Elettromagnetismo Università degli Studi di Milano - Forza fra le armature del condensatore
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Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano Lezione n. 13 – 12.11.2020 Forza fra le armature del condensatore Coefficienti di capacità Dielettrici Anno Accademico 2020/2021
Condensatore • Ci aspettiamo che il calcolo fatto sia tanto più accurato quanto più vicini sono i due piani • Nel caso in cui l'approssimazione non sia buona allora occorre calcolare esattamente la differenza di potenziale il funzione della carica • Troveremmo qualcosa di "leggermente" differente dalla formula trovata • Sul libro di Purcell è riportato il risultato di un calcolo della capacità di un condensatore con armature circolari • La capacità calcolata esattamente viene confrontata con la formula approssimata ε0 πR 2 C = s • La tabella mostra il rapporto f fra la capacità s f esatta e quella approssimata in funzione di s/R R • Ribadiamo che due conduttori formano 0.2 1.286 C esatta comunque un condensatore 0.1 1.167 f = • Mantenere sotto controllo la geometria 0.05 1.094 C appr. permette di costruire dispositivi utilizzati 0.02 1.042 in circuiti elettronici 0.01 1.023 • Se la capacità è indesiderata si parla di effetto parassita Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 240
Energia immagazzinata nel condensatore • I condensatori sono dispositivi utili perché possono immagazzinare (e conservare) energia • Consideriamo un condensatore di capacità C V+ = V • Consideriamo per semplicità l'elettrodo inferiore a potenziale nullo e quello superiore V− = 0 a potenziale V • La carica sulle armature è (per definizione) Q = C (V+ − V− ) = CV • Supponiamo adesso di volere aumentare la carica sull'armatura superiore da q a q + dq trasportandola dall'elettrodo inferiore che passa da −q a −q −dq • Naturalmente è necessaria una forza non elettrostatica • Questa forza compie lavoro contro il campo elettrico per spostare una carica positiva dall'elettrodo inferiore a quello superiore • Il lavoro fatto per trasportare dq è dato semplicemente da q q dW = Vdq q = CV V = dW = dq C C • Il lavoro totale per "caricare" un condensatore da 0 a Q è pertanto Q q 1 Q2 W = ∫ 0 C dq = 2C Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 241
Energia immagazzinata nel condensatore • Il lavoro W è naturalmente uguale all'energia immagazzinata U = W • Possiamo inoltre esprimere il risultato ottenuto in funzione della differenza di potenziale fra le armature de condensatore • Abbiamo infatti 2 1 Q2 1 (CV ) 1 U = Q = CV U = U = CV 2 2C 2 C 2 • L'energia trovata è naturalmente l'energia elettrostatica delle cariche sulle armature del condensatore • Tuttavia può essere interpretata come l'energia immagazzinata nel campo elettrostatico presente fra le armature del condensatore • In un condensatore piano, assumendo che possano essere trascurati gli effetti di bordo, il campo elettrico è uniforme • Il suo modulo è σ E2 1 σ2 E = La densità di energia ρE = ε0 = ε0 2 2 ε0 • Moltiplicando per il volume Ad del condensatore 1 σ2 1 σ 2 A2 1 Q2 1 1 Q2 U = ρE Ad = Ad = d = d = 2 ε0 2 ε0 A 2 ε0 A 2C Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 242
