Ecco come sarà la Casa dei Cantautori nell'abbazia di San Giuliano: fine lavori nel 2023

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Ecco come sarà la Casa dei Cantautori nell'abbazia di San Giuliano: fine lavori nel 2023
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     Ecco come sarà la Casa dei Cantautori nell’abbazia di San
     Giuliano: fine lavori nel 2023
     di Redazione
     18 Maggio 2021 – 13:13

     Genova. Nel giorno in cui l’Italia piange la morte di Franco Battiato a Genova è stato
     presentato il progetto della Casa dei Cantautori nell’abbazia di San Giuliano in corso
     Italia. Un nuovo museo, finanziato con oltre 3 milioni di euro dal ministero della
     Cultura, che vedrà la luce nel 2023 con un percorso espositivo multimediale, mentre un
     secondo lotto prevede il recupero della chiesa e la creazione di un polo formativo per i
     giovani con sale concerti e mostre temporanee.

     “Dedichiamo la Casa dei Cantautori a Franco Battiato – ha detto il ministro della
     Cultura Dario Franceschini, intervenuto in videoconferenza -. Sarà un grande
     percorso, un luogo vivo, non un luogo di conservazione delle memorie, ma di
     valorizzazione del presente. La canzone italiana ha formato intere generazioni. Da
     quando ho avuto questo ruolo ho cercato di investire nel riscatto della musica d’autore. Il
     luogo di partenza è stato Genova, ed è giusto che a Genova ci sia un luogo dello Stato che
     ricordi la grandezza della canzone d’autore ligure e italiana”.

     La presentazione si è aperta proprio coi video di esibizioni di Franco Battiato al teatro
     Carlo Felice (tra cui l’interpretazione di Amore che vieni, amore che vai nel 2000, in cui il
     cantautore siciliano si commosse). E nella Casa dei Cantautori ci sarà anche uno spazio
     dedicato a Battiato. A sottolinearlo è stata oggi Dori Ghezzi: “È una giornata in cui ti
     svegli con questa notizia e non sai se fai una cosa giusta perché doveva essere un
     momento di felicità e basta, invece poi si uniscono i dolori insieme alla felicità. Ma tutto

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     questo darà forza alla cosa perché questa sarà anche casa sua un giorno e in qualche
     modo è un omaggio che gli facciamo oggi. È dura veramente ma gli siamo molto vicini e gli
     vogliamo tutti molto bene. Questo sarà un posto dove lui vivrà ancora sempre”.

     “È una giornata particolare perché se ne va un grande della musica italiana, quella musica
     che vogliamo celebrare ricordando la tradizione genovese e ligure della canzone italiana,
     una forma moderna di poesia – ha commentato il presidente Giovanni Toti – e credo che
     sarà un luogo molto suggestivo dove ognuno, camminandoci dentro, ricorderà anche un
     pezzettino della propria vita. È bello anche che si presenti in una giornata in cui il Paese
     comincia a sperare di tornare a una normalità dopo il decreto che il presidente del
     consiglio ha voluto. È un giorno propizio, speriamo di fare in fretta e che tanti italiani
     possano dare il tributo che meritano tante persone che saranno ospitate qua con la loro
     arte, la loro musica, il loro pensiero, le loro parole”.

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     Ecco come sarà la Casa dei Cantautori nell’abbazia di San Giuliano: fine lavori nel 2023

     Per la prima volta sono state mostrate le immagini di quello che sarà il percorso
     espositivo, di come si snoderà partendo da un concetto di fondo: la Casa dei Cantautori
     nasce a Genova perché qui nasce la canzone d’autore, per gli influssi che questa città
     portuale riceve da oltremare, influenzando poi il corso della canzone d’autore italiana. Il
     percorso sarà in parte multimediale, basato sulla realtà aumentata e in continua
     evoluzione, ma anche sull’esposizione di oggetti preziosissimi donati dagli artisti o dalle
     famiglie che li rappresentano.

     Un esempio, scoperto in conferenza stampa, è rappresentato dalla chitarra Ibanez, da cui
     Fabrizio non si separava mai e con cui ha suonato nell’album ‘Rimini’, e dal mandolino
     genovese, fatto costruire proprio da Faber e utilizzato per comporre ‘Princesa’. Gli
     strumenti, finora custoditi dalla ‘Fondazione Fabrizio De André Onlus’, sono stati donati e
     consegnati oggi da Dori Ghezzi mentre scorrevano le immagini di ‘Rimini’ e di ‘Princesa’.

