I PERCHÉ E I COME DELL'OSTEOPATIA FUNZIONALE IN PEDIATRIA - FISIOTERAPISTA Mani che sentono - Tiziana Tonelli
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FISIOTERAPISTA Mani che sentono mani che curano senza dolore I PERCHÉ E I COME DELL’OSTEOPATIA FUNZIONALE IN PEDIATRIA
Fisioterapista Terapista Manuale Funzionale Tiziana Tonelli Fisioterapista - Terapista Manuale Funzionale 2
Indice 4 Premessa 5 Obiettivi di questa pubblicazione 6 I termini fondamentali dell’osteopatia 9 Osteopatia: cos’è, diversi tipi di osteopatia (funzionale e strutturale) 11 Fisioterapia pediatrica: differenze con l’osteopatia 14 Strutture somatiche coinvolte con l’osteopatia 15 Le manovre manuali: quali tecniche e perché 16 Problematiche cliniche e TMO 19 Cosa si tratta manualmente e perché 20 Esempi pratici 23 Conclusioni 24 Libri consigliati Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Con- dividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/ o spedisci una lettera a Creative Commons, PO Box 1866, Mountain View, CA 94042, USA © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 3
Premessa Una considerazione prima di tutto: l’osteopatia e la fisioterapia in ambito pediatrico sono complementari al trattamento medico. Bisogna sempre considerare che la diagnosi è materia medica, mentre noi operatori fisioterapisti/osteopati eseguiamo valutazioni funzionali. Il connubio diagnosi/valutazione porta a poter scegliere di comune accordo come intervenire in alternativa o in contemporanea, sul problema del bambino. Ad esempio, nel caso della diagnosi di bronchite, dover utilizzare alcuni dispositivi e terapie mediche (come un aerosol con particolari farmaci) non esclude un intervento fisioterapico che permetta di rimuovere più velocemente il muco dai polmoni, per favorire un miglior utilizzo del farmaco che agirà sui bronchi invece di “affogare” nel catarro. Si otterrà così una maggior velocità di guarigione, un minor uso di farmaci e minor tempo da dover dedicare alla cura, oltre a una più rapida ripresa delle normali attività di bambini e famiglia! Altro esempio: nel caso di diagnosi di plagiocefalia (schiacciamento posteriore della testa del bambino con corrispondente bozza frontale), senza l’intervento di un osteopata e i consigli “fisioterapici” di postura sonno, allattamento e veglia, i tempi di “guarigione” possono essere molto più lenti e talvolta nulli se per caso i condili occipitali sono per un qualche motivo “incastrati” nella prima vertebra cervicale! 4 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Obiettivi di questa pubblicazione Lo scopo di questa mia pubblicazione è illustrare a chi si occupa di bambini (pediatri, genitori, etc.), cosa fisioterapia e osteopatia possano fare per coadiuvare le cure di un neonato, bambino o adolescente, grazie alla collaborazione tra pediatra e fisioterapista/osteopata. Comincerò quindi col creare un terreno comune di comunicazione illustrando alcuni termini fondamentali dell’osteopatia, raccontando brevemente la differenza tra i diversi approcci osteopatici e anche cosa fa l’osteopatia pediatrica e cosa fa la fisioterapia pediatrica. In seguito verranno spiegate le strutture del corpo coinvolte nelle manovre, quali sono le tecniche osteopatiche e perché vengono usate, per arrivare infine ad elencare una serie di problematiche cliniche da trattare in team pediatra e fisioterapista/osteopata. © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 5
I termini fondamentali dell’osteopatia Vorrei iniziare questo breve excursus nell’osteopatia pediatrica fornendo alcuni termini che usiamo in osteopatia così che si possa avere un terreno comune di comunicazione con i pediatri. Comincerò col dire che da ora in poi con il termine terapisti indicherò i fisioterapisti/osteopati. Partiamo dalla parola “disfunzione” che tanto usiamo noi operatori: 1. un essere vivente deve essere in grado di adattarsi all’ambiente, ovvero deve poter rispondere agli stress in maniera positiva, continuando nelle sue funzioni. 