EUROPEO IL CAPITALISMO - Casa della Cultura
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12 FOCUS IL CAPITALISMO DUEMILADICIANNOVE EUROPEO CONTEMPORANEO Lezioni di Sociologia economica a cura di Marino Regini
1EUROPEO 2 direttore Ferruccio Capelli condirettore e direttore responsabile Annamaria Abbate IL CAPITALISMO comitato editoriale Duccio Demetrio Enrico Finzi Carmen Leccardi Marisa Fiumanò CONTEMPORANEO Paolo Giovannetti Renzo Riboldazzi Lezioni di Mario Ricciardi Mario Sanchini Salvatore Veca Sociologia economica Silvia Vegetti Finzi Questo è un ipermedium. Non progetto grafico e illustrazioni Giovanna Baderna www.giovannabaderna.it fermarti al testo, segui i link •, esplora, crea i tuoi percorsi. La direzione e redazione Casa della cultura on line ha via Borgogna 3, 20122 MIlano tel.02.795567 / fax 02.76008247 molte porte girevoli. Attraverso viaborgogna3magazine@casadellacultura.it questo magazine puoi entrare periodico bimestrale registrazione n. 323 del 27/11/2015 nel sito, consultare l’archivio Tribunale di Milano audio e video degli incontri in viaBorgogna3 ISSN 2499-5339 2019 ANNO 4 numero 12 via Borgogna e tornare qui per ISBN 978-88-99004-60-6 titolo: IL CAPITALISMO EUROPEO CONTEMPORANEO continuare la lettura. E se hai Lezioni di Sociologia economica stampato la tua copia su carta copyright Casa della Cultura, Milano puoi usare i QR code con il tuo smartphone o tablet area di rispetto area di rispetto per accedere ai contenuti versioni con spessori modificati per web e per utilizzo in interattivi attraverso un QR dimensioni molto piccole dove la leggibilità sarebbe code reader che puoi scaricare compromessa gratuitamente da internet. TUTTI CONTENUTI SONO REPERIBILI SUL pantone 199 SITO WWW.CASADELLACULTURA.IT nero 90%
12 testi di: Lucio Baccaro Arnaldo Bagnasco Gabriele Ballarino Luigi Burroni Manuela Moschella Emmanuele Pavolini Francesco Ramella Marino Regini Emilio Reyneri Roberta Sassatelli Wolfgang Streeck Laura Zanfrini note biografiche • p.98
editoriale Nel 2018, con un prologo nell’ottobre 2017, si è snodata funzionamento del capitalismo europeo, si mettono a fuoco in Casa della Cultura un’operazione culturale di grande le ripercussioni sul mercato del lavoro e le trasformazioni impegno. Grazie alla tenacia e all’impegno personale di del sistema di welfare, si focalizza l’impatto dei fenomeni MODELLI, Marino Regini si sono incontrati e confrontati in sedici migratori e le trasformazioni dei consumi. EVOLUZIONI appuntamenti molti tra i più autorevoli esponenti della Ne esce un invito ad accantonare luoghi comuni troppo E CONTRAD- sociologia economica: sociologi ed economisti delle Uni- versità italiane hanno discusso vivacemente confrontandosi semplicistici, siano essi apologetici o critici. Il quadro che DIZIONI DEL anche con il direttore del Max Plank Institut di Colonia e con scaturisce dalla lettura delle dodici relazioni non è in bian- co o nero: non si intravede il trionfo dell’innovazione, ma CAPITALISMO studiosi come Patrick Le Galés, Gosta Esping – Andersen e Wolfgang Streeck. neppure il dilagare della precarizzazione e l’impoverimento EUROPEO generalizzato. L’accento degli studiosi è messo sui difficili L’obiettivo perseguito è ben motivato nella presentazione processi di trasformazione dentro i quali si riescono però di questo fascicolo: portare fuori dai confini specialistici un ad intravedere alcune tendenze. Come le difficoltà crescenti Ferruccio Capelli • vastissimo materiale di studi che sicuramente arricchireb- del sistema di welfare europeo oppure come le “evidenti be il dibattito pubblico e che potrebbe essere di grande correnti di polarizzazione sociale” (A. Bagnasco): fasce di aiuto per lo stesso decisore politico. Per questo, dopo le popolazione scivolano verso il basso mentre altre riescono discussioni svoltesi qui nella nostra sala e ora facilmente a mantenere posizioni migliori. consultabili sul canale YouTube della Casa della Cultura, Di certo – questo è, probabilmente, il messaggio che abbiamo ritenuto opportuno fare uno sforzo ulteriore e passa attraverso le relazioni qui raccolte – il capitalismo raccogliere le relazioni che hanno introdotto le discussioni: italiano ed europeo di oggi è diverso non solo da quello nelle pagine seguenti troverete i contributi che hanno aperto degli anni Settanta, ma anche da quello dei primi anni ben dodici appuntamenti. viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo Novanta. Il neoliberismo prima e poi la recessione del 2008 Ne esce un quadro di grande interesse: una descrizione hanno agito in profondità. Per ragionare e per impostare approfondita dei diversi modelli di capitalismo europeo, le politiche bisognerebbe, innanzitutto, partire da questa della loro evoluzione nei settant’anni del dopoguerra e consapevolezza. delle loro attuali contraddizioni. I passaggi essenziali, con funzioni periodizzanti, sono chia- ramente delineati: i trent’anni d’oro del dopoguerra, la lunga stagione neoliberista che ne è seguita e, infine, l’impatto della “grande recessione” del 2008. Ma il vero interesse del volume sta nello sguardo approfondito e articolato con cui si scava nel funzionamento del capitalismo italiano ed eu- 12 ropeo. Si ragiona puntualmente della traiettoria neoliberista e della globalizzazione finanziaria, si riflette sulle istituzioni che hanno presieduto e su quelle che tutt’ora regolano il 5
12 •8 •26 •58 •86 presentazione GLOBALIZZAZIONE CAPITALISMO E RUOLO DELLO STATO IL CAPITALISMO FINANZIARIA: SI PUÒ FENOMENI E MODELLI EUROPEO GOVERNARE? MIGRATORI DI CAPITALISMO CONTEMPORANEO. Manuela Moschella Laura Zanfrini Luigi Burroni LEZIONI DI SOCIOLOGIA ECONOMICA Marino Regini •32 •66 •92 TEMPI DIFFICILI. CAPITALISMO, LA POLITICA I SISTEMI DI WELFARE E SOCIALE EUROPEA: •12 INNOVAZIONE SINDACATO UNA ‘PROGRESSIVA LA TRAIETTORIA EUROPEI DURANTE Emmanuele Pavolini REGRESSIONE’ NEOLIBERISTA DEI LA CRISI Wolfgang Streeck CAPITALISMI EUROPEI Francesco Ramella Lucio Baccaro •72 CAPITALISMO •40 E CRISI DELLA •18 CAPITALISMO E CLASSE MEDIA LA CRISI DEL CAPITALI- DISUGUAGLIANZE Arnaldo Bagnasco SMO REGOLATO. Gabriele Ballarino ESISTE ANCORA UN “MODELLO SOCIALE EUROPEO”? •78 Marino Regini •48 CAPITALISMO, I MERCATI DEL CONSUMI E LAVORO NEL SOSTENIBILITÀ CAPITALISMO Roberta Sassatelli EUROPEO Emilio Reyneri
