Housing statistics/it - European Commission

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Housing statistics/it                                                            Statistics Explained

Statistiche sulle abitazioni
                                                                                         Dati estratti a maggio 2018.
                                                                    Prossimo aggiornamento della scheda: ottobre 2019.

Nella presente scheda sono riportate statistiche recenti sulle abitazioni nell’ Unione europea (UE) , in tre paesi
EFTA e in tre paesi candidati , focalizzando l’attenzione sulla tipologia di abitazioni , sul titolo di godimento
(proprietà o affitto), sulla qualità delle abitazioni e sull’incidenza del costo dell’abitazione sul reddito.

La disponibilità di un’abitazione dignitosa, a un prezzo accettabile e in un ambiente sicuro è una necessità
fondamentale ed è considerata da molti un diritto umano. La soddisfazione di tale bisogno, che può attenuare
la povertà e l’esclusione sociale, costituisce tuttora un’importante sfida in diversi paesi europei.

Tipologia di abitazione
Nel 2016 più di 4 persone su 10 (41,8 %) nell’ UE-28 vivevano in appartamento, quasi un quarto (23,9 %) in case
semi-indipendenti e poco più di un terzo (33,6 %) in case indipendenti (cfr. grafico 1). Gli Stati membri dell’UE
con la quota più elevata di popolazione abitante in appartamento sono Spagna, Lettonia (66,1 % per entrambi
i paesi) ed Estonia (62,0 %), mentre in Svizzera una quota simile di persone (62,7 %) abitava in appartamento.
La quota più elevata di residenti in case semi-indipendenti si rileva nel Regno Unito (60,1 %), nei Paesi Bassi
(58,4 %) e in Irlanda (52,4 %); questi sono gli unici Stati membri nei quali più di due quinti della popolazione
vivevano in case semi-indipendenti. La maggiore propensione ad abitare in case indipendenti si riscontra in
Croazia (71,0 %), Slovenia (65,5 %), Ungheria (62,8 %) e Romania (61,9 %); anche nell’ex Repubblica jugoslava
di Macedonia (72,9 %), in Serbia (64,2 %) e in Norvegia (59,9 %) una quota elevata della popolazione risiede
in case indipendenti.

                 Source : Statistics Explained (https://ec.europa.eu/eurostat/statisticsexplained/) - 21/12/2018   1
Grafico 1 - Distribuzione della popolazione per tipologia di abitazione, 2016(% della popo-
lazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho01)

Titolo di godimento
Nel 2016 più di un quarto (26,6 %) della popolazione dell’UE-28 risiedeva in un’abitazione di proprietà per la
quale stava pagando un mutuo, mentre più dei due quinti della popolazione (42,6 %) risiedevano in un’abitazione
di proprietà senza pagare un mutuo. Pertanto 7 persone su 10 (69,2 %) disponevano nell’UE-28 di un’abitazione
di proprietà, mentre il 19,9 % viveva in abitazioni in affitto locate a canone di mercato e il 10,8 % in abitazioni
in affitto locate a canone agevolato o gratuito.

Più della metà della popolazione in ciascuno degli Stati membri dell’UE (cfr. grafico 2) abitava nel 2016
in un alloggio di proprietà, con quote variabili dal 51,7 % in Germania fino al 96,0 % in Romania. Nessuno degli
Stati membri dell’UE ha dunque registrato una quota di residenti in abitazioni in affitto più elevata rispetto
alla percentuale della popolazione abitante in un alloggio di proprietà. Per contro, in Svizzera la percentuale
della popolazione residente in abitazioni in affitto (circa il 57,5 %) superava quella della popolazione abitante in
un alloggio di proprietà. Nei Paesi Bassi (61,0 %) e in Svezia (54,8 %) più della metà della popolazione viveva
in un’abitazione di proprietà per la quale stava pagando un mutuo, così come in Islanda (63,9 %) e in Norvegia
(62,3 %).

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Grafico 2 - Distribuzione della popolazione per titolo di godimento, 2016(% della popo-
lazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho02)

Nel 2016 la quota della popolazione che viveva in abitazioni in affitto locate a canone di mercato era inferiore al
10,0 % in 11 degli Stati membri dell’UE. Per contro, quasi due quinti della popolazione in Germania (39,8 %) e
in Danimarca (37,9 %), quasi tre decimi degli abitanti in Svezia (34,0 %), nei Paesi Bassi (30,3 %) e in Austria
(29,7 %) e circa un quinto in Lussemburgo (21,5 %), Grecia (20,8 %) e Belgio (20,0 %) risiedevano in abitazioni
in affitto locate a canone di mercato. In Svizzera tale percentuale era ancora più elevata e superava di poco la
metà (50,2 %). La quota della popolazione che viveva in abitazioni in affitto locate a canone agevolato o che
occupava un’abitazione a titolo gratuito era inferiore al 20,0 % in tutti gli Stati membri dell’UE e nei sei paesi
terzi per i quali sono disponibili dati.