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     Nell’anticipare i contenuti del museo sono state mostrate le foto di due chitarre di Ivano
     Fossati: la Stratocaster e la chitarra portoghese con le quali ha composto rispettivamente
     ‘Cara Democrazia’ e ‘Mio fratello che guardi il mondo’. Il cantautore ligure donerà, tra
     altri, anche il flauto con cui ha composto ‘Dolce acqua’.

     “Avevo promesso a Dori, la prima volta che ci siamo incontrate, che mi sarei impegnata
     per trovare una struttura per ricordare non solo Fabrizio ma tutti i nostri cantautori –
     dichiara l’assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo – ma non un posto qualunque, un
     luogo che fosse vivo. Oggi credo che possiamo dire che, grazie all’impegno di molti che ci
     hanno creduto dal ministro Franceschini che ha sposato subito l’idea progettuale, al
     gruppo di lavoro, ai curatori”.

     “La progettazione, ora completa, e la serie importante dei lasciti, dovuta al lavoro
     preliminare dei curatori Massimo Bernardini, Francesco De Nicola, Guido Harari e Renato
     Tortarolo – dichiara Margherita Rubino, co-ideatrice del primo progetto del 2016 e
     componente del comitato scientifico – consente di avviare ora la fase operativa di un
     percorso quadriennale confortato anche da molti cantautori italiani”

     “Questa zona della città, dove iniziò la storia del cantautorato genovese e ligure, è la sede
     naturale della Casa dei Cantautori, che trova spazio in una location prestigiosa quale è
     l’abbazia di San Giuliano, una sorta di riconoscimento alla nostra tradizione musicale che
     dialoga con un’icona architettonica di Genova – aggiunge l’assessore alla Cultura del
     Comune di Genova, Barbara Grosso – Siamo molto contenti che questo grande progetto
     italiano sia approdato nella nostra regione, nella nostra città, che si arricchisce di un altro
     polo culturale in omaggio alla musica dei grandi autori liguri, pietra miliare nella crescita
     dei cantautori italiani, un progetto dinamico che non si caratterizza come un semplice
     spazio espositivo ma, al contrario, sarà un polo culturale vivo e in costante rapporto con
     l’esterno: un importante punto di riferimento per i giovani artisti emergenti, che potranno
     formarsi ed esibirsi. Una doppia vocazione, dunque, per questa struttura che da un lato
     racchiuderà e custodirà la storia e la tradizione ligure e italiana del cantautorato, e
     dall’altro si aprirà alle giovani generazioni di musicisti, che nella Casa dei cantautori
     potranno sentirsi un poco a casa loro”.

     Nel corso della presentazione si è video collegato anche Alfa, all’anagrafe Andrea De
     Filippi, giovane artista genovese, a rappresentare il legame tra la storia del cantautorato e
     i nuovi talenti delle nuove generazioni che fondano le loro radici nella canzone d’autore.
     “Sono onorato di rappresentare le nuove leve di Genova, una terra in cui si respira musica
     – ha raccontato – per quanto riguarda la nostra musica affonda le proprie radici nel
     cantautorato degli anni ’60. Non c’è solo rapporto di amore ma anche di dipendenza da
     questa città, le canzoni più ascoltate del mio percorso sono canzoni che ho scritto mentre
     camminavo sul lungomare di Genova. E spero che per quanto in continua evoluzione la
     nostra musica possa rimanere e sia per me che per i miei amici ci possa essere prima o poi
     un posto nella Casa dei Cantautori”.

     I TEMPI E I COSTI

     L’idea per la realizzazione presso l’abbazia di San Giuliano di Genova della “Casa dei
     Cantautori” nasce da un progetto di Ilaria Cavo e Margherita Rubino, il cui obiettivo è
     quello di creare un polo culturale vivo che ricomprenda in sé la parte espositiva della
     storia del cantautorato italiano e contemporaneamente sia spazio formativo rivolto ai
     giovani per i nuovi mestieri della musica.

