelos mio padrone...              bosco. Una corda che pende vicina alla porta         Marcella e Eleonora
                                                                                                     a destra accenna una campana destinata a               (Un arcano sentimento
   Dalle piume, in cui giacea                        Fernando                                        convocare i contadini della fattoria. In fondo       di terrore, di contento
nel velen dei lunghi affanni,                        Non lo conosco.                                 a sinistra porta che mette all’interno d’altra       non so come vien quest’anima
la sua testa carca d’anni                                                                            capanna. Rozze sedie. La volta della capanna è       improvviso ad agitar!
lentamente sollevò.                                  Kaidamà                                         sostenuta da un gran tronco d’albero ritto nel         Questa gioia, questo palpito
   “Va’”, mi disse, e le scendea                     				              Non m’importa.                mezzo.                                               io vorrei... non so spiegar.)
fredda lagrima dal ciglio,                                                                           Dalla porta a sinistra Marcella conducendo per       (Entrando a sinistra.)
“al mio sen ritorna un figlio                        Fernando                                        mano Eleonora vestita da contadina, indi dalla
e contenta io spirerò”.                              						                          Io cerco        porta a destra i contadini.
   Dir di più... ma invan... volea,                  un povero infelice.                                                                                  Scena dodicesima
e piangendo m’abbracciò.                             Che là fra quelle balze                         Eleonora                                             Bartolomeo precede Cardenio ch’entra
   Ah! Dammi, o ciel pietoso                         disperato s’aggira, e mentecatto.                 Che il sorriso mio primiero                        sospettoso, ma calmato.
ch’io qua non giunga invano.                                                                         a brillar ritorni in me,
In traccia del germano                               Kaidamà                                           non lo credo, non lo spero,                        Cardenio
guidami, o cielo, il piè.                            Lo spacciator de’ pugni?... Insomma il matto?   più innocente il cor non è.                          (Arrestandosi sulla soglia.)
   A te, se il trovo, o madre                        Che? Gli sei amico?                                                                                    Dove mi traggi?
verrò d’amor sull’ale;                                                                               Marcella
né vi sarà mortale                                   Fernando                                           Per vederti il col sereno                         Bartolomeo
beato al par di me.                                  					                Oh! Molto!                 il mio sangue verserei.                              (Traendolo con dolce violenza.)
                                                     Suo fratello son io. Le sue sciagure                                                                 				             Il voglio.
Coro                                                 io divido con lui. Dai mali suoi                Eleonora
  A quel suo core eguale                             anch’io mi sento oppresso.                      Non mi stringi più al tuo seno                       Cardenio
di figlio un cor non v’è.                                                                            se ti svelo i falli miei.                            Non mi tradir.
                                                     Kaidamà                                         Traditrice, ingannatrice...
I marinari tornano a bordo, ed il vascello si        Dai suoi mali?... Alla larga! Con permesso.                                                          Bartolomeo
scosta dal lido.                                                                                     Marcella                                             				           T’avanza
                                                     Fernando                                        Già men rea ti fa quel pianto.                       m’è sacro il tuo cordoglio.
                                                     Perché fuggi?