Il dibattito sul capitalismo mi anni 2000 la letteratura economico in cui i soggetti re piccoli pezzi del puzzle 8 Marino Regini è tornato d’attualità. Nelle Perché questa focalizza- sulle Varieties of capitali- che controllano i mezzi di complessivo. Certo non scienze sociali fioriscono zione sul tema del capi- sm aveva offerto interpre- produzione agiscono in un a risolverlo, ma quanto CAPITALISMO EUROPEO le analisi sulle diverse ca- talismo, delle sue diverse tazioni molto sofisticate mercato allo scopo di con- meno a guardarlo in modo IL ratteristiche che un siste- caratteristiche e delle di- sugli assetti istituzionali seguire un profitto. Se fos- più approfondito e realisti- CAPITALISMO ma capitalistico assume verse conseguenze che che favoriscono l’uno o se così, la teoria economi- co. EUROPEO e sulle conseguenze che produce. Ma queste anali- produce oggi in Europa? E quale contributo specifico l’altro modello. Ma è stata la Grande Recessione a ca sarebbe probabilmente in grado di spiegare e di Il programma dei due ci- CONTEMPO- si – spesso sofisticate e di possono dare i sociologi riportare l’attenzione non prevedere l’andamento di cli di incontri pubblici è RANEO non facile comprensione – faticano a uscire dai confini economici alla discussione di questi temi? solo sui diversi modi in cui il capitalismo può funzio- economie avanzate quali quelle europee – un obiet- riportato interamente nel- le prossime pagine. È un Lezioni di specialistici degli addetti ai nare, anche in Europa, ma tivo che con tutta evidenza programma che ha coin- Sociologia lavori. Per questo motivo la La risposta alla prima do- anche e soprattutto sulle fatica a raggiungere. Inve- volto molti dei sociologi Società Italiana di Socio- manda non appare difficile. sue disfunzioni e sui limiti ce, particolarmente in Eu- italiani che si occupano di economica logia Economica (SISEC) È stata la drammatica crisi delle istituzioni chiamate a ropa, i sistemi economici questi temi e che ha in- e la Casa della Cultura di finanziaria del 2007-2008, regolarlo, a indirizzarlo, a capitalistici sono immersi cluso anche economisti e Milano hanno organizzato e soprattutto la grande contenere i “fallimenti del in una rete di istituzioni politologi, oltre ad alcuni nel 2018 due cicli di incon- recessione dell’Eurozo- mercato” e a garantire la politiche e sociali, in un dei più importanti sociologi tri pubblici sul capitalismo na che vi ha fatto segui- sua compatibilità con il be- network di rapporti che ne economici europei. Que- europeo contemporaneo. to, a riportare l’attenzione nessere collettivo. È da qui regola il funzionamento e sto numero della rivista Ciascun incontro è stato sulle contraddizioni dello che il dibattito è ripartito e ne determina le opportu- presenta una sintesi della viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo introdotto da una relazione sviluppo capitalistico, a deve proseguire, pur senza nità di sviluppo. È la enor- maggior parte delle rela- di un noto studioso italia- un secolo e mezzo di di- azzerare i risultati raggiunti me complessità di questi zioni tenute in italiano. no o straniero, seguita da stanza da “Il Capitale” di dalle analisi precedenti. assetti e di queste reti che interventi programmati di Marx. Per la verità, quel la teoria economica stan- discussants che aveva- filone di studi che va sot- La risposta alla seconda dard non può ricondurre a no il compito di introdurre to il nome di Comparative domanda è legata agli as- qualche semplice variabile e vivacizzare il dibattito. political economy aveva setti istituzionali entro cui da inserire in un’equazio- Pur essendo tra i massimi già negli anni ’90 messo sono calati i diversi mo- ne. Ed è proprio l’enorme esperti del tema in discus- in luce come nelle econo- delli di capitalismo e che complessità degli assetti sione, relatore e discus- mie avanzate quali quelle ne condizionano il modo istituzionali e delle reti di sants hanno impostato gli europee possano esistere di operare, le opportuni- rapporti sociali a costituire incontri con un taglio non diversi “modelli di capitali- tà di cui dispongono e le invece l’oggetto di studio accademico ma capace di suscitare l’interesse anche smo”, con differenti carat- teristiche istituzionali e tipi conseguenze che produ- cono. Il capitalismo non è privilegiato dei sociologi economici, che possono 12 9 dei non addetti ai lavori. di performance. E nei pri- semplicemente un sistema così contribuire a illumina-
CALENDARIO E VIDEO DEGLI INCONTRI Giovedì 19 ottobre 2017 Martedì 30 gennaio 2018 Martedì 27 febbraio 2018 Martedì 10 aprile 2018 Martedì 9 ottobre 2018 Martedì 23 ottobre 2018 Martedì 13 novembre 2018 Martedì 27 novembre 2018 CAPITALISMO EUROPEO LA TRAIETTORIA LA CRISI DEL CAPI- TEMPI DIFFICILI: I MERCATI DEL È POSSIBILE LA CAPITALISMO, CAPITALISMO RUOLO DELLO NEOLIBERISTA TALISMO REGOLATO: I SISTEMI DI LAVORO NEL MERITOCRAZIA NEL WELFARE E E DEMOCRAZIA STATO E MODELLI DI DEI CAPITALISMI ESISTE ANCORA UN INNOVAZIONE CAPITALISMO CAPITALISMO? SINDACATI POLITICA CAPITALISMO EUROPEI “MODELLO SOCIALE EUROPEI DURANTE EUROPEO Gösta Esping-Andersen Emmanuele Pavolini Carlo Trigilia Luigi Burroni Lucio Baccaro EUROPEO”? LA CRISI Emilio Reyneri Università Pompeu Fabra Università di Macerata Università di Firenze Università di Firenze Università di Ginevra e Marino Regini Francesco Ramella Università di Milano Bicocca di Barcellona e Università Discussant: Discussant: Discussant: direttore Max-Planck- Università Statale di Milano Università di Torino Bocconi Discussant: Sabrina Colombo e Michele Salvati e Serafino Negrelli Institut di Colonia Discussant: Discussant: Pietro Ichino Discussant: Matteo Jessoula Ida Regalia Università di Milano Bicocca Discussant: Enzo Mingione Maurizio Catino Senato della Repubblica Gabriele Ballarino e Università Statale di Milano Università Statale di Milano Roberto Pedersini Marino Regini Università di Milano Bicocca Università di Milano Bicocca Marco Leonardi Marino Regini Università di Milano Università Statale di Milano Costanzo Ranci Angelo Pichierri Università Statale di Milano Università Statale di Milano Filippo Taddei Politecnico di Milano Università di Torino 10 Johns Hopkins University https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ watch?v= watch?v= https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ tMtAMLFjf_o&t=212s RSsDxtqpl8s&t=320s watch?v= https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ watch?v= watch?v= WkoG91FsQh4&t=10s https://www.youtube.com/ watch?v= watch?v= Lcf97mGlwyQ&t=6s _4K2OQDhFIM&t=2s watch?v= dxwzUMrvUk0&t=1878s G9y3MJIt9hA&t=11s OMbPeUZ6ZZk&t=2s Martedì 16 gennaio 2018 Martedì 13 febbraio 2018 Martedì 13 marzo 2018 Martedì 17 aprile 2018 Martedì 16 ottobre 2018 Martedì 30 ottobre 2018 Martedì 20 novembre 2018 Martedì 4 dicembre 2018 viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo CAPITALISMO GLOBALIZZAZIONE CAPITALISMO E CAPITALISMO CAPITALISMO, CAPITALISMO E CAPITALISMO, LA POLITICA SOCIALE EUROPEO E STATI FINANZIARIA: SI PUÒ DISUGUAGLIANZE E FENOMENI WELFARE E FAMIGLIA CRISI DELLA