WOLF - SCENARI Rassegna Stampa dal 30 ottobre 2018 al 05 novembre 2018 - Associazione Nazionale Forense
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
WOLF - SCENARI Rassegna Stampa dal 30 ottobre 2018 al 05 novembre 2018 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE SCENARIO AVVOCATURA 03/11/2018 Alto Adige 4 Prescrizione, M5s si blinda Guerra aperta agli evasori 03/11/2018 Brescia Oggi 5 Prescrizione «blindata» e trasparenza nei partiti Tensione con gli alleati 03/11/2018 Eco di Bergamo 6 M5S-Lega, duello pure sul ddl anticorruzione 03/11/2018 Il Centro - Nazionale 7 Prescrizione, M5S si blinda Guerra aperta agli evasori 03/11/2018 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale 8 Il M5S blinda il ddl anticorrotti «La prescrizione è nel contratto» 03/11/2018 Il Trentino 10 Prescrizione, M5s si blinda Guerra aperta agli evasori 03/11/2018 L'Arena di Verona 11 Prescrizione «blindata» e trasparenza nei partiti Tensione con gli alleati 03/11/2018 La Liberta 12 E il M5s adesso blinda il ddl anticorrotti: scontro sulla prescrizione in primo grado 03/11/2018 La Provincia di Como 13 M5S-Lega, duello pure sul ddl anticorruzione 03/11/2018 La Provincia di Sondrio 14 M5S-Lega, duello pure sul ddl anticorruzione 03/11/2018 La Sicilia - Nazionale 15 «La prescrizione non si tocca, è nel " contratto di governo " 03/11/2018 Primo Piano Molise 17 Prescrizione, l'avvocatura affonda: ipotesi aberrante e contro la Costituzione
SCENARIO AVVOCATURA 12 articoli
03/11/2018 diffusione:14386 Pag. 3 tiratura:20984 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Prescrizione, M5s si blinda Guerra aperta agli evasori Nuovi emendamenti pentastellati inaspriscono le pene per chi non paga le tasse Con la Lega è braccio di ferro. Di Maio: «Norma anti-furbi si farà, è nel contratto» di Anna Laura Bussa ROMA Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all' occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all' articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, ma la norma anti-furbi si farà, è nel contratto», osserva. Sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. La norma, che non arriva in commissione, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla P.A. «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibile». Foto: Sulla prescrizion e scoppia la polemica contro il ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Da Forza Italia Maria Stella Gelmini:«D aremo battaglia» SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 4
03/11/2018 diffusione:16000 Pag. 3 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Prescrizione «blindata» e trasparenza nei partiti Tensione con gli alleati Dopo il decreto Sicurezza, anche il disegno di legge Anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all'occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i grillini decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Nell'attesa, i grillini fanno quadrato intorno all'articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni, magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri grillini. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di Fi in commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma, che non arriva in commissione, provoca la protesta di Fi e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della commissione e del Parlamento». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 5
03/11/2018 diffusione:33070 Pag. 3 tiratura:39156 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato M5S-Lega, duello pure sul ddl anticorruzione Il braccio di ferro Di Maio: la norma sulla prescrizione prevista nel Contratto. Giallo sul carcere per gli evasori Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all'occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all'articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vice premier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma, che non arriva in commissione anche se lei assicura di averla trasmessa e non compare nel fascicolo degli emendamenti, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto infatti il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla Pubblica amministrazione «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibile». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 6
03/11/2018 diffusione:12174 Pag. 5 tiratura:17930 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Prescrizione, M5S si blinda Guerra aperta agli evasori Nuovi emendamenti pentastellati inaspriscono le pene per chi non paga le tasse Con la Lega è braccio di ferro. Di Maio: «Norma anti-furbi si farà, è nel contratto» di Anna Laura Bussa ROMA Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all' occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all' articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, ma la norma anti-furbi si farà, è nel contratto», osserva. Sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. La norma, che non arriva in commissione, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla P.A. «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibile». Foto: Sulla prescrizione scoppia la polemica contro il ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Da Forza Italia Maria Stella Gelmini: daremo battaglia SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 7
