Fiere e mercati nella Parma medievale
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cultura E TERRITORIO Fiere e mercati nella Parma medievale Un lontano richiamo di festa e civiltà. Dove tutti comperiamo e vendiamo. Anche solo un sorriso, una preoccupazione, una felicità Giulia Sorgente Il territorio parmense, con la sua “capitale”, abbondava un altro. Onde, non potendo vanta da sempre un’importante tradizione né dovendo poi spogliarlo, o privarlo di di fiere e mercati. Occasioni di divertimen- tal cosa, cominciarono a scambiar l’una to, svago, desiderio di interrompere una con l’altra, dando grano per olio, vino per routine di lavoro e quotidianità, ma anche panno, lana per seta, casa per campo, pe- momenti in cui comunicare, scambiare core per poledri, secondo che meglio loro parole, gettare sguardi su novità vicine e tornava, così procacciandosi ciascheduno lontane: manufatti che per forme il bisogno suo. Et questo fu il primo modo e colori catturano la vista, preli- di contrattare, et negotiare nel genere hu- Nel Medioevo si batezze che conquistano gli occhi mano». distingueva tra e la gola, profumi che riportano il Il bisogno di divulgare conoscenze e mercato giornaliero, cuore a un ricordo sbiadito, come scambiare prodotti pare, dunque, insito settimanale una piccola madeleine. alla natura dell’uomo e costituirne inti- e annuale. Cosa spinge a organizzare fiere ma essenza, stando anche all’osservazio- Quest’ultimo era la e mercati? Ha risposto a tale do- ne dell’economista e filosofo britannico manda Thomaso Mercato verso Adam Smith, che nel corso del XVIII vera fiera, o festa la fine del ‘500 nel trattato De secolo scriveva: «L’inclinazione allo scam- Negotii et contratti de Mercanti et bio, al baratto, alla permuta di una cosa per de Negotianti, dove lo studioso rintraccia un’altra è comune a tutti gli uomini e non nella nascita dello scambio il perduto «ge- si trova in nessuna altra razza di animali». nerale et commune imperio» sugli averi da In principio, dunque, è lo scambio, detta- parte dell’uomo, in conseguenza del qua- to da esigenze concrete di sopravvivenza e le «[…] non essendo tocco a ciascheduno sussistenza; poi, con la sedimentazione nei l’havere ogni sorta di bene, ma avendo secoli, l’incremento demografico, la nasci- Archivio di Stato di Parma. avuto diversamente chi vigne, chi oliveti, ta delle primordiali corporazioni, si origi- La più antica cartina di che bestiame, chi lana, et chi vino, veniva na il mercato, fenomeno che lascia traccia Parma e del contado (1460 circa). alcuno ad haver bisogno di quello di cui della propria presenza anche quando ha PARMA economica 81
cultura E TERRITORIO Elaborazione da Parma la città storica ITINERARIO ROSSO 1) Platea Communis; 2) Via Nova Beccariorum; 3) Pescheria Vecchia; 4) Borgo della Macina; 5) Piazzale della Macina; 6) Boregh dal Römel; 7) Borgo del Salame; 8) Borgo Bondiola; 9) Piazza delle Ortolane. ITINERARIO VERDE 1) Platea Communis; 2) Borgo della Salina; 3) Borgo e Piazzale Vecchio del Carbone; 4) Borgo delle Caligarie; 5) Borgo del Gesso; 6) Piazzale delle Scope; 7) Borgo della Zucca; 8) Borgo e Piazzale del Carbone. ITINERARIO BLU 1) Platea Communis; 2) Via dei Mercanti; 3) Strada dei Calzolai; 4) Bassa dei Magnani; 5) Piazzale dil Cavdagni; 6) Via del Cappello; 7) Zona della Zecca; 8) Ghiaia Piccola; 9) Piazza e Strada della Ghiaia Grande. termine, passaggio di gente e prodotti, to cittadino del 1259 offre una bella de- giostra che gira, va, ritorna nelle piazze, scrizione di un momento goliardico in cui nelle strade, ricordate sempre e comunque alcuni parmigiani si dilettano nel gioco del per la presenza di un banco, di un oggetto, dado, svago consentito, ma anche discipli- di un sapore particolare. nato. È un attimo sfiorare i rischi dell’az- Nel Medioevo si distinguono tre tipolo- zardo, che male si conciliano