N.6-7 - Pag. 45 Feste e Grest: la vendemmia della Grazia - Diocesi di Tursi
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n. 6-7 maggio - dicembre 2018 in questo Pag. 6 Pag. 45 numero Il cammino dell'anno pastorale 2018/2019 Feste e Grest: la vendemmia della Grazia
Periodico della diocesi di Tursi-Lagonegro Reg. Trib. Lagonegro (Pz) n. 1/95 del 22/02/1995 Anno XVIII, n. 6-7 Maggio-Dicembre 2018 Direttore Responsabile Francesco Addolorato Direttore di Redazione don Giovanni Lo Pinto Redazione: don Gianluca Bellusci, don Antonio Caputo, don Vincenzo Iacovino, don Antonio Lo Gatto, don Paolo Pataro, Pasquale Crecca, Cristina Libonati, Cosimo Stigliano, Pino Suriano, Antonietta Zaccara Impaginazione, Grafica e Stampa Tipografia GAGLIARDI Via P. Marsicano, 15 - 85042 Lagonegro (Pz) tel. e fax 0973.22744 - tipogagliardi@tiscali.it Sostieni Dialogo versando la tua libera offerta con c.c.p. n. 1019117413 intestato a “Diocesi di Tursi-Lagonegro” specificando la causale: CONTRIBUTO DIALOGO Per contattare la Redazione: tel. e fax 0835.533147 - info@diocesitursi.it oppure scrivici: c/o Curia Vescovile - Via Roma - 75028 Tursi (Mt) www.diocesitursi.it n. maggi 6-7 o - dic embre 2018 zia della Gra Pa g. 45 la vendemmia Grest: Feste e 2018/2019 g. 6 dell'anno pas torale to Pa o in quesero Il cammin num
Parola del Vescovo di Sua Ecc.za Mons. Vincenzo Orofino Santo Natale Sorelle e fratelli carissimi, il tempo liturgico dell’Avvento ci insegna che la vita cristiana è «un nuovo cammino con Gesù Cristo, che ci guida nella storia verso il compi- mento del Regno di Dio. Questo cammino non è mai concluso. Nella vita di ognuno di noi c’è sem- pre bisogno di ripartire, di rialzarsi, di ritrovare il senso della mèta della propria esistenza» (Papa Francesco). Ripartiamo! Rialziamoci! Fissiamo intensa- mente la meta con uno sguardo lieto e puro! L’Avvento ci offre la possibilità di ricomincia- re, ci dona la grazia di un nuovo inizio. Un inizio vero, che non dobbiamo mai dare per scontato, né come percorso, né come esito. Un nuovo ini- zio che accade nella nostra vita solo se lo desi- deriamo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la volontà, poiché ogni cambiamento è preannunciato dalla curiosità che sgorga dal presentimento del bello e del vero, inizia con il desiderio, è pregustato nell’attesa, accade nello stupore dell’incontro, si alimenta della vigilanza, dura nella fedeltà umile e coraggiosa. Siamo ormai vicini al Natale! Chiediamo al Particolare del Polittico di Simone da Firenze (1520), Duomo parrocchiale di San Chirico Raparo Signore di donarci la stessa curiosità e il mede- simo desiderio che spinsero Zaccheo a uscire dal guscio angusto di una esistenza totalmente de- Anche per noi, come per Zaccheo, quello sguar- terminata dal possesso delle cose e delle persone do, tenero e accogliente, penetrante ed esi- per “vedere chi era Gesù” e accoglierlo a casa sua gente, può cambiare per sempre la nostra vita. “pieno di gioia”. A tutti voi i miei migliori auguri per il Santo Anche noi, se vogliamo riconoscere nel Natale del Signore. Mi piace farlo con le paro- “Bambino Gesù” il Figlio di Dio e accoglierlo come Signore della nostra vita e nella nostra casa, dob- le pronunciate da San Francesco di Assisi nella notte di Natale a Greccio: «Questo Bambino è il Parola del Vescovo biamo metterci in movimento. È questa la con- Signore del Mondo. Noi siamo salvati, o fratelli! dizione per non rimanere ripiegati su noi stessi Mai più soli, mai più abbandonati nei nostri errori, e non lasciarci intrappolare dalle “faccende” di nella nostra vergogna, nella nostra disperazione: ogni giorno nelle “cose” del mondo. niente ci può separare dalla tenerezza del Padre. Anche noi, come Zaccheo, pur essendo “pic- Questa notte di Natale è una lunga Natività, un coli di statura”, pieni di limiti e di peccati, siamo perpetuo nascere al quale partecipiamo noi tutti. “cercati” e “ricercati” da Gesù per renderci parte- È la notte in cui avviene la nascita dell’uomo alla cipi della sua vita e della sua gloria. A noi la libertà vita di Dio». e la docilità di lasciarci trovare e di permettergli di incrociare il suo sguardo con il nostro. Santo Natale a tutti! Lasciamoci “guardare” da Gesù! Quel Bam- bino avvolto in fasce che giace nella mangiatoia è Cristo Signore, il nostro Salvatore! (cfr. Lc 2,10-11). 1
Parola del Vescovo di Sua Ecc.za Mons. Vincenzo Orofino L’armonia sinfonica della comunione ecclesiale: la corresponsabilità sinodale Christifideles laici, 18). Quindi la «La comunione ecclesiale – comunione con Dio e con i fra- ci insegna San Giovanni Paolo telli è indispensabile per l’identi- II – si configura come una co- tà dei cristiani. Per questo Gesù munione «organica», analoga a ha pregato il Padre «perché tutti quella di un corpo vivo e operan- siano una cosa sola. Come tu, te: essa, infatti, è caratterizzata Padre, sei in me e io in te, siano dalla compresenza della diversi- anch’essi in noi una cosa sola, tà e della complementarietà del- perché il mondo creda che tu mi le vocazioni e condizioni di vita, hai mandato» (Gv 17,20). La co- dei ministeri, dei carismi e delle munione ecclesiale, perciò, non responsabilità. Grazie a questa può essere pensata come una diversità e complementarietà realtà sociologica e psicologica: ogni fedele laico si trova in re- essa attiene alla natura stessa lazione con tutto il corpo e ad della Chiesa che è nel tempo e esso offre il suo proprio contri- nello spazio la continuità di Cri- buto» (Giovanni Paolo II, Esorta- sto e della sua opera. I membri zione apostolica postsinodale del nuovo Popolo sono uniti tra Christifideles laici, 20). di loro non da vincoli di «car- Dalla natura della Chie- M ediante il Battesi- ne» e di «sangue», bensì dallo sa – “Mistero di Comunione” mo, è la Chiesa ad Spirito Santo, che ricevono nel (LG, 4) – deriva il metodo della accoglierci e a do- Battesimo (cfr. Gl 3, 1)» (CfL,8). sua missione: ogni azione della narci la fede e la Solo all’interno del mistero Chiesa per essere “ecclesiale” vita nuova che sgorga dalla ri- della Chiesa come mistero di deve scaturire dalla comunio- surrezione di Gesù. La fede va comunione si rivela l’«identi- ne, deve essere vissuta nella da persona a persona, da inizio tà» dei fedeli laici e si possono comunione, deve essere finaliz- a inizio, nella dinamica dell’es- definire la loro vocazione e la zata alla comunione. Tutto nella sere chiamati e del rispondere. loro missione nella Chiesa e nel Chiesa dice riferimento al “Po- Ogni cristiano crede ciò che la mondo (cfr. CfL,8). polo credente”, sia in quanto Chiesa crede e crede insieme a L’esperienza concreta della soggetto che destinatario delle tutta la Chiesa, di tutti i luoghi e comunione ecclesiale scaturi- azioni. La Chiesa è comunione di tutti i tempi. sce da una profonda vita spiri- e si realizza attraverso