Fiere e mercati nella Parma medievale

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Fiere e mercati nella Parma medievale
cultura E TERRITORIO

Fiere e mercati nella Parma
medievale
Un lontano richiamo di festa e civiltà. Dove tutti comperiamo e vendiamo.
Anche solo un sorriso, una preoccupazione, una felicità
Giulia Sorgente

                            Il territorio parmense, con la sua “capitale”,   abbondava un altro. Onde, non potendo
                            vanta da sempre un’importante tradizione         né dovendo poi spogliarlo, o privarlo di
                            di fiere e mercati. Occasioni di divertimen-     tal cosa, cominciarono a scambiar l’una
                            to, svago, desiderio di interrompere una         con l’altra, dando grano per olio, vino per
                            routine di lavoro e quotidianità, ma anche       panno, lana per seta, casa per campo, pe-
                            momenti in cui comunicare, scambiare             core per poledri, secondo che meglio loro
                            parole, gettare sguardi su novità vicine e       tornava, così procacciandosi ciascheduno
                                       lontane: manufatti che per forme      il bisogno suo. Et questo fu il primo modo
                                       e colori catturano la vista, preli-   di contrattare, et negotiare nel genere hu-
         Nel Medioevo si batezze che conquistano gli occhi                   mano».
            distingueva tra e la gola, profumi che riportano il              Il bisogno di divulgare conoscenze e
mercato giornaliero, cuore a un ricordo sbiadito, come                       scambiare prodotti pare, dunque, insito
                   settimanale una piccola madeleine.                        alla natura dell’uomo e costituirne inti-
                     e annuale. Cosa spinge a organizzare fiere              ma essenza, stando anche all’osservazio-
   Quest’ultimo era la e mercati? Ha risposto a tale do-                     ne dell’economista e filosofo britannico
                                       manda Thomaso Mercato verso           Adam Smith, che nel corso del XVIII
       vera fiera, o festa la fine del ‘500 nel trattato De                  secolo scriveva: «L’inclinazione allo scam-
                                       Negotii et contratti de Mercanti et   bio, al baratto, alla permuta di una cosa per
                            de Negotianti, dove lo studioso rintraccia       un’altra è comune a tutti gli uomini e non
                            nella nascita dello scambio il perduto «ge-      si trova in nessuna altra razza di animali».
                            nerale et commune imperio» sugli averi da        In principio, dunque, è lo scambio, detta-
                            parte dell’uomo, in conseguenza del qua-         to da esigenze concrete di sopravvivenza e
                            le «[…] non essendo tocco a ciascheduno          sussistenza; poi, con la sedimentazione nei
                            l’havere ogni sorta di bene, ma avendo           secoli, l’incremento demografico, la nasci-
Archivio di Stato di Parma. avuto diversamente chi vigne, chi oliveti,       ta delle primordiali corporazioni, si origi-
La più antica cartina di    che bestiame, chi lana, et chi vino, veniva      na il mercato, fenomeno che lascia traccia
Parma e del contado (1460
circa).
                            alcuno ad haver bisogno di quello di cui         della propria presenza anche quando ha

                                                                                           PARMA economica          81
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                                                                                                   Elaborazione da Parma la
                                                                                                   città storica
                                                                                                   ITINERARIO ROSSO
                                                                                                   1) Platea Communis;
                                                                                                   2) Via Nova Beccariorum;
                                                                                                   3) Pescheria Vecchia;
                                                                                                   4) Borgo della Macina;
                                                                                                   5) Piazzale della Macina;
                                                                                                   6) Boregh dal Römel;
                                                                                                   7) Borgo del Salame;
                                                                                                   8) Borgo Bondiola;
                                                                                                   9) Piazza delle Ortolane.
                                                                                                   ITINERARIO VERDE
                                                                                                   1) Platea Communis;
                                                                                                   2) Borgo della Salina;
                                                                                                   3) Borgo e Piazzale Vecchio
                                                                                                   del Carbone;
                                                                                                   4) Borgo delle Caligarie;
                                                                                                   5) Borgo del Gesso;
                                                                                                   6) Piazzale delle Scope;
                                                                                                   7) Borgo della Zucca;
                                                                                                   8) Borgo e Piazzale del
                                                                                                   Carbone.
                                                                                                   ITINERARIO BLU
                                                                                                   1) Platea Communis;
                                                                                                   2) Via dei Mercanti;
                                                                                                   3) Strada dei Calzolai;
                                                                                                   4) Bassa dei Magnani;
                                                                                                   5) Piazzale dil Cavdagni;
                                                                                                   6) Via del Cappello;
                                                                                                   7) Zona della Zecca;
                                                                                                   8) Ghiaia Piccola;
                                                                                                   9) Piazza e Strada della
                                                                                                   Ghiaia Grande.