Forza fra le armature • Consideriamo un condensatore carico sulle cui Fm dz armature è presente una carica ±Q +Q • Le armature pertanto si attraggono Fe L • Naturalmente è presente una forza non elettrica che mantiene fissa la distanza L fra le armature −Q • Calcoliamo la forza con cui si attraggono • Iniziamo facendo il calcolo considerando il condensatore carico ma isolato da un eventuale generatore • La carica sulle armature è costante • Supponiamo di innalzare di un tratto dz l'armatura superiore • Per farlo applichiamo una forza meccanica Fm che bilancia esattamente la forza elettrica Fe • Il lavoro fatto dalla forza meccanica è dW = Fm ⋅ dr = Fmdz = −Fedz • Se la distanza fra le armature aumenta l'energia immagazzinata aumenta 1 Q2 1 1 U = dU = Q 2d 2C 2 C • Infatti la capacità diminuisce εA 1 L 1 dz L dz 1 dz 1 Q 2 dz C = 0 = d = = = dU = L C ε0A C ε0A ε0A L C L 2C L Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 244
Forza fra le armature 1 Q 2 dz dW = −Fedz dU = 2C L • Naturalmente l'aumento di energia è uguale al lavoro fatto dalla forza meccanica • Uguagliando 1 Q 2 dz 1 Q2 1 diretta verso il basso −Fedz = Fe = − 2C L 2C L le armature si attraggono • Calcoliamo adesso la forza nel caso in cui la differenza di potenziale fra le armature sia costante • Un approccio superficiale porterebbe a un risultato errato • Utilizzando l'approccio precedente l'energia del condensatore sarebbe 1 1 ε0A ε0A dz dz U = CV 2 dU = V 2dC C = dC = − = −C 2 2 L L L L • Uguagliando 1 dz 1 1 1 1 1 1 Q2 1 −Fedz = − V 2C Fe = V 2C = V 2C 2 = 2 L 2 L 2 CL 2C L • Ha il segno opposto !! SBAGLIATO Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 245
Forza fra le armature • Naturalmente non è possibile che scollegando (o collegando) il condensatore a un generatore la forza cambi segno • L'errore sta nel non aver considerato tutto il lavoro fatto per allontanare l'armatura di dz • Infatti se vogliamo mantenere costante la tensione dobbiamo far variare la carica sulle armature • Se la capacità cambia di dC (positivo o negativo) la carica sulle armature deve cambiare di conseguenza: dQ = VdC • Per trasportare una carica dQ sulle armature il generatore G compie un lavoro dWG = VdQ = V 2dC • Il bilancio energetico corretto è pertanto 1 1 dWm + dWG = dU −Fedz + V 2dC = V 2dC −Fedz = − V 2dC 2 2 • Ricordiamo che dz 1 2 dz 1 Q 2 dz 1 Q2 1 dC = −C −Fedz = CV = Fe = − L 2 L 2C L 2C L • In accordo con il primo calcolo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 246
Forza sulle armature • Consideriamo un altro problema con condensatore a facce parallele • Supponiamo che le armature siano fissate in F modo che la loro distanza non possa variare x • Inoltre l'armatura superiore può muoversi orizzontalmente mentre quella inferiore è fissa • Supponiamo infine che l'armatura superiore sia spostata verso destra • Vogliamo adesso mostrare che se sul condensatore c'è una carica Q sull'armatura superiore si esercita una forza da destra verso sinistra • Sia x la lunghezza della regione di sovrapposizione • Trascurando gli effetti di bordo, le cariche Q e −Q sulle due armature si dispongono solo nella parte di sovrapposizione delle due armature • Infatti la carica negativa a sinistra sarebbe attratta verso destra dalle cariche positive in alto • La carica positiva a destra, analogamente, sarebbe attratta verso sinistra • Di fatto si tratta di un condensatore di capacità variabile ε0L ⋅ x A = L ⋅x C (x ) = = kx d Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 247
Condensatori variabili • I condensatori variabili erano utilizzati nel sistema di sintonia delle vecchie radio • Servivano per generare un segnale sinusoidale di frequenza variabile • Oggi si utilizzano circuiti digitali per la sintesi di onde sinusoidali • Una radio ancora più vecchia … a valvole Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 248