la comu- Parola del Vescovo Tutta la vita della Chiesa è tuale e arriva a noi come dono nione. La sinodalità ne esprime definita nel rapporto vitale con il da accogliere, vivere, manife- e ne sottolinea il concreto ef- mistero trinitario. stare e comunicare nella sto- fettuarsi: la comunione si attua Chiunque vuole vivere la pie- ria. Una comunione sinfonica, «camminando insieme», cioè na comunione ecclesiale, quin- che non scade mai nella piatta attraverso una corresponsabili- di, deve rivolgere lo sguardo, il uniformità o nella sterile omo- tà sinodale. cuore e l’intelligenza a Dio, Trini- logazione, frutto di molteplici e La vita della Chiesa nella tà Santissima. Solo da Dio i cri- convergenti carismi, ministeri e sua più intima verità è sempre stiani possono imparare a vivere vocazioni. Una comunione vera, e tutta sinodale, per cui ogni in unità, con la consapevolezza essenziale e creativa, che ren- azione ecclesiale è di per sé si- che la comunione non è uno dei de liberi e spalanca il cuore, che nodale. La sinodalità è dimen- tanti aspetti della vita della Chie- ama e accoglie tutti, che non sione permanente e costitutiva sa ma «il mistero stesso della pretende niente e non giudica della Chiesa. Non si tratta di Chiesa» (Giovanni Paolo II, Esor- nessuno, che esalta le attitudini una strategia pastorale, né di tazione apostolica postsinodale e la storia di ognuno. una semplice esigenza peda- 2
gogica, o di una consultazione la sinodalità non solo come un laici e delle laiche, al cui servi- che capita di tanto in tanto. La fattore interno alla Chiesa e alla zio sta il sacerdozio ministeriale prassi sinodale tocca l’essenza vita delle sue strutture, bensì [i due sacerdozi si differenzia- e l’identità della Chiesa e ha il come il metodo più adeguato no essenzialmente, ma sono fondamento nella comunione e credibile per “uscire” come ordinati l’uno all’altro (cfr LG 10, trinitaria. La sinodalità è pila- popolo di Dio che “cammina 14, 24)]; stro portante della Chiesa e sua insieme” nella storia, testimo- struttura fondamentale; non già niando e annunciando la gioia 3) l’ascolto come perma- un qualche elemento accesso- cristiana. Solo così è possibile nente stile ecclesiale, poiché rio o contingente. Essa attiene passare da una «sinodalità af- «una Chiesa sinodale è una alla Chiesa necessariamente fettiva» a una «sinodalità effet- Chiesa dell’ascolto – ha af- da sempre. Non si tratta dun- tiva», come ci ha insegnato San fermato Papa Francesco il 10 que di scoprire qualcosa di nuo- Giovanni Paolo II. ottobre 2015 in occasione del vo, bensì di riandare a qualcosa che accompagna la Chiesa fin L’esercizio concreto della 50° anniversario di istituzione del Sinodo dei Vescovi – l’uno Parola del Vescovo dalle origini, pur avendo magari sinodalità nella Chiesa si fonda in ascolto degli altri e tutti del- subito oscuramenti o dimenti- su alcuni principi fondamentali: lo Spirito Santo per conoscere canze. Oggi vogliamo recupe- ciò che Egli dice alla Chiesa. rare qualcosa che non ha mai 1) la reale uguaglianza di (…) Il cammino sinodale inizia smesso di connotare la Chiesa. tutti i battezzati, poiché «vige ascoltando il Popolo di Dio, … La sinodalità è qualità essen- una vera uguaglianza riguardo prosegue ascoltando i Pastori (i ziale della Chiesa nel suo insie- alla dignità e all’azione comu- Vescovi) … culmina nell’ascolto me, non già di una sua struttura ne a tutti i fedeli nell’edificare il del Vescovo di Roma»; particolare (collegio episcopale) Corpo di Cristo» (LG, 32); o di un suo momento esempla- 4) i soggetti della vita sino- re (Concilio universale, Sinodo 2) il riferimento fondamen- dale sono, pertanto, i Fedeli lai- dei Vescovi, ecc.). tale al sacerdozio comune di ci, i Vescovi, il Vescovo di Roma; Papa Francesco considera tutti i battezzati, soprattutto dei gli strumenti la “corresponsa- 3
Parola del Vescovo bilità” di tutto il popolo di Dio, e quasi l’anima della società dell’ecclesiologia di comunio- la “collegialità” episcopale in umana, destinata a rinnovarsi ne ci permette di sottolineare comunione con il Vescovo di in Cristo e a trasformarsi in fa- il concetto di “corresponsabi- Roma e – a livello diocesano – miglia di Dio» (GS, 40). lità” di tutti i battezzati nella la “cooperazione” dei Presbiteri La sinodalità – così intesa vita e nella missione della Chie- con il loro Vescovo; le fasi dello – funge anche da cornice in- sa. Una corresponsabilità che svolgimento sono l’ascolto, la terpretativa del ministero ge- concretamente viene eserci- decisione e l’attuazione (tutti i rarchico, nel senso che nella tata soprattutto nella corretta soggetti partecipano a tutte le Chiesa non abbiamo due prin- funzionalità degli organismi di fasi). cipi ecclesiologici, quello ge- partecipazione ecclesiale, sia L’espressione “sinodalità” rarchico e quello sinodale, c’è a livello diocesano (Collegio dei suggerisce un camminare-in- invece un unico principio, quel- Consultori, Consiglio Presbite- sieme di laici, pastori e vescovi lo sinodale, al cui servizio sta il rale, Consiglio Pastorale, Con- non solo tra di loro, ma anche ministero gerarchico/ordinato. siglio per gli Affari Economici) con tutta l’umanità, secondo Il ministero ordinato è insomma che parrocchiale (Consiglio per l’insegnamento conciliare: «La funzionale al camminare-in- gli Affari Economici e Consiglio Chiesa, che è insieme «società sieme. Non però al cammina- Pastorale). visibile e comunità spirituale», re-insieme solo dei laici, ma al cammina insieme con l’umani- comune camminare insieme di tà tutta e sperimenta assieme tutti nella edificazione del Re- al mondo la medesima sorte gno di Dio. terrena; ed è come il fermento Il recupero pieno e concreto Parola del Vescovo 4
Editoriale di Francesco Addolorato Chiesa e territorio in dialogo Ripartire dalla complessità della realtà e superare le semplificazioni degli slogan In un’Italia in cui ci si di- un dualismo ancor più semplifi- vide su slogan, tweet e cato, senza sfumature e senza ashtag la Chiesa ten- complessità. È il male dell’u- ta di ripartire dai problemi reali. niverso contemporaneo quello È l’unico modo per abbassare i della semplificazione a tutti i toni e cominciare a ragionare, costi, che però, rinunciando alla perché i problemi, come i fatti e complessità, spesso rinuncia a i numeri, hanno la testa dura e una lettura sapiente e obiettiva rimangono lì fino a quando qual- della realtà. E l’unica realtà che cuno non li risolve. da sempre la Chiesa mette al Lo sa bene chi questi proble- centro dell’attività politica è l’uo- mi li vive ogni giorno. Il lavoro mo, con le sue dinamiche com- che manca, i servizi che non ri- plesse, le contraddizioni e i limiti spondono alle attese, il lento ma del suo operare e, nel contempo, inesorabile spopolamento dei la sua forza di rinascere sempre comuni, specie quelli dell’en- da