                                                16                                                                                                       17
Cardenio                            d’amor rispose ai palpiti                          Eleonora                                              Kaidamà
Qual nutri tu speranza?             col guardo innamorato;                             È la sua voce.                                        Zitto, che il matto è là.
                                    e i genitor sorrisero
Bartolomeo                          allo svelato amor.                                 Cardenio                                              Cardenio
Saper d’un cor che geme                Ma l’oceàno istabile                            				           Il barbaro                               Deliro: un vivo incendio
il tuo secreto...                   con l’onde irate e rotte                           fin de’ miei casi intendi.                            circola nelle vene.
                                    vascel di merci carico                             Tutto rapito aveami,
Cardenio                            dote, e speranze inghiotte.                        tradiami nel mistero.                                 Eleonora, Marcella, Fernando e Bartolomeo
				            Ah! Mai.            Al fondo in cui precipita                          Seguito avea la perfida                               Ahi misero!
                                    dà un guardo il padre, e more;                     un seduttore.
Bartolomeo                          ella mendica ed orfana                                                                                   Cardenio
 Mescere il pianto insieme.         da me non spera amore.                             Eleonora                                              				         Frenetico,
                                                                                       				           È vero!                                oppresso da catene,
Cardenio                            Bartolomeo                                                                                               chiamavo ognor la perfida,
Con me tu piangerai?                E il padre vostro?                                 Marcella                                              il mio fratel chiamavo.
                                                                                       Voi forse...                                          Sciolto, fuggivo; inospito
Bartolomeo                          Cardenio                                                                                                 deserto ricercavo.
Sì teco io piangerò.                				              Ferreo                           Eleonora                                              Lungi così da femine
                                    d’amarla allor vietò.                              				 Io son.                                          qui vivo, e qui morrò.
Cardenio
A ché mi sforzi!                    Bartolomeo                                         Marcella                                              Fernando
                                    E voi?                                             				              Celatevi.                              No, di quest’alma i palpiti
Bartolomeo                                                                                                                                   frenare io più non so.
				            Abbracciami.        Cardenio                                           Eleonora                                              (Trattenuto da Kaidamà.)
                                    		 Lo sprezzo.                                     Non merito pietà.                                        Voglio al mio petto stringerlo;
Cardenio                                                                                                                                     a lui mostrarmi io vuò.
Il velo io squarcerò.               Bartolomeo                                         Bartolomeo
   Storia saprai di lagrime.        				             Incauto!                          					             Calmatevi                           Kaidamà
                                                                                       in sen dell’amistà.                                   (A Fernando.)
Bartolomeo                          Cardenio                                                                                                   Che il capo non vi stritoli
Narrala, il pianto frena.           D’amor furente e cieco                             Cardenio                                              io garanzia non fo.
                                    sposo la bella, e rapido                           (Balzando in piedi.)
Cardenio                            lungi con me la reco:                                Seguo i suoi passi... oh rabbia!                    Eleonora
Vive un german più giovane;         vecchia parente accolsela.                         Col reo la trovo. Allora                              (A Marcella che la trattiene.)
m’è patria Cartagena.               Al mar m’affido; provo                             tento svenarlo. Involasi.                               Che a lui men voli, ah! Lasciami:
Ricco, onorato, provvido            fausto il destin; ma cenere                        Su lei... l’amavo ancora!                             pianger, spirare io vuò.
il padre commerciante               il padre mio ritrovo,                                                                                      No, non sarò più misera
studiò de’ figli l’indole           che il suo paterno fulmine,                        Bartolomeo                                            se a’ piedi suoi morrò.
fu d’educarci amante.               morendo a me scagliò.                              Ed ella?
Nacqui poeta, e fervido                                                                                                                      Marcella
l’estro bolliami e il cor.          Bartolomeo                                         Cardenio                                              (Ad Eleonora.)
   Di portoghese vergine            Sventura orrenda!                                  		      Oh strazio! Insultami.                          Restate ancor. Frenatevi.
visto il fatal sorriso...                                                              Con un sorriso amaro                                  Non è ancor tempo, no.
                                    Cardenio                                           mi sprezza. Un mar di lagrime
Bartolomeo                          					              Ascoltami:                      questi occhi miei versaro!                            Bartolomeo
Segui.                              il tuo terror sospendi.                                                                                    Amico! Al sen stringetemi:
                                                                                                                                             tutto per voi farò.
Cardenio                                                                               Scena quattordicesima                                   Figlio! Le vostre lagrime
		      Le fibre m’arsero,          Scena tredicesima                                  Fernando con Kaidamà dalla porta esterna, e detti.    pietoso io tergerò.
parvi da me diviso.                 Eleonora ritenuta da Marcella rimanendo nel
Figlia adorata ed unica             fondo, e sceneggiando secondo la diversità degli   Fernando                                              Cardenio
pari a me d’anni e stato            affetti da cui è commossa.                         Ma qui sperarne indizio...                             Risparmia quelle lagrime

                               18                                                                                                           19
il pianto tuo non vuò.                               Cardenio                                    Cardenio                              No, lasciarla tu non dêi.
   Io solo devo piangere;                            (Quasi commosso dopo averla guardata alla   				              Va’.                Ah! Ti calma ai prieghi miei.
me il fato fulminò.                                  sfuggita.)                                     Donna iniqua! E non rammenti       Se varcato ha tanto mare
                                                     			       Lasciami.                         le tue frodi, i giuramenti?           per venirti a ritrovare,
Bartolomeo                                                                                       Non ti bastan per trofei              per parlarti, per placarti,
  Fra spechi, rupi, e selve                          Eleonora                                    le mie smanie, i pianti miei?         no, non mente il suo dolor.
deh! più non gite errando.                           La morte, o il tuo perdono.                 Sfidi il vento, varchi il mare           Ah! Che fugga, non lasciate
                                                                                                 per venirmi a tormentare,             o salvarlo disperate.
Cardenio                                             Cardenio                                    per straziarmi, lacerarmi             Non vedete? Ha in fronte espresso
Gli uomini a me son belve.                           Non ti conosco.                             lentamente a brani il cor!            il delirio del furor.
                                                                                                    Ah! Fuggite: mi lasciate              Ah! Mi manca il core oppresso,
Fernando                                             Eleonora                                    involatevi: tremate.                  già presago di terror.
Anche il fratel?                                     				            Uccidimi.                   Odio tutti, odio me stesso;
                                                     L’onor ti renda ardito.                     fin del sole io sento orror!          Kaidamà
Cardenio                                                                                            Lungi lungi dal tuo sesso,         (Ora a Bartolomeo, ora a Marcella, ora ai
				            Fernando!                            Cardenio                                    sesso infido, ingannator.             contadini.)
Tu qui?... Tu meco! Oh gioia!                        (Cominciando ad esser preso da un tremito                                           Ah! Fuggir, scappar lo fate;
                                                     convulso.)                                  Eleonora                              se vi coglie singhiozzate
Fernando e Cardenio                                  Perfidi tutti!                                Nel mio sguardo mezzo spento        delle furie nell’eccesso d’una vipera è peggior.
(Abbracciandosi.)                                                                                mira espresso il pentimento.            De’ suoi pugni il segno impresso
Oh sospirato amplesso!                               Marcella, Bartolomeo e Fernando             Non fuggirmi; ne morrei               serberò quattr’anni ancor.
                                                     				        Ascoltala.                      cedi, cedi ai pianti miei.
Marcella, Kaidamà e Bartolomeo                                                                   Ho varcato tanto mare                 Marcella, Bartolomeo e Coro
Oh vista!                                            Cardenio                                    per venirti a ritrovare,              A Cardenio circondandolo.
                                                     Tremate. Io fui tradito.                    per svelarti, per mostrarti               Ah! Tremar, gelar ci fate:
Fernando e Cardenio                                  Ov’è un pugnal?                             come spasima il mio cor.              arrestatevi, ascoltate.
			    Al petto stringimi.                                                                         Ah! Che fugga non lasciate:         Vi commova quell’eccesso
                                                                                                 d’una misera tremate:                 di rimorso, e di dolor.
Cardenio                                             Scena ultima                                (A Cardenio.)                             Ah! Non ode! Ha in volto impresso
Odiar più non so adesso.                             Kaidamà spaventato corre al cordone della   dal tuo sprezzo il core oppresso      il tumulto del suo cor.
(Eleonora improvvisamente sciogliendosi dalle        campana, suona a distesa, ed al suono       non desia che il tuo furor.
braccia di Marcella, e gittandosi a’ piedi di        accorrono i contadini.                        M’apri il seno, e leggi in esso,    Cardenio atterra alcuni contadini che gli si
Cardenio in un pianto dirotto.)                                                                  ch’io per te morrò d’amor.            attraversano; s’invola seguito da Fernando, ed
                                                     Kaidamà                                                                           intanto Eleonora, gittando un grido altissimo,
Eleonora                                             				                Legatelo.               Fernando                              cade svenuta in braccio di Marcella.
Odiar non puoi?                                                                                  (A Cardenio.)                         Quadro. Si cala subito la tenda.
                                                     Coro                                          In quel volto, in quell’accento     Fine dell’atto primo.
Cardenio                                             Fermo!                                      non ravvisi il pentimento?
				               Che!
                                                     Cardenio
Eleonora                                             		    Sgombrate il passo.
					                 In lagrime...
                                                     Eleonora
Cardenio                                             Io ti oltraggiai: ti vendica.
Stelle!
                                                     Cardenio
Eleonora                                             A tanto io non m’abbasso.
		    Al tuo piede io sono.                          Sento il furor risorgere.

