Gita all'Acquario di Genova - di Luca Riolfo e Valentina Staricco 04 Gennaio 2022 - 8:01 - IVG

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Gita all'Acquario di Genova - di Luca Riolfo e Valentina Staricco 04 Gennaio 2022 - 8:01 - IVG
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      Gita all’Acquario di Genova
      di Luca Riolfo e Valentina Staricco
      04 Gennaio 2022 – 8:01

      Oggi ci ritagliamo un momento in famiglia in un classicissimo che salva la giornata
      “quando piove”, anche se in realtà la giornata all’Acquario l’abbiamo organizzata con largo
      anticipo. Il primo consiglio che vogliamo darvi è quello di scegliere a priori il giorno della
      visita e attrezzarsi con biglietto online onde evitare inutili code alla cassa che si sa, con i
      bambini non sono mai auspicabili.

      A dirla tutta vi consigliamo anzi, sconsigliamo se potete, di avventurarvi nei weekend,
      sempre troppo affollati. Detto questo, essere a Genova nel Porto Antico, è già di per se
      un’esperienza.

      La struttura dell’Acquario di Genova è stata progettata dall’architetto Renzo Piano come
      tutta la zona limitrofa e si tratta del secondo acquario più grande d’Europa dopo quello
      di Valencia. Un’immersione totale nei mari di tutto il mondo racchiusi in 27.000 mq di
      superficie espositiva con all’interno 12.000 animali di 600 specie diverse distribuiti in 70
      ecosistemi.

      Appena si entra all’interno della struttura, la giornata cambia completamente: sia che fuori
      ci sia sole, pioggia, vento o neve, dentro è tutto blu! Ovviamente ci stiamo addentrando
      nelle profondità del mare…non poteva essere diversamente. Nella prima sala si viene
      accolti da un video introduttivo che alimenta la nostra curiosità sulla vita sotto ai mari
      riproducendo numerose immagini di animali marini provenienti da tutti gli oceani.
      Carolina è spaesata, sembra quasi la bollicina della pubblicità dell’acqua che si muove a

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      caso non sapendo più dove guardare!

      Nella semioscurità ci imbattiamo in una vasca cilindrica che da cielo a terra misura oltre 5
      metri! Si tratta della grotta delle murene, dove tra anfratti rocciosi si possono scorgere
      questi meravigliosi pesci che ci ricordano tanto Flotsam e Jetsam, i perfidi servitori di
      Ursula nel cartone Disney “La Sirenetta”. Nella stessa sala si possono inoltre osservare
      due specie di cavalluccio marino e uno splendido esemplare di polpo.

      Un veloce zig zag tra i corridoio ed eccoci davanti ad una perla, vanto a livello europeo per
      un acquario, ovvero la zona “Laguna delle sirene” dove nuotano dei bellissimi esemplari
      di Lamantini, mammiferi acquatici erbivori. L’Acquario di Genova è l’unica struttura in
      Italia ad ospitare questa specie a grave rischio di estinzione.

      La vasca successiva invece dà a Carolina una carica adrenalinica davvero piacevolissima
      da vivere come genitori, una frenesia nel poter vedere ad un palmo dal naso giganteschi
      squali le ha attivato una felicità inenarrabile. Trovarsi faccia a faccia con i grandi predatori
      del mare, che sino ad oggi aveva potuto vedere solo sui documentari alla tv, non è cosa da
      tutti i giorni.

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      La Baia degli Squali garantisce emozione pura; vederli passare davanti ai nostri occhi e
      pensare che solo un vetro ci divide da loro lascia senza fiato anche noi. Le diverse specie
      di squalo presenti in vasca provengono da vari ambienti marini, come per esempio una
      coppia di esemplari di pesce sega originari dell’Oceano Indiano e del Pacifico occidentale.
      A lato della sala una piccola teca ripropone il colorato fondale del Mar Mediterraneo a
      largo delle Cinque Terre.

      Proseguiamo ancora e tra varie aree tematiche e installazioni descrittive di ogni tipo
      giungiamo alla vasca dei temibili Piranha che la bimba snobba. ma che a me affascinano
      moltissimo. Carolina si piazza così in mezzo al corridoio ad osservare come una
      simpaticissima foca le sguazzasse intorno. Inutile dire come questo tipo di esperienza le

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      stia regalando una giornata destinata a diventare centro dei suoi discorsi per almeno
      qualche giorno.

      L’isola delle foche è la prima di altre quattro dotate di un secondo punto di vista, ovvero
      andando al piano superiore, tramite delle passerelle è possibile vedere i loro simpatici e
      buffi musetti affiorare dalle acque! Ed ecco che per arrivare al piano secondo bisogna
      attraversare il regno dei ghiacci: i pinguini da sempre sono i miei animali preferiti e mi
      perderei ore ad osservarli dondolare con quel loro andamento goffo. Ricordo ancora
      quando in un viaggio in Svezia, visitando lo zoo di Skansen ne inseguii un paio che
      gironzolavano liberi e una guardia mi riprese in malo modo, ma fu più forte di me.

      In questa area dedicata all’Antartide è stato ricreato un vero e proprio regno dei ghiacci
      dove è possibile riconoscere diversi esemplari di pinguino Papua e di pinguino di
      Magellano; la vasca che li ospita rappresenta l’ambiente delle isole Falkland, dove in
      alcuni periodi dell’anno si trovano entrambe le specie.