ogni crisi, sia essa economi- troterra, e le mille difficoltà di ca, sociale o di altro genere. stesse comunità e le cui esi- chi si ostina a fare impresa in Ripartire dall’uomo, centro della genze, così come le potenzia- una realtà sempre più difficile creazione, è dunque il modo per lità, non si prestano a divisioni e ostile al rischio dell’imprendi- rimettere al centro una politica semplicistiche calate dall’alto di toria. L’inventario delle proble- che sappia costruire un ordine un dibattito politico sempre più matiche da affrontare è vasto sociale modellato su un umane- polarizzato. e se la politica si soffermasse simo cristiano che consideri i bi- La complessità è ricchezza se a confrontarsi sulle soluzioni si sogni di ciascuno come urgenza è ricerca dei talenti e delle op- scoprirebbe che le energie sono di tutti, e l’attività politica delle portunità per far crescere il bene sempre troppo poche per essere istituzioni come lo sforzo per co- comune. Problemi complessi spese in sterili contrapposizioni struire un ordine sociale ed eco- necessitano di soluzioni artico- e in quotidiane guerre a colpi di nomico modellato sulla dignità late e condivise e il dialogo tra social. dell’uomo. chi ha a cuore le sorti dell’uomo L’ultima frontiera del duello uni- Da qui la necessità da parte del- più del proprio tornaconto o del versale vede oggi contrapposti la nostra Chiesa diocesana di consenso fine a se stesso è es- sovranisti e globalisti, ma l’elen- stare vicino alle istituzioni per senziale. A patto che sia sincero, co è lungo e le liste di proscrizio- portare la voce della gente, con costruttivo e scevro da semplifi- ne reciproche sono pari a quelle il desiderio di far sentire la pro- cazioni di comodo, e che abbia di attesa per salire sul carro de- pria vicinanza operosa a chi por- tavoli aperti e trasparenti su cui gli uni o degli altri. Non si riesce ta il peso del governo della cosa si lavora insieme partendo dalla Editoriale a leggere la realtà, ormai, senza pubblica. In questa prospettiva conoscenza del territorio e del- iscriverla a una delle categorie il modello della chiesa-comu- le sue problematiche, dalle sue in cui il gioco delle parti ha sud- nità è senz’altro di aiuto per la potenzialità e da quelle di un po- diviso l’umano operare. È come costruzione di reti territoriali polo che va motivato e guidato, se lo svuotamento delle catego- che uniscano i diversi comuni ma anche aiutato e spronato a rie di destra e sinistra avesse in intorno al valore della persona, prendere in mano il proprio de- qualche modo ceduto il posto a delle persone, che sono già esse stino. 5
Vita della Diocesi di don Gianluca Bellusci Le persone cuore della pastorale Il cammino dell’Anno pastorale 2018-2019 L ’assemblea di inizio settem- stenza che vivono in famiglia, in mente culturali diversi sono i bre è diventata l’occasione parrocchia o in un territorio, ca- percorsi offerti a livello dioce- di presentazione e conse- ratterizzate dalla loro specifica sano: Scuola di Cristianesimo gna dell’Agenda diocesana che situazione esistenziale: ragazzi, e tre focus tematici sui giovani. raccoglie le attività programma- giovani, adulti, anziani. Persone Quest’anno la Scuola di Cristia- te per l’anno e offre le linee e gli incontrate e servite nei momenti nesimo si concentrerà sulla ca- orizzonti dell’impegno ecclesiale concreti della loro vita, che siano tegoria di persona, affrontata della Chiesa locale di Tursi-La- nella gioia, nel dolore, nella con- a livello biblico presentando al- gonegro. dizione di lavoratori o di studenti, cuni profili di profeti e apostoli Nell’introduzione all’Agenda di sofferenza fisica, morale ed che nella concretezza della loro 2018-2019 Monsignor Vincenzo economica. L’icona biblica che vita sono stati scelti e inviati per Orofino indica le coordinate che fa da sfondo a tutto il percorso l’annuncio della Parola. Seguirà daranno unità e spessore ec- delle iniziative diocesane è quel- l’approccio filosofico, che farà clesiale alle iniziative pastorali la di Zaccheo (Lc 19, 1-10), perso- il punto sulla storia del perso- diocesane e parrocchiali: la for- na trasformata dall’incontro con nalismo nel pensiero antico e mazione e la missione. Innanzi- Gesù. contemporaneo; mentre nell’ap- tutto continuare e intensificare Dentro questa cornice teologi- proccio dogmatico ed ecumeni- l’opera di educazione alla fede, co-pastorale, la Diocesi ha indi- co si analizzerà la categoria di alla speranza e alla carità, se- cato delle iniziative da vivere in persona a partire dal dibattito Vita della Diocesi guendo le indicazioni contenute modo comunitario e che avranno trinitario e cristologico nei primi nella Lettera Pastorale Al fine di un duplice registro: uno più spe- quattro Concili Ecumenici e infi- edificare il Corpo dio Cristo (Ef cificatamente di tipo culturale ne nella Costituzione pastorale 4,12); e poi crescere in consape- e l’altro più di tipo testimoniale. Gaudium et spes del Concilio Va- volezza ecclesiale e favorire una La scelta di questa dualità nella ticano II. Infine il nostro Vescovo più concreta corresponsabilità proposta è in sintonia con il cam- offrirà la sintesi di tutto il percor- pastorale secondo la vocazione, mino diocesano sinodale scelto so nell’approccio teologico-pa- il carisma e il ministero di cia- fin dal Convegno ecclesiale di storale, sottolineando soprattut- scuno approfondendo il fonda- Paestum nel 2015. Crescere in to i temi della sinodalità e corre- mento teologico e antropologico conoscenza per saper discerne- sponsabilità dell’intero popolo di dell’identità personale. Infatti re e testimoniare il Vangelo nella Dio nella vita e missione Chiesa. al centro di ogni azione eccle- nostra storia, nei nostri territori, La Consulta delle Aggregazioni siale ci sono sempre le persone tra la nostra gente. laicali offre un percorso di studio nella concretezza della loro esi- Nelle iniziative più specificata- e approfondimento sui quattro 6