Fernando                                             Eleonora
Eleonora!                                            Io non ti lascio.

                                                20                                                                                    21
ATTO SECONDO                                         Tutti                                                  Eleonora                                            Eleonora
                                                     					                      Volïam.                     					                  Eccolo là.                   Morir mi sento!
Scena prima                                          (Vanno lungo il mare, e si perdono di vista.)          (Si divincola, si scioglie, e corre a prostrarsi
Spiaggia di mare.                                                                                           presso Cardenio.)                                   Cardenio
Kaidamà nel mezzo venendo dalla rupe, indi                                                                                                                      				            E in mezzo
parte dei contadini che giunge dal bosco, e parte    Scena seconda                                          Marcella                                            a questo cupo orror, guida pietosa
dal di dietro delle capanne.                         Cardenio nel massimo furore scendendo                  Sola, che far poss’io?                              chi scorterà fra l’ombre i passi miei?
                                                     precipitosamente dalla rupe.                           Cercherò suo fratello, e il padre mio.
Prima parte del coro                                                                                        (Corre nella selva.)                                Eleonora
  Là non v’è.                                        Cardenio                                                                                                   Io...
                                                     Lasciatemi! Lasciatemi!... Crudeli!
Seconda parte del coro                               Ah! V’ho delusi! Era pur l’empia!... Il cenno          Scena quarta                                        Cardenio
				       Neppur qui.                               avea sul labbro, di mia morte il cenno...              Eleonora e Cardenio.                                   Tu?
                                                     sì, sì morrò. Si appagheran quell’ire.
Kaidamà                                              Ma vo’ pria vendicarmi e poi morire.                   Eleonora                                            Eleonora
					                     Dove sta?                  Qual fragore!... Ah! Son dessi? Ove m’ascondo.         La mia vittima è qui! Cardenio! Oh in quale         		    Sì.
                                                     (Correndo verso la capanna.)                           stato feral di morte! Ah! Se sapessi
Prima parte del coro                                                                                        che a te prostrato accanto                          Cardenio
Ci fuggì.                                                                                                   te il carnefice tuo bagna di pianto!                			      Tu? Dove sei tu?... Chi sei?
                                                     Scena terza                                            (Alzandosi.)
Seconda parte del coro                               Voce di Eleonora dentro la capanna; indi                                                                   Eleonora
                                                                                                            Cardenio
			   S’involò.                                      Eleonora ritenuta da Marcella, e detto.                                                                    Un’infelice.
                                                                                                            Verrò.
Kaidamà                                              Voce di Eleonora                                                                                           Cardenio
                                                                                                            Eleonora
				               Svaporò.                          Ah per pietà! Vo’ rivederlo.                                                                               				         No: solo infelice
                                                                                                            		   Cardenio!
                                                                                                                                                                sulla terra son io... che! Taci?... Fuggi?
Prima parte del coro                                 Cardenio                                               Cardenio                                            Fuggono tutti la sventura! Tutti!
Ma il padron che dirà?                               (Indietreggiando convulso.)                            				              Sì: già l’ora estrema,
                                                     						                       È questa                  l’invocata ora estrema omai già piomba.             Eleonora
Seconda parte del coro                               questa la voce sua. Voce tiranna                       Sì: ti riabbraccerò dentro la tomba.                No, non ti lascio più: solo la morte
					               Che dirà?                        che detesto ed adoro!                                                                                      dividerci potrà. Parla: m’è legge,
                                                     T’apri, o terra, e m’ascondi... io manco... io moro!   Eleonora                                            m’è sacro il tuo voler.
Kaidamà                                              (Gli mancano le forze nel fuggire, e cade.)            Ah! Che mai dice?
Che dirà?... Che farà già lo so.                                                                                                                                Cardenio
  Col frustino si sfoga su me,                       Marcella                                               Cardenio                                            					                 Voce soave
col frustino che ha tanta virtù,                     Ma il padre mio...                                     				               Il padre                         come mi parli al cor! Dolcezza ignota
che fa l’ali spuntare al mio piè                                                                            t’uccisi è ver; ma vendicarlo io voglio.            mi scende per le vene,
col zif-zaff e di sotto e di su.                     Eleonora                                                                                                   e quasi scordo un secolo di pene!
                                                     					              Ma il mio dover... l’offesi         Eleonora
Kaidamà e Coro                                       ingrata, ingiusta, infida;                             Che farò? S’ei mi scorge                            Eleonora
   Tutto intorno torniamo a cercar,                  mi perdoni pietoso, o qui mi uccida.                   s’addoppia il suo furor.                            Se mi leggessi in cor, tu d’un’indegna
a guardare, a spiare, a scoprir!                                                                                                                                sentiresti pietà.
Sventurato! Se casca nel mar                         Marcella                                               Cardenio
lo può l’onda per sempre inghiottir!                 Deh! M’odi almen...                                    					                   Misero! E dove              Cardenio
   Ci dia lena pietoso un pensier:                                                                          trascino il passo incerto!...                       				               Pietà! T’inganni.
la pietà con gli oppressi è un dover.                Eleonora                                               Oscuro, ampio deserto,                              Terribili, tiranni
                                                     					             Lo voglio... eccolo... ah!           immenso, immenso s’apre a me d’intorno.             sono gli affetti miei.
Parte del coro                                       (Scorgendo Cardenio caduto, e gittando un              (Avanzandosi brancolando.)                          Non ho per me pietà, per te l’avrei?
Più non tardiam.                                     grido.)                                                È per me spento il giorno; e brancolando            Ma dimmi: esser mia guida
                                                                                                            fra questa muta oscurità non sento                  come puoi tu fra questa
Kaidamà                                              Marcella                                               moversi, palpitar alcun oggetto                     profonda ombra funesta?
				               Andiam.                           Amica, che vedeste?                                    fuor che l’empio dolor che cresce in petto!