con i princìpi gie di mercato, con precipue funzioni e religiosi e morali del tempo: «Chiunque differenti caratteristiche: quello giorna- voglia organizzare giochi in fiera dovrà si- liero, quello settimanale, quello annuale. stemarsi sotto una tenda o sotto un chiosco Quest’ultimo, spesso, finisce con l’iden- e non altrove. Tende e chioschi dovranno tificarsi con la fiera vera e propria per il essere innalzati tutt’intorno alla fiera e do- tipo di mercanzia, il clima assai festoso, il vranno essere alti, in modo da lasciare in ritrovo di gente d’ogni età e non necessa- bella vista i giocatori. Chi terrà gioco in riamente giunta per la stipula di un affare. altri punti e privatamente, sarà ritenuto È, pertanto, luogo in cui intessere rapporti contravventore degli ordini del podestà su e solidificare conoscenze. Una manife- questa materia e chiunque lo denunciasse stazione annuale, la cui durata può pro- meriterebbe la metà della pena. Nessuno lungarsi anche di settimane, allestita con osi giocare in fiera se non nel periodo in magnificenza e decoro. Spesso, la coinci- cui saranno presenti i mercanti. E tutto denza della fiera con una festività religio- questo abbia immediato vigore». sa, particolarmente sentita e vissuta, faci- D’altro canto, sembrerebbe che il podestà lita l’attrazione della folla. Il nome stesso, a partire dal 1228 abbandoni le vesti di se- dal latino feria, conserva l’aura di festa, del vero giustiziere, e giunga a sospendere le giorno di riposo, tanto che l’adunanza di severissime pene previste per i giochi del venditori e compratori si avvia sui sagrati pari o dispari, della zara, che si insinuano, delle chiese per proseguire poi fuori dalle pare molto facilmente, nel contesto bal- mura della città. danzoso delle fiere. Non mancano nemmeno allettanti cornici Non solo otium comunque, ma anche di- a inquadrare l’evento fieristico: uno statu- sciplina e rigore. Se c’è pace c’è fiera, e 82 PARMA economica
cultura E TERRITORIO la comunità si adopra in ogni modo per relativamente modesto, la consegna del- garantire tranquillità e ordine pubblico la merce immediata, tuttavia il mercato sia nel luogo dell’evento, sia lungo i per- genera sempre notevoli traffici e riveste corsi che accompagnano i visitatori alla primaria importanza nelle dinamiche eco- manifestazione. Numerose le disposizio- nomiche e sociali del tempo. Già nel lon- ni che vietano di indossare armi, tano VIII secolo, Paolo Diacono descrive di aggirarsi di notte tra banchi e l’Emilia come terra «ornata di doviziose Il mercato non baracche, di tenere prostitute, di città» e non fa eccezione la nostra Parma, è solo otium ma bestemmiare e, come abbiamo dove si confondono voci diverse, quella anche disciplina e pocanzi visto, di abbandonarsi del mercante internazionale e quella del rigore, con regole, al gioco d’azzardo. Sono tutte mercante locale, responsabile della filiera permessi e divieti distrazioni che sconvolgono l’or- della distribuzione regionale. Cittadina, precisi dine pubblico, e che di certo non insomma, che ha sempre mantenuto la sua contribuiscono al disteso clima vitalità economica come centro di fiere e di festa e di scambio. Si riducono mercati. persino dazi e gabelle, da sempre sovrani assoluti dell’economia medievale. E il ter- Agli angoli del commercio ritorio, attentamente vigilato e sorvegliato, Fin dai tempi più antichi, i parmigiani si erge a emblema di un rispetto quasi sa- vanno al mercato il sabato e, per favorire crale che avvolge la manifestazione fieri- l’evento, gli statuti del Comune pongono stica e lo scenario nel quale si svolge. un severo controllo sulla libertà di movi- In occasione dei mercati giornalieri e mento. Il podestà ingaggia speciali guar- settimanali, che hanno luogo in diversi die per sorvegliare le strade di confine, centri e possono avere maggiore o mino- onde evitare che