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     Il ministero per i Beni e le Attività culturali ha apprezzato la proposta e, condividendola
     all’interno del piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” annualità 2019 ha disposto
     un finanziamento di 1,5 milioni. Con il decreto di approvazione del piano strategico
     “Grandi Progetti Beni Culturali – Riprogrammazione economie” il ministero ha disposto un
     ulteriore finanziamento di un milione. Il 22 gennaio 2018 ministero, Regione Liguria e
     Comune di Genova sottoscrivono l’accordo di valorizzazione per la costituzione della Casa
     dei Cantautori.

     Dopo la firma dell’accordo di valorizzazione, la Fondazione Carige si è resa disponibile a
     sostenere il progetto stanziando la cifra di 30mila euro per gli approfondimenti necessari
     alla definizione del percorso museale. È imminente una decisione della Compagnia di San
     Paolo a ulteriore sostegno del progetto.

     Intanto nel dicembre 2018 il ministero dei Beni Culturali decide di acquistare, con un
     impegno di 750mila euro la parte di abbazia di San Giuliano di proprietà privata, costituita
     dalla chiesa e dai volumi annessi, per offrire alla Casa dei Cantautori gli spazi necessari
     per le attività di formazione, mostre temporanee ed eventi.

     Per il recupero degli spazi così acquisiti il ministero stanzia nel dicembre 2020 una somma
     di 3 milioni, affidando i primi interventi al segretariato regionale del ministero.

     LA PROGETTAZIONE

     Nel luglio 2018 Regione Liguria, in attuazione dell’Accordo di Valorizzazione, ha affidato
     alla sua società in house IRE Liguria spa, le attività di progettazione della Casa dei
     Cantautori. IRE Liguria si è avvalsa anche di professionalità esterne affidando la curatela a
     Massimo Bernardini, Francesco De Nicola, Guido Harari e Renato Tortarolo e, con
     procedura di gara, l’incarico dell’allestimento museale a ‘Milk Train’ di Roma.

     Nell’ultima riunione deal gennaio 2021, il Gruppo di Lavoro ha validato il percorso
     museale delineato dai curatori e sviluppato dalla ‘Milk Train’, percorso che oggi viene
     presentato.

     IL FUTURO

     Definiti i contenuti museali, ora parte l’attività per la definizione, entro il dicembre 2021,
     del progetto di fattibilità tecnica ed economica anche con l’attivazione di un tavolo che
     vedrà la partecipazione di Regione e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e
     paesaggio. Entro i primi mesi del 2022 è atteso del progetto definitivo.

     Si arriverà così, nel corso della seconda parte del 2022, alla pubblicazione del bando di
     gara per i necessari lavori di rifunzionalizzazione dell’edificio e di rinnovamento degli
     impianti e per la realizzazione dell’allestimento museale.

     Ad oggi la fine lavori è prevista per il terzo trimestre del 2023.

     IL CONCEPT

     La Casa Museo dell’Abbazia di San Giuliano, a poche decine di metri dal borgo di
     Boccadasse, è collocata nel luogo dove molta parte della storia del cantautorato ligure
     ebbe inizio. Umberto Bindi e Bruno Lauzi a Boccadasse si vedevano spesso, poi vi furono
     Luigi Tenco e Gino Paoli, mentre al ‘Garden’ del Lido, tra San Giuliano e Boccadasse, si

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     incontrarono per la prima volta Fabrizio De André e Dori Ghezzi.

     Il primo cantautore, “uno che se la scrive, se la canta e se la suona”, secondo la definizione
     di Gino Paoli, che da questi luoghi tra san Giuliano e Boccadasse trasse molta ispirazione,
     fu cronologicamente Umberto Bindi, che scrisse la sua prima canzone ‘T’ho perduto’ nel
     1950, usando un’insolita tonalità in re minore. Con Bindi, negli anni ’50, collaborava Joe
     Sentieri, genovese che sulle grandi navi Genova/USA aveva conosciuto swing, jazz e nuovi
     modi di scrivere e interpretare canzoni.

