Elettromagnetismo Università degli Studi di Milano - Forza fra le armature del condensatore

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Elettromagnetismo Università degli Studi di Milano - Forza fra le armature del condensatore
Elettromagnetismo
                     Prof. Francesco Ragusa
                 Università degli Studi di Milano

                 Lezione n. 13 – 12.11.2020

    Forza fra le armature del condensatore
            Coefficienti di capacità
                   Dielettrici

Anno Accademico 2020/2021
Elettromagnetismo Università degli Studi di Milano - Forza fra le armature del condensatore
Condensatore
• Ci aspettiamo che il calcolo fatto sia tanto più accurato quanto
  più vicini sono i due piani
  • Nel caso in cui l'approssimazione non sia buona allora occorre calcolare
    esattamente la differenza di potenziale il funzione della carica
    • Troveremmo qualcosa di "leggermente" differente dalla formula trovata
• Sul libro di Purcell è riportato il risultato di un calcolo della capacità di un
  condensatore con armature circolari
  • La capacità calcolata esattamente viene
    confrontata con la formula approssimata
                       ε0 πR 2
                   C =
                          s
• La tabella mostra il rapporto f fra la capacità       s
                                                              f
  esatta e quella approssimata in funzione di s/R      R
• Ribadiamo che due conduttori formano                 0.2 1.286
                                                                             C esatta
  comunque un condensatore                             0.1 1.167       f =
  • Mantenere sotto controllo la geometria            0.05 1.094             C appr.
    permette di costruire dispositivi utilizzati      0.02 1.042
    in circuiti elettronici                           0.01 1.023
• Se la capacità è indesiderata si parla di effetto parassita

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Elettromagnetismo Università degli Studi di Milano - Forza fra le armature del condensatore
Energia immagazzinata nel condensatore
• I condensatori sono dispositivi utili perché possono
  immagazzinare (e conservare) energia
  • Consideriamo un condensatore di capacità C                               V+ = V
  • Consideriamo per semplicità l'elettrodo
    inferiore a potenziale nullo e quello superiore                          V− = 0
    a potenziale V
    • La carica sulle armature è (per definizione)        Q = C (V+ − V− ) = CV

• Supponiamo adesso di volere aumentare la carica sull'armatura superiore da q
  a q + dq trasportandola dall'elettrodo inferiore che passa da −q a −q −dq
  • Naturalmente è necessaria una forza non elettrostatica
  • Questa forza compie lavoro contro il campo elettrico per spostare
    una carica positiva dall'elettrodo inferiore a quello superiore
  • Il lavoro fatto per trasportare dq è dato semplicemente da
                                                  q            q
      dW = Vdq          q = CV                   V =    dW = dq
                                                  C           C
 • Il lavoro totale per "caricare" un condensatore da 0 a Q è pertanto
                                        Q
                                            q      1 Q2
                              W =
                                    ∫ 0     C
                                              dq =
                                                   2C

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Energia immagazzinata nel condensatore
• Il lavoro W è naturalmente uguale all'energia immagazzinata U = W
• Possiamo inoltre esprimere il risultato ottenuto in funzione della differenza di
  potenziale fra le armature de condensatore
  • Abbiamo infatti
                                                     2
          1 Q2                               1 (CV )            1
      U =            Q = CV              U =                 U = CV 2
          2C                                 2 C                2
• L'energia trovata è naturalmente l'energia elettrostatica delle cariche sulle
  armature del condensatore
  • Tuttavia può essere interpretata come l'energia immagazzinata nel campo
    elettrostatico presente fra le armature del condensatore
  • In un condensatore piano, assumendo che possano essere trascurati gli
    effetti di bordo, il campo elettrico è uniforme
    • Il suo modulo è
                             σ                                   E2    1 σ2
                        E =      La densità di energia ρE = ε0      =
                            ε0                                    2     2 ε0
   • Moltiplicando per il volume Ad del condensatore

                          1 σ2      1 σ 2 A2     1 Q2 1     1 Q2
              U = ρE Ad =      Ad =          d =        d =
                          2 ε0      2 ε0 A       2 ε0 A     2C