                                                22                                                                                                             23
Eleonora                                                 non invan qui ti trovò.                         Eleonora                                          Eleonora
Splende a mezzo del ciel limpido il sole...                Dai rimorsi in cor straziata                  				           Cardenio!                          		 Aita!
                                                         se pentita al piè ti cade,
Cardenio                                                 forse un raggio di pietade,                     Cardenio
Splende?... E nol veggo! Ah! Dunque avaro il fato        forse invan da te sperò?                        (Facendola avvicinare, e dividendole i capelli    Scena quinta
tutto mi tolse! Della vista il dono                                                                      sulla fronte.)                                    Fernando dalla rupe, Marcella dalla spiaggia con
anche or m’invola.                                       Cardenio                                        T’appressa... ancor... t’appressa:                qualche contadino.
                                                            Ah! Pian pian diradan l’ombre!               Eleonora!... È dessa!
Eleonora                                                 S’apre il ciglio ai rai del giorno!                                                               Fernando
					                M’odi.                              Cara luce, io ti ritorno                        Eleonora                                          			     Fratel!
                                                         finalmente a vagheggiar!                        Sì: dessa; ma cangiata,
Cardenio                                                                                                 pentita, disperata.                               Marcella
					                         Ah! Cieco io sono!         Eleonora                                                                                          				                Fermati.
                                                            Se non nieghi ai pianti suoi                 Cardenio
Eleonora                                                 di perdono un solo accento,                     E m’ami ancor?                                    Cardenio
Apri il ciglio?                                          la speranza ed il contento                                                                        					                      Mora.
                                                         al tuo piè la fa spirar!                        Eleonora                                          (Cardenio disarmato da Fernando corre sulla
Cardenio                                                                                                 				           S’io t’ami?                        rupe, e si gitta in mare. Fernando gitta le vesti, e
				          Ah! Invan!                                 Cardenio                                        Più vivo amor non brami,                          l’imita gridando:)
                                                          Parla... perché quel pianto?                   più amore un cor non sente;
Eleonora                                                 Che vuoi?                                       come la fiamma è ardente,                         Fernando
					                    Non vedi?                                                                       immenso è come il mar.                            Cardenio!... Fratel mio!...
                                                         Eleonora                                                                                          A salvarti, o perir pronto son io.
Cardenio                                                 			      Perdon.                                Cardenio                                          (Intanto Marcella ha condotto Eleonora nella
 Tutto è notte cupa e scura.                                                                             Vola al mio seno stringimi,                       capanna assistita dai contadini.)
                                                         Cardenio                                        e più non mi lasciar.
Eleonora                                                 					              Perdono?
Ei delira.                                                                                               Cardenio e Eleonora                               Scena sesta
                                                         Eleonora                                           Rapito in un’estasi                            Bartolomeo dal bosco; indi Kaidamà dalla
Cardenio                                                 Ho il cuor per doglia infranto.                 delira il mio core                                spiaggia.
			       La sventura                                                                                    fra care delizie
fin la luce m’involò!                                    Cardenio                                        fra sogni d’amore!                                Bartolomeo
   Ah! Dal dì che per l’infida                           (Mostrando di ricordarsi a poco a poco le sue   Lo sdegno sfidiamo                                Dove? Dove sarà? Tutta la selva
pace e speme oh Dio! perdei,                             sembianze.)                                     degli astri tiranni                               ho invan percorsa. L’aguzzin dei negri
come adesso gli occhi miei                               E tu saresti?                                   uniti scordiamo                                   che ho trovato per via
cieco il cor già in me restò.                                                                            le pene, gli affanni.                             neppure l’incontrò. Basta, il fratello,
   Ma tu piangi?                                         Eleonora                                        Per te voglio vivere,                             i contadin lo cercano, qualcuno
                                                         				         Io... sono...                      morire con te.                                    ritrovato l’avrà.
Eleonora                                                 io sono...                                         Lasciarti è impossibile;                       Kaidamà!... Kaidamà!... Le mie pistole
				              Oh come!                                                                               sei nato/a per me.                                devo spedire in fretta
                                                         Cardenio                                        (Tenendosi per mano in piena tranquillità si      fino alla fattoria.
Cardenio                                                 			       Ah! Taci... aspetta                   avvicinano verso la capanna, improvvisamente      Kaidamà!...
					                         Ah! Sorgi.                 lontana rimembranza                             Cardenio staccandosi da Eleonora colto da un
                                                         d’un’empia ma diletta                           nuovo pensiero.)                                  Kaidamà
Eleonora                                                 mi torna la sembianza!                                                                            (Correndo.)
Al tuo piè convien ch’io mora.                                                                           Cardenio                                          			        Son qua.
                                                         Eleonora                                        Tu al fianco mio?... Tradirmi
Cardenio                                                 (Tendendogli le mani supplichevole.)            sì, tu mediti ancora.                             Bartolomeo
Che pretendi?                                            Cardenio!                                       Mori.                                             					                   Mandarti via
                                                                                                         (Afferrando un bastone.)                          devo all’istante.
Eleonora                                                 Cardenio
				              Eleonora                               			      Che?

