Elettromagnetismo Università degli Studi di Milano - Rotore e teorema di Stokes Forze magnetiche. Forza di Lorentz.
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Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano Lezione n. 20 – 3.03.2020 Rotore e teorema di Stokes Forze magnetiche. Forza di Lorentz. Anno Accademico 2019/2020
Prodotto vettoriale • Richiamiamo le definizioni (equivalenti) di prodotto vettoriale • In inglese cross product • Si usa anche la notazione • Definizione 1 • Un vettore perpendicolare al piano determinato da a e b • Verso determinato con la mano destra • Il modulo del vettore è a b sinθ w • È l'area del parallelogramma che ha come lati a e b b • Definizione 2 a • Definizione 3 (tensore di Levi Civita) • Sintetizzabile in Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 3
Prodotto vettoriale • Come primo esempio, calcoliamo la componente x (i = 1) utilizzando il tensore di Levi Civita Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 4
Prodotto vettoriale • Altro esempio • Troviamo delle identità per il prodotto triplo a⋅(b×c) • Ricordiamo il prodotto scalare di due vettori • Il prodotto triplo è pertanto • Esercizio • Provare l'identità a⋅(b×c) = c⋅(a×b) • Inoltre, dalla definizione di determinante, segue Infine notiamo che è il volume del parallelepipedo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 5
Rotore di un campo vettoriale • Nello studio dell'elettrostatica abbiamo incontrato la legge di Gauss • Inizialmente enunciata in forma integrale • Successivamente in forma differenziale • La forma differenziale evidenzia proprietà locali del campo elettrico • ∇⋅E è una funzione del punto r • Abbiamo inoltre espresso la proprietà del campo elettrostatico di essere conservativo utilizzando ancora una volta una legge integrale • La circuitazione del campo elettrico è nulla • Abbiamo finora evitato di introdurre la forma differenziale della legge sulla circuitazione per non complicare la trattazione dell'elettrostatica • Tuttavia questo non è conveniente per gli sviluppi ulteriori dell'elettromagnetismo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 6
Rotore di un campo vettoriale • Ricordiamo la procedura seguita nel caso della legge di Gauss • Avevamo espresso il flusso attraverso una superficie come la somma di tanti flussi attraverso superfici sempre più piccole • Al limite infinite superfici infinitesime • Avevamo poi definito la divergenza come limite del rapporto fra il flusso e il volume racchiuso • Analogamente consideriamo la circuitazione di un campo vettoriale V lungo una curva chiusa C • Otteniamo lo stesso risultato se sommiamo due circuitazioni lungo i cammini C1 e C2 • Notiamo che gli integrali lungo la regione di confine fra C1 e C2 (linea B) si elidono • Sono percorsi in senso inverso • Rimangono i contributi del resto dei cammini Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 7
Rotore di un campo vettoriale • Il processo appena descritto può essere ripetuto • Sommando su tutti i cammini rimane solo il contributo del cammino originale (esterno) • Al crescere del numero delle suddivisioni il valore delle circuitazioni Γi diventa sempre più piccolo: Γi → 0 • Nel caso della legge di Gauss avevamo definito una proprietà differenziale del campo legata alla legge del flusso calcolando il limite del rapporto fra il flusso Φi e il volume Vi con Φi, Vi → 0 • Il limite del rapporto esisteva e definiva la divergenza del campo • Analogamente possiamo trovare una proprietà differenziale del campo legata alla legge della circuitazione calcolando il limite del rapporto fra le circuitazioni Γi e le superfici ai • Tuttavia ci sono importanti differenze Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 8
Rotore di un campo vettoriale • Esaminiamo le differenze • La superficie ai è connessa al cammino Ci in modo ambiguo • Ad esempio le due superfici di seguito hanno lo stesso contorno Ci ma hanno differenti valori ai e ai′ Ci non individua l'area ai in modo univoco • Il limite del rapporto Γi/ai dipende dalla forma della superficie • Si può ovviare a questa ambiguità utilizzando la normale n alla superficie • Se si fa tendere a zero la superficie mantenendo fissa la direzione n della normale si dimostra che il limite esiste ed è univoco • È un limite diverso per ogni direzione • In conclusione la grandezza che stiamo definendo è un vettore • Mantenere fissa la direzione della normale equivale a dire che si sta calcolando la componente del vettore nella direzione di n • Il limite (vettoriale) definisce il rotore del campo vettoriale V Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 9