CLASSE CONSUMI E EUROPEA: UNA NAZIONALI GOVERNARE? Gabriele Ballarino MIGRATORI Chiara Saraceno MEDIA SOSTENIBILITÀ ‘PROGRESSIVA Patrick Le Galés Manuela Moschella Università Statale di Milano Laura Zanfrini Università di Torino Arnaldo Bagnasco Roberta Sassatelli REGRESSIONE’ Sciences Po Parigi Scuola Normale Superiore Discussant: Università Cattolica di Discussant: Università di Torino Università Statale di Milano Wolfgang Streeck Discussant: sede di Firenze Daniele Checchi Milano Bianca Beccalli Discussant: Discussant: direttore emerito del Max- Lorenzo Bordogna e Discussant: Università Statale di Milano Discussant: Università Statale di Milano Gian Primo Cella Marzio Galeotti Planck-Institut di Colonia Maurizio Ferrera Antonio Mutti Antonio Schizzerotto Maurizio Ambrosini Stefano Sacchi Università Statale di Milano Università di Milano Discussant: Università Statale di Milano Università di Pavia Università di Trento Università di Milano LUISS Paolo Perulli Emanuela Mora Maurizio Ferrera Flaminio Squazzoni Giovanna Fullin Università del Piemonte Università Cattolica di Michele Salvati Università di Brescia Università di Milano Bicocca Orientale Milano Università Statale di Milano https://www.youtube.com/ watch?v= https://www.youtube.com/ watch?v=EDOzYnuq_ro https://www.youtube.com/ watch?v= 12 https://www.youtube.com/ 11 9iUwq-jpQXI&t=1s https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ STOunwwPqMI&t=2s https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ watch?v= watch?v= watch?v= watch?v= watch?v= vHJYvJ1YKR0&t=2s 7BImYyGH2Sg&t=2s RWhfVHqijk8&t=1s 8QDqJj7pdzo&t=60s CLlXvQHGy34&t=16s
LA TRAIET- Tra il 1945 e il 1973, il ca- L’istituzione fondamenta- flazione. Le rivendicazioni CAPITALISMO EUROPEO pitalismo avanzato era es- le del capitalismo fordista salariali degli anni ’60-‘70, TORIA NEOLI- senzialmente regolato su era la contrattazione col- unite a due shock petroli- BERISTA DEI base nazionale, essendo lettiva, che indicizzava il feri, fanno aumentare salari caratterizzato da scarsa salario reale ai guadagni di nominali e prezzi. L’inflazio- CAPITALISMI apertura al commercio in- produttività, alimentando ne é un problema comune EUROPEI ternazionale e da controlli i consumi e la domanda. a tutti i paesi avanzati, ma sui movimenti di capitale. L’espansione della doman- é particolarmente acuto in Era inoltre un capitalismo da aggregata aveva effetti Italia, ove il compromesso fortemente istituzionalizza- positivi anche sull’offerta istituzionale tra capitale e to e basato su “compro- aggregata, permettendo lavoro é storicamente più Lucio Baccaro messi storici” tra lavoro e economie di scala e stimo- fragile. Tra i fattori esterni 12 capitale, con i quali il lavo- lando gli investimenti (che gioca un ruolo decisivo la ro accettava la legittimità a loro volta incorporavano liberalizzazione dei mo- stata il mantenimento del- della proprietà privata dei il progresso tecnico di ulti- vimenti di capitale, che la piena occupazione, a mezzi di produzione, e il ma generazione). Inoltre gli viene completata verso la partire dal 1979 l’obiettivo capitale riconosceva il la- aumenti salariali stimolava- fine degli anni ’80. Con la principale diviene la stabili- voro come partner nella no l’efficienza produttiva, libera circolazione, il tasso tà dei prezzi, da perseguir- gestione dei luoghi di lavo- spingendo gli imprenditori di rendimento del capitale si aumentando i tassi di ro. Tali compromessi stori- a sostituire lavoro (divenu- é determinato internazio- interesse e, in Gran Breta- ci vennero sanciti in tempi to più caro) con capitale, nalmente. Questo rende gna e negli USA, attraver- viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo diversi e con diversi gradi aumentando l’intensità di impossibile la “repressione so riforme legislative volte di successo a seconda dei capitale e la produttività finanziaria”, ovvero l’impo- ad indebolire il sindacato e paesi. Mentre in Svezia sin- del lavoro, e incentivando sizione di tassi di interesse la contrattazione collettiva. dacati e imprenditori si ri- l’adozione di strategie pro- reali negativi, che in Italia Comincia un trend di libe- conoscevano mutualmen- duttive basate sull’innova- avevano finanziato, insie- ralizzazione generalizzata te e definivano congiunta- zione e la differenziazione me al deficit pubblico, l’e- delle istituzioni delle rela- mente le regole del gioco di prodotto, piuttosto che spansione del welfare state zioni industriali che getta già alla fine degli anni ’30 sulla riduzione dei costi. gli anni ’70. sabbia nei meccanismi (accordo di Saltsjöbaden), Il modello fordista di cresci- Un altro elemento impor- della crescita trainata dai l’Italia rimaneva a lungo un ta trainata dai salari entra tante nello spiegare la crisi salari, poiché ostacola il paese ad alta conflittualità. in crisi a partire dalla metà della crescita trainata dai passaggio dei guadagni di La pacificazione sociale degli anni ’70 a causa di salari é il cambiamento produttività ai salari reali. veniva raggiunta solo mol- to più tardi: nel 1993 con il fattori interni ed esterni. Tra i fattori interni c’é la del quadro di politica eco- nomica: se in precedenza La manifestazione più evi- dente della crisi della cre- 12 13 Protocollo Ciampi. difficoltà a contenere l’in- la priorità dei governi era scita trainata dai salari é lo
spostamento di reddito dai ra un problema di deficit durre titoli che il resto del stimolarle reprimendo i paesi nei decenni prece- CAPITALISMO EUROPEO salari ai profitti e alle rendi- potenziale di domanda, in mondo vuole acquistare, il consumi interni. Ciò é for- denti, a partire dagli anni te, ovvero la riduzione della quanto i redditi da lavoro deficit viene finanziato dal se dovuto al cambiamento ’90 non trova né il traino quota dei salari sul PIL. Nei hanno una maggiore pro- settore estero attraverso strutturale del sistema pro- dei consumi, né quello del- quattro paesi che pren- pensione al consumo e l’esportazione di capitali. duttivo svedese, progres- le esportazioni. I dati mo- derò in considerazione una minore propensione Dunque la finanza gioca sivamente spostatosi ver- strano che negli anni ’60, (Gran Bretagna, Germania, al risparmio dei redditi da un ruolo centrale per un so l’informatica, le comu- ’70 e ‘80 l’Italia cresce, in Svezia e Italia) la quota dei capitale. L’aumento della modello di crescita come nicazioni e i servizi ad alto maniera prima sostenuta salari cresce negli anni ’60, quota dei profitti, unito alla quello del Regno Unito. valore aggiunto, per i quali e poi progressivamente raggiunge il picco alla fine liberalizzazione dei mo- La Germania rappresenta il il prezzo é un fattore com- decrescente, in