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ennio ennio tamburi tamburi continuo continuo CRAC Puglia, Taranto 15 dicembre 2018 - 6 febbraio 2019
#E.T.18 #E.T.18 5 È un frammento di roccia lungo qui scrive, viene da domandarsi circa cinque centimetri, solcato da come potranno essere considera- un reticolo di nove sottili linee di te, in un lontanissimo futuro e non Le forme del tempo. 29 ocra rossa, estratto nel 2011 dalla necessariamente da un interprete Un’intervista a Ennio Tamburi caverna di Blombos, in Sud Africa. umano, opere che ora siamo soliti Noto agli archeologi con la sigla indicare come d’arte contempora- Per Ennio. Le ragioni di una mostra 38 #L13, secondo uno studio pubbli- nea, e che con la remota selce di cato sulla rivista Nature nel set- cui si è detto condividono la miste- tembre 2018 si tratterebbe del più riosa potenza di segni che si mo- Una biografia espositiva 42 antico disegno finora noto, trac- strano essenziali. ciato circa 73.000 anni fa1. A seconda delle intelligenze in- 1. K. van Niekerk - F. d’Errico, #L13 - The English summary 44 teressate, questo reperto ha ge- Earliest Drawing Sheds Light on the Ori- nerato varie considerazioni sulle gin of Symbolism, in Nature, 12 settembre capacità pratiche e simboliche 2018. La fotografia riprodotta nel testo è Lista delle immagini 46 dell’homo sapiens. Quanto a chi di C. Foster. 5
Parliamo, dunque, di Ennio Tamburi: Novecento la domanda di spazio E.T., come l’artista ha sempre voluto in pittura abbia conseguito esiti segnare le sue opere, le due lettere fecondi e irreversibili, capaci di puntate compiutamente incluse in un una rivoluzione del vedere non cerchio. seconda alle istanze rinascimen- L’esigenza del disegno, l’urgenza tali, e che, di nuovo, in Italia ha della traccia, l’intenzione dell’im- trovato terreno primario di col- magine: “è stata l’esperienza di tura, definendo un “razionalismo questa illusione a fare di me un lirico”3 assolutamente peculiare pittore”2. La stessa illusione di ri- (che poi tale esperienza non ab- comporre, da millenni, lo spazio di bia ancora ottenuto un universa- esistenza e di agire sull’equilibrio le riconoscimento, a causa della delle cose, sulla loro posizione, sul progressiva marginalizzazione contorno e sulla forma. del paese dal circuito critico-eco- Da Blombos sino a qui, l’artista in- nomico dell’arte contemporanea terroga lo spazio trasformandolo consumatasi negli ultimi decenni, in luogo, scaturigine dell’immagi- è un accidente che nulla toglie al nazione e sedimento delle proie- suo valore culturale). zioni interiori. Con E.T. la superfi- Il tormento delle superfici avviato cie del mondo è terra da segnare dall’espressionismo e culminato e punteggiare, col gesto leggero nell’informale, quindi i tentativi di ed incerto di chi sfiora una materia ricomposizione occorsi con vari delicata, lasciando che la super- intenti ed etichette (si vedano le ri- ficie trattenga la traccia del pig- cerche optical, cinetiche e persino mento, al di là dell’immediatezza digitali), hanno trovato in rare e si- del gesto, così che fragilità e per- lenziose esperienze una via terza, sistenza giungano a coerenza. parallela e silenziosa, fatta di se- Quando si restringa lo sguardo su gni minuti ma ripetuti, esili ma in- una finestra temporale minima a sistenti. Nelle proposte analitiche noi ben vicina, si osserva chiara- e in quelle minimaliste – dal Grup- mente come nel secolo breve del po del Cenobio a Giorgio Griffa, 2. La frase, attribuita a L. Ufan, è ripresa 3. L’espressione è ripresa dal fondamen- da un testo autobiografico di E.T., sin- tale studio di N. Vernizzi, Razionalismo golare commistione di memorie per- lirico. Ricerca sulla pittura astratta in sonali, riflessioni su arte e vita, colori e Italia, All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano segni, vergato nei primi mesi del 2018 su 1994. dieci fogli A4 non rilegati. Da tale opera, esposta per la prima volta nella mostra che il presente saggio accompagna, sono tratte anche le altre citazioni di E.T. di 6 seguito riportate. 7