termine, passaggio di gente e prodotti,           to cittadino del 1259 offre una bella de-
giostra che gira, va, ritorna nelle piazze,       scrizione di un momento goliardico in cui
nelle strade, ricordate sempre e comunque         alcuni parmigiani si dilettano nel gioco del
per la presenza di un banco, di un oggetto,       dado, svago consentito, ma anche discipli-
di un sapore particolare.                         nato. È un attimo sfiorare i rischi dell’az-
Nel Medioevo si distinguono tre tipolo-           zardo, che male si conciliano con i princìpi
gie di mercato, con precipue funzioni e           religiosi e morali del tempo: «Chiunque
differenti caratteristiche: quello giorna-        voglia organizzare giochi in fiera dovrà si-
liero, quello settimanale, quello annuale.        stemarsi sotto una tenda o sotto un chiosco
Quest’ultimo, spesso, finisce con l’iden-         e non altrove. Tende e chioschi dovranno
tificarsi con la fiera vera e propria per il      essere innalzati tutt’intorno alla fiera e do-
tipo di mercanzia, il clima assai festoso, il     vranno essere alti, in modo da lasciare in
ritrovo di gente d’ogni età e non necessa-        bella vista i giocatori. Chi terrà gioco in
riamente giunta per la stipula di un affare.      altri punti e privatamente, sarà ritenuto
È, pertanto, luogo in cui intessere rapporti      contravventore degli ordini del podestà su
e solidificare conoscenze. Una manife-            questa materia e chiunque lo denunciasse
stazione annuale, la cui durata può pro-          meriterebbe la metà della pena. Nessuno
lungarsi anche di settimane, allestita con        osi giocare in fiera se non nel periodo in
magnificenza e decoro. Spesso, la coinci-         cui saranno presenti i mercanti. E tutto
denza della fiera con una festività religio-      questo abbia immediato vigore».
sa, particolarmente sentita e vissuta, faci-      D’altro canto, sembrerebbe che il podestà
lita l’attrazione della folla. Il nome stesso,    a partire dal 1228 abbandoni le vesti di se-
dal latino feria, conserva l’aura di festa, del   vero giustiziere, e giunga a sospendere le
giorno di riposo, tanto che l’adunanza di         severissime pene previste per i giochi del
venditori e compratori si avvia sui sagrati       pari o dispari, della zara, che si insinuano,
delle chiese per proseguire poi fuori dalle       pare molto facilmente, nel contesto bal-
mura della città.                                 danzoso delle fiere.
Non mancano nemmeno allettanti cornici            Non solo otium comunque, ma anche di-
a inquadrare l’evento fieristico: uno statu-      sciplina e rigore. Se c’è pace c’è fiera, e

