NUOVI MATERIALI. L'ACCIAIO VEGETALE: IL - GreenB

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NUOVI MATERIALI. L'ACCIAIO VEGETALE: IL - GreenB
Università degli Studi dell’Aquila

Dipartimento di Ingegneria Civile,
 Edile Architettura, Ambientale.
             DICEAA                            NUOVI
Corso di ‘’Costruzioni speciali civili        MATERIALI.
    e Progetto di strutture’’.
                                             L’ACCIAIO VEGETALE: IL
     Prof. Amedeo Gregori
                                                BAMBOO AD USO
                                                  STRUTTURALE.

 Studente          Martina Torrelli      1
 Matricola         247937
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                      INDICE
›   Cosa è il bamboo;
›   La struttura e modello teorico del bamboo;
›   Proprietà meccaniche del bamboo e            prodotti
    ingegnerizzati;
›   Resistenza al sisma del bamboo;
›   Normative per il bamboo;
›   Esempio di progetto realizzato in bamboo.
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          Cosa è il BAMBOO
Il bamboo è un arbusto che cresce spontaneamente nella
zona subtropicale del pianeta, mentre in altre zone
compatibilmente con il clima può essere coltivato.
Europa e Antartide sono privi di specie native di bamboo.
Esistono in natura 60-90 generi che danno luogo a 1100-
1500 specie, ma SOLO UNA VENTINA SONO UTILIZZABILI NEL
SETTORE DELLE COSTRUZIONI!!!
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         Cosa è il BAMBOO
Il bamboo è noto per la velocità notevole di crescita che lo rende
interessante dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Basti
pensare che alcune varietà tropicali, come la Guadua Angustifolia,
impiegano circa 4 mesi per raggiungere altezze in media di 30-35m e
diametri di circa 20-24cm.
La crescita è estremamente veloce soprattutto nelle fasi iniziali e per
brevi periodi, durante le quali essa può variare tra 20 e i 100cm/gg.
Per il taglio, però, è necessario che sia raggiunta la maturazione (3-5
anni) e per questo alcune norme come la Norma Colombiana
prescrivono i 4 anni di età.
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      Il BAMBOO in botanica
Le molteplici varietà sono soggette alla seguente classificazione
botanica:

›   Dominio: Eukaryota;
›   Regno: Plantae;
›   Phylum: Euphyta, Magnoliophyta;
›   Divisione: Angiospermae;
›   Classe: Liliopsida;
›   Sottoclasse: Commelinidae;
›   Ordine: Grumiflorae;
›   Famiglia: Graminaceae (Poaceae);
›   Subfamiglia: Bambusoideae;
›   Tribù: Bambuseae (o bamboo legnosi, nei boschi tropicali),
    Olyreae (o bamboo erbacei);
›   Subtribù: Bambusine, Arthrostylidiinae, Arundinariinae,
    Bambusinae, Chusqueinae, Guaduinae, Melocanninae,
    Nastinae, Racemobambodinae, Shibataeinae.
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         Il BAMBOO in numeri
›   Altezza: in media 20-25m dal suolo;
›   Diametro: in media 10-20cm alla base e 5-10cm in cima;
›   Spessore delle pareti: variabile tra 2cm alla base e
    0,5cm in cima.
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   La struttura del BAMBOO
Il culmo presenta solitamente una
sezione trasversale cava. Lungo
l’altezza è irrigidito da nodi
diaframmati in parete legnosa. La
spaziatura dei nodi va dai 10 cm di
base fino a raggiungere i 40 cm in
cima. La porzione di culmo tra due
nodi è detta internodo.
A livello strutturale i bamboo sono
composti essenzialmente da tre
parti:
› il sistema sotterraneo di rizomi
    (radici);
› il culmo (canna);
› i rami.
tutte formate secondo uno stesso
sistema di serie alternate di nodi
ed internodi.
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La microstruttura del BAMBOO
Il culmo può essere assimilato ad un materiale composito
costituito da una matrice (scarsa capacità prestazionale)
che agglomera le fibre (elevata capacità prestazionale).
Per quanto riguarda la distribuzione delle fibre secondo
l’asse radiale del culmo, si nota che il 50-60% delle fibre è
localizzato nella zona esterna.
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La microstruttura del BAMBOO
Un dato utile alla definizione del modello teorico del
bamboo è la funzione di distribuzione nello spessore radiale
della sezione trasversale. Due distinti approcci hanno
portato alle conclusioni di seguito riportate:
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     Il modello teorico del BAMBOO
I risultati delle ricerche
mostrano delle similarità tra i
due       approcci,        infatti
facendo        una      semplice
integrazione in direzione
radiale     si     ottiene    un
contenuto totale di fibre
molto simile che si aggira
attorno al 27% (con leggere
variazioni da specie a
specie).
Questa      informazione        è
fondamentale perché unita
ad appropriati valori di
resistenza a trazione della
singola fibra e della matrice,
garantisce       l’impostazione
modelli numerici analoghi a
quelli       dei        materiali
compositi.
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        BAMBOO ad uso strutturale
Nel settore delle costruzioni sono utilizzate le seguenti varietà:
› Bambusa baleooa;
› B. tulda;
› B. nutans;
› B. pallida;
› B. polymorpha;
› Dendroealamus hamiltonii;
› Melocanna baecifera;
› D. giganteus;
› D. strietus;
› Gigantoehloa apus;
› Guadua angustifolia.
Tutte le specie prevedono un apposito trattamento per l’immunizzazione (in
una soluzione di sali di boro) e l’essiccamento tra i più comuni; entrambi
necessari ad evitare l’attacco di agenti patogeni sia funginei che animali.
Esistono svariati trattamenti per il bamboo sia con che senza prodotti
chimici.