Mario Nigro, Forma 1, fino a E.T. – 1975 (anno in cui E.T. partecipa an- l’idea estensiva di un territorio pit- che per la prima volta alla Biennale torico volge verso una profondità di Venezia), costituisce la rassegna intensiva, meditata e temperata. espositiva più compiuta di tale ri- È, questo, l’elemento distintivo di cerca. Poi, come a segnare l’avve- una linea di artisti contempora- nuto compimento di una stagione, nei che, al di là della geografia del E.T. cambia, si libera dalla presa del tempo, partecipa nella maniera più presente per dedicarsi in maniera nobile all’impresa novecentesca di esclusiva a una pittura dallo slancio ri-definire lo spirituale nell’arte: spaziale a-temporale. Della mate- i nomi di Agnes Martin, Lee Ufan, ria rimane una memoria liquida ed Ellsworth Kelly, tornano tanto nel eterea – un noto critico bene disse pensiero di chi scrive, quanto negli al riguardo di una derivazione “ide- appunti sparsi e ispirati di E.T. ologica” dall’acquerello4 – raccolta Di tale impresa sintetica e trascen- nella delicata leggerezza di pre- dente, il percorso di E.T. risulta ziose carte orientali che diventano esemplare, e ciò tanto più per la sua il supporto d’elezione dell’opera di capacità di ridefinirsi e rifondarsi, E.T., per il quale “la carta diventa un in passaggi ben determinati, sve- luogo, un campo di relazioni”, zona lando così la sincerità della ricerca senza margini della sensibilità5. e la solidità degli esiti di un artista Non diversamente, viene da anno- che ha attraversato tutto il secondo tare, dalla grammatica quantistica Novecento e i primi due decenni del ed energetica che trae origine dalla Duemila con un’attenzione al mo- lezione filosofica orientale, e alla mento di rara intelligenza, perché quale tanto spesso l’artista si è ri- votata a consolidare e amplificare chiamato. la profondità di una continuità. L’avvio della produzione artistica di E.T. avviene infatti negli anni Cin- quanta, muovendosi su un versante fortemente materico – caratteristi- 4. “Colpisce subito una particolarità nella ci del periodo sono gli assemblag- pittura più recente di Ennio Tamburi: di offrirsi nella levità di tessitura fluida gi di metalli e neon, interventi con alenante altrimenti tipica dell’acquarello. grappette metalliche su immagini E dall’esperienza dell’acquarello ideo- fotografiche e pietre, installazio- logicamente, direi, deriva infatti” (E. Cris- ni ambientali – col fine dichiarato polti, in E.T., Opere su carta 1995/2006, di condividere la sensibilità politi- Four Points, Roma, s.d.). co-esistenzialista dell’epoca. 5. Cfr. K. Korak, Carte lontane, inattese. L’importante mostra dall’eloquente Percorsi intrecciati, in Ennio Tamburi. titolo Condizione uomo, tenutasi a Semplice. Complesso, Palombi Editori, Ferrara al Palazzo dei Diamanti nel Roma, 2012. 8 9
Su ampie superfici, accoglienti e La produzione6 successiva sem- insieme misteriose, E.T. combi- bra infatti ammettere una nuova na dunque con definitiva maturità ipotesi della pittura, un’altra pro- formale un insieme di ispirazioni pensione immaginale. L’artista tanto diverse quanto intimamente evoca il sogno di una raggiunta coerenti. Vi si ritrovano la libertà libertà, illimitata e sconfinata, un del viaggio e il rigore del teorema, senso cosmico di moto e connes- la nota diaristica e il trasporto sin- sione dove, secondo le sue stesse fonico, l’osservazione della realtà e parole, “il colore è fluido, si espan- una ricercata visionarietà che cele- de su spazi definiti che l’acqua ren- brano la potenza universale e pri- de indefinibili”. migenia del segno. Il punto, la linea, È questo equilibrismo tra i margini la loro energia che entra in rappor- del disegno e l’incontenibilità del- to con la sensibilità della super- la macchia a superare la partitura ficie, la