2. Un essere vivente è funzionale quando le sue ossa, articolazioni, muscoli, fasce, visceri e fluidi si “muovono” in modo da permettergli di adattarsi all’ambiente. 3. Un essere vivente lo dichiariamo disfunzionale quando qualche elemento suddetto “perde il suo movimento”, ovvero non è più in grado parzialmente o del tutto di compiere la sua funzione naturale. Quindi la definizione di disfunzione è: “la funzione perturbata o alterata delle componenti associate al sistema somatico (la struttura del corpo): scheletriche, articolari, miofasciali, e relativi elementi vascolari, linfatici e nervosi” (Glossary of Osteopathic Terminology. In: Ward RC (ed). Foundations for osteopathic medicine, 2nd edn. Philadelphia: Lippincott, Williams and Wilkins; 2003:1249.) 6 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Una disfunzione avviene in uno o più dei 3 piani dello spazio, ma anche... nel tempo! Cosa vuol dire questo? Se pensiamo ad una vertebra questa può ruotare, inclinarsi lateralmente, ma anche espandersi e comprimersi (in realtà lo fa il disco intervertebrale ma diciamo che può allontanarsi o avvicinarsi alle altre vertebre adiacenti!) Ma cosa c’entra il tempo? Parliamo di tempo del Movimento Respiratorio Primario Un’altra definizione? Eh si... dobbiamo fare una piccola digressione per poter capire di cosa parlano gli osteopati. In tutto il corpo è possibile “palpare” un micro movimento ritmico, il Movimento Respiratorio Primario (MRP) così come lo definì Sutherland nel 1939. (Sutherland WG. The cranial bowl. Mankato, MN: Free Press; 1939. Reprinted: Indianapolis, IN: American Academy of Osteopathy; 1986) Lui, per analogia col respiro polmonare, definì un tempo di inspirazione, che corrisponde alla flessione delle ossa dispari (occipite, sacro, etc.) e ad una rotazione esterna per le ossa pari (femori, omeri, etc.) e un tempo di espirazione, con estensione delle ossa dispari e rotazione interna delle ossa pari. Parliamo di 6-8 cicli/minuto del MRP, contro i 16-18 atti respiratori/minuto polmonari. Durante questo movimento il cranio si comporta un po’ come un palloncino e la testa si gonfia e si sgonfia, viene prodotto e riassorbito il liquido cefalorachidiano; questi movimenti sono stati in vario modo registrati e il MRP è oramai universalmente riconosciuto, anche se parliamo di suture ossificate perché comunque tutti i tessuti “respirano” finché siamo vivi. © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 7
Potete sperimentarlo anche voi: vi mettete seduti, in silenzio, occhi chiusi, fate due o tre respiri profondi addominali (se possibile) e poi mettete le mani sulla testa…. Ad un certo punto percepirete il movimento del “palloncino” gonfio-sgonfio… piccolo, impercettibile… eppure c’è! Ugualmente potete porre le mani sulle cosce, in silenzio, occhi chiusi, 2 o 3 respiri profondi e poi potrete percepire la vostra rotazione esterna ed interna, piccola, impercettibile…. eppure c’è, delle vostre gambe (femori per la precisione!) Voglio qui indicarvi i link per alcuni filmati realizzati al fine di spiegare questi fenomeni, amplificando ovviamente il reale movimento che avviene in natura: 1. Il Meccanismo Respiratorio Primario in relazione al cranio https://www.youtube.com/watch?v=LXvUBrVZIgw 2. Movimento del Cranio MRP https://www.youtube.com/watch?v=_HcHrkSYHqc 3. Movimento del Sacro MRP https://www.youtube.com/watch?v=RsI0n5Nwe-Y&list=PLYVj-uFsXLcnKR3ONValHbVjVZO5UdNG H&index=5 8 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Osteopatia: cos’è, diversi tipi di osteopatia (funzionale e strutturale) Quindi per tornare alla nostra disfunzione osteopatica: un osso, ad esempio sempre la vertebra, potrebbe muoversi non correttamente in uno o più dei tre piani dello spazio (per quanto piccolo possa essere il “non” movimento) ed inoltre avrà una difficoltà di movimento di inspirazione o espirazione (flessione o estensione) in termini di MRP. Nelle scuole di osteopatia si insegnano tutti i movimenti corretti delle varie ossa del corpo e si insegna ad “ascoltare” con le mani cosa va e cosa no, quale “direzione” è in disfunzione o in “facilitazione” (questa definizione