principi fondativi della Dottrina Sociale della Chiesa, organizzan- do dei laboratori tematici sul bene comune che incrociano le sfide del nostro territorio regionale e dioce- sano. Accanto a queste iniziative di tipo culturale, saranno presenti inizia- tive di carattere più testimoniale. Attraverso la collaborazione degli uffici di Pastorale familiare, giova- nile, vocazionale e scolastica ven- gono offerti degli eventi e dei per- corsi al fine di incrociare gli adole- scenti, i giovani studenti e lavora- tori e le famiglie nel loro specifico vissuto e rispettosi delle diverse responsabilità che vengono affrontate. Perché ci sia una ricezione fedele e attualizzante dei risultati del Sinodo dei Vescovi, sono in programma tre grandi focus tematici da vivere in forma diocesa- na e unitaria: il primo coincide con la festa di inizio anno scolastico, incentrato sul tema dell’esperienza di fede dei giovani. Il secondo focus è incentrato sul tema della comunicazione nei social: giovani, fami- glie, educatori e mondo della scuola in dialogo per costruire nuove alleanze educative. Infine nel terzo evento il tema che sarà affrontato in modo testimoniale è quello della Scuola. Si desidera creare le condizioni per un dialogo con docenti, famiglie e giovani studenti al fine di rigene- rare una nuova passione per lo studio, la ricerca e la passione educativa intergenerazionali. Fare del- la scuola un luogo e tempo significativo da abita- re attraverso un approccio generativo e dialogico. Infine a conclusione del percorso e delle iniziative diocesane, il 2 giugno si celebrerà la seconda edizio- ne della festa della fede. Una intera giornata dove conflui- Vita della Diocesi rà tutto il popolo della Diocesi per sperimentare la gioia e la bellezza della fede vissuta nelle parrocchie e la rinnovata passione e impegno per il nostro territorio. I diversi uffici diocesani mostre- ranno tutto quello che è stato vis- suto durante l’anno e le sfide futu- re. In appositi stand si offriranno spazi di riflessione e confronto; di conoscenza e di dialogo sulle te- matiche incrociate e sviluppate durante l’anno. Concluderà la gior- nata il nostro Vescovo. 7
Vita della Diocesi di don Giovanni Lo Pinto Il Vescovo dialoga con i sindaci e i parroci A giugno, settembre e ottobre tre serie di incontri nelle zone pastorali D a lunedì 4 a giovedì 7 giu- gno monsignor Vincenzo Orofino ha programmato i primi quattro incontri con i sin- daci e i parroci delle zone pasto- rali della Diocesi. Un momento informale per dirsi il comune de- siderio di essere al servizio del- le stesse persone che abitano il territorio nel quale si è presenti. L’obiettivo è creare le condizioni per un confronto cordiale, sem- plice e ricco al contempo. “Per- ché – ha detto Orofino al primo Vita della Diocesi di questi incontri che si è tenuto nell’Episcopio di Tursi, il 4 giu- gno con la zona Jonica – sindaci e parroci guardano e amano la stessa realtà e devono prendersi cura delle stesse persone. Credo nell’unità armonica e sinfonica e non nell’omologazione, quell’u- nità che fa diventare creativi. che dei nostri paesi: agricoltu- cammino che la Chiesa di Tur- Incontriamoci per discutere su ra, turismo, sostegno ai deboli si-Lagonegro porta avanti sin problematiche e tematiche so- e percorsi educativi e formativi, dallo scorso anno pastorale. Lo ciali, per aiutarci a guardare il dialogando anche con gli istituti ha precisato don Gianluca Bel- territorio nel suo insieme, va- scolastici”. lusci, vicario episcopale per la lorizzando le vocazioni specifi- Ricchezza che si inserisce in un pastorale, richiamando le atte- 8
se della gente all’indomani del to anche sulle criticità delle in- la Chiesa che ha pensato anche Convegno ecclesiale di Paestum frastrutture che non agevolano a una “giornata mondiale” per (aprile 2017) di incontri fattivi e investimenti di grandi aziende la preghiera, la riflessione e ge- di collaborazione tra le istitu- e l’inserimento in processi eco- sti concreti a favore di chi spe- zioni territoriali. Tutto questo nomici importanti per le attività rimenta disagio e bisogno. Tutti è espresso anche nella lettera presenti, soprattutto a livello di i parroci e i sindaci presenti si pastorale del Vescovo “Al fine produzioni agricole e di turismo, sono detti fiduciosi anche acco- di edificare il Corpo di Cristo”: nonostante qualche bella ecce- gliendo il terzo invito del vescovo la centralità dell’appartenenza zione nel Lagonegrese, nel cuore Orofino nel mese di ottobre per ecclesiale e delle persone, cuore della valle del Sinni e nel Meta- riflettere su lavoro e beni cul- della pastorale, oltre alla dimen- pontino. turali. C’è desiderio di fare rete sione del territorio e della cultura Richiamata più volte la questio- tra Chiesa e comuni, ascoltarsi come apertura della Chiesa alle ne del ridimensionamento sco- e cercarsi, ciascuno nelle sue istanze della gente. Siamo or- lastico, c’è stato modo di riflet- possibilità e competenze, per mai al secondo anno di Scuola tere anche sui processi virtuosi essere fedeli alla propria missio- di Cristianesimo. Lo scorso anno di integrazione che avvengono ne. Tutti concordi quanto al fatto abbiamo vissuto quattro incontri e sulle esperienze di valorizza- che sia necessario promuovere sui principi della Dottrina Socia- zione del patrimonio storico-ar- culturalmente una mentalità del le: con il vescovo Filippo Santoro tistico e delle iniziative esistenti lavoro come valorizzazione delle che ha presentato il concetto di in alcuni comuni che possono persone. Sono state richiamate persona, sottolineando la cor- avere ricadute sociali ed econo- tante esperienze di piccola im- relazione tra ambiente, lavoro e miche a vantaggio della colletti- prenditorialità che ha permes- sviluppo del territorio; con Enrico vità. so di ottenere buoni risultati. Letta sul bene comune che ha Tutti concordi anche sul fatto Importante anche la presenza aiutato ad allargare l’orizzonte che occorra rafforzarsi facen- dei delegati della Consulta del- leggendoci dentro un “sistema do coesione: andare oltre i faci- le Aggregazioni laicali a questi paese” che dialoga con il mondo li allarmismi su problematiche incontri che hanno raccordato più agevolmente perché è in un come l’acqua, i tumori e l’inqui- il mondo dell’associazionismo contesto comunitario; con Mau- namento e investire in cultura, ecclesiale con quanto è venuto rizio Lupi riflettendo sulla sus- ricerca e conoscenza scientifica fuori dai dialoghi tra i presenti. sidiarietà, volendo promuovere e creare vere strutture di terzietà Degna di nota anche l’attenzio- tutti e custodire ciascuno; con nel controllo, a tutela dei cittadi- ne manifestata dai presenti sui il cardinale Montenegro che ha ni. Anche a proposito di petrolio beni culturali, mobili e immobili: messo in correlazione la valoriz- e di compensazioni da questi in- è necessaria sinergia tra le realtà zazione di ogni uomo e la testi- contri è emerso che non si può che operano sul territorio per la monianza della carità. dilapidare un patrimonio natura- promozione dell’arte, della sto- Sin dai primi è venuto fuori che le non rinnovabile senza creare ria, fino a predisporre guide turi- non esistono questioni campa- le condizioni per un futuro degno stiche integrate e a prospettare Vita della Diocesi nilistiche da privilegiare perché da consegnare alle nuove gene- percorsi unitari comprensoriali è importante sapersi leggere, razioni. per andare oltre una mentalità anche a livello amministrativo, Nella seconda metà di settem- turistica “mordi e fuggi”. Con- come pure si prospetta a livello bre la seconda serie di quattro sapevoli anche delle prospettive pastorale, in contesti compren- incontri ha permesso di accen- lavorative che si possono imma- soriali, riconoscendoci all’inter- dere i riflettori sui giovani (a ginare con un turismo culturale e no di un territorio che ha tante ri- pochi giorni dal Sinodo), con- storico-artistico strutturato, dai sorse. Paesi piccoli e grandi che, siderando le loro speranze e le primi dodici incontri lo sguardo insieme, possono sostenere l’in- conquiste, senza rinunciare a ora si slancia in avanti, sperando traprendenza dei privati anche leggere la realtà anche con le anche in frutti abbondanti. In- con l’aiuto di risorse pubbliche sue criticità e le problemati- tanto il seme è stato piantato e e fondi europei per dare occu- che presenti in tutti i paesi. Uno tutti si sono resi disponibili a so- pazione e sostenere la creatività sguardo al mondo della povertà stenere la crescita di qualcosa dei giovani. L’accento è cadu- e un richiamo all’attenzione del- di importante. 9