Forza sulle armature • Scriviamo l'energia del condensatore in Fm = −F F funzione della carica 1 Q2 x U = 2C • Consideriamo costante la carica ε0L ⋅ x • Facciamo variare la lunghezza di dx C (x ) = = kx • L'energia varia a sua volta d dU 1 d ⎛1⎞ dU = dx = Q 2 ⎜⎜ ⎟⎟⎟dx dx 2 dx ⎜⎝ C ⎟⎠ • Se dx è positivo la regione di sovrapposizione cresce • La capacità aumenta • La derivata di 1/C è negativa • L'energia diminuisce • Se l'energia del sistema diminuisce significa che il sistema sta facendo lavoro contro una forza che bilancia F • Abbiamo pertanto 1 d ⎛1⎞ 1 d ⎛1⎞ −dU = Fdx = − Q 2 ⎜⎜ ⎟⎟⎟dx F = − Q 2 ⎜⎜ ⎟⎟⎟ 2 dx ⎜⎝ C ⎠⎟ 2 dx ⎜⎝ C ⎠⎟ Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 249
Forza sulle armature • Cosa succede se invece di mantenere costante F la carica manteniamo costante la differenza di potenziale V? x • La manteniamo costante con una batteria • In questo caso scriviamo l'energia come ε0L ⋅ x 1 C (x ) = = kx U = CV 2 d 2 dU 1 dC • Se variamo la sovrapposizione di dx dU = dx = V 2 dx dx 2 dx ⎛ dC ⎞ • Vediamo che questa volta, se dx è positivo, l'energia aumenta ⎜⎜ > 0 ⎟⎟⎟ ⎜⎝ dx ⎟⎠ • Vedremo fra breve che l'energia è fornita dalla batteria • La carica deve aumentare • Infatti se C aumenta e V rimane costante, Q aumenta (Q = CV) • La batteria trasporta carica dall'armatura inferiore a quella superiore • Nel fare questo compie un lavoro dW = V dQ • La carica necessaria per un aumento di capacità dC è dQ = V dC • Pertanto il lavoro fatto dalla batteria è dC dU = VdQ = VVdC = V 2 dx dx • Notiamo che è il doppio di quanto è aumentata l'energia del condensatore Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 250
Forza sulle armature • L'energia in eccesso viene spesa in lavoro contro la forza esterna • Come nel caso precedente uguagliamo il lavoro contro la forza esterna con la energia in eccesso fornita dalla batteria 1 dC 1 2 dC 1 2 C 2 dC 1 d 1 dU = Fdx = V 2 dx F = V = V = − Q2 2 dx 2 dx 2 C 2 dx 2 dx C • Un'ultima osservazione • Se il campo elettrico è perpendicolare alle armature chi fornisce la forza orizzontale? • In realtà non è vero che il campo sia sempre perpendicolare • Per comprendere l'origine fisica della forza sono essenziali gli effetti ai bordi • Tuttavia gli effetti ai bordi non influenzano significativamente l'energia del condensatore • Almeno fino a quando l'armatura superiore è lontana dalla posizione di equilibrio • È comunque interessante notare che nel calcolo fatto trascuriamo gli effetti ai bordi Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 251
Coefficienti di capacità • Consideriamo un conduttore ++ + − + + + + ++ +++ • Supponiamo abbia una carica q + + + −− − − + + + + + + + + − − + + + distribuita sulla superficie + ++ + − − −− − + + + + ++ +++ + + + +++ + + • Avviciniamo un altro conduttore scarico • La carica del primo conduttore induce −− − cariche elettriche sul secondo + + − − −− • Alcune delle linee di campo che originano dal + ++ + primo conduttore terminano sul secondo + • Intuitivamente, il fatto che alcune linee del primo conduttore finiscano sul secondo è il fenomeno alla base del concetto di capacità • Il condensatore è il caso speciale in cui tutte le linee (o quasi) del primo conduttore finiscono sul secondo • Induzione completa • Si può avvicinare anche un terzo conduttore • Le linee di campo adesso terminano anche sul terzo • Ci saranno linee anche fra il secondo e il terzo … • Vogliamo studiare la relazione che esiste fra le cariche sui conduttori e i loro potenziali • Una generalizzazione del condensatore che è formato solo da due conduttori Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 252