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                                la comunità si adopra in ogni modo per          relativamente modesto, la consegna del-
                                garantire tranquillità e ordine pubblico        la merce immediata, tuttavia il mercato
                                sia nel luogo dell’evento, sia lungo i per-     genera sempre notevoli traffici e riveste
                                corsi che accompagnano i visitatori alla        primaria importanza nelle dinamiche eco-
                                manifestazione. Numerose le disposizio-         nomiche e sociali del tempo. Già nel lon-
                                           ni che vietano di indossare armi,    tano VIII secolo, Paolo Diacono descrive
                                           di aggirarsi di notte tra banchi e   l’Emilia come terra «ornata di doviziose
             Il mercato non baracche, di tenere prostitute, di                  città» e non fa eccezione la nostra Parma,
          è solo otium ma bestemmiare e, come abbiamo                           dove si confondono voci diverse, quella
     anche disciplina e pocanzi visto, di abbandonarsi                          del mercante internazionale e quella del
    rigore, con regole, al gioco d’azzardo. Sono tutte                          mercante locale, responsabile della filiera
      permessi e divieti distrazioni che sconvolgono l’or-                      della distribuzione regionale. Cittadina,
                              precisi dine pubblico, e che di certo non         insomma, che ha sempre mantenuto la sua
                                           contribuiscono al disteso clima      vitalità economica come centro di fiere e
                                           di festa e di scambio. Si riducono   mercati.
                                persino dazi e gabelle, da sempre sovrani
                                assoluti dell’economia medievale. E il ter-     Agli angoli del commercio
                                ritorio, attentamente vigilato e sorvegliato,   Fin dai tempi più antichi, i parmigiani
                                si erge a emblema di un rispetto quasi sa-      vanno al mercato il sabato e, per favorire
                                crale che avvolge la manifestazione fieri-      l’evento, gli statuti del Comune pongono
                                stica e lo scenario nel quale si svolge.        un severo controllo sulla libertà di movi-
                                In occasione dei mercati giornalieri e          mento. Il podestà ingaggia speciali guar-
                                settimanali, che hanno luogo in diversi         die per sorvegliare le strade di confine,
                                centri e possono avere maggiore o mino-         onde evitare che gli abitanti del distretto
                                re entità, è intenso e proficuo il contatto     frequentino in quel preciso giorno merca-
                                tra produttori della campagna e abitanti        ti diversi da quello di Parma. Il mercato
Foto tratte da Raccolta fo-     della città, artigiani, mercanti, consumato-    settimanale del sabato deve essere molto
tografica di Alfredo Zerbini,
Archivio Storico Comunale       ri in generale. Possiamo presupporre che        frequentato e ricco se, a partire dal 1266, si
di Parma, Strada Cavour.        in epoca medievale il peso degli affari sia     decide di tenere mercato anche il merco-

                                                                                              PARMA economica           83
Fiere e mercati nella Parma medievale
cultura E TERRITORIO

                                                                                      Foto tratte da Raccolta fo-
                                                                                      tografica di Alfredo Zerbini,
                                                                                      Archivio Storico Comunale
                                                                                      di Parma,
                                                                                      Piazza Ghiaia.