Vita della Diocesi di Pino Suriano Tutti stretti attorno a Madre Chiesa A Policoro la Festa diocesana delle Famiglie “S arebbe bello se fossimo più di 1.500”. Il Betania hanno comunicato la gioia di aver potuto vescovo aveva puntato in alto, ma il di- toccare con mano la grazia che il Signore ha usa- rettore dell’Ufficio di Pastorale familiare, to alle loro persone, alle loro famiglie. don Michelangelo Crocco, era stato più prudente. Momento molto intenso anche nel pomeriggio, Aveva ragione il vescovo. Anzi, era stato fin trop- con la rappresentazione teatrale “La bottega po prudente, perché le presenze sono state anche dell’orefice”, testo del 1960 dell’allora vescovo più alte. ausiliare di Cracovia Karol Wojtyla. Fondamenta- È stato imponente il segnale comunitario di tante le il sottotitolo: “Meditazioni sul sacramento del persone desiderose di stringersi attorno a questa matrimonio che di tanto in tanto si trasformano “Madre” per la Festa diocesana delle Famiglie. in dramma”. Ha letto i testi l’attrice Claudia Koll, L’evento è stato curato dagli organizzatori con protagonista di una straordinaria storia di conver- un’attenzione a tutti i livelli: dall’animazione per i sione, accompagnata musicalmente dall’Orche- più piccoli fino all’accoglienza e al refrigerio per i stra Mercadante di Altamura e da una bravissima momenti di massima calura. In particolare han- artista di Sand Art. no inciso le testimonianze offerte al mattino da Dopo l’esibizione, intervistata in pubblico da don due coppie di Nova Siri (Anna e Pasquale; Nadia Michelangelo Crocco, l’attrice ha richiamato la e Francesco): attraverso il cammino annuale di sua vita, le fragilità e anche il cammino di riap- Vita della Diocesi 10
propriazione di un’identità che si era smarrita: Alessandra Vicino e Gaetano Antonucci, respon- “Andavo tutti i giorni a Messa ma solo al capez- sabili della Commissione per la Pastorale familia- zale di un malato ho capito cosa significhi ama- re, insieme al gruppo musicale che ha guidato la re. Con il tempo ho capito perché Dio ha voluto festa del mattino e la celebrazione della Messa, il sacramento della Confessione: il momento in hanno aiutato i presenti a sperimentare gioia e cui consegnare la fragilità e chiedere a Dio di es- fraternità respirate anche per merito dell’ottima sere rigenerati, resi nuovamente belli nell’anima. accoglienza da parte di don Giuseppe Gazzaneo L’incontro con un malato di Aids, Giuseppe, nel e dei parrocchiani del Buon Pastore di Policoro e 2000, mi ha premesso di attraversare una porta dalla logistica curata da Filippo Oriolo. santa. Ho avuto a che fare con tante persone, ma- Il vescovo, monsignor Vincenzo Orofino, duran- lati terminali, che portavano con loro il bisogno di te l’Omelia ha rinnovato il grazie per aver accol- trovare senso alle sofferenze... Così cominciavo a to l’invito con un grande sì: “l’anno pastorale non comprendere e a poter dire loro che il Signore mi può essere una fatica ma deve essere un cammi- stava dando la forza di affrontare le mie sofferen- no lieto che si fa insieme agli amici, senza lasciare ze, quindi ne avrebbe data tanta anche a loro”. indietro nessuno”. Vita della Diocesi 11
Vita della Diocesi TESTIMONIANZA DI cata la grande notizia: il linfoma (tumore) si era cicatrizzato. Il Signore aveva ascoltato le nostre ANNA E PASQUALE preghiere, quelle di tanti fratelli che avevano in- terceduto per noi e guidato i medici che lo aveva- (Parrocchia Sant’Antonio in Nova Siri) no in cura a portare avanti la terapia giusta. Avevo il desiderio di ringraziare il Signore per A ppena seppi dei ritiri spirituali per famiglie questa guarigione facendo celebrare una Messa. fui subito attratta. Era da tempo che desi- Anglona era il luogo ideale… è il santuario dove deravo poter fare un cammino di fede e di avevamo celebrato le nostre nozze. Mio marito di crescita con mio marito. La cosa difficile era con- sicuro non avrebbe detto di no! vincere lui a partecipare. Quando mi sono sposata Con la complicità di don Michelangelo e di Ales- pensavo che tutto fosse più facile, ero certa che sandra Vicino decisi di non dire nulla a lui di que- mio marito avrebbe da subito, visto il suo animo sto desiderio e che il tutto fosse una sorpresa. docile e il carattere mite, abbracciato e seguito il Miracolosamente riuscii a portare sia mio marito mio stesso cammino di fede. Mi sbagliavo! Con il che i bambini ad Anglona al ritiro spirituale delle tempo ho capito che ognuno ha i suoi tempi. famiglie... Fu un momento molto forte! Nei primi anni di matrimonio riuscivamo a vivere La meditazione del giorno era sul vangelo delle insieme alcune esperienze spirituali e ad andare “Nozze di Cana” (Gv 2). Una Parola da me letta, a messa tutte le domeniche… ma poi l’arrivo dei riletta, meditata… pregata tante volte, ma quel bambini, l’eccessivo lavoro, e soprattutto alcuni giorno si presentava con degli spunti nuovi e pro- dispiaceri familiari, ci hanno inaridito. Per anni mio fondi. Entrambi, sia io che lui, ci accorgemmo che marito non è venuto più a Messa, non ha ricevuto nel nostro matrimonio mancava il “vino della gio- i sacramenti, se non nelle occasioni importanti, il ia”. Con cuore aperto e con grande umiltà acco- Battesimo dei figli, Natale, Pasqua… pochissimi i gliemmo l’invito di don Michelangelo di avvicinarci momenti di preghiera. all’altare, prendere un bicchiere di acqua e versar- Un anno fa, nel marzo 2017, la nostra vita fami- lo nella giara. Quell’acqua rappresentava tutto ciò liare viene sconvolta da una notizia: a mio marito che impediva al nostro matrimonio di essere nella viene diagnosticato un tumore allo stomaco. gioia piena, nella gioia vera. Iniziammo così il nostro calvario... ospedali, Dopo aver fatto il segno, da subito percepimmo chemioterapia, sofferenza, solitudine… e difficoltà qualcosa di nuovo… tutto stava avvenendo nel varie. Tutto accadeva in un periodo molto difficile luogo dove anni prima ci eravamo detti il nostro e di crisi del nostro matrimonio. “sì”. Gesù voleva rinnovare il nostro matrimonio, il La notizia di questa malattia però non mi ha nostro amore. spaventata, non mi ha tolto la serenità interiore. Dopo un forte momento di preghiera ho avuto la certezza che Gesù era con noi e che lui si sarebbe Vita della Diocesi preso cura di ogni cosa e che da questa prova avremmo raccolto frutti. Mio marito infatti in questo anno, a piccoli passi, si è riavvicinato alla Chiesa e ai sacramenti. Noi due ci siamo ritrovati e riavvicinati… però il desiderio di un qualcosa di più era sempre forte, avvertivo che come coppia avevamo bisogno di un cammino di fede che ci facesse crescere e ci aiutasse a superare le difficoltà. Ad ottobre ci viene comuni- 12
