Epifani: Mettiamoci la faccia perché la nostra faccia è sinonimo di serietà

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Epifani: Mettiamoci la faccia perché la nostra faccia è sinonimo di serietà
Partito Democratico Est Milano
                              Scadenze , materiale, proposte da approfondire
                             nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana
                                                Nota del 12 maggio 2013

Epifani: Mettiamoci la faccia perché la nostra
faccia è sinonimo di serietà
Stralcio dell'intervento di Guglielmo Epifani all'Assemblea nazionale del PD.
Con 458 voti, pari al 85.8% dei voti validi, Guglielmo Epifani è eletto nuovo segretario del Partito
Democratico. Il totale dei votanti è stato 593, 59 voti nulli e 76 schede bianche.

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                                          L'intervento di Guglielmo Epifani

È giusto che io dica con chiarezza come siamo arrivati a questo punto. Non ho cercato questo incarico ma
davanti a tante sollecitazioni non potevo sottrarmi alla responsabilità che mi veniva richiesta.
Riflettendo se accettare o meno, è molto pesato nella mia decisione il dialogo che ho avuto con i ragazzi
che a Napoli avevano occupato le sedi del PD quando guardavo la loro preoccupazione mentre io
argomentavo come non ci fossero alternative nella formazione di questo governo.
Dobbiamo dare la possibilità ai giovani di avere la speranza di avere il PD che loro vogliono e allo stesso
tempo parlare con loro.
Ringrazio Bersani per tutto quello che ha fatto per noi in questi 4 anni, una persona di grande qualità,
serietà e moralità.
Ringrazio anche Franceschini e Veltroni .
Se il PD, che nasce per cambiare questa società rischia diventare parte della crisi del Paese stesso, è vicino
al fallimento perché non ha alcuna funzione. Dobbiamo reagire e non lasciare che le cose vadano da sole.
C’è una retorica della crisi che attanaglia anche noi.
Nessuno di noi è uguale a come viveva sei anni fa e molto di più vale per chi ha perso il lavoro o non lo
trova più. Il declino si accompagna sempre al decadimento morale e sociale. Noi non possiamo continuare
a vivere la crisi della democrazia solo perché non esistono gli strumenti per decidere: un cortocircuito che
richiede una forte domanda di ripresa e cambiamento.

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                             nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana
                                                Nota del 12 maggio 2013

Non dobbiamo avere paura di affrontare la realtà o avere paura del confronto con gli altri perché li
consideriamo più decisi o più cattivi.
Mettiamoci la faccia perché la nostra faccia è sinonimo di serietà.
Coraggio non vuol dire incoscienza. Sarebbe da incoscienti non sollevarsi contro le offese al nostro ministro
Kyenge, sarebbe da incoscienti se Genova non sentisse la nostra vicinanza nella grave ferita che ha subito,
sarebbe da incoscienti se non reagissimo e ponessimo una fine alla violenza sulle donne con una legge
contro il femminicidio.
Le responsabilità della situazione del PD è tale che nessuno può tirarsi indietro.
Di fronte a noi abbiamo delle scadenze:

1) riempire il vuoto dopo le dimissioni del Segretario
2) aiutare e non lasciare soli i sindaci e gli aspiranti candidati nelle elezioni alle porte;
3) preparare il congresso senza nessuna paura.

Il congresso è il cuore del mandato democratico. Il congresso deve essere preparato bene con le logiche
conseguenti che ne derivano.
Capire ciò che va tenuto e ciò che va cambiato in termini sempre inclusivi senza ridurre tutto al voto sulla
persona. Il congresso deve essere esplicito, una battaglia, una discussione esplicita. La linea è di tutti, il
cognome è di una persona sola.
Va recuperato il senso di appartenenza: va fatta la scelta di graduare la bilancia tra diritti e doveri.
Un iscritto deve avere più diritti e meno doveri, un dirigente meno diritti e più doveri.