Nel seguito ampio riferimento sarà fatto alla Guadua angustifolia (Guadua
per brevità) che è stata soggetta ad un’ampia campagna di indagine
presso varie università del Sud America.
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Proprietà meccaniche del BAMBOO

Le proprietà meccaniche
del bamboo sono affette
da un elevato grado di
aleatorietà visto che
risentono di numerosi fattori
come:
› Stato naturale del culmo;
› Posizione geografica;
› Altitudine.
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Proprietà meccaniche del BAMBOO
Con riferimento alla variazione di specie è interessante la tabella di sintesi, da
cui possono rilevarsi delle sensibili differenze.
Pertanto è assolutamente indispensabile conoscere l’origine del culmo.
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Proprietà meccaniche del BAMBOO
La norma della Colombia, analogamente alla normativa europea,
definisce la tensione caratteristica e quella di progetto come:

 Con fki: tensione caratteristica;
       Fi: valore di calcolo della tensione;
       FS, Fs e FDC: fattori di sicurezza applicati al valore
       caratteristico.
 Fi è inoltre modificato da altri fattori, non sempre inferiori all’unità ,
 che tengono conto delle condizioni di esercizio dell’elemento.
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Proprietà meccaniche del BAMBOO
Confrontando tra loro alcune normative diverse, risulta una variabilità
delle proprietà meccaniche; la normativa del Peru relativa alle strutture
in legno, e in particolare per la Guadua, fornisce i valori di seguito
riportati:
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Proprietà meccaniche del BAMBOO
Confrontando tra loro alcune normative diverse, risulta una variabilità
delle proprietà meccaniche; la normativa della Colombia relativa alle
strutture in legno, e in particolare per la Guadua, fornisce i valori di
seguito riportati:

  Si ritiene comunque opportuno che i dati meccanici del singolo
  lotto utilizzato siano preliminarmente verificati in laboratorio ed in
  sito, prima della messa in opera.
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Proprietà meccaniche del BAMBOO
Il materiale usato in una struttura reale tenderà ad essere impegnato dagli
sforzi interni secondo molte, se non tutte, le capacità resistenti riportate nelle
tabelle.
È di interesse sfruttarlo secondo la proprie “vocazioni statiche”: ad esempio in
direzione della fibratura. Un altro aspetto interessante è il valore della
resistenza a trazione della singola fibra di bamboo, sia come dato fine a sé
stesso, sia per lo studio dei materiali compositi con fibre di bamboo disperse in
matrice legante.
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Proprietà meccaniche del BAMBOO
È importante osservare che i
valori sono riferiti alla fibra
estratta dal culmo e non al
culmo che, come detto, è un
composito di fibre e matrice.