Inizia la Santa Messa… la sor- Il 18 marzo eravamo nuova- agli altri il profumo di Cristo e presa! Don Michelangelo an- mente lì… per entrambi l’ap- poter testimoniare con la pro- nuncia che la celebrazione è in puntamento era diventato cibo pria vita l’appartenenza a Lui. ringraziamento per la guarigione necessario ad alimentare le Tutto è stato molto forte e in- di Pasquale; i suoi occhi si illu- nostre anime. È stata una gior- tenso: le catechesi, i momenti minano… i nostri bambini erano nata dura e inizialmente arida, esperienziali, i momenti di aga- con noi… è stato un momento la catechesi era sulle mancan- pe… ci siamo sentiti nella Chie- forte. Al momento dell’agape ze di amore e di perdono. C’era sa, abbiamo sperimentato la con le altre famiglie abbiamo ta- molta tensione tra noi, in quel comunione. gliato anche la torta con su scrit- mese era capitato di tutto… poi Siamo certi che non manche- to “Grazie Gesù” per festeggiare pensare al passato, alle ferite… ranno le difficoltà, i momenti e condividere la nostra gioia. Durante il momento di preghie- di tensione, forse torneranno i Il 28 gennaio, terzo appunta- ra il Signore ci ha consolato… ad lunghi periodi di deserto ma nel mento, entrambi abbiamo avuto un certo punto Pasquale mi ha deserto ci sono le oasi e Gesù è il desiderio di ritornare sul monte preso la mano e me l’ha stretta e deve diventare la nostra oasi di Anglona. La meditazione del fortemente… nessuna parola! In di ristoro, pronta a dissetarci e a giorno, la Parola che ci è stata quell’attimo mi sono venute in darci ristoro nel bisogno. spezzata ci chiedeva ancora un mente le parole che mi diceva Lui è il vino della gioia, è la roc- passo in avanti rispetto alla vol- durante il nostro breve fidanza- cia sulla quale appoggiare le ta precedente. Il Signore ci invi- mento: «Io no parlo molto, devi nostre vite, è la fonte del nostro tava a fare una scelta radicale: imparare a interpretare i miei dialogo, è l’amore che si dona a costruire la “nostra casa” sulla gesti, le mie espressioni». Con noi, che ci perdona e che ci da roccia o sulla sabbia. Sentii nel quel gesto, con quella stretta di la forza di perdonare, è lo Spirito cuore che dovevo far scegliere a mano, mi chiedeva perdono e io Santo che si effonde su di noi e mio marito dove piantare la no- chiedevo perdono a lui. Dopo un ci spinge ad aprirci agli altri. stra casa, che dovevo abbando- po’ ci è stato chie- narmi. Mano nella mano ci siamo sto di andare ver- avvicinati all’altare, abbiamo un so Gesù crocifis- attimo pregato in silenzio e poi so posto davanti mio marito ha piantato il ba- all’altare e conse- stoncino con i nostri nomi nella gnare a lui il no- cassettina con le pietre. Aveva stro peccato, rap- scelto Gesù, aveva così deciso presentato da un di costruire la nostra casa sulla chiodo. Durante roccia della salvezza. La con- il breve percorso divisione con i fratelli, con altre mano nella mano, famiglie, i momenti di agape, abbiamo deciso sono stati per noi una ricchezza di scambiarci i Vita della Diocesi immensa. Ascoltare le testimo- chiodi a indicare nianze, condividere i problemi, ci che ognuno si im- ha fatto sempre tornare a casa pegnava a portare con un cuore nuovo. Ogni volta i pesi dell’altro. però era come scendere dal Ta- Nell’ultimo incon- bor; la vita frenetica, i problemi, tro, dopo aver me- le difficoltà non erano scompar- ditato il vangelo di si… anzi il più delle volte aumen- Giovanni sull’un- tati e a volte tentati a lasciare il zione di Betania, cammino intrapreso. Qualcosa siamo stati unti però tra noi era cambiato, ab- con olio profuma- biamo iniziato a cercarci di più to di nardo, affin- e a piccoli passi a vivere diver- ché ogni coppia samente la nostra quotidianità. potesse portare 13
Vita della Diocesi di don Giovanni Messuti risultato di sentirsi profonda- mente amati e a casa; Tabor è un luogo in cui si sperimenta la maternità della Chiesa. E le emozioni non passano in se- condo piano. la maturità della fede per giovani in cammino Già, le emozioni: spesso si pen- sa che esse rivestano un ruolo I l percorso di fede e spirituali- dalla misericordia di Dio, ho piccolo nella crescita e noi gran- tà che, ormai da due anni, la fra le mani le lacrime e i sorrisi, di, erroneamente, insegniamo ai nostra diocesi sta vivendo è raccolti in questi anni, di quan- ragazzi a mutilarle. ricominciato anche quest’anno ti hanno compreso che l’amore L’emozione contro la razionali- con grande entusiasmo. di Dio conta più di un bel voto a tà, per fare scelte mature biso- In questo tempo l’esperienza è scuola o di qualche like su fa- gna usare la testa non il cuore. cresciuta con chi ne ha preso cebook. Ricordo con non poca Le emozioni vanno abitate, ac- parte e, ormai al suo terzo anno, commozione le ore trascorse a cettate non maltrattate. possiamo dire che Tabor è raccogliere sogni. Tabor è anche il luogo in cui si l’esperienza alta che la diocesi Sì, i ragazzi sognano e quando prova a dare un volto e un nome di Tursi-Lagonegro propone ai si accorgono che i sogni profon- alle proprie emozioni, con sere- ragazzi e alle ragazze dai 15 ai di del loro cuore coincidono col nità davanti al Signore e davanti 20 anni. sogno di Colui che li ha creati, la ai fratelli. In questa crescita Tabor si è gioia diventa incontenibile. Da quest’anno l’esperienza ve- come modellato sulle domande Tabor non è una proposta per drà la guida di tutti e quattro i di quanti, desiderosi sempre di ragazzi stanchi della loro giovi- responsabili zonali di Pastorale più di discernimento vocazio- nezza, ma per chi al contrario è Giovanile e sarà un’occasione di nale, ascolto della parola di Dio stanco di piegarsi alle logiche ulteriore arricchimento per i ra- e preghiera notturna, vi hanno del mondo, e il mondo giovanile gazzi che avranno la possibilità partecipato. a volte sa essere crudele. di assaporare stili e carismi dif- Se dovessi dire, in due parole, Tabor è un luogo e un tempo in ferenti sempre nella ricerca del l’essenza di Tabor non farei fa- cui ci si prende cura di sé nel volto di Dio, attraverso la guida tica a menzionare l’Adorazione vero senso della Parola, con il rassicurante della Chiesa. Notturna. L’aspetto che all’inizio poteva sembrare il più rischioso è diventato in realtà il più fecon- do. Si potrebbe rinunciare alla merenda al pomeriggio, forse anche alla meditazione del sa- cerdote la sera, si potrebbe fare Vita della Diocesi a meno dei canti del dopo cena o della condivisione al mattino, ma nessuno mai rinuncerebbe ad alzarsi nel cuore della notte per mendicare, alla luce fioca della stanza adibita per l’occa- sione a cappella, le risposte che il cuore stanco e assetato cerca più di ogni altra cosa. Ho negli occhi e nel cuore i tan- ti colloqui con i giovani appena usciti dall’adorazione, ho nella mente i volti “trasfigurati” dei ragazzi e delle ragazze toccati 14