gli abitanti del distretto re entità, è intenso e proficuo il contatto frequentino in quel preciso giorno merca- tra produttori della campagna e abitanti ti diversi da quello di Parma. Il mercato Foto tratte da Raccolta fo- della città, artigiani, mercanti, consumato- settimanale del sabato deve essere molto tografica di Alfredo Zerbini, Archivio Storico Comunale ri in generale. Possiamo presupporre che frequentato e ricco se, a partire dal 1266, si di Parma, Strada Cavour. in epoca medievale il peso degli affari sia decide di tenere mercato anche il merco- PARMA economica 83
cultura E TERRITORIO Foto tratte da Raccolta fo- tografica di Alfredo Zerbini, Archivio Storico Comunale di Parma, Piazza Ghiaia. ledì. A tale riguardo, gli statuti, da quello sterno. Quale la testimonianza del nostro già ricordato del 1266 a quello del 1304, documento? Il re Lotario dona al conte e dedicano un capitolo alla volontà di ren- nostro diletto fedele Mainfredo, tra altri dere agevole e comodo a tutti comperare e beni, una curtis su cui sono edificati i due vendere, ma in particolare mostrano vigile monasteri citati, «con i mercati e tutte le attenzione per garantire alla città le ne- loro pertinenze». Possiamo, con buona ra- cessarie provviste di grano, olio, carbone e gione, supporre che i mercati dei stoffa. santi Bartolomeo e Alessandro, Indiscusso signore Dove si svolgono fiere e mercati nella Par- noti anche come “mercati dell’a- ma medievale? Indiscusso signore dell’e- bate”, offrano i prodotti ricavati dell’economia conomia cittadina e snodo cruciale dei dalle proprietà dei monasteri, per cittadina è il palazzo commerci è il palazzo comunale, sulla cui lo più generi di natura agricola comunale, sulla piazza trovano posto i più variegati merca- e artigianale. Dapprima, questi cui piazza trovano ti, da quelli alimentari del grano delle ver- mercati hanno come sfondo il posto i più variegati dure della farina del pesce delle carni e del territorio rurale, poi, a seguito mercati sale, ai banchi per l’esposizione di legna e dell’aumento della produzione, carbone. Ma, nella città, conserva innega- si sceglie di trasferirli all’interno bile fascino anche il palazzo della Pilotta, della città, dove maggiore è la richiesta. la cui area ospita il mercato del bestiame Eppure, nonostante l’apparente floridezza che esige, per propria natura, grandi spazi. della manifestazione, per i secoli a venire Un rapido scorcio a un curioso documen- non si avrà più testimonianza di questi due to risalente al X secolo mostra un diretto mercati. collegamento tra il mercato cittadino e i Un lungo salto di un secolo ed ecco che monasteri femminili di San Bartolomeo e si incontra un altro cantuccio dedicato al Sant’Alessandro. La storia ci insegna che, mercato, organizzato in pieno centro, nel dopo la diffusione della regola benedet- punto di incontro tra cardo e decumano. tina, i monasteri non sono solo luoghi di Questa volta, del documento è protagoni- ritiro spirituale, preghiera e meditazione, sta il vescovo Sigifredo II che conferma al ma rappresentano un complesso di fio- monastero di San Paolo una serie di beni rente attività produttiva. Il tutto facilita- tra cui due mansi nei pressi di San Pietro to da una posizione alquanto favorevole: i «prope forum ubi mercationes sine cessatione due monasteri, infatti, sono siti nella zona agebitur». Quali le informazioni deduci- sud-occidentale dell’abitato compresa en- bili da questa preziosa testimonianza? La tro la cinta muraria, punto strategico per le zona, detta forum, rappresenta non solo il comunicazioni tra il centro cittadino e l’e- fulcro della piazza, ma anche il luogo e il 84 PARMA economica
