Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav

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Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Esempi di basilica romana

      Sezione ricostruttiva della basilica Emilia
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Esempi di
architettura
paleocristiana

San Pietro
costantiniano (324-
329), ipotesi
ricostruttive
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
San Pietro in Vaticano
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Roma, Santa Maria
maggiore
(432-440)
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Roma, Santa Sabina (422-432)
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Santa Sabina
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
Roma, San Paolo fuori le mura (385))
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
San Paolo fuori le mura
Esempi di basilica romana - Sezione ricostruttiva della basilica Emilia - Iuav
San Paolo fuori le mura
Opus sectile proveniente da una domus di Ostia antica, IV sec.
OPUS SECTILE tecnica di decorazione superficiale (pavimentale – pavimenta sectilia - o parietale-
parietes crustatae), consistente nell’accostare lastre di marmo (o crustae), di spessore diverso, di
dimensioni variabili, e tagliate talora in forme geometriche (triangoli, quadrati, esagoni, ecc.), talora
secondo linee atte a rendere ogni genere di figurazioni animate. Tale arte nacque in Oriente e venne
importata a Roma, come ci ricorda Plinio il vecchio, dove riscosse grande successo. Continuò in età
paleocristiana e bizantina e per i pavimenti fino all’età moderna.
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Chiesa a impianto basilicale ravennate
 Diffusione del tradizionale impianto basilicale occidentale, a tre navate separate da
arcate su colonne, ma con introduzione di alcuni elementi orientali, come l’abside
poligonale all’esterno e semicircolare all’interno

- Lunga navata centrale più ampia, affiancata da navate minori

- Possibilità di atrio antistante o nartece

- I piedritti sono sempre colonne che reggono archi

- Alte murature sopra gli archi con claristorio

- Copertura a capriate lignee, eccetto il catino absidale

- Ricca decorazione musiva interna

-Tipica decorazione esterna delle basiliche con archeggiature cieche
Ravenna, S. Apollinare Nuovo (505)
Ravenna, S. Apollinare in classe (consacrata nel 549)
moṡàico (o muṡàico) s. m. [dal lat. mediev. musaicus agg. (nella locuz. musaicum
opus; cfr. l’ant. uso ital. come agg.: opera mosaica), alteraz. di musaeus o musēus,
der. di Musa «Musa»] (pl. -ci). – 1. a. Tecnica decorativa con la quale, per mezzo di
frammenti (ordinariamente piccoli cubi, detti tessere musive) di pietre naturali, di
terracotta o di paste vitree, bianche, nere o colorate, applicati sopra una superficie
solida con un cemento o con un mastice, viene riprodotto un determinato
disegno; è usata per la decorazione di pavimenti e pareti o anche di singoli
elementi architettonici e scultorî (amboni, balaustre di chiese, colonnine di
chiostri, ecc.)
Sul fondo preparato con apposito intonaco si ricalcava il disegno. Su un nuovo letto
di intonaco più fine o di collante (che poteva essere costituito da polvere di
travertino, calce, olio di lino), fresco, venivano infisse le tessere, a seconda delle
gradazioni di colore, delineando prima i contorni delle figure, poi riempiendo
progressivamente l’interno. Dove i dettagli erano più minuti si usavano tessere più
piccole.
La tecnica del mosaico, già nota in Grecia, si diffuse nell’architettura romana,
soprattutto per comporre pavimenti (litostràto o pavimentum tessellatum),
utilizzando pietre dure, terracotta, pietra. Dal I sec. a. C. si difffonde l’uso di
tessere in pasta di vetro, che consentono una gamma molto più ampia di colori,
grazie all’aggiunta di pigmenti, diffondendosi dal III sec. d. C. per la decorazione
parietale. Le tessere più pregiate prevedevano l’inserimento di una lamina d’oro
fra due colate di vetro
Ravenna, S. Apollinare nuovo, Cristo in trono (VI sec.)
CRONOLOGIA RAVENNATE