di don Antonio Lo Gatto COME PIETRO A TIBERIADE alla scoperta della vocazione U n anno fa il nostro Vescovo, Mons. Vincenzo Orofino, mi chiedeva la disponibilità a collaborare con don Giovanni Messuti per quanto riguarda la pastorale vocazionale nella Diocesi. Così mi sono posto accanto a don Giovanni, il quale mi ha introdotto in un cammino già avviato nei mesi prece- denti e mi ha chiesto, in accordo con il Vescovo, di occuparmi più da vicino degli incontri di “Tiberiade”. Che cos’è “Tiberiade”? È un’esperienza di comunione, fatta da giovani dall’età compresa tra 13 e 18 anni, al fine di vivere, più da vicino e con respiro più ampio, la realtà della Chiesa di Cristo e, così, scoprire, seppur in forma germinale, la loro personale vocazione all’interno della Chiesa stessa. È, quindi, un’esperienza personale e comunitaria, che ha la finalità di far emergere un orientamento verso lo stato di vita a cui si è chiamati nella Chiesa e per la Chiesa. È, perciò, in estrema sintesi, un’esperienza di discernimento vocazionale. Viviamo questo cammino, i ragazzi e io, insieme, con cadenza mensile, durante un weekend, in un paese della Diocesi che ci ospita, vivendo nello stupore, nella gioia e nella condivisione. I momenti centrali di quest’esperienza sono la celebrazione della Santa Messa e la condivisione delle esperienze di vita e di ricerca. “Tiberiade” offre la possibilità di riflettere sul significato della vocazione e sul discernimento vocazio- nale. Che cos’è la “vocazione”? La dinamica della vocazione è assai complessa. Consta di una dimensione generale che, tuttavia, non prescinde da una particolare. Tutti siamo “chiamati” - è questa la traduzione della origine etimologica del termine “vocazione” - a vivere nella volontà del Padre, rivelataci dal Figlio incarnato, che altro non significa che riconoscere la signoria di Dio nella nostra vita, così da vivere la realtà del Regno in questo tipo di relazionalità con Dio, Uno e Trino. Tuttavia questa “chiamata generale” - cioè rivolta a tutti - non prescinde dalla “chiamata particolare” - cioè personale -, la Vita della Diocesi quale dice il modo nel quale realizzare la vocazione nella concretezza della storia. Per questo il Concilio Vaticano II dice: “[…] Tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste” (LG 11); e TIBERIADE Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate dice: CALENDARIO DEL “[…] Quello che conta è che ciascun credente discerna la propria CAMMINO ANNUALE strada e faccia emergere il meglio di sé […]” e – continua – “[…] Perché la vita divina si comunica ad alcuni in un modo e ad altri in 27-28 ottobre 2018 un altro” (n.11). 15-16 dicembre 2018 La realtà della vocazione riguarda ognuno di noi e, quindi, non può 19-20 gennaio 2019 lasciarci indifferenti, in quanto solo un’esistenza santa, che rifugge 9-10 febbraio 2019 la mediocrità e l’inconsistenza, offre “[…] la vera vita, la felicità per 16-17 marzo 2019 la quale siamo stati creati […]” (Gaudete et exultate, 1). 6-7 aprile 2019 15
Vita della Diocesi Vincenzo Di Tomaso Il servizio e la vita: campo scuola dei Ministranti “[…] Potete essere apostoli che sanno attirare gli altri a Gesù. Questo succede se voi stessi siete pieni di entusiasmo per Lui, per Gesù, se Lo avete incon- trato, conosciuto personalmen- te, e siete stati, voi per primi, Antonio Lo Gatto, don Serafino il momento più importante del “conquistati” da Lui. Per questo La Sala, don Agostino Mosca, campo: la presenza del Vesco- vi dico: cercate di conoscere e nonché il parroco di Trecchina, vo, il quale ha celebrato l’Euca- amare sempre di più il Signo- don Guido Barbella, e dei semi- restia e ha condiviso la cena con re Gesù, […] incontrandolo nel- naristi. i giovani ministranti. Il Vesco- la preghiera, nella Messa, nella Dopo la sistemazione nelle ca- vo ha sottolineato la bellezza lettura del Vangelo, nel volto dei mere, nel primo giorno, i ragazzi dell’appartenenza alla Chiesa e piccoli e dei poveri. E cercate hanno fatto conoscenza tra loro, ha esortato i ministranti a sen- di essere amici, con gratuità, di mettendo in comune esperienze tirsi sempre più parte viva e re- chi è attorno a voi […]”. Queste e condividendo le aspettative sponsabile nella Chiesa stessa. parole di papa Francesco, pro- sul campo-scuola. Dopodiché La serata, dopo una lunga pas- nunciate in occasione del pel- ci si è spostati nella chiesa par- seggiata per Trecchina e il “tifo” legrinaggio internazionale dei rocchiale di Trecchina, dove si è per una partita dei Mondiali di ministranti, riassumono in ma- celebrata l’Eucaristia, insieme calcio, si è conclusa presso la niera efficace quanto avvenu- alla comunità del luogo. Dopo la struttura ospitante. to a Trecchina dal 2 al 4 luglio: cena, vi è stato lo spazio per un Una breve escursione, tenutasi il campo-scuola diocesano dei momento di gioco. nella mattinata del terzo giorno, ministranti, in continuità con la Nel secondo giorno, dopo la pre- ha voluto trasmettere la condi- Giornata vissuta il primo maggio ghiera e la colazione, i ragaz- zione pellegrinante di ogni cri- all’oratorio di Nova Siri. zi hanno potuto approfondire stiano, con momenti di difficoltà In quei giorni, circa trenta ragaz- le proprie conoscenze circa la e gioia, ma che assume un sa- zi, da tutta la diocesi, hanno de- Sacra Scrittura, la Liturgia e i pore diverso e autentico se vis- ciso di condividere momenti di Sacramenti mediante giochi a suto con gli altri alla luce della preghiera e riflessione, gioco e tema, in cui importante è stata relazione con Gesù Cristo. allegria, esperienze e conoscen- la “messa in rete” delle cono- Dopo il ritorno e il pranzo, i mini- ze, sotto l’attenta guida di alcu- scenze dei membri delle varie stranti si sono salutati e hanno Vita della Diocesi ni sacerdoti della diocesi, don squadre. Il pomeriggio ha visto raggiunto le rispettive parroc- chie, dove hanno ripreso il pro- prio servizio nella celebrazione eucaristica, ma con una visione di Chiesa un po’ più bella e am- pia. 16