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Esempi di condensatori

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Forza fra le armature
• Consideriamo un condensatore carico sulle cui            Fm       dz
  armature è presente una carica ±Q                                      +Q
  • Le armature pertanto si attraggono                     Fe
                                                                       L
    • Naturalmente è presente una forza non elettrica
      che mantiene fissa la distanza L fra le armature                   −Q
• Calcoliamo la forza con cui si attraggono
  • Iniziamo facendo il calcolo considerando il condensatore carico
    ma isolato da un eventuale generatore
    • La carica sulle armature è costante
• Supponiamo di innalzare di un tratto dz l'armatura superiore
  • Per farlo applichiamo una forza meccanica Fm che bilancia esattamente la
    forza elettrica Fe
  • Il lavoro fatto dalla forza meccanica è  dW = Fm ⋅ dr = Fmdz = −Fedz
• Se la distanza fra le armature aumenta l'energia immagazzinata aumenta
                             1 Q2                1     1
                         U =                 dU = Q 2d
                             2C                  2     C
 • Infatti la capacità diminuisce
   εA             1    L             1   dz    L dz   1 dz           1 Q 2 dz
C = 0               =               d =     =       =           dU =
    L             C   ε0A            C  ε0A   ε0A L   C L            2C L

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Forza fra le armature
                                            1 Q 2 dz
                      dW = −Fedz dU =
                                            2C L
• Naturalmente l'aumento di energia è uguale al lavoro fatto dalla forza
  meccanica
  • Uguagliando
                     1 Q 2 dz                1 Q2 1      diretta verso il basso
             −Fedz =                  Fe = −
                     2C L                    2C L        le armature si attraggono
• Calcoliamo adesso la forza nel caso in cui la differenza di potenziale fra le
  armature sia costante
  • Un approccio superficiale porterebbe a un risultato errato
• Utilizzando l'approccio precedente l'energia del condensatore sarebbe

     1                    1                        ε0A                ε0A dz      dz
  U = CV 2            dU = V 2dC             C =             dC = −          = −C
     2                    2                         L                  L L        L
 • Uguagliando
                   1     dz             1     1  1       1 1          1 Q2 1
        −Fedz = − V 2C              Fe = V 2C   = V 2C 2            =
                   2     L              2     L  2       CL           2C L
   • Ha il segno opposto !! SBAGLIATO

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Forza fra le armature
• Naturalmente non è possibile che scollegando (o collegando) il condensatore a
  un generatore la forza cambi segno
  • L'errore sta nel non aver considerato tutto il lavoro fatto per allontanare
    l'armatura di dz
  • Infatti se vogliamo mantenere costante la tensione dobbiamo far variare la
    carica sulle armature
    • Se la capacità cambia di dC (positivo o negativo) la carica sulle armature
      deve cambiare di conseguenza: dQ = VdC
    • Per trasportare una carica dQ sulle armature il generatore G compie un
      lavoro
                              dWG = VdQ = V 2dC
• Il bilancio energetico corretto è pertanto
                                                1                       1
      dWm + dWG = dU             −Fedz + V 2dC = V 2dC         −Fedz = − V 2dC
                                                2                       2
 • Ricordiamo che
               dz                  1   2 dz   1 Q 2 dz              1 Q2 1
       dC = −C              −Fedz = CV      =                Fe = −
               L                   2     L    2C L                  2C L
   • In accordo con il primo calcolo

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Forza sulle armature
• Consideriamo un altro problema con condensatore a facce parallele
  • Supponiamo che le armature siano fissate in           F
    modo che la loro distanza non possa variare
                                                                  x
    • Inoltre l'armatura superiore può muoversi
      orizzontalmente mentre quella inferiore è
      fissa
    • Supponiamo infine che l'armatura superiore sia spostata verso destra
• Vogliamo adesso mostrare che se sul condensatore c'è una carica Q
  sull'armatura superiore si esercita una forza da destra verso sinistra
  • Sia x la lunghezza della regione di sovrapposizione
• Trascurando gli effetti di bordo, le cariche Q e −Q sulle due armature si
  dispongono solo nella parte di sovrapposizione delle due armature
  • Infatti la carica negativa a sinistra sarebbe attratta verso destra dalle
    cariche positive in alto
  • La carica positiva a destra, analogamente, sarebbe attratta verso sinistra
• Di fatto si tratta di un condensatore di capacità variabile
                                                  ε0L ⋅ x
                          A = L ⋅x     C (x ) =           = kx
                                                    d