ledì. A tale riguardo, gli statuti, da quello   sterno. Quale la testimonianza del nostro
già ricordato del 1266 a quello del 1304,       documento? Il re Lotario dona al conte e
dedicano un capitolo alla volontà di ren-       nostro diletto fedele Mainfredo, tra altri
dere agevole e comodo a tutti comperare e       beni, una curtis su cui sono edificati i due
vendere, ma in particolare mostrano vigile      monasteri citati, «con i mercati e tutte le
attenzione per garantire alla città le ne-      loro pertinenze». Possiamo, con buona ra-
cessarie provviste di grano, olio, carbone e    gione, supporre che i mercati dei
stoffa.                                         santi Bartolomeo e Alessandro, Indiscusso signore
Dove si svolgono fiere e mercati nella Par-     noti anche come “mercati dell’a-
ma medievale? Indiscusso signore dell’e-        bate”, offrano i prodotti ricavati
                                                                                      dell’economia
conomia cittadina e snodo cruciale dei          dalle proprietà dei monasteri, per cittadina è il palazzo
commerci è il palazzo comunale, sulla cui       lo più generi di natura agricola comunale, sulla
piazza trovano posto i più variegati merca-     e artigianale. Dapprima, questi cui piazza trovano
ti, da quelli alimentari del grano delle ver-   mercati hanno come sfondo il posto i più variegati
dure della farina del pesce delle carni e del   territorio rurale, poi, a seguito mercati
sale, ai banchi per l’esposizione di legna e    dell’aumento della produzione,
carbone. Ma, nella città, conserva innega-      si sceglie di trasferirli all’interno
bile fascino anche il palazzo della Pilotta,    della città, dove maggiore è la richiesta.
la cui area ospita il mercato del bestiame      Eppure, nonostante l’apparente floridezza
che esige, per propria natura, grandi spazi.    della manifestazione, per i secoli a venire
Un rapido scorcio a un curioso documen-         non si avrà più testimonianza di questi due
to risalente al X secolo mostra un diretto      mercati.
collegamento tra il mercato cittadino e i       Un lungo salto di un secolo ed ecco che
monasteri femminili di San Bartolomeo e         si incontra un altro cantuccio dedicato al
Sant’Alessandro. La storia ci insegna che,      mercato, organizzato in pieno centro, nel
dopo la diffusione della regola benedet-        punto di incontro tra cardo e decumano.
tina, i monasteri non sono solo luoghi di       Questa volta, del documento è protagoni-
ritiro spirituale, preghiera e meditazione,     sta il vescovo Sigifredo II che conferma al
ma rappresentano un complesso di fio-           monastero di San Paolo una serie di beni
rente attività produttiva. Il tutto facilita-   tra cui due mansi nei pressi di San Pietro
to da una posizione alquanto favorevole: i      «prope forum ubi mercationes sine cessatione
due monasteri, infatti, sono siti nella zona    agebitur». Quali le informazioni deduci-
sud-occidentale dell’abitato compresa en-       bili da questa preziosa testimonianza? La
tro la cinta muraria, punto strategico per le   zona, detta forum, rappresenta non solo il
comunicazioni tra il centro cittadino e l’e-    fulcro della piazza, ma anche il luogo e il

 84 PARMA economica
Fiere e mercati nella Parma medievale
cultura E TERRITORIO

                                  modo della normale esibizione di merci e        possiede gran parte di case e botteghe, al
                                  derrate usuali, in occasione di un mercato      punto che vari statuti incaricano il Podestà
                                  che si svolge con continuità, senza lunghi      di concedere quattro guardiani ai mercan-
                                  intervalli né cadenze irregolari. Poi, nessu-   ti, a loro spese, per la custodia delle merci