03/11/2018 diffusione:18730 Pag. 4 tiratura:26471 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ITALIA GIALLOVERDE LE MANOVRE DEI PARTITI AZZURRI ALL'ATTACCO Sugli scudi Camere penali e Associazione nazionale forense : incostituzionale, traspare un concezione autoritaria del diritto Il M5S blinda il ddl anticorrotti «La prescrizione è nel contratto» Non si placa lo scontro tra alleati che anzi si allarga all'art. 7 sulla trasparenza nei partiti e all'aumento delle pene per gli evasori l ROMA. Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all'occhiel lo» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all' articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'an nuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma, che non arriva in commissione anche se lei assicura di averla trasmessa e non compare nel fascicolo degli emendamenti, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto infatti il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla P.A. «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibili». In più, si riflette nella maggioranza, potrebbe anche «tardare i tempi di esame del ddl» che è atteso in Aula per il 12/11. Per ogni nuova proposta si deve concedere tempo per la presentazione dei subemendamenti. SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 8
03/11/2018 diffusione:18730 Pag. 4 tiratura:26471 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: GIUSTIZIA Il Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede rassicura: «Sulla trasparenza dei partiti nessun passo indietro» SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 9
03/11/2018 diffusione:14386 Pag. 3 tiratura:20984 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Prescrizione, M5s si blinda Guerra aperta agli evasori Nuovi emendamenti pentastellati inaspriscono le pene per chi non paga le tasse Con la Lega è braccio di ferro. Di Maio: «Norma anti-furbi si farà, è nel contratto» di Anna Laura Bussa ROMA Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all' occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all' articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, ma la norma anti-furbi si farà, è nel contratto», osserva. Sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. La norma, che non arriva in commissione, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla P.A. «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibile». Foto: Sulla prescrizion e scoppia la polemica contro il ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Da Forza Italia Maria Stella Gelmini:«D aremo battaglia» SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 10
03/11/2018 diffusione:30183 Pag. 3 tiratura:38547 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Prescrizione «blindata» e trasparenza nei partiti Tensione con gli alleati Dopo il decreto Sicurezza, anche il disegno di legge Anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all'occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i grillini decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Nell'attesa, i grillini fanno quadrato intorno all'articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni, magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri grillini. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di Fi in commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma, che non arriva in commissione, provoca la protesta di Fi e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della commissione e del Parlamento». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 11
03/11/2018 diffusione:18443 Pag. 4 tiratura:24188 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO E il M5s adesso blinda il ddl anticorrotti: scontro sulla prescrizione in primo grado Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all' occhiello» per il M5s, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5s), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all' articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 12
03/11/2018 diffusione:20901 Pag. 3 tiratura:26732 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato M5S-Lega, duello pure sul ddl anticorruzione Il braccio di ferro Di Maio: la norma sulla prescrizione prevista nel Contratto. Giallo sul carcere per gli evasori Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all'occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all'articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vice premier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma, che non arriva in commissione anche se lei assicura di averla trasmessa e non compare nel fascicolo degli emendamenti, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto infatti il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla Pubblica amministrazione «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibile». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 13
03/11/2018 diffusione:20901 Pag. 3 tiratura:26732 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato M5S-Lega, duello pure sul ddl anticorruzione Il braccio di ferro Di Maio: la norma sulla prescrizione prevista nel Contratto. Giallo sul carcere per gli evasori Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all'emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l'articolo 7, considerato il «fiore all'occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l'asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell'attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all'articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vice premier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione») ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l'Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma, che non arriva in commissione anche se lei assicura di averla trasmessa e non compare nel fascicolo degli emendamenti, provoca la protesta di FI e del Pd che, con il capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». Sul punto infatti il coro dei commissari è quasi unanime: la riforma dei reati fiscali nel decreto sulla Pubblica amministrazione «non c'entra nulla» e come tale va dichiarata «inammissibile». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 14