si comprende in contrapposizione alla disfunzione) e se il MRP è rispettato in entrambe le fasi del ciclo inspirazione/espirazione oppure no! In osteopatia trattiamo le “disfunzioni” somatiche al fine di “normalizzarle”, invitando il corpo all’autoguarigione per via dell’omeostasi che il corpo cerca sempre! Lo scopo di un Trattamento Manuale Osteopatico (TMO) è quello di “Aiutare il corpo nel processo di guarigione, cosi come nel vivere in una situazione di equilibrio, economia e comfort, sia rispetto all’ambiente interno che a quello esterno” (Nicette Sergueef – Osteopathie pediatrique – 2017- Elsevier). Esistono sostanzialmente due diversi tipi di approccio osteopatico: diretto e indiretto. Quello diretto (anche chiamato “strutturale) risolve le disfunzioni cercando di andare nel verso dove la struttura non vuole più andare o non va bene. Spesso nel caso di articolazioni si usano i “trust”: movimenti piccoli, molto rapidi e veloci che frequentemente i pazienti chiamano “scrocchi”. Quindi la struttura disfunzionale viene portata oltre la sua limitazione per superarla. © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 9
In quello indiretto (anche chiamato “funzionale”) la struttura in disfunzione viene portata nel suo verso di facilitazione: si trattiene come ad accumulare energia e poi si verifica se ci sono movimenti anche nel verso dove non voleva andare o andava poco…. Un po’ come un’altalena che per farla andare molto in alto e in avanti la si trattiene in alto e indietro. Nessun movimento è veloce in questo caso, anzi i movimenti sono molto lenti e senza mai “scrocchi”. Entrambi gli approcci sono efficaci, ma nel secondo caso c’è totale assenza di fastidio o dolore e quindi è un approccio sicuramente indicato per figure più fragili, come ad esempio i bambini. I trattamenti saranno quindi sempre piacevoli e rilassanti proprio per l’assenza di mosse brusche, infatti bisognerà attendere un poco la risposta di un tessuto, un osso, un’articolazione, un muscolo, etc. 10 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Fisioterapia pediatrica: differenze con l’osteopatia E il fisioterapista pediatrico? La differenza fondamentale tra osteopatia e fisioterapia è che l’osteopata effettua manovre con le proprie mani sulle strutture, mentre il fisioterapista è molto più un educatore, sia in termini di prevenzione che di esercizi, e coinvolge (ove possibile per età) bambini e famiglia nel processo di cura. Il fisioterapista ha come compito la riabilitazione di funzioni perse, parzialmente o del tutto, attraverso terapie fisiche, esercizi, programmi di attività fisica, respiratoria, cardiocircolatoria, motoria, facilita la propriocezione, rieduca posturalmente, insegna l’uso di ausili. A questo proposito l’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) ha pubblicato e distribuito un opuscolo per informare sull’area specialistica della fisioterapia pediatrica. (https://aifi.net/wp-content/uploads/2018/05/Opuscolo-FtAP-1-PDF.pdf ) © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 11
Associazione Italiana Fisioterapisti ALTRI AMBITI Gruppo di Interesse Specialistico del FISIOTERAPISTA « FISIOTERAPIA PEDIATRICA » dell’AREA PEDIATRICA in collaborazione con il Task Force «Pubblicazioni», Master in Fisioterapia Pediatrica - Università di Firenze Collaborazioni - Consulenze - Supporto # Strutture Socio- Socio-Educative, Scolastiche e Sportive # Associazioni Genitori # Prevenzione Primaria - Promozione di salute educazione sanitaria e counseling a stili di vita salutari # Prevenzione Secondaria screening ed interventi tempestivi La sua professione e il suo lavoro con # Pediatria e Medicina di Famiglia - Cure pediatriche primarie il neonato, il bambino e l’adolescente # Docenza e tutoraggio Universitari - Ricerca # Società Scientifiche nazionali ed internazionali nel prendersi cura delle funzioni e dello sviluppo dei sistemi cardiorespiratorio, cardiorespiratorio, muscoloscheletrico, neurologico Il SUO LAVORO IN TEAM Il fisioterapista lavora con varie figure professionali. professional Collabora con medici