Rotore di un campo vettoriale • Notiamo che la grandezza che abbiamo definito è una funzione vettoriale del punto r • Inoltre dobbiamo anche risolvere altre due ambiguità • Un cammino può essere percorso in due sensi • La normale alla superficie può avere due versi • Si usa la convenzione della mano destra • Lega il verso della normale al senso di percorrenza del cammino Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 10
Teorema di Stokes • Il teorema di Stokes lega il flusso del rotore di un campo vettoriale V attraverso una superficie alla circuitazione del campo vettoriale V • È analogo al teorema di Gauss che lega l'integrale di volume della divergenza di un campo vettoriale V al flusso del vettore V • Consideriamo la circuitazione del campo V • Per N sufficientemente grande • Sostituendo • Otteniamo pertanto il teorema di Stokes La superficie S è arbitraria ma è delimitata da C Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 11
Rotore in coordinate cartesiane • La definizione di rotore che abbiamo dato, benché rigorosa, risulta poco conveniente per un utilizzo nei calcoli • Ricaviamo un'espressione che consenta di scrivere per un campo vettoriale V le componenti di rot V • Esplicitamente e semplicemente • Il calcolo dipende dal sistema di coordinate utilizzato • Iniziamo con le coordinate cartesiane • Nelle esercitazioni: espressione del rotore in altri sistemi di coordinate • La componente del rotore nella direzione n è n⋅rot V • Per trovare le tre componenti di rot V utilizziamo i tre versori cartesiani • Ad esempio calcoliamo la componente z • Utilizziamo un cammino rettangolare Cz • Delimita una superficie parallela al piano x−y • Il cammino è percorso in senso antiorario • La normale alla superficie punta nella direzione positiva dell'asse z (regola della mano destra) Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 12
Rotore in coordinate cartesiane • Calcoliamo la circuitazione del campo V(r) lungo il cammino rettangolare della figura • I lati del rettangolo sono infinitesimi e hanno lunghezza Δx e Δy • Calcoliamo il campo V(r) nei punti r1,r2,r3,r4 • Definiamo per abbreviare Vi = V(ri) • Approssimando al primo ordine la circuitazione • Le componenti del campo necessarie possono essere calcolate sviluppando al primo ordine intorno al punto r0 • Tutte le derivate sono calcolate nel punto r0 Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 13
Rotore in coordinate cartesiane • Introduciamo nell'espressione della circuitazione • Notiamo che il contributo Vx0 nei termini Vx1 e Vx3 si cancella • Analogamente il contributo Vy0 nei termini Vy2 e Vy4 • Otteniamo • L'area della superficie delimitata dal cammino è a = ΔxΔy • Dalla definizione di rotore otteniamo infine Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 14
Rotore in coordinate cartesiane • Esaminiamo il risultato ottenuto • In particolare l'ordine z x y • Sono ordinate ciclicamente • Le componenti del vettore V da derivare sono "le altre" rispetto alla coordinata z del rotore che stiamo calcolando • Rispetto alla derivazione sono "scambiate" • Avendo notato queste regolarità possiamo scrivere le altre due componenti Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 15
Il rotore del campo elettrostatico • Applichiamo il teorema di Stokes al campo elettrostatico E • Sappiamo inoltre che per un campo elettrostatico e per un cammino arbitrario C • L'arbitrarietà di C implica che per una superficie arbitraria S • Ovviamente ne consegue che • Questa è la forma differenziale della legge sulla circuitazione del campo elettrostatico • È condizione necessaria e sufficiente • È una delle leggi di Maxwell in forma differenziale nel limite statico Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 16
Campi conservativi • Vale la pena notare che se un campo vettoriale è il gradiente di un campo scalare il suo rotore è identicamente nullo • Infatti sia • Calcoliamo il rotore di V • Ad esempio la componente x • Sostituendo Vy e Vz • Risultati analoghi per le altre due componenti • Anche in questo caso si tratta di condizione necessaria e sufficiente • Notiamo infine che nei libri inglesi e americani si usa una notazione differente Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 17