Coefficienti di capacità • Consideriamo adesso un sistema di n conduttori • Poniamo i conduttori all'interno di un conduttore q3 cavo posto a potenziale φ = 0 φ2 φ3 q2 • Utilizziamo il potenziale di questo conduttore φn come potenziale di riferimento qn • Potremmo anche eliminare il conduttore q1 φ1 φ=0 esterno e prendere come riferimento il potenziale all'infinito • Il teorema di unicità ci assicura che fissati i potenziali φ1, … φn il potenziale elettrostatico all'interno della regione è univocamente determinato • Noto il campo elettrico possiamo determinare la carica su ogni conduttore • Pertanto, fissati i potenziali le cariche sui conduttori sono univocamente determinate • Vogliamo trovare una relazione che ci permetta di determinare la carica su ogni conduttore noti i potenziali sui conduttori stessi • A tale fine consideriamo n problemi diversi in cui, a turno, il conduttore k è posto a potenziale φk mentre tutti gli altri sono posti a potenziale nullo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 253
Coefficienti di capacità • Mettiamo adesso a potenziale φ = 0 tutti i conduttori meno il primo, che rimane fissiamo a potenziale φ1 q3 • I conduttori a potenziale φ = 0 sono collegati q2 con un filo (conduttore) al conduttore cavo • Per effetto del potenziale φ1 sui conduttori qn appaiono le cariche q1, … qn q1 φ1 φ=0 • Sappiamo che le equazioni sono lineari • Se raddoppiamo il potenziale φ1 anche le k1 c cariche q1, … qn saranno raddoppiate Potenziale sul conduttore 1 • Pertanto avremo q =c φ q =c φ q =c φ Carica sul conduttore k 1 11 1 2 21 1 … n n1 1 • Possiamo ripetere ponendo a potenziale φ2 il secondo conduttore q1′ = c12φ2 q2′ = c22φ2 … qn′ = cn 2φ2 • Ovviamente le cariche q' sono diverse dalle cariche q • E così via … q1′′ = c1k φk q2′′ = c2k φk … qn′′ = cnk φk • Ancora una volta utilizziamo la linearità delle equazioni dell'elettrostatica • Se tutti i potenziali sono diversi da zero contemporaneamente la carica su ogni conduttore sarà la somma di tutte le cariche trovate con la procedura precedente Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 254
Coefficienti di capacità • Mettendo insieme le equazioni scritte q1 = c11φ1 + c12φ2 + … c1k φk … + c1n φn q2 = c21φ1 + c22φ2 + … c2k φk … + c2n φn … = qk = ck 1φ1 + ck 2φ2 + … ckk φk … + ckn φn … = qn = cn1φ1 + cn 2φ2 + … cnk φk … + cnn φn • Si può dimostrare che i coefficienti cjk sono simmetrici: cjk = ckj • I coefficienti che abbiamo definito prendono il nome di coefficienti di capacità • Le relazioni trovate possono essere invertite φ1 = a11q1 + a12q 2 + … a1kqk … + a1nqn φ2 = a21q1 + a22q 2 + … a2kqk … + a2nqn … = φk = ak 1q1 + ak 2q 2 + … akkqk … + aknqn … = φn = an1q1 + an 2q 2 + … ankqk … + annqn • I nuovi coefficienti ajk prendono il nome di coefficienti di potenziale Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 255
Coefficienti di capacità • Per meglio comprendere il significato e l'utilizzo dei coefficienti di capacità consideriamo l'esempio seguente • Due elettrodi piani di area A a distanza s r Er φ2 posti all'interno di una scatola metallica 2 s Es • La scatola è posta a potenziale φ = 0 1 φ1 = 0 • I piani distano r e t dalle pareti della scatola t E =0 • Calcoliamo i coefficienti di capacità supponendo φ0 = 0 che le distanze siano tali da poter assumere che i campi elettrici siano uniformi (distanze piccole → piani infiniti) • Poniamo l'elettrodo 1 a potenziale nullo (φ1=0) e l'elettrodo 2 a potenziale φ2 • Nelle regioni r e s i campi elettrici sono uniformi • Nella ragione t il campo è nullo • Sulla superficie superiore del conduttore 2 ci sarà una densità superficiale σr • Sulla superficie inferiore del conduttore 2 la densità sarà σs • Sulla superficie superiore del conduttore 1 la densità di carica è −σs • Sulla superficie inferiore del conduttore 1 la densità di carica è nulla • Avremo σr σs Er = Es = q 2 = ( σr + σs ) A q1 = −σs A ε0 ε0 Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 256