Qualità dell’abitazione
Uno degli aspetti fondamentali considerati in sede di valutazione della qualità delle condizioni abitative è la
disponibilità di spazio sufficiente nell’abitazione. Il tasso di sovraffollamento esprime la quota della popolazione
che vive in alloggi sovraffollati, definiti in base al numero di stanze a disposizione della famiglia , al numero e
all’età dei suoi componenti, nonché alla situazione familiare.

Nel 2016, il 16,6 % della popolazione dell’UE-28 viveva in abitazioni sovraffollate (cfr. grafico 3). Il valore
massimo di sovraffollamento tra gli Stati membri dell’UE si registrava in Romania (48,4 %), mentre tassi su-
periori al 50 % erano rilevati in Serbia (55,5 %) e nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (50,1 %); anche
la Turchia (46,0 %, dati del 2015) presentava un tasso di sovraffollamento relativamente elevato. Per contro, i
valori minimi erano rilevati a Cipro (2,4 %), a Malta (2,9 %), in Irlanda (3,2 %), in Belgio (3,7 %) e nei Paesi
Bassi (4,0 %), mentre in altri sette Stati membri, così come in Norvegia, Svizzera e Islanda, meno del 10,0 %

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della popolazione viveva in abitazioni sovraffollate.

Grafico 3 - Tasso di sovraffollamento, 2016(% della popolazione specificata)Fonte: Eurostat
(ilc_lvho05a)

Nel 2016, tra la popolazione a rischio di povertà (in altri termini, i componenti di famiglie con un reddito
disponibile equivalente per persona inferiore al 60 % della mediana nazionale), il tasso di sovraffollamento
nell’UE-28 era del 29,5 %, ossia superiore di circa 12,9 punti percentuali al tasso per l’intera popolazione. I
tassi di sovraffollamento più elevati con riferimento alla popolazione a rischio di povertà sono stati registrati in
Romania (60,6 %), Polonia (59,2 %), Ungheria (54,7 %), Slovacchia (54,2 %) e Bulgaria (51,1 %). Anche la
Turchia (71,8 %, secondo il dato del 2015), la Serbia (65,0 %) e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (63,6 %)
hanno rilevato tassi di sovraffollamento elevati per la popolazione a rischio di povertà. All’altro estremo della
scala, i tassi di sovraffollamento più bassi per la popolazione a rischio di povertà sono stati registrati a Cipro
(5,7 %), in Irlanda (6,0 %) e a Malta (7,5 %); questi sono gli unici Stati membri dell’UE nei quali meno di 1
persona a rischio di povertà su 10 viveva in abitazioni sovraffollate (cfr. grafico 3).Oltre al sovraffollamento,
altri aspetti del disagio abitativo — quali la mancanza di bagno o di gabinetto, la presenza di infiltrazioni dal
tetto o un alloggio eccessivamente buio — sono presi in considerazione per definire un indicatore più completo
della qualità dell’abitazione. Il tasso di disagio abitativo grave è definito come la percentuale di popolazione che
vive in abitazioni considerate sovraffollate, le quali presentano contemporaneamente almeno uno dei problemi di
riduzione del comfort abitativo sopra menzionati.Nel 2016, nell’UE-28 nel suo insieme il 4,8 % della popolazione
soffriva di un disagio abitativo grave (cfr. grafico 4). Nello stesso anno, in quattro Stati membri più di 1 persona
su 10 si trovava in una situazione di disagio abitativo grave, con una quota dell’11,6 % registrata in Bulgaria e
valori più elevati in Lettonia (14,6 %), in Ungheria (16,9 %) e in Romania, dove si registrava la quota maggiore,
con quasi una persona su cinque (19,8 %) in condizioni di disagio abitativo grave. Per contro, nel 2016 viveva

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in tali condizioni l’1,0 % o meno della popolazione in Finlandia e Irlanda.