                                                    24                                                                                                    25
Kaidamà                                                 Bartolomeo                                        della pentita amante                                  Fernando
				            Ch’io respiri almeno!                   Ma Eleonora?                                      col perdono tornar la calma in seno!                     Affrettati, vola,
Lascia che prima parli, e sentirai                                                                        Chi più lieto di me?... Si tenti almeno.              momento beato;
cose grandi, padron; ma grandi assai!                   Kaidamà                                                                                                 le smanie consola
                                                                                                             Se ai voti di quest’anima
Bisogna dir che il matto avesse caldo:                  				           In mare                                                                                  d’un core straziato;
                                                                                                          pietà sorride e amor,
pattatunfete in mar gittossi giù,                       non la vidi cascar. Starà là dentro                                                                     e dopo gli affanni
                                                                                                             fra poco della misera
e appena cadde non si vide più.                         a divertirsi coi sospiri.                                                                               di tanti e tanti anni
                                                                                                          cangiar vedrò l’orror,
                                                                                                                                                                di gioia nei palpiti
                                                                                                          calmarsi il pianto.
Bartolomeo                                              Bartolomeo                                                                                              si cangi il penar.
                                                                                                          Troppo del suo dolor
Oh! Sventura! Oh sventura!                              					                 Andiamo.
                                                                                                          caro è l’incanto!
                                                        Voglio vederla.                                                                                         Bartolomeo e Coro
                                                                                                             Torni a mirar fra i palpiti
Kaidamà                                                 (Mentre si avviano verso la capanna s’ode il                                                              Il sol dalle tenebre
                                                                                                          quella fatal beltà
						                         Aspetta, aspetta:        coro.)                                                                                                  vedremo spuntar.
                                                                                                          e una pietosa lagrima
il fratel... che brav’uomo!
                                                                                                          a lui versar farà
si spoglia e salta in mar. Restai di pomice,                                                                                                                    I contadini partono, e Fernando entra nella
                                                                                                          dal ciglio il core...
col respiro in sequestro,                               Scena settima                                                                                           capanna.
                                                                                                          se vince la pietà
senza far, senza dir. Fra me pensavo                    Coro di contadini dalla spiaggia accorrendo, e
                                                                                                          trionfa amore.
chi s’è visto, s’è visto. Ecco vicino                   detti.
quasi alla fattoria                                                                                                                                             Scena nona
                                                                                                          Kaidamà
aprendosi una via                                       Coro                                                                                                    Bartolomeo solo.
                                                                                                           Peraltro...
sopra il mar galleggiando                               				          Allegri! Allegri! Udiamo!
s’affaccia don Fernando. Con la manca                   (Tornando indietro.)                                                                                    Bartolomeo
                                                                                                          Bartolomeo
il fratello stringea,                                                                                                                                           Sarà: ci spero poco, un qualche ramo
                                                                                                          (Fremendo.)
con la destra rompea                                    Kaidamà e Bartolomeo                                                                                    sempre ci resta. Veglierò... per Bacco!
                                                                                                          				      E mai non tace?
a gran fatica, a gran fatica l’onda,                       Più da tremar non v’è. No, no.                                                                       Dell’aguzzin de’ negri mi scordavo
e col matto così giunse alla sponda.                    Il matto tornò in sé.                                                                                   che vuol le sue pistole! Kaidamà,
                                                                                                          Fernando
                                                           In braccio al suo germano                                                                            volerà, tornerà. La fattoria
                                                                                                          Parlar vo’ ad Eleonora.
Bartolomeo                                              parve sereno in viso,                                                                                   è un po’ lontana, è ver; ma l’aguzzino
                                                                                                          Dolente è bella ancora.
Oh! Portento!                                           parlò tranquillo, umano,                                                                                ha gran bisogno delle sue pistole
                                                        e un placido sorriso                                                                                    e Kaidamà sa correr quando vuole.
                                                                                                          Kaidamà
Kaidamà                                                 sul labbro suo brillò.                                                                                  (Entra in fretta nella capanna.)
                                                                                                          Sì: non v’è mal: mi piace.
				           Ora sperano
che torni in senno a un tratto;                         Kaidamà
                                                                                                          Bartolomeo
che il mar fa matto il savio, e savio il matto.         Non vi saria pericolo                                                                                   Scena decima
                                                                                                          Starà là dentro a piangere.
Non lo nego... sarà;                                    che voi sognaste?                                                                                       Cardenio senza barba, e con abiti decenti,
ma ci ho un tantino di difficoltà.                                                                                                                              e cappello, lentamente avanzandosi dalla
                                                                                                          Fernando
Perché... vedi, padrone... se il cervello                                                                                                                       spiaggia. Incomincia la sera.
                                                                                                          Di gioia piangerà.
svapora e va per aria, è segno espresso                 Scena ottava
                                                                                                          (I contadini che s’erano avviati verso la spiaggia
che sia leggero assai, ed il leggero,                   Fernando ansante, con vesti cangiate, dalla                                                             Cardenio
                                                                                                          tornano verso Fernando in fretta.)
per quanto ho visto, vola sempre in su;                 spiaggia, e detti.                                                                                      Qui pianse al pianto mio! Qui la rividi
dunque, a tornare in testa                                                                                                                                      più bella nel dolor... pietà mi vinse...
                                                                                                          Coro
per cosa manifesta,                                     Fernando                                                                                                tutto scordai; mi strinse
                                                                                                          Pian pian Cardenio avvanzasi.
quel ch’è legger tornar dovrebbe in giù;                					               No.                                                                                 lacrimando la mano...
quindi concludo...                                      Quel di pria più non è! Cangiò le vesti;                                                                tentai fuggir... ma lo tentavo invano.
                                                                                                          Fernando
                                                        orror sentì de’ suoi passati giorni;                                                                    Ah! L’amo ancor... io l’amo?
                                                                                                          Sgombriamo via di qua.
Bartolomeo                                              par che a destarsi a poco a poco torni                                                                  Ed or?... Dir non saprei che cerco, e bramo!
					           Taci animalone!                         la già spenta ragion. Ei mi ravvisa,                                                                    Fuggir... fuggir... fratello mio! T’affretta,
                                                                                                          Kaidamà
Zucca ambulante!                                        della patria favella,                                                                                   fuggiamo. E trar potrei
                                                                                                            A Kaidamà ripeterlo
                                                        deciso ha meco di partir. Di voi,                                                                       da lei lungi i miei dì? Morrò con lei.
                                                                                                          due volte non dovrà.
Kaidamà                                                 come d’un sogno, mi parlò. Qua viene                                                                    (Siede sopra un sasso quasi incontro alla
                                                                                                          (Corre nella capanna.)
					              Bella conclusione!                   per dirvi: addio. Tentar vo’ un colpo; il cielo                                                         capanna concentrato in dolce melanconia.)
                                                        secondi i voti miei. Potessi, o cari,