gran par- degli anni ’70 e poi declina. vimenti di capitale, inco- caso opposto. Qui il deficit petitivo meno importante te grazie all’aumento dei Parallelamente aumenta il raggia a sua volta la spe- potenziale di domanda é di qualità e innovazione. consumi privati, mentre 14 tasso di profitto (in Germa- culazione finanziaria. La colmato dalle esportazioni Contemporaneamente, l’apporto delle esporta- nia a partire dagli anni ’80). tendenza alla stagnazione nette, a loro volta stimo- l’aumento dell’indebita- zioni nette é trascurabile. Tra il 1960 e il 1990 il sa- é un problema comune, late comprimendo prezzi, mento delle famiglie sve- Consumi pubblici e inve- lario reale per addetto ma é affrontato in maniera salari, e domanda inter- desi, comparabile all’inde- stimenti danno anch’es- (deflazionato con l’indice diversa nei vari paesi. na, e rendendo in questo bitamento britannico, eser- si un contributo positivo. dei prezzi alla produzione) Nel caso della Gran Breta- modo più convenienti le cita un’azione di stimolo Come argomentato sopra, cresce molto rapidamente gna il motore della crescita esportazioni e più costose sui consumi. l’aumento dei consumi é nei quattro paesi conside- rimangono i consumi, ma si le importazioni. Nel caso É bene sottolineare che sia alimentato da salari reali rati, soprattutto in Italia: il cerca di stimolarli attraver- della Germania il modello la crescita trainata dal de- fortemente crescenti. viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo tasso di crescita italiano so la facilitazione dell’ac- export-led è anche favorito bito, sia la crescita trainata Tra il 1995 e il 2016, tutte é del 6% annuo in media, cesso al credito bancario. dall’adozione, con l’Euro, dalle esportazioni sono in- le variabili che avrebbe- contro una crescita del 4% Un’economia trainata dal di un tasso di cambio no- stabili e non generalizzabili. ro potuto alimentare la in Germania, del 3,1% in debito ha la tendenza ad minale probabilmente più La prima implica il formarsi crescita si inaridiscono o Svezia, e del 2,9% in Gran accumulare deficit esteri. favorevole di un cambio di bolle speculative, che risultano inadeguate. La Bretagna (dati AMECO). La In condizioni normali tale determinato su base na- poi esplodono con effetti crescita salariale è quasi crescita della produttività é deficit dovrebbe essere zionale. catastrofici. La seconda é inesistente: il salario reale altrettanto rapida, ma il sa- eliminato riducendo ad un La Svezia riesce a con- fattibile solo se altri paesi, (deflazionato con l’indice lario per addetto tende ad certo punto la domanda ciliare crescita traina- soprattutto di grande di- dei prezzi alla produzione) aumentare più velocemen- interna, ossia causando ta dall’export e crescita mensione, non tentano di cresce solo del 4%, contro te, per lo meno fino agli una recessione. Tuttavia, trainata dai consumi. Le imitarla. Se lo fanno il risul- il 22% della Germania, il anni ’70. se il paese può contare esportazioni svedesi sem- tato é una tendenza gene- 48% della Svezia, e il 37% Negli anni successivi, la redistribuzione del reddito su una piazza finanziaria molto liquida, come la City brano essere meno sensi- bili al prezzo di quelle tede- ralizzata alla stagnazione. La crescita italiana, più della Gran Bretagna (dati OCSE). Il debito delle fami- 12 15 dai salari ai profitti gene- di Londra, in grado di pro- sche, e non é necessario rapida di quella degli altri glie aumenta, ma a partire
da livelli più bassi di Sve- é di taglia troppo ridotta cambio nominale sempre imprese italiane a ristruttu- il trend di crescita, quella la liberalizzazione del lavo- CAPITALISMO EUROPEO zia e Gran Bretagna, ed é per fungere da traino per più rigido (il “vincolo ester- rarsi posizionandosi in nic- italiana cominciava a rista- ro ha generato esiti inde- insufficiente a far ripartire i l’economia nel suo com- no”) abbinata all’elargizio- chie di mercato a più alto gnare (dati KLEMS). Una siderati. Verrebbe da dire consumi. Inoltre, a differen- plesso, ed é appesantito ne di flessibilità compensa- valore aggiunto. vasta letteratura, italiana che é tempo di provare la za della Gran Bretagna (e da un tasso di cambio re- tiva nel mercato del lavoro Alcuni anni più tardi, la e internazionale, preva- strategia opposta: meno degli Stati Uniti), l’Italia non ale troppo forte. per le imprese (le “liberaliz- strategia del vincolo ester- lentemente eterodossa vincolo esterno e più vin- può permettersi di igno- Come é possibile che zazioni”). no accompagnato da fles- ma non solo, attribuisce colo interno. Tuttavia, scel- rare il vincolo delle partite l’Italia si sia ritrovata in Negli anni ’70, le élite sibilizzazione interna con- la crisi della produttività al te di questo tipo sono for- correnti, soprattutto dopo questa situazione? Un’i- italiane, anche quelle di duceva all’adesione entu- calo della domanda e alla temente path-dependent: l’esplodere della crisi dei potesi esplicativa é che la estrazione comunista, non siastica al Trattato di Ma- flessibilizzazione del lavo- quel che era forse possibi- debiti sovrani. Le esporta- stagnazione sia il risultato, erano entusiaste del mo- astricht e poi all’Euro, con ro, quest’ultima partico- le qualche anno fa é diven- zioni nette contribuiscono indesiderato ma non del dello di crescita trainato da cui l’Italia adottava un qua- larmente importante in un tato assai più complicato 16 positivamente alla crescita tutto sorprendente, della salari come si era venuto dro di politica economica sistema come quello ita- ora. Slegarsi le mani senza italiana solo a partire dagli strategia di politica eco- profilando in Italia. Tale mo- sostanzialmente deflazio- liano in cui la trasmissione un accordo preventivo con anni 2010, quando tutte le nomica adottata già con la dello era caratterizzato da nistico, sia dal punto di vi- delle competenze avviene i partner implica rischi diffi- altre componenti danno un decisione di entrare nel Si- forti pressioni salariali, cui sta della politica monetaria prevalentemente on the cilmente calcolabili. contributo negativo. Inoltre stema Monetario Europeo corrispondeva una politica che della politica fiscale, job. L’intuizione é che se il la crescita delle esporta- nel 1979, e poi con quella monetaria accomodante. ulteriormente aggravato da lavoro é troppo flessibile e zioni nette é dovuta più alla di rientrare nello SME nel Questa consentiva alle im- un tasso di cambio reale in poco pagato, l’imprendito- riduzione delle importazio- 1996 e successivamente prese di restaurare i mar- apprezzamento, e un debi- re non ha grande interesse ni che all’aumento delle nell’Euro: l’adozione di un gini di profitto (considerati to pubblico molto elevato, ad innovare, ed anche il viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo esportazioni. Il settore delle decisivi per il finanziamen- che si voleva ridurre attra- lavoratore non ha grande esportazioni italiano, a dif- to degli investimenti) au- verso avanzi primari piutto- interesse ad investire nelle ferenza di quello tedesco, mentando i prezzi, ma ge- sto che attraverso tassi di proprie competenze speci- nerava una spirale di salari, crescita nominale superiori fiche, dato che non conta prezzi e svalutazioni del rispetto ai tassi di interesse di restare a lungo nel posto cambio. Dopo il sostanzia- sul debito. di lavoro. le fallimento del tentativo di Se tra il 1970 e il 1995 Che fare a questo punto? patto corporativo alla fine (approssimativamente) la Il primo passo é acquisi- degli anni ’70, l’adozione produttività del lavoro ita- re consapevolezza che di un tasso di cambio rigi- liana era cresciuta a tassi la strategia della rigidità do doveva, nelle intenzioni leggermente superiore a esterna accompagnata dei proponenti, fungere da quelli tedeschi, a partire dalla flessibilità interna ha vincolo benefico: non solo moderare prezzi e salari, dalla seconda metà degli anni ’90, mentre la produt- fallito. Lungi dall’essere benéfici, i vincoli esterni si 12 17 ma anche costringere le tività tedesca continuava sono rivelati paralizzanti e
LA CRISI DEL l’allora presidente della vengono comunemente CAPITALISMO EUROPEO Commissione Europea Ja- utilizzati per misurare que- CAPITALISMO cques Delors ha dato un ste caratteristiche (quali REGOLATO nome, poi diventato di uso la percentuale di spesa comune: “modello sociale sociale sul PIL, il tasso di Esiste ancora europeo” (MSE). Idealmen- sindacalizzazione o il tasso un “modello te, il MSE combina: di copertura contrattuale, sociale - un sistema di welfare esteso, sostenuto da il grado di tutela dai licen- ziamenti), per quanto siano europeo”? livelli generosi di spesa indicatori piuttosto rozzi, pubblica e caratterizzato sembrano confermare che Marino Regini da servizi sociali e da pre- esiste effettivamente – o 18 stazioni tendenzialmente quanto meno esisteva nel I primi trent’anni del II do- governatore della Banca universalistici, cioè rivolti periodo in cui si è sviluppa- poguerra costituiscono la d’Italia Guido Carli), in cui a tutti i cittadini (quelli ta l’idea di un MSE – una fase che possiamo definire cioè il mercato – che si che siamo soliti chiamare specificità del capitalismo del “capitalismo regolato”: presume autoregolantesi e “diritti sociali”) europeo, dovuta al ruolo le economie avanzate cer- tendente all’equilibrio – è la - un sistema di relazioni in- ampio svolto da stato e cano cioè di coniugare l’ef- sola istituzione che guida il dustriali consolidate, con sindacati accanto al mer- ficienza del mercato con comportamento degli atto- sindacati forti e inclusivi, cato. l’equità garantita da politi- ri del sistema economico, che svolgono un ruolo Però, al di là dei dati, ci viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo che statali regolative e redi- che si muovono in base a importante di contratta- sono due problemi, che stributive e dalla contratta- una logica di scambio. zione collettiva dei salari e sono ben colti da due cita- zione sindacale. Ma dopo Questo sogno neo-liberi- delle condizioni di lavoro, zioni provocatorie. la stagflazione degli anni sta però fatica ad attecchi- e che vengono in qualche La prima è di un poco noto ‘70, un’ondata deregolati- re in Europa occidentale, misura coinvolti dai gover- ma sicuramente ironico so- va di “ritorno al libero mer- dove si radica un “sogno” ni nella formazione delle ciologo norvegese di nome cato” si afferma negli anni opposto: l’idea che il capi- politiche economiche Miöset (1992): “Il modello ‘80 negli USA di Reagan talismo europeo sia diver- - un tipo di regolazione del sociale europeo non è mai e nel Regno Unito di Mar- so da quello americano in mercato del lavoro che esistito, ma ha un futuro?”. garet Thatcher. Potremmo quanto mitigato da istitu- cerca di contemperare Ciò che Miöset intende chiamare quest’ondata “il zioni politiche e sociali che l’esigenza di flessibilità dire nella prima parte della sogno neo-liberista” di un lo rendono un “capitalismo delle imprese con quella di sua frase è che non esiste capitalismo “senza lacci e lacciuoli” (per usare la dal volto umano”. A questo sogno un quarto di secolo tutela del posto di lavoro o del reddito dei lavoratori. un unico MSE ma una plu- ralità di modelli in Europa, 12 19 famosa espressione del fa, all’inizio degli anni ’90, Tutti i dati quantitativi che che hanno diverse carat-
teristiche e probabilmente D’altro canto, sindaca- sulle politiche economiche di una concezione del wel- CAPITALISMO EUROPEO diverse prospettive future. ti forti e centralizzati, che e sociali e mantengono un fare come investimento La seconda è di un noto contrattano a livello cen- ruolo rilevante nella con- sociale. Dal canto loro, i economista francese, Je- trale e che vengono infor- trattazione salariale. La sindacati sono piuttosto an-Paul Fitoussi (2008): malmente coinvolti nelle regolazione del mercato influenti a livello politico e “Di solito un sistema so- principali scelte di politica del lavoro tende a renderlo hanno un ruolo contrat- ciale diventa un ‘modello’ economica e sociale, ga- piuttosto rigido e sfavore- tuale significativo nell’e- solo quando ormai è in rantiscono una struttura vole agli outsiders (cioè ai conomia formale, anche crisi”. Cioè i tratti distintivi salariale molto compres- lavoratori precari) perché se sono assenti nell’am- del MSE sono stati ricono- sa e quindi una bassa di- tutela il posto di lavoro più pio settore dell’economia sciuti, analizzati e ripropo- suguaglianza dei redditi. che il reddito. Ma all’eleva- sommersa oltre che nel sti come tali agli inizi degli L’intervento nel mercato ta protezione dei lavoratori fitto tessuto delle piccole 20 anni ’90 proprio perché in del lavoro, infine, è volto a nei settori strategici e al imprese. quel periodo è iniziato il proteggere il reddito di chi conseguente dualismo fa Infine, nel modello anglo- loro declino. perde il lavoro (con sussidi riscontro la centralità as- sassone il sistema di pro- In effetti può essere poco di disoccupazione lunghi e segnata alla formazione al tezione sociale viene visto significativo parlare del generosi e con interventi lavoro, che rende abba- come una misura di ultima MSE, perché in Europa ci di formazione e riqualifi- stanza fluido l’ingresso nel istanza, cioè rivolto ad as- sono sistemi di tutela che cazione che agevolano il mercato del lavoro. sistere non tutti i cittadini