processualità del disegno delle sue tavole/pagine in favore e l’immediatezza dell’immagina- del progetto di una vita: quel con- zione consegnate alla persisten- tinuum con cui E.T. titola opere e za di forme e colori: tutto questo ci mostre, quel continuum che, da riporta, anche, alla caverna da cui memoria eraclitea, ogni volta nuo- siamo partiti, alla consapevolezza vamente travalica il foglio rigene- di un discorso che non inizia e non randosi ripetutamente. Ennio la no- finisce secondo i tempi brevi e rotti mina “saggezza del tempo che non a cui siamo abituati. passa”, tempo delle ipotesi e delle La sontuosa mostra di carte rac- infinite possibilità, tempo dei ricor- chiuse nelle teche della storica di rivagliati ad uno ad uno e proiet- Biblioteca Casanatense di Roma, tati sul futuro, condizione dell’im- tenutasi nel 2006, e poi soprattutto maginazione che, come l’acqua, si la grande retrospettiva organizza- espande, s’arresta, s’imprime, con- ta dalla Galleria Nazionale d’Arte tinua a fluire portando con sé segni Moderna, sempre a Roma, nel 2012, di un passaggio umano, mentre sono i due atti culminanti di questa pietre e carte si consumano nella intensa stagione di E.T. Poi, di nuovo, celebrazione di arte e vita. Nello l’uomo con la sua opera si rinnova. scorrere verso altra vita ancora. 6. Usiamo qui tale espressione nella Luca Arnaudo reminiscenza dell’appunto di un altro Roberto Lacarbonara artista idealmente molto vicino a E.T., Paul Klee, secondo cui “ogni opera è anzitutto un prodotto, non opera che è, ma in primo luogo genesi, opera che diviene” (cit. in L. Vinca Masini, Arte contemporanea: la linea dell’unicità – la linea del modello, 10 Giunti, Firenze, 1989). 11
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LE FORME DEL TEMPO Un’intervista a Ennio Tamburi Pare sia buona cosa cominciare dal principio: dunque, qual è stato il tuo? Provengo da una famiglia mar- chigiana priva di tradizioni arti- stiche, e in cui mio zio, Orfeo Tam- buri, era di fatto un isolato, ma al quale io fui sempre molto lega- to, sin da quando, da piccolo, mi regalò una scatola di colori per Natale. Lo zio viveva già a Roma quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il resto della famiglia vi si trasferì da Jesi: io, appena adolescente, ero l’unico a esse- re ammesso nel suo atelier in via Sistina, dove mi capitava d’incon- trare personalità come Curzio Malaparte o Ennio Flaiano, amici di Orfeo, ma soprattutto potevo feo e proseguivamo insieme il avvicinarmi alla pittura, senten- nostro confronto. Volevo molto do sempre più chiaramente che bene a mio zio, ma sentivo che l’arte sarebbe stata il centro del- dovevo allontanarmi dal suo stile la mia vita. Dal momento che lo o ne sarei rimasto intrappolato, zio soggiornava spesso a Parigi, e anche per questo cercavo una presi a visitarlo anche lì: viaggia- mia strada nei fermenti dell’a- vo in treno di notte, arrivavo alla strazione e della politicizzazione Gare de Lyon alle 7 del mattino, che a quei tempi – eravamo or- correvo al Louvre per entrare al mai verso la metà degli Anni Cin- momento dell’apertura, poi alla quanta – stavano trasformando chiusura andavo a trovare Or- la scena artistica. 29
Cosa ricordi in particolare dei Come ti sei riorientato? cambiamenti in corso a metà No- vecento? Avevo appena scoperto l’arte concettuale, il Minimalismo, e vi Orfeo, da principio, non era d’ac- avevo trovato la libertà che cer- cordo con le mie scelte, ma ora cavo, come un gioco tra immagi- voglio raccontarti un episodio ne e materia fino a quel momento molto personale. Un giorno, nella per me ignoto: e proprio nel rap- sua bella casa parigina nei pressi porto con la materia, in partico- dell’Opéra, lo zio mi fece entrare lare i metalli e i neon che avevo in una stanza segreta dove aveva preso a impiegare per realizzare appeso una quantità di suoi lavori, sculture, sentivo che questa nuo- tutti astratti: i critici e le gallerie