specialisti, pediatri, psicologi, logopedisti, terapisti occupazionali e della neuro-psicomotricità, ortottisti, tecnici ortopedici, educatori, infermieri, assistenti sociali,... I genitori diventano membri del team. Aiutano gli operatori ad aiutare i loro bambini e a curarli in modo ottimale. DOVE LAVORA " Servizi Ospedalieri pediatria, terapia intensiva neonatale, rianimazione, neurochirurgia, neuropsichiatria infantile, fisiatria, chirurgia, ortopedia, traumatologia, reumatologia, neurologia, pneumologia, fibrosi cistica, cardiologia, ustioni, oncologia. " Servizi territoriali pubblici Materno- Materno-infantili, infantili, di Neuropsichiatria Infantile e di Riabilitazione in ambulatorio e a domicilio " Centri di Riabilitazione convenzionati e privati " Centri diurni " Case della salute " Punti nascita " Consultori Consultori familiari " Ambulatori di fisioterapia in libera professione PER ULTERIORI INFORMAZIONI, contattare: ! Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Servizio Sanitario Locale ! GIS Fisioterapia Pediatrica, Pediatrica, AIFI www.aifi.net email: email: gispediatrico@gmail.com CHI è il Fisioterapista dell’Area Pediatrica: QUANDO E’ UTILE L’INTERVENTO È il professionista sanitario qualificato come Fisioterapista, FISIOTERAPICO IN ETÀ PEDIATRICA abilitato alle pratiche fisioterapiche secondo le norme Problematiche respiratorie del Ministero della Salute. ! Patologie respiratorie del neonato e del lattante congenite e postnatali " perfeziona dopo la laurea le conoscenze ed abilità in FT pediatrica 0-18 anni, tramite ! Fibrosi Cistica ! Asma ! Immunodeficienze ! Cardiopatie l’esperienza clinica, Master universitari e corsi teorico-pratici; ! Complicanze respiratorie in caso di ventilazione meccanica, patologie " è responsabile per la valutazione, l’attuazione e la verifica del programma FT; neurologiche malattie neuromuscolari, paralisi cerebrali infantili, …, chirurgia complessa cardiotoracica, addominale, neurochirurgia, " svolge interventi individuali e/o in gruppo, appropriati e personalizzati, adattandoli alle malformazioni della gabbia toracica diverse patologie, alle differenti età e ai bisogni di salute del bambino stesso; " interviene nelle fasi acuta, subacuta, ri/abilitativa, cronica e palliativa della patologia, Problematiche muscoloscheletriche prendendosi cura anche della qualità della vita; ! Patologie ortopediche ed anomalie posturali della prima infanzia " prevede nel programma il trattamento insieme al fisioterapista (fisioterapia «diretta») congenite e acquisite al capo, collo, tronco e piedi; e/o attività nei contesti della vita quotidiana (fisioterapia «indiretta»); ! Anomalie della deambulazione ! Scoliosi, Cifosi ! Malformazioni congenite degli arti !Osteogenesi imperfetta " sceglie sempre tecniche e strumenti fisioterapici ottimali, ovvero sicuri, efficaci, ! Malattie reumatologiche: artrite idiopatica giovanile, dermatomiosite essenziali, ed il meno invasivi possibili per il bambino e i familiari; ! Artrogriposi ! Dolori funzionali ! Acondroplasia ! Tumori ossei " si aggiorna e integra nel suo lavoro le innovazioni terapeutiche-tecnologiche, ! Ustioni ed esiti cicatriciali ! Fratture ! Lesioni muscolo-tendinee le linee guida e le evidenze scientifiche nazionali e internazionali; Problematiche neuromotorie e dello sviluppo psicomotorio Rispetta e valorizza ogni BAMBINO e la sua individualità ! Nascita pretermine e ricovero in terapia intensiva neonatale … lo coinvolge attivamente nelle proposte fisioterapiche ! Paralisi cerebrali infantili !Spina Bifida ! Malattie neuromuscolari $ considera le sue emozioni, le relazioni affettive con la sua famiglia, i suoi interessi ! Patologie neurometaboliche !Traumi cranici !Tumori cerebrali $ privilegia modalità terapeutiche motivanti, che hanno un significato per il bambino. ! Patologie e sindromi genetiche ! Neuropatie periferiche Ascolta, informa e valorizza I GENITORI, ! Lesioni nervose congenite ed acquisite lesione ostetrica del plesso brachiale, paresi del nervo faciale … mettendo in pratica i principi dell’approccio