                                  na ombra sull’ubicazione delle bancarelle:      e delle abitazioni «dall’inizio del ponte in
                                  il luogo del mercato è quello in cui svetta     direzione est fino al canale».
                                  tuttora la chiesa di San Pietro, che insiste
                                  su piazza Garibaldi, allora piazza Grande,      Un viaggio in città
                                  poi piazza Nuova.                               Al di là delle grandi aree appositamen-
                                  Già in pieno Medioevo, quindi, i nostri         te adibite a mercato, una passeggiata tra
                                  antenati conoscono allettanti possibilità:      la storia e le vie della città conferma che
                                  un mercato marginale rispetto al centro         l’espansione dell’attività commerciale de-
                                  urbano con prodotti agricoli e artigianali,     termina il pullulare di piccoli mercati spe-
                                  alternativi o complementari a quelli espo-      cializzati in ogni strada, e il volto di Parma
                                  sti nella piazza centrale; un mercato nel       tra i secoli XII e XIV si presenta assai vi-
                                  cuore della vita cittadina, il classico mer-    vace. Iniziamo il nostro cammino nelle vie
                                  cato “vicinale”, per l’approvvigionamento       Nova beccariorum e Parva beccariorum, così
                                  della città e la fornitura alla campagna        denominate per la presenza, fino al XIV
                                  dei manufatti necessari alle attività quo-      secolo, dei beccai, e che diverranno rispet-
                                  tidiane, che anima e colora l’allora piazza     tivamente via Cavour e via Dante. Svoltia-
                                  Grande e la zona limitrofa.                     mo a destra di via Nova beccariorum dove si
                                  Aggirandoci tra le carte antiche, spunta-       apre una piazzetta, ora dedicata a Cesare
                                  no nuove meraviglie che raccontano di un        Battisti, nel Medioevo nota come Pescheria
                                  mercato in piazza Duomo, allora piazza          vecchia, in onore dell’abituale quanto anti-
                                  Vecchia, che a periodi alterni accoglie i       co mercato del pesce. A sinistra, invece, si
                                  banchi che non può ospitare piazza Nuo-         sbuca in via San Marco, poi del Governo,
                                  va. Un capitolo degli statuti dell’anno         oggi Goffredo Mameli, a metà della qua-
                                  1255 descrive i confini della piazza, men-      le è il cosiddetto boregh dal Römel, dove ha
                                  tre vieta di servirsi della cattedrale come     sede il mercato della crusca, römel appunto,
La città verso il 1100            deposito del grano. Il racconto prosegue        e forse anche della farina, vista la vicinan-
Elaborazione da Parma la          sul “ponte di pietra”, zona dove nel lon-       za con borgo XX marzo e piazzale della
città storica                     tano XIII secolo l’arte dei mezadrorum          Macina, dove si versa al Comune la gabel-
A Forum
B Cattedrale paleocristiana,
poi Quarta Mater Ecclesia
C Seconda Mater Ecclesia
dedicata a San Lorenzo
D Conventi di Cunegonda
E Terza Mater Ecclesia dedi-
cata a Santa Maria
F Pons Lapidis
G Porta Flumentana
H Porta Benedetta
I Porta di Santa Cristina
L Porta Pediculosa
M Porta Parma o Piacenza
N Porta di Sant’Ercolano
O Arena fortificata
P Nucleo conventuale di San
Paolo
Q Nucleo di conventuale di
San Giovanni
R Nucleo conventuale di
Sant’Uldarico