hanno sempre avuto carat- reingresso nel mercato del Il modello mediterraneo ma solo chi non ce la fa. teristiche diverse. lavoro), più che il posto di può essere considerato I sussidi e i trasferimenti viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo Il modello nordico ha un lavoro in quanto tale, favo- per certi versi una variante sociali sono sottoposti a sistema di welfare a coper- rendo così la flessibilità. di quello continentale, con una forte selettività, e molti tura davvero universalisti- Nel modello continentale un sistema di welfare e di servizi sociali sono affidati ca, basata sulla cittadinan- invece il sistema di welfare regolazione del mercato al mercato. Più in generale, za e non sulla categoria è basato su una copertu- del lavoro che accentua la vi è una larga accettazione occupazionale. Poiché è ra differenziata in base al variabilità nei gradi di tutela delle disuguaglianze di red- considerato non solo uno ruolo occupazionale. Cio- e il diverso trattamento per dito e una forte enfasi sulla strumento di redistribu- nonostante mostra una insiders e outsiders anche individualizzazione dei trat- zione e di lotta alla pover- buona capacità di ridurre se ha degli elementi di tamenti. Le relazioni indu- tà, ma anche un fattore le disparità di reddito e di universalismo. Lo caratte- striali sono caratterizzate produttivo, l’investimento far fronte alle situazioni di rizzano però la perdurante da sindacati frammentati, pubblico in istruzione e povertà. Dal canto loro i centralità del ruolo della fa- una scarsa copertura con- in servizi è molto elevato, secondo una concezione sindacati, benché in forte declino, conservano un miglia, una bassa copertu- ra per i “nuovi rischi sociali” trattuale, e di conseguenza elevate disparità salariali e 12 21 di enabling welfare state. notevole grado di influenza e più in generale l’assenza un alto numero di working
poor. La regolazione del re nel mercato comune teressi. che un MSE ormai non che con le altre economie CAPITALISMO EUROPEO mercato del lavoro è molto paesi con salari e sistemi Ma il problema si è aggra- esiste più (e forse non è avanzate. Una resilienza leggera ed è volta a favori- di welfare incompatibili vato con l’allargamento a mai esistito, se non come che si rileva anche duran- re la “attivazione” della for- con il tradizionale MSE; est dell’UE, in cui proprio progetto politico utopico). te la Grande Recessione za lavoro, cioè l’ingresso - la terza ovviamente è la l’assenza di un modello Se invece confrontiamo le dell’Eurozona, nonostante nel mercato del lavoro, an- Grande Recessione che sociale era visto come il economie continentali del- che le politiche di austerità ziché a proteggere il posto. ha colpito l’Eurozona e principale vantaggio com- la “vecchia Europa” con e le ricette di “riforme strut- E veniamo ora alla secon- in particolare i suoi paesi petitivo. E naturalmente le altre economie avanza- turali” avessero come prin- da provocazione, cioè alla più deboli dopo la crisi con la Grande Recessione te, gli stessi indicatori (sia cipale obiettivo proprio lo parte finale della citazione finanziaria del 2008. seguita alla crisi del 2008, pur rozzi) indicati in pre- smantellamento del mod- di Mioset “il MSE ha un Già a partire dalla prima che ha colpito in particola- cedenza mostrano che le ello sociale europeo. futuro?” e alla citazione di di queste tre crisi, a metà re i paesi periferici dell’Eu- differenze sono rimaste Anche nel 2016, i pae- 22 Fitoussi “Di solito un siste- degli anni ‘90, il MSE ha rozona. intatte. Non solo il mod- si nordici, continentali e ma sociale diventa un ‘mo- cominciato a essere visto Oggi dobbiamo quindi ello sociale nordico, ma mediterranei continuano dello’ solo quando ormai come sinonimo di rigidità chiederci: esiste ancora anche quelli continentale ad avere una percentuale è in crisi”. Dagli anni ’90, (si parlava allora di Euro- un MSE? Ha ancora sen- e mediterraneo, mostrano di spesa sociale sul PIL proprio come sostiene Fi- sclerosi), di ostacolo all’ef- so parlare di un modello una resilienza che va al di superiore alla media dei toussi, il MSE ha termina- ficienza del mercato, di far- specificamente europeo, là delle aspettative se po- paesi OCSE, mentre tutte to la sua fase di ascesa e dello insostenibile per eco- sia pure con lineamenti sti a confronto con i paesi ha dovuto affrontare ben 3 nomie che devono compe- diversi da quelli che aveva anglosassoni e con quelli gravi crisi: tere su scala globale. Gli fino agli anni ’90? Oppure, dell’Europa orientale, oltre viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo - la prima è quella dovuta organismi sovra-nazionali come ha sostenuto senza alla stretta creditizia impo- come l’OCSE o il FMI, in alcuna esitazione il pres- sta dalla Bundesbank nei cui dominava incontrasta- idente della BCE Mario primi anni ’90 in risposta to il pensiero neoliberista, Draghi in una intervista del al boom seguito alla riu- hanno concentrato le loro 2012 al Wall Street Jour- nificazione tedesca che ricette per uscire dalla nal, “The European social minacciava di produrre crisi su una de-regolazio- model is already gone”? inflazione, e che ha avuto ne dell’economia, il che La risposta dipende dalla come effetto un’impenna- implica un abbandono prospettiva che adottiamo. ta della disoccupazione dell’idea stessa di un mo- Se confrontiamo la situazi- europea; dello sociale, che si basa one attuale con quella di - la seconda è quella di invece su una regolazione 20-25 anni fa, i mutamenti metà degli anni 2000, quando l’allargamento a del mercato da parte dello stato e delle associazioni intervenuti appaiono rile- vanti. In tal caso, è facile 12 23 Est dell’UE ha fatto entra- di rappresentanza degli in- arrivare alla conclusione