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Condensatori variabili
• I condensatori variabili erano utilizzati nel sistema
  di sintonia delle vecchie radio

 • Servivano per generare un segnale
   sinusoidale di frequenza variabile
 • Oggi si utilizzano circuiti digitali
   per la sintesi di onde sinusoidali

 • Una radio ancora più vecchia … a valvole

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Forza sulle armature
• Scriviamo l'energia del condensatore in    Fm = −F    F
  funzione della carica
                         1 Q2                                      x
                     U =
                         2C
  • Consideriamo costante la carica
                                                                  ε0L ⋅ x
• Facciamo variare la lunghezza di dx                  C (x ) =           = kx
  • L'energia varia a sua volta                                     d
                                dU     1   d ⎛1⎞
                         dU =      dx = Q 2 ⎜⎜ ⎟⎟⎟dx
                                dx     2 dx ⎜⎝ C ⎟⎠

 • Se dx è positivo la regione di sovrapposizione cresce
   • La capacità aumenta
   • La derivata di 1/C è negativa
   • L'energia diminuisce
 • Se l'energia del sistema diminuisce significa che il sistema sta facendo
   lavoro contro una forza che bilancia F
   • Abbiamo pertanto
                     1   d ⎛1⎞                         1   d ⎛1⎞
        −dU = Fdx = − Q 2 ⎜⎜ ⎟⎟⎟dx                F = − Q 2 ⎜⎜ ⎟⎟⎟
                     2 dx ⎜⎝ C ⎠⎟                      2 dx ⎜⎝ C ⎠⎟

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Forza sulle armature
• Cosa succede se invece di mantenere costante             F
  la carica manteniamo costante la differenza
  di potenziale V?                                                    x
  • La manteniamo costante con una batteria
• In questo caso scriviamo l'energia come
                                                               ε0L ⋅ x
                       1                                   C (x ) =     = kx
                    U = CV 2                                     d
                       2                       dU       1 dC
 • Se variamo la sovrapposizione di dx dU =        dx = V 2    dx
                                                dx      2   dx
                                                                  ⎛ dC         ⎞
 • Vediamo che questa volta, se dx è positivo, l'energia aumenta ⎜⎜      > 0 ⎟⎟⎟
                                                                  ⎜⎝ dx        ⎟⎠
    • Vedremo fra breve che l'energia è fornita dalla batteria
• La carica deve aumentare
  • Infatti se C aumenta e V rimane costante, Q aumenta (Q = CV)
  • La batteria trasporta carica dall'armatura inferiore a quella superiore
    • Nel fare questo compie un lavoro dW = V dQ
    • La carica necessaria per un aumento di capacità dC è dQ = V dC
    • Pertanto il lavoro fatto dalla batteria è
                                                   dC
                      dU = VdQ = VVdC = V 2           dx
                                                   dx
 • Notiamo che è il doppio di quanto è aumentata l'energia del condensatore

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Forza sulle armature
• L'energia in eccesso viene spesa in lavoro contro la forza esterna
  • Come nel caso precedente uguagliamo il lavoro contro la forza esterna con la
    energia in eccesso fornita dalla batteria

               1 dC                        1 2 dC  1 2 C 2 dC    1   d 1
     dU = Fdx = V 2    dx               F = V     = V         = − Q2
               2    dx                     2   dx  2 C 2 dx      2 dx C
• Un'ultima osservazione
  • Se il campo elettrico è perpendicolare alle armature chi fornisce la forza
    orizzontale?
• In realtà non è vero che il campo sia sempre perpendicolare
  • Per comprendere l'origine fisica della forza
    sono essenziali gli effetti ai bordi
    • Tuttavia gli effetti ai bordi non influenzano
      significativamente l'energia del condensatore
    • Almeno fino a quando l'armatura superiore
      è lontana dalla posizione di equilibrio
• È comunque interessante notare che nel
  calcolo fatto trascuriamo gli
  effetti ai bordi