Grafico 4 - Disagio abitativo grave, 2015 e 2016(% della popolazione)Fonte:                              Eurostat
(ilc_mdho06a)

In generale, tra il 2015 e il 2016 la quota di persone dell’UE-28 che vivono in una situazione di disagio abitativo
grave è scesa lievemente di 0,1 punti percentuali. Tra gli Stati membri dell’UE, il maggior aumento nell’arco
di questo periodo per quanto concerne la quota di persone che vivono in condizioni di disagio abitativo grave è
stato registrato in Ungheria e in Belgio, con una variazione pari a 1,4 e 1,0 punti rispettivamente; un aumento
più consistente è stato riscontrato nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, dove il tasso di disagio abitativo
grave è salito di 2,4 punti. Tra gli Stati membri il calo maggiore si è verificato in Italia, con una diminuzione di
2,0 punti percentuali, mentre in Danimarca e in Slovenia sono state registrate riduzioni di 1,1 punti; in Islanda
è stato rilevato un calo di un punto percentuale.

Incidenza del costo dell’abitazione sul reddito
Nel 2016, l’11,1 % della popolazione dell’UE-28 viveva in famiglie che spendevano il 40 % o più del reddito
disponibile equivalente per l’abitazione (cfr. tavola 1). La quota più alta della popolazione le cui spese per
l’abitazione erano superiori al 40 % del reddito disponibile equivalente era costituita da inquilini in abitazioni
in affitto locate a canone di mercato (28,0 %) e la più bassa da persone residenti in un’abitazione di proprietà
per la quale pagavano un mutuo (5,4 %).

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Tavola 1 - Incidenza sul reddito del costo dell’abitazione secondo il titolo di godimento, 2016(%
della popolazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho07c) e (ilc_lvho07a)

La media UE-28 nasconde marcate differenze tra gli Stati membri dell’UE: a un estremo ci sono paesi in cui solo
una quota relativamente ridotta della popolazione vive in famiglie i cui costi per l’abitazione superano il 40 %
del reddito disponibile, segnatamente Malta (1,4 %) e Cipro (3,1 %). All’altro estremo, poco più di due quinti
della popolazione in Grecia (40,5 %), poco più di un quinto della popolazione in Bulgaria (20,7 %) e circa un
sesto in Germania (15,8 %) e in Danimarca (15,0 %) spendono per l’abitazione più del 40 % del proprio reddito
disponibile equivalente.

Per quanto riguarda il titolo di godimento per cui si rileva la percentuale più alta di popolazione che spende
oltre il 40 % del proprio reddito disponibile per l’abitazione (ossia l’affitto a canone di mercato), sono state
riscontrate grandi differenze anche tra gli Stati membri dell’UE e in alcuni casi sono state registrate quote
molto elevate nel 2016. In 10 Stati membri, più di un terzo della popolazione residente in abitazioni in affitto
locate a canone di mercato ha speso per l’abitazione più del 40 % del proprio reddito disponibile equivalente;
tale quota di popolazione supera i due quinti in Spagna (43,0 %), in Croazia (45,2 %) e in Lituania (48,3 %),
superando di poco la metà (50,4 %) in Bulgaria e raggiungendo l’84,6 % in Grecia.

Fonte dei dati per le tavole e i grafici
   • Housing statistics: tables and figures (in inglese)

                                             Housing statistics/it                                            6
Fonti dei dati
I dati utilizzati in questa scheda sono ricavati principalmente da microdati delle statistiche dell’UE sul reddito
e sulle condizioni di vita (EU-SILC) . La popolazione di riferimento è costituita da tutte le famiglie e dai loro
componenti residenti nel territorio dello Stato membro dell’UE al momento della rilevazione dei dati; le persone
residenti in convivenze e in istituti sono generalmente escluse dalla popolazione considerata. I dati dell’UE-28
e della zona euro sono le medie dei dati degli Stati membri ponderate in base alla popolazione.

Contesto
Le abitazioni influiscono sulla qualità della vita delle famiglie in molti modi: offrono riparo, sicurezza, privacy e
uno spazio in cui rilassarsi, studiare e vivere. Inoltre possono essere considerate nel contesto del loro ambiente
locale, in termini di facilità di accesso ai servizi per l’infanzia, agli istituti scolastici, all’occupazione, alle oppor-
tunità ricreative, ai negozi, ai servizi pubblici ecc. Il finanziamento degli alloggi, acquistati o locati, rappresenta
una questione importante per molte famiglie, spesso legata alla qualità delle abitazioni.

L’UE non ha competenze specifiche in campo abitativo; al contrario, i singoli governi nazionali perseguono
proprie politiche in tale materia. Tuttavia molti Stati membri si trovano ad affrontare problemi analoghi: ad
esempio come rinnovare il parco abitativo, come pianificare e lottare contro l’espansione urbana incontrollata,
come promuovere lo sviluppo sostenibile , come aiutare i giovani e i gruppi svantaggiati a entrare sul mercato
abitativo o come promuovere l’efficienza energetica tra i proprietari di abitazioni.