le altre economie avanzate ta ma progressiva erosione mezzi’. difendere il MSE. Anzi, i Per approfondimenti: CAPITALISMO EUROPEO (tranne Gran Bretagna e dei suoi tratti distintivi; e L’esito è stato comunque paesi continentali e me- M. Regini (2019) “Il mutamento del modello sociale europeo”, in Giappone) presentano una un’attenzione esclusiva a una lenta ma progressiva diterranei, sollecitati dalla M. Lazar, M. Salvati e L. Sciolla percentuale inferiore. An- rendere il MSE più efficien- erosione dei tratti distintivi Commissione Europea, (a cura di), Europa, vol.3, Roma, cor più nette sono rimaste te, ma non più equo. del MSE. hanno risposto all’esigen- Istituto della Enciclopedia Italiana le differenze relative al tas- L’assenza di mutamenti Il secondo effetto delle tre za di riformare le politiche so di copertura contrat- radicali non significa in- crisi degli ultimi 25 anni è sociali e del mercato del tuale: con le sole eccezi- fatti che non vi sia stata stata un’attenzione quasi lavoro con l’ossessione oni della Germania e della una serie di aggiustamenti esclusiva a rendere il MSE di aumentarne l’efficienza Grecia, tutti i paesi nordici, successivi e incrementali più efficiente, ma non più (con le c.d. “riforme strut- continentali e mediterranei nell’uno o nell’altro dei trat- equo. Indubbiamente la turali”) anziché l’equità. presentano un tasso di co- ti costitutivi del MSE: globalizzazione, oltre che Dunque, per tornare alla 24 pertura sensibilmente su- - ci sono stati diversi inter- l’apertura a est dell’UE, domanda iniziale: esiste periore a quello dei paesi venti di flessibilizzazione hanno giocato più a favo- ancora un MSE? In una anglosassoni e dell’Europa del mercato del lavoro, in re del primo obiettivo del prospettiva comparata la orientale, oltre che a quello particolare in entrata con MSE (l’efficienza) che del risposta dovrebbe essere delle altre principali econo- la diffusione dei contratti di secondo (l’equità). Infatti, sì, ma in una prospettiva mie avanzate. Infine, le dif- lavoro atipico, ma anche in modelli non efficienti ap- diacronica il capitalismo ferenze non si sono affie- uscita con l’attenuazione paiono sempre meno so- europeo è ormai un ani- volite neppure per quanto delle tutele sui licenzia- stenibili nella loro capacità male diverso da quello riguarda la rigidità del mer- menti e dei sussidi per chi di competere globalmente dei primi anni ’90. Qual viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo cato del lavoro, che pure è perde il lavoro; con altri sistemi; mentre è il margine e quali sono stato il principale oggetto - c’è stato un generale in- non appaiono altrettanto a le strade per mantene- delle “riforme strutturali” debolimento dei sindacati rischio i modelli poco equi, re o per ricostituire la sua degli ultimi vent’anni. e della contrattazione col- visto che questa caratteri- specificità rispetto al ca- Dunque tutto bene per il lettiva e uno svuotamento stica può provocare prote- pitalismo anglosassone, a MSE, che sarebbe sopra- della concertazione con le ste e sconfitte elettorali ma quello est-europeo e alle vissuto alle tre crisi man- parti sociali; dal punto di vista econo- altre economie avanzate? tenendo le peculiarità del - infine ci sono state varie mico è perfettamente so- La discussione su questo capitalismo europeo? Non riforme del welfare, che stenibile, almeno nel breve punto è aperta. proprio. Se i dati quantita- hanno avuto in comune periodo. tivi ci portano a conclude- una grande attenzione alla Il punto è che le politiche re che non c’è stato uno sostenibilità finanziaria, dei governi e della Com- smantellamento del MSE, certamente si sono avuti l’introduzione di forme di condizionalità, un crescen- missione Europea non hanno cercato di contra- 12 25 due effetti rilevanti: una len- te ricorso alla ‘prova dei stare questa tendenza per
GLOBALIZZA- Il progressivo aumento del Integrazione finanziaria: gono a costo di dolorosi CAPITALISMO EUROPEO valore e del volume degli Il dato sulle dimensioni dei buona o cattiva? aggiustamenti nell’eco- ZIONE strumenti finanziari su sca- mercati finanziari interna- nomia reale. Si consideri, FINANZIARIA: la globale è probabilmente zionali è frequentemente L’integrazione finanziaria inoltre, che non esistono uno dei più utili indicato- utilizzato per avvalorare globale può essere con- evidenze empiriche con- SI PUÒ ri per dare un’immagine l’immagine di un merca- cepita come un fenome- clusive sui benefici della GOVERNARE? immediata di un fenome- to che opera al di fuori di no dalla doppia valenza. liberalizzazione finanziaria no spesso utilizzato nelle qualsiasi regola e control- Da una parte, l’apertura internazionale per i paesi in accezioni più disparate, lo. Tuttavia, la realtà può del mercato finanziario via di sviluppo e numero- ovvero quello della glo- essere difficilmente ricon- domestico ai flussi e alla si studi hanno dimostrato balizzazione finanziaria. dotta a questa immagine competizione esteri può che il processo di liberaliz- Manuela Moschella Mentre nel 1980 il totale semplificata. A dispetto di essere considerata uno zazione accresce il rischio 26 degli strumenti finanziari in molti luoghi comuni, infatti, strumento che contribui- di crisi bancarie. circolazione era pari a cir- il funzionamento dei mer- sce alla crescita economi- ca 12 trilioni di dollari, cioè cati finanziari è sorretto da ca. Essa, infatti, incoraggia Il mercato finanziario inter- una grandezza quasi equi- un variegato insieme di isti- gli investimenti, facilitando nazionale, quindi, al pari valente al valore del PIL tuzioni e regole che presie- l’accesso ai capitali e dimi- di qualsiasi altro mercato, globale espresso in termini dono alla loro stabilità. nuendone il costo, migliora ha bisogno di istituzioni, nominali, nel 1990 il valo- l’allocazione del credito e regole e procedure per re degli stessi strumenti si Obiettivo di questo contri- aumenta le opportunità per funzionare correttamente era già quasi quadruplica- buto è quello di esaminare diversificare i rischi. e per mitigare gli effetti dei viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo to. Fino a poco prima dello le ragioni che giustificano possibili fallimenti derivanti scoppio della recente crisi il ‘governo’ de sistema fi- Dall’altra parte, l’integra- dalla natura intertemporale finanziaria globale, il valore nanziario internazionali e zione e le dimensioni dei degli scambi finanziari che degli strumenti finanziari discutere brevemente della mercati finanziari possono possono essere particolar- in circolazione è cresciuto struttura istituzionale attra- anche costituire un rischio mente gravi per l’econo- costantemente, superan- verso la quale si governa la per la crescita e il benes- mia reale. In altre parole, do di diverse misure quello finanza internazionale met- sere economico – si pen- poiché l’instabilità è una della ricchezza reale. Seb- tendone in luce le proble- si ai casi in cui gli scambi caratteristica inerente al si- bene la crisi finanziaria del matiche emerse a seguito creano ‘bolle finanziarie’ stema finanziario contem- 2007-2008 abbia segnato della recente crisi finanzia- o a quelli in cui i governi poraneo, è compito delle una battuta di arresto nei ria. abusano dell’accesso ai autorità pubbliche appron- movimenti di capitale tra mercati di capitali per fi- tare una rete di sicurezza in paesi, i dati indicano che il processo di integrazione nanziare deficit non più so- stenibili. In entrambi i casi, grado di filtrarne i benefici e tenere sotto controllo i 12 27 finanziaria non si è arenato. eventuali correzioni avven- rischi.
