Giugno 2021 - Comune di Castelleone

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Giugno 2021
   Recensioni di alcuni libri acquistati dalla Biblioteca di Castelleone
Maia, Ally, Star, CeCe, Tiggy ed Electra: ognuna delle sei sorelle D’Aplièse ha compiuto
un viaggio straordinario alla scoperta delle proprie origini, ma la costellazione delle Pleiadi
da cui hanno preso i loro nomi è composta da sette stelle e nessuno ha ancora scoperto
chi sia veramente e dove si trovi Merope. Mentre Ally e Maia sono ad Atlantis a guardare
Electra in tv al Concert for Africa, l’avvocato Georg Hoffman arriva con una novità
incredibile: sembra che finalmente ci sia una pista concreta per trovare la sorella perduta.
Con l’indirizzo di una vigna e il disegno di un anello di smeraldo a forma di stella, ha inizio
una staffetta che porterà le sorelle ad attraversare il mondo intero: dalla Nuova Zelanda al
Canada, dall’Inghilterra alla Francia e infine all’Irlanda, unite più che mai nella missione di
completare la loro famiglia prima della commemorazione per la morte di Pa’ Salt. Una
ricerca che le metterà sulle tracce di una donna che in realtà non vuole essere trovata…
ma perché? Tratto da: www.ibs.it

Samuel Sooleymon ha diciassette anni e un'unica grande passione: il basket. Vive con la
famiglia in un villaggio del Sudan Meridionale, paese dilaniato dalla guerra civile e dalla
carestia. Agile, scattante e velocissimo Samuel, è ancora un atleta acerbo e inesperto
quando viene notato da un coach che gli offre l'occasione di una vita: partire per gli Stati
Uniti con altri ragazzi come lui per partecipare a un importante torneo che potrebbe aprir-
gli le porte di una carriera sportiva sfolgorante. Samuel non si è mai allontanato da casa,
ma il sogno di diventare un campione è la molla che lo spinge a lasciare tutto e iniziare la
sua avventura. Ed è proprio quando muove i primi passi nell'ambiente ultracompetitivo
dell'agonismo sportivo che lo raggiunge una terribile notizia: la guerra civile non ha rispar-
miato il suo villaggio e la vita di suo padre, mentre sua madre e i suoi due fratelli sono
stati accolti in un campo profughi. Sooley, come ormai tutti lo chiamano, vorrebbe tornare
in Sudan, però non può farlo. È disperato, ma possiede qualcosa che nessun altro atleta
ha: la fiera determinazione di farcela, di passare le selezioni, di vincere per poter portare
in salvo il prima possibile la sua famiglia in America. Ha un anno di tempo per diventare il
simbolo del riscatto e l'orgoglio del suo paese. Riuscirà a entrare nella leggenda? Tratto
da: www.ibs.it

Alla scomparsa della moglie, il cowboy JT Tucker si trasferisce con le sue tre bambine in
California per iniziare una nuova vita. Al verde, ma dotato di una volontà di ferro,
diventerà il proprietario di uno dei ranch più grandi dello Stato. La sua morte improvvisa
lascia le figlie eredi di quel piccolo impero, ciascuna alle prese con un lutto difficile da
elaborare. Caroline, la minore, sempre trascurata, ha sposato un uomo ricco e si è rifatta
una vita a San Francisco come moglie, madre e scrittrice. Gemma, la cocca di papà, ha
cercato la sua strada a Hollywood e ha sfondato in televisione. Kate, la maggiore, si è
votata al lavoro nel ranch, rinunciando a costruire una propria famiglia. Ora che JT non
c'è più, dei documenti rivelano su di lui cose che nessuna delle tre sorelle si sarebbe mai
aspettata. Il loro intero universo è sconvolto e dovranno sostenersi a vicenda per far
fronte a una realtà inattesa e per scoprire davvero chi sono. Tratto da: www.ibs.it

Bruno Manera e Federica Pesenti sembrano una coppia felice. Lui è un ricco cinquanten -
ne, lei di anni ne ha trentacinque ed è l'erede di una dinastia di imprenditori della "valle",
operoso distretto del Settentrione. Su insistenza di Federica, Bruno accetta di trasferirsi in
paese, varcando la frontiera invisibile della provincia profonda. Ma quando Manera co-