centrato sulla famiglia: TECNICHE E STRUMENTI FISIOTERAPICI $ mostra flessibilità, disponibilità ed apertura $ coinvolge attivamente i genitori nel processo decisionale e terapeutico, USATI NELL’ETÀ 0-18 ANNI condividendo obiettivi e modalità e rispettando lo stile proprio di ciascuna famiglia; fisiche termoterapia (freddo-caldo); idroterapia (FT in acqua), elettroterapia ! terapie fisiche: $ promuove le competenze e la fiducia in famiglia, educando e sostenendo la funzionale !massaggio terapeutico !tecniche di rilassamento training autogeno,… gestione del bambino e la comprensione-attuazione del programma domiciliare. !tecniche non farmacologiche per il controllo del dolore !terapia manuale !tecniche di trasferimenti cura posturale posizionamenti !cura esercizi articolari e muscolari: !esercizi muscolari Gli OBIETTIVI della fisioterapia pediatrica mobilizzazioni (passive, assistite, attive), stiramenti, rinforzo ! ri/educazione posturale nell’ottica di raggiungere il massimo potenziale di ogni bambino ! ri/educazione degli spostamenti ! ri/educazione di funzioni manuali e dell’arto superiore # facilitare l’acquisizione (abilitazione) e il recupero (riabilitazione) delle ! fisioterapia respiratoria ! esercizi cardiovascolari ! programmi di attività fisica funzioni cardiorespiratorie, motorie e neuromotorie: mobilità – forza – facilitazioni neuromotorie tecniche di apprendimento motorio !facilitazioni !facilitazioni equilibrio – controllo – coordinazione – forma fisica – indipendenza propriocettive e sensoriali tattili - vestibolari - uditive - visive ! bendaggio funzionale/taping # favorire lo sviluppo relazionale, sensoriale, cognitivo, comunicativo e motivanti: giochi e giocattoli manuali, di ! gioco terapeutico ed attività ludiche motivanti: movimento e di ragionamento, gioco corporeo, giochi adattati, musica e libri, mezzi digitali ,… sociale, aspetti interdipendenti con lo sviluppo neuromotorio ri/educazione quotidiana: mobilità, vestirsi, ri/educazione dell’indipendenza funzionale nella vita quotidiana: !ri/ # prevenire/limitare gli esiti funzionali (le disabilità) lavarsi,… ! ri/educazione di funzioni oro-motorie !ri/educazione vescicale, intestinale e del # promuovere la sicurezza, il benessere, l’autostima pavimento pelvico !modifiche ambientali (casa, scuola,…) ! attività sportive terapeutiche … e l’autodeterminazione !attività motorie adattate ortesi: ortes collari, tutori, scarpe, splint !ortes ausili funzionali: !ausili funzionali # sostenere la partecipazione nei contesti di vita e il passaggio all’età adulta attrezzature prima infanzia-seggiole-tavoli-deambulatori-bastoni-carrozzine !ausili robotici, realtà virtuale 12 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Inoltre il fisioterapista può utilizzare il taping neuromuscolare (cerotto senza farmaci, anallergico, idrorepellente ed elastico) per drenare tessuti, stimolare il metabolismo cellulare, decontratturare muscoli anche sui neonati perché per le sue stesse proprietà (elasticità e consistenza della pelle e anallergicità) non è mai pericoloso! Un fisioterapista/osteopata ha quindi al suo arco una doppia freccia: normalizzare strutture in disfunzione con la terapia manuale osteopatica (TMO), e riabilitare le funzioni attraverso posture ed esercizi insegnate a bambini e famiglia! Prendiamo ancora l’esempio della bronchite fatto all’inizio: si possono usare TMO per normalizzare diaframma e movimento (nel MRP) dei polmoni. Inoltre per liberare mucus dai polmoni si insegnano al bambino e alla famiglia delle attività fisio-ludiche che attraverso giochi di salto e di soffio creano flussi di aria tali da portare il mucus verso la gola dove, tossendo, questo viene espulso all’esterno o finisce nell’apparato digerente! Nella plagiocefalia invece, dopo aver liberato con TMO le strutture così che il bambino possa ruotare liberamente la testa da ogni lato, si insegna alla famiglia come effettuare giochi di inseguimento oggetti in varie posture affinché il bambino sviluppi correttamente i muscoli che “tirano” l’occipite e favoriscano il riarrotondarsi della parte schiacciata… ma anche come allattare, posizionare nel sonno e nella veglia il bambino per lasciare sempre “all’aria” la parte schiacciata! © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 13