origine l’ordine economi- subprime degli Stati Uniti capacità dei mercati di au- CAPITALISMO EUROPEO co internazionale passato ha, tuttavia, evidenziato tostabilizzarsi. In altre paro- alla storia come sistema di molteplici debolezze nel le, è possibile concludere Bretton Woods. In tempi sistema di governo che che determinanti politiche più recenti, il trattato di Ba- avrebbe dovuto mitigare i e non solo economiche silea, che regola la attività rischi di instabilità e gesti- abbiano contribuito a cre- delle banche che opera- re il contagio finanziario. are le condizioni che han- no a livello internazionale, In particolare, il sistema no favorito la crisi e la sua costituisce un altro noto ha fallito nell’identificare in diffusione. I fallimenti della esempio degli sforzi posti tempo i segnali di vulne- governance finanziaria in- in essere per governare il rabilità e, in alcune circo- ternazionale hanno, quindi, fenomeno dell’integrazione stanze, ha persino creato fornito l’occasione per una 28 Governare la finanza poco prudenti politiche finanziaria. un incentivo all’assunzione riflessione collettiva sull’ar- internazionale: economiche domestiche. di comportamenti rischiosi chitettura del sistema finan- non se ma come Questi organismi inclu- È importante altresì nota- per la stabilità finanziaria ziario internazionale cui ha dono sia organizzazioni re che le scelte di gover- internazionale. Molti osser- fatto seguito un’attività di A partire dal secondo dopo intergovernative (come il no evolvono nel corso del vatori attribuiscono questi regolamentazione (ancora guerra ad oggi, moltepli- Fondo Monetario Inter- tempo, sia per rispondere fallimenti alla presenza di non pienamente compiuta) ci sono state le soluzioni nazionale) che organismi alle sfide poste dalla conti- molteplici istituzioni inter- che ne possa migliorare il adottate a livello interna- tecnici formati dalle auto- nua innovazione finanziaria nazionali cui sono affidate funzionamento. zionale volte a governare rità di regolamentazione e sia per adeguarsi ad una compiti di stabilizzazione viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo il fenomeno dell’integra- banchieri centrali (come il particolare combinazione e, in particolare, ai deboli Conclusioni zione finanziaria e ridurne Financial Stability Board o di preferenze politiche e meccanismi di coordina- i rischi. Tali soluzioni com- la Banca dei regolamenti paradigmi intellettuali. Ad mento tra di essi. I falli- Le turbolenze dei mercati prendono sia la creazione internazionali). La coope- esempio, molte delle revi- menti della governance finanziari degli ultimi anni di istituzioni internazionali razione internazionale volta sioni apportate all’accordo internazionale del periodo e, in particolare, l’acuirsi che l’elaborazione di rego- a favorire il buon funzio- di Basilea poco prima dello pre-crisi sono inoltre ricon- della crisi in Europa hanno le e codici di condotta. Ad namento del mercato si scoppio della recente cri- ducibili alle asimmetrie dei mostrato chiaramente che esempio, molteplici sono è, inoltre spesso articolata si finanziaria riflettevano il processi decisionali, che l’esistenza di un efficace gli organismi internaziona- attraverso la creazione di clima intellettuale del tem- hanno spesso favorito l’in- sistema di governo è una li cui è affidato il compito trattati e codici di condot- po, basato su un’elevata fluenza dei paesi economi- condizione fondamentale di prevenire l’instabilità ta. Probabilmente, uno dei fiducia nell’efficienza dei camente avanzati e degli per il mantenimento della finanziaria attraverso lo più noti trattati in materia è mercati. operatori privati; e alle ina- stabilità finanziaria interna- svolgimento di una attività di supervisione dei rischi quello firmato alla fine della seconda guerra mondiale La crisi iniziata nel 2007 deguatezze nelle politiche a sostegno della stabilità, zionale. Non esiste forse migliore prova a sostegno 12 29 che possono emanare da attraverso il quale ha avuto nel mercato dei mutui fin troppo fiduciose nella di questa affermazione del-
le vicende legate alla crisi misure che contemplino l’urgenza di gestire e ri- Per approfondimenti: CAPITALISMO EUROPEO dell’eurozona. È opinione un approfondimento delle solvere la crisi, leader e Moschella, Manuela (2013), Governare la Finanza Globale. diffusa che l’origine della istituzioni europee. In altre practictioners si siano fin Istituzioni, processi decisionali e crisi rispecchi le debolezze parole, la risoluzione della dall’inizio occupati della politiche pubbliche nella governance dell’u- crisi della zona euro appa- riforma della governance (Bologna: Il Mulino). nione monetaria, creata re strettamente legata al finanziaria internazionale all’interno di una cornice rafforzamento della gover- discutendo e adottando istituzionale che non pre- nance economica dell’U- misure di medio-lungo vede un governo econo- nione europea. periodo con l’obiettivo di mico sovranazionale bensì rafforzarne la solidità e la il solo coordinamento in- Il rafforzamento della go- legittimità. Questi sforzi, tergovernativo delle poli- vernance non è solo una spesso limitati e ancora 30 tiche nazionali. La solidità necessità europea. Una non pienamente compiuti, dell’euro è stata, perciò, governance efficace e le- dimostrano – semmai ce affidata alla politica mo- gittima è anche condizione ne fosse ancora bisogno netaria comune condotta imprescindibile per il man- – che anche i mercati più dalla Banca Centrale eu- tenimento della stabilità efficienti e razionali hanno ropea e fatta dipendere finanziaria a livello globale. bisogno di un’infrastruttura dalla solidità dei singoli bi- Sebbene la governance politica e istituzionale che lanci nazionali. In assenza del sistema finanziario in- ne permetta il buon funzio- di una cornice istituzionale ternazionale non sia stata namento a vantaggio del viaBorgog a3 | Il capitalismo europeo contemporaneo più forte l’unione moneta- l’unico fattore a scatenare benessere della collettività. ria non è stata in grado di la crisi, la struttura di go- evitare l’emergere di gravi verno, i processi decisio- squilibri macroeconomici nali e le politiche di pre- e di competitività tra i pa- venzione e gestione delle esi europei. L’inasprimento crisi si sono dimostrati ina- della crisi riflette il fallimen- deguati rispetto al compito to della politica europea e, di impedire l’emergere di in particolare, l’incapacità comportamenti rischiosi e, dei suoi leader di formulare in alcuni casi, hanno persi- una risposta alle sfide rap- no incentivato l’accumula- presentate dalla crescita zione dei rischi. degli interessi sui titoli di stato e dalle debolezze del Non deve, quindi, sor- 12 31 settore bancario attraverso prendere se, nonostante
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