                                                   26                                                                                                          27
Scena undicesima                                        Kaidamà                                        (Mentre Kaidamà vuol partire viene per un         Cardenio
Kaidamà dalla capanna con due pistole, e detto.         				               Io! No: ti pare?            braccio arrestato da Cardenio che vuol vedere,    (Avendogli tolte le pistole, e guardandolo
                                                                                                       girandogli intorno, ciò che tiene in mano; e      severo.)
Kaidamà                                                 Cardenio                                       gelosamente nasconde.)                            Zitto.
Non è soverchieria.                                     Son cangiato.
Fino alla fattoria                                                                                     Cardenio                                          Kaidamà
con due pistole cariche, e di notte?                    Kaidamà                                         Aspetta.                                         (Volendo correre alla capanna.)
E se per caso... vanno via le botte.                    				           Me l’han detto.                                                                   		 Padron...
Io fra quest’ombra scura                                (Ma peraltro ci scommetto                      Kaidamà
prudentemente moro di paura.                            non sia tutta verità.)                         				    Vado in fretta.                           Cardenio
                                                                                                                                                         				            Impietrati.
Cardenio                                                Cardenio                                       Cardenio
(Da sé.)                                                 Una grazia da te voglio.                      Che tieni?                                        Kaidamà
Di pistole parlò! Potrei...                                                                                                                              Son mutolo. Non parto.
                                                        Kaidamà                                        Kaidamà                                           (Ah! Gli è tornato il quarto!)
Kaidamà                                                 Una grazia!                                    				 (Ecco l’imbroglio!)
					                     Coraggio!...                                                                 Inezie.                                           Cardenio
Sì... coraggio le zucche! Io nei cimenti                Cardenio                                                                                         (Lodandolo ché sta muto e immobile.)
soffro ognor di podagra, e appena appena                				     Non negarla.                          Cardenio                                          Bravo!
so camminare a passo di formiche.                                                                      (Forzandolo a mostrarle, e volendo
Fame, e paura in me son cose antiche.                   Kaidamà                                        prendergliele.)                                   Kaidamà
                                                        Eh!... Vedrò.                                  		    Veder voglio;                               		   Oh!
Cardenio                                                                                               mostrale.
(Da sé alzandosi.)                                      Cardenio                                                                                         Cardenio
Ho risoluto.                                            				            L’accordi?                     Kaidamà                                           (Esaminando le pistole, e volgendone le
                                                                                                       			       Lascia star.                            bocche.)
Kaidamà                                                 Kaidamà                                        Sono due belve indomite                           			      Superbe.
				         E adesso che rifletto:                     					                Parla;                    che quando vanno in collera,
trovar potrei Cardenio, e non m’affretto?               ma due miglia almen più in là.                 sconquassano, fracassano                          Kaidamà
Chi sa? Povero lui! Spesso il periglio                                                                 e fanno in aria andar.                            					                Ohimè!
fa cangiar in leopardo anche il coniglio.               Cardenio
Sarà quel che sarà:                                     (Con dolcezza sempre avvicinandosi a Kaidamà   Cardenio                                          Cardenio
lascio la botta al primo: chi va là?                    che cerca stargli lontano.)                    (Ridendo serio.)                                    Se giuri a me silenzio;
Dopo m’arrolo al reggimento fuga,                       Fu l’orror dei tradimenti                        Ah! Ah!                                         temer non devi e va’.
e per correr più presto                                 ch’ecclissò la mia ragione.                                                                        Ma basta anche una sillaba...
ogni mio piede ha un’ala...                             Assordai piangendo i venti                     Kaidamà
(Mentre sta così da sé parlando a voce alta per         nella mia disperazione;                        				 (Brutta risata!                              Kaidamà
farsi coraggio s’è fatto vicinissimo a Cardenio,        parvi forse fra le smanie                      Battiam la ritirata.)                             Grazie alla sua bontà.
onde ascoltandone la voce, e voltandosi si              pieno il cor di crudeltà;
trovano faccia a faccia.)                                 mi perdona... ah! No: non crederlo:          Cardenio                                          Cardenio
                                                        ero degno di pietà.                            Cedile.                                              Sì: decisi, e seco spento
Cardenio                                                                                                                                                 dileguar vedrò gli affanni;
Negro, m’ascolta.                                       Kaidamà                                        Kaidamà                                           affrettar saprò il momento
                                                          Caro mio, se ti rammenti                     		    No.                                         d’involarla dagl’inganni,
Kaidamà                                                 non ti ho troppa obbligazione.                                                                   la crudel che m’innamora
(Rimanendo come una statua.)                            Mane e sera i complimenti                      Cardenio                                          più tradirmi non potrà.
				          Il quondam matto in gala!                 mi facevi col bastone.                         			      Mi servono.                                 Ah! Nell’urna amarla ancora
                                                        Le mie spalle lo ricordano;                                                                      cener freddo il cor dovrà.
Cardenio                                                ma il mio cor lo scorderà.                     Kaidamà
 Perché tremi?                                            Si fa scuro... addio... ma lasciami.         (Volendo gridare.)                                Kaidamà
                                                        Tutta avrai la mia pietà.                      Padron... Bartolomeo...                             Gamba mia, se mi vuoi bene
                                                                                                                                                         di mostrarlo ecco il momento.