      Proseguiamo ora al piano superiore addentrandoci nel Padiglione Cetacei dove si ha
      davvero l’impressione di immergersi in mare aperto con i delfini. La prima parte che
      visitiamo è appunto quella che permette di scorgere gli animali dall’alto, un po’ come è
      avvenuto per le foche, ma nessun mammifero alla vista. Decidiamo quindi di proseguire
      (causa restrizioni non è possibile tornare indietro) e scendiamo dalla parte opposta dove la
      prospettiva subacquea si apre davanti ad un’enorme vetrata di 24 metri e a un tunnel
      lungo 15 metri. In tutto si tratta di 4 vasche a cielo aperto distribuite su due livelli per
      poter ammirare questi simpatici animali sia in superficie sia da una prospettiva
      completamente nel blu, quella che alla fine ci ha emozionato di più.

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      Parlando di delfini e cetacei in generale menzioniamo il Santuario dei Cetacei del “mare
      nostrum”, ovvero la più grande Area Marina Protetta del Mar Mediterraneo, che vede
      Genova come una delle tre punte del triangolo figurativo che definisce l’area. Fra le tante
      possibilità che il Mar Ligure offre c’è anche quella di poter avvistare delfini o balenottere
      in mare aperto. Istituito nel 1991 sulla base di un progetto che prese avvio nei lontani anni
      Settanta, l’area marina protetta copre circa 100 mila chilometri quadrati e comprende le
      acque di Tolone, sulla costa francese, Capo Falcone e Capo Ferro, rispettivamente in
      Sardegna occidentale e orientale, e Fosso Chiarone, in Toscana. Va da sé che la Liguria ne
      è pienamente al centro. Moltissime sono le attività di whalewatching con la possibilità di
      avvistare i cetacei nel loro habitat naturale. Solitamente nei periodi primaverili/autunnali
      vengono organizzate gite in battello che propongono l’esperienza di avvistamento. Dalla

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      riviera di levante a quella di ponente, è sufficiente soltanto scegliere il porto di partenza
      per vivere l’esperienza: Camogli, Genova, Varazze, Savona, Loano, Andora, Laigueglia,
      Bordighera, Sanremo e Imperia.

      Dal nostro ingresso è trascorsa poco più di un’ora e quale momento migliore per fare uno
      spuntino e l’area attrezzata con il Fast Food Bar è il luogo ideale dove fermarci; ricordiamo
      che non è consentito mangiare durante la visita.

      La sosta non ci porta via molto tempo perchè Carolina già sa cosa le aspetta appena
      varcata la porta del padiglione della Biodiversità. Oltre alla zona tropicale e all’area
      dove è stata ricostruita una scogliera corallina, è possibile scoprire con video ed
      animazioni la biologia e l’ecologia dei coralli, ma alla bambina poco importa di queste sale
      allestite ad hoc. Il suo obiettivo è quello di tuffarsi nella grande vasca tattile dove è
      possibile accarezzare le razze, l’amara scoperta avviene quando apprendiamo che a causa
      delle restrizioni, ciò non è più possibile. Tamponiamo la delusione giocando ad un
      videogame nel quale bisogna immedesimarsi in uno storione a caccia di gamberetti e
      alghe.

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      Il padiglione in cui ci troviamo ora, quello delle Biodiversità appunto, è la zona più colorata
      dell’Acquario. In un’area dedicata è stato allestito il primo muro vegetale realizzato in
      Italia, progettato dall’architetto francese Patrick Blanc, composto da oltre 150 piante
      tropicali fissate in tasche ricavate in uno strato di feltro, da un pannello descrittivo
      apprendiamo che si tratta una ricostruzione della Riserva naturale integrale Tsingy di
      Bemaraha situata vicino alla costa occidentale del Madagascar. Nella foresta tropicale vive
      più della metà delle specie animali e vegetali esistenti sulla Terra e qui si possono vedere
      alcuni pesci, rane, testuggini, gechi e serpenti. In un angolo quasi sfuggente, invece,
      rischiamo di perderci un must per i bambini di ogni età: Carolina si incolla quasi in modo
      automatico ad una vasca senza proferire parola: “che ci sarà mai?” Ci chiediamo. Ma
      all’intonazione di: “Nuota e nuota, zitto e nuota..” capiamo immediatamente! Dagli

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      anemoni ecco spuntare Dory e Nemo.

      Siamo quasi giunti al termine del percorso ma la sala delle meduse ci regala l’ultimo
      spettacolo del tour. In una sala, avvolti da musica rilassante e illuminazioni degne di set
      cinematografico, ci sentiamo parte integrante di un documentario di Quark; la danza
      sinuosa delle meduse ci si prospetta davanti agli occhi facendoci abbandonare alla
      meraviglia.

      Oltre all’esperienza coinvolgente che questo posto regala, dobbiamo dare merito anche
      alla funzione educativa. Video, pannelli infografici e totem luminescenti offrono la
      possibilità di spiegare ai bambini come poter preservare la vita marina. L’inquinamento,

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      oggi più che mai, è il principale colpevole della distruzione della biodiversità marina, sia
      animale sia vegetale. Si pensi solo alla riduzione del volume della barriera corallina e al
      continuo aumento della plastica gettata in mare. I nostri bimbi saranno gli artefici del
      futuro ed educarli sin da ora alla salvaguardia del loro mondo è il nostro compito più
      grande.

      “La rubrica del camallo” è a cura dell’associazione culturale “Due Zaini e Un Camallo” di
      Luca Riolfo e Valentina Staricco, volta alla promozione e alla riscoperta del patrimonio
      naturale e culturale della nostra regione, la Liguria. Seguici su
      instagram @_duezainieuncamallo_: clicca qui per leggere tutti gli articoli.

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