va linea dell’arte mi consentiva di glieli rifiutavano perché troppo esprimere al meglio le mie espe- distanti dalla vedutistica che l’a- rienze. Perché nonostante quello veva reso famoso. “Tu puoi capi- che molti hanno pensato davan- re”, mi disse. Io, oltre a sentire la ti alle mie opere, io non sono un sofferenza che dovevano essergli artista d’invenzione, non lo sono costati il cambiamento e il rifiuto, mai stato: l’origine dei miei lavori capivo anche che non avrei mai è sempre figurativa, ma c’è modo voluto dipendere troppo dal giu- e modo di sintetizzare ciò che dizio altrui. Tieni conto che, in quel si vede e si vive attraverso l’ar- periodo, c’era una sorta di assicu- te, una cosa che il minimalismo razione sulla propria vita artisti- mi ha fatto comprendere come ca, che consisteva nel legarsi al un’illuminazione. Prendi Robert partito comunista: c’erano critici, Barry, Donald Judd, James Tur- giornalisti, un vero e proprio cir- rell, ma soprattutto Ellsworth cuito anche di mercato che girava Kelly: Kelly è stato per me un ri- intorno al PCI con il perno dell’ar- ferimento assoluto, il mio santo, te come mezzo di comunicazione la sintesi perfetta di forma e con- per il popolo. tenuto, ed è lungo la via indicata Fino ai primi Anni Sessanta anch’io dalla sua opera che mi sono av- feci parte di questo sistema, ma viato. col passare del tempo mi rendevo sempre più conto dei limiti spiritua- In che spazi ti sei mosso dopo li che questa scelta m’imponeva: aver intrapreso questa nuova via? insomma, non volevo fare la fine di mio zio che era riuscito a cambia- La scena artistica e critica ita- re, a liberarsi da un ruolo, soltanto liana al tempo si era spostata su a settant’anni, e così abbandonai Milano: io ci andavo spesso, ma questo ambiente protetto. a Roma stavo meglio. Qui avevo 30 31
amici come Alighiero Boetti, Jan- canalitico, liberatorio, e che nel lunghi periodi. Con questo Paese Dove? nis Kounellis, con loro mi trovavo corso del tempo mi ha portato ho scoperto un’affinità di sintesi molto bene. Soprattutto del pri- ad abbandonare definitivamente e credo di avervi acquisito una di- La mia direzione è verso forme mo ammiravo la sua arte privata, i limiti di tele e cornici, la pesan- sciplina formale che mi ha defini- geometriche non finite, fluide, personale, sviluppata a costo di tezza dei colori a olio o acrilici, tivamente liberato dalla ricerca di con la materia liquida dei colori lasciare anche lui un ambiente si- una certa teatralità delle forme una complicità con l’osservatore, lasciata libera di correre: io creo curo, quello dell’Arte Povera: ora (tieni conto che ho lavorato a dai residui di narrativa. O meglio, degli argini sulla carta, ma mi è la più ricca di tutte, ma già allora lungo anche come scenografo, ha imparato a non raccontare piace anche che le forme passi- chi la faceva se la passava bene! per esempio ho fatto le scene di più storie, ma forme. Sempre in no comunque, sfaldandosi. C’è in Intanto, eravamo ormai negli Anni diversi film di Luchino Visconti, Svizzera, in una piccola cartole- questo, credo, un nuovo senso Settanta, io ero entrato in contat- Roman Polanski, ed esperienze ria di Zurigo, ho scoperto le carte drammatico che è entrato nella to con Leo Castelli, che dopo aver simili t’influenzano necessaria- orientali: la loro qualità tattile mi mia vita: in effetti, l’acqua è an- visto una mia mostra a Spoleto mente). ha portato in maniera naturale a che qualcosa che sfugge. Come il m’invitò a esporre nella sua galle- lavorare con gli acquerelli, e in- tempo. ria di New York. Che cosa ha definito in modo spe- sieme a sviluppare un codice, fat- Dall’esperienza americana tor- cifico la tua pittura successiva? to di puntinature, che mi serviva nai arricchito dalla consapevo- a eliminare le immagini definite. lezza di un’arte pura, quella di Un altro passaggio fondamentale È un codice, una scrittura perso- Intervista a cura di Barnett Newman e Agnes Martin: per me e la mia arte è stato quello nale con cui ho lavorato a lungo e Luca Arnaudo, si tratta di un’arte che, per me, ha verso la Svizzera, dove dall’ini- a cui sono molto legato, anche se pubblicata su Artribune, 32 avuto un effetto per così dire psi- zio degli Anni Novanta trascorro adesso sto andando altrove. 28 marzo 2018 33