                                                   28                                                                                                   29
Ora vincer ti conviene                                Involiamoci entrambi                                (Facendo de’ sforzi per riavere la pistola.)    Fernando, Cardenio, Marcella e Bartolomeo
il pensiero, il lampo, il vento.                      a sì strano soffrir.                                chi più lieta di me?                               La memoria del passato
Abbi sempre, galoppando,                                                                                                                                  come un sogno svanirà;
leggerezza, agilità.                                  Eleonora                                            Cardenio                                           il tuo cor rigenerato
   Gamba mia, mi raccomando:                          					             Come?                             					               No: vivi, vivi.             al piacer rinascerà.
non tradirmi per pietà.                                                                                   M’ami; mel prova assai
                                                      Cardenio                                            quel deciso voler. Sì: pago io sono.            Eleonora
                                                      (Cava le due pistole.)                              Abbi col mio perdono                            Ah! Fernando!... Ah! Sposo!... Amici!
Scena dodicesima                                      					                      Di queste                tutto tutto il primier tenero amore.            Desiar chi più saprà?
Cardenio accompagna Kaidamà, che corre via            una tu prendi... per l’estrema volta                (Prendendola per mano.)                           Che dalla gioia oppresso
fino alla selva, ed assicuratosi che è partito        abbi un addio col mio perdono in terra.                                                             non spiri in petto il core
torna indietro lentamente, mentre esce                Quando la man ti stringo                            Eleonora                                        lo provo nell’eccesso
Eleonora dalla capanna immersa in dolorosi            sparerò, sparerai.                                  Amici!... A tanta gioia... è poco un core!      di tal felicità.
pensieri, appresso a Fernando.                                                                            Ah! Delirammo, amico! Il solo pianto              Dopo sì lungo pianto
                                                      Eleonora                                            espiar può il delitto; un’altra colpa           così m’inebbria amore,
Fernando                                              Tua fra l’ombre sarò, tu mio sarai.                 lo rendeva maggior, scorda i miei falli!        che il mio soave incanto
Fratel! La mira, e a quelle                           (Prende una delle pistole.)                         Ché in me cangiato appieno                      un paragon non ha.
lacrime di dolor non esser cieco.                     A me.                                               per opera d’amore è il cor nel seno.
Ti parli la pietà.                                                                                                                                        Coro
                                                      Cardenio                                              Se pietoso d’un obblio                          Il mar c’invita andiamo,
Cardenio                                              		 Coraggio.                                        copri, o caro, i falli miei;                    spirano amici i venti.
				          Lasciami seco.                                                                              fortunata appien son io,                        Le sponde abbandoniamo;
(Fernando parte, Eleonora s’inginocchia.)             Eleonora                                            fortunato appien tu sei.                        tardar follia sarà.
Perché?                                               				            Questo è il voto mio,               Amor brami, e il cor nel petto
                                                      Cardenio!                                           arderà per te d’affetto;                        FINE.
Eleonora                                                                                                  del mio cor le fiamme, i palpiti
		        Perché son rea, perché pentita,             Cardenio                                            morte sol frenar potrà.
se perdon non ottengo, odio la vita.                  				 Eleonora!
Il seduttor crudele
del carnefice in man lasciò co’ i giorni              A2
tutti i delitti suoi. Mi scossi, e vidi               					                A morte... addio.
le mie colpe e ne piansi. A Cartagena
mossi in traccia di te.
                                                      Scena ultima
Cardenio                                              Fernando, Bartolomeo, Marcella accorrendo
(Facendola sorgere.)                                  dalla capanna con alcuni contadini con faci. Si
					                Di me!                           scorge Eleonora che tiene la pistola rivolta al
                                                      proprio petto; indi si avvicina il vascello, e ne
Eleonora                                              smontano i marinari con faci accese.
						                          Bramai
perdonata i miei dì chiudere in cupo                  Fernando, Bartolomeo e Marcella
ignorato recesso, e là nel pianto                     (Disarmandoli a forza.)
far che morisse a poco a poco il core                 Ah! Fermate, fermate.
fra il dolor tardo ed il risorto amore.
Qua la tempesta mi balzò. Ti vidi,                    Cardenio
ebbi orrore di me. Tu parti, io voglio                					                  E perché volta
il tuo perdono, e qui scontar desio,                  tieni l’arma al tuo sen?
ove errasti furente, il fallo mio.
                                                      Eleonora
Cardenio                                              					                   Perché degg’io
(Non vacillarmi, o cor!) M’odi: non posso             sola espiar morendo il fallo mio.
viver senza di te; con te nol devo.                   Lasciatemi morir. Ei mi perdona;