A grandi linee si può dire che se
la frazione delle fibre nella
sezione del culmo è del 25%
allora la resistenza a trazione
dello stesso sarà circa il 25% di
quella delle fibre e il 75% della
matrice, quindi, con i dati di
Amada si ha:

R = 0.25*6000+ 0.75*500 = 1875
kg/cm²
che è molto diversa dai valori
precedentemente riportati,
quindi la resistenza a trazione
della fibra isolata non è in grado
di rappresentare in modo
accurato la resistenza del culmo
stesso.
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Prodotti ingegnerizzati del BAMBOO
La sua resistenza e leggerezza lo rendono paragonabile alle prestazioni dell'acciaio tanto
che è stato definito appunto come ’’acciaio naturale’’ o ‘’oro verde’’. In edilizia il
bamboo viene utilizzato come :
› lamellare in bamboo per elemento colonna/trave;
› pannelli BMB(bamboo-matboards) per la costruzione di porte, pareti divisorie, scatole,
   ecc.;
› pannelli laminati LBL (laminated bamboo lumber) con elevata resistenza alla flessione;
› pannelli prefabbricati di bamboo e cemento;
› pannelli per pavimentazioni.

Recenti studi, condotti presso l’Università de Los Andes, hanno messo in luce che travi in
lamellare con lamelle di bamboo durante i test segnavano resistenze meccaniche
paragonabili a quelle di un legno lamellare di alta fascia (esempio GL36h).
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Il BAMBOO: confronto con altri materiali
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      Resistenza al sisma del BAMBOO
›    Resistenza meccanica (elevato modulo
     elastico)
                                                 Capacità di resistenza al sisma.
›    Leggerezza (bassa inerzia)
›    Flessibilità (capacità di non spezzarsi)

Adeguata progettazione sismica

    o Le giunzioni tra i nodi devono
      tener conto delle spinte
      orizzontali.
    o Gli elementi strutturali in
      bamboo devono essere
      dimensionati in numero e
      spessore adeguati.
    o Le fondazioni non devono
      essere fragili.
    o I tetti non devono essere
      troppo pesanti.
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        Le normative per il BAMBOO
Da un punto di vista normativo, non vi sono norme tecniche di riferimento né a
livello nazionale UNI né a livello europeo CEN e le stesse Norme Tecniche per le
Costruzioni non comprendono riferimenti al bamboo.

In ambito ISO invece sono disponibili due norme sul materiale e una norma di tipo
comportamentale per i laboratori. Le norme in questione sono:
o ISO 22156 “Bambù-Progettazione strutturale”;
o ISO 22157-1“Bambù-Determinazione delle proprietà fi siche e meccaniche-
   Parte 1: Requisiti”;
o ISO/TR 22157-2:2004 “Bambù-Determinazione delle proprietà fi siche e
   meccaniche-Parte 2: Linee guida per i laboratori”

La norma ISO 22156, pubblicata nel 2004 e riconfermata nel 2012,si applica alla
progettazione delle strutture di bamboo, per esempio bamboo tondo o tagliato,
bamboo laminato incollato, o pannelli a base di bamboo incollati o collegati con
connettori meccanici. La norma si basa sul calcolo agli stati limite e sulla
prestazione della struttura, e considera solo i requisiti di resistenza meccanica,
funzionalità e durabilità.
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 Il BAMBOO: vantaggi, svantaggi, applicazioni
Vantaggi               Svantaggi                Applicazioni
• Materiale            • Problemi di            • Materiale da
  ecologicamente         conservazione;           costruzione;
  sostenibile;         • Infiammabile;          • Artigianato;
• Buone proprietà      • Mancanza di            • Nuovi prodotti a
  meccaniche;            standard                 sostituzione del
• Economicamente e       prestazionali            legno;
  socialmente            certificabili;         • Carta;
  vantaggioso;         • Ridotto sviluppo del   • Arredamento;
• Basso consumo di       prodotto.              • Produzione farmaci;
  energia;                                      • Industria dei trasporti.
• Impatto ambientale
  pari a zero.
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                   Realizzazioni in BAMBOO
Il primo edificio ad uso pubblico in Europa ed in Italia, costruito interamente in
bamboo è stato il PADIGLIONE DI VERGIATE, in provincia di Varese, ultimato
nel 2003. La struttura è ispirata a uno schizzo del famoso architetto
colombiano Simon Velez, progettista del padiglione in bamboo dell’Expo di
Hannover.

Committente:                          Comune di Vergiate
Progettista e Direttore dei lavori:   Architetto Neri Braulin
Progetto strutture:                   Architetto Giuliano Curti
Costruzione:                          Emissioni Zero (Dott.ssa Valeria Chioetto)
Collaudatore:                         Ingegner Mario De Miranda
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    Il padiglione di Vergiate: i materiali
 Culmi in bamboo di essenza GUADUA ANGUSTIFOLIA, importato dalla
 Colombia e trasportato in Italia via mare utilizzando dei container preservati dai
 batteri prima del trasporto dai coltivatori colombiani con il metodo della
 fumigazione (tecnica ereditata dalla tradizione giapponese che consiste
 nell’utilizzo dei gas all’interno di ambienti chiusi, per l’uccisione dei batteri).
Numero di culmi:                            400 di lunghezza 9 m;
Diametro:                                   variabile tra 8 e 16 cm;
Peso specifico:                             ~800 kg/m³;
Tensione minima di trazione:                64,8 N/mm²;
Tensione minima di compressione:             52,6 N/mm²;
Tensione minima di taglio:                   9,1 N/mm².