mincia a subire una serie di gravi atti intimidatori, la situazione precipita. Ad aiutarlo c'è
solo Manlio Giavazzi, un vigilante dalla vita sfortunata, convinto che certe faccende vada-
no risolte tra paesani. Poi il caso gioca un tiro mancino e in una girandola di fulminanti
colpi di scena scivoliamo nelle pieghe di un mondo marcio – il nostro – in cui l'amicizia è il
vincolo di un'associazione a delinquere, l'amore una speculazione, il matrimonio un cam-
po di battaglia, la solidarietà tra conterranei un patto d'omertà e la famiglia una connection
criminale. Massimo Carlotto strappa la maschera a personaggi avvelenati dagli inganni
delle loro doppie vite, perché l'avversario è chi ti dorme accanto e il nemico è colui di cui ti
fidi. Tratto da: www.ibs.it
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All'istituto Santa Sofia, Jacopo è il solo maschio della classe e a otto anni il suo rapporto
con le donne è già complicato. A partire da quello con la madre, che gli fa imparare a me-
moria versi di Majakovskij, spegne i mozziconi di sigaretta nei piatti ed è divorata dalla vo-
glia di vivere. Per le suore della scuola è chiaro che quella ragazza con la maglietta trop -
po corta è all'origine dei comportamenti di Jacopo: taciturno e soprattutto fissato con la
scrittura. Sua madre e suo padre non vivono insieme, ma non hanno mai smesso di litiga-
re, lei in italiano e lui in napoletano, lui macellaio e lei segretaria della Brahms edizioni
musicali. Una notte, Jacopo e la segretaria – cosí lui chiama sua madre – si trasferiscono
abusivamente in una palazzina popolare al Rione delle mosche: due buste, una scatola e
lo zaino di scuola come unico bagaglio. Nel rione c'è anche la macelleria di suo padre e il
pomeriggio Jacopo si chiude nella cella frigo a riempire di parole i fogli per incartare la
carne. Quella di Jacopo è un'educazione sentimentale fallimentare e a leggerla scappa
spesso da ridere. Un incontro disastroso dopo l'altro, fino alla catastrofe definitiva: l'incon-
tro con Veronica, maestra di meraviglia e di fuga. Tratto da: www.ibs.it
Incontriamo zia Camilla sulla piazza di un piccolo paese non lontano dal lago di Garda e
dal corso dell'Adige. Per le borsette e i cappellini tutti la chiamano la Regina e in effetti nel
portamento assomiglia alla regina d'Inghilterra, con qualche stranezza in più. Qualcuno
l'ha fatta sedere sulle pietre della fontana dove la raggiunge la nipote Andreina e un pez-
zo di realtà di zia Camilla si ricompone. È l'esordio, così lo chiamano, di una malattia che
si è manifestata a poco a poco, a giorni alterni, finché il mondo fuori l'ha vista e da quel
momento è esistita per tutti, anche per lei. Zia Camilla è sempre vissuta in campagna tra
fiori, galline e gli amati orologi, nella grande casa dove la nipote è cresciuta con lei e con
zio Guidangelo. Ora Andreina, che è moglie e madre mentre la zia di figli non ne ha avuti,
l'assiste affettuosamente e intanto racconta in prima persona il presente e il passato delle
loro vite. Una narrazione viva ed energica, come zia Camilla è sempre stata e continua a
essere. Intorno e insieme a loro, parenti, amiche, altre zie, donne venute da lontano che
hanno un dono unico nel prendersi cura, tutte insieme per fronteggiare questo ospite ine-
ludibile, il «signor Alzheimer», senza perdere mai l'allegria. Perché zia Camilla riesce a re-
galare a tutte loro la vita come dovrebbe essere, giorni felici fatti di quel tempo presente
che ormai nessuno ha più e per questo ricchi di senso. Tratto da: www.ibs.it
Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e
frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua
madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una
scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano piú. A Claudia però la pro-
vincia sta stretta, fugge appena può, prima Londra, poi Milano e infine Berlino; Francesco