03/11/2018 diffusione:18294 Pag. 5 tiratura:24816 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «La prescrizione non si tocca, è nel " contratto di governo " Giallo procedurale su nuovi emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori BARRICATE CINQUESTELLE. ANNA LAURA BUSSA R OMA . Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all ' emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e M5S anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l ' articolo 7, considerato il «fiore all ' occhiello» per il M5S, visto che «garantisce trasparenza» nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l ' asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori. La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell ' attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all ' articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. «Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro» assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Luigi Di Maio: «Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni», «magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa», osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. Quindi Di Maio insiste sull'importanza dello stop alla prescrizione («una vera rivoluzione") ricordando come il tema rientri nel «contratto di governo». Ma è proprio sulla riforma della prescrizione, peraltro sostenuta in altre legislature anche dal Pd, che alzano gli scudi anche le Camere penali e l ' Associazione Nazionale forense che definiscono «manifesto» la norma dalla quale «traspare una concezione autoritaria del diritto penale e del processo» e che è «smaccatamente incostituzionale». Se Di Maio «pensa di poter recuperare il voltafaccia comico sulle grandi opere con il massacro dei diritti fondamentali come quello della ragionevole durata del processo, sbaglia e di grosso», commenta il capogruppo di FI in prima commissione Francesco Paolo Sisto. Intanto, a riscaldare ulteriormente gli animi interviene l'annuncio della Businarolo di voler depositare emendamenti che inaspriscono le pene per gli evasori e riducono le soglie oltre le quali scattano i reati tributari. In particolare, chi froda il fisco con fatture false rischia da 4 a 8 anni di carcere, chi fa dichiarazione infedele dai 2 ai 5 e per omessa dichiarazione dai 2 ai 6. La norma provoca la protesta di FI e del Pd che, col capogruppo in commissione Alfredo Bazoli, parla di misura che si starebbe cercando di introdurre «alla chetichella» e che «rappresenterebbe, dopo il grave episodio sulla prescrizione, un ulteriore inaccettabile oltraggio alle prerogative della Commissione e del Parlamento». FAVA: «SUL MUOS INDECENTE BALLETTO» «Sul Muos continua un indecente balletto. Mentre a parole si afferma di voler intervenire per avviare la dismissione della base di Niscemi, gli atti amministrativi vanno nella direzione opposta». Così il presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, che ricorda «la richiesta formulata dal Ministero della Difesa, per conto del comando della US Navy, per nuovi lavori di manutenzione straordinaria all ' interno della base». «Richiesta - aggiunge - formulata al Comune di Niscemi ed alla Regione Siciliana e di cui poco si è saputo e ancor meno parlato». «Al presidente Musumeci, che in più occasioni SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 15
03/11/2018 diffusione:18294 Pag. 5 tiratura:24816 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato aveva dichiarato la contrarietà all ' opera, e al M5S, che ora ha la responsabilità del governo del Paese osserva Fava - chiediamo di decidere una volta per tutte da che parte stare. Per questo abbiamo depositato una mozione affinché l ' Ars si esprima contro le autorizzazioni a nuovi lavori nella base e chieda ai Governi regionale e nazionale di smantellare il Muos». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 16
03/11/2018 Pag. 3 Primo Piano Molise La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Palladino ( Ocf ): processi ingiustificatamente dilatati Prescrizione, l' avvocatura affonda: ipotesi aberrante e contro la Costituzione CAMPOBASSO. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nei giorni scorsi ha spiegato che nelle sue linee programmatiche c'è la volontà di sospendere la prescrizione «dopo che sia stata emessa una sentenza di primo grado». Su questa questione si è espresso l'Organismo congressuale forense (Ocf). Il suo coordinatore Giovanni Malinconico ha affermato: «È un'ipotesi aberrante perché in contrasto con noti e risalenti principi di civiltà giuridica. Questa ipotesi comprimerebbe in modo inammissibile i diritti costituzionali dei cittadini. Non solo gli imputati, infatti, ma anche le stesse parti offese dai reati verrebbero private di qualsiasi garanzia in merito alla effettiva durata dei processi. Si determinerebbe, inoltre, un'inammissibile compressione del ruolo dell'avvocatura nel processo. L'Organismo congressuale forense auspica che il governo e il ministro della Giustizia, prima di assumere alcuna iniziatica in materia, avviino una necessaria fase di consultazione con l'avvocatura». Anche l'avvocato Franco Palladino, componente molisano dell'Ocf, ha commentato: «L'avvocatura vuole far sentire la sua voce su tale questione estremamente importante per i cittadini tutti, imputati o parte offese che siano, che vedrebbero ingiustificatamente dilatati i tempi di definizione dei processi penali in chiaro dispregio di principi costituzionali». SCENARIO AVVOCATURA - Rassegna Stampa 05/11/2018 17
Puoi anche leggere