Strutture somatiche coinvolte con l’osteopatia Le strutture somatiche coinvolte nell’osteopatia, come abbiamo già menzionato nella definizione di disfunzione, non sono solo ossa e muscoli, ma anche articolazioni, tendini, legamenti, fasce e suture (abbiamo già detto che per quanto si definiscano “strutture fisse” alcune di queste in realtà mantengono una elasticità dei tessuti circostanti anche in età molto avanzata!). Nei neonati sono presenti molte strutture in evoluzione (ad esempio ossa del cranio e del bacino) e dunque possono crearsi delle disfunzioni intraossee (pensiamo a come vengono compresse le ossa del cranio nel canale del parto!) e anche queste possono essere trattate osteopaticamente per favorire lo sviluppo più corretto possibile. II trattamenti osteopatici possono coinvolgere anche meningi e i sistemi linfatico, circolatorio, nervoso, attraverso le strutture ossee più vicine (pensiamo alla contiguità tra ossa del cranio e meningi, tra vertebre e gangli del sistema nervoso autonomo, o di vene ed arterie circondate da tessuto connettivo), nonché i visceri (sia quelli che possiamo “toccare” come stomaco, fegato, intestino, ma anche quelli protetti come i polmoni attraverso le strutture ad essi contigue). 14 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Le manovre manuali: quali tecniche e perché Ogni struttura, ogni organo, ogni tessuto ha il proprio movimento che è stato studiato, individuato e che può essere “palpato” con le mani, e nei corsi di osteopatia viene insegnato il movimento di ogni struttura e come poterla sentire, valutare e … trattare! “Un osteopata ragiona in base alla sua conoscenza dell’anatomia. Egli confronta il lavoro del corpo anormale con il lavoro del corpo normale” (Still) L’identificazione della disfunzione è quindi il risultato dell’osservazione (con gli occhi), della palpazione (con le mani) della struttura e della sua funzione (test). Le tecniche indirette, o funzionali, comportano manovre manuali sulle componenti somatiche o viscerali, “pompage” (movimenti di trazione e rilascio, lenti e piccoli per drenare) e di modellamento (soprattutto per le disfunzioni intraossee). Le mani dell’operatore devono sempre essere rilassate, alla giusta temperatura, le dita si conformano al corpo, il bambino deve assumere la posizione che gli è più comoda (siamo noi terapisti ad adattarci a lui e mai viceversa!). Con i neonati che non ci conoscono le manovre partono sempre dal bacino, questo ci permette di guardarli negli occhi, di avere i genitori accanto e di iniziare una “conoscenza” fatta di sguardi, mani sicure, parole o suoni a bassa voce e che sappiano incuriosire il bambino. Successivamente si passa a trattare colonna e cranio. Per bambini e adolescenti già in confidenza con noi, le manovre possono anche partire direttamente dal cranio per rilasciare e normalizzare le meningi intracraniche e intraspinali così da avere subito un approccio globale al corpo! © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 15
Problematiche cliniche e TMO A questo punto potremmo chiederci quali sono le problematiche cliniche che possono essere approcciate con TMO coadiuvando le cure del pediatra. Sarei tentata di rispondere: “Tutte quelle che hanno bisogno di terapia medico-farmacologica e non!” Se in effetti pensiamo a “coadiuvare” la guarigione, possiamo seguire un ragionamento logico tra farmaco, dove ci aspettiamo che esso agisca e come possiamo coinvolgere la struttura somatica interessata dal punto di vista della TMO per normalizzarla in quanto disfunzionale. Vediamo di diradare un po’ di nebbia che di sicuro vi ho creato con questa affermazione che dice tutto e niente! Vi faccio un esempio pratico. Una pediatra, che chiameremo Rita, un giorno mi dice: “Tiziana tu dici che puoi aiutare nei disturbi del sonno… ma anche nel sonnambulismo?” Le rispondo: “Rita