Fioretti di papa Wojtyła - San Giovanni Paolo II Luciano Pacomio - Effatà Editrice

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Luciano Pacomio

  Fioretti di
 papa Wojtyła
      San Giovanni Paolo II

Prefazione del cardinale Angelo De Donatis
© 2023 Effatà Editrice
Via Tre Denti, 1
10060 Cantalupa (Torino)
Tel. 0121.35.34.52
Fax 0121.35.38.39
info@effata.it
www.effata.it

ISBN 978-88-6929-972-8
Collana: Vita-grafie
Immagine di copertina: l’autore con Giovanni Paolo II
Grafica: Laura Repetto
Stampa: Printbee.it – Noventa Padovana (Padova)
Prefazione

Lo scritto di mons. Luciano Pacomio Fioretti di papa Wojtyła
San Giovanni Paolo II si legge tutto d’un fiato. I ricordi degli
incontri di papa Giovanni Paolo II con il Collegio Capranica
– di cui mons. Pacomio è stato rettore – sono proposti con un
linguaggio semplice e coinvolgente, capace di «documentare
come la santità di una persona si rivela nei suoi limiti e in tutta
la sua irripetibile, variegata, ricca umanità» – come osserva
l’Autore all’inizio del testo. Queste pagine mi hanno portato
con la memoria alle visite di Giovanni Paolo II al Seminario
Romano Maggiore, dove ero padre spirituale, e credo di potermi
immedesimare nei sentimenti di gioia e di gratitudine provati
dall’autore incontrando il Papa con la Famiglia Capranicense.
Con poche pennellate mons. Pacomio ci mostra le qualità umane
di Giovanni Paolo II, come l’«umorismo», la «fine ironia», la
«viva intelligenza sapienziale», unite ad una «grande fede in
Gesù, Parola di Vita, Eucaristia» e ad un «affettuoso totale
abbandono a Maria». Molto bello è l’episodio riferito dall’au-
tore, in cui mons. Monduzzi, dal momento che il Papa si attar-
dava in cappella, commentò: «È un innamorato dell’Eucaristia.
Dove sa che c’è Gesù Eucaristico non lo tiri più via». Si tratta di
«piccoli ricordi» che fanno anche meditare sull’«esperienza del
soffrire», che ha accompagnato gran parte della vita e del ponti-
ficato di Giovanni Paolo II e che – secondo l’Autore – lo ha reso

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come san Francesco d’Assisi «immagine di Cristo, percosso e
flagellato e poi morente crocifisso». Un piccolo libro di ricordi,
dunque, con simpatici aneddoti, ma anche con dei momenti
toccanti, come, per esempio, il racconto dell’intensa esperienza
spirituale vissuta dall’autore nella sua prolungata sosta vicino al
feretro del Santo Pontefice. Grazie a mons. Pacomio per queste
piccole perle che ha voluto donarci.

                                            Angelo card. De Donatis1
                                      Vicario generale di Sua Santità
                                              per la Diocesi di Roma

    1
     Vicario generale del Santo Padre Francesco per la città di Roma, presi-
dente della commissione episcopale per l’Almo Collegio Capranica. È stato
padre spirituale al Pontificio Seminario Romano Maggiore, parroco in
Roma. Vescovo ausiliare e poi eletto arcivescovo vicario generale del Papa
per la città di Roma, creato cardinale il 28 giugno 2018.

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Introduzione

Solo dopo aver scritto questo libricino mi sono posto la
domanda: perché ho voluto scrivere questi ricordi che riguar-
dano non solo me (e questa è la prima ragione), ma anche e
soltanto persone, poche, che abitavano con me un «angolo di
questo mondo» (il Collegio Capranica negli anni 1977-1983)?
    Mi sono risposto: perché volevo documentare come la
santità di una persona si riveli nei suoi limiti e in tutta la sua
irripetibile, variegata, ricca umanità.
    Karol Wojtyła, papa, rivelava, nei rapporti personali e nel
quotidiano, umorismo, ilarità, doti da attore e sceneggiatore,
perfino fine ironia, insieme a viva intelligenza sapienziale.
    Certamente questa ricchezza umana ha attestato una grande
fede in Gesù, Parola di Vita, Eucaristia; un grande rispetto e
promozione dell’alterità; un affettuoso totale abbandono a
Maria, madre di Gesù e madre nostra; un’esperienza del soffrire
(fin da ragazzo e giovane sotto la dittatura comunista e la morte
dei genitori) e del dolore (sommamente nell’attentato e nella
finale esperienza di sofferenza prolungata); unitamente a una
pazienza e misericordia grandi per tutti e a preghiera nutrita
quotidianamente lungamente; una forza, costanza, fermezza
nel dono e nel bene eccezionale.
    L’essere stato ordinato da lui vescovo ha reso unica memora-
bile la mia piccolezza in rapporto a lui, Papa santo, e alla grande
storia di cui è stato provvidenzialmente protagonista.

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Anche questi piccoli ricordi si incastonano come «stelline»
in un cielo universo di galassie e di soli.
   Sia memoria allietante e incoraggiante per tanti.

   Sono piccoli fatti. Brandelli di vita di una persona qualunque,
che per tante altre persone sarebbero irrilevanti. Pagine di
diario personale che possono richiamare, come piccole parole
e incontri abituali, comunissimi passi della propria storia nella
memoria di ciascuno; ma senza forse anche nella MEMORIA
DI DIO e assurgono a valore perenne.
   Da ricordo personale a MEMORIALE costruttivo di vita per
tanti.
   Nessun incontro, tra persona e persona, è casuale. Nessun
evento umano è per uno solo ed esclude gli altri dal suo effetto
buono e dal fascino e nostalgia del piccolo operato d’amore che
cambia il mondo. Certi piccoli libri nascono facendo memoria
di eventi e di incontri che non segnano la grande storia, ma
esprimono quel quotidiano giardino di mammole e di «non ti
scordar di me» che sono il vero trampolino di lancio e piatta-
forma da cui partono decisioni e ripensamenti che coinvolgono
una nazione e interi popoli.
   Sono stati i tredici, quattordici anni in cui, ritornato a Roma,
dopo il breve periodo di studi alla Gregoriana e al Biblico,
espressi il mio servizio come rettore del Collegio Capranica.
   Non sono eventi di rilevanza neppure per la sola città di
Roma. Molte altre persone e meglio di me potrebbero richia-
mare e fare memoria scritta di eventi ben più rilevanti. Ma non
è di tutti, né frequente, l’avere a che fare con un Papa e molto in
fretta canonizzato. È vivere, insperatamente e del tutto gratui-
tamente, ma provvidenzialmente, un tratto di strada e un bran-
dello di storia in cui tempo ed eternità si incontrano, si avvin-

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ghiano. Promuovono la nostalgia di Dio: sorpresa, esperienza,
attesa.
   È con un misto di gioia, di grata memoria che mi accingo
a riandare ai miei piccoli incontri-rapporti con il papa san
Giovanni Paolo II, attraverso questo «incredibile» racconto
narrabile.
   Sia il santo Papa intercedente per il vivere la «felicità possi-
bile», la «buona attesa», la santità «a modo proprio» irripetibile,
per ciascuno di noi, lettori ed estensore.
                                                              L.P.

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