I dati rilevati dall’Istituto Masini di Rho e precedentemente riportati,
differiscono da quelli tabellati riferiti ad uno studio di Janssen (1981) e
utilizzati ai fini progettuali.
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       Il padiglione di Vergiate: le strutture
Formato dalla successione di 3 corpi di fabbrica rettangolari e indipendenti, di
differente altezza infatti quello centrale supera di 1 m quelli laterali. Il Padiglione di
Vergiate presenta un ingombro planimetrico di circa 500 m² di 29 m per 17,60 m.
La struttura iperstatica è costituita dalla successione ripetuta a interasse 2 m di 15
portali a 3 cerniere a spinta eliminata (luce 10 m e sporti laterali di circa 3 m). Ogni
portale è composto da 2 travi reticolari di forma triangolare simmetriche, connesse al
colmo ed al bordo, che scaricano su 3 pilastri: uno verticale e due inclinati nella logica
di contrafforti. I portali sono collegati in falda da elementi trasversali su cui poggia un
tavolato in legno e tegole canadesi.
Le aste dei portali sono collegate mediante barre filettate rinforzate da anello di
blocco e assicurate da un dado per la monoliticità del nodo.
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       Il padiglione di Vergiate: il modello
Vista la ripetizione seriale dei portali, si è optato per assumere come
modello di riferimento quello costituito da una porzione trasversale di
larghezza 2 m contenente tutti gli elementi di interesse.
Il modello geometrico-matematico, nonostante il comportamento piano, è
di tipo tridimensionale, in modo da rappresentare correttamente la
presenza dei contrafforti ed una porzione di trave principale.

La trave di copertura e quella longitudinale sottoposte ad azioni flessionali
sono assimilate ad elementi trave mentre tutte le altre aste sono simulate
con elementi biella.

                                                 Modello utilizzato per le
                                                 azioni verticali e l’azione
                                                 orizzontale complanare.
                                                 Le aste in bamboo hanno
                                                 stesso modulo elastico ma
                                                 sezioni anulari diverse. La
                                                 catena è in acciaio.
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        Il padiglione di Vergiate: le azioni
Le azioni considerate sono:
o Pesi propri e permanenti;
o Azioni verticali: neve su tutta la copertura per il Calcolo 1;
o Azioni verticali: neve su metà copertura per il Calcolo 2;
o Azione orizzontale: vento nel piano del portale (trasversale al corpo di
   fabbrica) per il Calcolo 3;
o Azione orizzontale: vento ortogonale al piano del portale (longitudinale
   al corpo di fabbrica) per il Calcolo 4.

                                               Modello utilizzato per il
                                               Calcolo 4. Con azione
                                               ortogonale al piano del
                                               portale, la resistenza è
                                               offerta dalle travi di
                                               copertura dotate di
                                               elevata rigidezza
                                               trasversale e dai
                                               contrafforti (trascurando la
                                               rigidezza flessionale dei
                                               pilastri).
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       Il padiglione di Vergiate: Calcolo 1
   L’azione della neve, valutata in accordo con il DM1996 vale:

   La condizione più gravosa prevede un carico distribuito di 1,30KN/m²

   L’entità delle azioni verticali è:

Il carico totale dovuto alle azioni permanenti e alla neve vale: 54,10 KN/telaio mentre
quello dovuto alla sola neve vale: 44,30 KN/telaio. I risultati di calcolo vanno quindi
moltiplicati per un coefficiente pari a 54,10 KN/44,30 KN=1,22.
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Il padiglione di Vergiate: Calcolo 1
Calcolo 1: riepilogo delle sollecitazioni e delle tensioni nelle aste
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    Il padiglione di Vergiate: Calcolo 2
L’azione definita vale: 0,64 KN/m², oltre al peso proprio ed è applicata su una sola
falda.