tu cosa dai al bambino in questo caso?” R: “La letteratura parla di melatonina, nelle dosi xyz” T: “Bene, allora se io lavorassi sull’asse ipofisi/talamo/ipotalamo lo potrei aiutare. Ovvero io lavorerei principalmente sul suo osso sfenoide visto che la sella turcica dove riposa l’ipofisi si trova lì. Poi tratterei il sistema nervoso autonomo per un equilibrio tra simpatico e parasimpatico attraverso un trattamento di normalizzazione di tutta la colonna. Inoltre, visto che il vago è il nervo principale del parasimpatico, opterei per un trattamento tra occipite e temporali per normalizzare il forame giugulare da cui esce il vago appunto”. Tutto chiaro? Questo è il ragionamento del terapista. E senza la diagnosi e la cura del pediatra non avrei potuto fare il mio ragionamento clinico. A meno di non essere un’esperta di sonno dei bambini, e di letteratura e farmaci etc. 16 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Molto più semplice, efficace e sicuro per il paziente è quando un terapista interagisce e si confronta col medico sul percorso comune da intraprendere! Voglio comunque darvi un elenco di problematiche cliniche più usuali per avere un veloce riscontro di come un terapista può collaborare con un pediatra, anche perché, ad esempio, nel caso del torcicollo miogeno o della plagiocefalia come può intervenire una terapia farmacologica? Non può. Allora aiutiamoci ad aiutare! Problematiche assiali scheletriche • Torcicollo • Plagiocefalie • Scoliosi • Cifosi e lordosi • Petto carenato e scavato • Arti superiori (es. Ipotonia) • Arti inferiori (es. Piede torto, varismo, valgismo) Disfunzioni respiratorie • Respirazione orale • Russamento • Bronchite • Asma © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 17
Orecchie, naso e gola • Otiti medie • Sinusiti • Faringiti e tonsilliti Disfunzioni agli occhi • Ostruzione del dotto lacrimale • Disturbi visivi • Strabismo Disfunzioni orofacciali • Malocclusioni • Disfunzioni dentali e del palato Disfunzioni del tratto digestivo • Suzione • Rigurgiti e reflusso • Colite 18 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Cosa si tratta manualmente e perché Se volessimo riassumere il COME facciamo qualcosa, direi che possiamo usare il seguente specchietto: TMO Ø Ossa craniche e C0-C1-C2: Ø Asse occipite - colonna - sacro Ø Meningi Ø Nervi cranici Ø Cerniera capo-tronco Ø Sacro e pelvi: Per ogni tipo di disfunzione Ø Rapporto reciproco col cranio si trattano: Ø Colonna: Ø Nervi spinali e SNA Ø Diaframma respiratorio: Ø Rapporto con altri diaframmi del corpo Ø Fasce NORMALIZZAZIONE Ø Arti, gabbia toracica, visceri: Ø Se in disfunzione © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 19
Esempi pratici E ora un paio di esempi pratici del PERCHÉ “dobbiamo” fare qualcosa (insieme: pediatri e terapisti) Vi farò un esempio del perché far intervenire presto un terapista: parliamo di PLAGIOCEFALIA. La plagiocefalia è lo schiacciamento posteriore della testa del bambino con corrispondente bozza frontale e, spesso, con orecchio a “sventola” dal lato schiacciato. La plagiocefalia può essere presente alla nascita, oppure può incorrere durante la nascita o dopo la nascita. La plagiocefalia può essere causa, nel breve o lungo periodo, di varie complicanze: • difficoltà di suzione, di deglutizione (per il coinvolgimento dei nervi cranici) • possibili difficoltà nel linguaggio • disturbi come reflusso e problemi intestinali (a causa del coinvolgimento del nervo Vago) • asimmetria cranio-facciale con sviluppo asimmetrico della mandibola (malocclusione) • torcicollo posturale • scoliosi del lattante, difetti posturali (a causa del coinvolgimento del labirinto nella rocca petrosa dell’osso temporale) • otiti medie (sempre per il coinvolgimento dell’osso temporale) • possibili conseguenze a livello motorio e cognitivo. Quindi la palgiocefalia va trattata molto precocemente, ed esattamente entro i 5 mesi di vita. 20 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Questo perché entro i 6 mesi di vita si saldano le fontanelle laterali; la circonferenza craniale