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Coefficienti di capacità
• Consideriamo un conduttore                                   ++
                                                                + −
                                                              +
                                                              +                  + +
                                                                                ++
                                                                                     +++
  • Supponiamo abbia una carica q                           +
                                                            +
                                                            +
                                                                   −−
                                                                    −
                                                                    −          +
                                                                               +
                                                                               +
                                                                               +
                                                                               +
                                                                                        +
                                                                                         +
                                                             +      −
                                                                    −          +
                                                                               +          +
    distribuita sulla superficie                            +
                                                             ++
                                                              +    −
                                                                   −
                                                                  −−
                                                                    −          +
                                                                               +
                                                                               +
                                                                               +
                                                                                ++
                                                                                 +++    +
                                                                                         +
                                                                                         +
                                                                                   +++ +
                                                                                       +
• Avviciniamo un altro conduttore scarico
  • La carica del primo conduttore induce                                 −−
                                                                            −
    cariche elettriche sul secondo                                    +
                                                                      +
                                                                             −
                                                                             −
                                                                             −−
  • Alcune delle linee di campo che originano dal                      +
                                                                       ++
                                                                          +
    primo conduttore terminano sul secondo                                +

• Intuitivamente, il fatto che alcune linee del primo conduttore finiscano sul
  secondo è il fenomeno alla base del concetto di capacità
  • Il condensatore è il caso speciale in cui tutte le linee (o quasi) del primo
    conduttore finiscono sul secondo
    • Induzione completa
• Si può avvicinare anche un terzo conduttore
  • Le linee di campo adesso terminano anche sul terzo
    • Ci saranno linee anche fra il secondo e il terzo …
  • Vogliamo studiare la relazione che esiste fra le cariche sui conduttori
    e i loro potenziali
    • Una generalizzazione del condensatore che è formato solo da due
      conduttori

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa                                               252
Coefficienti di capacità
• Consideriamo adesso un sistema di n conduttori
  • Poniamo i conduttori all'interno di un conduttore                            q3
    cavo posto a potenziale φ = 0                                 φ2                  φ3
                                                             q2
    • Utilizziamo il potenziale di questo conduttore                   φn
      come potenziale di riferimento                                        qn
    • Potremmo anche eliminare il conduttore             q1 φ1         φ=0
      esterno e prendere come riferimento
      il potenziale all'infinito

• Il teorema di unicità ci assicura che fissati i potenziali φ1, … φn il potenziale
  elettrostatico all'interno della regione è univocamente determinato
  • Noto il campo elettrico possiamo determinare la carica su ogni conduttore
    • Pertanto, fissati i potenziali le cariche sui conduttori
      sono univocamente determinate

• Vogliamo trovare una relazione che ci permetta di determinare la carica su
  ogni conduttore noti i potenziali sui conduttori stessi
  • A tale fine consideriamo n problemi diversi in cui, a turno, il conduttore k
    è posto a potenziale φk mentre tutti gli altri sono posti a potenziale nullo

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Coefficienti di capacità
• Mettiamo adesso a potenziale φ = 0 tutti i conduttori
  meno il primo, che rimane fissiamo a potenziale φ1                      q3
  • I conduttori a potenziale φ = 0 sono collegati
                                                          q2
    con un filo (conduttore) al conduttore cavo
  • Per effetto del potenziale φ1 sui conduttori                      qn
    appaiono le cariche q1, … qn                      q1 φ1         φ=0
• Sappiamo che le equazioni sono lineari
  • Se raddoppiamo il potenziale φ1 anche le
                                                   k1  c
    cariche q1, … qn saranno raddoppiate
                                                        Potenziale sul conduttore 1
• Pertanto avremo
    q =c φ         q =c φ            q =c φ             Carica sul conduttore k
    1      11 1     2      21 1    …    n      n1 1
• Possiamo ripetere ponendo a potenziale φ2 il secondo conduttore
   q1′ = c12φ2     q2′ = c22φ2     …   qn′ = cn 2φ2
  • Ovviamente le cariche q' sono diverse dalle cariche q
• E così via …
   q1′′ = c1k φk   q2′′ = c2k φk   …   qn′′ = cnk φk
• Ancora una volta utilizziamo la linearità delle equazioni dell'elettrostatica
  • Se tutti i potenziali sono diversi da zero contemporaneamente la carica su
    ogni conduttore sarà la somma di tutte le cariche trovate con la procedura
    precedente