Calcolo 2: riepilogo delle sollecitazioni e delle tensioni nelle aste
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    Il padiglione di Vergiate: Calcolo 3
L’azione del vento riferita alla proiezione verticale (h
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    Il padiglione di Vergiate: Calcolo 4
Si assume un’azione di progetto pari a 1/10·azione verticale e quindi 4,26
KN/telaio. Sulla sommità di ogni colonna si ha un’azione di 2,15 KN.

Calcolo 4: riepilogo delle sollecitazioni e delle tensioni nelle aste
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             Il padiglione di Vergiate: risultati
 I risultati possono riguardare due aspetti: caratteristiche geometriche e valori tensionali.

Caratteristiche geometriche
  Alcune aste come i puntoni e i diagonali 1 presentano snellezze
  elevate pari a 154 e 100 rispettivamente.
  La snellezza limite del bamboo è di circa 50 (ad essa corrisponde
  una tensione critica euleriana pari alla tensione di flessione ultima),
  per cui i valori riscontrati risultano eccessivi per le membrature
  principali.

Valori tensionali
  Le tensioni delle travi di copertura risultano elevate, tra 25 e 40 MPa,
  superiori a quelli consigliati a valle degli studi di Janssen.
  I metodi pratici di dimensionamento di Janssen consigliano valori
  ammissibili di 25 MPa, ma nella progettazione come si vede si
  riportano valori ben più alti.
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Il padiglione di Vergiate: la resistenza al fuoco

   Non esistono riferimenti riguardo il tema della resistenza al
   fuoco della struttura, manca infatti l’indicazione della
   reazione al fuoco del bamboo e la sua velocità di
   combustione. Possono essere indicati 2 ordini di osservazioni:

   o La presenza di fessure sulle aste esterne e lo spessore ridotto
     delle sezioni anulari cave, non consente di immaginare una
     resistenza dell’asta all’azione del fuoco;
   o La struttura è aperta sui lati lunghi e su un lato corto
     consentendo la rapida evacuazione in caso di incendio.

   Quindi la struttura anche se può essere considerata non
   pericolosa per gli occupanti, potrebbe subire gravi mutilazioni
   strutturali in caso di incendio.
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 Il padiglione di Vergiate: fasi costruttive
La sequenza costruttiva invertita dalla costruzione del tetto verso le fondazioni, è
giustificata dal fatto che il bamboo è un materiale imperfetto per cui i diversi
elementi della costruzione sono necessariamente diseguali.
La sequenza costruttiva è articolata nelle fasi di seguito elencate e risponde alla
logica della semiprefabbricazione:
I.    Immagazzinamento del bamboo in un capannone;
II.   Predisposizione dell’area di cantiere: opere provvisionali, postazioni di
      montaggio, recinzioni ecc;
III. Selezione dei culmi con cui realizzare le travi delle capriate e trasporto in
      cantiere;
IV. Realizzazione a pié d’opera delle travi reticolari: tracciamento a terra della
      dima, taglio, realizzazione supporti, formatura delle teste a bocca di pesce,
      foratura e inserimento delle barre filettate con anello di blocco, fissaggio
      bulloni e squadrette;
V. Predisposizione dei ponteggi di appoggio delle capriate, di colmo e di
      bordo;
VI. Sollevamento e posizionamento delle semicapriate sui ponteggi;
VII. Posizionamento e fissaggio travi di colmo e di bordo;
VIII. Posa e fissaggio controventature longitudinali tra le capriate;
IX. Posa e fissaggio terzere e orditura secondaria delle falde;
X. Foratura e riempimento con malta di cemento degli internodi dei giunti (vedi
      dettagli);
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 Il padiglione di Vergiate: fasi costruttive
XI. Posa e fissaggio assito di legno maschiato (vedi dettagli);
XII. Posa manto di copertura costituito da tegole canadesi (vedi dettagli);
XIII. Posa e fissaggio mediante bloccaggi, formati da barre filettate, dei pilastri
      alle travi di bordo (vedi dettagli);
XIV. Posa e fissaggio mediante bicchieri in ferro di appoggio a terra e barre
      filettate saldate all’armatura delle fondazioni continue (vedi dettaglio);
XV. Posa e tenditura delle catene in cavo d’acciaio (vedi dettagli);
XVI. Realizzazione di plinti fuori pavimento, alla base dei pilastri, in calcestruzzo
      leggermente armato gettato in casseforme di vetroresina (vedi dettaglio);
XVII. Disarmo dei ponteggi, dei plinti e pulizia generale del cantiere.