cultura E TERRITORIO modo della normale esibizione di merci e possiede gran parte di case e botteghe, al derrate usuali, in occasione di un mercato punto che vari statuti incaricano il Podestà che si svolge con continuità, senza lunghi di concedere quattro guardiani ai mercan- intervalli né cadenze irregolari. Poi, nessu- ti, a loro spese, per la custodia delle merci na ombra sull’ubicazione delle bancarelle: e delle abitazioni «dall’inizio del ponte in il luogo del mercato è quello in cui svetta direzione est fino al canale». tuttora la chiesa di San Pietro, che insiste su piazza Garibaldi, allora piazza Grande, Un viaggio in città poi piazza Nuova. Al di là delle grandi aree appositamen- Già in pieno Medioevo, quindi, i nostri te adibite a mercato, una passeggiata tra antenati conoscono allettanti possibilità: la storia e le vie della città conferma che un mercato marginale rispetto al centro l’espansione dell’attività commerciale de- urbano con prodotti agricoli e artigianali, termina il pullulare di piccoli mercati spe- alternativi o complementari a quelli espo- cializzati in ogni strada, e il volto di Parma sti nella piazza centrale; un mercato nel tra i secoli XII e XIV si presenta assai vi- cuore della vita cittadina, il classico mer- vace. Iniziamo il nostro cammino nelle vie cato “vicinale”, per l’approvvigionamento Nova beccariorum e Parva beccariorum, così della città e la fornitura alla campagna denominate per la presenza, fino al XIV dei manufatti necessari alle attività quo- secolo, dei beccai, e che diverranno rispet- tidiane, che anima e colora l’allora piazza tivamente via Cavour e via Dante. Svoltia- Grande e la zona limitrofa. mo a destra di via Nova beccariorum dove si Aggirandoci tra le carte antiche, spunta- apre una piazzetta, ora dedicata a Cesare no nuove meraviglie che raccontano di un Battisti, nel Medioevo nota come Pescheria mercato in piazza Duomo, allora piazza vecchia, in onore dell’abituale quanto anti- Vecchia, che a periodi alterni accoglie i co mercato del pesce. A sinistra, invece, si banchi che non può ospitare piazza Nuo- sbuca in via San Marco, poi del Governo, va. Un capitolo degli statuti dell’anno oggi Goffredo Mameli, a metà della qua- 1255 descrive i confini della piazza, men- le è il cosiddetto boregh dal Römel, dove ha tre vieta di servirsi della cattedrale come sede il mercato della crusca, römel appunto, La città verso il 1100 deposito del grano. Il racconto prosegue e forse anche della farina, vista la vicinan- Elaborazione da Parma la sul “ponte di pietra”, zona dove nel lon- za con borgo XX marzo e piazzale della città storica tano XIII secolo l’arte dei mezadrorum Macina, dove si versa al Comune la gabel- A Forum B Cattedrale paleocristiana, poi Quarta Mater Ecclesia C Seconda Mater Ecclesia dedicata a San Lorenzo D Conventi di Cunegonda E Terza Mater Ecclesia dedi- cata a Santa Maria F Pons Lapidis G Porta Flumentana H Porta Benedetta I Porta di Santa Cristina L Porta Pediculosa M Porta Parma o Piacenza N Porta di Sant’Ercolano O Arena fortificata P Nucleo conventuale di San Paolo Q Nucleo di conventuale di San Giovanni R Nucleo conventuale di Sant’Uldarico Tratto rosso: Cinta muraria; Giallo: Rete viaria principale; Viola: Insediamenti subur- bani; Punto rosso: Chiese e Mona- steri già indicati; Verde: Pratum Regium; Cerchio arancio: Poli di irra- diazione; Salmone: Insediamenti spe- ciali. PARMA economica 85
cultura E TERRITORIO la del macinato. Da via San Marco, spo- La fiera di Sant’Ercolano si apre il primo standosi verso Ovest, si giunge in piazza giovedì di settembre e si prolunga per più delle Ortolane, oggi piazza della Steccata, giorni. Lo sfondo è, in origine, il coreo- dove in punti fissi e ben delineati le signore grafico prato Regio, poi la celebre Ghiaia. espongono i loro banchi di frutta e verdu- Col tempo, è sbiadito il ricordo del prato ra. Arrivando in via San Barnaba, attuale Regio, sopravvissuto solo nel nome della strada Garibaldi, si apre sulla sinistra borgo nota chiesa di San Francesco del Prato, Patteria, dove