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Coefficienti di capacità
• Mettendo insieme le equazioni scritte
                    q1   =   c11φ1 + c12φ2        + … c1k φk   … + c1n φn
                    q2   =   c21φ1 + c22φ2        + … c2k φk   … + c2n φn
                    …    =
                    qk   =   ck 1φ1   + ck 2φ2    + … ckk φk   … + ckn φn
                    …    =
                    qn   =   cn1φ1 + cn 2φ2 + … cnk φk         … + cnn φn
  • Si può dimostrare che i coefficienti cjk sono simmetrici: cjk = ckj
  • I coefficienti che abbiamo definito prendono il nome
    di coefficienti di capacità
• Le relazioni trovate possono essere invertite
                    φ1   =   a11q1    + a12q 2    + … a1kqk    … + a1nqn
                    φ2   =   a21q1    + a22q 2    + … a2kqk    … + a2nqn
                    …    =
                    φk   =   ak 1q1   + ak 2q 2   + … akkqk    … + aknqn
                    …    =
                    φn   =   an1q1 + an 2q 2 + … ankqk         … + annqn
 • I nuovi coefficienti ajk prendono il nome di coefficienti di potenziale

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Coefficienti di capacità
• Per meglio comprendere il significato e l'utilizzo dei coefficienti di capacità
  consideriamo l'esempio seguente
  • Due elettrodi piani di area A a distanza s
                                                        r              Er         φ2
    posti all'interno di una scatola metallica                               2
                                                        s              Es
    • La scatola è posta a potenziale φ = 0                                  1    φ1 = 0
    • I piani distano r e t dalle pareti della scatola
                                                        t        E =0
• Calcoliamo i coefficienti di capacità supponendo                                φ0 = 0
  che le distanze siano tali da poter assumere che
  i campi elettrici siano uniformi (distanze piccole → piani infiniti)
  • Poniamo l'elettrodo 1 a potenziale nullo (φ1=0) e l'elettrodo 2 a potenziale φ2
    • Nelle regioni r e s i campi elettrici sono uniformi
    • Nella ragione t il campo è nullo
  • Sulla superficie superiore del conduttore 2 ci sarà una densità superficiale σr
  • Sulla superficie inferiore del conduttore 2 la densità sarà σs
  • Sulla superficie superiore del conduttore 1 la densità di carica è −σs
  • Sulla superficie inferiore del conduttore 1 la densità di carica è nulla
• Avremo
                     σr          σs
              Er =        Es =           q 2 = ( σr + σs ) A   q1 = −σs A
                     ε0          ε0

Elettromagnetismo – Prof. Francesco Ragusa                                      256
Coefficienti di capacità
• Troviamo la relazione fra i campi elettrici            r             Er           φ2
                                                                               2
  e i potenziali                                         s             Es
  • I campi sono uniformi                                                      1    φ1 = 0
                                                         t     E =0
       φ − φ0  φ                 φ − φ1  φ                                          φ0 = 0
   Er = 2     = 2            Es = 2     = 2
          r     r                   s     s
 • Ricordando le relazioni fra campi e densità superficiali σr e σs
          σr             φ2  σ                      σs               φ2  σ
   Er =                     = r              Es =                       = s
          ε0             r   ε0                     ε0               s   ε0

 • E infine la relazione cercata fra carica e potenziale
                          ⎛ φ2     φ2 ⎞⎟               ⎛1 1⎞                      ⎛ 1 1 ⎞⎟
                          ⎜
   q 2 = ( σr + σs ) A = ⎜⎜ ε0 + ε0 ⎟⎟ A     q 2 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ Aφ2    c22   = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟ A
                          ⎝ r      s ⎟⎠                ⎜⎝ r s ⎟⎠                  ⎜⎝ r s ⎟⎠

• Sull'elettrodo 1
                      φ2                             1                         1
   q1 = −σs A = −ε0      A                   q1 = −ε0 Aφ2             c12 = −ε0 A
                      s                              s                         s