     Gli influssi del sound americano del dopoguerra crearono, grazie a cantanti come Natalino
     Otto e poi Joe Sentieri, un nuovo e vivace patrimonio musicale e intellettuale che
     contribuisce a dare vita con Bindi, Lauzi, Tenco, Paoli e De Andrè, al fenomeno del
     cantautorato. Tale fenomeno negli anni ’50 e ’60 suonava alternativo a quello ‘ufficiale’
     della canzone genere Nilla Pizzi, ed era intellettualmente opposto alla nascente ideologia
     del benessere dei favolosi anni ’60. Questi artisti liguri, insieme ai milanesi, hanno dato
     vita ad una sorta di controcanto degli anni Sessanta. Malinconia e ribellione erano i
     connotati dei cantautori liguri, dalle cui invenzioni trasse l’anima il fenomeno nascente del
     cantautorato. Seguirono subito molti altri e in tutto il Paese. Da Gaber a Jannacci, a
     Francesco Guccini (“L’antisociale”, 1961) a Lucio Dalla, poi a Francesco De Gregori e a
     decine di altri, fino al genovese Ivano Fossati. Il cantautorato, diventa, in pochissimi anni,
     il fenomeno italiano più rilevante del secondo ‘900.

     La ‘Casa dei Cantautori’ vuole esporre e ricordare, soprattutto vuole dimostrare come
     dalla canzone ‘genovese’ dell’immediato secondo dopoguerra, di Natalino Otto e poi di Joe
     Sentieri, grazie ai nuovi stimoli del sound americano portato qui da entrambi, cantanti di
     bordo sulle grandi navi Usa negli anni 30 e 40 (solo in una città marittima e portuale come
     Genova questo scambio e questa acquisizione di modelli nuovi potevano accadere) sia
     fiorito il fenomeno cantautorale ligure, aprendo rapidamente la strada al fenomeno
     nazionale, che in Liguria trova le sue radici.

     Per questo il piano terra dell’Abbazia è dedicato ai liguri, il secondo, oltre a dare ampio
     spazio a Fabrizio De André e Ivano Fossati, rintraccia nei grandi cantautori nazionali – che
     già hanno impegnato per il museo ricordi e beni personali, dalla mitica Lambretta del
     Cerutti Gino di Giorgio Gaber all’intera postazione da concerto donata dalla figlia di Pino
     Daniele- l’evoluzione di questo percorso.

     Insieme al polo museale troverà casa all’Abbazia di San Giuliano, con la ristrutturazione
     della chiesa e la progettazione del secondo lotto, anche un polo formativo sui nuovi
     mestieri della musica, che potrà rappresentare per i giovani una importante chiave di
     accesso al mondo del lavoro come previsto dalla proposta originaria del progetto. Il
     recupero, poi, degli spazi della chiesa e dei volumi annessi consentirà di avere a
     disposizione sale per i concerti, mostre temporanee, esposizioni a rotazione su singoli
     artisti: insomma tutti quegli spazi connessi che potranno consentire alla “Casa” di essere
     viva ed attrattiva.

     IL PERCORSO

     Gli spazi espositivi si articolano su due piani.

     Un piano terreno nel quale si parte da ‘Genova 1925’ con la canzone genovese e con
     ‘Genova 1953’ con Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Gino Paoli, Nanni Ricordi,
     Piero Ciampi, Cantacronache e Nuovo Canzoniere Italiano. Si passa quindi a ‘Milano 1953’

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     con Giorgio Gaber e ‘Milano 1958’ con Dario Fo, Enzo Jannacci e Sergio Endrigo.

     Al primo piano ecco gli ambienti espositivi dedicati a Mogol-Battisti, De André, a ‘Napoli’
     con Pino Daniele, Edoardo Bennato, Alan Sorrenti, Enzo Avitabile, Enzo Gragnianiello,
     Teresa De Sio quindi ‘Sicilia’ con Franco Battiato e Carmen Consoli. E poi Paolo Conte e
     Ivano Fossati. Sempre al primo piano trova spazio ‘Roma 1972’ con Francesco De Gregori,
     Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Rino Gaetano, Riccardo Cocciante, Renato Zero.

     Ed ecco quindi ‘Milano 1970’ con Eugenio Finardi, Claudio Rocchi, Gianna Nannini,
     Roberto Vecchioni, Angelo Branduardi, Ivan Graziani, Enrico Ruggeri, Jovanotti. Al primo
     piano presente anche la ‘Via Emilia’ con Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Lucio Dalla,
     Ron, Pierangelo Bertoli, Vasco Rossi, Luca Carboni, Samuele Bersani.

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