Coefficienti di capacità • Troviamo la relazione fra i campi elettrici r Er φ2 2 e i potenziali s Es • I campi sono uniformi 1 φ1 = 0 t E =0 φ − φ0 φ φ − φ1 φ φ0 = 0 Er = 2 = 2 Es = 2 = 2 r r s s • Ricordando le relazioni fra campi e densità superficiali σr e σs σr φ2 σ σs φ2 σ Er = = r Es = = s ε0 r ε0 ε0 s ε0 • E infine la relazione cercata fra carica e potenziale ⎛ φ2 φ2 ⎞⎟ ⎛1 1⎞ ⎛ 1 1 ⎞⎟ ⎜ q 2 = ( σr + σs ) A = ⎜⎜ ε0 + ε0 ⎟⎟ A q 2 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ Aφ2 c22 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟ A ⎝ r s ⎟⎠ ⎜⎝ r s ⎟⎠ ⎜⎝ r s ⎟⎠ • Sull'elettrodo 1 φ2 1 1 q1 = −σs A = −ε0 A q1 = −ε0 Aφ2 c12 = −ε0 A s s s Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 257
Coefficienti di capacità • Adesso poniamo a zero il potenziale dello r E =0 2 φ2 = 0 elettrodo 2 e l'elettrodo 1 a potenziale φ1 s Es • Adesso i campi saranno uniformi nelle 1 φ1 regioni s e t t Et • Il campo sarà nullo nella regione r φ0 = 0 • Sulla superficie superiore del conduttore 1 la densità è σ's • Sulla superficie inferiore del conduttore 1 la densità è σ't • Sulla superficie inferiore del conduttore 2 la densità di carica è −σ's • Sulla superficie superiore del conduttore 2 la densità di carica è nulla • Come nel caso precedente avremo per i campi φ1 − φ2 φ φ1 − φ0 φ σs′ σt′ Es = = 1 Et = = 1 Es = Et = s s t t ε0 ε0 • E infine per le cariche ⎛ φ1 φ1 ⎞⎟ ⎛1 1⎞ ⎛1 1⎞ ⎜ q1 = ( σs′ + σt′ ) A = ⎜⎜ ε0 + ε0 ⎟⎟ A q1 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ Aφ1 c11 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ A ⎝ s t ⎟⎠ ⎜⎝ s t ⎟⎠ ⎜⎝ s t ⎟⎠ • E sull'elettrodo 2 φ1 1 1 q 2 = −σs′A = −ε0 A q 2 = −ε0 Aφ1 c21 = −ε0 A s s s Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 258
Coefficienti di capacità • In definitiva abbiamo trovato per cij r φ2 2 i\ j 1 2 s 1 φ1 ⎛1 1⎞ A 1 ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ A −ε0 t ⎜⎝ s t ⎟⎠ s φ0 = 0 A ⎛1 1 ⎞ ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ A j 2 −ε0 i\ 1 2 s ⎜⎝ s r ⎟⎠ A A 1 ε0 −ε0 s s • È interessante a questo punto studiare il caso A A limite in cui la scatola metallica va all'infinito 2 −ε0 ε0 s s • In questo caso r → ∞ e t → ∞ • Diventa un condensatore piano ε0A εA εA q1 = + φ1 − 0 φ2 = 0 ( φ1 − φ2 ) s s s q1 = −q 2 εA εA εA εA q2 = − 0 φ1 + 0 φ2 = 0 ( φ2 − φ1 )= − 0 ( φ1 − φ2 ) s s s s • Se assumiamo φ2 > φ1 allora ε0A q 2 = Q > 0 q1 = −Q < 0 V = φ2 − φ1 C = Q = CV s Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 259
Dielettrici • Consideriamo un condensatore piano • Abbiamo definito la capacità come il rapporto fra la carica sulle armature e la differenza di potenziale fra le stesse Q C = V • Supponiamo adesso di inserire un materiale isolante: un dielettrico • Si scopre che la carica Q′ necessaria per raggiungere la stessa differenza di potenziale aumenta Q ′ = κQ κ>1 • La capacità è Q′ κQ C′ = = = κC V V • L'effetto del dielettrico è stato di aumentare la capacità Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 260