si tiene il banco delle vec- appunto. Si tratta di una vasta zona non chie cianfrusaglie. Da piazza Grande verso compresa entro le mura cittadine, ubicata strada porta Nuova, poi dei Genovesi, ora nel suburbio, ma non distante dalla città, Farini, sulla sinistra si schiude alla vista il estesa lungo il lato Nord-Orientale delle piazzale del Carbone, dove i parmigiani mura, fino a raggiungere la via trovano la carbonella, ossia il carbone dol- Emilia. Il luogo è conosciuto sia ce. Dista di poco il borgo della Salina, con i col nome di prato Regio perché Fiere importanti, famosi medievali depositi del sale che, con di proprietà del re d’Italia, dona- come quelle di la loro umidità, sarebbero stati i responsa- to a Guibodo Vescovo da Carlo- Sant’Ercolano e bili del crollo della torre civica nel 1606. E manno con diploma 28 giugno San Siro, erano si ha notizia anche del mercato delle ra- 877, sia con quello di prato di incentivate dal mazze sul piazzale delle Scope, mentre il Sant’Ercolano perché, in occa- Comune, che ne borgo della Salnitrara, antico Trajolo del- sione della fiera annuale, diven- la Salnitrara, ospita i depositi di salnitro, ta teatro di feste, giostre, tornei. ricavava prestigio e assai richiesto a Parma per la concia delle Trascorrono gli anni e si avver- denari carni suine. Nelle vicinanze, borgo Polido- te nell’aria un cambiamento che ro con i suoi infiniti nomi parla da sé. Nel porta con sé un mutato scenario: nel 1227 XIII secolo è conosciuto anche come via di i Francescani, che già abitavano la zona, vi San Pietro, omaggio all’omonima chiesa, ergono un grandioso monastero, nelle cui o borgo dei Mercanti, lampante allusione adiacenze viene edificata la chiesa di San alla presenza delle botteghe dei merciai. Francesco che dal Prato prende il nome, Ma i documenti ricordano altri significa- e un capitolo degli statuti del medesimo tivi nomi parlanti, tra cui via Scarperìa, in anno parla di un trasferimento della fie- relazione – pare - al confezionamento del- ra dal prato Regio alla Ghiaia. La fiera si le scarpe e, relativamente all’ultimo tratto svolge, così, sempre fuori dalle mura, ma lungo il fianco della chiesa di San Pietro, in prossimità dei mercati dei santi Barto- “la Tana”. In merito a questo stravagante lomeo e Alessandro, nell’area creata dallo appellativo, viene in nostro soccorso Scara- spostamento del torrente a seguito della belli Zunti, con una curiosa, ma plausibile, piena del XII secolo. Eppure, a oltre un Foto tratte da Raccolta fo- analogia tra Parma e Venezia: «A Venezia secolo di distanza, l’allora duca di Parma, tografica di Alfredo Zerbini, Archivio Storico Comunale chiamavasi la Tana quell’edificio nell’arse- Bernabò Visconti, proibisce di tenere «un di Parma nale dove si custodivano le gomene e la ca- grosso mercato fuori di porta San Barnaba Piazza della Steccata. napa. A Parma, per antonomasia, avranno chiamato la Tana questa stradicciola dove tenevasi mercato della canapa lavorata e in natura». Passeggiare per il centro, quindi, rievoca il linguaggio, la cultura, il clima di un periodo che tutto può definirsi fuorché buio. E la città parla la lingua di un mon- do, di un popolo, di gente che rivive nei nomi delle strade e dei borghi che di Par- ma compongono l’anima. Sant’Ercolano e san Siro Parma è anche madrina di due spettacolari e antiche fiere, la fiera di Sant’Ercolano e la fiera di San Siro. I documenti le defi- niscono nundinae, e pare che con le loro merci rare e preziose attraggano gente e mercanti anche da molto lontano. 86 PARMA economica