resta fermo e scava dentro di sé. Diventano adulti insieme, in un gioco simbiotico di allon-
tanamento e rincorsa, in cui finiscono sempre per ritrovarsi. Mario Desiati mette in scena
le mille complessità di una generazione irregolare, fluida, sradicata: la sua. Quella di chi
oggi ha quarant'anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa il proprio posto nel
mondo, di chi si è sentito davvero un cittadino d'Europa. Con una scrittura poetica ma urti-
cante, capace di grande tenerezza, torna a raccontare le mille forme che può assumere il
desiderio quando viene lasciato libero di manifestarsi. Senza timore di toccare le corde
del romanticismo, senza pudore nell'indagare i dettagli piú ruvidi. Tratto da: www.ibs.it

Georges Simenon ha sempre affermato che tra le inchieste di Maigret e i romanzi cosid-
detti «duri» c'era una netta differenza: se le prime le scriveva fischiettando, per rilassarsi, i
secondi gli costavano una gran fatica, fisica e mentale. Allo stesso modo, se le inchieste
dell'Agenzia O e quelle del dottor Jean (composte alla fine degli anni Trenta) ci hanno fat-
to scoprire un Simenon leggero, ironico, persino gioviale, i racconti degli anni Quaranta e
Cinquanta sono paragonabili, per argomenti e atmosfere, ai romanzi duri. Il denaro, per
esempio (che anche nella vita di Simenon ha sempre avuto un ruolo perlomeno
ambiguo), è un nodo centrale di parecchi di quelli riuniti in questo volume: come strumen-
to per sottrarsi alla grettezza della vita quotidiana o come invalicabile frontiera tra le classi
sociali. Analogamente, incontriamo in questi racconti scritti in Vandea nel 1940, alcune fi-
gure femminili che potremmo definire archetipiche come la madre tirannica e la moglie la-
mentosa. Tratto da: www.ibs.it
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Ortona a Mare, ottobre 1585. Margherita d'Austria si è ritirata in Abruzzo da alcuni mesi. È
qui che, dopo tanto peregrinare per l'Europa, ha deciso di trascorrere i suoi ultimi anni, qui
ha trovato una terra che ama e che è soltanto sua. Non una pesante eredità paterna, non
un privilegio del matrimonio. Sta facendo costruire un palazzo sul mare, un edificio
imponente e prezioso che accolga e mitighi la sua vecchiaia. Ma il tempo di Margherita è
quasi finito, un male oscuro si sta insinuando inesorabile nel suo corpo e proprio grazie a
quest'immobilità forzata si concede, per una volta, di rifugiarsi nei ricordi di una vita piena,
importante, ma anche carica di sofferenze. Figlia amata dell'imperatore Carlo V, moglie di
un Medici e poi di Ottavio Farnese, duchessa di Parma e Piacenza, governatrice delle
Fiandre, sorella di Felipe di Spagna e madre di uno dei più grandi condottieri del suo
tempo, Alessandro Farnese. Ha attraversato un secolo di splendori e di sangue, è stata
una pedina nelle mani dell'imperatore e di due papi, ha visto la fine di un mondo e del
sogno paterno: quello di un'Europa unita, imperiale e cristiana. Ma è stata anche amante
del bello, dai gioielli all'arte, alla musica. E ora, sola con la sua dama di compagnia, si
trova a chiedersi quale sia il significato profondo della sua esistenza . Tratto da: www.ibs.it

Ogni mattina l'essere umano contemporaneo si sveglia e sa che, al mercato degli
scandali passeggeri, troverà un offeso fresco di giornata, una nuova angolazione
filosofica del diritto alla suscettibilità, un Robespierre della settimana. La morte del
contesto, il prepotente feticismo della fragilità per cui «poverino» è diventato l'unico
approccio concesso e l'epistemologia identitaria per cui l'appartenenza prevale su
qualunque curriculum di studioso, sono solo alcuni tra i fenomeni più evidenti e dirompenti
degli ultimi anni. Guia Soncini si interroga sulle origini di quest'eterno presente in cui tutto
ciò che non ci rispecchia alla perfezione sembra una violazione della nostra identità.