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PER ENNIO Le ragioni di una mostra La mostra “Continuo” è stata svi- Di fatto, nell’avviare il progetto del- zione. Il progetto è stato quindi luppata su richiesta di Ennio a la mostra Ennio voleva aver qual- finalizzato dai due curatori in- Luca Arnaudo, uno dei due cura- cosa a cui pensare che non fosse sieme alla famiglia dell’artista, in tori, a partire dal settembre 2018: soltanto la malattia, e perlomeno particolare la figlia Vanessa, che l’artista, già malato, voleva avere fino a metà ottobre ha attivamente ha aiutato Luca e Roberto a com- modo di presentare una selezio- considerato gli aspetti organizza- pletare la selezione delle opere ne dei suoi lavori degli ultimi anni, tivi. In particolare, in due incontri da esporre, e il figlio Mirko, che, successivi all’esposizione tenuta- con Luca ha scelto un nucleo di sempre presente nell’allestimen- si alla GNAM nel 2012, dopo che per opere che teneva particolarmente to delle precedenti mostre del pa- la mostra tenutasi nel maggio 2018 venissero esposte. Rientrano tra dre, ha direttamente contribuito alla Garden Room del Cimitero queste una serie dedicata a piaz- anche a questa (la quale ha se- Acattolico di Roma aveva lavorato ze di Zurigo, città dove l’artista ha guito rigorosamente il principio di a un progetto apposito, con tutti i vissuto lunghi periodi negli ultimi Ennio di presentare le opere sen- lavori esposti realizzati apposi- anni, in cui i perimetri topografici za cornici, appese a parete nella tamente per l’occasione. Arnaudo – realizzati ad acquerello nero su maniera più leggera possibile). ha pertanto contattato l’amico Ro- pregiate carte orientali – diventano Un’ultima considerazione riguar- berto Lacarbonara, che gli aveva forme all’apparenza astratte, flut- do il titolo. L’artista, sin da un’im- parlato della recente costituzio- tuanti. Ancora, l’artista ha chiesto di portante mostra tenutasi presso ne e sua direzione a Taranto di un esporre esempi dei suoi lavori più la Biblioteca Casanatense di Roma nuovo spazio espositivo dedicato recenti, incentrati sul movimento nel 2006, ha sempre voluto segna- a opere su carta, il CRAC, e così dell’acqua: per questo, a Taranto, è lare nei titoli una continuità ideale si è concretamente sviluppato il presente il grande trittico realizza- ed estetica nella propria ricerca: progetto, con una co-curatela di to per la mostra al Cimitero Acatto- quando, con Arnaudo, iniziò a par- Arnaudo e Lacarbonara. Il perio- lico, e che per il potente simbolismo lare della mostra a Taranto, venne do di dicembre 2018 è stato scelto di cui è portatore – l’acqua come dunque concordato che anche in sfruttando la disponibilità degli una forma in movimento oscura e questo caso il titolo avrebbe do- spazi del CRAC dovuta al postici- insieme accogliente, presagio di vuto richiamare tale elemento. La po imprevisto di una mostra già in morte e insieme trasformazione – scelta del termine “continuo”, feli- programma, nella speranza che è stato scelto dai curatori come im- cemente ambiguo nella sua doppia la data ravvicinata consentisse magine-guida della mostra. natura di verbo e sostantivo, inten- all’artista di essere presente all’i- Col peggiorare delle condizioni de ora suggerire anche la volontà naugurazione: purtroppo così non di salute, Ennio non ha più potuto di Ennio di proseguire attraverso 38 è stato. seguire i dettagli dell’organizza- la sua opera. 39