Significato fisico del rotore • Per comprendere il significato fisico del rotore utilizziamo ancora una volta un esempio preso dalla fluidodinamica • Il flusso dell'acqua di un fiume • La velocità non è uniforme • È nulla sull'argine, massima al centro • Un oggetto galleggiante è sottoposto ad un momento delle forze di attrito • Le forze sono differenti perché le velocità sono differenti • Dimensionalmente ∇×v è una velocità angolare • https://www.youtube.com/watch?v=vvzTEbp9lrc Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 18
Le forze magnetiche • Come per le forze elettriche anche per i fenomeni magnetici le prime conoscenze sono molto antiche • Fin dall'antichità si conoscevano le proprietà di uno strano materiale, la magnetite • Il nome ha un origine classica, dalla citta Magnesia (Asia Minore) presso cui si trovava facilmente questo materiale • Oggi sappiamo che si tratta di una combinazione di ossidi di ferro: FeO⋅Fe2O3 • È nota la capacita della magnetite di attirare la limatura di ferro • Oggetti costruiti utilizzando la magnetite prendono il nome di magneti (permanenti) • Una delle proprietà caratteristiche dei magneti è la presenza di due poli (Nord, Sud) • Due poli magnetici si attraggono o si respingono • Poli di segno diverso si attraggono • Nord-Sud • Poli di segno uguale si respingono • Sud-Sud Nord-Nord Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 19
Le forze magnetiche • Un'altra caratteristica importante di un magnete permanente è l'impossibilità di isolare un polo magnetico • Il tentativo di isolare un polo, ad esempio spezzando il magnete, porta comunque alla formazione di due o più magneti sempre con due poli • È un fatto sperimentale di fondamentale importanza l'impossibilità di isolare un polo magnetico • È una differenza fondamentale con le forze elettriche • Una delle applicazioni più importanti delle forze magnetiche è stata senza dubbio la bussola per la navigazione • Se ne hanno notizie a partire dall'XI secolo • Si tratta di un sottile magnete permanente (ago magnetico) libero di ruotare in un piano • Il polo nord dell'ago indica la direzione del nord (magnetico) • Oggi sappiamo che la terra possiede un campo magnetico analogo a quello di un magnete • L'asse del dipolo magnetico forma circa 11.5 gradi con l'asse di rotazione • L'ago magnetico si allinea con il campo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 20
Magneti permanenti •I magneti permanenti applicano forze • Ad altri magneti permanenti • A oggetti metallici • Generano un campo che permette di calcolare le forze: il campo magnetico S N • Definiremo fra poco rigorosamente il campo magnetico • Possiamo visualizzare il campo magnetico utilizzando un ago magnetizzato • Vale la pena notare le somiglianze con il campo di un dipolo elettrico • Vedremo che la somiglianza della "mappa" delle linee di forza non è casuale • Attenzione: gli effetti del campo magnetico sono molto diversi da quelli del campo elettrico • Si possono realizzare magneti permanenti di forme differenti • Genera linee di campo parallele all'interno Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 21
L'esperimento di Oersted • Per molti secoli la comprensione dei fenomeni magnetici non fece progressi di rilievo • Coulomb studiò le forze fra magneti giungendo ad una legge formalmente simile a quella delle forze elettrostatiche • Tuttavia non si trattò di una strada destinata a portare ulteriori progressi • I fenomeni magnetici rimanevano separati da quelli elettrici • Nel 1820 Oersted studiava gli effetti delle correnti • Da poco le scoperte di Galvani e Volta avevano dotato gli scienziati di un nuovo strumento di ricerca per creare correnti elettriche: le batterie • Oersted aveva intuito che le forze magnetiche avevano un'origine elettrica • Il famoso esperimento di Oersted dimostra l'effetto di una corrente elettrica su un ago magnetico • Una corrente elettrica genera un campo magnetico analogo a quello della terra • Perpendicolare al filo • Le cariche in movimento generano un campo magnetico • È nato l'elettromagnetismo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 22
Forze fra correnti • Quasi in contemporanea agli studi di Oersted avanzavano anche gli studi di Ampère • Grazie alla possibilità di costruire batterie si potevano studiare gli effetti delle correnti elettriche • Ampère scoprì che due fili percorsi da corrente esercitano forze l'uno sull'altro • Ampère scopre la legge con cui due fili percorsi da corrente si attraggono o si respingono Correnti nello stesso senso Forza attrattiva • Nel sistema MKSA Correnti in senso opposto Forza repulsiva Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 23