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Bersani: Un nuovo inizio per il PD
Serve un cambiamento e una ripresa di fiducia. E in questo noi dovremo giocare le nostre carte
e saper correggerci in corso d’opera. Serve un nuovo inizio e sapere che siamo capaci di
realizzare questo compito

                                         L’intervento di Pier Luigi Bersani

Con il saluto e il ringraziamento per i quasi 4 anni da segretario, Pier Luigi Bersani ha introdotto i lavori
dell’Assemblea nazionale del PD. “ Non voglio parlare dei compiti che ci spettano né fare valutazioni retrospettive –
continuato Bersani - oggi dobbiamo ragionare e comprendere la delicatezza della situazione”.

“ Le mie dimissioni non sono state un gesto personale ma un gesto politico su una questione dirimente e esistenziale
su cui discutere a fondo per arrivare al prossimo congresso: la prospettiva di un partito riformista è l’unico presidio
possibile”.
Dobbiamo riflettere se siamo adeguati a questo compito e decidere se essere un soggetto politico o uno spazio
politico. Questa è ua domanda cruciale in un partito senza padrone, dove il tenere insieme non può essere la
responsabilità di uno ma di ciascuno. Serve una battaglia politica e culturale per dare prospettiva al PD.

Serve una libera assunzione di responsabilità collettiva in una situazione critica per il paese. Se si prolunga il
cedimento economico e sociale come riusciremo a tenere saldi i principi alla base della democrazia stessa? Serve un
cambiamento e una ripresa di fiducia. E in questo noi dovremo giocare le nostre carte e saper correggerci in corso
d’opera senza rinchiuderci. Serve un nuovo inizio e sapere che siamo capaci di realizzare questo compito. Dobbiamo
riformulare il senso del nostro cammino. Questo deve essere il cuore del nostro congresso. La nostra gente ci chiede
responsabilità, unità, serietà.

Vi ringrazio per quello che abbiamo fatto in questi 4 anni. Il problema ora non è quello che non ha funzionato perché
dobbiamo sapere che si vince insieme e si perde da soli. Si ritrovi la fiducia in noi e l’entusiasmo per una nuova
partenza.

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                                                 Nota del 12 maggio 2013