Tratto rosso: Cinta muraria;
Giallo: Rete viaria principale;
Viola: Insediamenti subur-
bani;
Punto rosso: Chiese e Mona-
steri già indicati;
Verde: Pratum Regium;
Cerchio arancio: Poli di irra-
diazione;
Salmone: Insediamenti spe-
ciali.

                                                                                                PARMA economica           85
cultura E TERRITORIO

la del macinato. Da via San Marco, spo-           La fiera di Sant’Ercolano si apre il primo
standosi verso Ovest, si giunge in piazza         giovedì di settembre e si prolunga per più
delle Ortolane, oggi piazza della Steccata,       giorni. Lo sfondo è, in origine, il coreo-
dove in punti fissi e ben delineati le signore    grafico prato Regio, poi la celebre Ghiaia.
espongono i loro banchi di frutta e verdu-        Col tempo, è sbiadito il ricordo del prato
ra. Arrivando in via San Barnaba, attuale         Regio, sopravvissuto solo nel nome della
strada Garibaldi, si apre sulla sinistra borgo    nota chiesa di San Francesco del Prato,
Patteria, dove si tiene il banco delle vec-       appunto. Si tratta di una vasta zona non
chie cianfrusaglie. Da piazza Grande verso        compresa entro le mura cittadine, ubicata
strada porta Nuova, poi dei Genovesi, ora         nel suburbio, ma non distante dalla città,
Farini, sulla sinistra si schiude alla vista il   estesa lungo il lato Nord-Orientale delle
piazzale del Carbone, dove i parmigiani           mura, fino a raggiungere la via
trovano la carbonella, ossia il carbone dol-      Emilia. Il luogo è conosciuto sia
ce. Dista di poco il borgo della Salina, con i    col nome di prato Regio perché
                                                                                       Fiere importanti,
famosi medievali depositi del sale che, con       di proprietà del re d’Italia, dona- come quelle di
la loro umidità, sarebbero stati i responsa-      to a Guibodo Vescovo da Carlo- Sant’Ercolano e
bili del crollo della torre civica nel 1606. E    manno con diploma 28 giugno San Siro, erano
si ha notizia anche del mercato delle ra-         877, sia con quello di prato di incentivate dal
mazze sul piazzale delle Scope, mentre il         Sant’Ercolano perché, in occa- Comune, che ne
borgo della Salnitrara, antico Trajolo del-       sione della fiera annuale, diven-
la Salnitrara, ospita i depositi di salnitro,     ta teatro di feste, giostre, tornei.
                                                                                       ricavava prestigio e
assai richiesto a Parma per la concia delle       Trascorrono gli anni e si avver- denari
carni suine. Nelle vicinanze, borgo Polido-       te nell’aria un cambiamento che
ro con i suoi infiniti nomi parla da sé. Nel      porta con sé un mutato scenario: nel 1227
XIII secolo è conosciuto anche come via di        i Francescani, che già abitavano la zona, vi
San Pietro, omaggio all’omonima chiesa,           ergono un grandioso monastero, nelle cui
o borgo dei Mercanti, lampante allusione          adiacenze viene edificata la chiesa di San
alla presenza delle botteghe dei merciai.         Francesco che dal Prato prende il nome,
Ma i documenti ricordano altri significa-         e un capitolo degli statuti del medesimo
tivi nomi parlanti, tra cui via Scarperìa, in     anno parla di un trasferimento della fie-
relazione – pare - al confezionamento del-        ra dal prato Regio alla Ghiaia. La fiera si
le scarpe e, relativamente all’ultimo tratto      svolge, così, sempre fuori dalle mura, ma
lungo il fianco della chiesa di San Pietro,       in prossimità dei mercati dei santi Barto-
“la Tana”. In merito a questo stravagante         lomeo e Alessandro, nell’area creata dallo
appellativo, viene in nostro soccorso Scara-      spostamento del torrente a seguito della
belli Zunti, con una curiosa, ma plausibile,      piena del XII secolo. Eppure, a oltre un     Foto tratte da Raccolta fo-
analogia tra Parma e Venezia: «A Venezia          secolo di distanza, l’allora duca di Parma,  tografica di Alfredo Zerbini,
                                                                                               Archivio Storico Comunale
chiamavasi la Tana quell’edificio nell’arse-      Bernabò Visconti, proibisce di tenere «un    di Parma
nale dove si custodivano le gomene e la ca-       grosso mercato fuori di porta San Barnaba    Piazza della Steccata.
napa. A Parma, per antonomasia, avranno
chiamato la Tana questa stradicciola dove
tenevasi mercato della canapa lavorata e in
natura». Passeggiare per il centro, quindi,
rievoca il linguaggio, la cultura, il clima di
un periodo che tutto può definirsi fuorché
buio. E la città parla la lingua di un mon-
do, di un popolo, di gente che rivive nei
nomi delle strade e dei borghi che di Par-
ma compongono l’anima.

Sant’Ercolano e san Siro
Parma è anche madrina di due spettacolari
e antiche fiere, la fiera di Sant’Ercolano e
la fiera di San Siro. I documenti le defi-
niscono nundinae, e pare che con le loro
merci rare e preziose attraggano gente e
mercanti anche da molto lontano.