Dielettrici • Il fenomeno ha una spiegazione qualitativa semplice σ+ Δσ− • Il condensatore viene caricato senza dielettrico • Le densità di carica σ+ e σ− sulle armature E = σ generano un campo elettrico nel condensatore ε0 • Inseriamo il materiale dielettrico Δσ+ σ− • Il materiale è composto da cariche elettriche • Cariche positive: i nuclei • Cariche negative: gli elettroni • Le cariche non si possono muovere, a differenza di quanto avviene per i conduttori • Complessivamente il materiale rimane neutro • Tuttavia sono possibili piccoli movimenti • La carica positiva è attratta verso l'armatura inferiore: Δσ+ • La carica negativa è attratta verso l'armatura superiore: Δσ− • Questa carica compensa parte della carica sulle armature • Il campo elettrico diminuisce • La differenza di potenziale si calcola con un integrale di linea del campo • Dato che il campo elettrico si abbassa, anche il potenziale diminuisce • Per raggiungere il potenziale precedente ci vuole più carica sulle armature Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 261
Dielettrici • Infatti il modulo del campo elettrico fra le armature σ+ Δσ− era, prima dell'inserimento del dielettrico • La differenza di potenziale σ d E = σ ε0 V = E ⋅d = d Δσ+ ε0 σ− • L'introduzione del dielettrico fa comparire altra σ − Δσ carica elettrica: Δσ E′ = • Il campo elettrico si riduce ε0 • La differenza di potenziale è inferiore σ − Δσ V′ = d ε0 • Per raggiungere la stessa differenza di potenziale che si aveva prima dell'introduzione del dielettrico occorre che la carica elettrica sulle armature sia più grande di quella precedente • La carica in più neutralizza quella del dielettrico σ → σ ′ = σ + Δσ • La differenza di potenziale diventa uguale a quella Q ′ = Q + ΔQ che si aveva prima dell'introduzione del dielettrico • La capacità è aumentata Q′ κQ ′ C = = = κC V V • Il fatto che sperimentalmente si noti che Q' = κQ significa che la quantità di carica del dielettrico è proporzionale al campo elettrico esterno Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 262
Dielettrici • Per avere una comprensione più profonda del fenomeno ci serve un modello più accurato della struttura atomica della materia • La teoria del campo elettrico nei dielettrici è stata sviluppata nel XIX secolo • In assenza di una conoscenza adeguata della struttura della materia la formulazione del problema è fatta utilizzando quantità macroscopiche • La descrizione è adeguata per risolvere i problemi • Tuttavia vogliamo avere anche una comprensione a livello microscopico • Preliminarmente dobbiamo formulare un modo efficiente per descrivere il campo elettrico di un atomo (e delle molecole) • Abbiamo spesso rappresentato un atomo come • Un nucleo positivo puntiforme di carica +q • Una distribuzione di carica negativa a simmetria sferica di valore totale −q • All'esterno dell'atomo calcoliamo il campo elettrico usando la proprietà che abbiamo verificato più volte • Il campo della distribuzione sferica negativa è uguale a quello di una carica puntiforme −q posta al centro della distribuzione sferica • Il campo totale è nullo Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 263
Dielettrici • Abbiamo visto che in presenza di un campo elettrico esterno la distribuzione delle cariche del materiale si modifica • Sono comparse delle densità superficiali di carica • Possiamo supporre che la presenza del campo elettrico E esterno sposti in modo indipendente le due cariche • Può anche succedere che la forma della distribuzione della carica negativa risulti deformata • A grandi distanze dall'atomo possiamo sempre calcolare il campo elettrico come se tutta la carica negativa fosse concentrata in un punto al centro della distribuzione E • Vale la pena sottolineare che la distanza d fra le due cariche è dell'ordine delle dimensioni dell'atomo • Dell'ordine di 1Å (angstrom 1 Å = 10−10 m) • Non siamo interessati ai valori del campo in posizioni vicine all'atomo ma a distanze r molto grandi d r d Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa 264
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