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Coefficienti di capacità
• Adesso poniamo a zero il potenziale dello          r        E =0        2    φ2 = 0
  elettrodo 2 e l'elettrodo 1 a potenziale φ1        s             Es
  • Adesso i campi saranno uniformi nelle                                 1    φ1
    regioni s e t                                    t             Et
  • Il campo sarà nullo nella regione r                                        φ0 = 0
    • Sulla superficie superiore del conduttore 1 la densità è σ's
    • Sulla superficie inferiore del conduttore 1 la densità è σ't
    • Sulla superficie inferiore del conduttore 2 la densità di carica è −σ's
    • Sulla superficie superiore del conduttore 2 la densità di carica è nulla
  • Come nel caso precedente avremo per i campi
           φ1 − φ2  φ                 φ1 − φ0  φ                   σs′             σt′
    Es =           = 1         Et =           = 1           Es =            Et =
              s      s                   t      t                  ε0              ε0
 • E infine per le cariche
                            ⎛ φ1       φ1 ⎞⎟            ⎛1 1⎞                      ⎛1 1⎞
                            ⎜
    q1 = ( σs′ + σt′ ) A = ⎜⎜ ε0   + ε0 ⎟⎟ A   q1 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ Aφ1      c11 = ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ A
                            ⎝    s     t ⎟⎠             ⎜⎝ s t ⎟⎠                  ⎜⎝ s t ⎟⎠
   • E sull'elettrodo 2
                        φ1                              1                         1
    q 2 = −σs′A = −ε0      A                   q 2 = −ε0 Aφ1             c21 = −ε0 A
                        s                               s                         s

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Coefficienti di capacità
• In definitiva abbiamo trovato per cij                  r                                    φ2
                                                                                          2
    i\
         j
                  1              2                       s
                                                                                          1   φ1
                 ⎛1 1⎞               A
    1        ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ A       −ε0                     t
                 ⎜⎝ s t ⎟⎠           s                                                        φ0 = 0
                       A       ⎛1 1 ⎞
                           ε0 ⎜⎜ + ⎟⎟⎟ A
                                                                    j
    2              −ε0                                         i\          1       2
                       s       ⎜⎝ s r ⎟⎠
                                                                            A         A
                                                               1         ε0     −ε0
                                                                             s        s
 • È interessante a questo punto studiare il caso                             A     A
   limite in cui la scatola metallica va all'infinito          2        −ε0      ε0
                                                                              s      s
   • In questo caso r → ∞ e t → ∞
   • Diventa un condensatore piano
               ε0A     εA     εA
         q1 = +    φ1 − 0 φ2 = 0 ( φ1 − φ2 )
                s       s      s                                               q1 = −q 2
               εA      εA     εA              εA
         q2 = − 0 φ1 + 0 φ2 = 0 ( φ2 − φ1 )= − 0 ( φ1 − φ2 )
                s       s      s               s
• Se assumiamo φ2 > φ1 allora
                                                               ε0A
         q 2 = Q > 0 q1 = −Q < 0           V = φ2 − φ1   C =                   Q = CV
                                                                s

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Dielettrici
• Consideriamo un condensatore piano
  • Abbiamo definito la capacità come il rapporto
    fra la carica sulle armature e la differenza
    di potenziale fra le stesse
                             Q
                       C =
                             V
• Supponiamo adesso di inserire un materiale
  isolante: un dielettrico
  • Si scopre che la carica Q′
    necessaria per raggiungere
    la stessa differenza di
    potenziale aumenta
        Q ′ = κQ      κ>1
   • La capacità è
           Q′   κQ
    C′ =      =    = κC
           V    V
• L'effetto del dielettrico è
  stato di aumentare la capacità