                                          Verso la Città Metropolitana
                                          Daniela Benelli
                                          Assessore all’Area metropolitana, Municipalità, Casa e Demanio
                                            L’area metropolitana milanese è l’agglomerato urbano più ricco e produttivo
                                            del Paese. È storicamente il centro economico d’Italia e continua ancora oggi
                                            a garantire la creazione di circa il 10% del PIL nazionale. Poche realtà possono
                                            infatti vantare un sistema economico solido e ben bilanciato come quello
                                            milanese; tuttavia il mutato quadro economico internazionale non consente
                                            più diaffrontare in modo adeguato la competizione globale senza una nuova
                                            visione dello sviluppo capace di valorizzare appieno il potenziale dei sistemi
                                            territoriali locali.
                                            Una realtà come quella dell’area metropolitana milanese non può più
permettersi una struttura amministrativa inadeguata a governare e integrare funzioni fondamentali per la vita dei
cittadini. Ad oggi la gestione di servizi importanti come il trasporto pubblico, il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti, o le
politiche di tutela ambientale, e dello sviluppo economico sono svolti in maniera frammentaria, senza un governo
unitario. Le necessità e la complessità dei problemi posti da un agglomerato di oltre 3 milioni di persone è tale che
nessuno può oggi pensare che possano essere affrontate nel chiuso dei confini municipali.
Tutte le grandi città europee hanno riformato i loro sistemi di governo indicando nuove e differenti soluzioni
istituzionali, tutte rivolte a dare una dimensione metropolitana al governo dei problemi e delle opportunità. L’Italia,
anche in questo, è il fanalino di coda.
Per questo l’Amministrazione Comunale di Milano ha accolto con grande soddisfazione l’approvazione dell’art.18
della Legge n. 135 del 7 agosto 2012 che istituisce dal 1 gennaio 2014 le Citta Metropolitane di Roma, Torino,
Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria con contestuale soppressione delle
rispettive province. Questa legge , pur contenendo diversi limiti e aspetti ancora non chiaramente definiti , ha il
merito di delineare, dopo oltre vent’anni di discussione, i compiti e il percorso istitutivo del nuovo ente. Alla Città
Metropolitana dovranno essere trasferite le competenze attuali della Provincia e spetteranno nuove funzioni di
valenza sovra comunale in alcuni ambiti strategici come quello della pianificazione territoriale, della mobilità e dei
trasporti, della gestione delle reti, e dello sviluppo economico.
Purtroppo lo scorso dicembre , con l’approvazione della cosiddetta legge di stabilità, il parlamento ha approvato un
comma che limita il percorso operativo (previsto dalla legge 215) per dare vita concretamente all’ istituzione della
Città Metropolitana. Cosa cambia per Milano e le altre città metropolitane? Non molto, poiché resta il termine del
1° gennaio 2014 per la loro istituzione e restano valide anche le norme relative alle loro funzioni.
Viene invece sospesa la Conferenza Metropolitana, composta da tutti i sindaci dell’area milanese, e alla quale era
affidato il compito di deliberare lo Statuto provvisorio entro il 31 ottobre prossimo. Allo stato dei fatti dunque il 1°
gennaio 2014 la Provincia di Milano verrà soppressa e il Sindaco di Milano sarà di diritto il Sindaco metropolitano
fino all'adozione dello Statuto. Quindi la città metropolitana di Milano ci sarà. Per questo intendiamo proporre a
Sindaci del nostro territorio e al Presidente della Provincia di seguire lo schema operativo che la legge aveva già
delineato con la Conferenza Metropolitana e di cominciare a lavorare alla definizione di una ipotesi di Statuto e a
delineare in modo concreto la struttura di funzionamento del nuovo ente.
Chiediamo inoltre al nuovo parlamento e al governo che si insedierà dopo le elezioni di febbraio di intervenire
urgentemente per rendere chiaro e definitivo il quadro normativo. Ma soprattutto vogliamo che i cittadini siano
coinvolti nel processo costituente della città metropolitana di Milano e delle nuove municipalità del Comune di
Milano. Per questo mettiamo a disposizione questo nuovo sito che ha l’obiettivo fondamentale fornire informazioni,
riflessioni e approfondimenti sui tanti temi che costituiranno l’ambito di intervento della città metropolitana e sui
loro riflessi sulla vita concreta di milioni di persone che vivono, si muovono e lavorano nell’area milanese.

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                                     nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana
                                                          Nota del 12 maggio 2013