Le problematiche delle abitazioni sociali, dei senzatetto o dell’integrazione rivestono un ruolo importante
nell’agenda della politica sociale dell’UE. La Carta dei diritti fondamentali stabilisce all’articolo IV-34 che
"Al fine di lottare contro l’esclusione sociale e la povertà, l’Unione riconosce e rispetta il diritto all’assistenza
sociale e all’assistenza abitativa volte a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di
risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal diritto dell’Unione e le legislazioni e prassi nazionali". In
tale contesto, nel 2000 il Consiglio europeo di Nizza ha raggiunto un accordo su una serie di obiettivi comuni
per la strategia dell’UE contro la povertà e l’esclusione sociale, compresi due obiettivi nel settore abitativo,
segnatamente "attuare politiche il cui obiettivo sia l’accesso di ciascuno a un alloggio decente e salubre, nonché
ai servizi essenziali necessari, considerato il contesto locale, a un’esistenza normale in tale alloggio (elettricità,
acqua, riscaldamento. . . )" e "attuare politiche intese a evitare le rotture in presenza di condizioni esistenziali che
possano portare a situazioni di esclusione, segnatamente per quanto concerne i casi di indebitamento eccessivo,
l’esclusione scolastica o la perdita dell’alloggio". Tale mandato è stato esteso nel 2010 quando la Piattaforma
europea contro la povertà e l’esclusione sociale (COM(2010) 758 definitivo) ha definito una serie di iniziative
per contribuire a ridurre il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale di almeno 20 milioni di
persone (rispetto al 2008) entro il 2020 (si veda anche la scheda sulle persone a rischio di povertà o di esclusione
sociale ).

Schede correlate
   • Living conditions in Europe — housing quality (in inglese)

   • Housing price statistics — house price index (in inglese)
   • Statistiche sulla povertà di reddito
   • People at risk of poverty or social exclusion (in inglese)
   • Quality of life indicators — material living conditions (in inglese)

Pubblicazioni
   • European social statistics — 2013 edition — Statistical books (in inglese)

   • Housing conditions in Europe — Statistics in focus 4/2011 (in inglese)

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• Living conditions in Europe — 2014 edition — Statistical books (in inglese)
  • Quality of life — Facts and views — Statistical books (in inglese)

Tavole principali
  • Income and living conditions (t_ilc) (in inglese), cfr.

 Living conditions (t_ilc_lv)
          Housing conditions (t_ilc_lvho)
             Overcrowding rate (t_ilc_lvho_or)
             Housing cost burden (t_ilc_lvho_hc)
     Material deprivation (t_ilc_md)
          Housing deprivation (t_ilc_mdho)

Banca dati
  • Income and living conditions (ilc) (in inglese), cfr.

 Living conditions (ilc_lv)
          Housing conditions (ilc_lvho)
             Overcrowding rate (ilc_lvho_or)
             Under-occupied dwellings (ilc_lvho_uo)
             Housing cost burden (ilc_lvho_hc)
     Material deprivation (ilc_md)
          Housing deprivation (ilc_mdho)

Sezione specifica
  • Income and living conditions (in inglese)

Metodologia
  • Income and living conditions (ESMS metadata file — ilc_esms) (in inglese)
  • The production of data on homelessness and housing deprivation in the European Union: survey and
    proposals — 2005 (in inglese)

Normativa
  • Regolamento (CE) n. 1177/2003 , del 16 giugno 2003, relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e
    sulle condizioni di vita (EU-SILC)
  • Regolamento (CE) n. 1553/2005 , del 7 settembre 2005, che modifica il regolamento (CE) n. 1177/2003
    relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC)
  • Regolamento (UE) n. 1157/2010 , del 9 dicembre 2010, recante disposizioni attuative del regolamento
    (CE) n. 1177/2003 relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC)
    per quanto riguarda l’elenco 2012 delle variabili target secondarie relative alle condizioni abitative

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Link esterni
   • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Employ-
     ment and Social Development in Europe (2017) (in inglese)

   • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Employ-
     ment and Social Development in Europe — Quarterly Review — Winter 2017 (in inglese)
   • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Senzatetto
   • Commissione europea— Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Synthesis
     report: peer review on sustainable ways of preventing homelessness (2014) (in inglese)

   • OCSE— Abitazione
   • United Nations — Housing (in inglese)
   • WHO — Housing and health (in inglese)

Questa scheda è visualizzabile online all’indirizzo: https: // ec. europa. eu/ eurostat/ statistics-explained/
index. php/ Housing_ statistics/ it

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