di don Giovanni Lo Pinto Simposio regionale sul discernimento famiglie, giovani, vocazioni di speciale consacrazione M artedì 1° maggio, pres- sulla Famiglia, le cui conclusio- so l’Hotel Kiris a Viggia- ni si leggono nell’esortazione no (Potenza) si è svolto apostolica postsinodale Amoris il simposio regionale promosso Laetitia; sui Giovani: il 2018 è dalla Conferenza Episcopale l’anno in cui la Chiesa ha cele- di Basilicata, organizzato dagli brato il Sinodo dei Vescovi nel I laboratori sono stati un mo- uffici di pastorale familiare, vo- mese di ottobre scorso. mento di reciproco arricchi- cazionale e giovanile. Tema: “Il A Viggiano si sono ritrovate sei- mento di racconto delle pro- discernimento. Famiglie, giova- cento persone, a titolo di rap- spettive pastorali a cui tendere ni, vocazioni di speciale consa- presentanti del Popolo di Dio in una terra che offre, assieme a crazione”. delle diocesi lucane, insieme ai tante risorse, anche tanta uma- Il n.7 degli Orientamenti pasto- rispettivi vescovi. nità buona e numerose situa- rali CEI per il decennio 2010- Il tempo dedicato ai racconti dei zioni belle nei contesti pastorali. 2020 titolava: “È tempo di vissuti è seguito ai percorsi visi- La testimonianza della ballerina discernimento”. vi attraverso i quali ogni dioce- Simona Atzori, senza braccia, La Chiesa, negli ultimi anni, ha si ha comunicato le meraviglie è divenuta esempio di realizza- aperto tre “cantieri” sul discer- che, ordinariamente, compie la zione dei sogni, nonostante le nimento: sul Rinnovamento del grazia di Dio a partire dalle atti- difficoltà della vita. Un’autenti- Clero, le cui conclusioni si leg- vità proposte per ogni fascia di ca iniezione di speranza per le gono in Lievito di Fraternità; età. Chiese di Basilicata. Vita della Diocesi 17
di Filippo Oriolo testimonianza della carità. Oggi respiriamo il profumo di una fraternità ritrovata tra cristiani e tante occasio- ni ci hanno permesso di conoscere le Chiese e i fratelli presenti sul territorio. Dieter Kampen, pastore della Chiesa Valdese di Trento e fondatore dell’Istituto per gli studi luterani di Venezia, è intervenuto richiamando che da poco abbiamo cele- brato i 500 anni dalla Riforma. Nel 1500 ci sono sta- Dal Conflitto alla Comunione te occasioni di grandi cambiamenti che hanno creato Incontro ecumenico con Kampen a Policoro incertezze esistenziali e nuove domande: Chi si salva? Come ci si salva? Martin Lutero, meditando sulla giusti- zia di Dio, cominciò a riflettere su come Dio giustifica A lla vigilia del Viaggio di Papa Francesco a Gi- mediante la fede, e, studiando Sant’Agostino, accolse nevra per l’occasione dei 70 anni del Consi- la verità che Dio dona la sua giustizia. La teologia di Lu- glio ecumenico delle Chiese, a Policoro, nei tero è costruita attorno a un’esperienza fondamentale: locali dell’Oratorio del Buon Pastore, merco- Dio giustifica per sola grazia. Le 95 tesi di Lutero, che ledì 20 giugno si è svolto un Convegno dal titolo: “Dal parlano della penitenza e criticano le indulgenze “ven- Conflitto alla Comunione: i 500 anni dalla Riforma di dute” dalla Chiesa Cattolica, grazie all’invenzione della Martin Lutero”, promosso dall’Ufficio Ecumenico della stampa vennero diffuse velocemente in tutta la Ger- diocesi di Tursi-Lagonegro. mania. Ne scaturì una grande riflessione. A Lutero fu Luigi Angelucci di Policoro ha introdotto dicendo che chiesto di ritirare le tesi, ma lui affermò che non avreb- per spiegare cos’è l’ecumenismo occorre richiamare le be potuto perché la sua coscienza era convinta di aver parole di Papa Giovanni XXIII: “Ciò che ci unisce è mol- fatto bene, pertanto, nel 1521, ci fu la scomunica papale, to di più di ciò che ci divide, perché a unirci è la fede a cui seguì quella imperiale. Il Luteranesimo si diffuse a in Gesù Cristo”, consapevole che la fede ci rende fra- partire dalla Germania. La Riforma poi fu accolta in al- telli, indipendentemente dalle specificità delle Chiese. tri paesi europei, e ci si divise ulteriormente in Luterani, Il fondamento della fratellanza è nella comune fede in Calvinisti e Anglicani. La Chiesa cattolica è entrata nel Cristo. dialogo ecumenico con il Concilio Ecumenico Vaticano Don Giovanni Messuti, direttore dell’Ufficio Ecumenico II. Nel 1999 è stata emanata la Dichiarazione congiunta e docente di Ecumenismo presso l’Istituto Teologico di sulla dottrina della giustificazione, nella quale si affer- Basilicata, ha declinato le finalità del Convegno: il gusto ma che le opere non sono la causa della giustificazione, della conoscenza e il desiderio dell’unità. Ha poi spie- ma è Dio che sceglie e salva. Negli scorsi anni è stato gato che l’ecumenismo è il movimento che tende all’u- istituito un gruppo bilaterale di lavoro che mettesse in- nità dei Cristiani, che comprende attività e iniziative, a sieme il risultato del cammino, in vista della comunio- seconda delle varie necessità della Chiesa e dell’oppor- ne: nel 2013 si arriva al documento “Dal Conflitto alla tunità dei tempi, suscitate e ordinate a promuovere l’u- Comunione” nel quale il racconto della storia della Ri- nità dei Cristiani (Unitatis Redintegratio, 4). forma è finalmente condiviso da Cattolici e Luterani. Si Nato in ambito protestante, l’Ecumenismo, con Giovan- precisa che al tempo della Riforma non poteva avvenire Vita della Diocesi ni XXIII, è diventato una necessità anche per la Chiesa un dialogo sereno a causa di questioni economiche e Cattolica, perché si riscopre che di unità dei Cristiani politiche. Anche sulle realtà rituali e sacramentali oggi ha parlato per primo Gesù che prega il Padre “perché ci sono accordi sostanziali, a partire proprio dalla Cena tutti siano una sola cosa, perché il mondo creda” (Gv 17, del Signore. A oggi la parte più complicata del dialogo 21). Se il mondo fatica a credere, dunque, è perché non ecumenico è legata al “livello ecclesiologico” e ad alcu- siamo “uno”: la divisione è la prima fonte di non credi- ne questioni tra Tradizione e Bibbia. Il Professor Kam- bilità nell’annuncio del Vangelo. L’Ecumenismo esiste pen ha raccontato, infine, che in Germania circa il 25% proprio perché siamo divisi. Messuti ha continuato rac- dei matrimoni è di tipo misto cattolico-protestante e contando come si stia riscoprendo negli ultimi anni l’e- che le conferenze episcopali hanno lavorato per met- sperienza di camminare insieme, di confrontarci con le tere a punto un documento condiviso che permetta a altre confessioni cristiane. Gli ultimi Papi, da Giovanni marito e moglie di partecipare liberamente alle cele- XXIII in poi, si sono spesi per la causa dell’unità della brazioni della Cena del Signore, secondo i riti cattolico Chiesa, a favore di una possibile riconciliazione tra i cri- e protestante; tale documento è attualmente al vaglio stiani e per una concordia che renda visibile la comune dei competenti uffici del Vaticano. 18
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