                                                   La città Metropolitana
                                                   CHE COS’ E’ LA CITTA METROPOLITANA?
                                                     È un livello di governo locale che sostituisce la provincia e che verrà istituito a
                                                     partire dal 1 gennaio 2014 nelle dieci maggiori città delle regioni a statuto ordinario
                                                     (Roma, Torino, Milano, Bologna, Venezia, Genova, Firenze, Bari, Napoli e Reggio
                                                     Calabria). Ad esse se ne potranno aggiungere altre nelle regioni a statuto speciale.
                                                     La città metropolitana fu introdotta per la prima volta con la legge sull’ ordinamento
                                                     locale n. 142 del 1990, nel 2001 entrò a far parte dell’articolo 114 della Costituzione
                                                     (“La Repubblica è costituita dai comuni, dalle province, dalle città metropolitane,
                                                     dalle regioni e dallo Stato”) e finalmente verrà istituita in base alla legge n. 135 del
    2012. Questa riordina anche le province, accorpandole come enti i cui organi sono formati da amministratori dei comuni che ne
    fanno parte e istituisce le unioni obbligatorie dei comuni di minore dimensione per le quali le leggi regionali dovranno stabilire
    gli ambiti ottimali.
    A CHE COSA SERVE LA CITTA’ METROPOLITANA?
    Ad introdurre anche in Italia, come è avvenuto da tempo negli altri Paesi europei, istituzioni speciali e differenziate per le
    principali aree urbane che permettano di governare comunità locali che si sono sviluppate oltre i confini amministrativi
    tradizionali e che hanno problemi comuni. Per l’ambiente, il governo del territorio, la mobilità, la sanità, lo sviluppo economico e
    sociale i confini amministrativi dei comuni sono insufficienti e la provincia attuale è istituzione debole per produrre politiche
    efficaci e condivisa fra i vari attori. La legge prevede infatti, che sia lo Statuto a decidere, al di là di quanto è previsto per i
    comuni attuali, su questioni fondamentali come la suddivisione delle competenze tra la città metropolitana e i comuni,
    l’articolazione in unità comunali e il sistema elettorale. É previsto inoltre che lo Stato e le regioni, ciascuno per le proprie
    competenze, attribuiscano ulteriori funzioni alle città metropolitane, poiché non è pensabile che le nuove istituzioni possano
    essere davvero efficaci se non si differenziano dalle province ordinarie assumendo poteri e funzioni più forti nel’ambito delle
    rispettive regioni.
    MA CHE COS’È UNO STATUTO’ ?
    È l’atto giuridico più importante che contiene i principi fondamentali alla base dei diritti e doveri della cittadinanza e dell’ente.
    Dal 1990 è stata riconosciuta ai comuni la possibilità di darsi propri Statuti con i quali, nell’ ambito dei principi fissati dalla legge,
    si stabiliscono gli strumenti della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai
    procedimenti amministrativi, le norme di funzionamento e di rapporto tra gli organi (Sindaco, giunta e consiglio), l’ordinamento
    degli uffici e dei servizi.
     COSA DIFFERENZIA LO STATUTO METROPOLITANO CON QUELLO COMUNALE?
    Lo Statuto metropolitano stabilisce quali sono le rispettive competenze della città metropolitana e dei comuni e può decidere
    su importanti questioni al di là di quelle su cui possono decidere gli Statuti comunali. Innanzitutto può prevedere il conferimento
    da parte della città metropolitana di proprie funzioni ai comuni, o viceversa, anche in forma differenziata per aree territoriali
    determinate, con contestuale trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per il proprio svolgimento.
    In secondo luogo può prevedere una articolazione del comune capoluogo in più municipi, e in tal caso la proposta di Statuto è
    sottoposta a referendum tra tutti i cittadini della città appartenenti all’area metropolitana. In terzo luogo può prevedere che il
    Sindaco della città metropolitana sia di diritto quello del comune capoluogo, oppure che sia eletto tra i Sindaci e i consiglieri
    comunali che fanno parte del consiglio metropolitano (consiglio composto da 16 membri eletto dal collegio formato
    dai Sindaci e consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana); oppure, nel caso in cui lo Statuto contenga
    l’articolazione del comune capoluogo in più comuni, può prevedere che il Sindaco e il consiglio metropolitano siano eletti
    direttamente da parte di tutti i cittadini dell’area metropolitana. La titolarità delle cariche della città metropolitana è a titolo
    esclusivamente onorifico.
    Perché l’elezione diretta del Sindaco e del consiglio metropolitano è possibile solo se il comune capoluogo si articola in più
    comuni?
    Perché i modelli di città metropolitana che funzionano maggiormente in Europa sono due, e a questi il legislatore si è ispirato
    lasciandola libertà a ciascuna città di scegliere quale adottare, con la possibilità di cambiare la scelta nel corso del tempo
    attraverso una semplice modifica del proprio Statuto. Il primo è il governo metropolitano di secondo livello espresso dai comuni,
    come le communautes urbaine in Francia, Lisbona e Porto in Portogallo. Il secondo è il governo metropolitano di Primo livello
    eletto direttamente, con i comuni al proprio interno che hanno poteri ridotti e con il comune centrale il quale è normalmente
    suddiviso in comuni più piccoli, come Londra con la Greater London Authority, Stoccarda, Parigi, Vienna e Bruxelles (in questi
    ultimi tre casi il governo metropolitano ha anche i poteri della regione).

   SCARICA: ART.18-2.PDF

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