aumenta di 8,3 cm. nei primi 6 mesi e il cervello raddoppia la sua dimensione nello stesso tempo. Nella pratica TMO interverremo dunque per: uu normalizzare disfunzioni rotazione cranio-cervicale e/o cervicotoraciche • decomprimere i condili occipitali • normalizzare la sincondrosi sfeno-occipitale e lo strain associato • normalizzare la base craniale • normalizzare le ossa temporali • normalizzare le suture (lamboide per le plagio occipitali) • modellare la disfunzione intraossea dal lato schiacciato. E insegneremo ai genitori alcune buone pratiche per: • non posizionare neonato dal lato dello schiacciamento • uso di cuscini specifici per il sonno • correggere posture allattamento (utilizzo della posizione del rugbista, ad esempio) • correggere posture seduto, sdraiato, in braccio • stimolazione attiva della rotazione della testa (inseguimento visivo di oggetti). • gioco prono da piccolissimo. Un altro esempio di collaborazione tra pediatra e terapista è in caso di BRONCHITI. La bronchite è un’infiammazione dei dotti respiratori di grandi dimensioni (basse vie aeree) chiamati bronchi. Questa provoca un aumento della produzione di mucus ed altri fastidi. Spesso è associata, o anticipata, da una infiammazione delle vie respiratorie alte (naso e gola) con sintomi tipici di raffreddore, tracheite, laringite. La fisioterapia-gioco aiuta ad eliminare il mucus più denso e in eccesso, in quanto lo stimola a fuoriuscire dai bronchi per arrivare in gola, dove, finalmente, può essere espulso tossendo © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 21
(e sputando) o ingoiandolo, in questo ultimo caso ci penserà l’intestino ad eliminarlo. In questo modo si evita che i batteri possano trovare terreno favorevole e persistere nel mucus, infiammando i bronchi. Osteopaticamente si può agire sul diaframma per normalizzarlo, così da favorire la pompa respiratoria. Fisioterapicamente si insegnano al bambino e ai genitori i “giochi del saltare”, che muovono il muscolo diaframma “spremendo” i polmoni e favorendo la fuoriuscita di mucus, dalle parti basse dei polmoni, verso la trachea. E si insegnano anche i “giochi del soffiare”, che invece fanno si che i flussi d’aria che si creano, provochino dei vortici capaci di spingere il mucus dagli alveoli, dai bronchioli e dai bronchi verso la trachea così da poterlo espellere con la tosse. Qualora poi si trattasse di neonati o bimbi molto piccoli sarà cura del terapista insegnare ai genitori le giuste manovre da eseguire per aiutarli ad espellere il mucus! Un video su questo argomento renderà tutto più chiaro: https://www.youtube.com/watch?v=KLlYenGEcEc&list=PLv_LodV5PFG8p19Lu2fG9l7_oHhfnNzH8 Inoltre su questo argomento ho prodotto una brochure e un manuale per le famiglie: http://www.tizianatonelli.it/documents/BrochurePediatrica_DrssaTonelli.pdf http://www.tizianatonelli.it/documents/3-GuidaBronchite-Pediatrica.pdf 22 © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it
Conclusioni Per concludere questa breve incursione nel mondo dell’osteopatia e della fisioterapia pediatrica, mi sento di consigliare ai pediatri di sperimentare in prima persona un trattamento osteopatico dal terapista con cui intendono collaborare, proprio per “sentire” le mani dell’operatore, così da essere confidenti del tipo di trattamento che verrà fatto e di chiedere cosa, perché e come farebbe certe manovre per risolvere un caso clinico. Nessuno si sentirà interrogato ma sarà un arricchimento per entrambe le figure professionali! Anche ai genitori consiglio di farsi spiegare il come e il perché di ogni cosa, dato che saranno loro i principali responsabili delle cure condivise con gli operatori sanitari e loro il compito di far eseguire cure ed esercizi ai neonati e bambini a casa! Nessuno deve avere timore delle domande e di esprimere dubbi, perché: “Si può capire se un uomo è intelligente dalle sue risposte. Si può dire se un uomo è saggio dalle sue domande.“ Naguib Mahfouz (premio Nobel del 1988). © 2019 TIZIANA TONELLI - w.tizianatonelli.it 23
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