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UNA BIOGRAFIA ESPOSITIVA Ennio Tamburi è nato a Jesi il 9 settembre 1936 e deceduto a Roma il 28 novembre 2018. Tra le principali personali dell’artista si ricordano: Cimitero Acattoli- co (Roma, 2018); Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma, 2012); Fa- briano Space (Milano, 2009); Lazertis Galerie (Zurigo, 2007); Bibliote- ca Casanatense (Roma, 2006); Galleria LIART (Roma, 2005); Ancienne Eglise, (Le Noirmont, Svizzera, 2004); Galerie Anton Meier (Ginevra, 2003); Die Halle (Zurigo, 2000); Centro Studi Italiani (Zurigo, 2000); Kunsthaus Richterswil (Zurigo, 1998); Art Gallery of New South Wales (Sydney, 1993); Galleria del ‘500 (Siena, 1992); San Casciano dei Bagni (Siena, 1991); Temple University (Roma e Philadelphia, 1990); Fortezza di Montalcino (Siena, 1987); Studio Velabro (Roma, 1985); Galerie Mark (Parigi, 1982); Galerie Salomon (Parigi, 1980); Galleria 2000 (Bologna, 1978); Kunsthalle (Colonia e Düsseldorf, 1977); Galleria La Tartaru- ga (Roma, 1977); Galleria d’Arte Moderna (Arezzo, 1976); Galleria Due Mondi (Roma, 1976); Palazzo dei Diamanti (Ferrara, 1975); Festival dei due Mondi (Spoleto, 1974); Galleria Il Punto (Torino, 1973); Contempo- ranea (Roma, 1972). 42 43
ENGLISH SUMMARY The exhibition “Continuo”, hosted by the Contemporary Art Research “[...] despite what many have thought when viewing my works, I am not an Center – CRAC of Taranto from 15 December 2018 to 6 February 2019, artist of inventio: I have never been. The origin of my works is always fi- represents a heartfelt tribute to a great artist of the late twentieth gurative, but there are different ways to summarize what has been seen century, Ennio Tamburi. Tamburi died in Rome, where he had lived and and lived through art. This is something that minimalism made me under- worked for so many years, on 28 November 2018. stand as an enlightenment. Born in Jesi in 1936, Ennio Tamburi soon moved to Rome and became a leading figure of Italian abstract art. Characteristic of the artist, since the Eighties, was a liquid and light way of painting on precious orien- tal papers, where the minimalism of the signs combined with a vibrant [...] I believe I have acquired a formal discipline that has definitively freed spatiality centered on large backgrounds of colors. In a spiritual and me from the search for a complicity with the observer, from the remnants aesthetic consonance with a research line of contemporary art, Tam- of fiction. Or rather, I learned not to tell more stories, but forms. buri himself declared artists such as Ellsworth Kelly, Agnes Martin, and Lee Ufan as first references. At the same time, fundamental in the work of Tamburi is a compositional lyricism that bears a typically Ita- lian origin, made by the light and harmony of the forms. [...] My direction is towards unfinished, fluid geometric shapes, with the The Taranto exhibition was developed at the behest of the artist him- liquid material of the colors left free to run: I create some dams on the self, and represents his biggest retrospective after the National Gal- paper, but I also like that the shapes pass, flaking apart. There is in this, lery of Modern Art in Rome in 2012. Tamburi has personally chosen a I believe, a new dramatic sense that has entered my life; in fact, water is series of works, including some examples of his most recent focused also something that escapes. Just like time.” on the movement of water: among these, there is a large triptych made for an exhibition held in May 2018 at the Garden Room of the Acatholic Cemetery in Rome. Because of its powerful symbolism – the water as (E.T., March 2018) a moving form, obscure and at the same time welcoming, an omen of death as well as of transformation – this work has been chosen by the exhibition’s curators as its leading image. A final consideration is due regarding the title of the exhibition. The ar- tist, since an important exhibition held at the historical Casanatense Library of Rome in 2006, has always wanted to signal from the same titles an ideal and aesthetic continuity in his research: in conversa- tions about the Taranto exhibition with one of his curators, Tamburi stressed his will to keep this mark, and it was therefore agreed that also in this case the title should recall such element. The choice of the Italian term “continuo”, happily ambiguous in its double nature of noun and verb (“continuous”, “I continue”), intends to suggest the artist’s will 44 to perdure through his work. 45