cultura E TERRITORIO mercanzia di varia specie e sono dedicate al commercio del bestiame, tanto che sem- bra di poter annoverare circa 4.000 capi di bestiame in ciascuna fiera. In concomitanza con l’inizio delle fiere, il podestà fa davvero il possibile per ac- crescere ancor più l’afflusso di mercanti, anche stranieri, specialmente francesi e fiamminghi, desiderando fare della Ghiaia la sede del mercato al minuto e all’ingros- so di pregiati drappi. Ricordiamo, poi, che le manifestazioni accrescono il prestigio di Parma, ma rimpinguano anche le ta- sche del Comune che, per evitare che gli interessi privati compromettano il fun- zionamento delle fiere, si arroga il diritto esclusivo di cedere o affittare a chi creda le stationes, vale a dire il luogo coperto per Foto tratte da Raccolta fo- solito farsi il quinto di Settembre, il gior- i mercanti, stabilendo così il divieto per i tografica di Alfredo Zerbini, no di S. Hercoliano […]». Ci troviamo, Archivio Storico Comunale proprietari di darlo in vendita o in loca- di Parma pertanto, di fronte a due possibilità: o le zione. Spetta, poi, al podestà l’incarico di Borgo Polidoro visto da un disposizioni statutarie non hanno trova- pubblicizzare al meglio l’evento, ma tutti dipinto. to applicazione, ovvero solo parte dello i parmigiani sono caldamente invitati a spettacolo fieristico si sposta, mentre al- contribuire affinché mercati e fiere siano tra parte rimane nell’area dell’antico prato frequentati «ad honorem et utilitatem Com- Regio, fuori Porta San Barnaba. Tra l’altro, munis Parmae, et bonum». alcuni documenti ascrivibili al XII secolo testimoniano l’accresciuta importanza nel Il passato ritorna tempo del cosiddetto prato Regio, valoriz- Ancora, noi parmigiani del XXI secolo ci zato non solo da un punto di vista agrico- incamminiamo tra banchi e bancarelle il lo, ma anche politico e giuridico. mercoledì e il sabato. E, ieri come oggi, il Le carte di archivio svelano illuminan- mercato principale si svolge nella celebre ti segreti: nel 1173 un certo Guiberto de Ghiaia. È un mercato che prosegue sen- Prospera testimonia che da più di 40 anni za soluzione di continuità, anche se il suo le imposte derivanti dalla fiera di Sant’Er- viaggio non è sempre privo di insidie, di colano sono prelevate dai canonici di San- vicissitudini, di volontà di cambiarne il ta Maria e dal vescovo, e nel medesimo volto. La storia cammina, gli eventi cam- anno un altro testimone dichiara che le biano, ma le usanze mettono radici, re- stesse imposte sono riscosse per due parti stano e sopravvivono. E, come una volta, dai canonici di Parma, per la terza parte anche adesso, in determinate occasioni, la dal vescovo. Inoltre, la fiera di Sant’Erco- stessa famosa e centralissima piazza Gari- lano ritorna come termine di pagamento baldi si veste di festa con banchetti all’in- di somme di denaro tra privati cittadini segna dei più pittoreschi e genuini prodot- in due documenti datati 1180 e 1192. Si ti, conservando sempre la solennità di un tratta, pertanto, di un’importante ricorren- luogo dove, come scrive Giuseppe Sitti, «si za sotto il profilo socio-economico, di cui raccolgono le memorie più interessanti e avvertono la rilevanza i parmigiani stessi. importanti della nostra storia», e che rac- In Ghiaia si allestisce nel 1226, per volon- conta la vita della città in tutte le sue sfac- tà del Comune, un’altra fiera, finalizzata a cettature, politica, sociale, commerciale. mettere in risalto l’area chiamata Glarea Fiere e mercati sono e resteranno sempre (Ghiaia), la fiera di San Siro. Se la fiera specchio di memorie coltivate nel tempo, di Sant’Ercolano è una festa autunnale, voci di venditori e compratori che, spinti la fiera di San Siro celebra la piena pri- da motivi opposti, convergono nella me- mavera, prendendo avvio il primo maggio desima direzione, raggranellando nelle e proseguendo per quattro giorni, sino vie, nelle piazze, sui banchi saperi e infor- all’anno 1306, cui risalirebbe la sua ultima mazioni da tramandare e diffondere. Ieri edizione. Entrambe le fiere propongono come oggi. PARMA economica 87
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