La forza di Lorentz • Per iniziare lo studio quantitativo delle forze magnetiche abbandoniamo da ora in poi lo sviluppo storico • Iniziamo dall'osservazione sperimentale che la forza magnetica viene esercitata su una carica elettrica in movimento • Una prima caratteristica molto importante della forza magnetica è che essa dipende dalla velocità della carica test • In particolare la forza magnetica è sempre perpendicolare alla velocità • Ad esempio la deflessione di un fascio di elettroni • Gli elettroni eccitano livelli energetici dell'Argon che emette luce azzurrina • Il magnete deflette il fascio • Applica una forza centripeta • Si può definire una procedura simile a quella utilizzata per la definizione operativa del campo elettrico • Misurare la forza che viene esercitata su una carica di test Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 24
La forza di Lorentz • Il risultato di una serie di esperimenti in una regione dello spazio condotti su cariche in movimento porterebbe al seguente risultato • È possibile definire un campo vettoriale B(r) (detto induzione magnetica) funzione della posizione r • La forza su una carica q che si muove con velocità v è data dalla relazione • Se nella regione esiste anche un campo elettrico E la forza totale è • L'ultima formula è la definizione della Forza di Lorentz • Il fatto che si possa sempre trovare un campo vettoriale B che soddisfi la relazione precedente è una circostanza a priori non scontata • La legge sopra enunciata vale anche per campi variabili nel tempo • È una relazione locale • Tutte le grandezze sono misurate nello stesso punto r = (x,y,z) e tempo t • Tutte le grandezze sono misurate nello stesso sistema inerziale Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 25
La forza di Lorentz • Insistiamo ancora sul fatto che una sola misura non è sufficiente • Supponiamo infatti che per una velocita v1 si sia misurata una forza F1 • Abbiamo già detto che sperimentalmente si trova che F1 e v1 sono perpendicolari • Il vettore B deve giacere sul piano perpendicolare a F1 • Inoltre il modulo della forza è F1 = qv1Bsinθ • Tuttavia è evidente che esistono infiniti vettori B che giacciono sul piano e che producono la stessa forza F1 • Tutti i vettori Bα tali che Bsinθ = Bαsinα • Un altro modo di mettere in evidenza l'indeterminazione • Se B soddisfa • Allora la relazione è soddisfatta anche da con k arbitrario • Si può dimostrare che se v1 e v2 sono due velocita perpendicolari e le forze misurate sono F1 e F2 rispettivamente Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 26
Proprietà della forza magnetica B • La componente magnetica della forza di Lorentz è data da un prodotto vettoriale: F = q v×B F v • È perpendicolare al piano individuato dai vettori v e B • Ovviamente i vettori v e B non sono necessariamente perpendicolari • La velocità può essere scomposta in due componenti ( assumiamo B uniforme) • Una componente parallela al campo magnetico: v|| • Una componente sul piano perpendicolare al campo magnetico: v⊥ • Consideriamo dapprima il caso in cui v|| = 0 • La forza di Lorentz diventa • La forza è nel piano perpendicolare a B ed è sempre perpendicolare a v⊥ • Il modulo della forza è costante F = qv⊥B • La particella descrive un moto circolare uniforme • Inoltre frequenza di ciclotrone Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 27
Proprietà della forza magnetica • Consideriamo adesso il caso in cui v|| sia diversa da zero • La forza magnetica continua a dipendere solo da v⊥ • La particella percorre una traiettoria che proiettata su un piano perpendicolare a B è ancora un moto circolare uniforme • Tuttavia la componente v|| non è modificata • Non ci sono forze in questa direzione • La coordinata parallela a B della traiettoria varia come v||t • La traiettoria della particella è un'elica • Ricordiamo che il raggio del moto circolare diminuisce al crescere di B • Se B è molto intenso il moto è confinato a "seguire" le linee del campo magnetico • Considerazione analoghe anche nel caso di B non uniforme • In presenza di non uniformità del campo (gradienti) si realizzano effetti di contenimento • Bottiglie magnetiche • Fenomeni di questo tipo, spettacolari, sono le aurore polari Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 28
Aurore polari https://www.boulder.swri.edu/~spencer/digipics.html https://commons.wikimedia.org/ wiki/File:Jupiter.Aurora.HST.mod.svg https://www.youtube.com/watch?v=1DXHE4kt3Fw Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 29
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