Ricorda le opere che avevano previsto la dittatura del perbenismo, dal solito Orwell al
romanzo di Philip Roth La macchia umana, contesta il ruolo dei social come amplificatori
di dissenso e indignazione e individua alcune preoccupanti implicazioni politiche: se la
sinistra si perde la capacità di non considerare la fine del mondo ogni parola sbagliata,
che ne sarà della libertà d'espressione? Rimarrà solo alla destra lo spazio per dire di tutto
e non passare le giornate a sentirsi feriti da ogni maleducazione? Tratto da: www.ibs.it
Esiste un cibo che è allo stesso tempo gentile con il corpo e con il pianeta. È un cibo intel-
ligente, adatto all'Antropocene, l'epoca in cui viviamo e dove sono gli esseri umani a in -
fluenzare gli eventi della natura. Il nuovo libro di Eliana Liotta dimostra quanto sia indi-
spensabile una svolta ecologica a tavola per aiutare la terra e la salute. Per salvare l'am -
biente non basta più andare in giro in bici, comprare un'auto ibrida e ricordarsi di spegne-
re le luci. Non è sufficiente pensare solo a petrolio e carbone. Come avverte l'ONU, il ri-
scaldamento globale non potrà arrestarsi senza modificare il sistema alimentare dfal qua-
le dipende un terzo delle emissioni di gas serra. L'aspetto straordinario è che i pranzi e le
cene invocati per frenare l'inquinamento e il clima impazzito sono esattamente gli stessi
che proteggono la salute e che potenziano il sistema immunitario. Tendiamo a dimenticar-
cene: siamo parte del tutto. In questo saggio l'autrice presenta per la prima volta una ri-
flessione che parte da un approccio scientifico duplice, ecologico e nutrizionale, con la
consulenza dello European Institute on Economics and the Environment e del Progetto
EAT della Fondazione Gruppo San Donato. Cinque le diete proposte, sia ecocarnivore sia
vegetali, capaci di mitigare le emissioni inquinanti e di migliorare la linea e la nostra salu-
te. Centinaia le risposte offerte alle curiosità sull'impatto degli alimenti, dagli allevamenti
intensivi alla pesca, dalla coltivazione dell'avocado ai prototipi di bistecca sintetica. Siamo
quello che mangiamo e quello che mangiamo può cambiare il mondo. Tratto da: www.ibs.it
Alcuni anni fa, nei suoi studi da storico, Barbero ha incontrato una storia che non poteva
essere racchiusa in un saggio. È la vicenda di un eccidio di neri, durante la Guerra di Se -
cessione, la prima grande lacerazione nazionale che divide il paese tra chi vuole bandire
la schiavitù e chi non ne ha nessuna intenzione. E' il racconto trascinante, inarrestabile,
dell'unico testimone sopravvissuto: Dick Stanton, soldato dell'esercito del Sud, stanato in
fin di vita da una giovane studentessa che vuole ricostruire la verità. Verità storica e ro -
manzesca, perché Barbero inventa una voce indimenticabile, comica e inaffidabile, dolen-
te e angosciosa, che trascina il lettore in quegli abissi che si sono riaperti. Un romanzo
che tocca i tratti del carattere americano deflagrati negli eventi dell'ultimo anno: la que-
stione del suprematismo bianco, il razzismo profondo persino le istituzioni, la mentalità
paranoica, la presunzione di farsi giustizia da sé, la violenza che scaturisce dalla rabbia,
da ciò che si vive come ingiusto sulla propria pelle e che si rovescia su chi è ancora più
debole. Tratto da: www.ibs.it
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Napoli, 1888. Da poco in città si è spenta l’eco del colera, ma il senso di precarietà conti-