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Dielettrici
• Il fenomeno ha una spiegazione qualitativa semplice σ+
                                                                                   Δσ−
  • Il condensatore viene caricato senza dielettrico
  • Le densità di carica σ+ e σ− sulle armature E = σ
    generano un campo elettrico nel condensatore        ε0
• Inseriamo il materiale dielettrico
                                                                                   Δσ+
                                                         σ−
  • Il materiale è composto da cariche elettriche
    • Cariche positive: i nuclei
    • Cariche negative: gli elettroni
  • Le cariche non si possono muovere, a
    differenza di quanto avviene per i conduttori
    • Complessivamente il materiale rimane neutro
  • Tuttavia sono possibili piccoli movimenti
    • La carica positiva è attratta verso l'armatura inferiore: Δσ+
    • La carica negativa è attratta verso l'armatura superiore: Δσ−
  • Questa carica compensa parte della carica sulle armature
    • Il campo elettrico diminuisce
    • La differenza di potenziale si calcola con un integrale di linea del campo
    • Dato che il campo elettrico si abbassa, anche il potenziale diminuisce
  • Per raggiungere il potenziale precedente ci vuole più carica sulle armature

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Dielettrici
• Infatti il modulo del campo elettrico fra le armature σ+
                                                                                       Δσ−
  era, prima dell'inserimento del dielettrico
  • La differenza di potenziale                      σ                       d
                                                 E =
                               σ                      ε0
                 V = E ⋅d =       d                                                    Δσ+
                               ε0                          σ−
• L'introduzione del dielettrico fa comparire altra
                                                                     σ − Δσ
  carica elettrica: Δσ                                          E′ =
  • Il campo elettrico si riduce                                       ε0
  • La differenza di potenziale è inferiore                          σ − Δσ
                                                                V′ =        d
                                                                        ε0
• Per raggiungere la stessa differenza di potenziale che si aveva prima
  dell'introduzione del dielettrico occorre che la carica elettrica sulle
  armature sia più grande di quella precedente
  • La carica in più neutralizza quella del dielettrico   σ → σ ′ = σ + Δσ
  • La differenza di potenziale diventa uguale a quella Q ′ = Q + ΔQ
    che si aveva prima dell'introduzione del dielettrico
    • La capacità è aumentata                                   Q′    κQ
                                                            ′
                                                          C =      =      = κC
                                                                V      V
• Il fatto che sperimentalmente si noti che Q' = κQ significa che la quantità di
  carica del dielettrico è proporzionale al campo elettrico esterno

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Dielettrici
• Per avere una comprensione più profonda del fenomeno ci serve un modello più
  accurato della struttura atomica della materia
• La teoria del campo elettrico nei dielettrici è stata sviluppata nel XIX secolo
  • In assenza di una conoscenza adeguata della struttura della materia la
    formulazione del problema è fatta utilizzando quantità macroscopiche
    • La descrizione è adeguata per risolvere i problemi
  • Tuttavia vogliamo avere anche una comprensione a livello microscopico

• Preliminarmente dobbiamo formulare un modo efficiente per
  descrivere il campo elettrico di un atomo (e delle molecole)
  • Abbiamo spesso rappresentato un atomo come
    • Un nucleo positivo puntiforme di carica +q
    • Una distribuzione di carica negativa a
      simmetria sferica di valore totale −q
• All'esterno dell'atomo calcoliamo il campo elettrico
  usando la proprietà che abbiamo verificato più volte
  • Il campo della distribuzione sferica negativa è uguale a quello di una carica
    puntiforme −q posta al centro della distribuzione sferica
    • Il campo totale è nullo

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Dielettrici
• Abbiamo visto che in presenza di un campo elettrico esterno la distribuzione
  delle cariche del materiale si modifica
  • Sono comparse delle densità superficiali di carica
• Possiamo supporre che la presenza del campo elettrico     E
  esterno sposti in modo indipendente le due cariche
  • Può anche succedere che la forma
    della distribuzione della carica negativa
    risulti deformata

• A grandi distanze dall'atomo possiamo sempre
  calcolare il campo elettrico come se tutta la
  carica negativa fosse concentrata in un punto
  al centro della distribuzione                              E
  • Vale la pena sottolineare che la distanza d
    fra le due cariche è dell'ordine delle
    dimensioni dell'atomo
    • Dell'ordine di 1Å (angstrom 1 Å = 10−10 m)
  • Non siamo interessati ai valori del campo in posizioni
    vicine all'atomo ma a distanze r molto grandi
                                                                                 d
                             r    d

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