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Struttura
                                                            e argomento
                                                               dell’opera

Atto primo

[N. 1] Introduzione
“Freme il mar”; “Scelsi la via brevissima”; “Raggio d’amor parea”
Nel villaggio dei coloni sull’isola di San Domingo, Bartolomeo e sua figlia Marcella
stanno parlando del “delirante”. Bartolomeo è preoccupato: il misterioso personaggio
si aggira per l’isola ed è pericoloso, violento, tanto che sarebbe buona cosa riuscire
ad internarlo. Marcella è presa da pietà e vorrebbe andare a consegnare all’infelice
un paniere pieno di vivande. Ma sopraggiunge il moro Kaidamà, servo tuttofare di
Bartolomeo. Questi racconta di essere stato aggredito dal matto, che l’ha inseguito e
picchiato. I coloni ridono di gusto al racconto, ma Bartolomeo richiama al lavoro il
comico servitore. Mentre Kaidamà sta per andarsene verso la fattoria, si sente la voce del
matto, che arriva in scena con barba incolta, vesti lacere e sguardo sconvolto. È Cardenio
che, vaneggiando, ricorda il dolore del tradimento della sua donna; sta per gettarsi da
uno scoglio, ma viene trattenuto da Bartolomeo e Marcella. Alla vista di Marcella e delle
donne del villaggio fugge inorridito. Bartolomeo, mosso a pietà, si addentra fra gli scogli
per portare il paniere allo sventurato. Kaidamà nel frattempo ha approfittato della
situazione per nascondersi; Marcella lo intercetta e gli ordina di andare alla fattoria.

[N. 2 Scena e] Tempesta
“E non vedete com’è in collera il mar?”
Da lontano si scorge una nave in difficoltà, che tenta di ancorare alla rada, ma i flutti
hanno il sopravvento; la barca affonda e le onde trascinano sulla spiaggia una superstite.

[Recitativo] Dopo la Tempesta
“Era indigesto il mar”
Kaidamà si avvicina alla naufraga, e tenta di farla rinvenire.

[N. 3] Cavatina [Eleonora]
“Ah! Lasciatemi”; “Vedea languir quel misero”
Quando la ragazza, il cui nome è Eleonora, rinviene, pare anch’essa fuori di senno. Prima

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