LISTA DELLE IMMAGINI p. 2 p. 26, 27 N° 14 [Hommocks road], 2016 (Dettaglio) N° 12 [Continuum], 2018 Tempera su carta cotone, 2 fogli 70x100 cm Acquerello su carta cotone, 3 fogli 95x64 cm p. 5 p. 28 Frammento di roccia estratto nel 2011 dalla N° 6 [Firenze], 2014 caverna di Blombos, in Sud Africa Tempera e scotch su carta Nepal, 2 fogli sagomati 87x50 cm p. 7 N° 15, 2014 (Dettaglio) p. 29 Tempera su carta cotone, 3 fogli 65x100 cm Ennio Tamburi, 1985, foto Bianca Silvestri p. 9 p. 30, dall’alto N° 3 [Marrakech], 2014 Orfeo Tamburi Tempera su carta Cotone, 2 fogli 70x100 cm Orfeo Tamburi, Pompei, 1962 p. 11 Tecnica mista su carta, 34x43 cm Ennio Tamburi nel suo studio, anni ‘70 p. 31, dall’alto p. 12 Ennio Tamburi, 1960 N° 15, 2014 Tempera su carta cotone, 3 fogli 65x100 cm Ennio Tamburi, 1985 p. 14 Ellsworth Kelly, Green Blue Red, 1963 N° 7 [Back Str.], 2011 Olio su tela, 171.5x228.6 cm Tempera su carta Nepal, 4 fogli 77x55 cm p. 32 p. 16 Ennio Tamburi con i figli Mirko e Vanessa, 1992 N° 1, 2018 Acquerello su carta Giappone, 6 fogli p. 33 70x100 cm Ennio Tamburi, marzo 2018 p. 18 p. 34, 35 N° 14 [Hommocks road], 2016 Immagine dell’allestimento Tempera su carta cotone, 2 fogli 70x100 cm p. 36, 37 p. 20, 21 Immagine dell’allestimento N° 3 [Marrakech], 2014 Tempera su carta Cotone, 2 fogli 70x100 cm p. 39 Inaugurazione della mostra, p. 22, 23 15 dicembre 2018 N° 2 [Le piazze di Zurigo], 2017 Acquerello su carta Giappone, 6 fogli p. 40 70x100 cm Pagina 1 dell’autobiografia di Ennio Tamburi, 2018 p. 24 N° 4 [Arteria iliaca], 2016 p. 41 Acquerello su carta Giappone Pagina 10 dell’autobiografia di Ennio 6 fogli 100x70 cm Tamburi, 2018 p. 25 p. 43 N° 8, 2018 N° 2 [Le piazze di Zurigo], 2017 (Dettaglio) Acquerello su carta Giappone, 2 fogli Acquerello su carta Giappone, 70x100 cm 6 fogli 70x100 cm
ORGANIZZAZIONE E PROMOZIONE Andante ARCHIVIO STORICO NAZIONALE Books DEL PROGETTO D’ARTISTA ENNIO TAMBURI. Continuo a cura di Luca Arnaudo e Roberto Lacarbonara CRAC Puglia | Centro Ricerca Arte Contemporanea Ex Convento dei Padri Olivetani (XIII sec.) TARANTO 15 dicembre 2018 - 6 febbraio 2019 www.cracpuglia.it Direzione scientifica Giulio De Mitri Direzione artistica Roberto Lacarbonara Direzione educativa Giovanna Tagliaferro Segreteria operativa Paola Tagliaferro Fotografia Grazia Amelia Bellitta Progetto grafico Andante Books Assicurazioni Generali Italia S.p.A. Si ringraziano per la collaborazione Vanessa e Mirko Tamburi Arendt Speser Associazione di Volontariato Infanzia e Solidarietà ONLUS (Taranto) Proprietà letteraria riservata CRAC Puglia / Andante Books ©2018 FONDAZIONE ROCCO SPANI ONLUS ©2018 Educazione, Cultura e Solidarietà, Studio e Ricerche, Progettazione Pedagogica Attività e servizi socio-educativi-formativi Ente Giuridico Riconosciuto 74123 Taranto (Italia) Corso Vittorio Emanuele II n.17 Tel / fax 099. 471.33.16 www.fondazioneroccospani.org rocco.spani@gmail.com ISBN: 978-88-943087-3-0
ennio “La mia direzione è verso forme geometriche non finite, fluide, con la materia liquida tamburi dei colori lasciata libera di correre: io creo degli argini sulla carta, ma mi piace anche che le forme passino comunque, sfaldandosi. C’è in questo, credo, un nuovo senso drammatico che è entrato nella mia vita: in effetti, l’acqua è anche qualcosa che sfugge. Come il tempo”. Ennio Tamburi, 2018 continuo CRAC Puglia, Taranto 15 dicembre 2018 - 6 febbraio 2019 Andante Books
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