 1. Capitale dell’Impero d’Occidente: dal 402
 2. Capitale del Regno Ostrogoto: dal 494 con Teodorico [+ 526]
3. Riconquistata dall’Impero d’Oriente [527], diviene poi capitale
dell’Esarcato [567]
Esarcato Nome dato dai bizantini ai due governatorati militari in cui
raggrupparono, alla fine del 6° sec. d.C., i territori dell'Impero situati in
Italia e in Africa a causa della continua pressione rispettivamente dei
longobardi e delle tribù berbere. Comandati da un esarca (gr.
"comandante"), l'e. d'Italia - con sede a Ravenna - resistette fino alla metà
dell'8° sec
Ravenna, Mausoleo di Teodorico
Copertura: calotta monolitica in pietra
d'Istria, di 10,76 metri di diametro e 3,09 di
altezza, per un peso di circa 230 tonnellate
Tecnica tipica-tradizionale ravennate:
Mattoni, spesso di reimpiego, strati di malta bassi, presentano all’esterno
allisciatura verso l’alto, ottenuta appoggiando la cazzuola al corso inferiore
dei mattoni.

La tecnica cambia dopo il 540:
mutamento radicale, mattoni nuovi e non più di reimpiego, lunghi e sottili,
letti di malta più ampi, trattamento a doppia allisciatura appoggiando la
cazzuola sia al bordo inferiore che a quello superiore, sicché la malta viene ad
assumere una sezione triangolare verso l’esterno.
Probabilmente il cambiamento si deve al progressivo arrivo di maestranze
straniere dopo la riconquista di queste zone da parte dell’Impero bizantino
Esempi di architettura altomedievale

Brescia, San
Salvatore, VIII
sec., longobarda
Esempi di architettura
romanica

MATRONEO
Loggiato percorribile corrente al di
sopra delle navata laterali di un
edificio, aperto sulla navata centrale.
Il termine deriva da matroneum,
letteralmente ‘luogo riservato alle
donne’, poiché un tempo si credeva
che fosse questa la sua funzione, che
invece probabilmente deriva da una
commistione di motivi statici e
liturgici.

                                          Schema di chiesa romanica
Caratteri del romanico

1. Copertura voltata dell’intero edificio (con alcune eccezioni)
2. Riscoperta di una serrata logica strutturale dell’edificio
3. Importanza statica del pilastro rispetto alla parete
4. Decorazione per mezzo di gallerie, archetti e lesene
5. Importanza della scultura monumentale
6. Riscoperta di alcune tecniche edilizie romane: arco a tutto sesto e
   sbozzatura precisa dei blocchi di pietra
7. Riferimento frequente a modelli della tarda antichità
S. Ambrogio a Milano
Rifondazione e ricostruzione
romanica tra il 1080 e il 1099
Ricostruzione del tiburio dopo un
crollo nel 1196
Duomo di Modena (XI-XII sec.)
Pinnacolo Elemento di
                                                                           forma piramidale o
                                                                           conica, posto alla sommità
                                                                           di un edificio,
                                                                           caratteristico soprattutto
                                                                           dello stile gotico. In
                                                                           genere con il termine
                                                                           guglia si indica un
                                                                           elemento simile, ma più
                                                                           slanciatosottile e slanciato

contraffòrte s. m. [comp. di contra- e forte1]. – 1. a. Elemento verticale sporgente in muratura, destinato
a rafforzare una struttura contro l’azione di forze orizzontali che la sottopongono al pericolo di
rovesciamento; assume una precisa funzione resistente come membratura negli edifici coperti con volte
(chiese romaniche e gotiche, costruzioni rinascimentali), delle quali contrasta l’azione spingente
Arco diaframma = Arco posto trasversalmente
rispetto all’asse longitudinale di un edificio,    Firenze, San Miniato al
sormontato da un setto murario generalmente fino
                                                   Monte (XI-XII sec.)
all’altezza d’imposta delle capriate
Abazia di Pomposa (Codigoro,
Fe), consacrata nel 1026
Bibliografia
G. Cricco, F.P. Di Teodoro, Il Cricco Di Teodoro. Itinerario nell’arte, Versione maior
(gialla), Bologna, Zanichelli, vol. I

M. Como, Statica delle costruzioni storiche in muratura, Roma 2010
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