ECONERRE - CIRFOOD: tra radici e innovazione, una cultura del cibo a misura di persona

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ECONERRE - CIRFOOD: tra radici e innovazione, una cultura del cibo a misura di persona
ECONERRE - CIRFOOD: tra radici e
innovazione, una cultura del cibo a misura di
persona

Tre “parole chiave” – cibo, cultura, persone – e alcuni principi cardine: innovazione, sostenibilità,
inclusività per CIRFOOD. L’impresa reggiana si prepara a entrare in un anno che vedrà
concretizzarsi progetti ambiziosi. L’analisi della presidente, Chiara Nasi

di Matteo Gelmini

“L’attuale Cooperativa Italiana di Ristorazione nasce a Reggio Emilia oltre 40 anni fa”, spiega la
presidente Chiara Nasi, tracciando un excursus dagli albori ad oggi, “per coprire il bisogno della
pausa pranzo dei lavoratori. Quel segmento di attività, inizialmente l’unico, è diventato poi parte di
un welfare aziendale molto più articolato”.

Una tappa fondamentale, nel 1992, è la fusione tutta emiliana tra l’allora CRR – Cooperativa
Reggiana di Ristorazione e due realtà entrambe del settore, la modenese Coris e la ferrarese
Coferi, da cui nasce CIRFOOD. Altre successive incorporazioni faranno di CIRFOOD l’azienda che
è oggi, presente capillarmente in 17 regioni e 73 provincie italiane, in Belgio e Olanda, praticamente
in tutti i segmenti riconducibili al settore. ristorazione.
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La presidente di CIRFOOD, Chiara Nasi

CIRFOOD: le anime del suo operare
Gran parte del fatturato societario proviene dalla ristorazione «collettiva» e da quella
«commerciale».

La prima comprende la
ristorazione scolastica, quella socio–sanitaria
(ospedali, case di riposo), ma anche il servizio a “grandi comunità” come le
aziende.

La seconda categoria
riguarda i locali commerciali aperti al pubblico con un’offerta adatta ai vari
momenti della giornata e alle diverse esigenze di consumo; se ne contano circa
140, di cui 78 a marchio Rita.
“La formula è quella che da sempre
identifica i nostri self-service,
caratterizzati da ampia offerta di specialità della tradizione a piatti light e innovativi, e su cui
abbiamo
iniziato un percorso di rinnovamento degli ambienti in chiave più contemporanea
e sostenibile”.
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Il progetto: CIRFOOD DISTRICT (Iotti+Pavarani architetti)

CIRFOOD RETAIL: ristorazione commerciale

“A dimostrazione della crescita di questo segmento– precisa la presidente Nasi- abbiamo creato
CIRFOOD RETAIL, società dedicata al rafforzamento e allo
sviluppo nel mercato della ristorazione commerciale in ambito urbano”. Si
tratta sempre di pubblici esercizi, ma parliamo di format retail di
destinazione più innovativi e autentici, che coprono un range orario
più ampio (ad esempio, dalla prima colazione alla cena) e si trovano insieme ad
altri potenziali competitors, da ristoranti e bar tradizionali alle
attività in contesti urbani, dalle food court di supermercati e gallerie
commerciali alle «concessioni» presenti in aeroporti e grandi stazioni.

CIRFOOD DISTRICT: il futuro partendo da radici e tradizioni del territorio

Nel frattempo, un progetto ambizioso “bolle in pentola”, il CIRFOOD DISTRICT. “Potremmo definirlo
‘Il Progetto’ per eccellenza, in questo momento. –dichiara Nasi– Prende forma giorno dopo giorno.
Sorgerà a Reggio accanto alla nostra sede e sarà a ridotto impatto ambientale interamente
accessibile e sostenibile; si porrà come centro dedicato a ricerca e sperimentazione per
l’innovazione in ambito nutrizionale e food service. L’obiettivo è creare una ‘Nutrition Valley’
all’interno di quella «Food Valley» per antonomasia che è l’Emilia, declinando, in tutti i modi
possibili, valori, princìpi e conoscenze legati alla cultura del cibo”.
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Progetto CIRFOOD DISTRICT (Iotti+Pavarani architetti)

L’inaugurazione è prevista nel corso del 2020. “Sarà un luogo aperto a tutti, nel quale condividere,
fare formazione e intrattenimento, produrre cultura ed eventi tematici. Faremo rete – continua Nasi
– con il territorio, le istituzioni, i privati, l’Università, il terzo settore. E innovazione ad ampio raggio,
sotto molteplici aspetti”. CIRFOOD DISTRICT sarà dunque un luogo dedicato all’open innovation
sui temi dell’alimentazione a 360°, in un continuo rimando tra storia e presente, ed uno sguardo
sempre rivolto al futuro.

Food Shuttle
L’altro impegnativo progetto, letteralmente “in fase di lancio”, è l’avveniristica navicella itinerante
per le scuole, Food Shuttle, che dopo una prima sperimentazione in diversi Istituti (Modena,
Reggio, Milano e al Gaslini di Genova), si prepara alla sua “edizione 2.0”. Si tratta di una
piattaforma educativa unica nel suo genere, che immerge bambini e ragazzi in una realtà
affascinante per aiutarli ad apprendere il valore del cibo in modo costruttivo e creativo, tra
coinvolgenti giochi di luci, suoni e colori.
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“Lo definirei un «laboratorio edu-tech multisensoriale», che proprio come una navicella spaziale
«atterra» nelle scuole (primarie e secondarie di primo grado) per far scoprire –racconta Chiara Nasi
–un universo di significati: l’origine dei prodotti, il rapporto col territorio, l’educazione al gusto, la
biodiversità, la lotta agli sprechi, il consumo consapevole”.
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Strumenti e attrezzature impiegati sono molto evoluti: visori per la realtà aumentata con i quali i
ragazzi vengono fatti “entrare” in un campo coltivato, ologrammi che permettono di veder crescere
dal profondo della terra ortaggi di abituale consumo, stampanti 3D laser che generano forme
servendosi di materie prime alimentari (con la possibilità di assaggiarle).

“L’uso della tecnologia non è fine a sé stesso. Al centro di tutto
vengono messi i ragazzi, che ‘partecipano’ con i 5 sensi anche attraverso
l’utilizzo di linguaggi propri dei nativi digitali, mezzi necessari per
accedere al loro mondo e far vivere loro realtà con le quali forse diversamente
non entrerebbero mai in contatto, ad esempio vedere come le verdure crescono
dalla terra e come cambiano forma, colore, consistenza”.

Ricorda la numero uno di CIRFOOD che “L’investimento è stato rilevante. Tecnici e specialisti delle
più diverse competenze vi lavorano, mettendoci professionalità e passione”.
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Come tutte le navicelle, anche Food Shuttle ha la sua “Cape Canaveral”: la base sarà proprio il
CIRFOOD DISTRICT. “Questo significa– conclude la presidente Chiara Nasi-che potremo garantire
la fruibilità di un’esperienza immersiva, non soltanto nelle scuole, ma anche agli stessi visitatori
della futura Nutrition Valley reggiana. Non vediamo l’ora di accogliere tutti a braccia aperte”.
CIRFOOD DISTRICT rendering (Gio Forma studio associato)

CIRFOOD, il nuovo brand – il video

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