 86 PARMA economica
cultura E TERRITORIO

                                                                                mercanzia di varia specie e sono dedicate
                                                                                al commercio del bestiame, tanto che sem-
                                                                                bra di poter annoverare circa 4.000 capi di
                                                                                bestiame in ciascuna fiera.
                                                                                In concomitanza con l’inizio delle fiere,
                                                                                il podestà fa davvero il possibile per ac-
                                                                                crescere ancor più l’afflusso di mercanti,
                                                                                anche stranieri, specialmente francesi e
                                                                                fiamminghi, desiderando fare della Ghiaia
                                                                                la sede del mercato al minuto e all’ingros-
                                                                                so di pregiati drappi. Ricordiamo, poi, che
                                                                                le manifestazioni accrescono il prestigio
                                                                                di Parma, ma rimpinguano anche le ta-
                                                                                sche del Comune che, per evitare che gli
                                                                                interessi privati compromettano il fun-
                                                                                zionamento delle fiere, si arroga il diritto
                                                                                esclusivo di cedere o affittare a chi creda
                                                                                le stationes, vale a dire il luogo coperto per
Foto tratte da Raccolta fo-     solito farsi il quinto di Settembre, il gior-   i mercanti, stabilendo così il divieto per i
tografica di Alfredo Zerbini,   no di S. Hercoliano […]». Ci troviamo,
Archivio Storico Comunale
                                                                                proprietari di darlo in vendita o in loca-
di Parma                        pertanto, di fronte a due possibilità: o le     zione. Spetta, poi, al podestà l’incarico di
Borgo Polidoro visto da un      disposizioni statutarie non hanno trova-        pubblicizzare al meglio l’evento, ma tutti
dipinto.
                                to applicazione, ovvero solo parte dello        i parmigiani sono caldamente invitati a
                                spettacolo fieristico si sposta, mentre al-     contribuire affinché mercati e fiere siano
                                tra parte rimane nell’area dell’antico prato    frequentati «ad honorem et utilitatem Com-
                                Regio, fuori Porta San Barnaba. Tra l’altro,    munis Parmae, et bonum».
                                alcuni documenti ascrivibili al XII secolo
                                testimoniano l’accresciuta importanza nel       Il passato ritorna
                                tempo del cosiddetto prato Regio, valoriz-      Ancora, noi parmigiani del XXI secolo ci
                                zato non solo da un punto di vista agrico-      incamminiamo tra banchi e bancarelle il
                                lo, ma anche politico e giuridico.              mercoledì e il sabato. E, ieri come oggi, il
                                Le carte di archivio svelano illuminan-         mercato principale si svolge nella celebre
                                ti segreti: nel 1173 un certo Guiberto de       Ghiaia. È un mercato che prosegue sen-
                                Prospera testimonia che da più di 40 anni       za soluzione di continuità, anche se il suo
                                le imposte derivanti dalla fiera di Sant’Er-    viaggio non è sempre privo di insidie, di
                                colano sono prelevate dai canonici di San-      vicissitudini, di volontà di cambiarne il
                                ta Maria e dal vescovo, e nel medesimo          volto. La storia cammina, gli eventi cam-
                                anno un altro testimone dichiara che le         biano, ma le usanze mettono radici, re-
                                stesse imposte sono riscosse per due parti      stano e sopravvivono. E, come una volta,
                                dai canonici di Parma, per la terza parte       anche adesso, in determinate occasioni, la
                                dal vescovo. Inoltre, la fiera di Sant’Erco-    stessa famosa e centralissima piazza Gari-
                                lano ritorna come termine di pagamento          baldi si veste di festa con banchetti all’in-
                                di somme di denaro tra privati cittadini        segna dei più pittoreschi e genuini prodot-
                                in due documenti datati 1180 e 1192. Si         ti, conservando sempre la solennità di un
                                tratta, pertanto, di un’importante ricorren-    luogo dove, come scrive Giuseppe Sitti, «si
                                za sotto il profilo socio-economico, di cui     raccolgono le memorie più interessanti e
                                avvertono la rilevanza i parmigiani stessi.     importanti della nostra storia», e che rac-
                                In Ghiaia si allestisce nel 1226, per volon-    conta la vita della città in tutte le sue sfac-
                                tà del Comune, un’altra fiera, finalizzata a    cettature, politica, sociale, commerciale.
                                mettere in risalto l’area chiamata Glarea       Fiere e mercati sono e resteranno sempre
                                (Ghiaia), la fiera di San Siro. Se la fiera     specchio di memorie coltivate nel tempo,
                                di Sant’Ercolano è una festa autunnale,         voci di venditori e compratori che, spinti
                                la fiera di San Siro celebra la piena pri-      da motivi opposti, convergono nella me-
                                mavera, prendendo avvio il primo maggio         desima direzione, raggranellando nelle
                                e proseguendo per quattro giorni, sino          vie, nelle piazze, sui banchi saperi e infor-
                                all’anno 1306, cui risalirebbe la sua ultima    mazioni da tramandare e diffondere. Ieri
                                edizione. Entrambe le fiere propongono          come oggi.
                                                                                              PARMA economica            87
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