Mezzi d’opera utilizzati
I mezzi d’opera utilizzati sono stati elementari e hanno richiesto l’utilizzo di :
o Normali attrezzi di carpenteria in legno e ferro;
o Trapano dotato di punte tazza (con lunghezza appropriata alla foratura di tre
   elementi giustapposti) e levigatrici fisse e mobili per la realizzazione delle
   bocche di pesce;
o Piccola gru su autocarro per il sollevamento delle travi sui ponteggi e posa in
   opera dell’orditura secondaria;
o Movimentazioni manuali possibili grazie alla leggerezza del bamboo.
39

Il padiglione di Vergiate: fasi costruttive
40

       Il padiglione di Vergiate: le unioni
La luce tra gli appoggi delle capriate è 10 m. Ogni semicapriata
prevede l’impiego di 15 giunti a bocca di pesce con barre
filettate di fissaggio con anello di blocco, bulloni e squadrette;
per un totale di 900 solo per le travi, trascurando quelli per i colmi,
le strutture secondarie di copertura, i collegamenti trave-pilastro
ecc.

                                                Dettaglio 1: attacco
                                                dei pilastri a terra;
                                                Dettaglio 2: nodo travi-
                                                pilastro;
                                                Dettaglio 3: nodo di
                                                gronda.
41

Il padiglione di Vergiate: nodo di colmo
                         La sequenza operativa
                         utilizzata per il padiglione di
                         Vergiate è stata la stessa
                         scelta dall’architetto Simon
                         Velez per il padiglione di
                         Hannover e prevede
                         l’inversione delle fasi di
                         costruzione rispetto alle
                         tecnologie tradizionali: la
                         costruzione comincia dal
                         tetto e termina con le
                         fondazioni.
                         L’inversione delle operazioni
                         ha l’obiettivo di trasferire le
                         tolleranze dimensionali
                         (precisione dell’ordine del
                         centimetro), alle fondazioni
                         e cioè l’unica parte della
                         costruzione non visibile.
42

Il padiglione di Vergiate: nodo di gronda

                          Lo sbalzo della copertura
                          leggera protegge lo spazio
                          interno e la struttura dalla
                          pioggia.
                          La sequenza esecutiva
                          prevede la modellazione delle
                          aste a bocca di pesce e il
                          successivo fissaggio mediante
                          l’uso di barre filettate.
43

Il padiglione di Vergiate: nodo travi-pilastro
                        Il nodo sulla trave principale evidenzia
                        la complessità del sistema costruttivo.
                        La sagomatura della testa delle aste ‘’a
                        bocca di pesce’’ è stata fondamentale
                        per garantire la solidità dei nodi
                        nell’accoppiamento delle aste
                        strutturali. La bocca di pesce garantisce
                        un’adesione solidale tra le aste,
                        ampliando la superficie di contatto tra
                        gli elementi e facilitando l’inserimento
                        delle barre filettate.
                        Le travi reticolari sono state realizzate a
                        pié d’opera, giuntando le aste,
                        precedentemente modellate ‘’a bocca
                        di pesce’’, a secco mediante barre
                        filettate.
                        Prima della posa in opera, negli appositi
                        fori si è colata la boiacca di cemento
                        negli internodi, in modo da renderli rigidi
                        e atti a trasmettere i carichi senza
                        deformarsi.
44

Il padiglione di Vergiate: nodo attacco a terra
                        I culmi di bamboo non devono
                        mai poggiare direttamente a
                        terra, perché vanno protetti
                        dall’umidità e dagli insetti.
                        L’attacco alle fondazioni è
                        stato realizzato con barre
                        filettate saldate alla gabbia di
                        armatura del getto e con
                        bicchieri in ferro di appoggio
                        dei pilastri. Da ultimo sono stati
                        gettati in opera i plinti cilindrici
                        in calcestruzzo leggermente
                        armato attorno alla parte delle
                        barre filettate sporgenti dal
                        pavimento.
45

               Bibliografia e Sitografia
o GreenB - Bamboo & More (www.greenb.it).
o Normative sul bamboo.
o ‘’Una scelta di ecologia strutturale: il bamboo’’, N. Mordà, P.
  Macías, M. Stroscia, P. Bajzelj DoMo Studio - Turin (IT).
o J.J.A. Jansen: Bamboo in building structures, Tesi di laurea
  presso Technische Hogenschool Eindhoven, 1981.
o Si ringrazia Valeria Chioetto, già Presidente dell’Associazione
  Emissionizero e oggi AD di GreenB – Bamboo & More, per la
  preziosa collaborazione.
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