nua a scorrere invisibile nelle vene dei suoi abitanti. È così anche per Gaetano e Tunino,
due giovani fratelli che vivono nel quartiere del Cavone, dove tutto puzza di miseria e an -
che il sole, quando ci arriva, non riesce a portare allegria. Gaetano, una promessa del
balletto, è chiamato ’o ciucciariello dai suoi compagni perché è stato per anni lo sguattero
del teatro, mentre Tunino, apprendista fabbro, è tormentato dagli scugnizzi di strada che
lo chiamano ’o frate d’o femminiello, ma sogna di diventare un inventore. Quando incon-
trano Étienne Jules Marey, scienziato francese e ideatore di un nuovo straordinario appa-
recchio fotografico, intravedono una possibilità di cambiamento. Con i loro nuovi amici
tentano di costruirsi una vita diversa, ciascuno spinto da una propria forza visionaria, che
li porterà fino a Parigi per la grande Esposizione Universale. In una sequenza di cadute e
risalite, tra esperimenti di volo e ricerca dell’amore, le loro storie si intrecciano e si scon-
trano. Sempre al limite, tra il desiderio e la paura di rompere le regole. Tratto da: www.ibs.it

«In queste pagine unisco», chiarisce De Luca nell'introduzione, «storie estreme di genitori
e figli». La narrazione si rinsalda nelle radici della storia tramandata: si inizia da Isacco,
naturalmente, dalla mancanza di legittima difesa contro il padre – la legatura di Isacco, in
ebraico così ci si riferisce a quello che noi di solito chiamiamo «il sacrificio», perché quel
nodo stretto fra lui e Abramo è irreparabile. Nodo che sembra potersi sciogliere solamente
diventando a propria volta genitori, «passaggio che fa scordare e slega dallo stato di fi-
glio». Come succederà a Chagall, dopo aver dipinto il ritratto del padre, e come invece
non potrà fare la figlia del vecchio nazista, nel tentativo estremo di mettersi al riparo dal
torto del soldato scegliendo di non procreare. In questa nuova opera Erri De Luca attra-
versa, con il suo sguardo personale, con la sensibilità esperta e soprattutto con la prosa
essenziale e stratificata, il rapporto cardinale alle origini dell'umanità e di ogni storia che si
voglia raccontare. Tratto da: www.ibs.it

L'odio sembra una realtà dominante nella storia dell'umanità e nel mondo globale, diviso
e polarizzato. "Noi" si contrappone a "loro", percepiti non come singoli individui, ma come
un gruppo nemico verso cui si nutre pregiudizio e intolleranza: stranieri, ebrei, rom, mu-
sulmani, donne, omosessuali, persone fragili... Ma la nostra mente è per natura ostile? Il
cervello è irrimediabilmente programmato per l'odio? Anche se meccanismi inconsci spin-
gono gli esseri umani a percepire con paura le diversità, le neuroscienze descrivono men-
ti empatiche, che si rispecchiano e si identificano con l'altro in modo innato. In realtà sono
le politiche dell'odio che costruiscono il nemico e ci manipolano. Le folle emotive rincorro-
no fake news e complottismi, le posizioni si polarizzano, la violenza può diventare estre -
ma. Mutano continuamente le forme di odio collettivo: il razzismo da biologico diventa cul-
turale, l'antisemitismo subisce pericolose metamorfosi, cambia l'aggressività contro le
donne. Ma, in un mondo in cui sembra ancora prevalere il pregiudizio emotivo, odio, ag -
gressività e reazioni ostili non sono inevitabili: è possibile contrastare il disimpegno mora-
le e riscoprire il senso di un destino comune. Tratto da: www.ibs.it
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